La Ricerca Epidemiologica, a causa di una costante carenza di fondi, può fornire rappresentazioni descrittive del fenomeno del consumo di droghe e alcol, ma fatica ad andare in profondità e a estrapolare modelli.
Il consumo di droghe e alcol la parola alla rircerca epidemiologica
1. IL CONSUMO DI DROGHE EALCOL:
LA PAROLAALLA RICERCA EPIDEMIOLOGICA
2. La ricerca epidemiologica, ossia quella ricerca che si basa su dati provenienti da una
popolazione oggetto di interesse, presenta sistematicamente due tipi di problemi, di cui
uno abbastanza grosso:
1) spesso molti dei questionari inviati tornano indietro non compilati, ma a questo si
può ovviare con precise scelte metodologiche (es. non tenere conto delle caselle vuote, riempirle con
dati casuali, riempirle con le medie del dato, riempirle con risposte simulate…);
2) si ragiona in termini di prevalenza e non di incidenza, e questo è invece un
problema piuttosto importante.
Si decide solitamente di rilevare la prevalenza del fenomeno Consumo di Alcol e Droghe
perché il disegno di ricerca, rispetto a quello di un’indagine sull’incidenza, è più snello:
• nel primo caso (prevalenza) consta di una sola raccolta di dati, che permette di
vedere nell’insieme della popolazione quanti sono gli individui che posseggono la
caratteristica X (in statistica si dice anche:“Per quanti soggetti si verifica l’evento E”);
• nel secondo caso (incidenza) bisogna fare due rilevazioni, una prima per contare
quante persone hanno la caratteristica X (o a quante accade l’evento E), una seconda dopo
un intervallo di tempo per vedere quante persone in più e quante in meno rispetto a
prima hanno la caratteristica X.
LA RAPPRESENTAZIONE EPIDEMIOLOGICA
Possibili rappresentazioni statistiche di uno stesso fenomeno
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3. Prevalenza e incidenza non ci dicono la stessa cosa e danno due immagini
differenti della stessa situazione.
La prima (prevalenza) ci dice qual è la fetta di popolazione interessata da un
fenomeno, la proporzione, l’impatto che questo ha qualora se ne voglia stimare il
danno, la penetrazione, i costi; se ad esempio vogliamo stimare qual è la percentuale
di popolazione che ha vinto almeno 1 milione di Euro al Superenalotto negli ultimi 10
anni dobbiamo: prendere il totale dei vincitori (facciamo che siano 10 mila) e
dividerlo per il totale della popolazione, cioè i giocatori; il risultato ci restituisce una
percentuale bassa.
L’incidenza invece misura la percentuale di nuovi casi interessati da un fenomeno
all’interno di un lasso di tempo, e dà l’idea di quale sia la probabilità che ognuno
possa possedere la caratteristica X, o veda accadergli l’evento E; è un tasso e non
una proporzione, un resoconto dinamico e non statico.Tornando all’esempio
precedente, se consideriamo una popolazione di 1 milione di giocatori totali in 10
anni, quindi di 100 mila all’anno (1mln/10anni), e un totale di 10 mila vincitori in 10
anni, quindi 1000 all’anno (10mila/10anni), l’incidenza è lievemente superiore, perché
viene calcolata come frazione dei vincitori all’anno sui non vincitori (o soggetti a
rischio di vincita); inoltre l’incidenza ci dà una percentuale annua e non totale.
