c'e molta confusione nei dati sull'occupazione; media e politici enfatizzano la crescita, ma l'ISTAT ci dice che a marzo 2015 su marzo 2014 l'occupazione è diminuita di 161.000 unità e che tasso di occupazione è passato da 55,7% a 55,5% , -0,2/ non sono bei numeri ...leggi
161.000 occupati in meno dal marzo 2014 ... lo dice Istat con il report del 30 aprile 2015 .... girano un po troppe chiacchere ma per ora poco si fa per rimettere in moto la macchina produttiva .... leggi
c'e molta confusione nei dati sull'occupazione; media e politici enfatizzano la crescita, ma l'ISTAT ci dice che a marzo 2015 su marzo 2014 l'occupazione è diminuita di 161.000 unità e che tasso di occupazione è passato da 55,7% a 55,5% , -0,2/ non sono bei numeri ...leggi
161.000 occupati in meno dal marzo 2014 ... lo dice Istat con il report del 30 aprile 2015 .... girano un po troppe chiacchere ma per ora poco si fa per rimettere in moto la macchina produttiva .... leggi
art. 18 come possibile benefit per chi cambia lavoro e ha un profilo professionale di eccellenza ? è possibile
quanto costa la decontribuzione? le stime al 2018 del numero dei contratti a tutele crescenti.. 1 ml, forse un po troppa prudenza ?
Principali variabili economiche da monitorare giovanni facco
Perché e a quale scopo individuare e raccogliere i principali indicatori economici del nostro paese?Il motivo è molto semplice e banale: negli ultimi anni , complice il web, sono resi disponibili volumi incredibili di dati prima consultabili solo in forma cartacea e solo dopo mesi e mesi dalla loro pubblicazione o messa a disposizione;Oggi sono disponibili immediatamente siamo inondati e affoghiamo .. nei numeri. Dati e numeri sempre più articolati, sezionati , dettagliati … ma vi è il rischio di non capire più come stanno le cose proprio per un eccesso di informazione quantitativa e numerica.Questo documento quindi vuole rispondere a queste esigenze: avere in un report i principali indicatori a portata di mano e in qualsiasi momento poterli consultare e vederli tutti insieme; i dati sono collocati in un arco temperale (in funzione anche della disponibilità del dato ) consentendo quindi di misurare gli scostamenti e di capire se nel tempo questi valori migliorano o peggiorano;
aggiornare con frequenza i dati utilizzando sempre e solo fonti ufficiali in questo modo ognuno può farsi una idea e tirare le proprie conclusioni.
art. 18 come possibile benefit per chi cambia lavoro e ha un profilo professionale di eccellenza ? è possibile
quanto costa la decontribuzione? le stime al 2018 del numero dei contratti a tutele crescenti.. 1 ml, forse un po troppa prudenza ?
Principali variabili economiche da monitorare giovanni facco
Perché e a quale scopo individuare e raccogliere i principali indicatori economici del nostro paese?Il motivo è molto semplice e banale: negli ultimi anni , complice il web, sono resi disponibili volumi incredibili di dati prima consultabili solo in forma cartacea e solo dopo mesi e mesi dalla loro pubblicazione o messa a disposizione;Oggi sono disponibili immediatamente siamo inondati e affoghiamo .. nei numeri. Dati e numeri sempre più articolati, sezionati , dettagliati … ma vi è il rischio di non capire più come stanno le cose proprio per un eccesso di informazione quantitativa e numerica.Questo documento quindi vuole rispondere a queste esigenze: avere in un report i principali indicatori a portata di mano e in qualsiasi momento poterli consultare e vederli tutti insieme; i dati sono collocati in un arco temperale (in funzione anche della disponibilità del dato ) consentendo quindi di misurare gli scostamenti e di capire se nel tempo questi valori migliorano o peggiorano;
aggiornare con frequenza i dati utilizzando sempre e solo fonti ufficiali in questo modo ognuno può farsi una idea e tirare le proprie conclusioni.
in questi giorni si parla tanto di crescita occupazionale; ci sono le condizioni favorevoli perchè questo succeda; i volumi di crescita sono inportanti ma l'indicatore chiave è il tasso di occupazione ( oggi è al 55,7% , 15-20 punti di % più basso di altri paesi EU ); se questo non sale allora parliamo solo di rimpiazzo di chi esce dal mercato del lavoro.
