Creazione di una PIATTAFORMA per la gestione e riutilizzo dei RIFIUTI da implementare nel polo industriale di Taranto, avente come presupposto fondante l’applicazione del concetto di Simbiosi Industriale.
Il tema della raccolta e del recupero dei RAEE interessa una filiera lunga e complessa, dove operano molteplici attori, ciascuno con proprie peculiarità e problematiche. A fronte dell’emanazione del D.Lgs. 49/2014, che introduce importanti novità normative in materia, le criticità e i nodi da sciogliere sono ancora tanti: tra questi, lo scottante problema dei RAEE dispersi che rende lontano il raggiungimento degli obiettivi di raccolta imposti dalla legge, la disomogeneità nella concessione delle autorizzazioni per gli impianti di trattamento, il difficile tema del riutilizzo e la logistica da ottimizzare.
All’evento hanno partecipato rappresentanti di consorzi, associazioni, aziende che hanno portato all’attenzione della folta platea di addetti ai lavori lo stato attuale delle cose, proponendo soluzioni, idee progetti innovativi che vadano nella direzione della piena attuazione della normativa e dell’effettiva ottimizzazione di tutti i processi che interessano la filiera dei RAEE.
La strada da fare è molta, così come sono tante le questioni da risolvere; tuttavia sono numerosi anche i casi e gli esempi virtuosi che via via stanno nascendo. Ancora una volta, la risposta sembra essere la necessità di fare rete, tra tutti gli attori interessati, per creare sinergie, risolvere problematiche e conseguire risultati.
Una panoramica generale di come l'ambiente vada interpretato in una nuova chiave di potenziamento del business e di ottimizzazione dei costi interni. Una lezione di come le aziende italiane affrontano ora la gestione rifiuti e di come potrebbero affrontarla nell'immediato futuro.
Quali alternative per un futuro sostenibilecomitatopca
A cura del Coordinamento Lecchese Rifiuti Zero:
a) oggi si parla di economia circolare con recupero dei materiali scartati tramite i rifiuti
b) ciò consente di non sprecare materie prime sempre meno disponibili e rare in un paese come il nostro
c) bruciando si ricava solo una piccola parte poi dell'energia che è servita per estrarle, raffinarle e convertirle in prodotti
d) ci sono 10 passi per arrivare a diminuire i rifiuti generati (quella che si chiama strategia rifiuti zero)
e) nella nostra provincia si è cominciato bene ma ci si è fermati da molti anni
f) serve fare altri passi (dal quinto al decimo) partendo dalla tariffazione puntuale
g) in questo modo paragonando la nostra situazione a provincie virtuose, come quella di Treviso che da anni attua la strategia rifiuti zero, verrebbero ridotti i rifiuti da incenerire ad una quantità inferiore alle polveri/ceneri che il forno genera con ricadute positive sulla tariffa dei rifiuti (il riciclo genera utili laddove viene fatto bene) e sull'occupazione (meno grandi impianti con grossi investimenti e pochi occupati, più persone a gestire il riciclo e riuso).
Il progetto europeo greenLIFE presentato in poche slide da Guido Zilli, coordinatore dello stesso, durante il convegno #greenleather2017 del 9 maggio 2017 a Villa Da Porto, a Montorso, in provincia di Vicenza.
Durante greenleather2017, una valutazione di ciò che sarà il futuro di greenlifegreenLIFE project
E poi? Guido Zilli di Conceria Dani, coordinatore del progetto greenLIFE, durante il convegno greenleather2017 riflette sulle cose apprese e sui possibili scenari futuri.
Il tema della raccolta e del recupero dei RAEE interessa una filiera lunga e complessa, dove operano molteplici attori, ciascuno con proprie peculiarità e problematiche. A fronte dell’emanazione del D.Lgs. 49/2014, che introduce importanti novità normative in materia, le criticità e i nodi da sciogliere sono ancora tanti: tra questi, lo scottante problema dei RAEE dispersi che rende lontano il raggiungimento degli obiettivi di raccolta imposti dalla legge, la disomogeneità nella concessione delle autorizzazioni per gli impianti di trattamento, il difficile tema del riutilizzo e la logistica da ottimizzare.
