Le mascherine sono dispositivi che fino a un anno fa eravamo abituati a vedere solo negli ospedali e negli ambulatori medici, indossati dal personale sanitario. Oggi invece rappresentano il primo strumento di difesa e contrasto alla diffusione del Covid-19 e sono quindi entrate a far parte della vita quotidiana di ognuno di noi. Per legge, in quasi ogni paese del mondo, è obbligatorio avere sempre con sé una mascherina in tessuto, chirurgica o ffp2 e indossarla quando si è fuori casa.
Studi condotti in tutto il mondo dimostrano che le mascherine certificate di buona qualità possono fornire una barriera efficace per particelle e goccioline (cosiddette “droplet”) che potrebbero essere responsabili della diffusione del virus e quindi della propagazione del contagio.
Le mascherine hanno infatti lo scopo di impedire la diffusione sia delle goccioline più grandi che delle particelle di aerosol più piccole che espiriamo, catturando queste particelle quando fuoriescono dalle nostre vie respiratorie mentre tossiamo, starnutiamo o parliamo. Queste particelle possono trasportare una significativa carica virale che può sopravvivere per periodi di ore o addirittura giorni e per questo è importante che non entrino in contatto con altre persone.
Indossare una mascherina chirurgica significa principalmente proteggere gli altri, ma può anche fornire un livello di protezione base a chi lo indossa. Diverso è il discorso per le mascherine FFP2, che invece proteggono chi le indossa.
1.
Mascherine chirurgiche e ffp2
Caratteristiche, utilizzi e differenze
Realizzato da
Farma Services Srl
www.onfarma.it
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2.
Sommario
Introduzione 3
Quando e come usare la mascherina 5
Le mascherine anti-covid in Italia e in Europa: come sono utilizzate nei diversi paesi 7
Caratteristiche delle mascherine chirurgiche: quando e come usarle 10
Caratteristiche delle mascherine FFP2: quando e come usarle 16
Che differenze c’è tra mascherine chirurgiche e FFP2? 23
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3.
Introduzione
Le mascherine sono dispositivi che fino a un anno fa eravamo abituati a vedere solo
negli ospedali e negli ambulatori medici, indossati dal personale sanitario. Oggi invece
rappresentano il primo strumento di difesa e contrasto alla diffusione del Covid-19 e
sono quindi entrate a far parte della vita quotidiana di ognuno di noi. Per legge, in quasi
ogni paese del mondo, è obbligatorio avere sempre con sé le mascherine in tessuto,
chirurgiche o ffp2 e indossarla quando si è fuori casa.
Nella maggior parte dei casi, si ritiene che il Covid-19 sia trasmesso da persona a
persona principalmente attraverso le vie respiratorie con goccioline e aerosol prodotti
quando si respira, si parla o si tossisce, inalati o depositati sulle membrane mucose.
Il contagio avviene principalmente in luoghi chiusi affollati o in spazi limitati come i luoghi
di lavoro (uffici o fabbriche), chiese, ristoranti, bar, negozi, centri commerciali e mezzi di
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4.
trasporto. Occasioni di contagio sono anche quelle che radunano un alto numero di
persone che si trovano a stare a stretto contatto, come matrimoni, feste e anche eventi
all'aperto con grandi folle.
La prossimità fisica e la possibilità di entrare in contatto con goccioline e aerosol infetti
sono la causa del contagio, le misure che possono impedirlo sono quindi il
distanziamento sociale (almeno due metri), l’igiene delle mani e l’utilizzo di mascherine
anti-covid.
Studi condotti in tutto il mondo dimostrano che le mascherine certificate di buona qualità
possono fornire una barriera efficace per particelle e goccioline (cosiddette “droplet”)
che potrebbero essere responsabili della diffusione del virus e quindi della propagazione
del contagio.
Le mascherine hanno infatti lo scopo di impedire la diffusione sia delle goccioline più
grandi che delle particelle di aerosol più piccole che espiriamo, catturando queste
particelle quando fuoriescono dalle nostre vie respiratorie mentre tossiamo, starnutiamo
o parliamo. Queste particelle possono trasportare una significativa carica virale che può
sopravvivere per periodi di ore o addirittura giorni e per questo è importante che non
entrino in contatto con altre persone.
Indossare le mascherine chirurgiche significa principalmente proteggere gli altri, ma può
anche fornire un livello di protezione base a chi lo indossa. Diverso è il discorso per le
mascherine FFP2, che invece proteggono chi le indossa. Più avanti vedremo la
differenza tra questi due dispositivi.
Il principio importante da comprendere è che, nella lotta al Coronavirus, i comportamenti
sono tanto più efficaci se sono adottati da tutta la collettività: se tutti indossano una
protezione per naso e bocca, c'è un livello di protezione più alto poiché le goccioline
potenzialmente dannose vengono espulse nell'aria.
