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10/11/2014 
lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 
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lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 
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LAVORO – IMPRESE due aspetti che vanno visti con una forte e determinante integrazione e correlazione; affermazione ovvia ma non per scontata; 
1.Da almeno 15-20 anni il tema del lavoro viene visto prevalentemente nella sua dimensione teorica e pratica da un solo punto di vista che ha condizionato l’intero periodo; 
2.È prevalso l’approccio giuridico, gli interlocutori sono giuristi del lavoro e i giudici , nomi importanti alcuni dei quali ci hanno rimesso la vita : Biagi, Treu, Giugni, Ichino,Sacconi,Tiraboschi…. Approccio che ha diretto e anche condizionato il dibattito, la politica, l’azione sindacale , l’attività legislativa ORIENTANDOLO prevalentemente su aspetti giuridici… del diritto del lavoro , contrattuali , statuto dei lavoratori, art.18 ecc……. 
3.Aspetti questi certamente importanti ma NON DETERMINANTI anche se ESSENZIALI nel contribuire a creare Lavoro ; 
4.La ricaduta pratica di questo approccio non ha portato a grandi risultati : 
•il diritto del lavoro è rimasto bizantino ed intellegibile solo a pochi specialisti ; 
•le tipologie contrattuali sono diventate oltre 40 ; 
•la precarietà è diventata la norma standard del “ rapporto “ generando infinite cause giudiziarie individuali con grande soddisfazione degli studi legali che hanno visto crescere il loro volume di lavoro; 
•oggi ci si ritrova a mettere mano a questa complessa materia per l’ennesima volta. 
5.La base “ culturale, professionale di fondo di tale approccio era “ … che solo lavorando sulle norme è possibile far crescere l’occupazione, (tutelando in realtà sempre di più la riserva indiana dei tutelati ); questo approccio settoriale e quasi maniacale non ha portare alcun RISULTATO al tema occupazionale. 
6.Assente o molto emarginato il filone economico –industriale ( in genere considerato troppo vicino ai punti di vista delle aziende salvo rari casi Tarantelli, Gallino , Boeri, Fortis, Navaretti , Grandinetti, Berta; 
7.Scarsi gli studi sui settori produttivi , comunque limitati agli specialisti e mai oggetto di dibattito pubblico ,per cercare di capire che cosa stava succedendo nel mondo delle imprese ;nessuna attenzione ai temi di politica industriale in realtà appaltata al sindacato nella sola parte difensiva cioè la gestione al meglio di cassa integrazione, dei processi di mobilità, dei licenziamenti, delle chiusure aziendali e/o delocalizzazione. 
8. è necessario ripartire dal metodo: tenere ASSIEME “ le varie viste “, per UNA VISION SISTEMICA, ATTIVARE UN MODELLO DECISIONALE E PROGRAMMATICO fatto di piani ,azioni monitorandone l’efficacia …… mettendo le imprese al CENTRO ……. Ma si continua anche nel attuale dibattito politico –sindacale a lavorare prevalentemente sugli aspetti giuridici …..
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lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 
3 
LAVORO 
FORZA LAVORO ( occupati + disoccupati ) 25,5 mln ; tasso di occupazione 55,7% 
SITUAZIONE ATTUALE agosto 2014 
dipendenti ; 16,9 
indipendenti ; 5,5 
Valori assoluti mln 
agricoltura; 0,8 
industria; 6,1 
servizi ; 15,5 
Valori assoluti mln 
occupati; 22,4 
disoccupati; 3,1 
Valori assoluti mln 
INDICATORI OCCUPAZIONE fonte istat agosto 2014 
valori assoluti 
tassi % 
classe età 
popolazione riferimento 
occupati (a ) 
disoccupati ( b) 
forza lavoro ( a+b) 
occupazione /su popolazione 
disoccupazione sulla forza 
14-64 
40.300.000 
22.460.000 
3.144.000 
25.604.000 
55,7 
12,3 
14-24 
5.977.000 
895.000 
710.000 
1.605.000 
15,0 
44,2 
svizzera 
germania 
austria 
r.unito 
francia 
italia 
2004 
77,4 
65 
67,8 
71,7 
63,7 
57,6 
2008 
79,5 
70,1 
72,1 
71,5 
64,8 
58,7 
2010 
78,6 
71,1 
71,7 
69,5 
63,9 
56,9 
2013 
79,6 
73,3 
72,3 
70,8 
64,1 
55,6 
0 
10 
20 
30 
40 
50 
60 
70 
80 
90 
% 
tasso di occupazione 2004-2013 fonte eurostat
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4 
LAVORO 
Che cosa è successo 1 
STRUTTURA DELL'OCCUPAZIONE 2008-2013 
TIPOLOGIA OCCUPATI 
valori assoluti 000 
var. 2008- 2013 
var. 2011- 2013 
variaz 2011- 2013% 
2008 
2009 
2010 
2011 
2012 
2013 
dipendenti 
17.446 
17.277 
17.110 
17.240 
17.214 
16.878 
-568 
-362 
-2,10% 
indipendenti 
5.959 
5.748 
5.762 
5.727 
5.685 
5.542 
-417 
-185 
-3,30% 
TOTALE 
23.405 
23.025 
22.872 
22.967 
22.899 
22.420 
-985 
-547 
-2,40% 
fonte ISTAT 
QUADRO GENERALE DELL’OCCUPAZIONE: 
1.Dal 2008 al 2013 si sono persi 985.000 posti di lavoro pari al -4,3% degli occupati: di cui 3,4% dipendenti e il 7,5% indipendenti . 
