Come si finanzia l’università in Italia? Chi paga di più e perchè dovremmo spendere soldi pubblici? Il sistema è equo? Ecco un’analisi su quanto, come, perchè e con quali risultati si spende per l’univerisità italiana.
Tagli di investimento nella Scuola Pubblica italianalipscuola
Gli investimenti pubblici in Europa si mantengono alti nonostante la crisi, in Italia calano vistosamente.In Europa: + 27% in 13 anni, + 3% negli ultimi 5 sotto la crisi.In Italia si osserva un calo vistoso: -11% in 13 anni e -19% negli ultimi 5 anni dopo il picco positivo del 2008.Gli investimenti pubblici in istruzione diventano i più bassi in Europa: -25% della media EU.L’Italia spendeva nel 2000 il 13% in più della media europea, nel 2013 spende il 25% di meno ed è il paese che spende meno fra quelli più sviluppati.
Come si finanzia l’università in Italia? Chi paga di più e perchè dovremmo spendere soldi pubblici? Il sistema è equo? Ecco un’analisi su quanto, come, perchè e con quali risultati si spende per l’univerisità italiana.
Tagli di investimento nella Scuola Pubblica italianalipscuola
Gli investimenti pubblici in Europa si mantengono alti nonostante la crisi, in Italia calano vistosamente.In Europa: + 27% in 13 anni, + 3% negli ultimi 5 sotto la crisi.In Italia si osserva un calo vistoso: -11% in 13 anni e -19% negli ultimi 5 anni dopo il picco positivo del 2008.Gli investimenti pubblici in istruzione diventano i più bassi in Europa: -25% della media EU.L’Italia spendeva nel 2000 il 13% in più della media europea, nel 2013 spende il 25% di meno ed è il paese che spende meno fra quelli più sviluppati.
Convegno 29 Novvembre Bologna Cultura d’Europa bene comune: scuola, università, ricerca – Il futuro abita qui.
Intervento Marina Boscaiono
Sistemi di istruzione europei
www.lipscuola.it
intervento di Andrea Gavosto alla scuola di Politiche [www.scuoladipolitiche.eu] in occasione di // la scuola di Politiche incontra le istituzioni // Roma, 14 aprile 2016
Insegnare all’Università oggiRiforme, burocrazia e doveri verso gli studenti...Giuseppe De Nicolao
Intervento di Andrea Stella (Università di Padova) in occasione dell'incontro “Insegnare all'Università oggi. Riforme, burocrazia e doveri verso gli studenti” promosso dall'Interconferenza Nazionale dei Dipartimenti - Coordinamento delle Conferenze di Direttori, Presidi e Responsabili di Strutture Universitarie con la partecipazione di ROARS - Return On Academic ReSearch ed in collaborazione con il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari.
10 Dicembre 2014, Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale della Sapienza Università di Roma.
Workshop tenuto dalla Rete della Conoscenza al XI Forum di Sbilanciamoci! sugli effetti del decennale disinvestimento in scuola, università e ricerca nel nostro Paese, sulle conseguenze sociali e su alcuni falsi miti troppo spesso adottati come giustificazione.
Roma, 7 Settembre 2013, Teatro Valle Occupato
Convegno Scientifico Popolazione, istruzione e mobilità:
il caso italiano Sessione I Il quadro generale e la situazione demografica Istat Roma Aula Magna 02.02.2018
In presenza di un contesto economico divenuto estremamente complesso l’Ocse già
prima dello scoppio della crisi dei mutui subprima suggeriva di introdurre
l’educazione finanziaria nei programmi scolastici. Solo dopo il 2007 tuttavia
l’esigenza di dotare le giovani generazioni di un bagaglio utile in campo finanziario ha
spinto molti paesi ad adottare programmi di educazione specifici. A metà 2014 erano
circa 50 i governi che avevano intrapreso programmi di educazione finanziaria o che
avevano in progetto di avviarne
presentazione di Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Giovanni Agnelli
per Viaggio nell'Italia che innova: capitale umano e impresa, organizzato da Confindustria e Il sole 24 ore (info qui http://bit.ly/1Nijo0e ), Bologna 30 novembre 2015
sezione "CONOSCERE * occorre immettere più conoscenza nelle imprese per costruire una crescita stabile"
La presentazione proiettata il 17 gennai dalla preside, Maria Francesca Magliocca relativamente ai Progetti realizzati nell'ambito dei progetti Pon, finanziati dai Fondi Strutturali Europei per l'a.s. 2010/2011
Settima Giornata Italiana della Statistica
Il Friuli Venezia Giulia attraverso la statistica ufficiale .
