Perizia farmacologica/tossicologica del Prof. Francantonio Bertè, allegata alla sentenza del Pretore di Vicenza del 14.4.1979 (n° 416 Reg. Sent. e n° 5387/77 Reg. Gen.), relativa all'inquinamento causato dalla ditta RIMAR di Trissino (VI) a metà anni '70
(cortesia Dr. Francesco Albrizio, Vittorio Veneto)
Vedi:
http://www.slideshare.net/Porfirina/inquinamento-rimar-di-trissino-vicenza-sentenza-14-aprile-1979/Porfirina/inquinamento-rimar-di-trissino-vicenza-sentenza-14-aprile-1979
Inquinamento RIMAR - Trissino, 1979 - CTU depurazione Prof. G. BianucciPorfirina
Perizia sugli impianti di depurazione del Prof. Giovanni Bianucci, allegata alla sentenza del Pretore di Vicenza del 14.4.1979 (n° 416 Reg. Sent. e n° 5387/77 Reg. Gen.), relativa all'inquinamento causato dalla ditta RIMAR di Trissino (VI) a metà anni '70
(cortesia Dr. Francesco Albrizio, Vittorio Veneto)
Vedi:
http://www.slideshare.net/Porfirina/inquinamento-rimar-di-trissino-vicenza-sentenza-14-aprile-1979/Porfirina/inquinamento-rimar-di-trissino-vicenza-sentenza-14-aprile-1979
Inquinamento RIMAR - Trissino, 1979 - CTU depurazione Prof. G. BianucciPorfirina
Perizia sugli impianti di depurazione del Prof. Giovanni Bianucci, allegata alla sentenza del Pretore di Vicenza del 14.4.1979 (n° 416 Reg. Sent. e n° 5387/77 Reg. Gen.), relativa all'inquinamento causato dalla ditta RIMAR di Trissino (VI) a metà anni '70
(cortesia Dr. Francesco Albrizio, Vittorio Veneto)
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UTILIZZO DELLA TRASCRITTOMICA PER LA CLASSIFICAZIONE DI AREE DELLA LAGUNA DI ...Nicola Rizzardo
La Laguna di Venezia rappresenta un ecosistema molto complesso che a causa di forti pressioni antropiche, ha subito nel corso dei secoli significative modificazioni. In particolare, in seguito alla creazione del polo industriale di Porto Marghera e allo sviluppo dei centri urbani di Venezia e Chioggia, la laguna è stata protagonista di un drammatico sfruttamento delle risorse disponibili e dell’immissione di elevati livelli di inquinanti.
La Laguna di Venezia necessita pertanto di una continua valutazione dello stato di salute dell’ecosistema e del rischio ambientale. Considerata inoltre l’importanza commerciale degli allevamenti e della raccolta di Molluschi Bivalvi nell’area lagunare, le autorità regionali devono pianificare un monitoraggio costante per garantire la sicurezza dei prodotti destinati al consumo umano.
La vongola verace filippina Ruditapes philippinarum, attualmente rappresenta la specie commerciale più importante all’interno della Laguna di Venezia, e grazie alle sue caratteristiche e alla sua ampia distribuzione nella laguna, è stata recentemente considerata come specie sentinella per indagini ecotossicologiche.
L’obiettivo principale di questa tesi è stato quello di ottenere indicazioni riguardo lo stato ecologico di quattro aree della Laguna di Venezia (Porto Marghera, Chioggia, Colmata e Laguna Nord) attraverso l’analisi dei profili di espressione genica di vongole filippine prelevate in aree soggette a diverso impatto antropico. Nel presente studio si sono quindi valutate le variazioni dei livelli di RNA messaggeri potenzialmente associate alla presenza di inquinanti ambientali in vongole filippine provenienti da diverse aree della Laguna di Venezia. Nonostante le analisi chimiche effettuate sul corpo molle degli animali permetteranno di interpretare in modo più definitivo i risultati ottenuti, lo studio ha permesso di testare l’impiego della genomica nella valutazione del rischio ambientale e sito-specifica dei corpi idrici.
Arpat: qualità delle acque di balneazione e attività del laboratorio biologicoOdgToscana
Le slides di Gioia Benedettini per il corso ARPAT del 15 giugno 2016 a Pisa "L’Agenzia per la protezione dell’ambiente della Toscana: controllo della balneazione, attività di laboratorio e comunicazione", valido per la formazione giornalisti
Strategie di fitorisanamentoassistito da microrganismi promotori di crescita ...Sardegna Ricerche
L'intervento "Strategie di fitorisanamentoassistito da microrganismi promotori di crescita delle piante" a cura di Anna Rosa Sprocati, in occasione dell'evento "Bonifiche ambientali e potenzialità delle imprese" che si è tenuto a Cagliari il 7 novembre 2014.
IDROCARBURI: uso ed abuso di un parametro non proprio "semplice"Porfirina
Panoramica sul tema dell'analisi degli idrocarburi applicata a terreni, rifiuti, fanghi, compost, con particolare riferimento ai fanghi di depurazione.
Presentata il 9 novembre 2022 a "Ecomondo", versione aggiornata e arricchita della precedente del 2019
Discussione dei problemi di prestazioni e robustezza dei metodi, artefatti di laboratorio e interferenze da fonti naturali e antropiche, con qualche commento e proposta finale.
Impianti di perfosfati e camere di piombo, Italia 1916Porfirina
Impianti di produzione di acido solforico e perfosfati in Italia nel 1916 - Rappresentazione comparativa della potenzialità produttiva di acido solforico, proporzionale al volume delle "camere di piombo" - Il processo di produzione dell'acido solforico partiva da pirite (disolfuro ferroso, FeS2), con produzione di "ceneri di pirite", composte prevalentemente di ossidi di ferro e metalli pesanti che lo accompagnano nel minerale di partenza (rame, piombo, arsenico ecc.).
La cartina dà quindi un'indicazione di aree potenzialmente inquinate in passato da ceneri di pirite.
("Trattato di chimica generale applicata all'industria" di Ettore Molinari, Hoepli, 1925)
Panoramica sul tema dell'analisi degli idrocarburi applicata a terreni, rifiuti, fanghi, compost.
Problemi di prestazioni e robustezza dei metodi, artefatti di laboratorio e interferenze da fonti naturali e antropiche .
La Clorofilla, oltre ad essere alla base della fotosintesi, nel corso dell'evoluzione è stata "sfruttata" sia dalle piante che dagli animali per "scopi" diversi dalla "produzione" di energia chimica: difesa dai predatori, dai parassiti, ecc, con adattamenti spesso sorprendenti, di cui si cerca di dare una breve panoramica.
