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30 GIOVEDÌ
19 OTTOBRE 2017
IL GIORNO
il Resto del Carlino
LA NAZIONE
UNA TRADIZIONE ANTICA si rinnova ogni mattina nel triangolo
d’oro, ovvero nelle campagne comprese fra Parma, Reggio Emilia,
Modena, Bologna e Mantova. Il mastro casaro ripete con ossessiva
precisione i gesti appresi nel tempo, custode e interprete di un’arte
che si tramanda nei secoli, quando i monaci benedettini nel
Medioevo avviarono la produzione di grandi forme. Oggi come
allora senza utilizzare additivi o conservanti. Ed è anche questa una
delle ragioni che ha reso il Parmigiano Reggiano un’eccellenza
italiana. E questa unicità è l’orgoglio che determina la passione di
chi lo lavora e lo produce. Lo si legge nel volto di chi partecipa alle
varie fasi della lavorazione, nell’attenta dedizione, nella cura
del particolare e che tutto si ripeta secondo il miglior
copione. Un amore verso il proprio lavoro che
si apprezza anche nel sorriso compiaciuto di
chi è protagonista della trasformazione
quando una forma viene aperta per
essere degustata dopo una
stagionatura che varia dai dodici ai
trentasei mesi. Verrebbe da dire
che non è un’attività come le
altre, ma una missione. Non è
luogo comune, ma quanto si
apprezza nel seguirne la
lavorazione che resta
artigianale, pur nella
naturale evoluzione
tecnologica. Non sono più
le fascine di legna ad ardere
per portare alla temperatura
ideale i 600 litri di latte
necessari per realizzare una
forma, ma il vapore che nei
moderni impianti riscalda i
grandi contenitori che
restano di rame, conduttore
ideale del calore. Sono 350 i
caseifici artigianali che fanno
capo al Consorzio del Parmigiano
Reggiano, rispettandone i criteri
che determinano la selezione e la
certificazione del prodotto. Solo dopo
aver superato una serie di controlli le
forme vengono marchiate con il logo del
Parmigiano Reggiano pronte per arrivare sugli
scaffali e sulle tavole del mondo. Nicola Bertinelli, 44
anni, neo presidente del Consorzio ed erede di una delle aziende
storiche del territorio di Parma, rappresenta il futuro, ma anche la
continuità con un passato che è garanzia di qualità.
IlConsorzio
delParmigiano
Reggiano
VA CERCATA negli incontri, fra
i banchi dei bazar pieni di gente
(tantissimi i ragazzi e le ragazze
in mitraglia, anfibi e divisa), lun-
go le ordinate vie pedonali, nelle
strade trafficate, faccia a faccia
con le contraddizioni dei quartie-
ri più ortodossi, la vera essenza
di Israele. Un Paese giovane - il
14 maggio del prossimo anno fe-
steggerà il 70esimo anniversario
della sua nascita - meta di visita-
tori ansiosi di calcare la Terra
Santa. Un aspetto imprescindibi-
le questo, ma non certo l’unico.
Là dove finisce il pellegrinaggio
religioso,inizia una nuova avven-
tura. Il viaggio può partire da Ge-
rusalemme, capitale universale
delle tre religioni monoteiste, cit-
tà intrisa di un fascino spirituale,
rimandi a Fede e preghiera, ma
anche degli effetti tangibili del
conflitto israelo-palestinese, che
mina la serenità dell’intero terri-
torio, nonostante l’espansione de-
gli insediamenti israeliani nella
città e attorno a essa abbia deter-
minato una crescita imponente
della popolazione giudea. Imper-
dibile, adeguatamente vestiti (co-
me avvertono i cartelli all’ingres-
so del quartiere), un’immersione
totalizzante a Meah Shearum,
un’altra galassia. Qui l’interpreta-
zione della parola di Dio condi-
ziona ogni abitudine; come le
parrucche che servono a “nascon-
dere” i capelli delle donne. Con-
traddizioni della fede. Niente in-
ternet, quotidiani (se non quelli
loro) né messaggini, cellulari so-
lo vecchio modello; un susseguir-
si di negozi dedicati a un’infinita
gamma di oggetti per la preghie-
ra, come l’inchiostro speciale per
scrivere le pergamene racchiuse
nel tefllin, astuccio quadrato che
ogni uomo che abbia compiuto i
13 anni di età deve portare sulla
fronte o legato al braccio sinistro
una volta al giorno: gentile e pro-
digo di spiegazioni il titolare di
Hechal (72 Meah Sherim st,
Meah Shearum). Eternamente
conteso, il Monte del Tem-
pio/Spianata delle Moschee resta
il luogo più suggestivo per osser-
vare la Città Santa, ma è possibi-
le salire su cimepiù pacifiche. Co-
me quella occidentale del Monte
Herzl, tagliato in due dal Memo-
riale dell’Olocausto e degli eroi:
lo Yad Vashem, progettato
dall’archistar Moshe Safdie. Op-
pure la collina di Givat Ram, se-
de del Museo d’Israele, che spa-
zia dall’archeologia all’arte mo-
derna.