All’evento hanno partecipato rappresentanti di consorzi, associazioni, aziende che hanno portato all’attenzione della folta platea di addetti ai lavori lo stato attuale delle cose, proponendo soluzioni, idee progetti innovativi che vadano nella direzione della piena attuazione della normativa e dell’effettiva ottimizzazione di tutti i processi che interessano la filiera dei RAEE.
La strada da fare è molta, così come sono tante le questioni da risolvere; tuttavia sono numerosi anche i casi e gli esempi virtuosi che via via stanno nascendo. Ancora una volta, la risposta sembra essere la necessità di fare rete, tra tutti gli attori interessati, per creare sinergie, risolvere problematiche e conseguire risultati.
Una panoramica generale di come l'ambiente vada interpretato in una nuova chiave di potenziamento del business e di ottimizzazione dei costi interni. Una lezione di come le aziende italiane affrontano ora la gestione rifiuti e di come potrebbero affrontarla nell'immediato futuro.
Quali alternative per un futuro sostenibilecomitatopca
A cura del Coordinamento Lecchese Rifiuti Zero:
a) oggi si parla di economia circolare con recupero dei materiali scartati tramite i rifiuti
b) ciò consente di non sprecare materie prime sempre meno disponibili e rare in un paese come il nostro
c) bruciando si ricava solo una piccola parte poi dell'energia che è servita per estrarle, raffinarle e convertirle in prodotti
d) ci sono 10 passi per arrivare a diminuire i rifiuti generati (quella che si chiama strategia rifiuti zero)
e) nella nostra provincia si è cominciato bene ma ci si è fermati da molti anni
f) serve fare altri passi (dal quinto al decimo) partendo dalla tariffazione puntuale
g) in questo modo paragonando la nostra situazione a provincie virtuose, come quella di Treviso che da anni attua la strategia rifiuti zero, verrebbero ridotti i rifiuti da incenerire ad una quantità inferiore alle polveri/ceneri che il forno genera con ricadute positive sulla tariffa dei rifiuti (il riciclo genera utili laddove viene fatto bene) e sull'occupazione (meno grandi impianti con grossi investimenti e pochi occupati, più persone a gestire il riciclo e riuso).
Il progetto europeo greenLIFE presentato in poche slide da Guido Zilli, coordinatore dello stesso, durante il convegno #greenleather2017 del 9 maggio 2017 a Villa Da Porto, a Montorso, in provincia di Vicenza.
Durante greenleather2017, una valutazione di ciò che sarà il futuro di greenlifegreenLIFE project
E poi? Guido Zilli di Conceria Dani, coordinatore del progetto greenLIFE, durante il convegno greenleather2017 riflette sulle cose apprese e sui possibili scenari futuri.
C2C, cradle to cradle, dalla culla alla culla
una metodologia per progettare e produrre imitando la natura
Imparare a gestire le risorse
Non produrre scarti
Riciclare continuamente
Questa metodologia e certificazione consente di
- risparmiare sulle materie prime
- riorganizzare la produzione
- grandi potenzialità di marketing
- creare reti di imprese in "simbiosi industriale"
Stiamo organizzando corsi di formazione sia collettivi (territoriali e per singole imprese) su questa metodologia con la possibilità di organizzare con la possibilità di accedere a finanziamenti su fondoprofessioni.fondoimpresa
Per informazioni danielecavallotti@gmail.com
La ”misurazione puntuale” porta a una “tariffa puntuale” che fa pagare, non di più o di meno rispetto a prima, ma il giusto, nel rispetto del principio di commisurazione del costo rispetto al servizio.
In sommario l'intervista con il Presidente Lino Nori, a seguire la fusione CCPB/IMC raccontata da Fabrizio Piva e Remo Ciucciomei. Fabio Lunati di Nomisma parla del mondo dei produttori e trasformatori del biologico, Enrico De Ruvo di Ismea delle tendenze del mercato bio in Italia.