Breve riflessione sul recupero di clorofilla (colorante alimentare) dai sottoprodotti dell'industria serica ("cacherelli" di baco da seta), pubblicata ne "Il Chimico Italiano" di novembre 2016
Inquinamento RIMAR - Trissino, 1979 - CTU geologica Dr. S. CaddeoPorfirina
Perizia geologica del del Dr. Sergio Caddeo, allegata alla sentenza del Pretore di Vicenza del 14.4.1979 (n° 416 Reg. Sent. e n° 5387/77 Reg. Gen.), relativa all'inquinamento causato dalla ditta RIMAR di Trissino (VI) a metà anni '70
(cortesia Dr. Francesco Albrizio, Vittorio Veneto)
Vedi:
http://www.slideshare.net/Porfirina/inquinamento-rimar-di-trissino-vicenza-sentenza-14-aprile-1979/Porfirina/inquinamento-rimar-di-trissino-vicenza-sentenza-14-aprile-1979
Inquinamento RIMAR - Trissino, 1979 - CTU tossicologico/analitica Prof. A. Li...Porfirina
Perizia tossicologico/analitica del del Prof. Arnaldo Liberti, allegata alla sentenza del Pretore di Vicenza del 14.4.1979 (n° 416 Reg. Sent. e n° 5387/77 Reg. Gen.), relativa all'inquinamento causato dalla ditta RIMAR di Trissino (VI) a metà anni '70
(cortesia Dr. Francesco Albrizio, Vittorio Veneto)
Vedi:
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La Laguna di Venezia rappresenta un ecosistema molto complesso che a causa di forti pressioni antropiche, ha subito nel corso dei secoli significative modificazioni. In particolare, in seguito alla creazione del polo industriale di Porto Marghera e allo sviluppo dei centri urbani di Venezia e Chioggia, la laguna è stata protagonista di un drammatico sfruttamento delle risorse disponibili e dell’immissione di elevati livelli di inquinanti.
La Laguna di Venezia necessita pertanto di una continua valutazione dello stato di salute dell’ecosistema e del rischio ambientale. Considerata inoltre l’importanza commerciale degli allevamenti e della raccolta di Molluschi Bivalvi nell’area lagunare, le autorità regionali devono pianificare un monitoraggio costante per garantire la sicurezza dei prodotti destinati al consumo umano.
La vongola verace filippina Ruditapes philippinarum, attualmente rappresenta la specie commerciale più importante all’interno della Laguna di Venezia, e grazie alle sue caratteristiche e alla sua ampia distribuzione nella laguna, è stata recentemente considerata come specie sentinella per indagini ecotossicologiche.
L’obiettivo principale di questa tesi è stato quello di ottenere indicazioni riguardo lo stato ecologico di quattro aree della Laguna di Venezia (Porto Marghera, Chioggia, Colmata e Laguna Nord) attraverso l’analisi dei profili di espressione genica di vongole filippine prelevate in aree soggette a diverso impatto antropico. Nel presente studio si sono quindi valutate le variazioni dei livelli di RNA messaggeri potenzialmente associate alla presenza di inquinanti ambientali in vongole filippine provenienti da diverse aree della Laguna di Venezia. Nonostante le analisi chimiche effettuate sul corpo molle degli animali permetteranno di interpretare in modo più definitivo i risultati ottenuti, lo studio ha permesso di testare l’impiego della genomica nella valutazione del rischio ambientale e sito-specifica dei corpi idrici.
Arpat: qualità delle acque di balneazione e attività del laboratorio biologicoOdgToscana
Le slides di Gioia Benedettini per il corso ARPAT del 15 giugno 2016 a Pisa "L’Agenzia per la protezione dell’ambiente della Toscana: controllo della balneazione, attività di laboratorio e comunicazione", valido per la formazione giornalisti
Strategie di fitorisanamentoassistito da microrganismi promotori di crescita ...Sardegna Ricerche
L'intervento "Strategie di fitorisanamentoassistito da microrganismi promotori di crescita delle piante" a cura di Anna Rosa Sprocati, in occasione dell'evento "Bonifiche ambientali e potenzialità delle imprese" che si è tenuto a Cagliari il 7 novembre 2014.
IDROCARBURI: uso ed abuso di un parametro non proprio "semplice"Porfirina
Panoramica sul tema dell'analisi degli idrocarburi applicata a terreni, rifiuti, fanghi, compost, con particolare riferimento ai fanghi di depurazione.
Presentata il 9 novembre 2022 a "Ecomondo", versione aggiornata e arricchita della precedente del 2019
Discussione dei problemi di prestazioni e robustezza dei metodi, artefatti di laboratorio e interferenze da fonti naturali e antropiche, con qualche commento e proposta finale.
Impianti di perfosfati e camere di piombo, Italia 1916Porfirina
Impianti di produzione di acido solforico e perfosfati in Italia nel 1916 - Rappresentazione comparativa della potenzialità produttiva di acido solforico, proporzionale al volume delle "camere di piombo" - Il processo di produzione dell'acido solforico partiva da pirite (disolfuro ferroso, FeS2), con produzione di "ceneri di pirite", composte prevalentemente di ossidi di ferro e metalli pesanti che lo accompagnano nel minerale di partenza (rame, piombo, arsenico ecc.).
La cartina dà quindi un'indicazione di aree potenzialmente inquinate in passato da ceneri di pirite.
("Trattato di chimica generale applicata all'industria" di Ettore Molinari, Hoepli, 1925)
Panoramica sul tema dell'analisi degli idrocarburi applicata a terreni, rifiuti, fanghi, compost.
Problemi di prestazioni e robustezza dei metodi, artefatti di laboratorio e interferenze da fonti naturali e antropiche .
La Clorofilla, oltre ad essere alla base della fotosintesi, nel corso dell'evoluzione è stata "sfruttata" sia dalle piante che dagli animali per "scopi" diversi dalla "produzione" di energia chimica: difesa dai predatori, dai parassiti, ecc, con adattamenti spesso sorprendenti, di cui si cerca di dare una breve panoramica.