FRIZZANTE E COSMOPOLITA
Tel Aviv, affacciata sulla costa
del mar Mediterraneo, è invece
la città del design e della vita not-
turna:mentre Gerusalemmebril-
la dell’oro di uno dei suoi simbo-
li piùcelebri, la Cupola della Roc-
cia, Tel Aviv risplende dell’accia-
io dei suoi grattacieli. Tornando
agli incontri “fuori circuito”, me-
rita di essere vissuta l’esperienza
in kibbutz, dov’è possibile incon-
trare donne come Rocka, 81 an-
ni, nata e vissuta nello storico
kibbutz di Shefayim, a Tel Aviv.
O Cristiano, giovane italiano per-
fettamente integrato nella vita di
kibbutz, luogo che nonostante i
cambiamenti degli ultimi 50 an-
ni, conserva ancora un’aura miti-
ca.Israele offre inoltre metedi be-
nessere comeil Mar Morto e loca-
lità balneari come Eilat, sul Mar
Rosso. Il leggendario deserto del
Negev, i percorsi in montagna, le
molteplici occasioni di festival
culturali rendono il Paese una
meta perfetta anche per l’ecoturi-
smo. Per riposarsi dalle fatiche
dei tuor, niente di meglio che
una sosta super lusso fra i tesori,
anche termali, del Mar Morto,
417 metri sotto al livello del ma-
re: tanti e per tutte le tasche gli
hotel con Spa e fanghi. Obbliga-
torio una sosta a Masada, antica
fortezza a sud-est di Gerusalem-
me,simbolo, per gli ebrei, dell’ul-
tima eroica resistenza contro i
Romani nel I secolo a.C. (info e
prenotazioni www.parks.org.il).
di LETIZIA
CINI
VIAGGI & ENOGASTRONOMIA
Tuttoquello
cheè bene sapere
L’UNICITÀ del Parmigiano
Reggiano comincia negli
allevamenti dove le bovine
vengono alimentate con foraggi
di esclusiva provenienza locale.
L’alimentazione consentita
proibisce l’uso di foraggi
fermentati o insilati, nonché
l’utilizzo di sottoprodotti
dell’industria alimentare e di
prodottti di orgine animale.
Ogni allevamento e il latte
destinato ai 350 caseifici che
fanno parte del consorzio sono
monitorati per mantenere alta
la qualità della materia prima
le cui caratteristiche
consentono al Parmigiano
Reggiano di essere
un prodotto naturale.
ORGOGLIO
PARMIGIANO
DaGerusalemmeaTelAviv
allascopertadellatofemminile
delPaeseattraversoracconti
etestimonianzedivitavissuta
LE DONNE
DI ISRAELE
Tra spiritualità e pragmatismo
L’arte antica del mastro casaro
la miglior garanzia di qualità
L’UFFICIO NAZIONALE
israeliano del Turismo mette
a disposizione un sito
(go.goisrael.it) per i turisti
italiani che vogliano ricevere
gratuitamente materiale
informativo completo per
organizzare il loro viaggio in
Israele ed entrare nel Paese
già forniti di mappe,
brochure specifiche su ogni
area e su tutti gli eventi
locali. Per informazioni:
general-it@goisrael.gov.il
31GIOVEDÌ
19 OTTOBRE 2017
IL GIORNO
il Resto del Carlino
LA NAZIONE
UN’ALTRA TRADIZIONE era quella di farsi luce con
lanterne intagliate in rape svuotate, illuminate
dall’interno. Fu solo con l’emigrazione verso l’America
che gli irlandesi sostituirono le rape con le zucche, ma
Jack-O’-Lantern (il nome con cui vengono chiamate tali
lanterne) deriva da una vecchia leggenda irlandese in cui
lo scaltro malfattore Jack riusciva a mettere nel sacco il
Diavolo stesso, il quale come punizione lo condannò a
vagare per l’eternità con solo un tizzone, proveniente
dalle fiamme dell’Inferno e posto all’interno di una rapa,
a illuminare il suo eterno cammino.