Specificità territoriale e dimensione transfrontaliera
Udine, 26 ottobre 2017
Camera di Commercio di Udine
Sala Valduga
piazza Venerio 8
Un draft del lavoro di DataJ fatto per il progetto iData sull'abbandono scolastico in Italia - Scuola estiva Ahref, Trento, agosto 2011 e MAGSD, Sissa, febbraio 2012.
Convegno 29 Novvembre Bologna Cultura d’Europa bene comune: scuola, università, ricerca – Il futuro abita qui.
Intervento Marina Boscaiono
Sistemi di istruzione europei
www.lipscuola.it
intervento di Andrea Gavosto alla scuola di Politiche [www.scuoladipolitiche.eu] in occasione di // la scuola di Politiche incontra le istituzioni // Roma, 14 aprile 2016
Insegnare all’Università oggiRiforme, burocrazia e doveri verso gli studenti...Giuseppe De Nicolao
Intervento di Andrea Stella (Università di Padova) in occasione dell'incontro “Insegnare all'Università oggi. Riforme, burocrazia e doveri verso gli studenti” promosso dall'Interconferenza Nazionale dei Dipartimenti - Coordinamento delle Conferenze di Direttori, Presidi e Responsabili di Strutture Universitarie con la partecipazione di ROARS - Return On Academic ReSearch ed in collaborazione con il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari.
10 Dicembre 2014, Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale della Sapienza Università di Roma.
Workshop tenuto dalla Rete della Conoscenza al XI Forum di Sbilanciamoci! sugli effetti del decennale disinvestimento in scuola, università e ricerca nel nostro Paese, sulle conseguenze sociali e su alcuni falsi miti troppo spesso adottati come giustificazione.
Roma, 7 Settembre 2013, Teatro Valle Occupato
Convegno Scientifico Popolazione, istruzione e mobilità:
il caso italiano Sessione I Il quadro generale e la situazione demografica Istat Roma Aula Magna 02.02.2018
In presenza di un contesto economico divenuto estremamente complesso l’Ocse già
prima dello scoppio della crisi dei mutui subprima suggeriva di introdurre
l’educazione finanziaria nei programmi scolastici. Solo dopo il 2007 tuttavia
l’esigenza di dotare le giovani generazioni di un bagaglio utile in campo finanziario ha
spinto molti paesi ad adottare programmi di educazione specifici. A metà 2014 erano
circa 50 i governi che avevano intrapreso programmi di educazione finanziaria o che
avevano in progetto di avviarne
presentazione di Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Giovanni Agnelli
per Viaggio nell'Italia che innova: capitale umano e impresa, organizzato da Confindustria e Il sole 24 ore (info qui http://bit.ly/1Nijo0e ), Bologna 30 novembre 2015
sezione "CONOSCERE * occorre immettere più conoscenza nelle imprese per costruire una crescita stabile"
La presentazione proiettata il 17 gennai dalla preside, Maria Francesca Magliocca relativamente ai Progetti realizzati nell'ambito dei progetti Pon, finanziati dai Fondi Strutturali Europei per l'a.s. 2010/2011
Settima Giornata Italiana della Statistica
Il Friuli Venezia Giulia attraverso la statistica ufficiale .
Specificità territoriale e dimensione transfrontaliera
Udine, 26 ottobre 2017
Camera di Commercio di Udine
Sala Valduga
piazza Venerio 8
Un draft del lavoro di DataJ fatto per il progetto iData sull'abbandono scolastico in Italia - Scuola estiva Ahref, Trento, agosto 2011 e MAGSD, Sissa, febbraio 2012.
1. N. 13 - Novembre 2013
I bilanci dell'istruzione
nei Paesi dell'Unione europea
Persone qualificate con le giuste competenze possono contribuire a far uscire i Paesi
dell'Unione europea dalla crisi economica degli ultimi anni e, benché non si possa stabilire
con certezza un legame diretto tra il livello di
finanziamento dei sistemi di istruzione e i risultati di apprendimento degli studenti, vi è un
generale convincimento che investire nell'istruzione e nella formazione di alta qualità
debba continuare ad essere una priorità. Nonostante ciò, il settore dell'istruzione non è
stato immune da misure di austerità, in particolare nei Paesi in cui il risanamento del bilancio deve essere raggiunto in breve tempo.