Le differenze tra prevalenza e incidenza
LA RAPPRESENTAZIONE EPIDEMIOLOGICA
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4. verificarsi di un evento E
la persona ha fatto uso di eroina nella vita
la persona ha vinto almeno 1 mln € al Superenalotto
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✓☐
✓☐
✓☐
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1. si sceglie un campione rappresentativo
2. si somministra un questionario
3. si conta per quanti individui è vero E
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1. si sceglie un campione rappresentativo
2. si somministra un questionario
3. si conta per quanti individui è vero E
4. si attende un lasso di tempo
5. si somministra di nuovo il questionario
6. si contano i nuovi casi per cui è vero E
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Diverse procedure di ricerca epidemiologica
PREVALENZA INCIDENZA
LA RAPPRESENTAZIONE EPIDEMIOLOGICA
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5. prevalenza
incidenza
incidenza
Considerando gli studi epidemiologici sul fenomeno Consumo di alcol e droghe, vediamo
che questi si basano sempre su indicatori istituzionali, ossia la prevalenza misurata
sull’intero arco di vita (LifeTime Prevalence, LTP), sull’ultimo anno prima dell’intervista
(LastYear Prevalence LYP) e sull’ultimo mese (Last Month Prevalence, LMP). Come
abbiamo detto, questo ci fornisce una fotografia statica del fenomeno, mentre sappiamo
che i consumi in generale, e anche quelli di alcol e droga, sono molto variabili sia per
come si distribuiscono nel tempo, sia per come variano in termini di nuovi consumatori e
consumatori che smettono di consumare. Inoltre la prevalenza non consente di
sviluppare e testare ipotesi su relazioni di causa-effetto, mentre l’incidenza sì
[Provenzano,Tripepi e Zoccali, 2010].
Pertanto, quando si dice che il consumo di alcol e droghe è un fenomeno in calo, bisogna
tenere ben presente che stiamo parlando di prevalenza, e che questa non tiene conto del
saldo tra chi comincia e chi smette, motivo per cui si viene a creare una situazione
paradossale: a fronte di un calo generale del fenomeno, ci possono essere di anno in
anno più soggetti che iniziano a consumare.
Gli indicatori istituzionali dell’epidemiologia
LA RAPPRESENTAZIONE EPIDEMIOLOGICA
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6. Dati del Dipartimento Politiche Antidroga, 2013
“Tendenza alla diminuzione globale”: possiamo dunque stare tranquilli?
L’uso della prevalenza nell’epidemiologia della dipendenza
LA RAPPRESENTAZIONE EPIDEMIOLOGICA
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7. o
o
o
o
7%
=
15%
-8%
Il trend della prevalenza
si configura come un
saldo tra i nuovi
consumatori e quelli
che abbandonano
In un trend in discesa i
nuovi consumatori
potrebbero essere
addirittura in crescita!
15%
8%
16%
1%
18%
12%
19,5%
14%
nuovi consumatori
consumatori che abbandonano
15%
=
16%
-1%
6%
=
18%
-12%5,5%
=
19,5%
-14%
Consideriamo i dati del DPA 2013 sui
consumi di cannabis e facciamone una
ricostruzione fittizia in termini di saldi.
Un possibile paradosso insito nella rappresentazione istituzionale del consumo
dati fittizi
LA RAPPRESENTAZIONE EPIDEMIOLOGICA
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8. Questo è un ragionamento controfattuale, si basa cioè su ipotesi astratte:
effettivamente può darsi che il fenomeno sia davvero in diminuzione sia a livello di
prevalenza che di incidenza. Il problema è però proprio questo, ossia che non è
possibile al momento trarre conclusioni certe. La Ricerca ha bisogno di ulteriori
slanci (e fondi), per adottare metodologie più approfondite. Sembra essere
proprio questa la direzione presa dall’epidemiologia istituzionale, che nella Relazione
al Parlamento annuale inizia a considerare le dinamiche di domanda-offerta tenendo
conto delle quantità sequestrate dai militari, così come delle analisi chimiche delle
acque reflue.
Fatte le dovute considerazioni generali possiamo dunque iniziare a proporre qui il
resoconto della ricerca valutativa Fatti di Vita sui 25 anni di attività
dell’Associazione Airone Onlus, nella speranza di fornire qualche argomento a favore
della necessità di continuare a investire nella lotta contro le droghe, tenendo conto sì
delle evoluzioni recenti del fenomeno ma anche di quello zoccolo duro per cui il
disagio continua a manifestarsi nelle stesse maniere da circa 30 anni, da quando cioè
ha iniziato a circolare in Italia l’eroina.
CONCLUSIONI
Non dobbiamo mai abbassare la guardia
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