1. FQTS 2013
II Seminario Regionale
PALERMO
Venerdi 14 giugno 2013 ore 15.00
relazione
di
Salvatore Esposito
2. Acciuffiamo la luna
Dove abbiamo sbagliato?
Una domanda per tutti, uomini e donne, credenti e non credenti, (...)
per riacciuffare il filo della lotta decisiva (...)
per "acciuffare" la luna dietro i monti di Lenola
a cura di
Salvatore Esposito
Presidente Mediterraneo Sociale scarl
Direttore Dipartimento Welfare - IRES Campania
tratte da Volume in corso di pubblicazione con una presentazione di Serge Latouche
3. la proposta di riflessione
1. Nuova consapevolezza e nuova responsabilità
La questione della crisi finanziaria/lavoro, la questione ambientale, la questione del Welfare sono LA
STESSA QUESTIONE !!
2. Bisogna uscire dalla marginalità e dal ruolo di tappabbuchi
Affrontare criticamente le tre bugie del secolo breve: - I diritti sono divisibili - la crescita è infinita - la
ricchezza dei pochi produce miglioramenti per i moltissimi poveri del mondo
3. C’è bisogno di un nuovo sguardo
Rovesciare il paradigma culturale dello stato sociale: da azione risarcitoria a principio regolatore del
patto costituzionale
4 La consapevolezza che da soli non ce la facciamo da soli
Welfare di Comunità – Impronta etologica ed ecologica – Finanza Etica
5. Economia civile e critica al modello di sviluppo
Stato sociale e Stato Naturale - Fattorie Sociali, Parchi etologici
Dal Welfare risarcitorio all’economia civile inclusiva e sostenibile
4. 1.Crisi finanziaria/lavoro, ambientale e sociale
La crisi finanziaria,ambientale e sociale si intrecciano in una
regressione ormai incontrollabile
• Antonio Genovesi nel 1765 a proposito degli effetti del “gioco”del mercato nella società moderna: «(…)Non si può per
lungo tempo burlar la natura. Il lusso viene perché i ricchi restituiscano ai poveri quel che
avevano preso di soverchio del comune patrimonio.»
A distanza di qualche secolo, però, stiamo tornando ad una situazione troppo simile a quella feudale, poiché il centro del sistema è di nuovo la
rendita.
E quando l’asse sociale si sposta dal lavoro e l’impresa alle rendite, l’arricchimento di alcuni non produce più vantaggi sociali per molti, perché
sono molto ridotte, o nulle, le ricadute di quella “ricchezza” nei territori e nell’economia circostante.(…)
Si è spezzata la catena
dell’interdipendenza sociale,
su cui si è fondata l’economia di mercato negli ultimi secoli, con
conseguenze per la democrazia che ancora non riusciamo a
intravedere, ma che saranno certamente di portata epocale 1
1. Cfr. L. Bruni, da Avvenire , n.168 del 17 luglio 2012, p.seconda in “Gli editoriali di Avvenire”
5. 1.LA CRISI FINANZIARIA
Crisi economico-finanziaria
generata da
supremazia di potere della finanza
sull’economia reale.
Una finanza che non è per niente al servizio dell’economia e delle
attività umana. La finanza globalizzata è centrata solo sulla
speculazione denaro-denaro e nel drenare gigantesche somme
di denaro dal pubblico per sopperire alla propria inefficienza e
instabilità [1]
[1] Cfr. A. Baranes, Finanza per indignati, ponte delle Grazie ed., Milano, 2012, p.303
6. Violazione dei diritti umani nel Mediterraneo, dei diritti civili e
costituzionali in fabbrica, dei diritti del lavoro nel mondo sociale
• la questione del lavoro/operaia, della dignità del
lavoro e/o del diritto a un reddito di cittadinanza.
• la questione sociale, dei diritti esigibili ed indivisibili, dei
servizi universalistici da garantire ai cittadini – ai bambini, ai giovani
e agli anziani
• la questione ambientale, oltre il dogma sviluppista e
del PIL, come impronta ecologica ed etologica sostenibile,
sono la stessa questione
Cfr. S. Esposito, La questione sociale come questione strutturale dello sviluppo del Mezzogiorno, 2011
7. GUASTO E’ IL MONDO
C’è qualcosa di profondamente sbagliato nel nostro
modo di vivere, oggi (…)Il materialismo e l’egoismo
della vita contemporanea non sono aspetti intrinseci
della condizione umana.
L’ossessione per la creazione di ricchezza, il culto della
privatizzazione e del settore privato, le disparità crescenti fra
ricchi e poveri. E soprattutto la retorica che accompagna tutto
questo: l’ammirazione acritica per mercati liberi da lacci e
laccioli, il disprezzo per il settore pubblico, l’illusione di una
crescita senza fine.
Non possiamo continuare a vivere così. Il piccolo crac del 2008 ci ha ricordato che il capitalismo
senza regole è il peggior nemico di se stesso: presto o tardi cade preda dei propri eccessi e
chiede soccorso allo Stato. Ma se ci limiteremo a raccogliere i cocci e ad andare avanti come
prima, possiamo aspettarci sconvolgimenti ancora più grandi negli anni a venire (…)
•
[1] Cfr. Tony Judt, Guasto è il mondo, Laterza, 2012, p. 3
8. INSOSTENIBILITA’ SISTEMICA DELLA CRISI
La crisi economica che si estende dal 2007
(…) e minaccia di continuare se non anzi
ad aggravarsi, ha contribuito a portare alla
luce la insostenibilità sistemica.