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5.
Quando e come usare la mascherina
L’uso delle mascherine è sempre raccomandato in spazi chiusi, come bar, ristoranti,
negozi, uffici, luoghi di lavoro e anche in casa, se in presenza di persone non conviventi.
È bene indossare la mascherina anche all’aperto in tutti i casi in cui non si può essere
sicuri di mantenere la distanza dalle altre persone, specie se si è in luoghi affollati (che in
ogni caso è meglio evitare).
Gli anziani e le persone in cattiva condizione di salute o immuno-depresse dovrebbero
indossare mascherine protettive sempre in presenza di altre persone, anche familiari.
Stesso vale per chi presenta sintomi di Covid-19 e vive in casa con altre persone.
L'uso di mascherine protettive integra e non sostituisce le altre misure di prevenzione del
contagio che sono raccomandate (o imposte per legge) per ridurre la trasmissione del
virus nella comunità, come:
● rispettare il distanziamento sociale;
● restare in casa quando ci si ammala o si hanno sintomi sospetti;
● osservare un’igiene meticolosa delle mani ed evitare di toccare il viso, il naso, gli
occhi e la bocca;
● lavorare da casa (telelavoro) quando possibile;
● ventilare adeguatamente gli spazi chiusi in cui si vive o si lavora;
Quando si indossa una mascherina o una protezione per il viso, è importante seguire
alcune regole per usarle in modo sicuro:
● la mascherina dovrebbe coprire completamente il viso dal ponte del naso fino al
mento;
● deve essere regolata correttamente sul ponte del naso e sul viso per ridurre al
minimo lo spazio aperto tra il viso e la mascherina;
● le mani devono essere pulite con acqua e sapone o con disinfettante per le mani
a base di alcool prima di indossare e togliere la mascherina;
● la mascherina deve essere rimossa da dietro quando la si toglie e bisogna evitare
di toccare il lato anteriore se la si vuole riutilizzare;
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6.
● le mascherine per il viso usa e getta come quelle chirurgiche devono essere
smaltite in modo sicuro dopo l'uso;
● immediatamente dopo aver rimosso la mascherina, le mani devono essere lavate
o disinfettate con disinfettante per le mani a base di alcol;
● le mascherine lavabili e riutilizzabili devono essere lavate il prima possibile dopo
ogni utilizzo, seguendo le istruzioni del produttore. Le comuni mascherine in
cotone possono essere lavate a 60 °C con un comune detersivo.
In Italia, è obbligatorio per tutte le persone al di sopra dei 6 anni indossare la mascherina
antivirus nei locali pubblici, all’interno dei negozi, sui trasporti pubblici e anche all’aperto
in tutte le situazioni in cui non sia possibile mantenere il distanziamento sociale. Quando
si è fuori casa, è comunque obbligatorio averla sempre con sé.
Le mascherine non sono tutte uguali. Soprattutto, non garantiscono tutte la stessa
efficacia. Le mascherine di cotone colorate sono sicuramente più gradevoli a livello
estetico, ma non offrono lo stesso livello di protezione delle mascherine chirurgiche o
ffp2 con marchio CE.
Quando si acquistano le mascherine bisogna fare attenzione a cosa si compra, se non
sono dispositivi medici e se non hanno la certificazione CE il loro livello di protezione è
molto ridotto, se non assente.
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7.
Le mascherine anti-covid in Italia e in Europa: come sono
utilizzate nei diversi paesi
Ad oggi, esistono ancora differenze significative tra i paesi europei per quanto riguarda
l’uso delle mascherine all'esterno per prevenire il contagio da coronavirus (COVID-19),
principalmente a causa della diversa legislazione nei paesi in materia.
Secondo i risultati di uno studio Gallup, oltre il 96% degli intervistati spagnoli ha
dichiarato di aver sempre indossato una mascherina per il viso all'esterno nella settimana
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8.
precedente, mentre una quota significativa di intervistati nei paesi nordici non aveva
indossato affatto una mascherina protettiva.
L’Italia è al secondo posto, con il 94% delle persone che usano la mascherina quando si
trovano fuori casa. Segue la Francia, mentre gli altri paesi europei mostrano percentuali
nettamente più basse. Questi dati mostrano che imporre per legge l’utilizzo della
mascherina è determinante per condizionare il comportamento degli individui che, se
non obbligati, tendono a trascurare il rispetto delle misure di prevenzione del contagio
da Covid-19.
L’ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control) ha pubblicato il Rapporto
sull’utilizzo delle mascherine facciali di tipo medico (chirurgiche o altro dispositivo
medico) e di tipo non medico nelle persone non malate per contrastare la diffusione del
nuovo coronavirus nella comunità da parte di chi è in fase pre sintomatica o asintomatica.