2. sono stati colpiti gli indipendenti e le classi di età giovani 
3.Tasso di occupazione in riduzione 
4.Tasso di disoccupazione in crescita 
5.Tasso disoccupazione giovanile oltre 40% 
2004 
2006 
2008 
2009 
2010 
2011 
2012 
2013 
2014 
TASSO DI OCCUPAZIONE 
57,5 
58 
58,9 
58 
57,1 
56,9 
57,1 
56 
55,5 
52 
54 
56 
58 
60 
% 
TASSO DI OCCUPAZIONE 2004-2014 fonte istat 
2004 
2006 
2008 
2009 
2010 
2011 
2012 
2013 
2014 
TASSO DI DISOCCUPAZIONE 
8,1 
7,4 
6,5 
7,2 
8,5 
8 
9,5 
11,8 
12,6 
0 
5 
10 
15 
% 
TASSO DI DISOCCUPAZIONE 2004-2014 fonte istat
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LAVORO 
Che cosa è successo 2 
Avviamenti al lavoro negli anni 2011-2013 ( prima e dopo la riforma Fornero ) fonte ministero del lavoro da comunicazioni obbligatorie: 
TI 
TD 
APPRENDISTATO 
COCOPRO 
ALTRI 
2011 
17,6 
62,9 
2,8 
8,5 
8,2 
2013 
16,3 
67,3 
2,5 
6,9 
7,0 
0,0 
5,0 
10,0 
15,0 
20,0 
25,0 
30,0 
35,0 
40,0 
45,0 
50,0 
55,0 
60,0 
65,0 
70,0 
75,0 
% 
TIPOLOGIA CONTRATTUALE DEGLI AVVIATI % al lavoro 2011-2013 ministero del lavoro 
L’84% degli avviati hanno una struttura contrattuale PRECARIA ; solo il 16% degli avviato hanno un contratto a TI 
1. 84% degli avviati hanno una struttura contrattuale di tipo precaria; solo il 16% degli avviati hanno un contratto a TI; 
2.Gli avviati al lavoro sono passati da 10,5 mln di unità del 2011 a 9,7 mln del 2013, meno 800.000 unità; 
3. gli avviati hanno avuto per ciascun anno più contratti procapite proprio perché l’84% hanno contratti precari; non vi è un dato certo sulla durata del contratto, che può essere di poche settimane o qualche mene per ciascun contratto; 
4.Sui licenziamenti individuali post riforma Fornero non vi sono dati certi e monitorati; si stima che siano stati licenziati circa 40.000 unità nei 2 anni; di questi ,come prescrive la legge si può ricorre al giudice ( stima 30% ) o si patteggia una indennizzo economico ( circa il 70% ); per cui i licenziamenti effettivi concretizzati non dovrebbero superare i 28- 30.000 unità = 15.000 su base anno, circa lo 0,1% dei dipendenti a TI
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EVOLUZIONE DEL MERCATO DEL LAVORO PER QUALIFICA PROFESSIONALE 
1.Diminuiscono i dirigenti e quadri, e i lavoratori in proprio e cocopro; 
2.Crescono gli impiegati i liberi professionisti e i prestatori d’opera occasionali 
3.Tengono gli 0perai 
APPROFONDIMENTO
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7 
1992 
2000 
2009 
2011 
2014 
TOTALE OCCUPATI 
21,5 
21,7 
23,3 
22,9 
22,3 
20,5 
21 
21,5 
22 
22,5 
23 
23,5 
va.milioni 
TOTALE OCCUPATI 1992 -2014 fonte istat 
1992 
2000 
2009 
2011 
2014 
UOMINI 
13,8 
13,4 
14 
13,5 
13 
DONNE 
7,7 
8,3 
9,3 
9,4 
9,3 
0 
5 
10 
15 
va milioni 
andamento occupazione di genere 1992-2014 fonte istat 
1.L’occupazione al 2014 rispetto al 1992 è cresciuta di 800.000 unità per effetto di un riequilibrio occupazionale tra uomini e donne e cioè : diminuzione di - 800.000 unità per gli uomini ( da 13,8 mln a 13 mln ) e + 1.600.000 unità per le donne ( da 7,7 mln a 9,3 mln ) con saldo positivo di + 800.000, anche se appare ancora evidente uno squilibrio dei due tassi di occupazione a svantaggio delle donne. 2. l’occupazione dal 2009 al 2014 si è ridotta di 1 milione 
LAVORO 
Che cosa è successo 3
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8 
LAVORO 
Che cosa è successo 4 
Agricoltura perde oltre 1 mln di unità pari a -57%; in dettaglio: 
il 63,4% gli indipendenti; 
il 47,7% i dipendenti 
Industria perde 747.000 unità pari a - 10,9 % ; in dettaglio: 
1. crescono gli indipendenti soprattutto nelle costruzioni, 
2.Diminuiscono di 769.000 i dipendenti metà riferita al settore costruzioni. 
Servizi crescono di 3milioni di unità pari al 23,5%. il 96% sono dipendenti 
Complessivamente l’occupazione cresce di 1,1 mln pari al 5,3%; in dettaglio : 
1. dipendenti crescono del 11,2 % ( + 1,7 mln) 
2.Indipendenti diminuiscono di 560.000 unità 
Tavola 10.9.1 
Occupati per settore di attività economica, posizione nella professione e sesso - Anni 1990-2014 (a) (in migliaia) 
serie storiche istat 
ANNI 
Agricoltura 
Industria 
di cui: costruzioni 
Servizi 
Totale 
Dipen- denti 
Indipen- denti 
totale 
Dipen- denti 
Indipen- denti 
totale 
Dipen- denti 
Indipen- denti 
totale 
Dipen- denti 
Indipen- denti 
totale 
Dipen- denti 
Indipen- denti 
totale 
1990 
791 
1.104 
1.895 
5.679 
1.166 
6.845 
1.371 
488 
1.859 
8.753 
3.812 
12.565 
15.222 
6.082 
21.304 
1995 
510 
710 
1.220 
5.365 
1.449 
6.814 
969 
608 
1.577 
8.811 
3.915 
12.726 
14.687 
6.074 
20.761 
2000 
426 
587 
1.013 
5.268 
1.446 
6.714 
940 
648 
1.588 
9.760 
4.108 
13.868 
15.455 
6.141 
21.596 
2005 
436 
511 
947 
5.464 
1.476 
6.940 
1.186 
727 
1.913 
10.633 
4.042 
14.675 
16.533 
6.030 
22.563 
2010 
429 
462 
891 
5.131 
1.380 
6.511 
1.199 
731 
1.930 
11.550 
3.921 
15.471 
17.110 
5.762 
22.872 
2011 
413 
438 
851 
5.226 
1.312 
6.538 
1.138 
709 
1.847 
11.601 
3.978 
15.579 
17.240 
5.727 
22.967 
2012 
457 
421 
878 
5.103 
1.259 
6.362 
1.073 
681 
1.754 
11.683 
4.004 
15.687 
17.243 
5.684 
22.927 
2013 
408 
406 
814 
4.916 
1.194 
6.110 
948 
643 
1.591 
11.554 
3.942 
15.496 
16.878 
5.542 
22.420 
2014 * 
412 
403 
815 
4.910 
1.188 
6.098 
900 
630 
1.530 
11.606 
3.927 
15.533 
16.928 
5.518 
22.446 
variaz.2014/1990 
-379 
-701 
-1.080 
-769 
22 
-747 
-471 
142 
-329 
2.853 
115 
2.968 
1.706 
-564 
1.142 
2014 * 1 semestre
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lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 
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PREVISIONI OCCUPAZIONALI AL 2017 fonte Excelsior Ministero del Lavoro 
SETTORI 
STOCK OCCUPAZ . confronto 3 modelli 
BENCHMARK 
OTTIMISTICO 
PESSIMISTICO 
INDUSTRIA 
6.100.000 
6.400.000 
5.900.000 
SERVIZI 
15.200.000 
15.500.000 
14.800.000 
TOTALE 
21.300.000 
21.900.000 
20.700.000 
variaz.2012 % 
-1,9 
0,7 
-4,5 
INDUSTRIA 
-6,2 
-2,3 
-10 
SERVIZI 
-0,1 
2 
-2,1 
Sulla base di diversi scenari di crescita del PIL al 2017, sono state simulate previsioni sull’occupazione: 
1.Scenario base 1: definito benchmark che prevede una crescita del PIL: 2014 ,0,5%; 2015:1%; 2016:1,2%; 2017:1,2%. 