Poiché non esistono più altre civiltà ad essa esterne con le quali la civiltà-mondo possa
entrare in conflitto a livello planetario, è possibile che le sue varie forme di
insostenibilità diano origine nel prossimo futuro
a diffusi conflitti endogeni,
• inter-nazionali (tra paesi o gruppi di paesi)
• intra-nazionali (tra classi e strati sociali di singoli paesi)
• globali (tra classi e strati della popolazione mondiale)
Cfr. L. Gallino, Finanzcapitalismo la civiltà del denaro in crisi,Einaudi, 2011, p. 41
9. Ineguaglianze
Eticamente, Politicamente, Economicamente, Socialmente
Insostenibili
Reddito 1% della popolazione
mondiale (Meno di 50 milioni di abitanti)
Reddito dei 2,7 miliardi di persone
più povere del Pianeta
Reddito 358 individui più ricchi
del mondo
100 supermanager guadagnano da 30 volte (1970) a 1000 volte in
più del lavoratore medio (2000)
Reddito 45% dei più poveri
del mondo
(2,3 miliardi di persone )
Probabilità di morire in Europa
5 su mille prima dei 5 anni
1/ 4100 donne in gravidanza
Probabilità di morire nei Paesi in vds
120/280 su mille prima dei 5 anni
1/ 16 donne in gravidanza
Lavoro - sfruttamento minorile
20/34 % bambini (10-14 a.)
211 milioni bambini ( 5-15 a.)
Lavoratore Giappone/Stati Uniti
30/35 mila dollari
Costo medio annuo
10. 2. Uscire dalla marginalità
del ruolo di tappabuchi !
Il nostro sistema di Welfare ed il Terzo Settore stanno
diventando sempre più questo:
un tappabuchi che aiuta la società a
conservarsi così com’è, vale a dire a
riprodurre se stessa ed a produrre
nuovi squilibri destinati ad essere
contenuti da altri tappabuchi.
Cfr. F. Romanetti in Introduzione a S. Esposito, Bambini Giovani Anziani – Servizi pubblici ed intervento di rete- Modelli Teorici e procedure
operative (1992)
11. Le tre grandi bugie del novecento
1. I diritti sociali politici civili ed
economici sono divisibili
2. La crescita economica è possibile
all’infinito ed è il solo modo di
affrontare la sfida del futuro
3. La ricchezza di pochi avvantaggia tutti
e la disuguaglianza tra gli uomini è
naturale
12. Le tre grandi bugie Esigibilità ed indivisibilità dei diritti
I diritti sociali, civili, politici ed economici
non sono divisibili.
L’abbattimento materiale del muro di Berlino del 1989
rappresenta, simbolicamente, anche il dis-velarsi di questa
questione della indivisibilità ed esigibilità dei diritti universali.
Lo hanno anche insegnato, in due momenti storici e mondi
geopolitici molto diversi, due primavere, quella di Praga e
quella di Tunisi, dei gelsomini.
Cfr. I diritti devono anche essere effettivamente esigibili – ESERCIZIO EFFETTIVO DEI DIRITTI SOCIALI , Carta
Sociale Europea, Strasburgo 3 maggio 1996
13. L A C O S T I T U Z I O N E S O C I A L E
PRINCIPI FONDAMENTALI (art. 2, 3)
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo (…) Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale (…)
E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei
cittadini, impediscono il pieno sviluppo della Persona Umana (…)
Parte prima Titolo I
RAPPORTI CIVILI (art. 13, 27)
La libertà personale è inviolabile (…)
E’ punita ogni violenza fisica e morale
sulle persone comunque sottoposte a
restrizioni di libertà (…)
Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso
di umanità(…) e devono tendere alla rieducazione (…)
Parte Prima Titolo III
RAPPORTI ECONOMICI (art. 35, 37, 45)
La Repubblica tutela il lavoro(…)
tutela il lavoro minorile (…)
riconosce la funzione sociale della cooperazione a
carattere di mutualità e senza fini di
speculazione privata (…)
Parte Prima Titolo II
RAPPORTI ETICO SOCIALI (art. 31, 32, 34 ,38)
La Repubblica agevola con misure economiche la
formazione della famiglia (…) protegge la maternità,
l’infanzia e la gioventù (…) tutela la salute come
fondamentale diritto dell’individuo(…) La scuola è aperta a
tutti (…) La repubblica rende (…) effettivo il diritto di
raggiungere i gradi più alti degli studi (…)
Diritto all’ ASSISTENZA SOCIALE
Parte Prima Titolo IV
RAPPORTI POLITICI (art. 48, 53 )
Il voto è personale ed uguale libero e segreto (…)
Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche
in ragione della loro capacità contributiva. Il
sistema tributario è informato a criteri di
progressività
AUTONOMIE LOCALI e DETERMINAZIONE DEI LIVELLI ESSENZIALI DELLE PRESTAZIONI
Principi Fondamentali art.5 Parte Seconda Titolo V
La Repubblica, una e indivisibile, riconosce La repubblica è costituita dai Comuni, dalle
e promuove le autonomie locali; attua il più Province, dalle Città Metropolitane,
dalle Regioni
ampio decentramento amministrativo (…) e dallo Stato
Federalismo Solidale
I LIVELLI ESSENZIALI DELLE PRESTAZIONI CONCERNENTI I DIRITTI CIVILI E SOCIALI DEVONO ESSERE GARANTITI SU TUTTO IL
TERRITORIO NAZIONALE
14. Le Tre grandi bugie Crescita infinita e Consumo perpetuo
risposte dell’economia drogata
Stiamo assistendo al tramonto dell’età dei diritti
nell’era della globalizzazione
La mega-macchina di Gallino ha lavorato indisturbata ed ossequiata anche dalla forze politiche progressiste generando il
peggior grado di insicurezza sociale e di degrado della civiltà-mondo, giustificato da un sistema mass-mediatico raffinato centrato sulla
catena onnivora
Consumi - Pubblicità – Credito
L’incremento della ricchezza non è infinito.