come crescerà l'occupazione entro il 2017; quali profili professionali, in quali regioni , quali titoli di studio verranno maggiormente ricercati; tra il 2015-2017 i movimenti di entrata nel settore produttivo saranno circa 4 milioni , in europa saranno 50 milioni entro il 2020.... saranno movimenti di sostituzione e rimpiazzo perchè le uscita dal sistema produttivo saranno nel periodo superiori alle entrate... comunque il saldop occupazionale netto crescerà di circa 300.000 unità e il nostro tasso di occupazione sarà del 56,3%
Presentazione di Mariano Bella, Direttore Ufficio Studi Confcommercio-Imprese per l'Italia, alla Conferenza stampa di presentazione del rapporto Confcommercio-Censis su clima di fiducia e aspettative di famiglie e imprese
2015 - Analisi disoccupazione nella Città di FABRIANORoberto Sorci
Un analisi sulla situazione occupazionale di Fabriano ex capitale degli elettrodomestici che da città della massima occupazione è diventata la città della disoccupazione . Nel documento le motivazioni perché la "politica" chieda per questo territorio il riconoscimento di Area di Crisi Industriale Complessa. Sono illustrate inoltre le motivazioni per cui il territorio fabrianese può essere reindustrializzato con successo .
La ricchezza del patrimonio informativo del censimento economico è senza precedenti, grazie non solo alle informazioni strutturali tradizionali ma anche agli approfondimenti tematici su Imprese, istituzioni pubbliche e non profit. 20 milioni gli addetti nelle attività produttive extra agricole, 16.5 operano nelle 4.4 milioni di imprese, 2.8 nelle 12 mila istituzioni pubbliche, ma anche 680 mila che operano nelle 301 mila non profit. 800 mila i lavoratori esterni con una distribuzione tra i tre comparti relativamente più omogenea, 4.7 milioni il lavoro volontario del non profit.
La ricchezza del patrimonio informativo del censimento economico è senza precedenti, grazie non solo alle informazioni strutturali tradizionali ma anche agli approfondimenti tematici su Imprese, istituzioni pubbliche e non profit. 20 milioni gli addetti nelle attività produttive extra agricole, 16.5 operano nelle 4.4 milioni di imprese, 2.8 nelle 12 mila istituzioni pubbliche, ma anche 680 mila che operano nelle 301 mila non profit. 800 mila i lavoratori esterni con una distribuzione tra i tre comparti relativamente più omogenea, 4.7 milioni il lavoro volontario del non profit.
Similar to Lavoro e sistema produttivo ott.2014 def1 (20)
2. 10/11/2014
lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco
2
LAVORO – IMPRESE due aspetti che vanno visti con una forte e determinante integrazione e correlazione; affermazione ovvia ma non per scontata;
1.Da almeno 15-20 anni il tema del lavoro viene visto prevalentemente nella sua dimensione teorica e pratica da un solo punto di vista che ha condizionato l’intero periodo;
2.È prevalso l’approccio giuridico, gli interlocutori sono giuristi del lavoro e i giudici , nomi importanti alcuni dei quali ci hanno rimesso la vita : Biagi, Treu, Giugni, Ichino,Sacconi,Tiraboschi…. Approccio che ha diretto e anche condizionato il dibattito, la politica, l’azione sindacale , l’attività legislativa ORIENTANDOLO prevalentemente su aspetti giuridici… del diritto del lavoro , contrattuali , statuto dei lavoratori, art.18 ecc…….
3.Aspetti questi certamente importanti ma NON DETERMINANTI anche se ESSENZIALI nel contribuire a creare Lavoro ;
4.La ricaduta pratica di questo approccio non ha portato a grandi risultati :
•il diritto del lavoro è rimasto bizantino ed intellegibile solo a pochi specialisti ;
•le tipologie contrattuali sono diventate oltre 40 ;
•la precarietà è diventata la norma standard del “ rapporto “ generando infinite cause giudiziarie individuali con grande soddisfazione degli studi legali che hanno visto crescere il loro volume di lavoro;
•oggi ci si ritrova a mettere mano a questa complessa materia per l’ennesima volta.