Il Rapporto l’ECDC evidenzia che:
● L'uso di mascherine facciali di tipo medico (chirurgiche o altro dispositivo medico)
da parte degli operatori sanitari deve avere la priorità sull'uso delle mascherine da
parte dei cittadini.
● L'uso di mascherine facciali in pubblico può servire come mezzo di controllo per
ridurre la diffusione dell'infezione nella comunità minimizzando l'escrezione di
goccioline respiratorie da individui infetti che non hanno ancora sviluppato sintomi
o che rimangono asintomatici. Non è noto quanto l'uso delle mascherine facciali
nella comunità possa contribuire a una riduzione della trasmissione oltre alle altre
contromisure.
● L'uso di mascherine facciali nella comunità può essere preso in considerazione
specialmente quando si visitano spazi affollati e chiusi, come negozi di alimentari,
centri commerciali o quando si utilizzano i mezzi pubblici, ecc.
● Si può prendere in considerazione l'uso di mascherine facciali non mediche
realizzate con vari tessuti, specialmente se - a causa di problemi di fornitura - le
mascherine mediche devono essere utilizzate prioritariamente come dispositivi di
protezione individuale da parte degli operatori sanitari. A supporto dell'uso di
mascherine non mediche come mezzo di controllo della fonte di infezione
esistono evidenze scientifiche indirette e limitate.
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9.
● L'uso di mascherine facciali nella comunità deve essere considerato solo come
una misura complementare e non in sostituzione delle misure preventive
consolidate, come, ad esempio, il distanziamento fisico, l’igiene respiratoria (tra
cui tossire o starnutire in un fazzoletto monouso o nella piega del gomito per
evitare di trasmettere agli altri le goccioline con le secrezioni respiratorie), l’igiene
meticolosa delle mani e l’evitare di toccarsi con le mani il viso, il naso, gli occhi e
la bocca.
● L'uso appropriato e corretto delle mascherine facciali è fondamentale affinché la
misura sia efficace e può essere migliorato attraverso campagne educative.
● Le raccomandazioni sull'uso delle mascherine facciali nella comunità dovrebbero
tenere attentamente conto delle lacune delle prove di efficacia, della situazione
dell'offerta e dei potenziali effetti collaterali negativi.
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10.
Caratteristiche delle mascherine chirurgiche: quando e
come usarle
Le mascherine chirurgiche sono dispositivi medici (DM) che servono a ridurre
l’esposizione a sostanze dannose quali polveri, polveri sottili, liquidi, aerosol, virus e
batteri.
In seguito al propagarsi della pandemia da Coronavirus-19, le mascherine chirurgiche
sono diventate un’ oggetto di uso quotidiano da indossare o avere sempre con sé.
Esistono molti tipi di mascherine ed è importante conoscere le caratteristiche di ogni
tipologia e il diverso grado di protezione che offrono, per essere sicuri di acquistare il
prodotto giusto che risponde alle nostre esigenze.
Le mascherine chirurgiche sono i dispositivi medici monouso più diffusi, più facili da
reperire e più economici.
Il loro scopo è proteggere chi le indossa e le persone circostanti da particelle di sostanze
patogene o meno e creare un filtro tra le proprie e altrui secrezioni respiratorie, chiamate
droplets, potenzialmente infette.
Le mascherine chirurgiche non sono Dispositivi di Protezione Individuale, come spesso
vengono definite. Queste, infatti, non proteggono totalmente dal contagio al Coronavirus
o qualsiasi altro agente patogeno.
Le mascherine chirurgiche sono un dispositivo di protezione individuale monouso (usa e
getta), solitamente composte da un triplo strato di tessuto non tessuto in poliestere o
polipropilene, con un ferretto all’altezza del naso per modellare il più possibile la
mascherina al viso e degli elastici alle estremità da avvolgere alle orecchie per poter
essere indossate.
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11.
Lo strato più interno è realizzato in Spun Bond, ovvero in tessuto non tessuto
completamente in polipropilene. Il suo scopo è quello di intrappolare l’umidità del respiro
di chi la indossa. Inoltre, è un materiale ipoallergenico, ovvero non causa allergia.
Lo strato intermedio, invece, è in Mel Blown, un altro tipo di tessuto non tessuto in
polipropilene ma ad alta densità, ovvero le fibre sono intrecciate in maniera
tridimensionale e molto fitta tra di loro in modo da aumentarne il potere filtrante e
intrappolare quante più particelle possibili, anche di dimensioni piccole.
Infine, lo strato esterno è composto come lo strato interno, ovvero in Spun Bond, a cui
viene applicato uno strato di materiale idrofobo, ovvero impermeabile a droplets e
vapore. Con l’utilizzo nel tempo, però, questo strato tende a perdere il suo effetto
idrofobo, ecco perché le mascherine chirurgiche sono monouso.