Lo studio "Funding of Education in Europe:
The Impact of the Economic Crisis " (Finanziamento dell'istruzione in Europa: l'impatto
della crisi economica), prodotto per la Commissione europea dalla rete Eurydice, ha analizzato i finanziamenti destinati a tutti i livelli
dell'istruzione, dalla scuola dell'infanzia all'istruzione superiore, in 35 sistemi educativi
nazionali e regionali1 dal 2000 al 2013.
In particolare si sono esaminati:
Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia,
Germania, Grecia, Ungheria, Islanda, Irlanda, Italia,
Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi,
Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia,
Slovenia, Spagna, Svezia, Turchia e Regno Unito. La
Germania e i Paesi Bassi non hanno fornito dati per il
periodo 2010-2012. Per il Regno Unito sono disponibili dati relativamente alla Scozia e al Galles, ma non
all'Inghilterra e all'Irlanda del Nord.
1
1. il contesto economico;
2. la spesa pubblica e l'evoluzione dei bilanci nazionali nel campo dell'istruzione;
3. l'impatto sulla remunerazione e sulla
formazione del personale;
4. i fondi per le infrastrutture educative e
per lo sviluppo delle competenze degli studenti;
5. il sostegno finanziario agli studenti e
l’educazione permanente.
La valutazione dei più recenti cambiamenti relativi alle priorità politiche e di finanziamento dell'istruzione si basa su informazioni raccolte dalla rete Eurydice ed è accompagnata da una visione delle tendenze
a lungo termine elaborata sulla base di dati
statistici disponibili in Eurostat.
1. Il contesto economico
La crisi finanziaria del 2007-2008 e la
conseguente recessione economica hanno
avuto un enorme impatto sulle finanze pubbliche in tutti i paesi europei negli ultimi cinque anni. Il Patto di stabilità e crescita impone agli Stati membri dell'Unione europea di
compiere progressi significativi verso gli obiettivi di bilancio a medio termine, limitando
il debito pubblico al 3% del prodotto interno
lordo (PIL), in modo da garantire la sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche. La crisi economica ha rivelato forti disparità strutturali tra i 27 paesi dell'Unione
europea.
2. NOTA BREVE: I bilanci dell'istruzione nei Paesi UE
Servizio Studi del Senato
Changes in budgets for all education levels in constant prices (ISCED 0-6)
in 2011 compared to 2010 at constant prices
in 2012 compared to 2011 at constant 2010 prices
Increase or decrease
below 1%
Increased by more
than 5%
Decreased by more
than 5%
Increases between 1
and 5%
Decreases between 1
and 5%
Not available
Source: Eurydice
2. La spesa pubblica e l'evoluzione dei bilanci nazionali nel campo dell'istruzione
In molti Paesi dell'Unione, specie in quelli
con un rilevante debito pubblico (Irlanda,
Grecia, Italia e Portogallo), la crisi ha avuto
riflessi sui bilanci relativi al settore
dell'istruzione.
Nel 2011 e/o 2012, tagli ai budget per l'educazione sono stati effettuati in 20 paesi/regioni: in Grecia, Italia, Cipro, Lettonia, Lituania, Ungheria, Portogallo, Romania, Regno
Unito (Galles) e Croazia i tagli sono stati di oltre il 5 per cento. Al contempo, nove paesi/regioni hanno aumentato i loro budget per
l'istruzione tra 1% e il 5% in termini reali (comunità francese del Belgio, Irlanda, Lettonia,
Austria, Romania, Slovacchia, Finlandia, Svezia e Islanda); quattro paesi/regioni (comunità
germanofona del Belgio, Lussemburgo, Malta
novembre 2013
e Turchia) hanno avuto un aumento in termini
reali di oltre il 5%. Cipro, Portogallo, Galles,
Repubblica ceca e Slovacchia potrebbero ridurre i loro budget del settore, con percentuali
diverse, nei prossimi anni.
