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FRANCO LA CECLA
Isocrazia
Ilsensodeiluoghi
dacuifarrinascere
larappresentanza
II Ispirate da una comune
quanto discutibile idea gene-
rale.Leseidirezionidell’inter-
vento sono: a) ridurre al mini-
mo le restrizioni all'attività
delle imprese, che, quasi
ovunque,hanno continuatoa
produrre senza vincoli; b) in-
tervenire con sussidi, il 70%
dei quali per sostenere le im-
prese stesse e il restante 30%
pertamponareinqualchemo-
do la disperazione sociale; c)
nessun intervento sul siste-
masanitario,chehacontinua-
to ad essere privo di ogni di-
mensione territoriale e ad es-
sere focalizzato sull'ospeda-
lizzazione, determinandone
la saturazione ad ogni nuova
ondata di contagi; d) nessun
intervento sul sistema dei tra-
sportipubblicilocali,chehan-
nocontinuatoadessereveico-
li di contagio per le persone
costretteadutilizzarli;e) foca-
lizzazione delle scuole come
problema, con la sostanziale
chiusura per due anni scola-
stici di scuole superiori e uni-
versità, e chiusure continue,
in alcune regioni continuati-
ve, anche delle scuole dell'ob-
bligo; f) narrazione colpevo-
lizzante dei comportamenti
individuali, raccontati come
causa primaria di ogni au-
mento dei contagi.
L'IDEA GUIDA è stata che il be-
nessere delle imprese deter-
mina il benessere della socie-
tà e che, di conseguenza, que-
st'ultima deve adattarsi alle
necessità delle stesse. Una do-
manda tuttavia sorge sponta-
nea: c'è qualcuno che, a un
anno di distanza dall'arrivo
dell'epidemia e dopo oltre
105.000 morti (ad oggi), ha
l'onestà intellettuale di fare
un bilancio serio sull'effica-
cia delle misure prese? Non
si direbbe. E allora proviamo
a farlo noi.
Partiamo dai dati sulle im-
prese, che dimostrano come
l'unica strategia che alberga
in Confindustria sia il “chia-
gn'e fotte”. Secondo i dati Eu-
rostat, la produzione indu-
striale da dicembre scorso è
in continua crescita, mentre
il dato di gennaio 2021 è infe-
riore a quello di gennaio 2020
solo del 2,4%, una riduzione
che assomiglia molto più a
unaoscillazionecongiuntura-
le che non all'esito di un anno
di pandemia. E che spiega
molto più di mille analisi per-
chénei distrettipiùindustria-
lizzati d'Europa -Bergamo e
Brescia- la pandemia si sia tra-
sformata in una carneficina.
Dunque l'industria, se non
proprio bene, male non sta.
Vale lo stesso per la società?
Non si direbbe proprio: in un
anno, nonostante il blocco
deilicenziamenti, sisonoper-
siben 456mila postidilavoro;
nel contempo, sono oltre 1
milione i nuovi poveri, dato
che porta il totale a 5,6 milio-
ni (una persona su dieci). Faci-
le intuire come la gran parte
di questi effetti sia stata scari-
cata sulle donne, le prime a
perdere il posto di lavoro e a
doversi far carico del lavoro
di cura familiare in condizio-
ni di isolamento e di fortissi-
mo disagio economico, socia-
le, relazionale (come dimo-
stra l'aumentato numero di
violenze subite all'interno
delle mura domestiche).
NEL FRATTEMPO si sono prese
di mira le scuole, additate co-
mei luoghiprincipalidelcon-
tagio (e non come i luoghi del
sicuro tracciamento dello
stesso), consegnando un'inte-
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lescenza), mentre l'insieme
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più fragili della società, con
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ta e sicura, per trasporti locali
degni.
Un'inversione delle priori-
tà del modello economico-so-
ciale per mettere il “prender-
si cura” al posto dei profitti,
la coesione sociale al posto
del “Bergamo is running”, l'in-
terdipendenza fra le persone
al posto della solitudine com-
petitiva.