5.La base “ culturale, professionale di fondo di tale approccio era “ … che solo lavorando sulle norme è possibile far crescere l’occupazione, (tutelando in realtà sempre di più la riserva indiana dei tutelati ); questo approccio settoriale e quasi maniacale non ha portare alcun RISULTATO al tema occupazionale.
6.Assente o molto emarginato il filone economico –industriale ( in genere considerato troppo vicino ai punti di vista delle aziende salvo rari casi Tarantelli, Gallino , Boeri, Fortis, Navaretti , Grandinetti, Berta;
7.Scarsi gli studi sui settori produttivi , comunque limitati agli specialisti e mai oggetto di dibattito pubblico ,per cercare di capire che cosa stava succedendo nel mondo delle imprese ;nessuna attenzione ai temi di politica industriale in realtà appaltata al sindacato nella sola parte difensiva cioè la gestione al meglio di cassa integrazione, dei processi di mobilità, dei licenziamenti, delle chiusure aziendali e/o delocalizzazione.
8. è necessario ripartire dal metodo: tenere ASSIEME “ le varie viste “, per UNA VISION SISTEMICA, ATTIVARE UN MODELLO DECISIONALE E PROGRAMMATICO fatto di piani ,azioni monitorandone l’efficacia …… mettendo le imprese al CENTRO ……. Ma si continua anche nel attuale dibattito politico –sindacale a lavorare prevalentemente sugli aspetti giuridici …..
3. 10/11/2014
lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco
3
LAVORO
FORZA LAVORO ( occupati + disoccupati ) 25,5 mln ; tasso di occupazione 55,7%
SITUAZIONE ATTUALE agosto 2014
dipendenti ; 16,9
indipendenti ; 5,5
Valori assoluti mln
agricoltura; 0,8
industria; 6,1
servizi ; 15,5
Valori assoluti mln
occupati; 22,4
disoccupati; 3,1
Valori assoluti mln
INDICATORI OCCUPAZIONE fonte istat agosto 2014
valori assoluti
tassi %
classe età
popolazione riferimento
occupati (a )
disoccupati ( b)
forza lavoro ( a+b)
occupazione /su popolazione
disoccupazione sulla forza
14-64
40.300.000
22.460.000
3.144.000
25.604.000
55,7
12,3
14-24
5.977.000
895.000
710.000
1.605.000
15,0
44,2
svizzera
germania
austria
r.unito
francia
italia
2004
77,4
65
67,8
71,7
63,7
57,6
2008
79,5
70,1
72,1
71,5
64,8
58,7
2010
78,6
71,1
71,7
69,5
63,9
56,9
2013
79,6
73,3
72,3
70,8
64,1
55,6
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
%
tasso di occupazione 2004-2013 fonte eurostat
4. 10/11/2014
lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco
4
LAVORO
Che cosa è successo 1
STRUTTURA DELL'OCCUPAZIONE 2008-2013
TIPOLOGIA OCCUPATI
valori assoluti 000
var. 2008- 2013
var. 2011- 2013
variaz 2011- 2013%
2008
2009
2010
2011
2012
2013
dipendenti
17.446
17.277
17.110
17.240
17.214
16.878
-568
-362
-2,10%
indipendenti
5.959
5.748
5.762
5.727
5.685
5.542
-417
-185
-3,30%
TOTALE
23.405
23.025
22.872
22.967
22.899
22.420
-985
-547
-2,40%
fonte ISTAT
QUADRO GENERALE DELL’OCCUPAZIONE:
1.Dal 2008 al 2013 si sono persi 985.000 posti di lavoro pari al -4,3% degli occupati: di cui 3,4% dipendenti e il 7,5% indipendenti .