3. L'impatto della crisi sulla remunerazione e sulla formazione del personale
Nella maggior parte dei Paesi europei tra
il 2007 e il 2010, il numero degli insegnanti
ha generalmente seguito i cambiamenti demografici della popolazione scolastica, con
alcune eccezioni. A Cipro, in Austria, Croazia, e in misura minore in Belgio, il numero
di docenti è cresciuto, mentre il numero degli studenti è diminuito tra il 3% e il 5%. Al
contrario, in Italia e nel Regno Unito, i docenti sono diminuiti rispettivamente dello
3. NOTA BREVE: I bilanci dell'istruzione nei Paesi UE
Servizio Studi del Senato
8,5% e del 4%, mentre il numero degli studenti è continuato ad aumentare.
Durante il 2011 e il 2012, il numero di insegnanti è diminuito in un terzo dei paesi,
principalmente per una diminuzione del numero di studenti, ma anche per la riduzione
dei finanziamenti pubblici per l'istruzione. In
altri paesi o regioni, il numero di docenti è
aumentato negli ultimi anni a seguito di riforme per favorire l'inclusione di studenti con
bisogni speciali nel sistema educativo (come
in BelgioComunità fiamminga, Grecia, Slovenia e Croazia) e per l'aumento del personale di supporto alla didattica (Malta e Regno UnitoInghilterra).
Gli stipendi e le indennità del personale
scolastico sono stati ridotti o congelati in circa la metà dei paesi presi in esame. A partire dal 2010, l'effetto della recessione economica e la pressione sulle finanze pubbliche sono stati molto più pronunciati e parecchi paesi sono stati quindi costretti ad applicare tagli salariali nel settore pubblico (Irlanda, Spagna e Romania nel 2010/11, Slovenia soprattutto nel 2011/12 e Grecia, Irlanda
e Portogallo in entrambi gli anni). Gli stipendi sono stati congelati in otto paesi nel 2011
e nel 2012 (3 paesi baltici, Bulgaria, Italia,
Ungheria, Slovacchia e Croazia); anche se,
non sono stati applicati tagli veri e propri, gli
stipendi non sono stati indicizzati ai livelli di
inflazione, quindi in pratica si è ridotto il potere d'acquisto delle categorie interessate. In
quattro paesi (Repubblica Ceca, Polonia,
Slovacchia e Islanda), gli stipendi degli insegnanti sono aumentati nel 2012, a seguito
di una riforma salariale.
In diciotto paesi europei, i finanziamenti
per la formazione in servizio degli insegnanti
sono aumentati, in linea con l'obiettivo di migliorare le competenze dei docenti.
4. Le infrastrutture educative e i fondi per
lo sviluppo delle competenze digitali e
per gli studenti con specifici bisogni di
apprendimento
Le riduzioni del numero di plessi scolastici
nei due terzi degli Stati europei tra il 2010 e
il 2012 è in relazione con i cambiamenti demografici. Tuttavia in 7 paesi (Danimarca,
Italia, Lettonia, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Islanda) anche la crisi finanziaria e
economica è tra i motivi principali per la fusione e la soppressione di istituzioni educative. Per quanto riguarda le università, nella
maggior parte dei paesi europei, il loro numero è rimasto stabile, ma in 4 Stati (Bulgaria, Italia, Lettonia e Lituania), gli sforzi per
controllare la spesa pubblica hanno comportato anche la riduzione del numero di istituti.
Tra il 2010 e il 2012, otto paesi europei2
hanno ridotto la spesa centrale o locale per
la costruzione, la manutenzione e la ristrutturazione di edifici scolastici come conseguenza della crisi finanziaria ed economica.
Nei restanti paesi, le spese in conto capitale
per gli istituti dell'infanzia e scolastici sono
rimaste stabili, ma in due paesi (Belgio e
Svezia) è aumentato lo stanziamento per
l'ammodernamento di edifici scolastici o per
rispondere all'aumento del numero degli
studenti. Sette paesi3 hanno ridotto i fondi
pubblici per la costruzione, la manutenzione
e la ristrutturazione di istituti universitari,
mentre tre paesi (Grecia, Polonia e Slovenia) hanno aumentato la spesa in conto capitale per l'istruzione universitaria nel 2011
e/o 2012.
I finanziamenti per lo sviluppo delle competenze digitali degli studenti finora sono in
gran parte sfuggiti all'impatto della crisi economica e finanziaria, ma Spagna, Cipro, Polonia e Islanda hanno contratto la spesa
pubblica relativa alle infrastrutture e agli equipaggiamenti tecnologici delle scuole a
causa della crisi economica. Il Belgio (Comunità francese) e Malta hanno invece aumentato i loro investimenti in attrezzature informatiche per le scuole. Tra il 2010 e il
2012 sia la Bulgaria che l'Italia hanno prima
diminuito e poi incrementato i fondi per le attrezzature informatiche nelle scuole.
