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Su nostra richiesta abbiamo contattato Mario Staderini per rispondere all’articolo di
AVVENIRE

http://www.avvenire.it/Cronaca/
agevolazionieccolaverita_201108201730212170000.htm

Allora, Alessandro ti rispondo una per una alle obiezioni che Avvenire oggi pone
sotto il titolo “Attacco alle mense dei poveri”.

Vaticano e Cei non sono la stessa cosa
Avvenire dice: “uno degli errori più grossolani è confondere il Vaticano, che è uno
Stato estero, con la CEI, che è l'insieme dei Vescovi italiani”.

STADERINI: Vero, il Vaticano è uno Stato e la CEI il soggetto deputato a
rappresentare la Chiesa cattolica nei rapporti con l'Italia. Se è per questo c'è anche
la Santa Sede.
È il vecchio gioco delle tre carte: quando c'è da battere cassa entra in gioco la CEI,
quando c'è da chiedere immunità (come quella per i processi sulla pedofilia negli
USA o per rifiutare le rogatorie internazionali sugli scandali IOR) allora sono lo
Stato Vaticano, quando bisogna rivendicare l'autorità morale (ad es per dire che
l'embrione è una persona e lanciare diktat contro legalizzazione aborto o
eutanasia) allora si parla di Santa Sede.
Ma v'è di più, qualcosa che consente di parlare per tutti quanti di Vaticano in senso
lato.
Esiste infatti, solo in Italia, un legame diretto, genetico, tra Vaticano e CEI.
Solo in Italia il Presidente della CEI non viene eletto democraticamente dai vescovi
-come nel resto dei Paesi del mondo- bensì nominato dal Papa, cioè dal Capo dello
Stato città del Vaticano. È anche per questo che in Germania, dove il presidente
della Conferenza episcopale tedesca è eletto dai vescovi anziché nominato dal
Papa, il testamento biologico è accettato dalle autorità cattoliche.
Se poi consideriamo che ogni ente ecclesiastico deve avere all'interno del suo
consiglio direttivo un referente della Conferenza episcopale, si comprende perchè
si può parlare di un'unica catena di comando: Vaticano nomina il presidente Cei
che a sua volta controlla gli enti ecclesiastici.
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vaticanopagatu@gmail.com
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ESENZIONE ICI
Avvenire dice “ La Chiesa paga l'ICI, togliere l'esenzione vorrebbe dire far pagare le
parrocchie e gli oratori. Non sono solo i cattolici ad avere questa esenzione ma
anche altri”

STADERINI: Nessuno vuole far pagare l'ICI agli edifici di culto. La proposta è quella
di abolire l'esenzione per le attività commerciali che sono svolte da enti
ecclesiastici, quali le attività ricettivo-turistiche, quelle assistenziali, didattiche,
ricreative, sportive, sanitarie. Il motivo è di facile comprensione: parità di
trattamento con chi fa le stesse cose senza una insegna religiosa.
Che non si tratta di una tempesta in un bicchier d'acqua lo dimostra la storia della
nascita dell'esenzione. A partire dall'introduzione dell'Ici negli anni '90, nacque un
contenzioso tra gli enti ecclesiastici e i Comuni che volevano far pagare l'Ici alle
loro attività commerciali. Nel 2004 la Cassazione ha risolto il dubbio dicendo che la
legge prevedeva che le attività commerciali dovessero pagare l'Ici anche se gestite
da ecclesiastici. A quel punto, si scatenò una rivolta della galassia vaticana e il
Governo Berlusconi nel 2005 con una legge ad hoc introdusse una esenzione
totale, valida anche per il passato. In pratica, per 13 anni si è sfruttato un dubbio
interpretativo per non pagare contando sulla complicità dei Comuni, poi quando la
Cassazione ha dato torto agli imprenditori religiosi allora è intervenuta la legge a
sanare per il passato e a salvare per il futuro.
Per l'Anci (associazione dei comuni), quella legge significò una perdita di gettito
stimata prudenzialmente in 400 milioni di euro l'anno (e non erano comprese le
chiese, senno saremmo arrivati a svariati miliardi di euro). Il Comune di Roma,
all'indomani della legge Berlusconi, rispose ad una nostra interrogazione
dichiarando che solo per la Capitale si trattava di 25 milioni di entrate Ici in meno
ogni anno.
Avvenire, a parte dire che l'Ici viene pagata, non porta dati, né cifre, nè prove.
C'è poi da vedere il sommerso, ovvero tutti coloro che eludono la tassa o per
ignoranza o perchè contano sui dubbi interpretativi e la benevolenza delle
amministrazioni comunali.
Noi Radicali chiediamo da trent'anni il censimento del patrimonio immobiliare
ecclesiastico, ma nessuno lo ha mai voluto fare, e poi ci accusano che diamo solo
stime...
Quanto all'argomento che non si è soli nell'approfittare di questa esenzione, è
evidentemente privo di pregio: qui non vale il mal comune, mezzo gaudio.

