La Dott.ssa Ottavia Azzolini, una studentessa magistrale di Psicologia Clinica presso l’Università di Torino, sta svolgendo una tesi sperimentale sul Disturbo di Accumulo, in cui è indagato l’aspetto motivazionale del comportamento di accumulo a livello internazionale, adottando un approccio evoluzionistico, in allegato un documento esplicativo.
L’Università di Torino sta svolgendo una ricerca internazionale con l’obiettivo di valutare le caratteristiche di personalità in soggetti con componenti psicologiche legate all’accumulo, per ampliare le conoscenze scientifiche sull’argomento, coinvolgendo persone da tutto il mondo.
Se vuoi dare il tuo contributo, clicca sul link qui sotto e se ti va diffondilo (non ci sono limiti di età o requisiti particolari). La compilazione consiste nel rispondere ad alcune domande e, in seguito, partecipare a un gaming interattivo.
Alcune informazioni
⁃ La compilazione è anonima
⁃ Consigliamo di fare l’accesso a Google prima di iniziare, così le risposte verranno salvate automaticamente
⁃ Se la compilazione viene effettuata da telefono, è utile tenerlo in orizzontale
⁃ Se si desidera ricevere i risultati della propria performance, inviare una mail a ottavia.azzolini@edu.unito.it indicando il codice identificativo che vi verrà chiesto all’inizio della compilazione
https://forms.gle/oqwM5JLCmunf44ZRA
Il valore di un oggetto non è solamente quello funzionale o materiale, infatti ogni oggetto può assumere un valore affettivo e sentimentale che rievoca in noi ricordi o situazioni; in questo senso ogni oggetto che ci appartiene fa parte di noi e della nostra storia. Proprio per questo motivo gettare degli oggetti apparentemente inutili ci risulta difficile a volte. Per la maggior parte delle persone questo tipo di difficoltà viene associata ad una cerchia ristretta di oggetti e ciò non comporta nessun tipo di disagio; mentre per altri la difficoltà a disfarsi degli oggetti, l’attaccamento ad essi ed altre convinzioni riguardanti gli oggetti diventano un problema tale da creare un disturbo mentale che compromette la qualità della vita in termini di rapporti sociali, difficoltà finanziarie e attività lavorativa. Da pochi anni è stata inserita nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali – quinta edizione (DSM-5; American Psychiatric Association - APA, 2013) una categoria diagnostica che racchiude nei suoi criteri proprio questo problema: il Disturbo da Accumulo.
In questo lavoro si indaga la relazione tra questo disturbo e un costrutto multidimensionale chiamato disregolazione emozionale, che riguarda in breve la difficoltà nella gestione delle proprie emozioni. Questo costrutto rappresenta secondo il modello cognitivo-comportamentale un fattore determinante nel mantenere il Disturbo da Accumulo. Alcuni studi hanno già confermato l’esistenza di questa relazione, ma la ricerca qui esposta aggiunge all’indagine dei costrutti cognitivi ed emotivi associati ai sintomi di Disturbo da Accumulo anche un compito di tipo comportamentale: infatti, è stato chiesto ai partecipanti di lasciare in laboratorio un oggetto che per loro ha un valore significativo per una settimana, ricreando in loro quei comportamenti e quei pensieri che possono nascere nel momento in cui un loro oggetto viene davvero gettato via; grazie a dei test self-report vengono indagati la gravità dei sintomi e la presenza del costrutto di disregolazione emozionale, e grazie a delle schede di auto- monitoraggio vengono poi registrati i loro pensieri e le loro emozioni durante la settimana di lontananza dall’oggetto. Infine, confrontando i dati tra gli individui con caratteristiche simili al Disturbo da Accumulo con quelli di individui che non hanno queste caratteristiche, possiamo indagare le differenze che emergono da questo compito.
Per approfondire:
www.disposons.it
www.facebook.com/DispoSons
Effetti dello stress neonatale sul sistema neuroendocrino e immunologico. Di ...Braglia
Irwin Korr scrive nelle sue ultime riflessioni filosofiche sull’osteopatia: “è una tragedia che il nostro sistema sanitario si debba occupare prevalentemente di pazienti anziani con patologie croniche, quando milioni di bambini e giovani si trovano sulla via che porterà alle stesse sofferenze.”
L’osteopatia offre spunti interessanti al servizio della medicina pubblica che potrebbero accompagnare le persone verso una condizione di vita in salute. Oggi è di grande importanza per gli osteopati conoscere lo sviluppo e l’influenza degli effetti patologici sul sistema neuroendocrino e immunologico e sulla predisposizione e lo sviluppo di patologie. La comprensione da parte dell’osteopata delle esperienze fatte da un bambino in tenerissima età gli permetterà di trovare una condotta di trattamento osteopatico per influenzare in modo positivo la crescita e lo sviluppo del piccolo paziente.