2.Scenario ottimistico che prevede una crescita del PIL 2014: 1,5%; 2015:2%;2016:2,2%; 2017: 2,2%; 
3.Scenario pessimistico che prevede una crescita del PIL 2014: -0,5%; 2015: 0,0%;2016: 0,2%; 2017: 0,2%; 
4.Sulla base degli scenario delineati sono state effettuate previsioni evidenziate nella tab; 
5.risultati non sono CONFORTANTI: 
• il settore industriale nel periodo 2015-2017 avrà un saldo netto ( entrate –uscite ) di --170.000 unità; 
• i Servizi nello stesso periodo avranno un saldo netto ( E-U ) di circa + 300.000 unità; 
• complessivamente il bilancio previsto ( E-U ) sarà di circa + 130.000 unità per effetto della tenuta dei servizi; 6. I LIVELLILIVELLI OCCUPAZIONALIOCCUPAZIONALI NEINEI MIGLIORIMIGLIORI DEIDEI CASICASI RIMARRANNORIMARRANNO FERMIFERMI AI LIVELLILIVELLI a quelliquelli DELDEL 20122012, ANCHEANCHE SE VERRA’VERRA’ EFFETTUATOEFFETTUATO UN RIMESCOLAMENTORIMESCOLAMENTO PROFESSIONALEPROFESSIONALE e tratra settorisettori. 
LAVORO 
Previsioni al 2017 1
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lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 
10 
LAVORO 
Previsioni al 2017 2 
Sintesi : 
1.Si stimano entrate medie anno di 1,3 mln fino al 2017 con saldo netto occupazionale come da previsione definita nei vari scenari; 
2. l’aspetto interessante e positivo è che Il 30% di tali richieste ( 400.000 unità anno ) riguardano profili ad alta scolarizzazione: (dirigenti 45.000, professioni scientifiche 130.000, professioni tecniche 214.000)
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lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 
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In sintesi : 
1.Industria -400.000 unità ( soprattutto per il settore Costruzioni; 
2. Servizi + 250.000 unità; 
3. PA - 275.000 unità; 
4.Il quadro economico previsionale MEF/ ottobre 2014 sotto questo aspetto prevede al 2018 una crescita occupazionale netta consolidata del 1,1% 
QUADRO MACRO ECONOMICO PROGRAMMATICO fonte DEF 2014/OTTOBRE 
2014 
2015 
2016 
2017 
2018 
PIL 
-0,3 
0,6 
1 
1,3 
1,4 
PIL NOMINALE MLN € 
1.626 
1.646 
1.690 
1.742 
1.799 
TASSO OCCUPAZIONE % Età 15-64 
55,6 
55,8 
56,1 
56,3 
56,7 
TASSO DISOCCUPAZIONE 
12,6 
12,5 
12,1 
11,6 
11,2 
CONSUMI FAMIGLIE 
0,1 
1 
1 
1,3 
1,3 
INVESTIMENTI 
-2,1 
1,5 
2,1 
2 
1,8 
EXPORT 
1,9 
2,8 
3,1 
3,3 
3,7 
LAVORO 
Previsioni al 2017 3
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lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 
12 
1. le micro imprese,piccole e medie (MPMI ) italiane sono circa 4,3 mln Francia e Spagna 2,5 mln; Germania 2 mln; 1, 6 mln del R. Unito. 
2.Assicurano 13 mln di occupati e circa 2.000 mld di fatturato; 
3.Oltre il 50% sono imprese familiari con incidenza del 70 % nelle imprese fino a 10 ADD. 
4. rappresentano un tessuto imprenditoriale diffuso sul territorio senza eguali in UE, ma nel 2013 hanno avuto un calo del fatturato del -29%; dei profitti del -49%;. 
IMPRESE PER CLASSI DIMENSIONALI E ADDETTI ISTAT 2013 
classe dimensionale 
valori assoluti 
distribuzione % 
definizioni 
n. imprese 
addetti 
imprese 
addetti 
micro-piccola impresa 
0-49 
4.401.644 
11.025.306 
99,46 
67 
media impresa 
50-249 
20.838 
2.013.721 
0,48 
12,3 
grande impresa 
250-oltre 
3.468 
3.415.055 
0,08 
20,7 
totale 
4.425.950 
16.454.082 
100 
100 
MICROIMPRESE ISTAT 2013 
classe dimensionale 
imprese 
addetti 
0 
205.229 
0 
1 
2.477.500 
2.477.500 
2 
689.744 
1.379.549 
3-5 
626.251 
2.300.450 
6-9 
215.876 
1.541.699 
totale 
4.214.600 
7.699.198 
10-15 
105.889 
1.270.857 
TOT GENERALE 
4.320.489 
8.970.055 
Dipendenti : 16,4 mln: 
1. dipendenti tutelati art 18 statuto dei lavoratori = 7,6 mln 
2.No tutelati 8,9 mln dipendenti + 5,5 mln di indipendenti =14,4 mln 
IMPRESE SITUAZIONE ATTUALE 2014
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lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 
13 
TASSO DI NATALITA' E DI MORTALITA' 2007-2012 ISTAT 
SETTORE 
NATALITA' 
MORTALITA' 
TASSO TURNOVER 
n. imprese anno 
tasso% 
n. imprese anno 
tasso% 
INDUSTRIA 
22.000 
5 
28.000 
5,4 
-0,4 
COSTRUZIONI 
54.000 
8,8 
68.000 
10 
-1,6 
COMMERCIO 
76.000 
7,3 
96.000 
7,9 
-0,7 
ALTRI SERVIZI 
130.000 
7,8 
110.000 
6,2 
1,6 
1.Nel periodo 2007-2012 il tasso di mortalità delle aziende è stato superiore al tasso di natalità tranne che nel settore dei servizi; 
2.creare una società nel settore industriale è molto più difficile che non in altri settori. 
IMPRESE SITUAZIONE ATTUALE 2014 2 
2007 
2008 
2009 
2010 
2011 
valore 
66,1 
66,7 
64,1 
63,5 
62,9 
60 
62 
64 
66 
68 
Titolo asse 
imprese x 1000 abitanti fonte istat 
2007 
2008 
2009 
2010 
2011 
valore 
4 
4,1 
4 
4 
3,9 
3,8 
3,9 
4 
4,1 
4,2 
Titolo asse 
n.medio dipendenti industria fonte istat
10/11/2014 
lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 
14 
1.Nel periodo 2000-2013 la produzione manifatturiera livello mondo è cresciuta del 36%; 
2. DAL 2007-2013 a livello mondo la manifattura è cresciuta del + 10%; 
3.Italia nello stesso periodo ha vissuto un crollo del -25,5%. 