Breve riflessione sul recupero di clorofilla (colorante alimentare) dai sottoprodotti dell'industria serica ("cacherelli" di baco da seta), pubblicata ne "Il Chimico Italiano" di novembre 2016
Inquinamento RIMAR - Trissino, 1979 - CTU geologica Dr. S. CaddeoPorfirina
Perizia geologica del del Dr. Sergio Caddeo, allegata alla sentenza del Pretore di Vicenza del 14.4.1979 (n° 416 Reg. Sent. e n° 5387/77 Reg. Gen.), relativa all'inquinamento causato dalla ditta RIMAR di Trissino (VI) a metà anni '70
(cortesia Dr. Francesco Albrizio, Vittorio Veneto)
Vedi:
http://www.slideshare.net/Porfirina/inquinamento-rimar-di-trissino-vicenza-sentenza-14-aprile-1979/Porfirina/inquinamento-rimar-di-trissino-vicenza-sentenza-14-aprile-1979
Inquinamento RIMAR - Trissino, 1979 - CTU tossicologico/analitica Prof. A. Li...Porfirina
Perizia tossicologico/analitica del del Prof. Arnaldo Liberti, allegata alla sentenza del Pretore di Vicenza del 14.4.1979 (n° 416 Reg. Sent. e n° 5387/77 Reg. Gen.), relativa all'inquinamento causato dalla ditta RIMAR di Trissino (VI) a metà anni '70
(cortesia Dr. Francesco Albrizio, Vittorio Veneto)
Vedi:
http://www.slideshare.net/Porfirina/inquinamento-rimar-di-trissino-vicenza-sentenza-14-aprile-1979/Porfirina/inquinamento-rimar-di-trissino-vicenza-sentenza-14-aprile-1979
Inquinamento RIMAR di Trissino, Vicenza - sentenza 14 aprile 1979Porfirina
La vicenda attuale dei PFAS ha riportato di attualità quanto accaduto in provincia di Vicenza a metà anni '70, con l'inquinamento delle acque di falda di Altavilla, Sovizza, Creazzo, Monteviale, causata dallo stabilimento della RIMAR di Trissino (VI).
All'epoca l'inquinamento derivava dagli scarichi risultanti dalla produzione di fluoroderivati aromatici (p-cloro-benzotrifluoruro e derivati nitrati).
La vicenda si concluse con la sentenza del Pretore di Vicenza del 14.4.1979 (n° 416 Reg. Sent. e n° 5387/77 Reg. Gen.), basata su una serie di perizie dei Proff. F. Bertè e G. Bocconi (medici), Dr. S. Caddeo (geologo), Dr. G. Bianucci e Dr. A. Liberti (chimici)
Grazie alla copia della sentenza e delle perizie recuperata all'inizio anni '80 dal Dr. Chim. Francesco Albrizio di Vittorio Veneto (TV), è ancora possibile studiare la vicenda sui documenti originali, sicuramente oggi di difficile accesso, se non dispersi o distrutti.
Per le perizie allegate, vedi:
http://www.slideshare.net/Porfirina/inquinamento-rimar-trissino-1979-ctu-tossicologica-prof-a-liberti
http://www.slideshare.net/Porfirina/inquinamento-rimar-trissino-1979-ctu-geologica-dr-s-caddeo
http://www.slideshare.net/Porfirina/inquinamento-rimar-trissino-1979-ctu-depurazione-prof-g-bianucci
http://www.slideshare.net/Porfirina/inquinamento-rimar-trissino-1979-ctu-farmacologica-prof-f-bert
Gelsolino 1897 - fibra derivata dal gelso, prodotta a Vittorio Veneto a fine ...Porfirina
SUL GELSOLINO - studio di M. Tortelli
Pubblicato in "Annali del Laboratorio Chimico Centrale delle Gabelle" - Vol. III (1897) pagg. 59 - 107
Il documento illustra le caratteristiche e la storia di questa fibra, prodotta per un breve periodo a Vittorio Veneto alla fine del 1800 dalla ditta Pasqualis.
Il gelsolino era ricavato dalla fibra contenuta nei rametti di gelso, sottoprodotti degli allevamenti di bachi da seta.
Il documento include una tavola con l'esame microscopico della fibra in questione.
ISOFLAVONES and ERECTILE DYSFUNCTION: is PDE5 the link? Porfirina
Poster presented at "8th International Conference Inhibitors of Protein Kinases" - Warsaw - September 21 - 25, 2014 (IPK 2014).
Preliminary report on new compounds with potential activity against PDE5 (phosphodiesterase-5), by chemical modification of isoflavones extracted from Maclura pomifera (Osajin and Pomiferin).
The full paper was published in Fitoterapia - Volume 105, September 2015, Pages 132–138: Semi-synthetic derivatives of natural isoflavones from Maclura pomifera as a novel class of PDE-5A inhibitors
http://dx.doi.org/10.1016/j.fitote.2015.06.020
Analisi? Con Giudizio! (fatele solo se serve!)Porfirina
In campo ambientale è frequente la richiesta di analisi chimiche finalizzate agli scopi più diversi.
Tuttavia se non si conoscono bene pregi e limiti di questo strumento si rischia di non raggiungere lo scopo, ma anzi di creare ulteriori problemi.
Questo breve lavoro, presentato al convegno del Consiglio Nazionale dei Chimici organizzato al RemTech 2014, cerca di fornire alcuni spunti di riflessione per un corretto uso dello "strumento analisi" ai soggetti che istituzionalmente lo utilizzano, ma anche ai Professionisti che questo "strumento" lo "producono"
L'anchilostomiasi in Comune di Treviso (1939)Porfirina
L'ANCHILOSTOMIASI IN COMUNE DI TREVISO -
Tesi di specializzazione in Igiene Pubblica del Dr. Livio Zava - Atti dell' Istituto di Igiene della R. Università di Padova,1939 XVII - S. A. Tip. Editrice Trevigiana, Treviso 1939 -
L'anchilostomiasi è una patologia causata da parassiti simili a piccoli vermi ( 5 - 13 mm circa) che si fissano nell’intestino e si nutrono del sangue che succhiano dalla parete intestinale, con la conseguenza di indebolire l'ospite e di predisporlo ad altre patologie.
Oggi, anche se nel mondo ne soffre quasi un uomo su tre, è vista come una preoccupazione fondata solamente dai turisti che frequentano zone disagiate.
Tuttavia pochi sanno che questa malattia (o condizione) un tempo era molto diffusa anche in Italia (dove fu scoperta) e nel resto d’Europa.
Questo documento dà uno spaccato di una realtà sociale molto lontana dall'attuale “ricchezza del Nord Est”, che somiglia terribilmente alla condizione di molti Paesi che oggi consideriamo “sottosviluppati”.
Oltre agli aspetti strettamente medici, colpisce la descrizione degli aspetti sociali che erano il substrato per la diffusione del parassita, quasi violenta nella sua semplicità.