2. sono stati colpiti gli indipendenti e le classi di età giovani
3.Tasso di occupazione in riduzione
4.Tasso di disoccupazione in crescita
5.Tasso disoccupazione giovanile oltre 40%
2004
2006
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
TASSO DI OCCUPAZIONE
57,5
58
58,9
58
57,1
56,9
57,1
56
55,5
52
54
56
58
60
%
TASSO DI OCCUPAZIONE 2004-2014 fonte istat
2004
2006
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
TASSO DI DISOCCUPAZIONE
8,1
7,4
6,5
7,2
8,5
8
9,5
11,8
12,6
0
5
10
15
%
TASSO DI DISOCCUPAZIONE 2004-2014 fonte istat
5. 10/11/2014
lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco
5
LAVORO
Che cosa è successo 2
Avviamenti al lavoro negli anni 2011-2013 ( prima e dopo la riforma Fornero ) fonte ministero del lavoro da comunicazioni obbligatorie:
TI
TD
APPRENDISTATO
COCOPRO
ALTRI
2011
17,6
62,9
2,8
8,5
8,2
2013
16,3
67,3
2,5
6,9
7,0
0,0
5,0
10,0
15,0
20,0
25,0
30,0
35,0
40,0
45,0
50,0
55,0
60,0
65,0
70,0
75,0
%
TIPOLOGIA CONTRATTUALE DEGLI AVVIATI % al lavoro 2011-2013 ministero del lavoro
L’84% degli avviati hanno una struttura contrattuale PRECARIA ; solo il 16% degli avviato hanno un contratto a TI
1. 84% degli avviati hanno una struttura contrattuale di tipo precaria; solo il 16% degli avviati hanno un contratto a TI;
2.Gli avviati al lavoro sono passati da 10,5 mln di unità del 2011 a 9,7 mln del 2013, meno 800.000 unità;
3. gli avviati hanno avuto per ciascun anno più contratti procapite proprio perché l’84% hanno contratti precari; non vi è un dato certo sulla durata del contratto, che può essere di poche settimane o qualche mene per ciascun contratto;
4.Sui licenziamenti individuali post riforma Fornero non vi sono dati certi e monitorati; si stima che siano stati licenziati circa 40.000 unità nei 2 anni; di questi ,come prescrive la legge si può ricorre al giudice ( stima 30% ) o si patteggia una indennizzo economico ( circa il 70% ); per cui i licenziamenti effettivi concretizzati non dovrebbero superare i 28- 30.000 unità = 15.000 su base anno, circa lo 0,1% dei dipendenti a TI
6. 10/11/2014
lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco
6
EVOLUZIONE DEL MERCATO DEL LAVORO PER QUALIFICA PROFESSIONALE
1.Diminuiscono i dirigenti e quadri, e i lavoratori in proprio e cocopro;
2.Crescono gli impiegati i liberi professionisti e i prestatori d’opera occasionali
3.Tengono gli 0perai
APPROFONDIMENTO
7. 10/11/2014
lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco
7
1992
2000
2009
2011
2014
TOTALE OCCUPATI
21,5
21,7
23,3
22,9
22,3
20,5
21
21,5
22
22,5
23
23,5
va.milioni
TOTALE OCCUPATI 1992 -2014 fonte istat
1992
2000
2009
2011
2014
UOMINI
13,8
13,4
14
13,5
13
DONNE
7,7
8,3
9,3
9,4
9,3
0
5
10
15
va milioni
andamento occupazione di genere 1992-2014 fonte istat
1.L’occupazione al 2014 rispetto al 1992 è cresciuta di 800.000 unità per effetto di un riequilibrio occupazionale tra uomini e donne e cioè : diminuzione di - 800.000 unità per gli uomini ( da 13,8 mln a 13 mln ) e + 1.600.000 unità per le donne ( da 7,7 mln a 9,3 mln ) con saldo positivo di + 800.000, anche se appare ancora evidente uno squilibrio dei due tassi di occupazione a svantaggio delle donne. 2. l’occupazione dal 2009 al 2014 si è ridotta di 1 milione
LAVORO
Che cosa è successo 3
8. 10/11/2014
lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco
8
LAVORO
Che cosa è successo 4
Agricoltura perde oltre 1 mln di unità pari a -57%; in dettaglio:
il 63,4% gli indipendenti;
il 47,7% i dipendenti
Industria perde 747.000 unità pari a - 10,9 % ; in dettaglio:
1. crescono gli indipendenti soprattutto nelle costruzioni,
2.Diminuiscono di 769.000 i dipendenti metà riferita al settore costruzioni.
