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Messaggio della Consigliera per le Missioni_14 agosto 2021 ita
Messaggio della Consigliera per le Missioni_14 agosto 2020 ita
1. Roma, 14 agosto 2020
Carissime sorelle,
con grande gioia e riconoscenza vi saluto da Roma.
Dopo aver vissuto 17 giorni di ‘quarantena’, finalmente
abbiamo potuto integrarci nella comunità del Consiglio e
di Casa generalizia. Ringrazio tutte voi che ci avete
accompagnato con la preghiera e vi dico che veramente
abbiamo sentito la preghiera e la vicinanza di tante
sorelle. Un grazie di cuore! Anche in occasione della
morte di mio fratello, ho sentito molto la vicinanza
affettuosa di tante sorelle.
Vorrei manifestare un ringraziamento
particolare alle sorelle dell’Ispettoria “Maria
Ausiliatrice” (CMA), in modo speciale all’Ispettrice,
suor María Victoria Montoya, all’Economa
ispettoriale, suor Maríangela Restrepo, alla Direttrice
di Casa ispettoriale, suor Luisa Margarita Zuluaga, che
sempre ci hanno accompagnate con tanta cura, e all’economa
locale, suor Ross Mary Ramírez, che a tutto provvedeva, dal cibo agli altri bisogni personali. Un
grazie a tutte le sorelle per ogni delicatezza e premura che avete avuto verso di noi. Veramente ci
avete fatto sentire di CASA e a CASA durante il tempo di permanenza a Medellín. Quindi, lasciare la
Colombia non è stato così facile. A tutta l’Ispettoria, a ogni Comunità e sorella, un GRAZIE sentito di
cuore per il tempo che abbiamo vissuto insieme da sorelle nel vero spirito di famiglia, e anche per la
disponibilità dei mezzi che ci hanno permesso di continuare la missione di animazione dei nostri
Ambiti.
Ora, carissime sorelle, continuiamo ad accompagnare la situazione del mondo colpito dal
Covid-19, chiedendo il dono della guarigione, ma rimanendo anche in atteggiamento di gratitudine per
tutti i gesti di solidarietà e di vicinanza messi in atto da tante persone, da tanti volontari – credenti o
no – che hanno vissuto e continuano a mettere in pratica la “carità evangelica”, soccorrendo i più
bisognosi, donando il proprio tempo, offrendo aiuto materiale per colmare il dolore e la sofferenza
altrui.
Dopo aver celebrato, lo scorso 5 agosto, l’anniversario di fondazione dell’Istituto, vorrei oggi
proporvi l’incontro con Madre Mazzarello nella Lettera 56, indirizzata a suor Vittoria Cantù e alla
comunità di Montevideo - Villa Colón.
Nella lettera, scritta il 21 dicembre 1880, la Madre ringrazia per gli auguri ricevuti, comunica
notizie varie e raccomanda alle missionarie le virtù caratteristiche dello spirito salesiano.
Mi ha fatto molta impressione rendermi conto di quanto Madre Mazzarello richiami
l’atteggiamento della gratitudine.
Prima di tutto, subito all’inizio, esprime la sua gioia perché le sorelle di Montevideo - Villa
Colón stanno tutte in buona salute, ne ringrazia il Signore sollecitando anche loro a farlo. «Mi
rallegro prima di tutto nel sentire che siete tutte in buona salute e Dio ne sia ringraziato».
Nel quarto paragrafo, Madre Mazzarello - dopo aver annunciato la partenza della terza
spedizione missionaria (questo annuncio si trova anche nella lettera precedente n. 55) - ringrazia per
1
2. gli auguri ricevuti e per le preghiere: «Vi ringrazio di più ancora delle preghiere che prometteste di
farmi, continuate sempre [a] pregare per me».
Augurando alle sorelle di vivere le «belle virtù»: «umiltà, grande carità, obbedienza, pazienza,
sofferenza prima con voi stesse», spirito di povertà, di mortificazione della propria volontà, zelo e
fervore nel servizio del Signore, la Madre conclude: «Oh! Gesù vi riempia e vi consoli davvero di
tutte queste cose e voi ringraziatelo e corrispondete».
Carissime sorelle, sembra opportuno ricordarci di quanto sia bello coltivare un cuore
riconoscente, che non aspetta le grandi occasioni della vita per dire “grazie”, ma sa cogliere nel
quotidiano tutte le opportunità per rivolgere a Dio e alle persone una parola di gratitudine.
Come ha detto Papa Francesco: «Dobbiamo diventare intransigenti sull’educazione alla
gratitudine, alla riconoscenza: la dignità della persona e la giustizia sociale passano entrambe da qui.
[…] La gratitudine, poi, per un credente, è nel cuore stesso della fede: un cristiano che non sa
ringraziare è uno che ha dimenticato la lingua di Dio. Sentite bene: un cristiano che non sa ringraziare
è uno che ha dimenticato la lingua di Dio. […] “La gratitudine è una pianta che cresce soltanto nella
terra delle anime nobili”. Quella nobiltà dell’anima, quella grazia di Dio nell’anima ci spinge a dire
grazie, alla gratitudine. È il fiore di un’anima nobile» (Udienza Generale, 13 maggio 2015).
Vorrei anche condividere con voi l’invito che Madre Mazzarello fa alle sorelle missionarie
nella lettera già citata, e lo ripete per ben tre volte: «Fatevi coraggio». Questa espressione è segno di
quanto la Madre partecipi direttamente dei disagi e delle fatiche delle missionarie e maternamente
cerca di sollevarle da ogni pena: «Fatevi coraggio, adesso vi mandiamo l’aiuto, ai 20 o ai 26 di
Gennaio partiranno le suore destinate per costì». «Fatevi coraggio, amatevi, compatitevi l’una con
l’altra, avvisatevi a vicenda sempre con carità […]». «Fatevi coraggio e pregate tanto per me, io vi
assicuro che non vi dimentico mai nelle mie deboli preghiere».
Come e con Madre Mazzarello, mi sento di finire questo messaggio dicendo a ognuna di voi:
«Carissime sorelle, facciamo un po’ di bene finché abbiamo il tempo e le occasioni di farlo. […] Io
prego e pregherò Gesù […] per voi che [vi] dia le più elette benedizioni, prima una sanità spirituale e
poi anche gran robustezza temporale».
Vi raccomando vivamente di rileggere la Lettera 56 e lì scoprirete ‘la’ parola di Madre
Mazzarello molto speciale e particolare, che lei dirà a ognuna nel segreto del proprio cuore.
In preparazione al CG XXIV, preghiamo insieme: Maria, Madonna del Magnificat, riempi le
nostre giare con il vino della gratitudine e del coraggio. Insegnaci ad accogliere il tramonto di ogni
nostra giornata con un cuore pieno di riconoscenza.
Carissime sorelle, con un grazie per la vostra vicinanza e per avermi accompagnata in questo
tempo di confinamento, vi assicuro la mia preghiera. Rimaniamo in comunione fraterna! Un forte
abbraccio.
Consigliera per le Missioni
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