RIDUZIONE IRES (imposta sui redditi delle persone giuridiche)
Avvenire dice “si tratta di una agevolazione che riguarda molti enti no profit e che si
spiega per la rilevanza sociale della loro attività”

STADERINI: Innanzitutto qui non negano che tutti gli enti ecclesiastici utilizzano
questo sconto dell'Ires.
La ragione legale di questo sconto è perchè gli enti ecclesiastici sono equiparati
agli enti di beneficienza. Giusto, se fai beneficienza devi essere favorito dal fisco.

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Ma il problema è proprio questo. La riduzione dell'Ires opera a priori, come
presunzione legale, e indipendentemente dal fatto che gli enti ecclesiastici facciano
davvero beneficienza.
Un esempio: tra i redditi imponibile Ires ci sono i redditi da fabbricato.
Dunque i redditi derivanti dall'affitto delle case degli enti ecclesiastici hanno la
riduzione. Ma come in questi anni inchieste televisive e giornalistiche hanno
dimostrato, gli enti ecclesiastici sfrattano i poveri e i malati per poi dare le case ai
ricchi e potenti.
Ricordate la storia di Propaganda fide, la casa di Bertolaso, il palazzo di Lunardi?
Propaganda fide usufruiva o no della riduzione Ires su quelle case?
E siamo sicuri che tutti i conventi trasformati in case per ferie siano in regola?
Morale della favola: il Vaticano e la CEI sono liberissimi di fare gli imprenditori e
pure la speculazione immobiliare, ma avere le esenzioni come se facessero
beneficienza, beh, questo proprio non è giusto.

8 per 1000
su questo vi rispondo domani...




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Mario staderini risponde avvenire vaticanopagatu