Il valore di un oggetto non è solamente quello funzionale o materiale, infatti ogni oggetto può assumere un valore affettivo e sentimentale che rievoca in noi ricordi o situazioni; in questo senso ogni oggetto che ci appartiene fa parte di noi e della nostra storia. Proprio per questo motivo gettare degli oggetti apparentemente inutili ci risulta difficile a volte. Per la maggior parte delle persone questo tipo di difficoltà viene associata ad una cerchia ristretta di oggetti e ciò non comporta nessun tipo di disagio; mentre per altri la difficoltà a disfarsi degli oggetti, l’attaccamento ad essi ed altre convinzioni riguardanti gli oggetti diventano un problema tale da creare un disturbo mentale che compromette la qualità della vita in termini di rapporti sociali, difficoltà finanziarie e attività lavorativa. Da pochi anni è stata inserita nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali – quinta edizione (DSM-5; American Psychiatric Association - APA, 2013) una categoria diagnostica che racchiude nei suoi criteri proprio questo problema: il Disturbo da Accumulo.
In questo lavoro si indaga la relazione tra questo disturbo e un costrutto multidimensionale chiamato disregolazione emozionale, che riguarda in breve la difficoltà nella gestione delle proprie emozioni. Questo costrutto rappresenta secondo il modello cognitivo-comportamentale un fattore determinante nel mantenere il Disturbo da Accumulo. Alcuni studi hanno già confermato l’esistenza di questa relazione, ma la ricerca qui esposta aggiunge all’indagine dei costrutti cognitivi ed emotivi associati ai sintomi di Disturbo da Accumulo anche un compito di tipo comportamentale: infatti, è stato chiesto ai partecipanti di lasciare in laboratorio un oggetto che per loro ha un valore significativo per una settimana, ricreando in loro quei comportamenti e quei pensieri che possono nascere nel momento in cui un loro oggetto viene davvero gettato via; grazie a dei test self-report vengono indagati la gravità dei sintomi e la presenza del costrutto di disregolazione emozionale, e grazie a delle schede di auto- monitoraggio vengono poi registrati i loro pensieri e le loro emozioni durante la settimana di lontananza dall’oggetto. Infine, confrontando i dati tra gli individui con caratteristiche simili al Disturbo da Accumulo con quelli di individui che non hanno queste caratteristiche, possiamo indagare le differenze che emergono da questo compito.
Per approfondire:
www.disposons.it
www.facebook.com/DispoSons
Effetti dello stress neonatale sul sistema neuroendocrino e immunologico. Di ...Braglia
Irwin Korr scrive nelle sue ultime riflessioni filosofiche sull’osteopatia: “è una tragedia che il nostro sistema sanitario si debba occupare prevalentemente di pazienti anziani con patologie croniche, quando milioni di bambini e giovani si trovano sulla via che porterà alle stesse sofferenze.”
L’osteopatia offre spunti interessanti al servizio della medicina pubblica che potrebbero accompagnare le persone verso una condizione di vita in salute. Oggi è di grande importanza per gli osteopati conoscere lo sviluppo e l’influenza degli effetti patologici sul sistema neuroendocrino e immunologico e sulla predisposizione e lo sviluppo di patologie. La comprensione da parte dell’osteopata delle esperienze fatte da un bambino in tenerissima età gli permetterà di trovare una condotta di trattamento osteopatico per influenzare in modo positivo la crescita e lo sviluppo del piccolo paziente.
Origini e manifestazioni del comportamento d’accumulo patologico uno studio dell’Università di Torino
1. Origini e manifestazioni del comportamento d’accumulo patologico: uno studio dell’Università di Torino
Agata Andò & Lorenzo Brienza, Ottavia Azzolini, Leonardo Meneghetti, Francesca Saccu, Alessandro Zennaro
Dipartimento di Psicologia, Università degli Studi di Torino
Contatti:
Dott.ssa Agata Andò, PhD; agatamariaclaudia.ando@unito.it
https://www.dippsicologia.unito.it/do/docenti.pl/Show?_id=aando#tab-profilo
Dott. Lorenza Brienza; lorenzo.brienza@unito.it
Definizione
Il disturbo da accumulo è una classe diagnostica piuttosto recente inclusa nel Manuale diagnostico e statistico dei
disturbi mentali (DSM-5; APA 2103) e descritta in base a tre componenti psicologico-comportamenti principali:
● Difficoltà a gettare via o separarsi dai propri beni, a prescindere dal loro valore reale
● Bisogno percepito di conservare gli oggetti e disagio associato al gettarli via
● Compromissione degli spazi vitali, congestionati dagli oggetti accumulati
Il tasso di prevalenza del disturbo da accumulo nella popolazione generale è stimato al 2.5% (Postlethwaite et al., 2019;
Samuel et al., 2008) di cui il 90% può presentare la tendenza ad acquistare compulsivamente e portare con sé articoli
non necessari o per i quali non vi è sufficiente spazio all’interno del proprio contesto domestico (Frost et al., 2013;
Möllenkamp et al., 2015).