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La mascherina chirurgica può essere definita Dispositivo Medico solo se certificata
secondo le normative vigenti. In commercio ce ne sono molte con false certificazioni, se
non assenti, com’è stato rilevato di recente da alcuni studi e indagini giornalistiche.
In un articolo del Corriere del 28 febbraio, ad esempio, viene riportata la denuncia di una
società italiana – anonima – contro mascherine Ffp2 provenienti dalla Cina e vendute
con il certificato CE nonostante non soddisfino i requisiti di sicurezza necessari,
fondamentali per affrontare l’emergenza Covid 19. Ad aver fornito la certificazione
sarebbe stata una società turca di Instanbul, la Universal Certification, titolata a rilasciare
il marchio CE 2163 riportato sulle mascherine contestate.
Le mascherine contestate riportano il marchio CE 2163, la certificazione fornita dalla
società turca a numerose aziende cinesi che vendono le proprie Ffp2 in Europa. Risulta
estremamente semplice cercarle e trovarle online, persino su Amazon. Si trovano anche
in alcuni supermercati al modico prezzo di 0,99 centesimi l’una. Il marchio CE 2163 è ben
visibile sia sulla mascherina che sulla confezione, ed è in quest’ultima che si nota la
dicitura relativa all’ente certificatore: Universal Certification di Instanbul.
Non è detto che le mascherine con il marchio contestato, vendute anche in alcune
farmacie, siano non a norma. Il rischio che si corre, in particolare online, è quello relativo
alle truffe da parte di aziende che sfruttano illecitamente il marchio.
Le mascherine Ffp2 vanno sempre acquistate controllando che all’esterno ci sia scritto “a
norma Uni En 149:2001”, per essere sicuri che si tratti proprio di una mascherina Ffp2. E
bisogna diffidare in caso si evidenzino difetti di qualità, come la mancata aderenza al
volto, il distacco degli elastici o forme differenti tra una mascherina e l’altra. Una Ffp2
deve aderire bene al volto e la qualità deve essere costante. Quando ci sono difetti che
saltano agli occhi, nasce il sospetto che non siano a norma.
Utilizzare una mascherina chirurgica non certificata è come non indossarla: non si è
protetti in alcun modo dal contagio da Coronavirus e non si proteggono le altre persone.
A partire dal mese di luglio 2020, per legge le mascherine chirurgiche senza
certificazione UNI-EN non possono essere più utilizzate in Italia.
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13.
Le mascherine chirurgiche, per essere realmente efficaci, devono essere accompagnate
da una certificazione rispondente alla normativa tecnica UNI EN 14683:2019.
Le varie sigle sono acronimi, nello specifico:
● UNI: indica la sigla dell’Ente nazionale italiano di unificazione, ovvero
un’associazione privata che redige e condivide le norme tecniche di tutti i settori
sia commerciali sia industriali. Questa sigla viene apposta su tutti i prodotti e
dispositivi conformi alle norme tecniche stabilite;
● EN: indica la sigla di tutte le norme redatte dal comitato europeo che prende il
nome di Organismo di Normazione Europea. Tutti i Paesi che fanno parte
dell’Unione Europea devono obbligatoriamente rispettare le normative emanate
da questo comitato.
● 14683:2019: è il numero della norma con la data. Questa norma specifica i requisiti
fondamentali di progettazione, fabbricazione e prestazione e i metodi di prova per
le mascherine facciali ad uso medico, ovvero quelle che devono limitare la
trasmissione di agenti patogeni tra personale medico e pazienti, sia durante gli
interventi chirurgici sia in altri contesti medici.
La normativa UNI EN 14683 classifica le mascherine chirurgiche in base al livello di
efficacia filtrante in quattro tipi differenti:
● Tipo I: efficacia filtrante dei batteri verso l’esterno superiore al 95%, verso l’interno
20%;
● Tipo II: efficacia filtrante dei batteri verso l’esterno superiore al 98%, verso
l’interno 20%;
● Tipo IR e IIR: mascherine che hanno subito dei test di resistenza alla proiezione
dove le mascherine chirurgiche di Tipo IIR sono quelle con resistenza maggiore.
Inoltre, le mascherine chirurgiche sono prima di tutto un dispositivo medico (DM) e,
quindi, devono anche rispettare la normativa generale dei dispositivi medici, ovvero la
Direttiva 93/42/CEE, che specifica tutti i requisiti che devono avere tutti gli accessori e
dispositivi medici per poter essere commercializzati ed utilizzati in sicurezza.
Le caratteristiche fondamentali delle mascherine chirurgiche devono essere:
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● La traspirabilità, infatti non sono totalmente impermeabili e non permettono il
ristagno del vapore;
● La resistenza agli schizzi di liquidi;
● La pulizia dai microbi;
● L’efficienza nel filtrare ingresso e fuoriuscita di virus e batteri.
