Intervento al convegno "METODI SCELTE STRUMENTI : IL NUOVO CATALOGO DELLA RETE URBS", 11 giugno 2015. Video at https://www.youtube.com/watch?v=gK3_6NKJMzM
Il nuovo catalogo della rete URBS - La migrazione akohaAndrea Marchitelli
Le slide presentano le attività Cineca per il nuovo catalogo della rete URBS, realizzato con Koha, e una riflessione sull'uso degli applicativi open source.
This document provides instructions for installing the Koha library management system using a live DVD on a PC. It outlines the steps to boot from the DVD, select installation options like language and time zone, create a system user account, and complete the installation process. Upon restarting, it notes where to find information on accessing the Koha interface and login credentials. It also includes information on rebuilding indexes, backing up the database, and helpful support links.
Koha is an open-source integrated library system that was first developed in New Zealand in 1999-2000. It provides core library functions such as cataloging, circulation, serials management and more through a web-based interface. Koha is free to download and use, can be customized to any language, and has a large global user community for support. For these reasons, the document recommends Koha as a cost-effective alternative to proprietary library software for Pakistani libraries.
Il nuovo catalogo della rete URBS - La migrazione akohaAndrea Marchitelli
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Koha is an open-source integrated library system that was first developed in New Zealand in 1999-2000. It provides core library functions such as cataloging, circulation, serials management and more through a web-based interface. Koha is free to download and use, can be customized to any language, and has a large global user community for support. For these reasons, the document recommends Koha as a cost-effective alternative to proprietary library software for Pakistani libraries.
Il "Knowledge Graph" della Pubblica Amministrazione ItalianaGraphRM
Incontro del 15/10/2018
Un'unica strada ci porta solo a luoghi tra due località; il valore reale delle strade deriva dall'essere parte di una rete. I dati funzionano allo stesso modo: non è solo avere più dati che ne abilita il valore, ma anche collegarli tra loro” riporta l’autorità di statistica inglese.
A oggi, sempre più realtà industriali strutturano dati attraverso standard del web semantico (linked data). Basti pensare a Google e al suo “knowledge graph” largamente utilizzato e costruito sull’ontologia schema.org, conforme alla specifica JSON-LD.
E nel settore pubblico?
La presentazione mira a illustrare OntoPiA – la rete di ontologie e vocabolari controllati della pubblica amministrazione italiana. La rete fornisce gli schemi per creare e interrogare il knowledge graph della pubblica amministrazione, consentendo anche il suo collegamento nel web dei dati. Verranno presentati sia la metodologia adottata per la creazione di OntoPiA sia il processo di costruzione del knowledge graph, basato su OntoPiA, attraverso il Data & Analytics Framework (DAF) realizzato dal Team per la Trasformazione Digitale.
Speaker: Giorgia Lodi
Link video: https://youtu.be/B3dM_WMPi2Q
OntoPiA la rete di ontologie e vocabolari controllati per la pubblica amminis...Giorgia Lodi
La presentazione è stata fatta in occasione del raduno annuale open data sicilia ( 2018). La presentazione introduce OntoPiA e alcuni modelli ontologici sulle persone e sui ruoli delle persone.
In data Mercoledì 13 Giugno 2012 in aula 4, dalle 9:00 alle 10:30,il dott. Alessandro Forte della T.&C. Systems Group s.r.l. ha tenuto un seminario sull'Object-Relational Mapping.
Il dott. Forte è attualmente SW Architect per la T.&C. Systems Group s.r.l. e speaker certificato Microsoft Italia.
Si è trattato di un'importante occasione per affacciarsi a nuovi argomenti di interesse del mondo produttivo e allo stesso tempo entrare in contatto con una società attiva sul territorio. Si ringrazia il prof. Antonio Maratea per l'occasione concessa e la disponibilità dimostrata.
intervento nell'ambito di una giornata in cui gli studenti dell'ultimo anno del CdL in Statistica dell'UniCal hanno visitato l'azienda.
Spiega in maniera sintetica i passi da seguire per creare un package R.
Corso tenuto da Russo - Filippucci in occasione del Convegno NILDE "Dead or alive? Le frontiere dei servizi bibliotecari nell'era della condivisione: 15 anni della comunità NILDE
"Quali progetti per gli archivi in Lombardia"
a cura della Struttura Musei, Biblioteche, Archivi e Soprintendenza Beni librari della Regione Lombardia.