Servizi crescono di 3milioni di unità pari al 23,5%. il 96% sono dipendenti
Complessivamente l’occupazione cresce di 1,1 mln pari al 5,3%; in dettaglio :
1. dipendenti crescono del 11,2 % ( + 1,7 mln)
2.Indipendenti diminuiscono di 560.000 unità
Tavola 10.9.1
Occupati per settore di attività economica, posizione nella professione e sesso - Anni 1990-2014 (a) (in migliaia)
serie storiche istat
ANNI
Agricoltura
Industria
di cui: costruzioni
Servizi
Totale
Dipen- denti
Indipen- denti
totale
Dipen- denti
Indipen- denti
totale
Dipen- denti
Indipen- denti
totale
Dipen- denti
Indipen- denti
totale
Dipen- denti
Indipen- denti
totale
1990
791
1.104
1.895
5.679
1.166
6.845
1.371
488
1.859
8.753
3.812
12.565
15.222
6.082
21.304
1995
510
710
1.220
5.365
1.449
6.814
969
608
1.577
8.811
3.915
12.726
14.687
6.074
20.761
2000
426
587
1.013
5.268
1.446
6.714
940
648
1.588
9.760
4.108
13.868
15.455
6.141
21.596
2005
436
511
947
5.464
1.476
6.940
1.186
727
1.913
10.633
4.042
14.675
16.533
6.030
22.563
2010
429
462
891
5.131
1.380
6.511
1.199
731
1.930
11.550
3.921
15.471
17.110
5.762
22.872
2011
413
438
851
5.226
1.312
6.538
1.138
709
1.847
11.601
3.978
15.579
17.240
5.727
22.967
2012
457
421
878
5.103
1.259
6.362
1.073
681
1.754
11.683
4.004
15.687
17.243
5.684
22.927
2013
408
406
814
4.916
1.194
6.110
948
643
1.591
11.554
3.942
15.496
16.878
5.542
22.420
2014 *
412
403
815
4.910
1.188
6.098
900
630
1.530
11.606
3.927
15.533
16.928
5.518
22.446
variaz.2014/1990
-379
-701
-1.080
-769
22
-747
-471
142
-329
2.853
115
2.968
1.706
-564
1.142
2014 * 1 semestre
9. 10/11/2014
lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco
9
PREVISIONI OCCUPAZIONALI AL 2017 fonte Excelsior Ministero del Lavoro
SETTORI
STOCK OCCUPAZ . confronto 3 modelli
BENCHMARK
OTTIMISTICO
PESSIMISTICO
INDUSTRIA
6.100.000
6.400.000
5.900.000
SERVIZI
15.200.000
15.500.000
14.800.000
TOTALE
21.300.000
21.900.000
20.700.000
variaz.2012 %
-1,9
0,7
-4,5
INDUSTRIA
-6,2
-2,3
-10
SERVIZI
-0,1
2
-2,1
Sulla base di diversi scenari di crescita del PIL al 2017, sono state simulate previsioni sull’occupazione:
1.Scenario base 1: definito benchmark che prevede una crescita del PIL: 2014 ,0,5%; 2015:1%; 2016:1,2%; 2017:1,2%.
2.Scenario ottimistico che prevede una crescita del PIL 2014: 1,5%; 2015:2%;2016:2,2%; 2017: 2,2%;
3.Scenario pessimistico che prevede una crescita del PIL 2014: -0,5%; 2015: 0,0%;2016: 0,2%; 2017: 0,2%;
4.Sulla base degli scenario delineati sono state effettuate previsioni evidenziate nella tab;
5.risultati non sono CONFORTANTI:
• il settore industriale nel periodo 2015-2017 avrà un saldo netto ( entrate –uscite ) di --170.000 unità;
• i Servizi nello stesso periodo avranno un saldo netto ( E-U ) di circa + 300.000 unità;
• complessivamente il bilancio previsto ( E-U ) sarà di circa + 130.000 unità per effetto della tenuta dei servizi; 6. I LIVELLILIVELLI OCCUPAZIONALIOCCUPAZIONALI NEINEI MIGLIORIMIGLIORI DEIDEI CASICASI RIMARRANNORIMARRANNO FERMIFERMI AI LIVELLILIVELLI a quelliquelli DELDEL 20122012, ANCHEANCHE SE VERRA’VERRA’ EFFETTUATOEFFETTUATO UN RIMESCOLAMENTORIMESCOLAMENTO PROFESSIONALEPROFESSIONALE e tratra settorisettori.