Negli articoli tecnici Roberto Setti ci aggiorna sull'accreditamento ottenuto da CCPB negli Stati Uniti, Federica Nasi descrive le novità sul Regolamento CE 889/2008. Oltre il biologico, Diego Rossi e Veronica Pecorella presentano lo standard sulla ristorazione Conosci il tuo pasto, Marco Roffia mette insieme le ultime sulla certificazione GLOBAL GAP e filiera ortofrutta. Nel settore no food, Giuseppe Garcea introduce le opportunità di EPD, la dichiarazione ambientale di prodotto, e Carla Pinti si sofferma su NATRUE lo standard internazionale per i comsetici biologici e naturali. Filippo Piredda infine anticipa il programma e le attività per la fiera SANA, il salone del bio e del benessere a settembre a Bologna.
L’Informatore Agrario - Le reti di impresa nella filiera del vino: oppo...L'Informatore Agrario
Perché costituire o aderire a una rete di imprese nel settore vitivinicolo?
Perché mediante un contratto di rete?
Come è stato fino ad oggi impiegato questo nuovo strumento?
I contratti di rete nel settore agro-alimentare
Quali esperienze di contratto di rete sono maturate nel settore vitivinicolo?
Quali prospettive si aprono e quale vincolo sarebbe utile rimuovere?
C2C, cradle to cradle, dalla culla alla culla
una metodologia per progettare e produrre imitando la natura
Imparare a gestire le risorse
Non produrre scarti
Riciclare continuamente
Questa metodologia e certificazione consente di
- risparmiare sulle materie prime
- riorganizzare la produzione
- grandi potenzialità di marketing
- creare reti di imprese in "simbiosi industriale"
Stiamo organizzando corsi di formazione sia collettivi (territoriali e per singole imprese) su questa metodologia con la possibilità di organizzare con la possibilità di accedere a finanziamenti su fondoprofessioni.fondoimpresa
Per informazioni danielecavallotti@gmail.com
La ”misurazione puntuale” porta a una “tariffa puntuale” che fa pagare, non di più o di meno rispetto a prima, ma il giusto, nel rispetto del principio di commisurazione del costo rispetto al servizio.
In sommario l'intervista con il Presidente Lino Nori, a seguire la fusione CCPB/IMC raccontata da Fabrizio Piva e Remo Ciucciomei. Fabio Lunati di Nomisma parla del mondo dei produttori e trasformatori del biologico, Enrico De Ruvo di Ismea delle tendenze del mercato bio in Italia.
Negli articoli tecnici Roberto Setti ci aggiorna sull'accreditamento ottenuto da CCPB negli Stati Uniti, Federica Nasi descrive le novità sul Regolamento CE 889/2008. Oltre il biologico, Diego Rossi e Veronica Pecorella presentano lo standard sulla ristorazione Conosci il tuo pasto, Marco Roffia mette insieme le ultime sulla certificazione GLOBAL GAP e filiera ortofrutta. Nel settore no food, Giuseppe Garcea introduce le opportunità di EPD, la dichiarazione ambientale di prodotto, e Carla Pinti si sofferma su NATRUE lo standard internazionale per i comsetici biologici e naturali. Filippo Piredda infine anticipa il programma e le attività per la fiera SANA, il salone del bio e del benessere a settembre a Bologna.
L’Informatore Agrario - Le reti di impresa nella filiera del vino: oppo...L'Informatore Agrario
Perché costituire o aderire a una rete di imprese nel settore vitivinicolo?
Perché mediante un contratto di rete?
Come è stato fino ad oggi impiegato questo nuovo strumento?
I contratti di rete nel settore agro-alimentare
Quali esperienze di contratto di rete sono maturate nel settore vitivinicolo?
Quali prospettive si aprono e quale vincolo sarebbe utile rimuovere?
L’Informatore Agrario - Le reti di impresa nella filiera del vino: oppo...
Imprese Possibili - social waste
1.
2. L’interazione tra il pesce pagliaccio e
l’anemone urticante può creare beneficio per
entrambi. Come?? Mediante la SIMBIOSI
BIOLOGICA.