In ogni caso, la mascherina chirurgica certificata deve possedere i requisiti minimi di
traspirabilità ed efficacia filtrante.
Inoltre, per avere la sicurezza della certificazione conforme alle normative vigenti, le
mascherine chirurgiche devono essere registrate presso la banca dati AIFA.
In pratica, le mascherine chirurgiche devono essere accompagnate da una dichiarazione
di conformità ai sensi del Regolamento UE 425/2016, tale certificazione deve contenere:
● Nome e numero di identificazione dell’organismo notificato, ovvero dell’ente o del
laboratorio di prova che ha valutato e testato la conformità delle mascherine
chirurgiche. Tale ente o laboratorio deve essere autorizzato dal Governo e
notificato alla Commissione Europea;
● Nome e indirizzo del fabbricante o del mandatario;
● Numero del Tipo, ovvero il numero di identificazione;
● Dichiarazione che attesti la soddisfazione dei requisiti fondamentali di salute e
sicurezza;
● Dichiarazione di applicazione di tutte o parte delle normative;
● Dichiarazione di applicazione di eventuali altre specifiche tecniche;
● L’indicazione della classe di protezione o livello di prestazioni;
● La data di produzione e quella di scadenza;
● Eventualmente, i parametri del modello di mascherina;
● Eventualmente, le condizioni di rilascio del dispositivo.
Come riconoscere un marchio autentico da uno falsificato? Semplice: il marchio deve
prevedere uno spazio tra la lettera C e la lettera E arrotondata “C E” mentre se si
presenta scritto “CE” senza lo spazio di separazione, la certificazione è falsa.
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15.
Come abbiamo visto, le mascherine chirurgiche sono solitamente composte da un triplo
strato di materiale in poliestere progettato e realizzato in maniera tale da filtrare l’entrata
e l’uscita di particelle solide, liquide e gassose prodotte con il respiro o presenti nell’aria
dell’ambiente circostante.
Purtroppo, le mascherine chirurgiche non forniscono una protezione adeguata contro le
particelle molto piccole e per ottimizzare la protezione bisogna seguire le regole che
abbiamo visto in uno dei paragrafi precedenti, ma in ogni caso non c’è mai una perfetta
aderenza tra viso e mascherina chirurgica rispetto ad altri tipi di mascherine.
Infine, proprio per tutte queste caratteristiche, le mascherine chirurgiche proteggono
maggiormente non chi le indossa ma chi lo circonda. Per questo, come abbiamo detto in
precedenza, è necessario osservare anche tutte le altre misure di protezione come il
distanziamento sociale e l’igiene delle mani.
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16.
Caratteristiche delle mascherine FFP2: quando e come
usarle
Le mascherine FFP2 sono dispositivi di protezione individuale (DPI) che hanno lo scopo
di proteggere in modo efficace da virus, batteri, aerosol (droplets) e polveri finissime
l’indossatore e tutti coloro che gli sono attorno.
Sono anche chiamate respiratori facciali o mascherine filtranti KN95 FFP2 e sono tra i
dispositivi di protezione individuale più diffusi e, ormai, di facile reperimento in seguito
all’emergenza sanitaria provocata dalla pandemia di Coronavirus.
Le mascherine FFP2 aderiscono completamente al viso e sono in grado di filtrare oltre il
95% delle particelle PM2.5 ovvero particelle con diametro di 2.5 micron.
Infatti, le mascherine FFP2 sono le uniche in grado di fornire una protezione maggiore e
abbastanza sicura dagli agenti patogeni, infatti sono classificate come DPI di classe III,
ovvero la classe di protezione individuale più alta.
Erano utilizzate soprattutto da chi svolgeva professioni in cui era previsto il contatto con
polveri finissime o altri agenti inquinanti, ma a causa della pandemia di Sars-Covid-19
sono diventate un’oggetto di uso comune.
Le mascherine filtranti FFP2 sono costituite da quattro a sei strati sovrapposti di diversi
materiali che, complessivamente, hanno un potere filtrante fino al 95% delle particelle
con diametro di 2.5 micron.
I vari strati sono così strutturati in sequenza dall’interno all’esterno del dispositivo:
● Strato interno: è in tessuto non tessuto, anallergico e delicato in modo da non
irritare la pelle ed essere facilmente indossate. Inoltre, ha un potere adsorbente
su saliva e aria espirata in modo da ripristinare i livelli di umidità ideale nella
mascherina;
● Strato filtrante elettrostatico: ha una struttura fitta e compatta con potere
elettrostatico per trattenere le particelle di piccole dimensioni;
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● Strato filtrante: è costituito da 2-4 strati in tessuto non tessuto di polipropilene con
tecnologia Meltblown. Questi strati sono caratterizzati da un reticolo di fibre
intrecciate tra di loro ad alta densità con potere filtrante. In alcune mascherine,
uno di questi strati può essere realizzato in carbone attivo, che ha la caratteristica
di essere poroso e trattenere la maggior parte delle particelle e agenti patogeni;
● Strato esterno: è in tessuto non tessuto in polipropilene, isola la parte esterna
della mascherina da droplets, liquidi e altri tipi di particelle di grandi dimensioni.