I finanziamenti relativi ai programmi di sostegno a livello scolastico, volti a migliorare
gli apprendimenti o a ridurre la dispersione
scolastica, continuano ad essere considerati
2
Irlanda, Polonia, Romania, Slovenia, Slovacchia, Regno Unito (Inghilterra e Irlanda del Nord), e
l'Islanda.
3
Bulgaria, Repubblica ceca, Irlanda, Cipro, Slovacchia, Regno Unito (Inghilterra) e Islanda.
novembre 2013
4. NOTA BREVE: I bilanci dell'istruzione nei Paesi UE
Servizio Studi del Senato
importanti; solo la Repubblica Ceca e l'Irlanda hanno diminuito gli stanziamenti relativi a
causa della necessità di ridurre la spesa
pubblica, mentre Belgio, Spagna e Norvegia
hanno di recente aumentato i loro budget
per i programmi specifici di sostegno educativo.
5. Il sostegno finanziario agli studenti e
l'educazione degli adulti
I fondi per il sostegno finanziario pubblico
agli studenti nell'Unione europea sono aumentati tra il 2000 e il 2009, soprattutto in relazione all'assistenza finanziaria prestata agli
studenti universitari, che è cresciuta percentualmente dal 13 % al 17,4 % della spesa
complessiva in materia di istruzione tra il 2001
e il 2009; in Italia si è avuto invece un incremento dei fondi più marcato a livello di istruzione primaria e secondaria4.
Invece a partire dal 2010, anche se la
maggior parte dei paesi ha mantenuto inalterate le disposizioni generali sul diritto allo studio, si è avuta in alcuni paesi una riduzione
parziale della quota di finanziamento per una
o più modalità di supporto a disposizione degli
studenti. In alcuni casi si è assistito a una riduzione del numero dei beneficiari oppure a
un decremento delle risorse a disposizione;
talvolta si sono ridotti gli assegni familiari, oppure è stata ridotta la fornitura di pasti sovvenzionati. Per i trasporti, il servizio ha per lo
più mantenuto inalterate le sue caratteristiche,
e alcuni paesi - ad esempio, Ungheria, Malta,
Romania e Slovenia - recentemente hanno
addirittura incrementato il budget a disposizione per finanziare gli spostamenti degli studenti.
Le conseguenze della crisi finanziaria ed
economica in relazione ai finanziamenti per
l'educazione degli adulti sono state diverse da
paese a paese, ma nella maggior parte dei
casi il risultato è stato il maggiore orientamento a sostegno di gruppi specifici della popolazione.
Ad esempio in alcuni paesi è diventata una
priorità garantire la partecipazione a programmi di educazione dei disoccupati di lun4
Per gli anni più recenti i dati non sono disponibili.
novembre 2013
go termine. Un altro gruppo da sostenere è
quello degli adulti che non sono in possesso
di un titolo di istruzione secondaria superiore.
Infine, alcuni paesi (come Irlanda e Germania)
stanno fornendo nuove opportunità di istruzione formale per gli adulti al fine di favorire la riqualificazione e l'aggiornamento delle loro
competenze e conoscenze.
In dieci paesi, il sostegno all'istruzione degli
adulti è aumentato sia per la creazione di
nuovi fondi sia attraverso l'uso delle risorse
del Fondo sociale europeo (FSE). Danimarca,
Irlanda, Portogallo, Slovenia, Regno Unito (Inghilterra) e Croazia stanno invece limitando il
supporto finanziario per l'apprendimento durante tutto l'arco della vita. Per l'Italia i dati relativi all'istruzione permanente non sono disponibili.
a cura di A. Sanso'
L’ultima nota breve:
Modificazioni apportate dalla Camera al decreto-legge
n. 63/2013, già licenziato
dal Senato (n. 12 - luglio
2013)
nota breve
sintesi di argomenti di attualità del Servizio Studi del
Senato
I testi sono disponibili alla
pagina:
http://www.senato.it – leggi
e documenti – dossier di
documentazione. Servizio
studi – note brevi
progetto grafico the washing machine
www.senato.it