1.Italia ha avuto un crollo proprio nei settori che a livello mondo sono cresciuti di più ( elettronica, computer, mezzi di trasporto, …), cause: 
2.caduta della domanda interna (-5,1% ) mentre gli altri paesi hanno avuto nel periodo 2000- 2013 la seguente dinamica: positive Usa +22%,Cina +208%, Brasile +65%,Corea del Sud +29%, Germania + 0,9%; 
3.La differenza con la Germania è data in particolare dal fatto che la quota di fatturato estero è stata nel 2012 il 59% e in settori ad alto valore aggiunto; 
4.Per Italia la quota di fatturato estero è stata del 41% vs 59% di Germania , ben 18 punti di differenza e in settori con prodotti a tecnologia medio –bassa. 
IMPRESE SITUAZIONE ATTUALE 2014 3 
1. l’Italia tra il 2000-2013 perde quota nella produzione manifatturiera mondiale e passa dal 4,2% al 2,6%;
1. Italia ha una struttura produttiva prevalentemente a medio-bassa tecnologia; 
2.Quindi deve competere sulla base di prezzi e costi di produzione più bassi rispetto alla concorrenza; 
3.Questa situazione è determinata da molteplici fattori tra i quali : 
 prevalenza di imprese piccole ( 95%) che fanno poca innovazione per carenza di capitali e di competenze; 
La maggior parte delle piccole aziende opera sul mercato domestico quindi soggetti a una concorrenza “ misurata “; 
 l’innovazione è prevalentemente dei processi e all’introduzione di nuovi macchinari che recuperano efficienza produttiva e non ai prodotti; 
• struttura della occupazione a bassa scolarità; 
10/11/2014 
lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 
15 
IMPRESE SITUAZIONE ATTUALE 2014 4
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lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 
16 
IMPRESE SITUAZIONE ATTUALE 2014 5
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lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 
17 
0 
5 
10 
15 
20 
25 
30 
INVESTIMENTI LORDI IN CAPITALE FISSO IN % PIL 2013 fonte EUROSTAT 
IMPRESE SITUAZIONE ATTUALE 2014 6 
1.Nel 2013 gli investimenti esteri ( IDE ) in Italia sono stati 12.4 MD € , il 58% in meno rispetto al 2007; 
2. siamo al 65 posto come attrattività di investimenti a livello mondo; 
3.Abbiamo l’1,6% dello stock mondiale contro il 2,8% della Spagna, 3,1% della Germania, 4,8% della Francia e il 5,8% del Regno Unito.
10/11/2014 
lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 
18 
Quindi un quadro poco confortevole: 
1.Pochi investimenti in entrata( 65 posto livello mondo) 
2.Investimenti di sostituzioni di aziende esistenti (cambio proprietà-shopping..); 
3.Pochi investimenti “ nuovi “( greenfield ) 
4. pochi gli investimenti ad alto valore tecnologico . 
IMPRESE SITUAZIONE ATTUALE 2014 7
10/11/2014 
lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 
19 
1.Imprese con almeno 10 addetti e che hanno svolto attività di R&S, sono il 31% in Germania, il 22% in Francia, il 17% in Italia, l’11% in Spagna; 
2.L’innovazione è legata ai settori: quelli più innovativi sono i manifatturieri : fabbricazione apparecchi radiotelevisivi,medicali e di precisione,farmaceutica ,chimica; 
2.molto ridotta invece nei settori tradizionali quali tessile, abbigliamento ,calzature ecc..; 
3.In tutti gli altri settori ad ecc dei servizi all’impresa e del settore informatico la propensione alla innovazione è molto bassa. 
4.I prodotti hi-tech manifatturiero sono di poco superiori al 30% prodotto 
AUSTRIA 
BELGIO 
DANIMARCA 
FINLANDIA 
GERMANIA 
ITALIA 
SPAGNA 
REGNO UNITO 
manifattura 
6,8 
6,2 
7 
9,7 
7,4 
2,3 
2,4 
4,2 
servizi 
2 
1,5 
2,1 
2,9 
2 
0,6 
0,8 
1,3 
0 
1,5 
3 
4,5 
6 
7,5 
9 
10,5 
% 
Investimenti in R&S per settore e paese in % sul Valore Aggiunto fonte OECD 2010 
IMPRESE SITUAZIONE ATTUALE 2014 8
10/11/2014 
lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 
20
10/11/2014 
lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 
21 
1.Le multinazionale italiane sono solo 14; 
2. il 55% del fatturato prodotto fa capo a imprese pubbliche; 
3.L’incidenza sul PIL è del 26,7% ( 19,6% se si esclude la Fiat per la prossima sede legale in Olanda), vs il 42% di Germania e Francia, e il 57,3% del R.Unito; 
4.Il 46% è a controllo familiare vs il 26% medio europeo; 
5.Le dimensioni medie delle società sono la metà di quelle tedesche;
10/11/2014 
lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 
22 
1. L’ Italia investe nella ricerca meno della metà di quanto investe la Germania; 
2.Il settore privato investe poco , 0,5% del PIL; 1/3 di quanto investe la Germania:
10/11/2014 
lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 
23
10/11/2014 
L avoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 
24 
B) AZIONI 
1.Promuovere la crescita dimensionale; 
2.Consolidare le filiere industriali e i distretti; 
3.Sviluppare l’internazionalizzazione e la crescita del fatturato estero; 
4.Sviluppare innovazione e ricerca : (più rapporti con Università e centri di ricerca, assunzione di laureati, utilizzo dei fondi UE); 
5.Più capitale di rischio, superando il vincolo della resistenza familiare ; 
6.Attrarre investimenti dall’estero creando le condizioni favorevoli ( riforme !!!! ) allo sviluppo del business; 
7. incrementare occupazione a più elevata scolarità; 
8. favorire accesso al credito 
9. sviluppo delle Infrastrutture digitali nel paese 
Il quadro sinteticamente evidenziato non rassicura per un futuro occupazionale: non può svilupparsi occupazione ( buona o cattiva che sia ) se: A ) CONDIZIONI 
1.crescita economica del paese ( PIL ); 
2.Espansione della base produttiva ( incentivare la crescita); 
3.sviluppo dei settori a media –alte tecnologia; 
4.La tassazione sul sistema che produce occupazione è tra le più E elevate; 
5.gli investimenti disponibili o un contesto paese favorevole agli investimenti esteri;, 
6.Semplificazione della normativa del lavoro ossessivamente burocratizzata e punitiva; 
7.Riforma della PA non solo sotto il profilo amministrativo ma anche sotto il profilo delle competenze, razionalizzazione dei processi e digitalizzazione 
CONCLUSIONI 
C) METODO 
1. il nostro sistema produttivo ha subito nei ultimi 20/25 anni una profonda trasformazione in negativo per effetto anche della nostra inerzia a definire politiche industriali innovative; 
2.la malattia è molto grave e richiede terapie in tempi medio lunghi per poter dare risultati; 
3.Vendere soluzioni a presa facile non aiuta; una riforma del mercato del lavoro ,NECESSARIA E IMPORTANTE SI fa in ½ mesi ; lavorare sui FONDAMENTALI EVIDENZIATI richiede molto tempo, richiede un approccio sistemico e piani operativi per ciascun elemento evidenziato, E UNA FORTE COERENZA E CONTINUITA’ NEL TEMPO non sempre compatibile con le facili discontinuità della politica nostrana. 