PER EVITARE tutto questo, si è
alimentata una narrazione di
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portamenti individuali che,
al netto di casi deprecabili ma
quantitativamente insignifi-
canti, sono stati additati co-
me la ragione unica della dif-
fusione del virus, indicando
ogni volta l'untore di turno.
Se questo è vero, possiamo
prendere atto che non sono i
profitti delle imprese a deter-
minare il benessere della so-
cietà? Possiamo lasciar chia-
gnere Confindustria (è il suo
mestiere) ma evitare per una
volta di farci fottere? Possia-
modirecheè l'economiaado-
versimetterealserviziodell'e-
cologia e della società e non il
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coveryPlancherilancil'esisten-
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ga e Ardeni si rivolge a un
tipo di cittadino che ha visto
ridurre i suoi spazi pubblici
e di partecipazione come
non mai negli ultimi
vent’anni.
L’impero del digitale, l’impe-
ro incontrastato di chi ci ha
ridotti a suoi prodotti si è
accompagnato con il soffoca-
mento urbanistico e auto-
mobilistico, in un paese in
cui l’Eni si permette ancora
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novabili e persegue la per-
dente politica dei fossili (ab-
bandonata perfino da Usa e
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no solo fare buchi e tubi. A
questo si accompagna il mai
rinnovato diritto alla cittadi-
nanza per chi nasce nel bel
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puzza di feudalesimo e di
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Se questa è la condizione in
cui ci troviamo, l’emergen-
za è mai come adesso l’allar-
gamento del campo del dirit-
to a nuovi soggetti che spin-
gono per essere rappresenta-
ti. Sono i soggetti nuovi che
“abitano” il paese e sono le
risorse che lo rendono abita-
bile. Quindi non solo figli
della immigrazione degli
ultimi ’50 ma anche acque,
mari, pesci, uccelli, alberi,
aria, frutti della terra.
Ha ragione BIfo quando dice
che isocrazia è l’allargamen-
to al vivente e non solo al po-
litico. Se vogliamo rovescia-
re la biopolitica che ci vuole
asserviti agli esperti di ma-
lattie e di vaccini, allora è
dal vivente che dobbiamo
partire. I diritti dei luoghi a
non essere fecondati da pe-
sticidi e bitumi, i diritti delle
acque a essere sottratti alle
fogne industriali, i diritti del-
le città a tornare a essere luo-
ghi che non portino la mor-
te con l’aria. Questo richie-
de, come richiamano i nuo-
vi giuristi, a una politica di
adozione del vivente e dei
luoghi da parte degli abitan-
ti. La natura astratta e nel
caso peggiore digitale della
partecipazione sottrae la de-
mocrazia alla sua natura ve-
ra, del faccia a faccia che uni-
co garantisce la protezione
del vivente. Che va contrap-
posta alla protezione astrat-
ta del sovranismo e del leghi-
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dal punto di vista della di-
stanza dal reale.
Non so se nella tradizione
della sinistra esista una tale
vocazione, che è invece sto-
ria italiana del senso civico,
ma anche storia più profon-
da di diverse ontologie, del
farsi definire da bioregioni,
vocazioni montanare o di
pianure, di costa o di isola.
L’isocrazia deve condurre a
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ca e nascere da essa.
È successo in un momento
magico in alcuni posti del
mondo, per altro non solo
del mondo “arretrato” – è
successo ad esempio in Viet-
nam, ma anche nella Califor-
nia degli anni ’80. Il proble-
ma è che la politica nel suo
insieme puzza di “bureau” e
non di filari di viti, né di tor-
nii meccanici. L’Italia possie-
de ancora però un “senso
dei luoghi” da cui fare ripar-
tire la rappresentanza. E i
politici preparati a “sentire”
i luoghi e il vivente in Italia
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Tant’è vero che gli insulti a
Greta vengono più da sini-
stra e dal mondo intellettua-
le, completamente ignoran-
te di ambiente, con buona
pace dell’amico Agamben.