Per rendere idrorepellente questo strato, solitamente vi viene effettuato un
trattamento idrofobo.
Completano la mascherina FFP2 il ferretto nasale, che si modella alla parte superiore del
naso per adattarsi meglio al viso di chi la indossa, e laccetti elastici, che passano dietro la
nuca o le orecchie per reggere la mascherina e aderire correttamente al volto.
Le mascherine FFP2 possono essere anche dotate di valvola di espirazione, il cui scopo
è solo quello di favorire una respirazione più facile poiché l’espirazione emessa da chi le
indossa fuoriesce dalla valvola.
Per questo motivo le mascherine con valvola di qualsiasi tipo non sono sicure, poiché chi
è potenzialmente portatore di virus e batteri e le indossa può facilmente trasmettere il
contagio a chi lo circonda con l’espulsione dell’aria.
Le mascherine FFP2 possono essere utilizzate per la durata di un ciclo lavorativo di 8-10
ore circa, in ambiente contaminato. Quindi possono essere utilizzate per più giorni se si
usano solo per poche ore/minuti giornalieri, a patto che permettano la normale
respirazione, siano pulite e non contengano polveri.
Dopo queste ore di utilizzo complessivo devono essere gettate, ma normalmente sulla
confezione ci sono le indicazioni di quanto tempo possono essere utilizzate e se
possono essere riutilizzate dopo averle indossate la prima volta.
Infatti, se sulla confezione o sulla mascherina c’è la sigla “R” significa che sono
riutilizzabili, mentre se la sigla apposta è “NR”, significa che non è possibile riutilizzarla
(es.: FFP2 NR).
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Quando indossate per poche ore e nel caso possano essere riutilizzate, è bene pulire la
mascherina nebulizzando sulla loro superficie una soluzione disinfettante contenente
dell’alcol almeno a 70%, per poi riporle e conservarle in un luogo asciutto e non
contaminato.
Oltre alla sigla NR, sulla mascherina FFP2 è possibile trovare anche la sigla “D”, che
indica che la mascherina è stata sottoposta a test di intasamento.
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Il test di intasamento serve a sottolineare le prestazioni delle mascherine in condizioni
critiche, quindi se sulle mascherine è presente la lettera D le mascherine hanno superato
il test ed hanno una minore resistenza respiratoria rispetto alle mascherine che non
hanno superato il test di intasamento.
Esempio: FFP2 NRD, mascherina FFP2 non riutilizzabile che ha superato il test di
intasamento.
Se sulla mascherina c’è apposta la sigla KN95, significa che quella mascherina è stata
prodotta in Cina, dove viene prevista la classe di filtrazione KN95 che equivale al
filtraggio di almeno 95% di particelle esterne, come tutte le mascherine certificate FFP2
europee.
Quando si acquista una mascherina FFP2 bisogna stare attenti alle certificazioni perché
spesso vengono commercializzate anche mascherine senza certificazione o
accompagnate da certificazioni false.
Il primo controllo che deve essere fatto è che sia presente (sulla confezione o nei
documenti che accompagnano le mascherine) il nome del produttore, poiché bisogna
controllare che il tipo di mascherina prodotto sia stato approvato e registrato presso
l’Inail, informazioni consultabili sul sito web.
Se invece presentano la scritta “CE” bisogna controllare se l’ente certificatore è
convalidato dalla Comunità Europea. Inoltre, in caso di marchiatura “C E” possiamo
effettuare già un test visivo: se è presente lo spazio tra la C e la E arrotondata il marchio
è vero, se lo spazio è assente (CE) si tratta di una marchiatura falsa.
In ogni caso, le mascherine FFP2 devono essere progettate, prodotte e
commercializzato seguendo le specifiche tecniche della normativa UNI EN 149:2001 +
A1:2009. I prodotti e i dispositivi con la sigla UNI sono conformi alle norme tecniche
stabilite poiché la sigla sta per Ente Nazionale Italiano di Unificazione, un’associazione
privata che si occupa di redigere e condividere le norme tecniche sia dei settori
industriali sia di quelli commerciali. EN è la sigla di tutte le norme che l’Organismo di
Normazione Europea ha redatto: tutti i paesi dell’Unione Europea devono rispettare le
norme emanate da questo ente. Infine, 149:2001, indica il numero della norma seguita
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dalla data in cui è stata emanata, mentre la dicitura + A1:2009 indica la sostituzione e
l’aggiornamento di tale norma nel 2009.