Halloween in Irlanda
VIAGGI & ENOGASTRONOMIA
A LEZIONE DI CUCINA in Israele. A Jualis, in Galilea incontriamo
Nahida, etnia drusa: con altre 14 donne sparse nella regione apre le porte
di casa a chiunque voglia imparare a preparare i piatti tradizionali drusi,
con contaminazioni israeliane: la lezione dura circa tre ore (65 euro,
compreso il pranzo, www.galileat.com), dopodiché non ha prezzo
gustare insieme le foglie di vite e zucchine ripiene di riso, zucca
caramellata, kat’aif (pasta ripiena di formaggio e noci), torta di sesamo e
curcuma.
A Ein, Karem
Shoshana è una radiosa
madre di famiglia araba
marocchina di fede
ebraica che insegna, con
altre donne, a fare un
cus cus speciale (nella
foto), condito da storie
imperdibili
(www.baitati-
kek.co.il).
A TEL AVIV la creatività è
donna. Einat Rotfus è la
fondatrice di Israel Designers
Guild (designersguild.co.il),
realtà nata due anni fa in
collaborazione con le
associazioni tessili dei
produttori di Israele, che
riunisce i migliori stilisti
israeliani: giovani e pieni di
idee, che per realizzare le loro
creazioni spesso utilizzano
tessuti e materiali del luogo.
Guarda alla tradizione Michel
Negrin, creatrice di gioielli di
alta bigiotteria amati dalle star
(www.michalnegrin.com); per
il palato, è consigliabile una
lunga sosta da Nanuchka
(nella foto), affascinante
ristoratrice che ha svoltato
verso il veganesimo, in salsa
georgiana, due anni fa
(nanuchka.co.il).
4
I grattacieli si affacciano
sulla spiaggia di Tel Aviv
5
IL BANKS OF THE FOYLE Halloween Carnival si
svolge a Derry– Londonderry ed è stata nominata
migliore destinazione al mondo in relazione ai
festeggiamenti di Halloween. Gli appuntamenti
di punta del festival di quattro giorni (28–31
ottobre) includono l’evento “Awakening the
Walls”: intorno alle mura della città sfilano in
costume duemila figuranti per 40mila spettatori.
Derry,lasfilatapiùbella
A DUBLINO i macabri appuntamenti del Bram
Stoker Festival (27–30 ottobre), introducono l’arrivo
di Halloween. Traendo ispirazione dall’eredità che
l’autore dublinese Bram Stoker ha lasciato con il suo
celeberrimo romanzo Dracula, il Bram Stoker
Festival celebra il gotico ed il mistero con un ricco
pacchetto di eventi. Tra i tanti il 27 ottobre la
proiezione del classico film “Vampyr”, girato nel
1932 da Carl Theodor Dreyer, nello spettacolare
scenario gotico della Cattedrale di San Patrizio.
Vampyra Dublino
3
CON IL CRISTIANESIMO
Samhain fu ribattezzato All Hallows’ Eve, cioè
Vigilia di Ognissanti, e come tale giunto
fino a noi nella sua forma contratta,
appunto Halloween. Ma neanche il
Cristianesimo scalfì le tradizioni millenarie:
e fu così che gli irlandesi, quando furono
costretti ad emigrare oltreoceano nell’800,
portarono con sé, oltre a coraggio e
intraprendenza, storia e cultura, il loro corpus
di miti e leggende, Halloween compreso.
AllHallows’ Eve
2 Eccoperché le lanterne
1
HALLOWEEN è una
festa prettamente
irlandese. Tutto ebbe
inizio nell’Irlanda
celtica come festa di
fine estate, il cui nome
era Samhain, il
Capodanno celtico. I
Celti credevano che il
31 ottobre il velo fra il
mondo terreno e quello
ultraterreno si
assottigliasse al punto
che gli spiriti dei
defunti potessero
passarci attraverso.
Così accendevano falò
per guidare gli spiriti
benevoli, mentre si
mascheravano per
spaventare i demoni.
www.ireland.com
Dolcettooscherzetto?