1. i fattori evidenziati vanno tutti messi in lavorazione/cantiere da subito anche se producono effetti in tempi diversi; 
2.La politica ha bisogno anche di scorciatoie per esigenze di consenso e di immagine, ma solo progetti integrati, di sistema , monitorati e migliorati possono dare avvio ad un profondo cambiamento e di ripresa; 
3.OGGI QUESTO APPROCCIO NON C’è, NON SI VEDE ….. E QUESTO E’ UN SERIO PROBLEMA CHE NON FA BEN SPERARE!!!!!!

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  • 1. 10/11/2014 lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 1
  • 2. 10/11/2014 lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 2 LAVORO – IMPRESE due aspetti che vanno visti con una forte e determinante integrazione e correlazione; affermazione ovvia ma non per scontata; 1.Da almeno 15-20 anni il tema del lavoro viene visto prevalentemente nella sua dimensione teorica e pratica da un solo punto di vista che ha condizionato l’intero periodo; 2.È prevalso l’approccio giuridico, gli interlocutori sono giuristi del lavoro e i giudici , nomi importanti alcuni dei quali ci hanno rimesso la vita : Biagi, Treu, Giugni, Ichino,Sacconi,Tiraboschi…. Approccio che ha diretto e anche condizionato il dibattito, la politica, l’azione sindacale , l’attività legislativa ORIENTANDOLO prevalentemente su aspetti giuridici… del diritto del lavoro , contrattuali , statuto dei lavoratori, art.18 ecc……. 3.Aspetti questi certamente importanti ma NON DETERMINANTI anche se ESSENZIALI nel contribuire a creare Lavoro ; 4.La ricaduta pratica di questo approccio non ha portato a grandi risultati : •il diritto del lavoro è rimasto bizantino ed intellegibile solo a pochi specialisti ; •le tipologie contrattuali sono diventate oltre 40 ; •la precarietà è diventata la norma standard del “ rapporto “ generando infinite cause giudiziarie individuali con grande soddisfazione degli studi legali che hanno visto crescere il loro volume di lavoro; •oggi ci si ritrova a mettere mano a questa complessa materia per l’ennesima volta. 5.La base “ culturale, professionale di fondo di tale approccio era “ … che solo lavorando sulle norme è possibile far crescere l’occupazione, (tutelando in realtà sempre di più la riserva indiana dei tutelati ); questo approccio settoriale e quasi maniacale non ha portare alcun RISULTATO al tema occupazionale. 6.Assente o molto emarginato il filone economico –industriale ( in genere considerato troppo vicino ai punti di vista delle aziende salvo rari casi Tarantelli, Gallino , Boeri, Fortis, Navaretti , Grandinetti, Berta; 7.Scarsi gli studi sui settori produttivi , comunque limitati agli specialisti e mai oggetto di dibattito pubblico ,per cercare di capire che cosa stava succedendo nel mondo delle imprese ;nessuna attenzione ai temi di politica industriale in realtà appaltata al sindacato nella sola parte difensiva cioè la gestione al meglio di cassa integrazione, dei processi di mobilità, dei licenziamenti, delle chiusure aziendali e/o delocalizzazione. 8. è necessario ripartire dal metodo: tenere ASSIEME “ le varie viste “, per UNA VISION SISTEMICA, ATTIVARE UN MODELLO DECISIONALE E PROGRAMMATICO fatto di piani ,azioni monitorandone l’efficacia …… mettendo le imprese al CENTRO ……. Ma si continua anche nel attuale dibattito politico –sindacale a lavorare prevalentemente sugli aspetti giuridici …..
  • 3. 10/11/2014 lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 3 LAVORO FORZA LAVORO ( occupati + disoccupati ) 25,5 mln ; tasso di occupazione 55,7% SITUAZIONE ATTUALE agosto 2014 dipendenti ; 16,9 indipendenti ; 5,5 Valori assoluti mln agricoltura; 0,8 industria; 6,1 servizi ; 15,5 Valori assoluti mln occupati; 22,4 disoccupati; 3,1 Valori assoluti mln INDICATORI OCCUPAZIONE fonte istat agosto 2014 valori assoluti tassi % classe età popolazione riferimento occupati (a ) disoccupati ( b) forza lavoro ( a+b) occupazione /su popolazione disoccupazione sulla forza 14-64 40.300.000 22.460.000 3.144.000 25.604.000 55,7 12,3 14-24 5.977.000 895.000 710.000 1.605.000 15,0 44,2 svizzera germania austria r.unito francia italia 2004 77,4 65 67,8 71,7 63,7 57,6 2008 79,5 70,1 72,1 71,5 64,8 58,7 2010 78,6 71,1 71,7 69,5 63,9 56,9 2013 79,6 73,3 72,3 70,8 64,1 55,6 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 % tasso di occupazione 2004-2013 fonte eurostat
  • 4. 10/11/2014 lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 4 LAVORO Che cosa è successo 1 STRUTTURA DELL'OCCUPAZIONE 2008-2013 TIPOLOGIA OCCUPATI valori assoluti 000 var. 2008- 2013 var. 2011- 2013 variaz 2011- 2013% 2008 2009 2010 2011 2012 2013 dipendenti 17.446 17.277 17.110 17.240 17.214 16.878 -568 -362 -2,10% indipendenti 5.959 5.748 5.762 5.727 5.685 5.542 -417 -185 -3,30% TOTALE 23.405 23.025 22.872 22.967 22.899 22.420 -985 -547 -2,40% fonte ISTAT QUADRO GENERALE DELL’OCCUPAZIONE: 1.Dal 2008 al 2013 si sono persi 985.000 posti di lavoro pari al -4,3% degli occupati: di cui 3,4% dipendenti e il 7,5% indipendenti . 2. sono stati colpiti gli indipendenti e le classi di età giovani 3.Tasso di occupazione in riduzione 4.Tasso di disoccupazione in crescita 5.Tasso disoccupazione giovanile oltre 40% 2004 2006 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 TASSO DI OCCUPAZIONE 57,5 58 58,9 58 57,1 56,9 57,1 56 55,5 52 54 56 58 60 % TASSO DI OCCUPAZIONE 2004-2014 fonte istat 2004 2006 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 TASSO DI DISOCCUPAZIONE 8,1 7,4 6,5 7,2 8,5 8 9,5 11,8 12,6 0 5 10 15 % TASSO DI DISOCCUPAZIONE 2004-2014 fonte istat