La fine della crescita porta ad uno stato stazionario. Lo stato stazionario del capitale e della ricchezza sarebbe un miglioramento notevolissimo
rispetto alla nostra presente condizione 1
1. John Stuart Mill in Principi di economia politica
Aspettiamo l’immancabile avvento del giorno in cui la società potrà
concentrarsi sui fini (felicità e benessere) e non sui mezzi (crescita
economica e ricerca individuale del profitto) (…) Non è lontano il giorno in cui il problema
economico passerà in secondo piano , che è quello che gli compete, e l’arena del cuore e della testa sarà occupata, o rioccupata, dai
nostri problemi reali, i problemi della vita e delle relazioni umane, della creazione e del comportamento e della religione 2
2. John Maynard Keynes, First Annual Report of the Arts Council (1945-1946) in Bauman
15. Le Tre grandi bugie La ricchezza di pochi avvantaggia tutti e la
disuguaglianza tra gli uomini è naturale
La favola che la disuguaglianza favorisce la crescita ( quale crescita?) è, dunque, finita, sepolta dalla realtà di una crescita insostenibile che
favorisce e fa crescere solo la disuguaglianza.
Nell’analizzare come il Nord affronta le diverse crisi esistenti, una ricerca pubblicata a novembre 2008 ha evidenziato come,
a fronte di
• 4.100 miliardi di dollari complessivamente
spesi per salvare le istituzioni finanziarie
del Nord,
i Paesi più ricchi abbiano versato
• 90,7 miliardi di aiuto allo sviluppo
• 13,1 miliardi per fronteggiare i cambiamenti
climatici
16. 3. C'è bisogno di uno sguardo nuovo
Un nuovo modo di guardare le cose. Bisogna passare dalle singole grandi opere
distruttive delle risorse naturali e dai prodotti consumistici ed utilitaristici
funzionali solo al consumismo sviluppista, alla grandi strategie, diffuse e
qualificate territorialmente e globalmente:
1. di riqualificazione energetica dell’abitare e della
mobilità delle persone e delle comunità
(riqualificazione degli edifici pubblici e privati, dei
prodotti industriali in un nuova concezione di
consumo e benessere sostenibili)
2. di difesa e manutenzione delle risorse naturali
3. di infrastrutturazione sociale degli spazi vitali
comunitari
17. Lo sguardo dell'ultimo
- l'idea di giustizia e di economia del povero e del disoccupato
- la lentezza del tempo vissuta dalle comunità del mondo
etologicamente ed ecologicamente equilibrate
- la funzione delle foreste vista dall'Africa
- la necessità di salvaguardare i ghiacciai vista dai poli del pianeta
- i corsi d'acqua da salvaguardare e proteggere nei loro alvei naturali
visti dalla riva di quegli stessi fiumi della terra
- il sistema urbanistico-architettonico delle città e dei quartieri visto dal
disabile, dalla sua esigenza di mobilità
- la giustizia vista dalla cella insostenibile, inumana e disperante della
cella di Poggioreale
è l'orizzonte di senso giusto per tutti,
è poter liberare dalla solitudine e dalla cecità dei consumi distruttivi anche i ceti
abbienti e potenti, le loro famiglie, i loro figli.
18. Rovesciare il paradigma culturale
Serve un nuovo sguardo per leggere la crisi economica strutturale come fisiologica in questo modello economico, artificiale e finanziario,
lo stato sociale
come principio regolativo generale
della convivenza naturale
non
come azione risarcitoria
dello sviluppo distruttivo
• Bisogna esattamente rovesciare il falso paradigma liberista per cui la libertà dell'economia senza regole e senza interventi del
potere politico e dello Stato, alla lunga, serve anche ai poveri e agli operai, con una nuova proposta ideale, un
nuovo racconto del mondo,
• la protezione della giustizia re-distributiva, dell'ambiente e delle risorse finite del pianeta,
• la dignità del lavoro, in una forte democrazia partecipata,
• la indivisibilità e la effettiva esigibilità dei diritti, anche a breve,
fa più bene anche ai ricchi, agli imprenditori e ai loro figli, a tutte le comunità del mondo [1]
[1] Cfr. Luigino Bruni Fondo del 17 luglio2012 su Avvenire
19. Dal Potere alla Responsabilità
• La competitività e la produzione di potere hanno fatto diventare il lavoro politico completamente
assimilabile ai processi di finanziarizzazione globalizzati: ciò che conta è il risultato quantificabile,
soprattutto elettorale, accumulabile nel più breve tempo alle condizioni migliori, al prezzo
migliore.
Il mezzo del potere ha determinato, inevitabilmente,
l’obnubilamento del fine.
Si tratta di superare l’approccio maschilista competitivo-capitalistico di accumulazione del
potere per cambiare il mondo e sostituirlo con quello della
responsabilità diffusa e circolare che è
essa stessa, come qualità di metodo,
cambiamento del mondo [1]
Anche in questo caso un processo di decolonizzazione culturale è necessario.