5 buoni motivi per festeggiare
IN QUELLA NOTTE
a chi bussava alla
porta si offriva cibo
per propiziarsi le
anime dei defunti:
chi lo faceva
riceveva fortuna,
chi non lo faceva
cadeva in disgrazia.
E la frase “dolcetto
o scherzetto” deriva
da questa
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Nellacapitale ilregno della creatività

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  • 1. 30 GIOVEDÌ 19 OTTOBRE 2017 IL GIORNO il Resto del Carlino LA NAZIONE UNA TRADIZIONE ANTICA si rinnova ogni mattina nel triangolo d’oro, ovvero nelle campagne comprese fra Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna e Mantova. Il mastro casaro ripete con ossessiva precisione i gesti appresi nel tempo, custode e interprete di un’arte che si tramanda nei secoli, quando i monaci benedettini nel Medioevo avviarono la produzione di grandi forme. Oggi come allora senza utilizzare additivi o conservanti. Ed è anche questa una delle ragioni che ha reso il Parmigiano Reggiano un’eccellenza italiana. E questa unicità è l’orgoglio che determina la passione di chi lo lavora e lo produce. Lo si legge nel volto di chi partecipa alle varie fasi della lavorazione, nell’attenta dedizione, nella cura del particolare e che tutto si ripeta secondo il miglior copione. Un amore verso il proprio lavoro che si apprezza anche nel sorriso compiaciuto di chi è protagonista della trasformazione quando una forma viene aperta per essere degustata dopo una stagionatura che varia dai dodici ai trentasei mesi. Verrebbe da dire che non è un’attività come le altre, ma una missione. Non è luogo comune, ma quanto si apprezza nel seguirne la lavorazione che resta artigianale, pur nella naturale evoluzione tecnologica. Non sono più le fascine di legna ad ardere per portare alla temperatura ideale i 600 litri di latte necessari per realizzare una forma, ma il vapore che nei moderni impianti riscalda i grandi contenitori che restano di rame, conduttore ideale del calore. Sono 350 i caseifici artigianali che fanno capo al Consorzio del Parmigiano Reggiano, rispettandone i criteri che determinano la selezione e la certificazione del prodotto. Solo dopo aver superato una serie di controlli le forme vengono marchiate con il logo del Parmigiano Reggiano pronte per arrivare sugli scaffali e sulle tavole del mondo. Nicola Bertinelli, 44 anni, neo presidente del Consorzio ed erede di una delle aziende storiche del territorio di Parma, rappresenta il futuro, ma anche la continuità con un passato che è garanzia di qualità. IlConsorzio delParmigiano Reggiano VA CERCATA negli incontri, fra i banchi dei bazar pieni di gente (tantissimi i ragazzi e le ragazze in mitraglia, anfibi e divisa), lun- go le ordinate vie pedonali, nelle strade trafficate, faccia a faccia con le contraddizioni dei quartie- ri più ortodossi, la vera essenza di Israele. Un Paese giovane - il 14 maggio del prossimo anno fe- steggerà il 70esimo anniversario della sua nascita - meta di visita- tori ansiosi di calcare la Terra Santa. Un aspetto imprescindibi- le questo, ma non certo l’unico. Là dove finisce il pellegrinaggio religioso,inizia una nuova avven- tura. Il viaggio può partire da Ge- rusalemme, capitale universale delle tre religioni monoteiste, cit- tà intrisa di un fascino spirituale, rimandi a Fede e preghiera, ma anche degli effetti tangibili del conflitto israelo-palestinese, che mina la serenità dell’intero terri- torio, nonostante l’espansione de- gli insediamenti israeliani nella città e attorno a essa abbia deter- minato una crescita imponente della popolazione giudea. Imper- dibile, adeguatamente vestiti (co- me avvertono i cartelli all’ingres- so del quartiere), un’immersione totalizzante a Meah Shearum, un’altra galassia. Qui l’interpreta- zione della parola di Dio condi- ziona ogni abitudine; come le parrucche che servono a “nascon- dere” i capelli delle donne. Con- traddizioni della fede. Niente in- ternet, quotidiani (se