Un altro aspetto che merita una considerazione è la valutazione del problema rischio/benefici: nonostante ne fosse già nota la tossicità, la terapia si basava sull'uso di singole dosi di GRAMMI di solventi alogenati (inizialmente tetracloruro di carbonio, poi sostituito dal meno tossico cloroformio; negli USA la Fondazione Rokefeller utilizzò il tetracloroetilene per la sua campagna di eradicazione). Se pensiamo che i valori oggi tollerati per questi composti come contaminanti nelle acque potabili sono dell'ordine dei microgrammi/litro, si può riflettere sul fatto che i "valori limite" ambientali (e non solo), dipendono molto più dalle condizioni socio-economiche che non da caratteristiche intrinseche delle sostanze considerate.
Link alla cartografia originale (focolai anchilostomiasi 1939): http://www.slideshare.net/Porfirina/planimetria-focolai-anchilostoma-treviso-1939
Link alla sovrapposizione con cartografia attuale: http://www.slideshare.net/Porfirina/mappa-referenziata-treviso-1939-2000
Il campionamento dei rifiuti e la Norma UNI 10802:2013 - prime considerazioniPorfirina
Slide del corso "Procedura tecnico-giuridica in fase di controllo e campionamento - Evoluzione della regolamentazione e delle norme tecniche applicative" tenuto dal Dr. Tiziano Vendrame presso APPA Bolzano a fine 2013.
Oltre a ripercorrere l'origine di alcuni aspetti del campionamento dei rifiuti (in particolare la sigillatura e le garanzie difensive) che nascono dalle norme sul controllo degli alimenti, si presentano alcune considerazioni sulle innovazioni apportate dalla Norma UNI 10802:2013 rispetto alle versioni precedenti.
Vino, gatti e odori: l'ecologia chimica tra uomini e topiPorfirina
Lo studio dei rapporti tra le diverse specie di esseri viventi mediati da messaggeri chimici costituisce il campo della cosiddetta “ecologia chimica”.
Tra questi segnali rientrano gli odori, ma nel caso dell'uomo, a differenza di altri animali, la risposta non è solo istintiva, ma soprattutto culturale.
Un esempio curioso, su cui è incentrato questo articolo, è rappresentato dal 4-MMP (4-mercapto-4-metilpentan-2-one) che è fondamentale nel bouquet aromatico tipico dei vini Sauvignon, ma preso singolarmente ha un caratteristico "aroma" di.. urina di gatto.
L'odore di questa sostanza può quindi essere riconosciuto sia come aroma pregiato che come olezzo molesto, a seconda del contesto.
Come "messaggero chimico" tra specie diverse, questa molecola scatena reazioni di difesa del tutto istintive nei ratti, in risposta alla possibile presenza di un predatore, ma certi parassiti, tra cui il protozoo Toxoplasma gondii, riescono a manipolare a proprio vantaggio questo meccanismo di comunicazione tra preda e predatore.
L'articolo è stato pubblicato sul numero 22 di "GREEN" (marzo 2011), rivista edita dal Consorzio Interuniversitario Nazionale "La Chimica per l'Ambiente" (Consorzio INCA) e può essere scaricato dal sito della rivista (http://www.incaweb.org/green/)
Antiossidanti, pellerossa, bachi da seta: la Maclura Pomifera tra Texas e VenetoPorfirina
Lavoro didattico svolto da Remigio Scandiuzzi e Tiziano Vendrame tra il 2011 e il 2013, presentato alla manifestazione "4 in chimica", il 5 aprile 2013 presso ITIS Fermi di Treviso.
La Maclura Pomifera è un albero originario delle pianure del Texas, che anche nel nome d'uso (Osage Orange) ricorda le tribù indiane che popolavano la sua area di origine.
Diffusa in Italia ed Europa verso la fine del 1800 come sostituto del gelso per l'alimentazione dei bachi da seta, produce dei frutti con un elevato contenuto di particolari antiossidanti, gli isoflavoni, famiglia di sostanze solitamente rare e difficili da reperire.
L'esplosione dell'interesse, sia scientifico che commerciale, verso gli antiossidanti naturali, ha coinvolto anche questa pianta, con un fiorire di studi accademici sui potenziali effetti farmacologici dei due principali componenti, "Osajin" e "Pomiferin", presenti in concentrazioni molto elevate (oltre il 6% sul secco).
La reperibilità dei frutti, la facilità di estrazione e purificazione dei componenti e la loro concentrazione elevata, la rendono interessante dal punto di vista didattico, per esperienze pratiche adatte alle scuole superiori.
Riguardo al tema di composti naturali idonei a dimostrazioni didattiche, la presentazione accenna anche alla necessità che le strutture chimiche dei composti coinvolti siano di una complessità accessibile agli studenti.
Il caso della Maclura è abbastanza inusuale, in quanto combina insieme tutti questi fattori.
Si accenna infine ad alcuni test standard delle capacità antiossidanti, e ad alcuni studi che illustrano il vasto interesse relativo a questi composti.
Conferenze divulgative il 4 e 5 aprile 2013 all'ITIS Fermi di Treviso:
Molecole in cucina:l'arte di trasformare le molecole in alimenti
Prof. saverio Santi
Il sapore della chimica:ingegneria genetica e aroma negli alimenti
Dott. Luca Cappellin
C.I.A.: La Chimica Indaga l’Arte
Prof.ssa Elisabetta Zendri
Antiossidanti, pellerossa e bachi da seta:la Maclura Pomifera tra Texas e Veneto
Dott. Tiziano Vendrame
La Maclura Pomifera è un albero originario delle pianure del Texas, che anche nel nome d'uso (Osage Orange) ricorda le tribù indiane che popolavano la sua area di origine.
Diffusa in Italia ed Europa verso la fine del 1800 come sostituto del gelso, per l'alimentazione dei bachi da seta, produce dei frutti con un elevato contenuto di particolari antiossidanti, gli isoflavoni, famiglia di sostanze solitamente rare e difficili da reperire.
L'esplosione dell'interesse, sia scientifico che commerciale, verso gli antiossidanti naturali, ha coinvolto anche questa pianta, con un fiorire di studi accademici sui potenziali effetti farmacologici.
La reperibilità dei frutti, la facilità di estrazione e purificazione dei componenti e la relativa semplicità delle strutture dei composti coinvolti, la rendono interessante anche dal punto di vista didattico.
Il campionamento dei rifiuti indifferenziati (Ischia 2005)Porfirina
Evoluzione della regolamentazione e delle norme tecniche applicative in materia di prelievo e analisi dei rifiuti - convegno Ischia 2005 -
Passaggio da norme IRSA a norme UNI per il campionamento, verbale di prelievo/piano di campionamento, avviso alla parte, revisione, poteri dei consulenti tecnici, classificazione dei rifiuti (2005), piano di campionamento, tipologie di analisi usuali
Il campionamento dei rifiuti indifferenziati (Ischia 2005)
Inquinamento RIMAR - Trissino, 1979 - CTU farmacologica Prof. F. Bertè
1. UNIVERSIA t)I PAVIA - FARMACOLOOIA MEDICA II.
pAVIA - p.zza Botta 10 - Iel. 36 765
Direttore : prof. FRANCANI()NI0 gERIE iHi'li{:,iir:-:.fl,%
11 giorno 2 Maggio 1g7g Ia s.v.r11.ma dava incarico aI sot
toscritLo, prof. Francantonio BERTE" nato a Milano iI 29.6.