[1] S. Esposito, Essere di sinistra: scegliere fra potere e responsabilità, in Una sinistra di popolo per un popolo di sinistra - Questioni fondative di un
nuovo umanesimo socialista nel XXI secolo, OFFICINAE.ECS ed., Napoli, 2008, p. 35
20. C’è politica quando si è mandata indietro
l’invadenza del potere
• chi si impegna a cambiare in meglio la sua condizione insieme a quella dei suoi e delle sue simili, chi ha voglia di esistere per sé e per gli
altri, le altre, chi non vuole chiudersi nel suo “particolare” ma arricchirsi simbolicamente nello scambio, chi si sente parte dell’umanità,
quella prossima e quella lontana, in una parola
chi ama la politica, non può ignorare che l’agire libero
e creativo, in ogni campo, si afferma a spese della
logica del potere, che è logica dei rapporti di forza,
del dominio, del conformismo, della sopraffazione,
più o meno regolata, con schieramenti,
contrapposizioni, identificazioni e appartenenze.
E viceversa, naturalmente: la logica del potere si afferma a spese dell’agire
libero e creativo, in ogni campo ed in primo luogo della politica
(…) Tra politica e potere è inevitabile che vi sia una commistione reale, io credo, per più ragioni fra le quali la
più forte è quella che sappiamo, l’appetito onnivoro del potere. Ma è altrettanto necessario combatterla,
sapendo che c’è politica quando si è mandata indietro l’invadenza del
potere, in qualche modo, non importa quale, purché sia senza cedere
né concedere alla sua logica [1]
[1] L. Muraro, Vivere in mondo che sembra all’oscuro delle nostre libertà, in Rivista di pratica politica
Via Dogana, n. 86, settembre 2008, p.3
21. 4. Da soli non ce la facciamo
PER LA VIA DELL’UMILTA’ DI METODO
1. WELFARE DI COMUNITA’
Sistema di servizi sociali complessi che garantisce coesione sociale territoriale,
partecipazione e ben-essere in un Distretto Integrato Territoriale
2. IMPRONTA ETOLOGICA ED ECOLOGICA SOSTENIBILE
Sistema di servizi ambientali urbanistici e paesaggistici che riqualifica l’energia
rinnovabile, la mobilità pubblica, produzione di beni e servizi sostenibili, difesa e
manutenzione delle risorse naturali, culturali e storico-archeologiche
3. FINANZA ETICA
Sistema di servizi economico-finanziari strettamente connessi alla economia reale
e ad assoluta responsabilità etica. Controllo efficace efficiente dell’uso non
speculativo del denaro ed impegno strategico di investimenti contro la finanza dei
derivati e della guerra a a favore della qualità della vita dei cittadini e dei popoli e
dell’economia civile
22. Welfare di Comunità
Welfare di Comunità e processi macro-economici
1. non c’è macroeconomia illuminata, tendente alla giustizia
senza una corrispondente azione nella redistribuzione di risorse;
doveri di solidarietà politica, economica e sociale(…)partecipazione con tassazione progressiva
al finanziamento dei Servizi Sociali pubblici;
(Costituzione Repubblicana art. 2 e 53 – Carta Sociale Europea )
Welfare di Comunità e processi istituzionali
2. non c’è Welfare di Comunità coerente
senza priorità di risorse finanziarie dedicate
ai diritti di cittadinanza dei bambini, dei giovani, degli anziani;
Qualità/Quantità Piani Sociali e Sanitari; LEA LIVEAS sul territorio nazionale
( L.328/’00 art. 2, 19, 20 e 22 D.Lgs.229/’99 art. 2 quinquies–PAL e 3 quater-PAT )
Welfare di Comunità e processi organizzativi
3. non c’è Rete di Servizio Sociale locale
senza un ruolo attivo e territoriale dei cittadini fondato su:
Decentramento e Sussidiarietà, Partecipazione e Trasparenza
dove e quando( luoghi e tempi certi) il cittadino e la comunità decidono
(programmano e controllano) del proprio destino sociale: prestazioni, servizi, investimenti;
(La Programmazione partecipata, PNISS21001-2003 )
Salvatore dott. Esposito 22
23. Impronta etologica ed ecologica sostenibile
La salute come qualità della vita
• La salute come partecipazione (oms/onu)
• La salute come diritto di cittadinanza
universale (pacem in terris/corano)
• La salute come bene pubblico
garantito dalla libertà e dalla giustizia
sociale (le costituzioni)
Salvatore dott. Esposito 23
24. Finanza etica e finanza distruttiva del mondo
Finanziamenti al settore della guerra
(fonte Ministero dell’economia e delle Finanze
Dipartimento del Tesori direzione V – ufficio VI
Riepilogo generale per gli istituti di credito relativo al periodo 2011)
• Deutsche Bank 721 milioni di euro
• BNP Paribas 372 milioni
• BNL 223 milioni
• Barclays Bank 72 milioni
• Credit Agricole 175 milioni
• Unicredit 86 milioni
• Monte dei Paschi di Siena 11 milioni
25. 5. Stato Sociale e Stato Naturale
• Lo « Stato Sociale » in democrazia è l’interesse costituzionale
supremo del patto di convivenza democratico del mondo, il
benessere delle relazioni personali e comunitarie,
• Lo «Stato Naturale» è il benessere del patrimonio ambientale e
delle specie animali,
Stato Sociale e Stato Naturale non possono essere scissi.