non quelli loro) né messaggini, cellulari so- lo vecchio modello; un susseguir- si di negozi dedicati a un’infinita gamma di oggetti per la preghie- ra, come l’inchiostro speciale per scrivere le pergamene racchiuse nel tefllin, astuccio quadrato che ogni uomo che abbia compiuto i 13 anni di età deve portare sulla fronte o legato al braccio sinistro una volta al giorno: gentile e pro- digo di spiegazioni il titolare di Hechal (72 Meah Sherim st, Meah Shearum). Eternamente conteso, il Monte del Tem- pio/Spianata delle Moschee resta il luogo più suggestivo per osser- vare la Città Santa, ma è possibi- le salire su cimepiù pacifiche. Co- me quella occidentale del Monte Herzl, tagliato in due dal Memo- riale dell’Olocausto e degli eroi: lo Yad Vashem, progettato dall’archistar Moshe Safdie. Op- pure la collina di Givat Ram, se- de del Museo d’Israele, che spa- zia dall’archeologia all’arte mo- derna. FRIZZANTE E COSMOPOLITA Tel Aviv, affacciata sulla costa del mar Mediterraneo, è invece la città del design e della vita not- turna:mentre Gerusalemmebril- la dell’oro di uno dei suoi simbo- li piùcelebri, la Cupola della Roc- cia, Tel Aviv risplende dell’accia- io dei suoi grattacieli. Tornando agli incontri “fuori circuito”, me- rita di essere vissuta l’esperienza in kibbutz, dov’è possibile incon- trare donne come Rocka, 81 an- ni, nata e vissuta nello storico kibbutz di Shefayim, a Tel Aviv. O Cristiano, giovane italiano per- fettamente integrato nella vita di kibbutz, luogo che nonostante i cambiamenti degli ultimi 50 an- ni, conserva ancora un’aura miti- ca.Israele offre inoltre metedi be- nessere comeil Mar Morto e loca- lità balneari come Eilat, sul Mar Rosso. Il leggendario deserto del Negev, i percorsi in montagna, le molteplici occasioni di festival culturali rendono il Paese una meta perfetta anche per l’ecoturi- smo. Per riposarsi dalle fatiche dei tuor, niente di meglio che una sosta super lusso fra i tesori, anche termali, del Mar Morto, 417 metri sotto al livello del ma- re: tanti e per tutte le tasche gli hotel con Spa e fanghi. Obbliga- torio una sosta a Masada, antica fortezza a sud-est di Gerusalem- me,simbolo, per gli ebrei, dell’ul- tima eroica resistenza contro i Romani nel I secolo a.C. (info e prenotazioni www.parks.org.il). di LETIZIA CINI VIAGGI & ENOGASTRONOMIA Tuttoquello cheè bene sapere L’UNICITÀ del Parmigiano Reggiano comincia negli allevamenti dove le bovine vengono alimentate con foraggi di esclusiva provenienza locale. L’alimentazione consentita proibisce l’uso di foraggi fermentati o insilati, nonché l’utilizzo di sottoprodotti dell’industria alimentare e di prodottti di orgine animale. Ogni allevamento e il latte destinato ai 350 caseifici che fanno parte del consorzio sono monitorati per mantenere alta la qualità della materia prima le cui caratteristiche consentono al Parmigiano Reggiano di essere un prodotto naturale. ORGOGLIO PARMIGIANO DaGerusalemmeaTelAviv allascopertadellatofemminile delPaeseattraversoracconti etestimonianzedivitavissuta LE DONNE DI ISRAELE Tra spiritualità e pragmatismo L’arte antica del mastro casaro la miglior garanzia di qualità L’UFFICIO NAZIONALE israeliano del Turismo mette a disposizione un sito (go.goisrael.it) per i turisti italiani che vogliano ricevere gratuitamente materiale informativo completo per organizzare il loro viaggio in Israele ed entrare nel Paese già forniti di mappe, brochure specifiche su ogni area e su tutti gli eventi locali. Per informazioni: general-it@goisrael.gov.il