Forse a questi possiamo chie-
dere almeno di ricordare
che la politica è la pratica
della convivenza in uno stes-
so luogo e la dialettica tra
l’anonimità rispettosa e l’a-
micizia calorosa.
Se ci salviamo dal digitale (e
dall’intelligenza artificiale!
Strano che nessuno abbia
ripreso la polemica tra Elon
Musk e Mark Zuckenberg
sull’A.I come prossima mi-
naccia dell’umanità) come
ci stiamo salvando, perché
la pandemia ne ha distrutto
la mitologia, allora forse
possiamo sperare che una
politica del vivente ci porti
in una zona non di salvez-
za, perché ormai è tardi, ma
almeno su una buona gran-
de zattera.
I
l Darkweb è come una
piazzetta di periferia po-
co illuminata. Per que-
sto è facile trovarci degli
spacciatori.
Ma non ci sono solo loro.
Come nella piazzetta di pe-
riferia troviamo fidanzati-
ni e adolescenti che fuma-
no nascosti dai genitori, co-
sì nel Darkweb ci sono quel-
li che si nascondono ai pa-
dri autoritari rappresentati
da governi liberticidi.
Prima il Darkweb era luo-
go di ritrovo di giornalisti,
hacker virtuosi e dissidenti
politici, poi si è trasformato
in un bazàr di merci legali e
illegali e oggi è un posto do-
ve puoi trovare di tutto, dal-
la pornografia ai passaporti
falsi ai certificati fasulli fino
alla bassa manovalanza cri-
minale.
Nei forum del Web oscuro
Check Point Software ha sco-
vato annunci di lavoro di
chi, disoccupato a causa del
Coronavirus, si offre come
supporto ai criminali per fa-
re soldi a qualsiasi costo: ru-
bare numeri di carte di credi-
to, vendere vaccini, droghe e
software per attacchi infor-
matici.
Così, mentre prima erano
le gang criminali a pubbli-
care queste “opportunità”
di lavoro, oggi la dinamica
si è invertita: dall’inizio
dell’anno Check Point ha
trovato ogni mese da 10 a
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casi” di tipo illegale, da ze-
ro che erano.
I post sono di questo teno-
re: “Sono pronto a fare da
mittente. Pronto ad accetta-
re fondi... a fare il corriere",
"pronto a fare soldi su Inter-
net con qualsiasi mezzo",
fino a proporsi per lavorare
nella sfera del " cash out fi-
nanziario, DDoS, sicurezza"
promettendo di non fare
troppe domande stupide.
Per capirci, si offrono co-
me money mule, come “muli”
adibiti al trasporto di dena-
ro proveniente da attività
illecite.
Come gli spalloni che at-
traversavano a piedi le no-
stre montagne per portare
soldi oltralpe ed evadere il
fisco, i money mule mettono
a disposizione un conto cor-
rente pulito a loro intestato
da cui i criminali ritireranno
il cash per metterlo nelle cas-
sette di sicurezza di banche
che fanno poche domande o
per dirottarlo verso conti
blindati nei soliti paradisi
fiscali.
Ma c’è di peggio. Sempre
Check Point Research ha in-
dividuato una nuova e preoc-
cupante tendenza.
Dopo l’exploit della regi-
strazione di siti web legati al
Covid, nel Darkweb i cyber-
criminali hanno moltiplica-
to l’offerta di falsi certificati
di vaccinazione spacciando-
si per enti ufficiali.
Questa tendenza, incre-
mentata negli ultimi 3 me-
si, riguarda anche l’offerta
di vaccini non ancora auto-
rizzati in Europa come il
russo Sputnik o il cinese
SinoPharm, al prezzo di
500 dollari.
Solo a gennaio il numero
di annunci per venderli ha
superato quota 1200.
Invece i falsi certificati di
vaccinazione con un timbro
governativo si vendono a
200$ l’uno.