1932' resi-dente a civenna (como) in via verdi D.3, Direttore
de11'rstituto di parmacologia Medica rr della universitE de_
g1i studi di pavia, di procedere ad accertamenti di laborato_
rio su:
CAI{PTONI DT ACQUA
Lo scopo delf incarico assegnatomi. era quel1o,
atto de,le risultanze del,'elaborato presentato
dopo aver preso
da1 prof.BfA-
il deposito
prolungati
NUCCI su campioni di acgua di Altavi1la, Sovizzo, Creazzo e
Basmar, dl rispondere al seguente quesito:
se Ie sostanze rinvenute ne1le acque in questione abbiano
adulterato o awelenato, oppure se abbiano contribuito ad
adulterare o awelenare le acque medesime.
Venivano concessi per le operazioni peritali e per
della relazi-one scritta 60 giornl, successivamente
di altri GO.
r campioni di acqua ai guali fa ri-ferimento ra presente rera_
zione sono parte dei prelievi effettuati nei pozz_ di Altavilla,
sovizzo, creazzo e Basmar ed utili zzati per gli accertamenti
anali-tici de1la composizione chimica eseguiti presso I rstitu_
to di chi-mi-ca Anaritica della universi_tE di Roma daI prof. Li_
berti.
-r*-,.t
;' ,
,f(.i
tlo',;-'
l) r,
i p*r
I
2. UNIVERSIA DI PAVIA. FARMACOLOOIA MEDICA
PAVIA - P.zza Botta l0 - Tel.36765
il'
Direttore: Prol. FRANCANI0NI0 BERIE
2-
I campioni di acqua sono stati
Carabini_eri di Milano sez ione
consegnati al sottoscritto dai
traduzioni.
PREMESSA SULL' IIIPOSTAZTONE DELLA RICERCA
La ricerca tossicologi-ca e stata condotta su11a scorta dei
risultati de1Ie indagini chimiche anaritiche su campioni di
acqua dei pozzi di Altavirla, sovizzo, creazzo e Basmar.
Tali indagini hanno evi-denzi-ato la presenza nerl,acqua di va_
rie sostanze organiche (tabelIa n.1). suIla base dei risurtati
deIIe suddette anarisi chimiche c stata data impostazione a1-
1a indagj-ne tossicologica, tenendo pri-ncipalmente in considera
zione i seguenti dati:
1 - i campioni di acqua prelevati d.ai pozzi Artavilla, sovizzo,
creazzo e Basmar, risultano contenere varie sostanze organi
che associate, tra le quali idrocarburi clorurati e alogeno-
composti aromatj-ci del tipo paraclorobenzotrifluoruro, 3-ni
trobenzotrifluoruro e dinitrobenzotrifl-uoruro;
2 - la composizj-one chimica detle acque suddette varia conside-
revormente da un campione all'aItro, sia dar punto di vista
qualitativo che quantitativo;
3 - tra Ie sostanze organiche trovate nei campioni di acqua, Vi
sono composti di cui E ben nota la tossicita per g1i anima_
1i supeiiori (cloroformio, tetracloruro di- carbonio, trieli
3. UNUERSITA DI PAVIA - FARMACOLOOIA MEI)ICA II.
4-
5-
6-
PAVIA - P.zza Botta l0 - Tel. 36765
Direttore : Prof. FRANCANT0NI0 BERIE
3-
I]EIr percloroetilene, metilcloroformio). La loro concentra_
zione ne1l'acqua c senza dubbio modesta e ad essa non e
possibile attribuire con certezza vn significato di noci_
vitE. Per contro non si pu6 escrudere a priori la tossici
ta di tali adur-terazioni in seguito ad esposizioni a rungo
termine, anche in considerazione del fatto che essi si tro
vano variamente associatj- nelle acque in esame;
sono presenti, in piccolissi-me quantitd, i1 paraclorobenzo
trifruoruro, i1 3-nitrobenzotrifluoruro e iI dinitrobenzo_
trifluoruro- Di tali composti non sono noti, aIla luce deI
1e attuari conoscenze, nE iI tipo nE il livelro derla even
tuale tossicj-ti per 1,uomo e per gli anj-maIi;
E stata accertata Ia presenza nei campioni di acqua di trac
ce di composti chimicamente non identificati;
viene esclusa Ia presenza dj- cloroaniline e di clorofenolo
nei campioni di acqua, nei guari tra 1'altro non si escru-
de che possano trovarsi altre sostanze organiche. eueste
tuttaviar se presenti, Si troverebbero in concentrazioni-
estremamente 1 imitate.
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IMPOSTAZIONE DELLA RICERCA
Le concentrazioni estremElmente modeste dei composti organici
rilevati neI1'acqua di Altavilla, Sovi-zzo, Creazzo e Basmar,
rendono evidentemente impossibile uno studio tossicologico di
carattere acuto. E' stata perci6 studiata I'azione del1e acque
in esame su animali di laboratorio trattati con Ie acque stesse
per un periodo di 4 mesi, in sostituzione della normale "agua
fontis". GIi accertamenti tossj,cologici sono stati effettuati
su piD lotti di animali della stessa specie (mus musculus), deI
1a stessa etE e di ambo i sessi, a1lo scopo di correlare even-
tuali rilievi di tossicitE.con 1o specifico contenuto in sostan
ze organiche deI campione di acqua in esame.
E' da rilevare che 1a mancanza di notizie daIla letteratura
scienti-fica sulla tossicj-tE degli alogeno-composti aromatici ri
scontrati in alcuni rePerti di acqua, fa si che non si possa con
siderare esauriente, per una risposta aI quesito postomi, una
indagine tossicologica ordinaria realizzata sulle stesse acque
nei termini di tempo concessi per 1'espletamento 'della seguente
perizia. Si E ritenuto pertanto opportuno condurre, paraIIela-
mente aIle indagini di tossicitE cronica a medio termine, una
serie di esperimenti "mirati" suI dinitrobenzotrifluoruro, com
posto presente in guantit5 di 19,7 ppb nell'acqua di Basmar e
che sotto it profilo biochimico-farmacologico pud essere consi
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derato per i gruppi funzionali presenti nella sua molecola,
rappresentativo dej- vari alogeno-composti aromatici evidenzia
ti darre analisi chimiche neIle acque di sovizzo e di creazzo.