14 marzo 214, Palazzo Stelline - Milano
Sergio P. Del Bello, archivista
"Il progetto Archivi di Valle".
Programma: http://www.convegnostelline.it/iniziativa.php?IdUnivoco=4
Videoregistrazione in streaming web con Livestream Procaster a cura di Sergio P. Del Bello, ANAI Lombardia - https://vimeo.com/89441827
Fotografie: https://picasaweb.google.com/117290793877692021380/ArchimistaWeb2014StellineMilano?authuser=0&feat=directlink
Archimista sitoweb: www.archimista.it
Archimista forum: http://www.archiviando.org/forum/index.php
#archimista
Un'introduzione ai motori di ricerca nativi di TYPO3 e presentazione dei loro limiti. Presentazione di Apache Solr e delle modalità di integrazione in TYPO3
Catalog Enrichment for RDA - Adding relationship designators (in Koha) [text]Stefano Bargioni
Relationship designators are used to specify the relationship between a resource and a person, family, or corporate body associated with that resource. This presentation shows how they were added to the catalog of the library of the Pontificia Università della Santa Croce, in new and -mostly automatic- to legacy records. The Name Cloud, a way to navigate the catalog through related authors, is also shown.
Catalog Enrichment for RDA - Adding relationship designators (in Koha)Stefano Bargioni
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A oggi, sempre più realtà industriali strutturano dati attraverso standard del web semantico (linked data). Basti pensare a Google e al suo “knowledge graph” largamente utilizzato e costruito sull’ontologia schema.org, conforme alla specifica JSON-LD.
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In data Mercoledì 13 Giugno 2012 in aula 4, dalle 9:00 alle 10:30,il dott. Alessandro Forte della T.&C. Systems Group s.r.l. ha tenuto un seminario sull'Object-Relational Mapping.
Il dott. Forte è attualmente SW Architect per la T.&C. Systems Group s.r.l. e speaker certificato Microsoft Italia.
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Videoregistrazione in streaming web con Livestream Procaster a cura di Sergio P. Del Bello, ANAI Lombardia - https://vimeo.com/89441827
Fotografie: https://picasaweb.google.com/117290793877692021380/ArchimistaWeb2014StellineMilano?authuser=0&feat=directlink
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Publication cover management in a library system (text)Stefano Bargioni
Book covers can be stored in a Library Management System. This work -presented at 33rd ADLUG meeting in Piazza Armerina, oct 2014- discusses pros and cons, and how to collect book covers during cataloguing or circulation operations.
Publication cover management in a library system (slides)Stefano Bargioni
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Catalog enrichment: importing Dewey Decimal Classification from external sour...Stefano Bargioni
Usually, important catalogs are accessed for copy-cataloguing whole records. It is possible to retrieve "atomic" information too, using unique keys like ISBN.
Library at Pontificia Università della S. Croce developed a tool that allows Dewey retrieval and insertion into bibliographic records, in bulk mode as well as in single record mode, i.e. during cataloguing.
During the bulk process, Dewey classification was added to about 20,000 records, retrieving it from OCLC, Library of Congress and some national libraries, up to 7 external sources.
The single record mode was integrated into the Koha ILS, to make easier to assign Dewey classification during cataloguing.
Catalog enrichment: importing Dewey Decimal Classification from external sour...Stefano Bargioni
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Library at Pontificia Università della S. Croce developed a tool that allows Dewey retrieval and insertion into bibliographic records, in bulk mode as well as in single record mode, i.e. during cataloguing.
During the bulk process, Dewey classification was added to about 20,000 records, retrieving it from OCLC, Library of Congress and some national libraries, up to 7 external sources.
The single record mode was integrated into the Koha ILS, to make easier to assign Dewey classification during cataloguing.
The document describes a presentation given at KohaCon12 about adding browse functionality to Koha using Solr. It details the motivation for adding browse, the design of documents in the Solr index, how the index is loaded and synchronized with Koha, and how browse lists and results are queried. The goal is to provide a way to browse alphabetical lists of headings extracted from authority and bibliographic records in Koha.
This document discusses adding browse functionality to the Koha integrated library system using Apache Solr. Key points include:
- The PUSC Library wants to add browse to Koha to help users navigate subjects, authors, and related headings as their Aleph and Amicus systems previously supported this.