Dopo aver inviato i dati
personali e i soldi, in 24 ore il
venditore torna dall’acqui-
rente con un test Covid-19
negativo, e rilancia con offer-
te “paghi 2, prendi 3”.
L’annuncio è di questo
tipo: “Stampiamo test Co-
vid negativi per chi viaggia
all’estero o per ottenere
un lavoro. Tutto entro 24
ore, senza problemi".
“Acquista 2 test negativi e
ricevi il terzo gratis!”. E poi
spopolano i servizi che per-
mettono di farsene uno da
soli in meno di 30 minuti e
per soli 25 dollari.
In vendita su questi siti è
stato trovato pure un certifi-
cato di vaccinazione del Cen-
ter for Disease Control Usa
per il quale il venditore accet-
tava Bitcoin come metodo di
pagamento per evitare il
tracciamento.
Ma non conviene frequen-
tarli. Diverse aziende di cy-
bersecurity, come l’italiana
Yarix, hanno propri operato-
ri infiltrati in questi forum,
pronti a passare le informa-
zioni utili a Polizia, Fbi ed
Europolche hanno già seque-
strato diversi siti e forum ille-
gali legati al Covid.
— segue dalla prima —
MARCO BERSANI
— segue dalla prima —
Hacker’s Dictionary
Idisoccupatiora
cercanolavoro
nelDarkWeb
ARTURO DI CORINTO
Una generazione (gli
anziani) è stata falcidiata,
un'altra consegnata
all'isolamento e al disagio
(infanzia e adolescenza), le
famiglie (specialmente le
donne) precarietà.
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Murale di Lionel Stanhope
15
giovedì 25 marzo 2021 community

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Pandemia

  • 1. FRANCO LA CECLA Isocrazia Ilsensodeiluoghi dacuifarrinascere larappresentanza II Ispirate da una comune quanto discutibile idea gene- rale.Leseidirezionidell’inter- vento sono: a) ridurre al mini- mo le restrizioni all'attività delle imprese, che, quasi ovunque,hanno continuatoa produrre senza vincoli; b) in- tervenire con sussidi, il 70% dei quali per sostenere le im- prese stesse e il restante 30% pertamponareinqualchemo- do la disperazione sociale; c) nessun intervento sul siste- masanitario,chehacontinua- to ad essere privo di ogni di- mensione territoriale e ad es- sere focalizzato sull'ospeda- lizzazione, determinandone la saturazione ad ogni nuova ondata di contagi; d) nessun intervento sul sistema dei tra- sportipubblicilocali,chehan- nocontinuatoadessereveico- li di contagio per le persone costretteadutilizzarli;e) foca- lizzazione delle scuole come problema, con la sostanziale chiusura per due anni scola- stici di scuole superiori e uni- versità, e chiusure continue, in alcune regioni continuati- ve, anche delle scuole dell'ob- bligo; f) narrazione colpevo- lizzante dei comportamenti individuali, raccontati come causa primaria di ogni au- mento dei contagi. L'IDEA GUIDA è stata che il be- nessere delle imprese deter- mina il benessere della socie- tà e che, di conseguenza, que- st'ultima deve adattarsi alle necessità delle stesse. Una do- manda tuttavia sorge sponta- nea: c'è qualcuno che, a un anno di distanza dall'arrivo dell'epidemia e dopo oltre 105.000 morti (ad oggi), ha l'onestà intellettuale di fare un bilancio serio sull'effica- cia delle misure prese? Non si direbbe. E allora proviamo a farlo noi. Partiamo dai dati sulle im- prese, che dimostrano come l'unica strategia che alberga in Confindustria sia il “chia- gn'e fotte”. Secondo i dati Eu- rostat, la produzione indu- striale da dicembre scorso è in continua crescita, mentre il dato di gennaio 2021 è infe- riore a quello di gennaio 2020 solo del 2,4%, una riduzione che assomiglia molto più a unaoscillazionecongiuntura- le che non all'esito di un anno di pandemia. E che spiega molto più di mille analisi per- chénei distrettipiùindustria- lizzati d'Europa -Bergamo e Brescia- la pandemia si sia tra- sformata