Si C inteso verificare se 1'esposizione at dinitrobenzotrifluo
ruro determina alterazioni biochimiche, che si possono sospet-
tare, data Ia natura di questa mo1eco1a, e comunque sicuramente
non rilevabili attraverso uno studio ordinario di tossiciti
cronica a medio o a lungo termine. In particolare, se si tiene
conto deIIa struttura chimica del dinitrobenzotrifluoruro, non
si pu6 escludere 1 I ipotesi di una sua trasformazj-one metabolica
nei tessuti degli animali superiori in metaboliti "reattivi".
Ci6, ad esempio, potrebbe verificarsi con la riduzione di un
nitrogruppo e della conseguente N-ossidazione de1 metabolita
aminico.
II significato tossj-cologico dei prodotti di trasformazione me-
tabolica dei nitrocomposti aromatici e dei loro metaboliti C
stato negli ultimi anni oggetto di motte indagini (Shugar o.,
Biochemical Aspects of Antimetabolj-tes and of Drug hydroxyla-
tion, Academic Press 1969; Brodie B.B. and Gillette J.R.,
Concepts in Biochemical Pharmacology, Springer 1971; Gorrod J.W.
Biological Oxidation of Nitrogen, Elsevier, Amsterdam 1978).
Una delle conseguenze deIla trasformazione metabolica di tali
nitrocomposti E rappresentata da alterazioni funzionali dei glo
buli rossi associate alla ossidazione della emoglobina in meta-
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ernogrobina, pigmento incapace di operare i-n trasporto di 02
neI sangue. 11 processo metaemoglobinizzante, per avere r!
pricazioni tossicologiche, rj-chiede in genere Ia esposizione
a dosi molto elevate della sostanza emotossica. Esso pertanto
non E da attendersi con 1e concentrazioni dej- nitrocomposti
aromatici alogenati ritrovati nei campioni delle acque in esa-
me. Tuttavia un'indagine sul potere metaemoglobinizzante d.e1
dinitrobenzotri-fluoruro sommi-nistrato in una unica dose in ani
mali di laboratorio, E stata considerata opportuna, nel1,ambi-
to della presente perl-zj-a, allo scopo di ottenere una verifj-ca
indiretta della formazione intraorganica di metaboliti "reatti
vi" di questo nitrocomposto. D'altra parte Ia struttura chimi-
ca e Ie caratteristiche chimico-fisiche de1 dinitrobenzotrifluo
ruro prospettano 1a possibilita deI1a sua interferenza con gIi
speciali sistemi enzimatici che nei tessutj- degli animali supe
riori intervengono tanto nei processj- dj- detossicazj-one metabo
Ij-ca, guanto nel metabolismo di alcuni ormoni. Interferenze di
questo tipo possono awenire anche con dosi molto modeste di
un certo agente chi-mico specialmente nel caso che esso si accu
muli nei tessuti come conseguenza di una esposizione continua.
Pertanto, lrultima fase delIa ricerca ha inteso verificare Ie
eventuali modificazioni funzi-ona1i- dei sistemi enzimati-ci mi--
crosomiali del fegato di ratto da parte del dinitrobenzotrifluo
ruro, preso come composto rappresentativo degli alogeno-nitrode
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rivati organici ritrovatj- nel1e acque in esame.
PIANO DELLA RICERCA
A) STUDI DI TOSSICITAI A MEDIO TERI,ITNE
Sono statj- usati n.1OO topi albini (mus musculus) di Tazza
Swiss, di ambo i sessi dell'etE di 5 settimane..Gli animalj- so
no stati stabulati in condizioni controllate i-n ambi-ente con
temperatura di 22-24"C e 50-608 di umiditd. Per f intera durata
deII'esperimento (10 settimane) gli animali- sono stati alimenta
ti con mangime Morini in pelIets. Alf inizio deII'esperimento i
topi sono stati suddivisi in dieci lotti di dieci animali cia-
scuno. Ogni lotto ha guindi ricevuto guotidianamente una delle
acque in esame oppure "agua fontis" (controlli) secondo il pro-
tocollo riportato nel1a tabella n.2.
Durante le 16 settimane del trattamento, sono stati controllati
it peso corporeo, iI consumo di acqua e quello di mangime. AI
termj-ne de1 trattamento sono stati effettuati i seguenti- control
li ematologici:
1) numero dj- eritrociti;
2) percentuale di emoglobina;
3 ) ematocr j-to;
4) numero di leucociti;
5) formula leucocitaria;
5) attivitE lattico-deidrogenasica sierica.
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Dopo il sacrificio degli animali si E proceduto infine all'esa
me macroscopico e microscopico dei principali organi.
RISULTATI
Peso corporeo e mortalitE
Netla tabella n.3 E riportato I'andamento del peso corPoreo
dei topi maschi di controllo e di quel1i trattati con acqua AI-
tavilla, Sovizzo, Creazzo e Basmar.
Si pud rilevare come nessun lotto degli animali trattati- presen-
ti differenze significative dell'incremento de1 Peso corporeo ri
spetto ai gruppi di conirollo.
Durante iI trattamento Ia mortalita (tabella n-4) non ha presen
tato differenze tra controlli e trattati, rientrando, in termini
quantitativi, nei valori che si riscontrano normalmente in que-
sta specie animale durante studi di tossicit5 a medio o a lungo
termi-ne. L'esame autoptico condotto sugli animali deceduti duran
te l'esperimento ha rilevato quanto segue:
Anj-male n.4 (maschio controllo): quadro di peritonite e soffusio
ni emorragiche Polmonari.
Animale n.3 (maschio trattato con acqua Altavilla): boncopolmoni
te.
Animale n.5 (maschio trattato con acqua Creazzo): erosioni emor-
ragiche intestinali disseminate-
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Animale n.8 e 1O (maschi trattatj- con acqua Basmar): broncopol-
moniti.
Animale n.6 (femmina controllo): assenza di lesioni viscerali
macroscopiche.
Animale n.1 (femmina trattata con acqua A1tavilla) : enterite ca
tarrale.
Animale n.5 (femmina trattata con acqua Sovizzo)? peritonite.
Nella tabella n.5 C riportato I'andamento del peso corporeo
di topi femmine di controllo e di quel1i trattati con i campioni
di acqua A1tavilla, Sovizzo, Creazzo e Basmar. Anche ne1le femmi
ne non sono state rilevate differenze deII'andamento deI peso
corporeo tra controlli e trattati nel corso di 4 mesi di speri-
mentazione.