LAVORO
Previsioni al 2017 1
10. 10/11/2014
lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco
10
LAVORO
Previsioni al 2017 2
Sintesi :
1.Si stimano entrate medie anno di 1,3 mln fino al 2017 con saldo netto occupazionale come da previsione definita nei vari scenari;
2. l’aspetto interessante e positivo è che Il 30% di tali richieste ( 400.000 unità anno ) riguardano profili ad alta scolarizzazione: (dirigenti 45.000, professioni scientifiche 130.000, professioni tecniche 214.000)
11. 10/11/2014
lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco
11
In sintesi :
1.Industria -400.000 unità ( soprattutto per il settore Costruzioni;
2. Servizi + 250.000 unità;
3. PA - 275.000 unità;
4.Il quadro economico previsionale MEF/ ottobre 2014 sotto questo aspetto prevede al 2018 una crescita occupazionale netta consolidata del 1,1%
QUADRO MACRO ECONOMICO PROGRAMMATICO fonte DEF 2014/OTTOBRE
2014
2015
2016
2017
2018
PIL
-0,3
0,6
1
1,3
1,4
PIL NOMINALE MLN €
1.626
1.646
1.690
1.742
1.799
TASSO OCCUPAZIONE % Età 15-64
55,6
55,8
56,1
56,3
56,7
TASSO DISOCCUPAZIONE
12,6
12,5
12,1
11,6
11,2
CONSUMI FAMIGLIE
0,1
1
1
1,3
1,3
INVESTIMENTI
-2,1
1,5
2,1
2
1,8
EXPORT
1,9
2,8
3,1
3,3
3,7
LAVORO
Previsioni al 2017 3
12. 10/11/2014
lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco
12
1. le micro imprese,piccole e medie (MPMI ) italiane sono circa 4,3 mln Francia e Spagna 2,5 mln; Germania 2 mln; 1, 6 mln del R. Unito.
2.Assicurano 13 mln di occupati e circa 2.000 mld di fatturato;
3.Oltre il 50% sono imprese familiari con incidenza del 70 % nelle imprese fino a 10 ADD.
4. rappresentano un tessuto imprenditoriale diffuso sul territorio senza eguali in UE, ma nel 2013 hanno avuto un calo del fatturato del -29%; dei profitti del -49%;.
IMPRESE PER CLASSI DIMENSIONALI E ADDETTI ISTAT 2013
classe dimensionale
valori assoluti
distribuzione %
definizioni
n. imprese
addetti
imprese
addetti
micro-piccola impresa
0-49
4.401.644
11.025.306
99,46
67
media impresa
50-249
20.838
2.013.721
0,48
12,3
grande impresa
250-oltre
3.468
3.415.055
0,08
20,7
totale
4.425.950
16.454.082
100
100
MICROIMPRESE ISTAT 2013
classe dimensionale
imprese
addetti
0
205.229
0
1
2.477.500
2.477.500
2
689.744
1.379.549
3-5
626.251
2.300.450
6-9
215.876
1.541.699
totale
4.214.600
7.699.198
10-15
105.889
1.270.857
TOT GENERALE
4.320.489
8.970.055
Dipendenti : 16,4 mln:
1. dipendenti tutelati art 18 statuto dei lavoratori = 7,6 mln
2.No tutelati 8,9 mln dipendenti + 5,5 mln di indipendenti =14,4 mln
IMPRESE SITUAZIONE ATTUALE 2014
13. 10/11/2014
lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco
13
TASSO DI NATALITA' E DI MORTALITA' 2007-2012 ISTAT
SETTORE
NATALITA'
MORTALITA'
TASSO TURNOVER
n. imprese anno
tasso%
n. imprese anno
tasso%
INDUSTRIA
22.000
5
28.000
5,4
-0,4
COSTRUZIONI
54.000
8,8
68.000
10
-1,6
COMMERCIO
76.000
7,3
96.000
7,9
-0,7
ALTRI SERVIZI
130.000
7,8
110.000
6,2
1,6
1.Nel periodo 2007-2012 il tasso di mortalità delle aziende è stato superiore al tasso di natalità tranne che nel settore dei servizi;
2.creare una società nel settore industriale è molto più difficile che non in altri settori.