- Solr is proposed as the engine to power browse due to its flexibility, performance, and potential future integration into Koha to replace the current search tool.
- A process is outlined for loading authority and bibliographic records into a Solr database, synchronizing it with Koha, and querying it to power browse lists within the Koha OPAC.
- Statistics, security, licensing, and
1. Koha, RDA, FRBR : alcune riflessioni
Intervento al convegno
METODI SCELTE STRUMENTI : IL NUOVO CATALOGO DELLA RETE URBS
11 giugno 2015
Stefano Bargioni, Pontificia Università della Santa Croce
Slide 1
Le regole RDA stanno interessandoci sempre di più. Mentre FRBR ci è parso un modello intrigante
da circa dieci anni, non si è riusciti a ottenere qualcosa di veramente concreto. Si iniziò a ragionarci
nel 2005. Tiziana Possemato presentò un proof of concept basato su Amicus al convegno ADLUG
tenuto a Budapest.
Ora invece iniziamo a capire meglio come collegare il mondo MARC con FRBR
(MARC21, perché di RDA e Unimarc non ho ancora sentito parlare con
concretezza...1
). Il collegamento sono le RDA.
Slide 2
Che cosa sta facendo Koha per introdurre le RDA? Anzitutto, ha già di per sé molte capacità da
sfruttare, e vedremo come. Ma anche un limite, e vedremo come il Koha Gruppo Italiano stia
aiutando la community degli sviluppatori a superarlo.
Va detto subito che Koha accetta qualunque nuovo tag di record di autorità e bibliografici già di per
sé. Chiunque può adattarlo alle proprie esigenze, definendo nuovi tag tramite l'interfaccia web di
configurazione o tramite le tabelle del database.
La versione appena uscita 3.20 include l'Update 19 del MARC21, mentre è in lavorazione l'Update
20 di aprile2
, e una griglia di catalogazione denominata RDA2 riporta tutti i campi necessari per
catalogare in RDA. Ma le RDA non sono una griglia di catalogazione, dato che ogni griglia di Koha
è destinata tipicamente a un tipo di materiale. Con la griglia specifica si hanno a disposizione le
definizioni dei nuovi tag, da riportare nelle griglie in uso presso la propria biblioteca.
I tag introdotti sono immediatamente disponibili per la catalogazione, ma la visualizzazione
nell'OPAC va portata avanti soprattutto dalla community stessa. E il riempimento dei nuovi tag
deve essere agevolato con strumenti specifici.
1 Forse il contributo più significativo è quello di Gordon Dunsire, presentato a IFLA 2009:
http://conference.ifla.org/past-wlic/2009/135-dunsire-en.pdf [5 giugno 2015].
2 http://www.itsmarc.com/crs/mergedprojects/helptop1/helptop1/appendices/appendix_g_format_changes_update_no
._20_april_2015.htm [5 giugno 2015] e
http://www.itsmarc.com/crs/mergedprojects/helpauth/helpauth/appendix_f_format_changes_update_no._20_april_2
015.htm [5 giugno 2015].
1
2. Slide 3
Anzitutto ci sono i default. Quelli globali, sino al singolo sottocampo. Non mi dispiacerebbe che
fosse possibile dotare il singolo catalogatore di default, decisi dall'interessato stesso, e questo
potrebbe essere una miglioria per Koha.
Ci sono poi i menù a tendina, dai quali si sceglie un valore tra quelli offerti. L'insieme di questi
valori può essere statico, o rinnovato automaticamente ogni tanto, o procedere sul momento da una
fonte esterna che li mantiene (esterna all'ILS o addirittura all'agenzia catalogatrice stessa).
Slide 4
Tra i menù a tendina, ci sono gli autosuggest, che all'inserimento di pochi caratteri rispondono con
una lista di valori disponibili. Poi vi sono i casi dei campi correlati, frequenti nelle RDA, dove si
vuole conservare la stessa informazione sotto forma di codice e di stringa. Inutile riempire a mano
entrambi i campi, apporterebbe anche errori. Poi ci sono campi che vanno compilati con l'ausilio di
plugin, dove la complessità particolare richiede programmazione specifica. Per esempio i tag 000 e
008 (000 e 100 dell'Unimarc) in Koha sono governati da plugin, e in altri ILS succede qualcosa di
simile, per esempio hanno una schermata apposita.