  • 5. 10/11/2014 lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 5 LAVORO Che cosa è successo 2 Avviamenti al lavoro negli anni 2011-2013 ( prima e dopo la riforma Fornero ) fonte ministero del lavoro da comunicazioni obbligatorie: TI TD APPRENDISTATO COCOPRO ALTRI 2011 17,6 62,9 2,8 8,5 8,2 2013 16,3 67,3 2,5 6,9 7,0 0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 35,0 40,0 45,0 50,0 55,0 60,0 65,0 70,0 75,0 % TIPOLOGIA CONTRATTUALE DEGLI AVVIATI % al lavoro 2011-2013 ministero del lavoro L’84% degli avviati hanno una struttura contrattuale PRECARIA ; solo il 16% degli avviato hanno un contratto a TI 1. 84% degli avviati hanno una struttura contrattuale di tipo precaria; solo il 16% degli avviati hanno un contratto a TI; 2.Gli avviati al lavoro sono passati da 10,5 mln di unità del 2011 a 9,7 mln del 2013, meno 800.000 unità; 3. gli avviati hanno avuto per ciascun anno più contratti procapite proprio perché l’84% hanno contratti precari; non vi è un dato certo sulla durata del contratto, che può essere di poche settimane o qualche mene per ciascun contratto; 4.Sui licenziamenti individuali post riforma Fornero non vi sono dati certi e monitorati; si stima che siano stati licenziati circa 40.000 unità nei 2 anni; di questi ,come prescrive la legge si può ricorre al giudice ( stima 30% ) o si patteggia una indennizzo economico ( circa il 70% ); per cui i licenziamenti effettivi concretizzati non dovrebbero superare i 28- 30.000 unità = 15.000 su base anno, circa lo 0,1% dei dipendenti a TI
  • 6. 10/11/2014 lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 6 EVOLUZIONE DEL MERCATO DEL LAVORO PER QUALIFICA PROFESSIONALE 1.Diminuiscono i dirigenti e quadri, e i lavoratori in proprio e cocopro; 2.Crescono gli impiegati i liberi professionisti e i prestatori d’opera occasionali 3.Tengono gli 0perai APPROFONDIMENTO
  • 7. 10/11/2014 lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 7 1992 2000 2009 2011 2014 TOTALE OCCUPATI 21,5 21,7 23,3 22,9 22,3 20,5 21 21,5 22 22,5 23 23,5 va.milioni TOTALE OCCUPATI 1992 -2014 fonte istat 1992 2000 2009 2011 2014 UOMINI 13,8 13,4 14 13,5 13 DONNE 7,7 8,3 9,3 9,4 9,3 0 5 10 15 va milioni andamento occupazione di genere 1992-2014 fonte istat 1.L’occupazione al 2014 rispetto al 1992 è cresciuta di 800.000 unità per effetto di un riequilibrio occupazionale tra uomini e donne e cioè : diminuzione di - 800.000 unità per gli uomini ( da 13,8 mln a 13 mln ) e + 1.600.000 unità per le donne ( da 7,7 mln a 9,3 mln ) con saldo positivo di + 800.000, anche se appare ancora evidente uno squilibrio dei due tassi di occupazione a svantaggio delle donne. 2. l’occupazione dal 2009 al 2014 si è ridotta di 1 milione LAVORO Che cosa è successo 3
  • 8. 10/11/2014 lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 8 LAVORO Che cosa è successo 4 Agricoltura perde oltre 1 mln di unità pari a -57%; in dettaglio: il 63,4% gli indipendenti; il 47,7% i dipendenti Industria perde 747.000 unità pari a - 10,9 % ; in dettaglio: 1. crescono gli indipendenti soprattutto nelle costruzioni, 2.Diminuiscono di 769.000 i dipendenti metà riferita al settore costruzioni. Servizi crescono di 3milioni di unità pari al 23,5%. il 96% sono dipendenti Complessivamente l’occupazione cresce di 1,1 mln pari al 5,3%; in dettaglio : 1. dipendenti crescono del 11,2 % ( + 1,7 mln) 2.Indipendenti diminuiscono di 560.000 unità Tavola 10.9.1 Occupati per settore di attività economica, posizione nella professione e sesso - Anni 1990-2014 (a) (in migliaia) serie storiche istat ANNI Agricoltura Industria di cui: costruzioni Servizi Totale Dipen- denti Indipen- denti totale Dipen- denti Indipen- denti totale Dipen- denti Indipen- denti totale Dipen- denti Indipen- denti totale Dipen- denti Indipen- denti totale 1990 791 1.104 1.895 5.679 1.166 6.845 1.371 488 1.859 8.753 3.812 12.565 15.222 6.082 21.304 1995 510 710 1.220 5.365 1.449 6.814 969 608 1.577 8.811 3.915 12.726 14.687 6.074 20.761 2000 426 587 1.013 5.268 1.446 6.714 940 648 1.588 9.760 4.108 13.868 15.455 6.141 21.596 2005 436 511 947 5.464 1.476 6.940 1.186 727 1.913 10.633 4.042 14.675 16.533 6.030 22.563 2010 429 462 891 5.131 1.380 6.511 1.199 731 1.930 11.550 3.921 15.471 17.110 5.762 22.872 2011 413 438 851 5.226 1.312 6.538 1.138 709 1.847 11.601 3.978 15.579 17.240 5.727 22.967 2012 457 421 878 5.103 1.259 6.362 1.073 681 1.754 11.683 4.004 15.687 17.243 5.684 22.927 2013 408 406 814 4.916 1.194 6.110 948 643 1.591 11.554 3.942 15.496 16.878 5.542 22.420 2014 * 412 403 815 4.910 1.188 6.098 900 630 1.530 11.606 3.927 15.533 16.928 5.518 22.446 variaz.2014/1990 -379 -701 -1.080 -769 22 -747 -471 142 -329 2.853 115 2.968 1.706 -564 1.142 2014 * 1 semestre
  • 9. 10/11/2014 lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 9 PREVISIONI OCCUPAZIONALI AL 2017 fonte Excelsior Ministero del Lavoro SETTORI STOCK OCCUPAZ . confronto 3 modelli BENCHMARK OTTIMISTICO PESSIMISTICO INDUSTRIA 6.100.000 6.400.000 5.900.000 SERVIZI 15.200.000 15.500.000 14.800.000 TOTALE 21.300.000 21.900.000 20.700.000 variaz.2012 % -1,9 0,7 -4,5 INDUSTRIA -6,2 -2,3 -10 SERVIZI -0,1 2 -2,1 Sulla base di diversi scenari di crescita del PIL al 2017, sono state simulate previsioni sull’occupazione: 1.Scenario base 1: definito benchmark che prevede una crescita del PIL: 2014 ,0,5%; 2015:1%; 2016:1,2%; 2017:1,2%. 2.Scenario ottimistico che prevede una crescita del PIL 2014: 1,5%; 2015:2%;2016:2,2%; 2017: 2,2%; 3.Scenario pessimistico che prevede una crescita del PIL 2014: -0,5%; 2015: 0,0%;2016: 0,2%; 2017: 0,2%; 4.Sulla base degli scenario delineati sono state effettuate previsioni evidenziate nella tab; 5.risultati non sono CONFORTANTI: • il settore industriale nel periodo 2015-2017 avrà un saldo netto ( entrate –uscite ) di --170.000 unità; • i Servizi nello stesso periodo avranno un saldo netto ( E-U ) di circa + 300.000 unità; • complessivamente il bilancio previsto ( E-U ) sarà di circa + 130.000 unità per effetto della tenuta dei servizi; 6. I LIVELLILIVELLI OCCUPAZIONALIOCCUPAZIONALI NEINEI MIGLIORIMIGLIORI DEIDEI CASICASI RIMARRANNORIMARRANNO FERMIFERMI AI LIVELLILIVELLI a quelliquelli DELDEL 20122012, ANCHEANCHE SE VERRA’VERRA’ EFFETTUATOEFFETTUATO UN RIMESCOLAMENTORIMESCOLAMENTO PROFESSIONALEPROFESSIONALE e tratra settorisettori. LAVORO Previsioni al 2017 1