Un accenno all’approccio evoluzionistico per il comportamento d’accumulo: una prospettiva innovativa
La tendenza all’accumulo viene considerata, dal punto di vista della teoria dell’evoluzione, una strategia
adattiva di allocazione delle risorse, che ha molti aspetti in comune con quelle mostrate da altri animali, soprattutto
mammiferi (Preston et al., 2013; Preston, 2011). Lo scopo di tale comportamento è garantire un costante accesso alle
risorse nello spazio e nel tempo, in modo da fronteggiare efficacemente la variabilità ecologica, contestuale e
ambientale (Vander Wall, 1990). La storia del comportamento di accumulo dell’essere umano è molto antica, infatti le
prime testimonianze archeologiche dell’accumulo risalgono al Mesolitico in Europa e al periodo paleoindiano nelle
Americhe (Frost & Steketee, 2014). Oggi gli uomini accumulano oggetti di vario tipo, ad esempio i cibi nelle dispense o
nei frigoriferi oppure ancora i soldi nelle banche o nelle casseforti.
Durante la recente pandemia da Covid-19 è stata documentata una diffusione generale della tendenza
all’accumulo, dovuta principalmente a una condizione contestuale di imprevedibilità e incertezza (Banerjee, 2020;
David et al., 2021; Micalizzi et al., 2021). Secondo la prospettiva evoluzionistica, infatti, il comportamento di accumulo
è motivato da un senso affettivo di insicurezza interna e di avversione al rischio percepito (Bergstorm, 2014; Murray et
al., 2006; Preston, 2011, 2014) e, in tal senso, può essere considerato come una forma di protezione dal mondo esterno
(nesting instinct), simile a quella che utilizzano gli animali costruendo tane e nidi per assicurarsi calore e protezione dai
predatori (Preston, 2014). Di conseguenza, gli individui con Disturbo da accumulo sperimenterebbero costantemente il
loro contesto e ambiente di vita come estremamente rischioso, imprevedibile ed insicuro. L’accumulo patologico
sarebbe determinato, quindi, da una cronica attività della motivazione che porta ad accumulare, che non risulterebbe
mai placata ed inibita da sentimenti di comfort e sicurezza, portando l’individuo verso una costante ricerca per il suo
raggiungimento attraverso l’accumulo stesso. Gli individui con Disturbo da accumulo sarebbero sorretti da una forte e
2. cronica tendenza motivazionale-affettiva, la cui intensità comporterebbe una bassa capacità di regolazione della
motivazione sottostante al loro comportamento d’accumulo.
Il nostro studio
Il presente studio dal titolo “Disposizione e motivazione nel disturbo da accumulo” (nella sua versione inglese dal titolo
“Dispositional and motivational structure in hoarding disorder”) si pone come obiettivo quello di rappresentare un
contributo scientifico per colmare l’attuale lacuna presente nella letteratura sull’argomento, rispetto alla valutazione
delle caratteristiche di personalità, di tipo motivazionale in soggetti con componenti psicologiche legate all’accumulo.
Ai partecipanti, reclutati attraverso piattaforme online, viene richiesto di compilare un Google form - in forma anonima
– inclusivo di self report ed un gaming interattivo, selezionati e costrutti allo scopo di indagare il costrutto utilizzando
una chiave di lettura evoluzionistica e riconducibile ai contributi provenienti da teorie quali la Life History Strategy (Del
Giudice, 2014), le neuroscienze affettive (Davies & Panksepp, 2018; Montag & Panksepp, 2017; Panksepp,1998;
Panksepp & Biven, 2012) e la Reinforcement Sensitivity Theory (Corr, 2008).
Riportiamo il link per poter accedere allo studio e partecipare (in forma totalmente anonima):
https://forms.gle/7JGYENXULz2kMW7cA
Letteratura sull’argomento (References)
American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, 5th Edition:
DSM-5(5th ed.). American Psychiatric Association.