IMPRESE SITUAZIONE ATTUALE 2014 2
2007
2008
2009
2010
2011
valore
66,1
66,7
64,1
63,5
62,9
60
62
64
66
68
Titolo asse
imprese x 1000 abitanti fonte istat
2007
2008
2009
2010
2011
valore
4
4,1
4
4
3,9
3,8
3,9
4
4,1
4,2
Titolo asse
n.medio dipendenti industria fonte istat
14. 10/11/2014
lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco
14
1.Nel periodo 2000-2013 la produzione manifatturiera livello mondo è cresciuta del 36%;
2. DAL 2007-2013 a livello mondo la manifattura è cresciuta del + 10%;
3.Italia nello stesso periodo ha vissuto un crollo del -25,5%.
1.Italia ha avuto un crollo proprio nei settori che a livello mondo sono cresciuti di più ( elettronica, computer, mezzi di trasporto, …), cause:
2.caduta della domanda interna (-5,1% ) mentre gli altri paesi hanno avuto nel periodo 2000- 2013 la seguente dinamica: positive Usa +22%,Cina +208%, Brasile +65%,Corea del Sud +29%, Germania + 0,9%;
3.La differenza con la Germania è data in particolare dal fatto che la quota di fatturato estero è stata nel 2012 il 59% e in settori ad alto valore aggiunto;
4.Per Italia la quota di fatturato estero è stata del 41% vs 59% di Germania , ben 18 punti di differenza e in settori con prodotti a tecnologia medio –bassa.
IMPRESE SITUAZIONE ATTUALE 2014 3
1. l’Italia tra il 2000-2013 perde quota nella produzione manifatturiera mondiale e passa dal 4,2% al 2,6%;
15. 1. Italia ha una struttura produttiva prevalentemente a medio-bassa tecnologia;
2.Quindi deve competere sulla base di prezzi e costi di produzione più bassi rispetto alla concorrenza;
3.Questa situazione è determinata da molteplici fattori tra i quali :
prevalenza di imprese piccole ( 95%) che fanno poca innovazione per carenza di capitali e di competenze;
La maggior parte delle piccole aziende opera sul mercato domestico quindi soggetti a una concorrenza “ misurata “;
l’innovazione è prevalentemente dei processi e all’introduzione di nuovi macchinari che recuperano efficienza produttiva e non ai prodotti;
• struttura della occupazione a bassa scolarità;
10/11/2014
lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco
15
IMPRESE SITUAZIONE ATTUALE 2014 4
16. 10/11/2014
lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco
16
IMPRESE SITUAZIONE ATTUALE 2014 5
17. 10/11/2014
lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco
17
0
5
10
15
20
25
30
INVESTIMENTI LORDI IN CAPITALE FISSO IN % PIL 2013 fonte EUROSTAT
IMPRESE SITUAZIONE ATTUALE 2014 6
1.Nel 2013 gli investimenti esteri ( IDE ) in Italia sono stati 12.4 MD € , il 58% in meno rispetto al 2007;
2. siamo al 65 posto come attrattività di investimenti a livello mondo;
3.Abbiamo l’1,6% dello stock mondiale contro il 2,8% della Spagna, 3,1% della Germania, 4,8% della Francia e il 5,8% del Regno Unito.
18. 10/11/2014
lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco
18
Quindi un quadro poco confortevole:
1.Pochi investimenti in entrata( 65 posto livello mondo)
2.Investimenti di sostituzioni di aziende esistenti (cambio proprietà-shopping..);
3.Pochi investimenti “ nuovi “( greenfield )
4. pochi gli investimenti ad alto valore tecnologico .
IMPRESE SITUAZIONE ATTUALE 2014 7
19. 10/11/2014
lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco
19
1.Imprese con almeno 10 addetti e che hanno svolto attività di R&S, sono il 31% in Germania, il 22% in Francia, il 17% in Italia, l’11% in Spagna;
2.L’innovazione è legata ai settori: quelli più innovativi sono i manifatturieri : fabbricazione apparecchi radiotelevisivi,medicali e di precisione,farmaceutica ,chimica;
2.molto ridotta invece nei settori tradizionali quali tessile, abbigliamento ,calzature ecc..;
3.In tutti gli altri settori ad ecc dei servizi all’impresa e del settore informatico la propensione alla innovazione è molto bassa.