La norma in questione indica tutte le caratteristiche tecniche e requisiti minimi che tutti i
respiratori facciali commercializzati devono rispettare con i relativi test a cui devono
essere sottoposti, sempre secondo i requisiti della direttiva Europea sui dispositivi di
protezione individuali.
Inoltre, in questa norma vengono indicate tutte le classificazioni dei dispositivi di
protezione individuale monouso e tutti gli altri requisiti che devono rispettare, sia nel
momento di progettazione, sia in quello di realizzazione, sia nel momento della
commercializzazione.
I test fondamentali a cui le mascherine FFP2 devono essere sottoposte e che devono
superare per ottenere l’approvazione dei requisiti minimi, sono:
● Prova di resistenza respiratoria;
● Prova di perdita di tenuta verso l’interno;
● Prova di penetrazione del materiale filtrante;
● Test di infiammabilità;
● Test di tenore di anidride carbonica;
● Pratiche di impiego;
● Test di intasamento.
La dichiarazione di conformità delle mascherine FFP2 deve essere conforme al
Regolamento UE 425/2006 e, quindi, deve contenere:
● Nome e numero di identificazione dell’organismo notificato, ossia l’ente o il
laboratorio che ha effettuato le valutazioni e i test di conformità delle mascherine
FFP2. L’ente o laboratorio in questione deve essere autorizzato dal Governo e
notificato alla Commissione Europea;
● Nome e indirizzo del produttore;
● Dati di identificazione del dispositivo di protezione individuale;
● Dichiarazione attestante la soddisfazione dei requisiti fondamentali di salute e
sicurezza;
● Dichiarazione di applicazione di tutte o parte delle normative;
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● Dichiarazione di applicazione di eventuali altre specifiche tecniche;
● L’indicazione della classe di protezione o livello di prestazioni;
● La data di produzione e quella di scadenza;
● Eventualmente, i parametri del modello di mascherina;
● Eventualmente, le condizioni di rilascio del dispositivo.
Con la diffusione di nuove varianti del coronavirus in tutta Europa, le autorità stanno
adeguando le raccomandazioni sui tipi di protezione per il viso che le persone
dovrebbero indossare e stanno promuovendo molto di più l’utilizzo delle FFP2.
Le autorità sanitarie francesi, ad esempio, hanno avvertito che le mascherine di stoffa
fatte a mano potrebbero non essere sufficientemente protettive. In Baviera e in Austria, i
cittadini sono oggi obbligati a indossare mascherine FFP2 sui trasporti e in tutti i luoghi
pubblici.
Partiamo dal presupposto che ci sono mascherine progettate per impedire a chi le
indossa di espirare aerosol o particelle che possono raggiungere altre persone. Si pensi
alle mascherine in tessuto o alle mascherine chirurgiche blu e bianche. Se chi la indossa
tossisce o starnutisce, la maggior parte delle goccioline espulse rimarrà intrappolata
nella mascherina invece di atterrare sulle persone vicine. Di contro, non impediscono in
modo efficiente a chi la indossa di inalare particelle di coronavirus molto più piccole
nell'aria.
D'altra parte, alcune mascherine servono anche come Dispositivi di Protezione
Individuale: sono progettate per proteggere chi le indossa dalla respirazione di particelle
virali molto più piccole. Queste sono le mascherine FFP: mascherine filtranti, note anche
come respiratori.
In Europa, le mascherine FFP2 filtrano almeno il 94% degli aerosol. Sono simili alle
mascherine N95, che filtrano almeno il 95% degli aerosol. Questi sono i tipi di
mascherine spesso visti nelle strutture sanitarie e nei laboratori di biologia.
Chiunque abbia lavorato in questo tipo di ambienti, però, sa che non basta solo
indossare una mascherina: bisogna anche proteggere le mani (ad esempio indossando i
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guanti o lavandole spesso e accuratamente), fare attenzione a non toccare bocca, occhi
e naso, mantenere le distanze.
All'inizio della pandemia, le autorità di tutto il mondo erano preoccupate che gli operatori
sanitari avrebbero esaurito i dispositivi di protezione individuale e in particolare le
mascherine FFP2. Per questo, l’uso di questi DPI non è stato consigliato alle persone
comuni sin da subito.
Ora che più aziende producono mascherine di questo tipo e quindi le FFP sono molto più
ampiamente disponibili, le autorità di tutto il mondo hanno iniziato a incoraggiare i
cittadini a indossarle in ambienti chiusi, affollati o ristretti.
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Che differenze c’è tra mascherine chirurgiche e FFP2?