Slide 5
Portiamoci in ambito RDA. I valori di default possono essere utili per i sottocampi $2 dei tag 33x,
che avranno valore rdacontent, rdamedia, rdacarrier, in riferimento ai sottocampi $a e
$b.
Slide 6
Un simpatico esempio di menù a tendina a lista chiusa si potrebbe trovare nella compilazione di un
tag 384, quando si cataloga materiale musicale.
Invece i sottocampi $a e $l del tag 377 per la lingua associata dipendono da una lista che talvolta
varia nel tempo e potrebbe essere la stessa usata per il codice lingua del tag 008 (100). In PUSC
rinnoviamo automaticamente ogni 7 giorni questa lista, scaricando il file dalla LOC e inserendolo in
Koha.
Slide 7
Un campo con funzionalità di autosuggest potrebbe essere il 340 $a. La fonte dovrà essere quella
più adatta, e ovviamente andrebbe trovata con i valori nella lingua dell'agenzia catalogatrice.
La tecnica a cui si dovrebbe fare ricorso per maggiore comodità è quella di interrogare dal browser
stesso, in REST o SPARQL, la fonte suddetta, estrarre i primi risultati e popolare la tendina. Un
compito non arduo ma per conoscitori di interfacce web dinamiche.
2
3. Slide 8
Una fonte di autosuggest può essere interna, o esterna, e anche se autorevole, potrebbe non essere
completa. E in questo caso, la fonte interna è l'insieme dei valori creati dai catalogatori perché
mancanti nella fonte esterna.
Si potrebbe applicare un autosuggest al campo di autorità 374 $a (Occupation) interrogando il
Nuovo Soggettario di Firenze.
Slide 9
Questa è l'interrogazione che va inviata all'endpoint SPARQL della BNCF, se i primi tre caratteri
sono "att". Notare che la ricerca avviene all'interno della categoria "persone".
Slide 10
La risposta che si ottiene permette di popolare la tendina con le voci "attacchini" ecc. Notare il
plurale: probabilmente il valore dovrà essere ritoccato a mano. Si può costituire così, volendo, un
insieme di valori interni da riutilizzare anch'essi, mescolandoli alla risposta di BNCF. Se si vuole, si
può sfruttare la potenza dello SPARQL che può interrogare più di un endpoint alla volta e fornire
una sola risposta. Per riuscirci, ovviamente anche la fonte interna deve essere in formato linked
data.
Side 11
Particolarmente interessante sembra essere rdaregistry.info, che offre in formati diversi molta
informazione strutturata relativa alle RDA. L'esempio mostrato permette di scaricare sul momento
nel browser tutti i dati per compilare un menù a tendina per il tag 338. Attualmente le voci sono in 4
lingue, ma possiamo supporre che presto verrà incluso l'italiano, grazie al lavoro di traduzione del
gruppo di Mauro Guerrini.
Slide 12
Veniamo ai campi correlati, di cui le RDA fanno un uso frequente, per una ragione pratica di
standardizzazione dell'informazione: utilizzare vocabolari controllati validi in ambiti più ampi
possibile permette di farsi capire anche fuori dall'ambito strettamente bibliotecario, e quindi di
partecipare meglio al web semantico. L'ideale sono i codici, ma va salvaguardata la leggibilità del
dato. Ecco allora la coppia code e term, spesso rappresentata dai sottocampi $4 e $e rispettivamente,
unitamente al sottocampo $2 che indica la fonte della coppia suddetta, e che sarà probabilmente,
come già detto, un default della biblioteca.
La coppia deve avere valori coerenti, e va tenuto presente che non si tratta sempre di una
corrispondenza biunivoca. Per esempio, per i 7xx al relator code "wit" (witness) la traduzione
italiana fa corrispondere i relator term "Testimone oculare", "Astante, "Teste", "Osservatore",
"Testimone".
3
4. Slide 13
Ecco come apparirebbe in Koha quanto ipotizzo. Presumo che il catalogatore preferirà usare il $e e
gradirà che il $4, meno user friendly, venga riempito automaticamente, per cui non ho previsto il
caso contrario.
