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2. FABIANA MAGRÌ Pubblicato il 13/07/2017
Ultima modifica il 13/07/2017 alle ore 07:46
Ogni mattina Yitzchak Gregory D’Arbela, medico francese di origini ucraine,
usciva dalla sua casa al numero 54 di Ha’Neviim Street e attraversava la strada
per recarsi al numero 37, dove occupava la poltrona di direttore nel primo
ospedale ebraico fuori le mura della Città Vecchia, fatto erigere nel 1888 dal
barone Rothschild. Dubito però che D’Arbela avesse la fortuna di godere ogni
mattina della straordinaria colazione che oggi spetta agli ospiti dell’esclusivo
boutique hotel Villa Brown, aperto a maggio al posto della sua abitazione. Negli
ultimi anni Gerusalemme è impegnata in un’operazione di rebranding che passa
anche dallo svecchiamento turistico .
Modificare l’identità di un posto è un processo lungo e a Gerusalemme ci sono
segni evidenti che questo ingranaggio si sia messo in moto. La reputazione da
superare è quella di una città religiosa, meta di pellegrini, in cui domina il
passato, il presente è instabile e il futuro non si riesce neanche a immaginare. Ci
hanno provato due designer israeliani, Mushon Zer-Aviv e Shalev Moran, che in
occasione dell’ultima Jerusalem Design Week hanno lanciato gli audio tour (in
inglese) «Tales & Tours: Gerusalemme speculativa», una app gratuita per iOS e
Android da scaricare su smartphone. Lo scrittore Boaz Lavie, l’attivista Sara
Benninga e l’artista Yael Bartana hanno immaginato fanta-scenari per visitare
con occhi diversi lo storico hotel King David, il quartiere residenziale di Talbiya
e la Città Vecchia. Dove andrebbe l’anziano Mark Zuckerberg, nel 2086, per dire
addio alla città prima di partire per Marte? Cosa accadrebbe in una
Gerusalemme del 2037 che, i rispetto alle precedenti soluzioni di pace tra
israeliani e palestinesi, sia separata non più in ovest e est ma in Città Superiore e
Inferiore? E se, nel 3615, a Gerusalemme si stesse celebrando il 1600°
anniversario di Simone l’Ermetico, che per miracolo ha partorito un figlio?
Via Dolorosa
Uno sguardo diverso è proprio quello che Gerusalemme sta cercando di attirare
su di sé, anche da parte del pubblico più tradizionale. L’hanno capito benissimo i
frati francescani custodi di Terra Santa che, nella nuova installazione
multimediale Via Dolorosa, offrono ai visitatori un’esperienza al passo con i
tempi. All’interno del Lapidarium, sito archeologico nel Monastero della
Flagellazione in corrispondenza della seconda stazione della via Dolorosa, il
Veduta di Gerusalemme con il Muro del pianto
Non solo pellegrini, Gerusalemme guarda al
futuro
Tour virtuali, un acquario e persino una funivia
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3. viaggio audiovisivo di 15 minuti immerge lo spettatore nel passato per fargli
vivere la storia di Gerusalemme - da Erode il Grande fino a oggi - a tre
dimensioni: storico-archeologica, emotiva e spirituale. Altre due sedi, più
tradizionali, saranno inaugurate a completamento del complesso del Terra
Sancta Museum. Una sezione archeologica sarà allestita nei locali accanto
all’installazione multimediale mentre una lettura storica delle missioni dei
francescani in Terra Santa troverà posto nel Convento di San Salvatore nei
pressi della Porta Nuovao.
Una stazione della via dolorosa (adesso il tour è interattivo)
Museum on the Seam
A meno di un chilometro di distanza una chiave di lettura ancora diversa per
entrare nella complessità di Gerusalemme è la proposta del Museum on the
Seam, di nome e di fatto sul confine tra due aree estremamente sensibili della
città: Mea Shearim, uno dei quartieri ebraici più antichi - e oggi il più povero -
popolato esclusivamente da ebrei haredim e Sheikh Jarrah, quartiere
residenziale dell’élite musulmana di Gerusalemme Est. La cifra del museo è la
lettura socio-politica della realtà attraverso l’arte contemporanea. Fino a fine
settembre nella mostra Thou Shalt Not 33 artisti israeliani, sia religiosi sia laici -
tra cui Yael Bartana, Sigalit Landau e Adi Nes - affrontano il tema dell’influenza
reciproca tra la fede, che cerca di preservare rigorosamente confini e leggi della
tradizione ebraica, e l’arte contemporanea con il suo ruolo di specchio dei
tempi.
Family Israel Aquarium
Quasi pronto per inaugurare, entro la fine di luglio, è il nuovo Gottesman Family
Israel Aquarium. Anche la nuova attrazione turistica sembra perseguire
l’obiettivo di offrire un punto di vista alternativo, non sulla città di
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4. Gerusalemme, questa volta, ma su Israele in generale. L’acquario, che ha fra le
sue priorità l’educazione alla sostenibilità e alla consapevolezza, si pone
l’obiettivo di presentare i quattro ecosistemi acquatici che bagnano la regione:
Mar di Galilea, Mar Morto, Mar Rosso e Mar Mediterraneo. Il primo acquario di
Israele apre in una città di cui tutto si può dire tranne che abbia una vocazione
marinara, con l’ambizione di raggiungere col tempo la reputazione dei colleghi
di Auckland e Monterey e la chutzpah (presunzione, in ebraico) di essere già
meglio di Londra e Berlino.