E tra due operatori
industriali?
4. «La simbiosi industriale è volta ad aumentare l'efficienza
materica ed energetica attraverso la creazione di legami di
cooperazione tra organizzazioni che intendono scambiare
scarti materici ed energetici al fine di aumentarne il valore»
(Romano et al., 2009).
Ma tale processo è attuabile nel nostro territorio?
Per rispondere a tale quesito occorre:
Identificare i settori maggiormente inquinanti
Analizzare i potenziali utilizzi dei rifiuti prodotti
5. Provincia di Taranto: analisi rifiuti speciali
FONTI: Borsa Telematica Rifiuti: CC –EcocerveR appd consortium
Regione Puglia Piano gestione rifiuti – Arpa Puglia
CC data - Ecocerved 2008 – MUD
6. RIFIUTI INDUSTRIALI PRODOTTI POTENZIALI UTILIZZI
Loppa di altoforno pavimentazioni stradali, produzione mattoni
produzione vetro, fertilizzanti
Scorie di acciaieria Conglomerati cementizi, manti stradali, rimozione
fosforo dalle acque di scarico
Scaglie di laminazione miglioramento qualità terreni, pigmenti per
colorazione cementi, pitture e cosmetici
Materiale refrattario conglomerati cementizi, mattoni, intonaci,
miglioramento qualità strutturale dei terreni
Ceneri leggere cemento, vetro, miglioramento qualità strutturale dei
terreni, fertilizzanti, costruzione stradale
Fanghi da trattamento acque e rifiuti mattoni, fertilizzanti
Percolato di discarica produzione di idrogeno, fertilizzanti
Energia termica teleriscaldamento
7. Che vantaggi è possibile ottenere con la simbiosi industriale?
VANTAGGI PER LE IMPRESE VANTAGGI PER L’AMBIENTE VANTAGGI SOCIALI
Accresciuta efficienza
Riduzione dei costi di produzione
(materie prime, energia, acqua)
Riduzione dei costi di smaltimento
Condivisione dei servizi (gestione
dei rifiuti, addestramento, sistemi
di informazione ambientale,
gestione delle emergenze);
Ricavi per vendita di sotto-prodotti
Riduzione della responsabilità
ambientale
Miglioramento di immagine
Accesso facilitato ai finanziamenti
Migliori condizioni dell’ambiente
di lavoro
Maggiore soddisfazione e
produttività dei dipendenti
Migliore utilizzo delle risorse
Riduzione dell’inquinamento e dei
rifiuti
Soluzioni innovative per
l’ambiente
Miglioramento continuo delle
prestazioni ambientali
Accresciuta protezione degli
ecosistemi naturali
Miglioramento della qualità della
vita
Condizioni più salubri e sicure per i
lavoratori
Minori costi per la gestione rifiuti
Diminuzione delle esternalità
Nuove opportunità imprenditoriali
Nuovi posti di lavoro
8. In tale contesto, quale ruolo assume il
Social Waste?
Il SOCIAL WASTE può ridurre l’asimmetria
informativa e tecnica relativa alle tipologie di
rifiuti generati da diversi processi produttivi
localizzati in aree distanti e
garantire quindi l’incontro
tra domanda e offerta
nel mercato dei rifiuti
9. Come nasce la nostra iniziativa
La nostra iniziativa nasce dallo studio del processo di
simbiosi industriale condotto durante il nostro
percorso di studi e accompagnato da un forte
interesse nell’argomento trattato alla luce dei
vantaggi che il nostro territorio può trarne da tale
processo.
Rappresenta un’opportunità per il territorio jonico e
non solo, di accrescere la sostenibilità e spingersi
verso un così tanto atteso miglioramento ambientale.
10. IL NOSTRO TEAM
MARIALUISA BRUNOMARIALUISA BRUNO GIORGIO DINOIGIORGIO DINOI
ROMINA DISTRATISROMINA DISTRATIS SERENA MASINISERENA MASINI
Tutti laureati in Economia e Amministrazione delle Aziende
presso l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro e
attualmente iscritti al Corso di Laurea magistrale
Strategia d’impresa e Management
11. Il nostro Core business:
RIFIUTI
1) COSA OFFRIAMO?