In quanto all'importanza del $e specialmente per gli autori secondari, mai utilizzati purtroppo presso
la Pontificia Università della Santa Croce, i miei colleghi giustamente sperano in un intervento di
recupero automatico del pregresso. Credo che potremo affrontarlo utilizzando la stessa logica che ci
portò a migliorare molto la classificazione Dewey3
. L'idea è sfruttare l'ISBN per cercare questa
informazione su fonti interessanti per noi. Lo useremo sia per il pregresso sia per il corrente.
Vedremo in conclusione perché questa informazione risulta utile nell'OPAC.
Slide 14
I plugin associati a un campo di Koha sono noti soprattutto per i tag 000 e 008 (100), e per
compilare i campi associati a record di autorità. Ma possono essere scritti anche per altri campi.
Siccome si tratta sia di codice Perl sia di codice Javascript, si dà allo sviluppatore una notevole
possibilità di aiutare il lavoro del catalogatore.
Li vedo bene per campi che trattano date, quali il tag 046 (sia bib che auth) e il tag 033. Si sa che le
date sono scomode da scrivere, e quindi gli errori sono dietro l'angolo. In più occorre assicurare
alcune coerenze con altri campi o parti di essi, che tanto vale fare in modo automatico.
Slide 15
Vediamo adesso un caso molto più complesso, che -lo confesso- non è fatto con la logica stretta dei
plugin di Koha, ma potrebbe. Ha come finalità un arricchimento del catalogo di grande valore. Con
Koha, l'ufficio catalogazione ha deciso di dare un forte impulso ai record di autorità. Al tempo
stesso, ci siamo resi conto dell'importanza dei legami che possono formarsi in ambito linked data se
vengono associati al record alcuni identificatori numerici significativi. Abbiamo ovviamente
individuato il VIAFid e l'ISNI. Per evitare una trascrizione manuale, che richiede soprattutto una
ricerca manuale sui rispettivi siti, abbiamo pensato di aggiungere a Koha una utility che riuscisse a
minimizzare lo sforzo di individuazione del match e la relativa costruzione di due occorrenze del
tag 024 del record di autorità. Il match viene suggerito tramite gli ISBN relativi a un record di
autorità: quelli presenti nel nostro catalogo e quelli derivanti da una ricerca per nome su isni.org,
che restituisce anche gli ISBN associati. Quando vi sono ISBN in comune, la probabilità che si tratti
dello stesso autore è alta, e il catalogatore decide se procedere alla creazione di due occorrenze del
tag 024 del record di autorità con un click su un bottone. Questi valori renderanno poi possibili
alcune funzionalità nell'OPAC e soprattutto permetteranno di costruire triple RDF basate sulla
proprietà owl:sameAs. Proprietà che, come si può capire, fa veramente diventare linked i linked
data, come piace sottolineare a Paola Manoni, perché lega risorse proprie a risorse altrui.
3 http://leo.cineca.it/index.php/jlis/article/view/8766 (consultata il 2015.06.07).
4
5. Slide 16
Conclusa la carrellata su come Koha può aiutare la catalogazione a livello campi seguendo le RDA,
vediamo adesso alcune riflessioni personali, come promesso dal sottotitolo di questo intervento.
1. Vi sono diversi casi nel MARC21 attuale che riflettono la necessità di avere un'informazione più
esaustiva rispetto a quella portata da 000 e 008. Abbiamo visto i campi 33x per content, media e
carrier, abbiamo visto date riportate nel tag 046, ecc. Questo mi fa pensare che i controlfield, già
scomodi, stiano soffrendo una crisi di identità. Sono decisamente gli elementi più ancestrali del
MARC.
2. Già da tempo si trovano nel MARC esempi di sottocampi correlati. Adesso, con i casi che
abbiamo visto, specialmente le coppie term e code, direi che diventa evidente un problema. Essendo
ripetibili, ogni $4 a quale $e fa riferimento? Si affida questa informazione alla posizione fisica nel
tag, ma questa vale per l'occhio, non per la macchina. Il programmatore quindi dovrebbe rispettare
la sequenza dei sottocampi ogni volta che interviene sul record. Ma con linguaggi attuali come
XML e JSON con cui si può molto più comodamente rappresentare un record MARC, la posizione
può cambiare casualmente, cioè a piacimento delle librerie di software stesse. Sarebbe necessario
quindi che questa informazione sia presente nel record, ma il MARC non lo prevede.