in una carneficina. Dunque l'industria, se non proprio bene, male non sta. Vale lo stesso per la società? Non si direbbe proprio: in un anno, nonostante il blocco deilicenziamenti, sisonoper- siben 456mila postidilavoro; nel contempo, sono oltre 1 milione i nuovi poveri, dato che porta il totale a 5,6 milio- ni (una persona su dieci). Faci- le intuire come la gran parte di questi effetti sia stata scari- cata sulle donne, le prime a perdere il posto di lavoro e a doversi far carico del lavoro di cura familiare in condizio- ni di isolamento e di fortissi- mo disagio economico, socia- le, relazionale (come dimo- stra l'aumentato numero di violenze subite all'interno delle mura domestiche). NEL FRATTEMPO si sono prese di mira le scuole, additate co- mei luoghiprincipalidelcon- tagio (e non come i luoghi del sicuro tracciamento dello stesso), consegnando un'inte- ra generazione ad una vita so- spesa davanti a un computer, privadi sogniedi socialità,co- me si evince dall'aumento del 40% del disagio psicosociale fra bambini e adolescenti. In un anno di interventi, una generazione (gli anziani) è stata falcidiata, un'altra è stataconsegnataall'isolamen- to e al disagio (infanzia e ado- lescenza), mentre l'insieme delle famiglie è stato costret- to alla precarietà, scaricando- neglieffettiinparticolaresul- le donne. Tutto questo per evitare ciòche avrebbe dovuto essere fatto già all'inizio: un vero, completo e molto più breve lockdown, a cui far seguire una strategia di tutela delle fasce più fragili della società, con un reddito di emergenza per tutti, investimenti massicci per una sanità pubblica e ter- ritoriale, per una scuola aper- ta e sicura, per trasporti locali degni. Un'inversione delle priori- tà del modello economico-so- ciale per mettere il “prender- si cura” al posto dei profitti, la coesione sociale al posto del “Bergamo is running”, l'in- terdipendenza fra le persone al posto della solitudine com- petitiva. PER EVITARE tutto questo, si è alimentata una narrazione di colpevolizzazione dei com- portamenti individuali che, al netto di casi deprecabili ma quantitativamente insignifi- canti, sono stati additati co- me la ragione unica della dif- fusione del virus, indicando ogni volta l'untore di turno. Se questo è vero, possiamo prendere atto che non sono i profitti delle imprese a deter- minare il benessere della so- cietà? Possiamo lasciar chia- gnere Confindustria (è il suo mestiere) ma evitare per una volta di farci fottere? Possia- modirecheè l'economiaado- versimetterealserviziodell'e- cologia e della società e non il contrario? Possiamo scendere nelle piazze e rivendicare che non abbiamo bisogno di alcun Re- coveryPlancherilancil'esisten- te, ma di un Recovery PlanET perprogettareassiemeunadi- versa società? E una urgenza inappella- bile. Eppure è proprio la natura di questa ur- genza che oggi è la chiave di ogni nuovo appello. Per capi- re dove è finita la politica, quando Zingaretti ha aperto il suo corso appellandosi a Greta che chiedeva il 100% di fine delle emissioni, lui ha optato immediatamente per il 10% ! Adesso Letta si affretta a defi- nire il suo corso ovviamente green e Sala si butta nelle braccia dei Verdi Europei (come per salvarsi da alcuni compitini che il suo incarico di sindaco uscente potrebbe vedere assolti). Nell’insieme l’isocrazia invocata da Bona- ga e Ardeni si rivolge a un tipo di cittadino che ha visto ridurre i suoi spazi pubblici e di partecipazione come non mai negli ultimi vent’anni. L’impero del digitale, l’impe- ro incontrastato di chi ci ha ridotti a suoi prodotti si è accompagnato con il soffoca- mento urbanistico e auto- mobilistico, in un paese in cui l’Eni si permette