Un viaggio attraverso il mondo della prostituzione e della tratta delle schiave nel nostro paese, e un esempio di solidarietà come casa Rut, che si impegna ad accogliere e ridare dignità ogni giorno alle vittime della schiavitù. Casa Rut ci insegna che non c'è scarto che non possa fiorire.
La violenza di genere non ha passaporto, non ha residenza, né fede religiosa: la violenza contro le donne è una manifestazione delle relazioni di potere storicamente disuguali tra uomini e donne e produce danni e sofferenze fisiche, sessuali e/o psicologiche, ivi compresa la minaccia di tali atti, la coercizione e la privazione arbitraria di qualunque forma di libertà, fino ad arrivare al furto irreparabile della vita stessa.
La legge 180 è forse l'unica rivoluzione realizzata degli anni 70. Una rivoluzione che ancora oggi pone la sfida di riuscire ad andare oltre l'alterità del folle per metterci in relazione.
La violenza di genere non ha passaporto, non ha residenza, né fede religiosa: la violenza contro le donne è una manifestazione delle relazioni di potere storicamente disuguali tra uomini e donne e produce danni e sofferenze fisiche, sessuali e/o psicologiche, ivi compresa la minaccia di tali atti, la coercizione e la privazione arbitraria di qualunque forma di libertà, fino ad arrivare al furto irreparabile della vita stessa.
La legge 180 è forse l'unica rivoluzione realizzata degli anni 70. Una rivoluzione che ancora oggi pone la sfida di riuscire ad andare oltre l'alterità del folle per metterci in relazione.
1. NON PIU’ SCHIAVE
LA PROSTITUZIONE E LA TRATTA
CASA RUT, ESEMPIO DÌ SOLIDARIETA’
2. Con il termine prostituzione si indica l'attività
di chi offre prestazioni sessuali dietro
pagamento di un corrispettivo in denaro.
3. CI SONO VARI TIPI DI PROSTITUZIONE:
Femminile (la più diffusa e la più conosciuta)
Maschile
Transessuale che nella maggioranza si tratta di
donne transessuali o uomini travestiti
Minorile
Virtuale
Assistenti sessuali (servizio di natura sessuale
rivolto ai disabili che prevede un compenso
monetario)
Escort e accompagnatrici
Turismo sessuale
4. Nella Grecia antica esisteva sia
la prostituzione femminile che
quella maschile. Le prostitute,
che vestivano con abito
distintivo e pagavano le tasse,
potevano essere indipendenti ed
erano donne influenti;
Era spesso praticata da
adolescenti, come riflesso della
pederastia greca
Nell’antica Roma, il diritto
romano regolava con
diverse leggi la
prostituzione che era
praticata nei lupanari,
edifici siti fuori dalle città
aperti soltanto nelle ore
notturne. Le prostitute o
meretrici generalmente
erano schiave o
appartenevano ai ceti più
bassi.
Nel Medioevo la prostituzione era
comune, e solitamente tollerata nei
contesti urbani. Gli statuti di molte città
regolavano la prostituzione. Era, ad
esempio, spesso vietata vicino alle
mura della città o nelle aree prossime
agli edifici di rappresentanza.
5. LA PROSTITUZIONE NEL MONDO È REGOLAMENTATA GIURIDICAMENTE IN
MODO ESTREMAMENTE VARIEGATO: PASSANDO DA SOCIETÀ CHE
CONTEMPLANO UNA LEGALIZZAZIONE COMPLETA, AD ALTRE CHE NE
REPRIMONO LO SVOLGIMENTO PER MEZZO DELLA PENA DI MORTE.
La prostituzione è illegale
La prostituzione è legale ma è non regolamentata, mentre le
attività organizzate come lo sfruttamento e il favoreggiamento
sono illegali
La prostituzione è legale e regolamentata
6. Secondo la commissione Affari sociali della Camera, le
prostitute sarebbero in Italia dalle 50’000 alle 70’ 000.
Almeno 25’000 sarebbero immigrate, 2’000 minorenni e più
di 2’000 le donne e le ragazze ridotte in schiavitù e costrette
a prostituirsi. Il 65% delle prostitute lavora in strada, il
29,1% in albergo, il resto in case private. Il 94,2% delle
prostitute sarebbero donne, il 5% transessuali e lo 0,8%
travestiti. L'indagine non calcola il numero di prostituti
maschi o escort.
7. Per quanto riguarda i clienti, uno studio ha
rilevato che sono circa 9 milioni gli italiani
che, con motivazioni e cadenze diverse,
frequentano prostitute
8. Un esempio di paese dove la prostituzione è stata
legalizzata è la Germania, che con i suoi 3.500
bordelli, di cui 500 solo a Berlino e le sue 400 mila
lavoratrici, accumula una somma pari a 14.5
miliardi di euro, soldi che entrano nelle casse dello
stato sanando gran parte del debito pubblico.
10. PIA COVRE
Pia Covre oggi ha 68 anni. Alle spalle ha una lunga carriera
da prostituta. Che insieme alla collega Carla Corso nel
lontano 1982 ha fondato il Comitato per i diritti civili delle
prostitute, una sorta di sindacato, l’unico in Italia, che da
oltre 30 anni si batte per l’abolizione della legge Merlin, e
la legalizzazione della prostituzione e il riconoscimento del
lavoro sessuale, con tanto di diritti e doveri.