Inaugura a fine luglio il nuovo Gottesman Family Israel Acquarium con
l’obiettivo di presentare quattro eco sistemi acquatici che bagnano la regione:
Mar di Galilea, Mar Morto, Mar Rosso e Mar Mediterraneo
Nel frattempo il governo ha approvato la prima fase - costo 15 milioni di shekel
(3 milioni e 750 mila euro) messi a disposizione dal ministero del Turismo - della
costruzione, progetto piuttosto controverso, di una funivia lunga 1,4 chilometri
che, dal 2021, potrà trasportare 3 mila visitatori ogni ora dalla Vecchia Stazione
al Kotel, evitando di attraversare a piedi il balagan dello shuk in Città Vecchia. Il
budget stimato per l’intero piano di lavoro è di 200 milioni di shekel (50 milioni
di euro). La spinta dell’anniversario dei cinquant’anni dalla riunificazione da
parte di Israele della città sembra proiettare Gerusalemme in un futuro di
progetti e normalità, almeno dal punto di vista del turismo.
DOVE MANGIARE
Anna Italian Café
Ottimo ristorante italiano kosher, con una vocazione al sociale. Attorno alla
cucina, guidata dallo chef Nimrod (Nimi) Norman, ruota uno staff di
professionisti che affiancano giovani in situazioni di difficoltà per dare loro
l’opportunità di cambiare vita. Il ristorante porta il nome di Anna Ticho, cugina
del dottor Avraham Albert Ticho, ed è situato al primo piano e nel giardino della
loro casa, poco fuori le mura della Città Vecchia. L’edificio fu costruito nella
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5. seconda metà del XIX secolo da un dignitario arabo, poi acquistato dai Ticho nel
1924. Il piano terra fu adibito a clinica oftalmica fino alla morte di Anna, nel 1980.
ll mercato
Giorno e notte è un approdo sicuro per cogliere tutte le sfumature di
Gerusalemme. Il ristorante più in voga è l’omonimo Mahane Yehuda, creazione
dei quattro celebri chef israeliani Krav Sakinim, Asaf Granit, Uri Navon e Yossi
Asaf. La prenotazione è obbligatoria e consigliata almeno un paio di settimane in
anticipo. L’istituzione culinaria è Azura (solo a pranzo), autentica trattoria
ebraica irachena, storico luogo d’incontro dei dirigenti dell’Yishuv, la comunità
ebraica pre-1948 nella Palestina britannica, oggi gemellata con Slow Food. Dwini
è il primo pita-bar di Gerusalemme, sul modello del più famoso Miznon di Tel
Aviv. Sotto l’occhio vigile di Dini Kasorla, giovani cuochi si cimentano con carne,
pesce o verdure. Da non perdere lo shot di arak alle mandorle fatto in casa.
Il mercato Mahane Yehuda
The Eucalyptus
Nel quartiere degli artisti, a due passi dalle mura della Città Vecchia, è uno dei
ristoranti kosher più memorabili di Gerusalemme. Lo chef Moshe Bassone il figlio
Ronny danno un’interpretazione moderna della cucina biblica, frutto di
approfondite ricerche sulle ricette, sull’uso di spezie e erbe locali e selvatiche,
per secoli trascurate e dimenticate. Il ristorante si trova in un antico edificio in
pietra, con una terrazza panoramica sulle mura.
******
DOVE DORMIRE
Villa Brown
Un boutique hotel di 24 camere in una villa privata del XIX secolo, arredata con
gusto contemporaneo e arricchita da opere di designer locali. Colazione e
brunch sono aperti anche al pubblico. Un esclusivo cocktail bar è stato ricavato
in un grotta in pietra sotto il livello della strada. La posizione è strategica, nel
cuore cosmopolita di Gerusalemme, a cinque minuti dalla Città Vecchia e dal
food market Mahane Yehuda animato da caffè e ristoranti di tendenza.
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6. Alcuni diritti riservati.
Abraham Hostel
Una vera istituzione tra le sistemazioni low budget, nato sette anni fa come
agenzia di ospitalità e tour organizzati in Israele e in Giordania. Sono 300 i posti
letto disponibili, divisi in stanze dormitorio da dieci, otto, sei e quattro letti fino
alle camere doppie. Ogni camera ha uno o più bagni privati. Le sistemazioni
possono essere miste o divise per uomini e donne. Gli spazi comuni sono un
punto di forza dell’Abraham, teatro di iniziative capaci di creare una speciale
atmosfera di aggregazione.
21st Floor 360-Suitop Hotel
Per chi sogna la privacy di un appartamento con i servizi di un hotel di lusso.
All’ultimo piano della City Tower, in pieno centro città, a due passi dalla linea
della metropolitana leggera che serve Gerusalemme, 14 appartamenti duplex di
vari tagli si affacciano su tutti i lati del grattacielo e offrono panorami sulla Città
Vecchia, su Mahane Yehuda, sulla Knesset e sull’Israel Museum.
Ibis Jerusalem City Center
Sulla centralissima Tsiyon Square, in un edificio completamente nuovo, dalle
fondamenta al tetto, l’hotel puntare tutto sulla posizione strategica, base ideale
per visitare Gerusalemme, in particolare per gruppi e famiglie. 124 camere
semplici e moderne: non è previsto room service ma tutte le camere sono
dotate di cassaforte per laptop.
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