This document provides an overview of Tod's Group, an Italian luxury fashion company. It discusses the company's history, management structure, brands, and financial performance in 2013. The document also analyzes the luxury fashion industry and benchmarks Tod's financial ratios against competitors Gucci and Prada.
The document summarizes information about Tod's Group, an Italian luxury fashion company. It discusses the company's history, brands, business sectors, financial results, and corporate governance structure. Specifically, it notes that Tod's Group was established in the early 1900s and has grown from a family business into an international luxury group. It owns brands like Tod's, Hogan, Fay, and Roger Vivier that operate in the luxury and casual wear markets. The document also provides highlights of the company's financial statements, acquisition of Omotesando building in Tokyo, and commitment to transparency and social responsibility.
L'analisi si pone l'obiettivo di analizzare l'azienda dal punto di vista del mercato di riferimento, dall'aspetto economico-finanziario e attraverso un'analisi manageriale andando a suddividere il lavoro in varie fasi:
1) Analisi di redditività
2) analisi di sensitività
3) analisi di produttività
4) analisi manageriale
Based on millions of intentions expressed by shoe aficionados searching for luxury footwear products online, this first digital analysis of the luxury shoe industry brings a unique consumer-centric perspective on one of the fastest-growing luxury segment. It answers questions such as:
- What are the most desired luxury shoe brands?
- Which are the most in-demand shoe styles?
- Which markets are generating the most demand for luxury footwear brands?
- Which luxury footwear brands are the most engaging ones on Facebook and Twitter?
Jimmy Choo is a luxury shoe brand founded in London in 1996 by Jimmy Choo and Sandra Choi. It has since expanded globally and diversified its product line beyond shoes to include accessories. The brand aims to create high quality, luxurious products and has established flagship stores in major cities worldwide. It also focuses on corporate social responsibility through the Jimmy Choo Foundation which supports women's health and empowerment initiatives. The brand has been very successful financially under the leadership of CEO Pierre Denis and Creative Director Sandra Choi.
This document provides an overview of Tod's Group, an Italian luxury fashion company. It discusses the company's history, management structure, brands, and financial performance in 2013. The document also analyzes the luxury fashion industry and benchmarks Tod's financial ratios against competitors Gucci and Prada.
The document summarizes information about Tod's Group, an Italian luxury fashion company. It discusses the company's history, brands, business sectors, financial results, and corporate governance structure. Specifically, it notes that Tod's Group was established in the early 1900s and has grown from a family business into an international luxury group. It owns brands like Tod's, Hogan, Fay, and Roger Vivier that operate in the luxury and casual wear markets. The document also provides highlights of the company's financial statements, acquisition of Omotesando building in Tokyo, and commitment to transparency and social responsibility.
L'analisi si pone l'obiettivo di analizzare l'azienda dal punto di vista del mercato di riferimento, dall'aspetto economico-finanziario e attraverso un'analisi manageriale andando a suddividere il lavoro in varie fasi:
1) Analisi di redditività
2) analisi di sensitività
3) analisi di produttività
4) analisi manageriale
Based on millions of intentions expressed by shoe aficionados searching for luxury footwear products online, this first digital analysis of the luxury shoe industry brings a unique consumer-centric perspective on one of the fastest-growing luxury segment. It answers questions such as:
- What are the most desired luxury shoe brands?
- Which are the most in-demand shoe styles?
- Which markets are generating the most demand for luxury footwear brands?
- Which luxury footwear brands are the most engaging ones on Facebook and Twitter?
Jimmy Choo is a luxury shoe brand founded in London in 1996 by Jimmy Choo and Sandra Choi. It has since expanded globally and diversified its product line beyond shoes to include accessories. The brand aims to create high quality, luxurious products and has established flagship stores in major cities worldwide. It also focuses on corporate social responsibility through the Jimmy Choo Foundation which supports women's health and empowerment initiatives. The brand has been very successful financially under the leadership of CEO Pierre Denis and Creative Director Sandra Choi.
Nel 2013, in altro contesto, usavo questa slide all'interno di una presentazione più ampia. Citavo Whatsapp, Grom e Cruciani come esempi di aziende di grande successo che, in campi diversi, non avevano inventato nulla: lo avevano semplicemente ripensato. Alcuni mesi dopo Whatsapp venne venduta a Facebook, oggi è stata la volta di Grom con Unilever. Cruciani, ti stiamo aspettando.
