Leggere certe affermazioni di Sandra Bonsanti sulla sua pagina Facebook e sull’Huffington Post a proposito della riforma costituzionale e di Renzi mi fa molto dispiacere. Magari mi sbaglio. E forse l’età avanzata (sia sua che mia) rende più facile (sia per lei che per me) sbagliarsi.

1. Estratto dal sito
www.ilfuturomigliore.org
LETTERA APERTA A SANDRA BONSANTI
sergio benassai
Ormai non mi stupisco più per tutte le sciocchezze, le falsità, l’ignoranza, gli insulti, che
caratterizzano molti interventi a favore del SI o del NO alla riforma costituzionale.
Mi stupisco però quando questi interventi sono scritti o pronunciati da persone che, per la loro
cultura, per le responsabilità derivanti dal loro ruolo istituzionale, dovrebbero mantenere un certo
livello di compostezza e serietà.
Leggere sulla sua pagina Facebook affermazioni di questo tipo:
 Alla Leopolda dividono il mondo tra "chi vuole il cambiamento e chi vuole che nulla
cambi". Anche Trump dice che lui è il cambiamento è che cambierà tutto (5 novembre)
 L'Arno in piena. Il fango e li, quasi ai ponti. Fa ancora paura. Sarà colpa del NO...gli ultimi
due sindaci sono il futuro, col presente non hanno a che fare (6 novembre)
 Negli Stati Uniti Trump dovrà fare i conti con limiti ben precisi. Proprio quelli che qui, in
nome della velocità e della semplificazione si vogliono abolire. E poi ogni due anni un voto
... (9 novembre)
 Insopportabile show del presidente del Consiglio con gli studenti della Cattolica. Balle,
strizzate d'occhio, presa in giro di tutte le argomentazioni del No...mentire ai giovani e '
molto grave. Un privilegio riservato soltanto a lui. (14 novembre)
mi fa molto dispiacere.
Non sono certo contrario all’uso dell’ironia, anche se questa ironia mi sembra un po’ pesante.
Però, cara Sandra Bonsanti, lei è la Presidente di “Libertà e giustizia”, non un qualunque blogger;
lei insegna Storia dell’Arte Moderna, non dirige una rivista satirica.
Ma quando leggo poi il suo intervento del 14 novembre sull’Huffington Post, intitolato “I padri
ricostituenti”, dove afferma che la riforma costituzionale è “figlia” di Verdini, di Carboni, della P2,
mi cadono le braccia, anche perché la sua ricostruzione non mi sembra molto motivata da un punto
di vista storico (e lei di storia se ne dovrebbe intendere !).
Magari mi sbaglio. E allora arrivo a questa conclusione: l’età avanzata (sia sua che mia) rende più
facile (sia per lei che per me) sbagliarsi.