  • 10. 10/11/2014 lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 10 LAVORO Previsioni al 2017 2 Sintesi : 1.Si stimano entrate medie anno di 1,3 mln fino al 2017 con saldo netto occupazionale come da previsione definita nei vari scenari; 2. l’aspetto interessante e positivo è che Il 30% di tali richieste ( 400.000 unità anno ) riguardano profili ad alta scolarizzazione: (dirigenti 45.000, professioni scientifiche 130.000, professioni tecniche 214.000)
  • 11. 10/11/2014 lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 11 In sintesi : 1.Industria -400.000 unità ( soprattutto per il settore Costruzioni; 2. Servizi + 250.000 unità; 3. PA - 275.000 unità; 4.Il quadro economico previsionale MEF/ ottobre 2014 sotto questo aspetto prevede al 2018 una crescita occupazionale netta consolidata del 1,1% QUADRO MACRO ECONOMICO PROGRAMMATICO fonte DEF 2014/OTTOBRE 2014 2015 2016 2017 2018 PIL -0,3 0,6 1 1,3 1,4 PIL NOMINALE MLN € 1.626 1.646 1.690 1.742 1.799 TASSO OCCUPAZIONE % Età 15-64 55,6 55,8 56,1 56,3 56,7 TASSO DISOCCUPAZIONE 12,6 12,5 12,1 11,6 11,2 CONSUMI FAMIGLIE 0,1 1 1 1,3 1,3 INVESTIMENTI -2,1 1,5 2,1 2 1,8 EXPORT 1,9 2,8 3,1 3,3 3,7 LAVORO Previsioni al 2017 3
  • 12. 10/11/2014 lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 12 1. le micro imprese,piccole e medie (MPMI ) italiane sono circa 4,3 mln Francia e Spagna 2,5 mln; Germania 2 mln; 1, 6 mln del R. Unito. 2.Assicurano 13 mln di occupati e circa 2.000 mld di fatturato; 3.Oltre il 50% sono imprese familiari con incidenza del 70 % nelle imprese fino a 10 ADD. 4. rappresentano un tessuto imprenditoriale diffuso sul territorio senza eguali in UE, ma nel 2013 hanno avuto un calo del fatturato del -29%; dei profitti del -49%;. IMPRESE PER CLASSI DIMENSIONALI E ADDETTI ISTAT 2013 classe dimensionale valori assoluti distribuzione % definizioni n. imprese addetti imprese addetti micro-piccola impresa 0-49 4.401.644 11.025.306 99,46 67 media impresa 50-249 20.838 2.013.721 0,48 12,3 grande impresa 250-oltre 3.468 3.415.055 0,08 20,7 totale 4.425.950 16.454.082 100 100 MICROIMPRESE ISTAT 2013 classe dimensionale imprese addetti 0 205.229 0 1 2.477.500 2.477.500 2 689.744 1.379.549 3-5 626.251 2.300.450 6-9 215.876 1.541.699 totale 4.214.600 7.699.198 10-15 105.889 1.270.857 TOT GENERALE 4.320.489 8.970.055 Dipendenti : 16,4 mln: 1. dipendenti tutelati art 18 statuto dei lavoratori = 7,6 mln 2.No tutelati 8,9 mln dipendenti + 5,5 mln di indipendenti =14,4 mln IMPRESE SITUAZIONE ATTUALE 2014
  • 13. 10/11/2014 lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 13 TASSO DI NATALITA' E DI MORTALITA' 2007-2012 ISTAT SETTORE NATALITA' MORTALITA' TASSO TURNOVER n. imprese anno tasso% n. imprese anno tasso% INDUSTRIA 22.000 5 28.000 5,4 -0,4 COSTRUZIONI 54.000 8,8 68.000 10 -1,6 COMMERCIO 76.000 7,3 96.000 7,9 -0,7 ALTRI SERVIZI 130.000 7,8 110.000 6,2 1,6 1.Nel periodo 2007-2012 il tasso di mortalità delle aziende è stato superiore al tasso di natalità tranne che nel settore dei servizi; 2.creare una società nel settore industriale è molto più difficile che non in altri settori. IMPRESE SITUAZIONE ATTUALE 2014 2 2007 2008 2009 2010 2011 valore 66,1 66,7 64,1 63,5 62,9 60 62 64 66 68 Titolo asse imprese x 1000 abitanti fonte istat 2007 2008 2009 2010 2011 valore 4 4,1 4 4 3,9 3,8 3,9 4 4,1 4,2 Titolo asse n.medio dipendenti industria fonte istat
  • 14. 10/11/2014 lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 14 1.Nel periodo 2000-2013 la produzione manifatturiera livello mondo è cresciuta del 36%; 2. DAL 2007-2013 a livello mondo la manifattura è cresciuta del + 10%; 3.Italia nello stesso periodo ha vissuto un crollo del -25,5%. 1.Italia ha avuto un crollo proprio nei settori che a livello mondo sono cresciuti di più ( elettronica, computer, mezzi di trasporto, …), cause: 2.caduta della domanda interna (-5,1% ) mentre gli altri paesi hanno avuto nel periodo 2000- 2013 la seguente dinamica: positive Usa +22%,Cina +208%, Brasile +65%,Corea del Sud +29%, Germania + 0,9%; 3.La differenza con la Germania è data in particolare dal fatto che la quota di fatturato estero è stata nel 2012 il 59% e in settori ad alto valore aggiunto; 4.Per Italia la quota di fatturato estero è stata del 41% vs 59% di Germania , ben 18 punti di differenza e in settori con prodotti a tecnologia medio –bassa. IMPRESE SITUAZIONE ATTUALE 2014 3 1. l’Italia tra il 2000-2013 perde quota nella produzione manifatturiera mondiale e passa dal 4,2% al 2,6%;
  • 15. 1. Italia ha una struttura produttiva prevalentemente a medio-bassa tecnologia; 2.Quindi deve competere sulla base di prezzi e costi di produzione più bassi rispetto alla concorrenza; 3.Questa situazione è determinata da molteplici fattori tra i quali :  prevalenza di imprese piccole ( 95%) che fanno poca innovazione per carenza di capitali e di competenze; La maggior parte delle piccole aziende opera sul mercato domestico quindi soggetti a una concorrenza “ misurata “;  l’innovazione è prevalentemente dei processi e all’introduzione di nuovi macchinari che recuperano efficienza produttiva e non ai prodotti; • struttura della occupazione a bassa scolarità; 10/11/2014 lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 15 IMPRESE SITUAZIONE ATTUALE 2014 4
  • 16. 10/11/2014 lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 16 IMPRESE SITUAZIONE ATTUALE 2014 5
  • 17. 10/11/2014 lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 17 0 5 10 15 20 25 30 INVESTIMENTI LORDI IN CAPITALE FISSO IN % PIL 2013 fonte EUROSTAT IMPRESE SITUAZIONE ATTUALE 2014 6 1.Nel 2013 gli investimenti esteri ( IDE ) in Italia sono stati 12.4 MD € , il 58% in meno rispetto al 2007; 2. siamo al 65 posto come attrattività di investimenti a livello mondo; 3.Abbiamo l’1,6% dello stock mondiale contro il 2,8% della Spagna, 3,1% della Germania, 4,8% della Francia e il 5,8% del Regno Unito.