  • 2. 31GIOVEDÌ 19 OTTOBRE 2017 IL GIORNO il Resto del Carlino LA NAZIONE UN’ALTRA TRADIZIONE era quella di farsi luce con lanterne intagliate in rape svuotate, illuminate dall’interno. Fu solo con l’emigrazione verso l’America che gli irlandesi sostituirono le rape con le zucche, ma Jack-O’-Lantern (il nome con cui vengono chiamate tali lanterne) deriva da una vecchia leggenda irlandese in cui lo scaltro malfattore Jack riusciva a mettere nel sacco il Diavolo stesso, il quale come punizione lo condannò a vagare per l’eternità con solo un tizzone, proveniente dalle fiamme dell’Inferno e posto all’interno di una rapa, a illuminare il suo eterno cammino. Halloween in Irlanda VIAGGI & ENOGASTRONOMIA A LEZIONE DI CUCINA in Israele. A Jualis, in Galilea incontriamo Nahida, etnia drusa: con altre 14 donne sparse nella regione apre le porte di casa a chiunque voglia imparare a preparare i piatti tradizionali drusi, con contaminazioni israeliane: la lezione dura circa tre ore (65 euro, compreso il pranzo, www.galileat.com), dopodiché non ha prezzo gustare insieme le foglie di vite e zucchine ripiene di riso, zucca caramellata, kat’aif (pasta ripiena di formaggio e noci), torta di sesamo e curcuma. A Ein, Karem Shoshana è una radiosa madre di famiglia araba marocchina di fede ebraica che insegna, con altre donne, a fare un cus cus speciale (nella foto), condito da storie imperdibili (www.baitati- kek.co.il). A TEL AVIV la creatività è donna. Einat Rotfus è la fondatrice di Israel Designers Guild (designersguild.co.il), realtà nata due anni fa in collaborazione con le associazioni tessili dei produttori di Israele, che riunisce i migliori stilisti israeliani: giovani e pieni di idee, che per realizzare le loro creazioni spesso utilizzano tessuti e materiali del luogo. Guarda alla tradizione Michel Negrin, creatrice di gioielli di alta bigiotteria amati dalle star (www.michalnegrin.com); per il palato, è consigliabile una lunga sosta da Nanuchka (nella foto), affascinante ristoratrice che ha svoltato verso il veganesimo, in salsa georgiana, due anni fa (nanuchka.co.il). 4 I grattacieli si affacciano sulla spiaggia di Tel Aviv 5 IL BANKS OF THE FOYLE Halloween Carnival si svolge a Derry– Londonderry ed è stata nominata migliore destinazione al mondo in relazione ai festeggiamenti di Halloween. Gli appuntamenti di punta del festival di quattro giorni (28–31 ottobre) includono l’evento “Awakening the Walls”: intorno alle mura della città sfilano in costume duemila figuranti per 40mila spettatori. Derry,lasfilatapiùbella A DUBLINO i macabri appuntamenti del Bram Stoker Festival (27–30 ottobre), introducono l’arrivo di Halloween. Traendo ispirazione dall’eredità che l’autore dublinese Bram Stoker ha lasciato con il suo celeberrimo romanzo Dracula, il Bram Stoker Festival celebra il gotico ed il mistero con un ricco pacchetto di eventi. Tra i tanti il 27 ottobre la proiezione del classico film “Vampyr”, girato nel 1932 da Carl Theodor Dreyer, nello spettacolare scenario gotico della Cattedrale di San Patrizio. Vampyra Dublino 3 CON IL CRISTIANESIMO Samhain fu ribattezzato All Hallows’ Eve, cioè Vigilia di Ognissanti, e come tale giunto fino a noi nella sua forma contratta, appunto Halloween. Ma neanche il Cristianesimo scalfì le tradizioni millenarie: e fu così che gli irlandesi, quando furono costretti ad emigrare oltreoceano nell’800, portarono con sé, oltre a coraggio e intraprendenza, storia e cultura, il loro corpus di miti e leggende, Halloween compreso. AllHallows’ Eve 2 Eccoperché le lanterne 1 HALLOWEEN è una festa prettamente irlandese. Tutto ebbe inizio nell’Irlanda celtica come festa di fine estate, il cui nome era Samhain, il Capodanno celtico. I Celti credevano che il 31 ottobre il velo fra il mondo terreno e quello ultraterreno si assottigliasse al punto che gli spiriti dei defunti potessero passarci attraverso. Così accendevano falò per guidare gli spiriti benevoli, mentre si mascheravano per spaventare i demoni. www.ireland.com Dolcettooscherzetto? 5 buoni motivi per festeggiare IN QUELLA NOTTE a chi bussava alla porta si offriva cibo per propiziarsi le anime dei defunti: chi lo faceva riceveva fortuna, chi non lo faceva cadeva in disgrazia. E la frase “dolcetto o scherzetto” deriva da questa tradizione. Alezioneperimparareisegretidellacucina Nellacapitale ilregno della creatività