Banerjee D. D. (2020). The other side of COVID-19: Impact on obsessive compulsive disorder (OCD) and
hoarding. Psychiatry research, 288, 112966. https://doiorg.bibliopass.unito.it/10.1016/j.psychres.2020.112966
Bergstrom, T. C. (2014). On the evolution of hoarding, risk-taking, and wealth distribution in nonhuman and human
populations. Proceedings of the National Academy of Sciences, 111(supplement_3), 10860–10867.
https://doi.org/10.1073/pnas.1400817111
Corr, P. J., & Cooper, A. J. (2016). The Reinforcement Sensitivity Theory of Personality Questionnaire (RST-PQ):
Development and validation. Psychological Assessment, 28(11), 1427–1440.
https://doi.org/10.1037/pas0000273
David, J., Visvalingam, S., & Norberg, M. M. (2021). Why did all the toilet paper disappear? Distinguishing between
panic buying and hoarding during COVID-19. Psychiatry research, 303, 114062.
https://doi-org.bibliopass.unito.it/10.1016/j.psychres.2021.114062
Davis, K. L., & Panksepp, J. (2018). The brain’s emotional foundations of human personality and the Affective
Neuroscience Personality Scales. Frontiers.
Del Giudice, M. (2014). An Evolutionary Life History Framework for Psychopathology. Psychological
Inquiry, 25(3–4), 261–300. https://doi.org/10.1080/1047840x.2014.884918
Fontenelle, L. F., Mendlowicz, M. V., Soares, I. D., & Versiani, M. (2004). Patients with obsessive-compulsive disorder
and hoarding symptoms: A distinctive clinical subtype? Comprehensive
3. Frost, R. O., Rosenfield, E., Steketee, G., & Tolin, D. F. (2013). An examination of excessive acquisition in hoarding
disorder. Journal of Obsessive-Compulsive and Related Disorders, 2(3), 338–345.
https://doi.org/10.1016/j.jocrd.2013.06.001
Frost, R. O., & Steketee, G. (2014) The Oxford Handbook of Hoarding and Acquiring, Oxford Library of Psychology
https://doi.org/10.1093/oxfordhb/9780199937783.001.0001
Micalizzi, L., Zambrotta, N. S., & Bernstein, M. H. (2021). Stockpiling in the time of COVID19. British journal of
health psychology, 26(2), 535–543. https://doiorg.bibliopass.unito.it/10.1111/bjhp.12480
Möllenkamp, M., de Zwaan, M., & Müller, A. (2014). Hoarding with and without Excessive Buying: Results of a Pilot
Study. Psychopathology, 48(1), 56–59. https://doi.org/10.1159/000363389
Montag, C., & Panksepp, J. (2017). Primary Emotional Systems and Personality: An Evolutionary
Perspective. Frontiers in psychology, 8, 464. https://doi.org/10.3389/fpsyg.2017.00464
Murray, A. L., Barber, A. M., Jenkins, S. H., & Longland, W. S. (2006). Competitive environment affects food-hoarding
behavior of Merriam’s kangaroo rats (kipodomys merriami). Journal of Mammalogy, 87(3), 571–578.
https://doi.org/10.1644/05-mamm-a-172r1.1
Panksepp, J. (1998). Affective Neuroscience: The Foundations of Human and Animal Emotions. Oxford University
Press.
Panksepp, J., & Biven, L. (2012). The Archaeology of Mind: Neuroevolutionary Origins of Human Emotions (Norton
Series on Interpersonal Neurobiology) (1st ed.). W. W. Norton & Company.
Postlethwaite, A., Kellett, S., & Mataix-Cols, D. (2019). Prevalence of Hoarding Disorder: A systematic review and
meta-analysis. Journal of affective disorders, 256, 309–316. https://doi.org/10.1016/j.jad.2019.06.004
Preston S. D. (2011). Toward an interdisciplinary science of consumption. Annals of the New York Academy of
Sciences, 1236, 1–16. https://doi.org/10.1111/j.1749-6632.2011.06163.x
Preston, S. D. (2014). Hoarding in Animals: The Argument for a Homology. In R. O. Frost & G. Steketee (Eds.), The
Oxford Handbook of Hoarding and Acquiring (1st ed., pp. 187–205). Oxford University Press. Psychiatry,
45(5), 375–383. https://doi.org/10.1016/j.comppsych.2004.03.005
Samuels JF, Bienvenu OJ, Grados MA, Cullen B, Riddle MA, Liang KY, Eaton WW, Nestadt G. Prevalence and
correlates of hoarding behavior in a community-based sample. Behav Res Ther. 2008;46:836–44.
Tolin, D. F., Frost, R. O., Steketee, G., Gray, K. D., & Fitch, K. E. (2008). The economic and social burden of
compulsive hoarding. Psychiatry research, 160(2), 200–211. https://doi.org/10.1016/j.psychres.2007.08.008
Vander Wall, S. B. (1990). Food Hoarding in Animals. University of Chicago Press.
Zaboski, B. A., 2nd, Merritt, O. A., Schrack, A. P., Gayle, C., Gonzalez, M., Guerrero, L. A., Dueñas, J. A., Soreni, N.,
& Mathews, C. A. (2019). Hoarding: A meta-analysis of age of onset. Depression and anxiety, 36(6), 552–564.
https://doi.org/10.1002/da.22896