• La indivisibilità e la esigibilità di questo benessere sociale e naturale costituiscono l’essenza della
responsabilità umana verso il futuro delle nuove generazioni.
• Vi è, oggi, una
Responsabilità Etica verso il futuro
che può essere garantita solo da una nuova
Etica della responsabilità dell’agire politico nel presente
26. La qualità sistemiche
dell’impresa sostenibile
per una economia civile sostenibile
1. QUALITA’ INTERNE
Valorizzazione del capitale sociale umano (delle relazioni)
Centralità del bene comune
Inclusione delle persone più fragili
Modello organizzativo e gestionale
2. QUALITA’ di METODO di programmazione strategica
Mappe sociali georeferenziate
Profilo di comunità
3. QUALITA’di SCELTA di ECONOMIA CIVILE
Agricoltura sociale
Nuova qualità zoo-antropologica delle relazioni uomo - natura - animale
– Parco Etologico
27. Qualità Interne - Sussidiarietà e Qualità del Terzo Settore
• indicatori di democrazia partecipativa e di democrazia interna
Connessioni e Reti di responsabilità – ORGANIGRAMMA;
• grado di elaborazione collettiva della mission dell’Organizzazione non
Salvatore dott. Esposito 27
lucrativa;
• libertà di scelta dell’impegno volontario, di cittadinanza sociale, oltre
il contratto di lavoro formale garantito, per evitare nuove forme di
burn out professionale (Applicazione del contratto nazionale per gli
operatori del terzo settore);
• configurazione di qualità dell’assetto economico patrimoniale (di
tipo finanziario o di tipo economico-analitico) grado di trasparenza
e diffusione del bilancio di impatto sociale ;
• ricaduta di emancipazione e di autonomia costante e solidale per le
fasce deboli (patto di solidarietà reale con la cittadinanza);
• proposta di un modello di sviluppo che affronti e discuta le ragioni
strategiche, economiche e culturali, della esclusione e della povertà nel
pianeta globalizzato.
28. Modelli istituzionali organizzativi
del lavoro di comunità
• Decentramento
Salvatore dott. Esposito 28
• Sussidiarietà
• Trasparenza
• Partecipazione
Unità territoriale di Base
Qualità Terzo Settore e
agenzie locali
PEG per aree di priorità
su indicatori di bisogno
Controllo di efficacia e
grado di soddisfazione
29. Le criticità
della democrazia partecipata
• Se non funziona il
decentramento
Affidamento parcellizzato
Salvatore dott. Esposito 29
senza potere
• Se non funziona la
trasparenza
Controlli burocratici
senza condivisione dell’efficacia
• Se non funziona la
sussidiarietà
Delega
senza responsabilità condivisa
• Se non funziona la
partecipazione
Ideologia del coinvolgimento e falsa
comunicazione
30. Modelli culturali ed operativi del
lavoro sociale di comunità
1. Osservazione dello spazio vitale
2. Persone in Comunità
3. To care individualizzato
4. Progetto Personalizzato
terapeutico-riabilitativo formativo
individuale e di gruppo
Salvatore dott. Esposito 30
31. 1.Osservazione di un sistema relazionale
Osservazione di uno spazio vitale
• il corpo
• l’emotività
• L’affettività
• le competenze
• il lavoro
• lo stile cognitivo
• le capacità artistiche
• l’io
• il piacere, l’agio, il
disagio
• La rete familiare
• La rete amicale
• La rete formativa
• La rete sociale
• La rete di
quartiere
• La rete
istituzionale
• La rete informale
Salvatore dott. Esposito 31
32. 2.Persona in equilibrio di Comunità
Persona e spazi vitali
Capacità operatoria formalizzata- pensiero ipotetico
deduttivo astratto per operare su codici e concetti (…)
Capacità di mantenere relazioni amicali e di amare in un
equilibrio emotivo maturo fondato sul rispetto (…)
Capacità di lavorare, di raggiungere obiettivi sociali (…)
Capacità di garantire l’evoluzione della specie nell’impatto
etologico ed ecologico con l’ambiente (…)
Salvatore dott. Esposito 32
33. 3. To care individualizzato
Sistema locale
osservazione / intervento integrato
nello spazio e nel tempo diffuso sul territorio
• Rete spazio vitale
• Rete spazio familiare
• Rete spazio sociale primario
• Rete spazio di comunità
Salvatore dott. Esposito 33
34. 4.Progetto Socio-Sanitario Formativo
Personalizzato (Cfr. delibera quadro ASL CE2)
Indicatori ICF
1. Situazione attuale di funzionamento sociale e
Salvatore dott. Esposito 34
carico familiare
a. Nucleo familiare b. Condizione economica c. Condizione abitativa
d. Cura della propria persona e. Comunicazione f. Mobilità
g. Attività Quotidiane h. Diagnosi medica della salute
1. Bisogni socio-sanitari
2. Obiettivi progetto individuale
a. Breve termine b. medio termine c. lungo termine
3. Interventi/Azioni programmati in cogestione
a.Asl b.Comune c.Terzo Settore d.altre risorse di Comunità
5. Budget di riferimento
(B. di cura – B. di riferimento pro-capite – B. di intervento di gruppo – B. di impatto sociale )
35. Qualità di Metodo MAPPE SOCIALI
COME SI VIVE IN ITALIA?