I rivestimenti per il viso si dividono in due categorie: mascherine chirurgiche e respiratori
(o FFP). Lo scopo principale delle mascherine chirurgiche è quello di essere utilizzato
come dispositivo medico, mentre i respiratori sono utilizzati come DPI, dispositivi di
protezione individuale, da operatori sanitari e pazienti contagiosi.Il livello di protezione
dipende dal tipo di rivestimento. Alla stragrande maggioranza delle mascherine
chirurgiche non viene assegnata una classificazione di sicurezza, mentre i respiratori
includono valutazioni di sicurezza.
Cos'è una mascherina chirurgica?
Una mascherina chirurgica è un dispositivo medico usa e getta che protegge dagli agenti
infettivi trasmessi dalle goccioline. Tuttavia, non protegge dalle particelle aerodisperse, il
che significa che non impedirà a chi lo indossa la potenziale contaminazione da virus.
Le mascherine chirurgiche hanno due scopi principali:
● Prevenire che le goccioline di saliva e le secrezioni dalle vie respiratorie viaggino
attraverso l’aria quando chi le indossa espira. Se indossata da un operatore
sanitario, la mascherina protegge sia il paziente che l'ambiente (aria, superfici,
attrezzatura). Se indossata da un paziente, impedirà di contaminare l'ambiente
circostante.
● Proteggere chi le indossa dalla trasmissione tramite goccioline e dal rischio di
essere infettato da fluidi biologici. Per quest'ultimo, la mascherina chirurgica deve
avere uno strato impermeabile, con ulteriore rinforzo sotto forma di una visiera
che offre protezione per gli occhi.
Usi tipici delle mascherine chirurgiche:
● Odontoiatria
● Chirurgia
● Numerose procedure mediche
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● Auto-isolamento
Cos'è un respiratore?
Un respiratore è un tipo di DPI che impedisce a chi lo indossa di inalare agenti pericolosi,
come aerosol (es. polvere, fumo) e gas (es. Gas anestetici, disinfettanti). I respiratori
proteggono anche chi li indossa da agenti infettivi aerodispersi, come i coronavirus (cioè
Covid-19, MERS, SARS).
Cosa sono i respiratori FFP?
I respiratori facciali filtranti (FFP) sono costituiti da un facciale e da un dispositivo di
filtraggio. Il tipo di filtro determina il livello di protezione offerto, ad esempio, i respiratori
FFP1 sono adatti per polvere di basso livello e nebbie a base d’acqua, mentre gli FFP2
offrono una maggiore protezione contro livelli moderati di polvere, nebbie a base
d’acqua e olio. I respiratori conformi FFP3 vengono generalmente utilizzati per la
rimozione di polvere, agenti biologici e amianto di livello superiore.
Va inoltre notato che i respiratori proteggono i portatori dall’inalazione di goccioline di
agenti infettivi.
Come scegliere la giusta protezione per il viso
Diversi criteri dovrebbero essere considerati quando si sceglie una copertura per il viso:
Quale tipo di copertura per il viso è richiesta?
Come abbiamo spiegato, mascherine chirurgiche e respiratori hanno funzioni e obiettivi
diversi. L'aspetto chiave da tenere a mente è che le mascherine chirurgiche proteggono
solo dagli agenti infettivi trasmessi tramite goccioline, mentre i respiratori proteggono
anche dall'inalazione di agenti infettivi aerodispersi.
Applicazione
L'uso di un rivestimento per il viso è determinato dall'ambiente di lavoro e dalla
potenziale presenza di malattie contagiose. Ad esempio, i respiratori FFP1 possono
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essere adatti in situazioni a basso rischio, mentre i respiratori FFP3 saranno essenziali
nelle industrie ad alto rischio.
Usa e getta o riutilizzabile
Le mascherine chirurgiche sono disponibili solo come monouso. I respiratori, d'altra
parte, sono spesso riutilizzabili. Con i respiratori è anche possibile sostituire il filtro
quando è pieno.
Comfort
Sono disponibili mascherine di diverse dimensioni, adattabili alla morfologia di chi le
indossa. Alcuni respiratori possono anche essere dotati di una valvola di espirazione che
migliora la traspirabilità, mentre altri sono dotati di una visiera per proteggere gli occhi.
Quali mascherine o respiratori proteggono dal coronavirus?
In presenza di pazienti con virus contagiosi come il coronavirus, gli assistenti devono
essere dotati di una mascherina adeguata che offra una protezione sufficiente. Si
raccomanda agli operatori sanitari di indossare un respiratore almeno di classe FFP2 o
FFP3 per garantire la massima filtrazione di aerosol e particelle durante l'assistenza a un
paziente infetto. I pazienti, invece, dovrebbero indossare una mascherina chirurgica non
appena si sospetta un contagio.
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