Durante iI trattamento Ia mortalita degli animali di sesso femmi
nile (tabella n.6) non ha mostrato differenze tra controlli e
trattati.
Consumo di mangime e di acqua
Nelle tabelle n.7 e n.8 E riportato iI consumo medio di mangi-
me dej- topi maschi e femmine di controllo o trattati con acqua Al
taviIla, Sovizzo, Creazzo e Basmar.
NeIIe tabelle n.9 e n.1O C riportato il consumo medio di acgua
dei topi maschi e femmine di controllo e di quelli trattati con
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acqua Altavilla, SovLzzo, Creazzo e Basmar.
DaIl'analisi dei dati si deduce che non vi sono differenze nel
consumo di mangime e di acqua tra controlli e trattati per la
intera durata deI1'esperimento.
Ne1le tabelle n.11 e n.12 sono riportati i risultati degri
esami ematologici eseguiti su topi maschi e femmine di controllo
e trattati con acqua A1tavi11a, sovizzo, creazzo e Basmar.
Non si evidenziano variazioni significative dei vari parametri
associate aI trattamento con 1'acgua.
caratteristiche macroscopiche e microscopiche negri organi
L'esame macroscopico effettuato sui principali organi degli
animalj- der gruppo di controrlo e di querli trattati con acqua
Altavj-I1a, SovLzzo, Creazzo e Basmar non ha evidenziato altera-
zioni attribuibili ar trattamento con re acque stesse.
In accordo con tali conclusioni, 1'esame microscopico dei princi
pali organi non ha rivelato reperti- patologici o comunque altera
zioni riferibili ai trattamenti condotti. In un animale maschio
di controllo E stato rj-levato a carico deI fegato un modesto gua
dro di metamorfosi vacuolare con rarissimi infiltrati parvicellu
lari parenchimali
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In una femmina trattata con acqua Creazzo e in un animale maschio
trattato con acqua Basmar sono state rilevate a Iivello renale
modeste lesioni de1 tubulo contorto prossimale Ie guali tutta-
via si possono considerare di non raro riscontro nel1a patolo-
gia spontanea di questa specie animale.
CONCLUSIONI
Gli esperimenti di tossicitE a medio termine su1 topo non han
no fornito elementi indicativj- della noci-vit5 del1e acque Altavil
Ia, Sovizzo, Creazzo e Basmar per Ia specj-e animale considerata.
In particolare, I'andamento delle curve di accrescimento pondera-
Ie, iI consumo di acqua e di mangime, le caratteristiche ematolo-
giche ed ematochimiche e i reperti autopti-ci macroscopici- e mj-cro
scopici non risultano significativamente modificati negli animali
trattati con i campioni di acqua in esame rispetto ai controlli
mantenuti con "aqua fontis".
Si pud quindi concludere che Ie acque Altavilla, Sovizzo, Creazzo
e Basmar somministrate giornalmente per un periodo di 16 settima-
ne nel topo in quantiti corrispondente all'ordinario consumo di
acqua di questa specie animale, risultano ben tollerate, non in-
cidono sui processi deII'accrescimento, non influenzano sfavore-
volmente i principali parametri fisiologici e sono prive di effet
ti lesivi sulla morfologia macroscopica e microscopica degli or-
gani de1 t6po.
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B) STUDT SULL'ATTIVTTA' BIoLoGIcA DEi :NITROBENZOTRIF'LUORUR,O
1) Azione metaemoglobinizzante nei :'.rtta
N.18 ratti dl ceppo Wistar di *n. i sessi sono stati
trattati per via orale con una solugi+ne oleosa di dinitro
benzotrifluoruro a1le dosi e con Ie +nrdalit5 riportate nel
1a tabella n. 1 3.
A vari intervalli di tempo dal tratt.luento (o dall'ultimo
trattamento nel caso di somministrapli'ni ripetute) gIi ani-
mali sono stati sacrj-ficati j-n leguer.a anestesia eterea e
sul sangue si E proceduto a1la detet.urloazlone delIa metaemo
globinemia secondo iI metodo di Evell,n e Mallory riportato
da Henry e CoI1. (Clinical Chemistr,1,, Prlnciples and Technics,
Harper and Row New york 1964, p.74tt),
f risultati ottenuti sono riassuntl trella tebella n.13.
Si rileva che iI trattamento con dJrrll,robenzotri-fluoruro sia
Per singola somministrazione che do;.rp Lrattamenti ripetuti
non comporta Ia formazione dj- metaelt()globlna fino a dosi di
5OO mgrlkg. AIla dose di 5OO mgrlkg t1 dlnltrobenzotrifluoruro
Provoca generalmente reazioni to66 I rtlr (dlsPnea, cianosi, ecc. )
NeI corso del presente esperimento Fl A assistito in due casj-
aI decesso deII'animale nelle ore ltttutedlaLamente successive
alla somministrazione del composto, QLb ta ritenere che la do
se pit alta adoperata sia vicina alla doee letaIe media della
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specie animale in studio.
2) Azione deI dinitrobenzotrifluoruro sui sistemi enzimatici mi-
crosomiali de1 fegato di ratto.
Lrazione del dinitrobenzotrifluoruro sulle attivitA enzi-
matiche metaboJ-LzzanL,r deIla frazione microsomiale de1 fegato
di ratto E stata studiata in vivo rnediante somministrazione
per via orale deI composto in animali adulti di sesso femmini
Ie fino a dosi di 5OO mgrzkg. A distanza dj_ 24 h dal trattamen
to (o dal1ruItj-mo trattamento nel caso di trattamenti ripetu-
ti) gti animalj- erano sacrificati e i1 fegato, immediatamente
prelevato, venj-va omogenizzato in 3 volumi di KCI 1.158 in ba-
gno di ghiaccio. GIi omogenatj- venivano quindi centrifugati a
9600 g per 15 min a 4 oC mediante centrifuga Beckman mod.TJ/6.
11 sopranatante cosi ottenuto veniva centrifugato a 105.OOO g
per 60 min a 4 oc con ultracentrifuga Beckman mod.Ls/so. si
sospendeva i1 precipitato in KCl 1 .1 58 e Ia sospensione ottenu
ta veniva utilizzata per I'allestimento di preparazioni enzima
tiche con I'aggiunta di cofattori e di elementi inorganici co-
me descritto da Fouts e pottz (J.pharmac.exp.Ther. 1971, 179,
91). Su11e Preparazioni enzimati-che si e studiata I'atti-vitE
N-demetilasica adoperando come substrato Ia aminopirina (La Du
e ColI., J.Biol.Chem. 1955, 214, 741) e Ia idrossilazione
dellranilina a p-aminofenolo (Archakov e Co1l., Biochem.pharma T
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Direttore : Prof. FRANCANT0N|0 BERTE
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col. , 1974, 23, 1053). Le capacj-t! metabolizzanLi dei prepa-
rati sono state espresse in nanomoli di metabolita prodotto
per mg di fegato fresco per min dj_ incubazione.