ancora di investire su fonti non rin- novabili e persegue la per- dente politica dei fossili (ab- bandonata perfino da Usa e da Emirati), ma si sa loro san- no solo fare buchi e tubi. A questo si accompagna il mai rinnovato diritto alla cittadi- nanza per chi nasce nel bel paese e un capitalismo che puzza di feudalesimo e di mafia. Se questa è la condizione in cui ci troviamo, l’emergen- za è mai come adesso l’allar- gamento del campo del dirit- to a nuovi soggetti che spin- gono per essere rappresenta- ti. Sono i soggetti nuovi che “abitano” il paese e sono le risorse che lo rendono abita- bile. Quindi non solo figli della immigrazione degli ultimi ’50 ma anche acque, mari, pesci, uccelli, alberi, aria, frutti della terra. Ha ragione BIfo quando dice che isocrazia è l’allargamen- to al vivente e non solo al po- litico. Se vogliamo rovescia- re la biopolitica che ci vuole asserviti agli esperti di ma- lattie e di vaccini, allora è dal vivente che dobbiamo partire. I diritti dei luoghi a non essere fecondati da pe- sticidi e bitumi, i diritti delle acque a essere sottratti alle fogne industriali, i diritti del- le città a tornare a essere luo- ghi che non portino la mor- te con l’aria. Questo richie- de, come richiamano i nuo- vi giuristi, a una politica di adozione del vivente e dei luoghi da parte degli abitan- ti. La natura astratta e nel caso peggiore digitale della partecipazione sottrae la de- mocrazia alla sua natura ve- ra, del faccia a faccia che uni- co garantisce la protezione del vivente. Che va contrap- posta alla protezione astrat- ta del sovranismo e del leghi- smo localista, imbarazzanti dal punto di vista della di- stanza dal reale. Non so se nella tradizione della sinistra esista una tale vocazione, che è invece sto- ria italiana del senso civico, ma anche storia più profon- da di diverse ontologie, del farsi definire da bioregioni, vocazioni montanare o di pianure, di costa o di isola. L’isocrazia deve condurre a una nuova politica geografi- ca e nascere da essa. È successo in un momento magico in alcuni posti del mondo, per altro non solo del mondo “arretrato” – è successo ad esempio in Viet- nam, ma anche nella Califor- nia degli anni ’80. Il proble- ma è che la politica nel suo insieme puzza di “bureau” e non di filari di viti, né di tor- nii meccanici. L’Italia possie- de ancora però un “senso dei luoghi” da cui fare ripar- tire la rappresentanza. E i politici preparati a “sentire” i luoghi e il vivente in Italia sono davvero pochissimi. Tant’è vero che gli insulti a Greta vengono più da sini- stra e dal mondo intellettua- le, completamente ignoran- te di ambiente, con buona pace dell’amico Agamben. Forse a questi possiamo chie- dere almeno di ricordare che la politica è la pratica della convivenza in uno stes- so luogo e la dialettica tra l’anonimità rispettosa e l’a- micizia calorosa. Se ci salviamo dal digitale (e dall’intelligenza artificiale! Strano che nessuno abbia ripreso la polemica tra Elon Musk e Mark Zuckenberg sull’A.I come prossima mi- naccia dell’umanità) come ci stiamo salvando, perché la pandemia ne ha distrutto la mitologia, allora forse possiamo sperare che una politica del vivente ci porti in una zona non di salvez- za, perché ormai è tardi, ma almeno su una buona gran- de zattera. I l Darkweb è come una piazzetta di periferia po- co illuminata. Per que- sto è facile trovarci degli spacciatori. Ma non ci sono solo loro. Come nella piazzetta di pe- riferia troviamo fidanzati- ni e adolescenti che fuma- no nascosti dai genitori, co- sì nel Darkweb ci sono quel- li che si nascondono ai pa- dri autoritari rappresentati da governi liberticidi. Prima il Darkweb era luo- go di ritrovo di