Rapporto QUARS 2011
Indice di Qualità Regionale dello Sviluppo
La qualità sociale e ambientale regione per regione
• L’Italia come non l’avete mai
vista
QUARS PER REGIONE
1. AMBIENTE
2. ECONOMIA E
LAVORO
3. DIRITTI E
CITTADINANZA
4. ISTRUZIONE E
CULTURA
5. SALUTE
6. PARI
OPPORTUNITA’
7. PARTECIPAZIONE
36. DIRITTI E CITTADINANZA
6 variabili per rilevare l’attuazione della tutela dei diritti
elementari e l’inclusione sociale di giovani, anziani, persone
svantaggiate e migranti
1.Diritto alla casa (numero di sfratti ogni 1.000 famiglie)
2.Assistenza sociale (indice sintetico su presidi
sociosanitari rivolti a persone in difficoltà)
3. Famiglie e servizi (accessibilità servizi essenziali)
4. Inserimento lavorativo persone svantaggiate
1.(cooperative sociali di tipo B ogni 100.000 abitanti)
5. Migranti (indice sintetico su ricongiungimenti familiari,
1.scolarizzazione, attrattività di una regione)
6. Abbandono scuola dell’obbligo (abbandoni su totale
iscritti al secondo anno delle scuole secondarie superiori)
37. • DIRITTI E CITTADINANZA
• L’Italia come non l’avete
mai vista
• REGIONE
• DIRITTI E
• CITTADINANZA
• Trentino-Alto Adige 0,81
• Friuli Venezia Giulia 0,62
• Marche 0,43
• Abruzzo 0,39
• Molise 0,38
• Liguria 0,37
• Valle d'Aosta 0,30
• Emilia-Romagna 0,23
• Veneto 0,21
• Umbria 0,20
• Piemonte 0,15
• Sardegna 0,03
• Lombardia 0,02
• Basilicata 0,02
• Lazio -0,23
• Toscana -0,24
• Calabria -0,38
• Puglia -0,68
• Sicilia -1,12
• Campania -1,49
38. 6 variabili per rilevare qualità e accessibilità del servizio sociosanitario,
salute della popolazione, politiche di prevenzione
1. Assistenza domiciliare integrata anziani (percentuale di
anziani in ADI)
2. Prevenzione (percentuale di donne sottoposte a screening
per la prevenzione dei tumori pap test)
3. Liste d’attesa (percentuale di siti web di USL e aziende
ospedaliere che offrono informazioni sulle liste d’attesa)
4. Migrazioni ospedaliere (percentuale ricoveri in altre
regioni su totale dei ricoveri)
5. Soddisfazione servizio sanitario (soddisfazione utenti su
assistenza medica e infermieristica e igiene)
6. Mortalità evitabile (numero medio giorni di vita perduti
ogni anno per decessi evitabili attraverso la prevenzione)
39. REGIONE
SALUTE
Emilia-Romagna
0,76
Friuli Venezia Giulia
0,70
Umbria 0,69
Lombardia 0,58
Veneto 0,45
Trentino-Alto Adige
0,26
Piemonte 0,26
Toscana 0,26
Marche 0,10
Liguria 0,07
Basilicata -0,12
Lazio -0,19
Valle d'Aosta -0,24
Molise -0,29
Sicilia -0,39
Abruzzo -0,40
Sardegna -0,42
Calabria -0,64
Puglia -0,70
Campania -0,73
40. REGIONE
PARI
OPPORTUNITA’
Umbria 1,14
Valle d'Aosta 1,12
Toscana 1,01
Emilia-Romagna
0,82
Piemonte 0,60
Veneto 0,51
Marche 0,47
Liguria 0,20
Lazio 0,16
Trentino-Alto Adige
0,12
Lombardia 0,10
Sardegna -0,10
Abruzzo -0,14
Friuli Venezia
Giulia -0,25
Basilicata -0,52
Molise -0,59
Calabria -0,97
Puglia -1,17
Sicilia -1,22
Campania -1,30
42. Qualità di Metodo Profilo di Comunità
Il Sistema di Indicatori Sociali e Socio-Sanitari che viene utilizzato ha
sinteticamente le seguenti caratteristiche:
E’ un Sistema di governo: per il sostegno alle decisioni
programmatiche sia centrali sia territoriali
Utilizza Banche-Dati esistenti (dati routinari)
E’ strettamente legato all’utenza territoriale ed è articolato per
Unità Territoriali di Base.
E’ orientato al rischio, guarda al di fuori del servizio, al territorio ed
alla comunità, agli altri servizi sociali e sanitari, non solo all’individuo
ma all’individuo come facente parte di un nucleo familiare, del
vicinato, del quartiere, della comunità.