NeIla tabella n.14 sono ri-portati- i risultati relativi- arla
N-demetilazione ossidativa e Ie modificazioni indotte dar
trattamento con dinitrobenzotrifluoruro per 4 giorni a dosi
variabilj- da 1OO a 5OO mgrzkg die.
Si rj-Ieva come I'attivitE enzimatica non subisca signifj-cati
ve modi-fi-cazioni per effetto deI trattamento con dinitroben-
zotrifruoruro a1la dose di 1oo mg/kg e di 5oo mg/kg. 11 peso
der fegato risurta sostanzialmente immodificato.
Nel1a tabella n.15 e neIla figura n.1 sono riportati i risur
tati relativi alra idrossilazione deII'anilina nei preparati
microsomiali epatici di ratto e 91i effetti de1 trattamento
con dini-trobenzotrifluoruro per 1 o 4 giorni in singola dose
giornaliera di 1OO o 5OO mgrlkg.
Lrattivit5 idrossilativa viene significatj-vamente inibita dal
dinitrobenzotrifluoruro, passando da o,121 nmori/mg/min nei
controlli a o,o9 nmori/mg/mLn nei trattatj- con 1oo mg/kg e
a O,07 nmoli/mg/min nei trattati con 5OO mglkg.
come appare ne1la taberla n.15, f influenza negativa der diq!
trobenzotrifluoruro sulla capacit5 der fegato di ratto di me-
tabolj-zzare lranilina persiste per armeno 4 giorni dopo iI
trattamento delr'animare con una singola dose. Nelra presente
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ricerca non sono stati presi in esame intervalli di tempo
piU lunghi tra Ia somministrazione de1 dinitrobenzotrifluo-
ruro e Ia valutazione dellrattivit5 enzimatica metaboLLzzan
te del fegato.
rn conclusione i risultati dimostrano Irattitudine de1 dini
trobenzotrifluoruro ad interferire nelle funzioni dei siste
mi enzimatici microsomi-ali che metabolizzano substrati chi-
mj-cj- di tipo rr, come 1'aniIina. 11 fatto che lrattivit5 de
metilasica non venga influenzata fa pensare che f inibizione
funzionare non dipenda da un turbamento generalizzaLo del
metabolismo dellrepatocita guanto da una speci-f ica j-nterfe-
renza del dinitrobenzotrifl-uoruro nella via metabolica che
determina 1'ossidazione j-n anello de1le sostanze organiche
aromatiche.
Non E possibile su1Ia sola base di questi dati dire quat,E
11 meccanismo dellreffetto inibitorio ed in particolare se 1a
sua persistenza sia dovuta a1la prolungata fissazione der di
nitrobenzotrifluoruro ne1 parenchima epatico.
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CONCLUSIONI GENERALT
Gli esperimenti descritti ne1la presente relazione sono stati
condotti allo scopo di accertare Ia nociviti dei reperti di ac-
qua di AItavilla, Sovizzo, Creazzo e Basmar somministrati cronica
mente nel topo.
Si e inteso pure accertare iI possesso da parte de1 dinitrobenzo-
trifluoruro di alcune proprietd farmacologiche-bj-ochimiche signi-
ficative ai fini di una piD approfondita caratteri-zzaz,{one tossi-
cologica, considerando il dinitrobenzotrifluoruro come composto
rappresentativo degli alogeno-nj-tro-derivati organici riscontrati
nelle acqlue dei quali aI momento attuale si hanno notj-zie estrema
mente limitate riguardo aIla tossicit5 a breve, medio e lungo ter
mine negli animali superiori.
I risultati delf indagine di tossicj-tE cronica a medj-o termine con
dotta nel topo non hanno messo in evidenza alcun dato che si possa
ritenere a favore della nocivitE dell'acgua di Altavilla, SovLzzo,
Creazzo e Basmar nella specie animale in esame dopo trattamento
giornaliero per la durata di quattro mesi. Cid appare dalla assen-
za di effetti sfavorevoli suII'andamento de1 peso corporeo, su1
consumo di acqua e di mangime e sulle caratteristiche ematologiche
ed ematochimiche oltre che dalla assenza di reperti patologici
aII'esame macroscopico e microscopico dei varj- organi.
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Le indagini biochimiche nel ratto hanno dimostrato la mancanza
di effetti del dinitrobenzotrifluoruro suI pigmento emoglobini-
co sino a dosi di 5OO mglkg.
Alle dosi di 1OO e 5OO mg/kg iI dinitrobenzotrifluoruro influen-
za Per contro lrattivitE delle farmaco-ossidasi mj-crosomiali epa
tiche provocando una significativa riduzione delIa capacit5 del
fegato di metabolizzare sostanze chimj-che der tipo anilina.
fI dinitrobenzotrifluoruro non ha per contro effetti sullrattivi
tE N-demetilasica epatica grazie a1la quale avviene Ia detossica
zione metabolica dj- un gran numero dj- sostanze chimiche esogene
da parte deII'organismo.
L'effetto del dinitrobenzotrifluoruro sui poteri detossicanti
epatici- del ratto risulta persistente nel tempo.
Va rilevato che 1a suddetta azione del fegato e stata riscontra-
ta con quantitA di dinitrobenzotrifluoruro che sono superiori di
molti ordini di grandezza a quelle presenti ne1 campione di acqfua
Basmar oggetto delIa presente indagine.
La sicurezza che anatoghi effetti si abbiano o meno anche a pic-
cole concentrazionj- nella stessa specie animale si potrebbe avere
solo attraverso esperimenti di lunga durata e con studi atti ad
accertare la distribuzione del dinitrobenzotrifluoruro negli orga
ni e il suo eventuale accumulo per esposi-zione ripetuta.
In conclusione, dai risultati della presente indagine, si pud af-
fermare, in rj-sposta al quesito postomi, che Ie sostanze rinvenute
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nerle acgue di Artavilla, sovizzo, creazzo e Basmar non hanno av-
verenato nE contribuj-to ad awelenare le acque medesime. occorre
tuttavia tener presente che un giudizio definitivo sulla nocivitE
di tutte le sostanze adulteranti rinvenute in combinazione nelle
acque non pud prescindere dalIa acquisizione di dati surl_e pro_
prietE biofarmacologiche e su1 destino intraorganico dei vari
nitro-alogeno-derivatl organici ritrovati assj-eme aIle molecole
con caratteristiche tossicol0giche meglio conosciute.
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