giornalisti, hacker virtuosi e dissidenti politici, poi si è trasformato in un bazàr di merci legali e illegali e oggi è un posto do- ve puoi trovare di tutto, dal- la pornografia ai passaporti falsi ai certificati fasulli fino alla bassa manovalanza cri- minale. Nei forum del Web oscuro Check Point Software ha sco- vato annunci di lavoro di chi, disoccupato a causa del Coronavirus, si offre come supporto ai criminali per fa- re soldi a qualsiasi costo: ru- bare numeri di carte di credi- to, vendere vaccini, droghe e software per attacchi infor- matici. Così, mentre prima erano le gang criminali a pubbli- care queste “opportunità” di lavoro, oggi la dinamica si è invertita: dall’inizio dell’anno Check Point ha trovato ogni mese da 10 a 16 nuovi post di “lavoro cer- casi” di tipo illegale, da ze- ro che erano. I post sono di questo teno- re: “Sono pronto a fare da mittente. Pronto ad accetta- re fondi... a fare il corriere", "pronto a fare soldi su Inter- net con qualsiasi mezzo", fino a proporsi per lavorare nella sfera del " cash out fi- nanziario, DDoS, sicurezza" promettendo di non fare troppe domande stupide. Per capirci, si offrono co- me money mule, come “muli” adibiti al trasporto di dena- ro proveniente da attività illecite. Come gli spalloni che at- traversavano a piedi le no- stre montagne per portare soldi oltralpe ed evadere il fisco, i money mule mettono a disposizione un conto cor- rente pulito a loro intestato da cui i criminali ritireranno il cash per metterlo nelle cas- sette di sicurezza di banche che fanno poche domande o per dirottarlo verso conti blindati nei soliti paradisi fiscali. Ma c’è di peggio. Sempre Check Point Research ha in- dividuato una nuova e preoc- cupante tendenza. Dopo l’exploit della regi- strazione di siti web legati al Covid, nel Darkweb i cyber- criminali hanno moltiplica- to l’offerta di falsi certificati di vaccinazione spacciando- si per enti ufficiali. Questa tendenza, incre- mentata negli ultimi 3 me- si, riguarda anche l’offerta di vaccini non ancora auto- rizzati in Europa come il russo Sputnik o il cinese SinoPharm, al prezzo di 500 dollari. Solo a gennaio il numero di annunci per venderli ha superato quota 1200. Invece i falsi certificati di vaccinazione con un timbro governativo si vendono a 200$ l’uno. Dopo aver inviato i dati personali e i soldi, in 24 ore il venditore torna dall’acqui- rente con un test Covid-19 negativo, e rilancia con offer- te “paghi 2, prendi 3”. L’annuncio è di questo tipo: “Stampiamo test Co- vid negativi per chi viaggia all’estero o per ottenere un lavoro. Tutto entro 24 ore, senza problemi". “Acquista 2 test negativi e ricevi il terzo gratis!”. E poi spopolano i servizi che per- mettono di farsene uno da soli in meno di 30 minuti e per soli 25 dollari. In vendita su questi siti è stato trovato pure un certifi- cato di vaccinazione del Cen- ter for Disease Control Usa per il quale il venditore accet- tava Bitcoin come metodo di pagamento per evitare il tracciamento. Ma non conviene frequen- tarli. Diverse aziende di cy- bersecurity, come l’italiana Yarix, hanno propri operato- ri infiltrati in questi forum, pronti a passare le informa- zioni utili a Polizia, Fbi ed Europolche hanno già seque- strato diversi siti e forum ille- gali legati al Covid. — segue dalla prima — MARCO BERSANI — segue dalla prima — Hacker’s Dictionary Idisoccupatiora cercanolavoro nelDarkWeb ARTURO DI CORINTO Una generazione (gli anziani) è stata falcidiata, un'altra consegnata all'isolamento e al disagio (infanzia e adolescenza), le famiglie (specialmente le donne) precarietà. Pandemia,unannodierrori assaipocoinnocenti Murale di Lionel Stanhope 15 giovedì 25 marzo 2021 community