Un servizio di consulenza e di gestione dei rifiuti in un’ ottica di
simbiosi industriale
2) COME OPERIAMO?
Attraverso un ufficio fisico ubicato nel territorio tarantino
organizzato in 3 divisioni principali:
- front office clienti ( 1 unità )
- amministrazione e contabilità ( 1 unità )
- consulenza on line ( 2 unità)
12. 3) CHI SONO I NOSTRI CLIENTI?
Tutte le imprese produttrici di rifiuti recuperabili e riutilizzabili
4) SONO DISPOSTI I CLIENTI A PAGARE PER IL NOSTRO SERVIZIO?
SI, dal momento in cui vogliamo monetizzare i loro rifiuti piuttosto
che smaltirli in discarica
5) QUANTO GRANDE E’ IL MERCATO CHE INTENDIAMO
COINVOLGERE?
Inizialmente prevediamo di fronteggiare il mercato locale con la
prospettiva nel lungo termine di espanderci a livello internazionale.
6) CHI SONO I NOSTRI COMPETITORS?
Sul nostro territorio non vi sono altre imprese simili
13. 7) QUAL E’ L’INVESTIMENTO INIZIALE DI CUI
NECESSITIAMO?
Sulla base di un piano finanziario previsionale, si stimano costi
esclusivamente legati alla realizzazione e all’implementazione
della piattaforma, con l’obiettivo di puntare alla
minimizzazione dei costi.
Ed il nostro
PROFITTO? Punteremo a
massimizzare il profitto addebitando
una COMMISSIONE al venditore dei
rifiuti nel momento in cui la transazione
sarà andata a buon fine
14. Funzionamento della Piattaforma
LINEE GUIDA PER L’UTILIZZO DELLA
PIATTAFORMA:
• anagrafica fornitori: elenco di nominativi dei
fornitori, attività svolta, tipologie rifiuti prodotti
• gestione ordini: elencazione ordini effettuati
dall’impresa richiedente
• costi-benefici: comparazione di costi e benefici
derivanti dal riutilizzo di rifiuti come materie prime
• carrello: elenco degli ordini ed acquisti effettuati
con relativi prezzi e saldo finale
• statistiche: valutazione analitica degli impatti
ambientali evitati
Questa opzione consente a ciascuna impresa
di gestire e rendere noti i propri rifiuti
classificandoli per reparto e tipologia. Ad ogni
tipologia di rifiuto, in base alla composizione
e processo produttivo di provenienza, è
assegnato un codice identificativo noto come
CODICE CER (codice europeo dei rifiuti)
Per ciascuna impresa che utilizza tale piattaforma è
previsto l’obbligo di registrazione; le diverse imprese
che aderiscono consentono la creazione di una rete
di imprese
15. Vantaggi della Piattaforma:
• Completezza: garantisce una migliore gestione di clienti e fornitori e
dei rispettivi ordini di vendita e acquisto;
• Flessibilità: è adattabile a imprese di qualsiasi dimensione;
• Semplicità d’uso: la piattaforma è caratterizzata da un’interfaccia
molto intuitiva e dotata di una guida on-line;
• Aggiornamento continuo: gli aggiornamenti sono realizzati
esclusivamente sui server centrali con modifiche immediatamente
fruibili da tutti gli utenti ovunque localizzati;
• Disponibilità: la piattaforma è disponibile h24 da qualsiasi luogo.
16. Per concludere possiamo affermare che
presupposto fondante dell’implementazione di
tale piattaforma è la realizzazione di un processo
di Simbiosi Industriale, processo la cui rilevanza
è connessa con l’opportunità di poter
raggiungere una maggiore sostenibilità e
miglioramento ambientale nel nostro distretto
produttivo, partendo proprio dalla
valorizzazione dei rifiuti speciali prodotti.