3. Sempre più spesso le specifiche del MARC21 fanno riferimento a FRBR: contengono frasi del
tipo "When the resource description is for an expression...", oppure citano il concetto di entità,
come riportato sulla slide4
. Ora, studiando le RDA, soprattutto seguendo corsi e libri di Tiziana!, ho
inteso che espressioni e opere sono punti di accesso la cui descrizione associo più ai record di
autorità che a quelli bibliografici. Il MARC introduce le regole RDA, fa appello al modello FRBR,
ma non dà tutti gli strumenti, in particolare non dice come si devono legare tra loro le entità.
Anche RDAToolkit fa capire che opere ed espressioni andrebbero descritte con record di autorità.
Poi aggiunge, negli esempi di record bibliografici: "Related expression recorded using an
unstructured description". Vale a dire che, giustamente, la relazione della manifestazione andrebbe
legata alla sua espressione usando un metodo a piacimento, che alla fine sarà un tag 900, cioè dove
si è liberi di agire. Ma poi come la mettiamo con le migrazioni? Riusciremo a migrare le relazioni?
4. Per quanto detto, quindi, non sorprende il tentativo di rifondazione globale del MARC che sta
andando avanti con BIBFRAME.
Slide 17
Le relazioni FRBR sono uno a molti, reciproche, ricorsive... Dove vengono adottate, portano
notevole informazione per l'utente: basta vedere il catalogo dell'IDEO, recentemente rifatto
utilizzando espressioni e opere.
Slide 18
Dieci anni fa Barbara Tillett rappresentava così le relazioni FRBR. Il punto è allora non solo come
4 http://www.loc.gov/marc/bibliographic/bd377.html (consultata il 2015-06-04).
5
6. descriverle con il MARC (qualche tag 900, si diceva), ma soprattutto come legare questi record tra
loro assicurando le performance per la ricerca e la visualizzazione. Neo4j, Solr, Elasticsearch, ma
anche i database relazionali classici possono risolvere il problema. Non certo l'attuale motore di
ricerca full-text con cui Koha indicizza i record bibliografici e di autorità. Per questo il Koha
Gruppo Italiano ha promosso la sostituzione di Zebra con Elasticsearch, ottenendo un cospicuo
grant da Ebsco a favore della community internazionale degli sviluppatori.
Slide 19
Come si potrebbero legare le entità FRBR usando Elasticsearch? Questo esempio mostra un legame
tra espressione e manifestazione. Si limita a descrivere la relazione, non i record stessi, per cui gli
elementi essenziali sono gli identificatori numerici dei due record e il tipo di relazione. Si noti che
la proprietà relationships è una lista, cioè è ripetibile. La sintassi è JavaScript Object Notation o
JSON, tipica di Elasticsearch e già pronta per un browser web.
In realtà è previsto molto di più per Elasticsearch in Koha: dovrà anche conservare i record stessi e
indicizzarli, appunto per sostituire il motore di ricerca attuale che con fatica sarebbe in grado di
gestire anche le relazioni.
Slide 20
Sono già diversi, e significativi, gli impieghi di relazioni FRBR in cataloghi di varia natura. Invito a
visitarli. Direi che tutti vengono accomunati da due caratteristiche abbastanza innovative per gli
OPAC: grafica e dinamicità. Attraenti, navigabili... Ma potrebbero anche nascere problemi di
accessibilità per ipovedenti.
Slide 21
Un esempio di importanza delle relazioni è il draft che abbiamo realizzato con i dati del nostro
catalogo.
Come si vede, la relazione non è qualificata. Abbiamo già parlato nella slide 13 del progetto per il
sottocampo $e.
Se senza ricorrere a RDA e FRBR si possono già mostrare relazioni significative come quelle tra
autori del proprio catalogo, si capisce che nel lavoro di catalogazione dovremo dare via via
maggiore enfasi alla correlazione, in concreto a quella che non può avvenire tramite algoritmi. È
impegnativo, è lavoro intellettuale, è quello che credo possa dare un forte ritorno al reference, alla
ricerca, allo sfruttamento delle risorse possedute e disponibili in rete.
Slide 22
Per concludere con un sorriso, riciclo ancora una volta questa striscia nata durante un corso RDA.
Charlie Brown si rivolge al catalogatore Snoopy, che con il suo lap-top sforna schede classiche. Ma
si lamenta.
6
7. Slide 23
Da adesso vuole legare i dati: da catalogatore vuole diventare catalegatore, from cataloguing to
catalinking.
--------------
7