4.I prodotti hi-tech manifatturiero sono di poco superiori al 30% prodotto
AUSTRIA
BELGIO
DANIMARCA
FINLANDIA
GERMANIA
ITALIA
SPAGNA
REGNO UNITO
manifattura
6,8
6,2
7
9,7
7,4
2,3
2,4
4,2
servizi
2
1,5
2,1
2,9
2
0,6
0,8
1,3
0
1,5
3
4,5
6
7,5
9
10,5
%
Investimenti in R&S per settore e paese in % sul Valore Aggiunto fonte OECD 2010
IMPRESE SITUAZIONE ATTUALE 2014 8
21. 10/11/2014
lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco
21
1.Le multinazionale italiane sono solo 14;
2. il 55% del fatturato prodotto fa capo a imprese pubbliche;
3.L’incidenza sul PIL è del 26,7% ( 19,6% se si esclude la Fiat per la prossima sede legale in Olanda), vs il 42% di Germania e Francia, e il 57,3% del R.Unito;
4.Il 46% è a controllo familiare vs il 26% medio europeo;
5.Le dimensioni medie delle società sono la metà di quelle tedesche;
22. 10/11/2014
lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco
22
1. L’ Italia investe nella ricerca meno della metà di quanto investe la Germania;
2.Il settore privato investe poco , 0,5% del PIL; 1/3 di quanto investe la Germania:
24. 10/11/2014
L avoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco
24
B) AZIONI
1.Promuovere la crescita dimensionale;
2.Consolidare le filiere industriali e i distretti;
3.Sviluppare l’internazionalizzazione e la crescita del fatturato estero;
4.Sviluppare innovazione e ricerca : (più rapporti con Università e centri di ricerca, assunzione di laureati, utilizzo dei fondi UE);
5.Più capitale di rischio, superando il vincolo della resistenza familiare ;
6.Attrarre investimenti dall’estero creando le condizioni favorevoli ( riforme !!!! ) allo sviluppo del business;
7. incrementare occupazione a più elevata scolarità;
8. favorire accesso al credito
9. sviluppo delle Infrastrutture digitali nel paese
Il quadro sinteticamente evidenziato non rassicura per un futuro occupazionale: non può svilupparsi occupazione ( buona o cattiva che sia ) se: A ) CONDIZIONI
1.crescita economica del paese ( PIL );
2.Espansione della base produttiva ( incentivare la crescita);
3.sviluppo dei settori a media –alte tecnologia;
4.La tassazione sul sistema che produce occupazione è tra le più E elevate;
5.gli investimenti disponibili o un contesto paese favorevole agli investimenti esteri;,
6.Semplificazione della normativa del lavoro ossessivamente burocratizzata e punitiva;
7.Riforma della PA non solo sotto il profilo amministrativo ma anche sotto il profilo delle competenze, razionalizzazione dei processi e digitalizzazione
CONCLUSIONI
C) METODO
1. il nostro sistema produttivo ha subito nei ultimi 20/25 anni una profonda trasformazione in negativo per effetto anche della nostra inerzia a definire politiche industriali innovative;
2.la malattia è molto grave e richiede terapie in tempi medio lunghi per poter dare risultati;
3.Vendere soluzioni a presa facile non aiuta; una riforma del mercato del lavoro ,NECESSARIA E IMPORTANTE SI fa in ½ mesi ; lavorare sui FONDAMENTALI EVIDENZIATI richiede molto tempo, richiede un approccio sistemico e piani operativi per ciascun elemento evidenziato, E UNA FORTE COERENZA E CONTINUITA’ NEL TEMPO non sempre compatibile con le facili discontinuità della politica nostrana.
1. i fattori evidenziati vanno tutti messi in lavorazione/cantiere da subito anche se producono effetti in tempi diversi;
2.La politica ha bisogno anche di scorciatoie per esigenze di consenso e di immagine, ma solo progetti integrati, di sistema , monitorati e migliorati possono dare avvio ad un profondo cambiamento e di ripresa;
3.OGGI QUESTO APPROCCIO NON C’è, NON SI VEDE ….. E QUESTO E’ UN SERIO PROBLEMA CHE NON FA BEN SPERARE!!!!!!