Nel 2013, in altro contesto, usavo questa slide all'interno di una presentazione più ampia. Citavo Whatsapp, Grom e Cruciani come esempi di aziende di grande successo che, in campi diversi, non avevano inventato nulla: lo avevano semplicemente ripensato. Alcuni mesi dopo Whatsapp venne venduta a Facebook, oggi è stata la volta di Grom con Unilever. Cruciani, ti stiamo aspettando.
1. Piumini d’oro
Oggi parte la quotazione di Moncler, storica azienda produttrice di abbigliamento invernale che, tra alti e bassi,
ha saputo rilanciarsi e diventare un best seller nel suo segmento di mercato. Chi non è più giovanissimo, e tra
noi immagino ce ne sia più d’uno, ricorderà i mitici anni ’80 e il fenomeno dei “paninari” che, infestando le
metropoli, calzavano Timberland e indossavano, per l’appunto, il piumino Moncler.
Fenomeno così popolare, quello del paninaro, da diventare una macchietta televisiva nella trasmissione Drive In
(che, per inciso, nasceva esattamente trent’anni fa) e renderlo noto al pubblico di massa. O forse è il fenomeno
stesso che ha fatto diventare famoso Enzo Braschi, il comico che ne faceva la parodia. Ma non ci interessa.
In ogni caso, l’azienda nata in Francia a cavallo degli anni ’50 a Monestier de Clermont (da cui l’acronimo
Moncler) dopo un periodo di fulgore, non certo e non solo per il succitato fenomeno, iniziò un declino che la
fece scivolare ai margini delle mode del momento. E’ solo negli anni 2000, col passaggio di proprietà in mani
italiane, prima quelle di Finpart e poi di Remo Ruffini, attuale dominus, che il noto marchio riprende vigore fino
a diventare un brand riconosciuto in tutto il mondo.
In mezzo, in questi anni, ad aiutare Ruffini ci sono stati due fondi di private equity stranieri, Eurazeo (Francia) e
Carlyle (Usa), che fino a oggi ne detenevano complessivamente la maggioranza, e più recentemente un’azienda
italiana, la Tamburi Investment Partners, merchant bank presieduta da Giovanni Tamburi.
Fin qui, con grande sintesi, l’excursus storico. E siamo a oggi. Ne parlo perché, a prescindere dall’inevitabile
botto di oggi sul mercato, considerando l’attesa, l’enorme richiesta (trenta volte superiore all’offerta) e i numeri
aziendali, ci sono due aspetti che mi piace evidenziare.
Il primo. Ci sono diversi motivi per cui un’azienda decide di quotarsi (finanziare la crescita, internazionalizzare
l’impresa, ecc), e tra questi la “legittima” aspirazione a fare cassa. Bene. Ciò che rende assolutamente
particolare questa quotazione è che, per quanto risulta, a vendere parte delle proprie quote saranno i due fondi
di private equity, ma non Remo Ruffini che quindi diventerà primo azionista di Moncler. A mia memoria è il
primo caso di un’imprenditore che, rilevata un’azienda dieci anni prima e decuplicato il fatturato in quel lasso
di tempo, ritiene di non monetizzare almeno una parte della sua fatica, ma resta totalmente investito. Chapeau.
Il secondo. Moncler, al pari di Ferragamo, Tod’s, Luxottica (e poche altre, per la verità) rappresenta la conferma
di come in Italia esista capacità imprenditoriale, lungimiranza e qualità in un segmento di mercato,
genericamente definito del lusso, che è certamente un fiore all’occhiello del nostro Paese.
Moncler è e continuerà a essere un caso di successo, e chi vi investirà con ogni probabilità resterà soddisfatto.
Che sia di esempio per altre aziende che potrebbero, al pari di quelle citate, contribuire alla crescita dell’Italia.
E che sia di monito per quei piccoli uomini che ci governano o che stanno all’opposizione: cambino registro e
puntino pesantemente su quelle eccellenze che esprimiamo in quei settori che tutto il mondo ci invidia: lusso,
turismo, cucina, arte.
Numero 20 del 16 dicembre 2013
Marcello Agnello