11. D’ALTRO CANTO:
“Il mestiere più vecchio del mondo in realtà è
la discriminazione più antica del mondo.
Nella società moderna, che ha come
obiettivo la parità di genere, la prostituzione
non può più essere considerata un istituto
necessario al buon funzionamento della
società”
12. “Sopporto ogni orrore e sono diventata un corpo che scintilla
e scintillare per tutte noi è innanzitutto sorridere. Voi avete
bisogno di comprarci sorridenti per placare i vostri sensi di
colpa, illudervi, nascondervi la semplice verità di star
pagando un corpo che ha anche un’anima che annega in un
mare di lacrime, ma a voi questo importa poco niente. Nei
nostri sorrisi, nella nostra sottomissione, annegate
l’impotenza e i conflitti con le vostre donne e la paura delle
paure, il maledetto correre nel tempo. Provate voi ad essere
posseduti!“
13. “Quante strigliate, quante botte e punizioni crudeli per
essermi rifiutata alle vostre pratiche più ripugnanti, a voi
non si può dire di no MAI! Siamo le più umili delle serve,
schiave prive di alcun diritto, corpi, orifizi, per ogni vostro
volere anche quello più sudicio e infame.”
14. “Alle volte sento mani accarezzarmi, sono mani gentili e
disinteressate, ma provo orrore, ne ho subite troppe delle
vostre mani frugarmi fin dentro l’anima e farne scempio,
l’avrei tanto voluta una carezza, una carezza vera di quelle
che come un venticello di primavera ti fanno sorridere
l’anima, sentirti viva e protetta, sentirti un essere umano.”
15. Quindici anni di resistenza e di passione, amore, coraggio.
Parole contro la morte, la fatica, l'annullamento. Suor Rita
Giaretta, religiosa orsolina, questo coraggio ce l'ha. Lo
dice e soprattutto lo pratica. Da diciotto anni. Partendo da
un segno concreto: Casa Rut.
16. È cominciata così, il 2 ottobre 1995, questa «avventura di
resurrezione» in una terra segnata da varie criticità e molta
esclusione sociale. Una piccola presenza di donne disponibili a
camminare insieme ad altre donne: le più emarginate, sfruttate,
stigmatizzate, quelle invisibili perché non le si voleva vedere.
Straniere, prostitute, schiave.
18. «"Io non so più chi sono", mi diceva una ragazza
appena arrivata, senza riuscire a smettere di
piangere e singhiozzare. "Io non mi sentivo più una
persona. Mi hanno fatta sentire un animale"»,
19. LE RELIGIOSE DI CASA RUT CHE HANNO
DECISO DI FARSI SEGNO DI QUESTA SFIDA
METTENDOSI «AL CENTRO». E NON IN
SENSO METAFORICO. LA COMUNITÀ,
INFATTI, SI TROVA PROPRIO NEL CENTRO
DI CASERTA.
20. All'inizio, non è stato facile farsi accettare dagli altri
condomini. «La paura e il sospetto fanno lavorare la
fantasia, ricorda la religiosa. Poi hanno imparato a
conoscerci. Per nome. Adesso è diventato "normale". Una
normalità voluta, ricercata.
«Stare in centro significa avere maggiore sicurezza. Ma
soprattutto significa togliere le ragazze dai luoghi dove
sarebbero sempre state, ai margini. Perché potessero
respirare, muoversi senza paura, avere accesso ai servizi e
alle opportunità che la città offre. Abitare il territorio come
fanno tutti. Sentirsi a pieno titolo cittadine».
22. Ma Suor Rita Giaretta non si è fermata,
ha scritto anche un libro, “NON PIU’
SCHIAVE”
Non più schiave è un libro nato dalla capacità riflessiva e attiva di
“stare dentro” le situazioni. Un filo rosso lo attraversa: il
riconoscimento e la difesa della dignità della donna. Ma è anche
un libro che racconta gesti di tenerezza e di cura che leniscono
ferite e infondono fiducia, parole che dicono impegno di vita e
pubblica presa di posizione a favore della donna oppressa, sogni
condivisi che hanno in sé l’ardire di liberare la speranza.
23. Io ho un nome, Atika, che tradotto in italiano
significa “speranza”, ho un cuore che ama e che
ogni giorno, pur in mezzo a mille difficoltà, resiste,
lotta e sogna per costruire un mondo migliore da
lasciare ai nostri figli. Sta a noi impegnarci per
costruire, insieme, un mondo più giusto e in pace.
NOI DONNE ABBIAMO UNA GRANDE
FORZA: LA FORZA DELL’AMORE, LA FORZA
DELLA VITA.”
24. "State molto attenti a far piangere una donna, che poi Dio
conta le sue lacrime! La donna e' uscita dalla costola
dell'uomo, non dai piedi perché dovesse essere pestata, non
dalla testa per essere superiore, ma dal fianco per essere
uguale.... un po’ più in basso del braccio per essere protetta,
e dal lato del cuore per essere Amata...."