  • 1. Vaticanopagatu Su nostra richiesta abbiamo contattato Mario Staderini per rispondere all’articolo di AVVENIRE http://www.avvenire.it/Cronaca/ agevolazionieccolaverita_201108201730212170000.htm Allora, Alessandro ti rispondo una per una alle obiezioni che Avvenire oggi pone sotto il titolo “Attacco alle mense dei poveri”. Vaticano e Cei non sono la stessa cosa Avvenire dice: “uno degli errori più grossolani è confondere il Vaticano, che è uno Stato estero, con la CEI, che è l'insieme dei Vescovi italiani”. STADERINI: Vero, il Vaticano è uno Stato e la CEI il soggetto deputato a rappresentare la Chiesa cattolica nei rapporti con l'Italia. Se è per questo c'è anche la Santa Sede. È il vecchio gioco delle tre carte: quando c'è da battere cassa entra in gioco la CEI, quando c'è da chiedere immunità (come quella per i processi sulla pedofilia negli USA o per rifiutare le rogatorie internazionali sugli scandali IOR) allora sono lo Stato Vaticano, quando bisogna rivendicare l'autorità morale (ad es per dire che l'embrione è una persona e lanciare diktat contro legalizzazione aborto o eutanasia) allora si parla di Santa Sede. Ma v'è di più, qualcosa che consente di parlare per tutti quanti di Vaticano in senso lato. Esiste infatti, solo in Italia, un legame diretto, genetico, tra Vaticano e CEI. Solo in Italia il Presidente della CEI non viene eletto democraticamente dai vescovi -come nel resto dei Paesi del mondo- bensì nominato dal Papa, cioè dal Capo dello Stato città del Vaticano. È anche per questo che in Germania, dove il presidente della Conferenza episcopale tedesca è eletto dai vescovi anziché nominato dal Papa, il testamento biologico è accettato dalle autorità cattoliche. Se poi consideriamo che ogni ente ecclesiastico deve avere all'interno del suo consiglio direttivo un referente della Conferenza episcopale, si comprende perchè si può parlare di un'unica catena di comando: Vaticano nomina il presidente Cei che a sua volta controlla gli enti ecclesiastici. www.facebook.com/VATICANOPAGATU www.vaticanopagatu.org www.twitter.com/vaticanopagatu vaticanopagatu@gmail.com
  • 2. Vaticanopagatu ESENZIONE ICI Avvenire dice “ La Chiesa paga l'ICI, togliere l'esenzione vorrebbe dire far pagare le parrocchie e gli oratori. Non sono solo i cattolici ad avere questa esenzione ma anche altri” STADERINI: Nessuno vuole far pagare l'ICI agli edifici di culto. La proposta è quella di abolire l'esenzione per le attività commerciali che sono svolte da enti ecclesiastici, quali le attività ricettivo-turistiche, quelle assistenziali, didattiche, ricreative, sportive, sanitarie. Il motivo è di facile comprensione: parità di trattamento con chi fa le stesse cose senza una insegna religiosa. Che non si tratta di una tempesta in un bicchier d'acqua lo dimostra la storia della nascita dell'esenzione. A partire dall'introduzione dell'Ici negli anni '90, nacque un contenzioso tra gli enti ecclesiastici e i Comuni che volevano far pagare l'Ici alle loro attività commerciali. Nel 2004 la Cassazione ha risolto il dubbio dicendo che la legge prevedeva che le attività commerciali dovessero pagare l'Ici anche se gestite da ecclesiastici. A quel punto, si scatenò una rivolta della galassia vaticana e il Governo Berlusconi nel 2005 con una legge ad hoc introdusse una esenzione totale, valida anche per il passato. In pratica, per 13 anni si è sfruttato un dubbio interpretativo per non pagare contando sulla complicità dei Comuni, poi quando la Cassazione ha dato torto agli imprenditori religiosi allora è intervenuta la legge a sanare per il passato e a salvare per il futuro. Per l'Anci (associazione dei comuni), quella legge significò una perdita di gettito stimata prudenzialmente in 400 milioni di euro l'anno (e non erano comprese le chiese, senno saremmo arrivati a svariati miliardi di euro). Il Comune di Roma, all'indomani della legge Berlusconi, rispose ad una nostra interrogazione dichiarando che solo per la Capitale si trattava di 25 milioni di entrate Ici in meno ogni anno. Avvenire, a parte dire che l'Ici viene pagata, non porta dati, né cifre, nè prove. C'è poi da vedere il sommerso, ovvero tutti coloro che eludono la tassa o per ignoranza o perchè contano sui dubbi interpretativi e la benevolenza delle amministrazioni comunali. Noi Radicali chiediamo da trent'anni il censimento del patrimonio immobiliare ecclesiastico, ma nessuno lo ha mai voluto fare, e poi ci accusano che diamo solo stime... Quanto all'argomento che non si è soli nell'approfittare di questa esenzione, è evidentemente privo di pregio: qui non vale il mal comune, mezzo gaudio. RIDUZIONE IRES (imposta sui redditi delle persone giuridiche) Avvenire dice “si tratta di una agevolazione che riguarda molti enti no profit e che si spiega per la rilevanza sociale della loro attività” STADERINI: Innanzitutto qui non negano che tutti gli enti ecclesiastici utilizzano questo sconto dell'Ires. La ragione legale di questo sconto è perchè gli enti ecclesiastici sono equiparati agli enti di beneficienza. Giusto, se fai beneficienza devi essere favorito dal fisco. www.facebook.com/VATICANOPAGATU www.vaticanopagatu.org www.twitter.com/vaticanopagatu vaticanopagatu@gmail.com
  • 3. Vaticanopagatu Ma il problema è proprio questo. La riduzione dell'Ires opera a priori, come presunzione legale, e indipendentemente dal fatto che gli enti ecclesiastici facciano davvero beneficienza. Un esempio: tra i redditi imponibile Ires ci sono i redditi da fabbricato. Dunque i redditi derivanti dall'affitto delle case degli enti ecclesiastici hanno la riduzione. Ma come in questi anni inchieste televisive e giornalistiche hanno dimostrato, gli enti ecclesiastici sfrattano i poveri e i malati per poi dare le case ai ricchi e potenti. Ricordate la storia di Propaganda fide, la casa di Bertolaso, il palazzo di Lunardi? Propaganda fide usufruiva o no della riduzione Ires su quelle case? E siamo sicuri che tutti i conventi trasformati in case per ferie siano in regola? Morale della favola: il Vaticano e la CEI sono liberissimi di fare gli imprenditori e pure la speculazione immobiliare, ma avere le esenzioni come se facessero beneficienza, beh, questo proprio non è giusto. 8 per 1000 su questo vi rispondo domani... www.facebook.com/VATICANOPAGATU www.vaticanopagatu.org www.twitter.com/vaticanopagatu vaticanopagatu@gmail.com