  • 18. 10/11/2014 lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 18 Quindi un quadro poco confortevole: 1.Pochi investimenti in entrata( 65 posto livello mondo) 2.Investimenti di sostituzioni di aziende esistenti (cambio proprietà-shopping..); 3.Pochi investimenti “ nuovi “( greenfield ) 4. pochi gli investimenti ad alto valore tecnologico . IMPRESE SITUAZIONE ATTUALE 2014 7
  • 19. 10/11/2014 lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 19 1.Imprese con almeno 10 addetti e che hanno svolto attività di R&S, sono il 31% in Germania, il 22% in Francia, il 17% in Italia, l’11% in Spagna; 2.L’innovazione è legata ai settori: quelli più innovativi sono i manifatturieri : fabbricazione apparecchi radiotelevisivi,medicali e di precisione,farmaceutica ,chimica; 2.molto ridotta invece nei settori tradizionali quali tessile, abbigliamento ,calzature ecc..; 3.In tutti gli altri settori ad ecc dei servizi all’impresa e del settore informatico la propensione alla innovazione è molto bassa. 4.I prodotti hi-tech manifatturiero sono di poco superiori al 30% prodotto AUSTRIA BELGIO DANIMARCA FINLANDIA GERMANIA ITALIA SPAGNA REGNO UNITO manifattura 6,8 6,2 7 9,7 7,4 2,3 2,4 4,2 servizi 2 1,5 2,1 2,9 2 0,6 0,8 1,3 0 1,5 3 4,5 6 7,5 9 10,5 % Investimenti in R&S per settore e paese in % sul Valore Aggiunto fonte OECD 2010 IMPRESE SITUAZIONE ATTUALE 2014 8
  • 20. 10/11/2014 lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 20
  • 21. 10/11/2014 lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 21 1.Le multinazionale italiane sono solo 14; 2. il 55% del fatturato prodotto fa capo a imprese pubbliche; 3.L’incidenza sul PIL è del 26,7% ( 19,6% se si esclude la Fiat per la prossima sede legale in Olanda), vs il 42% di Germania e Francia, e il 57,3% del R.Unito; 4.Il 46% è a controllo familiare vs il 26% medio europeo; 5.Le dimensioni medie delle società sono la metà di quelle tedesche;
  • 22. 10/11/2014 lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 22 1. L’ Italia investe nella ricerca meno della metà di quanto investe la Germania; 2.Il settore privato investe poco , 0,5% del PIL; 1/3 di quanto investe la Germania:
  • 23. 10/11/2014 lavoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 23
  • 24. 10/11/2014 L avoro e sistema produttivo ott.2014 Giovanni Facco 24 B) AZIONI 1.Promuovere la crescita dimensionale; 2.Consolidare le filiere industriali e i distretti; 3.Sviluppare l’internazionalizzazione e la crescita del fatturato estero; 4.Sviluppare innovazione e ricerca : (più rapporti con Università e centri di ricerca, assunzione di laureati, utilizzo dei fondi UE); 5.Più capitale di rischio, superando il vincolo della resistenza familiare ; 6.Attrarre investimenti dall’estero creando le condizioni favorevoli ( riforme !!!! ) allo sviluppo del business; 7. incrementare occupazione a più elevata scolarità; 8. favorire accesso al credito 9. sviluppo delle Infrastrutture digitali nel paese Il quadro sinteticamente evidenziato non rassicura per un futuro occupazionale: non può svilupparsi occupazione ( buona o cattiva che sia ) se: A ) CONDIZIONI 1.crescita economica del paese ( PIL ); 2.Espansione della base produttiva ( incentivare la crescita); 3.sviluppo dei settori a media –alte tecnologia; 4.La tassazione sul sistema che produce occupazione è tra le più E elevate; 5.gli investimenti disponibili o un contesto paese favorevole agli investimenti esteri;, 6.Semplificazione della normativa del lavoro ossessivamente burocratizzata e punitiva; 7.Riforma della PA non solo sotto il profilo amministrativo ma anche sotto il profilo delle competenze, razionalizzazione dei processi e digitalizzazione CONCLUSIONI C) METODO 1. il nostro sistema produttivo ha subito nei ultimi 20/25 anni una profonda trasformazione in negativo per effetto anche della nostra inerzia a definire politiche industriali innovative; 2.la malattia è molto grave e richiede terapie in tempi medio lunghi per poter dare risultati; 3.Vendere soluzioni a presa facile non aiuta; una riforma del mercato del lavoro ,NECESSARIA E IMPORTANTE SI fa in ½ mesi ; lavorare sui FONDAMENTALI EVIDENZIATI richiede molto tempo, richiede un approccio sistemico e piani operativi per ciascun elemento evidenziato, E UNA FORTE COERENZA E CONTINUITA’ NEL TEMPO non sempre compatibile con le facili discontinuità della politica nostrana. 1. i fattori evidenziati vanno tutti messi in lavorazione/cantiere da subito anche se producono effetti in tempi diversi; 2.La politica ha bisogno anche di scorciatoie per esigenze di consenso e di immagine, ma solo progetti integrati, di sistema , monitorati e migliorati possono dare avvio ad un profondo cambiamento e di ripresa; 3.OGGI QUESTO APPROCCIO NON C’è, NON SI VEDE ….. E QUESTO E’ UN SERIO PROBLEMA CHE NON FA BEN SPERARE!!!!!!