Ha un carattere dinamico in relazione all'evoluzione del fenomeno
Salvatore dott. Esposito 42
studiato
43. Qualità di Scelta di economia civile
Agricoltura Sociale
Attività che
impiega le risorse dell’agricoltura e della
zootecnia, la presenza di piccoli gruppi,
famigliari e non, che operano in realtà agricole
per promuovere azioni terapeutiche, di
riabilitazione, di inclusione sociale e lavorativa,
di ricreazione, servizi utili per la vita quotidiana
e di educazione, di protezione tutela e
manutenzione del territorio agricolo”
44. Fattoria Sociale
Caratteristiche generali della Fattoria Sociale
Deliberazione N. 1210 del 6 luglio 2007 - DECRETO DIRIGENZIALE N. 145 del 28 aprile 2008 Registro Fattorie
Sociali
Legge regionale (Campania) n.5 del 30 Marzo 2012
Impresa no profit
Attività agricola e zootecnica sociale
Inserimento socio-lavorativo di giovani
appartenenti alle fasce deboli
Attività coerenti con il modello di impronta eco-etologica
sostenibile
Utilizzazione di beni sottratti alla criminalità
organizzata
48. Tipologie di Fattorie Sociali
Le Fattorie Sociali Urbane
Multifunzionalità urbana e distrettuale
Agri-asilo
Orti sociali
Botteghe
Centri sportivi
Le Fattorie Sociali Rurali
Attività agricole e Parchi etologici prevalenti
Centri polifunzionali diurni e residenziali
Polifunzioni sociali ( Agio / Disagio) residenziali
49. Un modello di Welfare di Comunità
per una critica al modello di sviluppo
1. Alta qualità dei prodotti agricoli e rete locale di distribuzione
2. Capacità di fare rete integrata con altre aziende locali e di difendere il genius
loci
3. Rispetto protezione e manutenzione del territorio naturale
4. Forte motivazione interna, connessa ad un buon livello di condivisione e
Partecipazione del gruppo di lavoro integrato
5. Efficienza efficacia dei programmi di inclusione di fasce deboli
6. Multifunzioni della Fattoria (Parco Etologico – Agriasilo – Trattoria Sociale )
Punti di debolezza
1. Eccessiva dipendenza iniziale dai finanziamenti pubblici
2. Limite alla competitività aziendale in ambito agricolo
3. Assenza di un quadro giuridico specifico sulla materia e poca capacità di
promozione degli Enti Locali
4. Stagionalità delle attività agricole
5. Scarso sostegno e monitoraggio istituzionale
6. Difficoltà di avvio delle imprese in mancanza di un piano territoriale agricolo-sociale
e di una forte innovativa finanza etica
50. dal welfare del disagio risarcitorio
all’economia civile inclusiva
come critica al modello di sviluppo
Disagio Modello di sviluppo
Lavoro di strada Unità Mobili
Agio
Sportelli territoriali
Centri di pronta accoglienza
Accoglienza Cittadinanza
Accoglienza diurna residenziale PARTECIPAZIONE
COESIONE SOCIALE TERRITORIALE
QUALITA’ DELLA VITA
ECONOMIA CIVILE
Autonomia Orientamento
Formazione Familiare Culturale Formativo
Lavoro
Reddito di cittadinanza
Integrazione
Risorse pubbliche e del Terzo Settore
La Differenza
51. Il gesto di Ettore di Luigi Zoja
La terra ha circa 4,5 miliardi di anni.
Se rappresentiamo questa sorta di eternità come un anno solare,
• i mammiferi vi compaiono solo a metà dicembre,
• un protouomo verso le 9 di sera del 31 dicembre,
• Homo Sapiens una decina di minuti prima di mezzanotte,
• il sapiens sapiens (che ormai possiedei nostri tratti fisici) tre minuti
prima del termine
• e la civiltà neolitica durante l’ultimo minuto.
• Socrate, Cristo e chiunque per noi sia antico
si accalcano nell’ultima manciata di secondi.
52. Manifesto Mediterraneo
La Federazione Internazionale Città Sociale promuove una ricerca-azione sul rapporto fra buone pratiche etologiche ed ecologiche e
crisi dell’idea di sviluppo dominante. Pensare e costruire un nuovo mondo possibile a partire dal "mare di mezzo" come legame
culturale, sociale ed economico, di reciprocità e solidarietà fra i popoli. La FICS propone di attivare una rete di soggetti
pubblici, non profit e privati, con mission etica condivisa ed esplicita, per pensare e praticare
5 Idee per un’altra Convivenza sulle rive del mare di mezzo
1. Pensiero della Differenza
Promuovere la costruzione di relazioni fondate sull'accettazione e valorizzazione della differenza di genere.
Vivere e costruire relazioni di reciprocità e responsabilità verso la qualità della vita presente e il futuro delle
generazioni.
2. Esigibilità e Indivisibilità dei Diritti
Affermare la cultura della indivisibilità ed esigibilità dei diritti come approdo anche delle primavere mediterranee, come
frontiera di civiltà.
3. Ecologia ed Etologia Sostenibile
Assumere l'ecologia e l'etologia sostenibile come programma politico e stile di comunità.
Praticare l'ecologia sostenibile, l'equità sociale e la partecipazione democratica locale come fattori prioritari della
qualità della produzione. Per fruire, tutte e tutti, dell'abbondanza frugale fondata sui bisogni reali e vitali delle
persone e non sui consumi infiniti indotti e distruttivi.
4. Distretto Territoriale Integrato
Assumere il territorio - dimensione qualiquantitativa - come unità di riferimento della Città e della Campagna per
programmare il ben-essere ed il ben-avere in armonia con le risorse naturali e la produzione di beni di qualità.
Il governo sostenibile del territorio per contrastare la distruzione delle relazioni comunitarie promuovendo luoghi di vita
e di lavoro – quartieri, borghi, comunità, distretti – sostenibili.
5. Democrazia Partecipata
Garantire la partecipazione diretta alle scelte del governo territoriale dei luoghi di vita e di lavoro.
Promuovere l’accesso alla conoscenza, all'informazione ed ai saperi tecnologici come risorsa pubblica comune.
53. Manlio Rossi Doria
Un grande intellettuale e meridionalista, una grande figura politica, poco amico dei partiti, molto amico del
Mezzogiorno che nel 1978, in una lettera ad Antonio Giolitti, parlava, con nostro stupore e riconoscenza, di noi e
delle fattorie sociali:
Ritengo che all’intervento della politica regionale nelle aree agricole possa e debba
essere riservato un posto più largo di quello finora accordato. (…) Il peso delle
campagne e delle campagne interne povere in particolare, resta elevato nel Mezzogiorno ed è tale anche in
relazione alla disoccupazione, specie dopo il rientro di molti immigrati. (…) Solo dei progetti regionali
organici - relativi ad aree sufficientemente grandi da far risentire tangibili
effetti,ma di dimensioni tali da poter essere effettivamente tenuti sotto
controllo - possono mettere in movimento, da un lato, i meccanismi previsti
dalla politica delle strutture agricole; dall’altro, una politica decentrata di
infrastrutture funzionali e di iniziative industriali piccole e medie ed, infine,una
applicazione delle disposizioni della politica sociale comunitaria, in favore degli emigrati e dei giovani. (…) L’avvio
e la realizzazione di uno o più progetti organici di questo tipo potrebbe consentire alla CEE nello spazio di due o
tre anni di acquisire una esperienza preziosa per l’intervento nei paesi
mediterranei (…) [1]
Ecco questa è la politica. L’agricoltura sociale ed un progetto di
emancipazione per il Sud.
[1] Cfr. Manlio Rossi Doria, Una vita per il Sud, Donzelli ed., Roma, 2011
54. Don Tonino Bello
Don Tonino Bello, ancora nel 1989, fu chiamato dal cardinale Martini,
arcivescovo di Milano, a concelebrare con lui nel Duomo per commentare
l’ultimo documento della Chiesa sul Mezzogiorno, Il paese non crescerà se
non insieme.
E don Tonino concluse l’intervento dicendo: il grazie va a Lei, eminentissimo Cardinale Martini, per
l’onore che ha concesso a me, vescovo del profondissimo Sud, di parlare in questa solenne
assemblea: è un segno straordinario di come lei sente vibrare nella sua anima la
«sollecitudo rei meridionalis» [1]
.
Lo stato sociale dei diritti indivisibili ed esigibili si è affermato anche su questi pilastri dell’etica sociale
cristiana.
1. l’amore per il prossimo e per la concretezza dell’impegno nel garantirne i diritti;
2. l’amore per il Creato o per l’Esistente, qualunque ne sia l’origine, e per la
concretezza dell’impegno nell’evitarne la distruzione;
3. l’amore per i beni comuni pubblici, materiali ed immateriali, che non possono
appartenere prioritariamente a nessuna religione, e per la concretezza
dell’impegno nel garantirne a tutti la fruizione e l’esigibilità.
[1] Cfr. Gianni Di Santo, la messa non è finita, il vangelo scomodo di Don Tonino Bello, Rizzoli, 2012.
55. Un giovane davanti alla colonna di carri armati
a piazza Tienanmen
• Eppure sempre in quell’anno glorioso, troppo spesso dimenticato, ricordate
quell’uomo, forse un ragazzo, davanti al quale, con un intervallo di pochi metri, si
arrestò una colonna di carri armati in piazza Tienanmen a Pechino?
• È un simbolo. In quell’intervallo, tra il capofila della colonna militare e l’omino
nudo e crudo che gli si mise davanti, trovò posto la politica che sa arrestare
l’invadenza del potere. La minaccia dei carri armati, gli ordini ricevuti,la paura
fisica, il timore delle conseguenze, cessarono di imporsi e dalla sproporzione
delle forze materiali in presenza quello che diventò evidente, in un lampo, fu
che la forza simbolica c’è ed agisce [1]
• Perché il contratto sociale del novecento è stato stracciato unilateralmente dal
capitale senza alcuna opposizione politica internazionale, perché la politica si è
appiattita sul potere senza più interpretare autenticamente la difesa del bene
comune, perché il civico, il pubblico, e l’etica di una vita sostenibile sono stati
lasciati senza rappresentanza [2]
[1]Cfr. Luisa Muraro, op.cit. p.43
[2]Cfr. punto 1.6 di questo capitolo: E’ sotto i nostri occhi la rottura unilaterale del patto capitale-lavoro, sancito sì dalle costituzioni e dalla legislazione sociale e del lavoro del dopoguerra ma soprattutto garantito, fino ad oggi, dalla
compatibilità e dalla necessità della coesione sociale territoriale proprio a difesa della produttività, della quantità e degli stili di consumo nel processo capitalistico in espansione.
56. la vocazione (Beruf)
per la politica e per la cittadinanza
Possiamo -dobbiamo- essere in grado di costruire opportunità
anche per i nostri figli riconquistando l’orizzonte di senso
umano e la Responsabilità di una generazione adulta rispetto al
futuro della propria comunità e dei propri giovani.
• Per questo dobbiamo rispettare la nostra vocazione, quella
vocazione profondamente etica che, anche di fronte ad un mondo (…) troppo stupido
e volgare per ciò che noi pensiamo di poter offrire ci fa ancora dire:
Non importa, continuiamo.
Solo un uomo siffatto, ci insegna il maestro,
ha la vocazione (Beruf) per la politica [1] e per la cittadinanza.
[1] Cfr. Max Weber, La scienza come professione p.43 - in Il lavoro intellettuale come professione, Einaudi, 1997