Da nord a sud la criminalità organizzata tiene sotto scacco il trasporto su gomma e la filiera agroalimentare. A rischio le imprese e gli organi di rappresentanza. Perché a dettare condizioni e regole sono sempre di più
le aziende mafiose, alterando irreparabilmente l’intero settore.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 5, anno 2013)
Cave in disuso, ville abbandonate sperdute nella campagna del nisseno e piene di documenti, interessi privati, connessioni pericolose, bonifiche mai effettuate e pochi controlli. Su tutto, quell’ingente business chiamato rifiuto, che arricchisce le mafie d’ogni parte d’Italia.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 6, anno 2014)
Here is a ppt that talks about the pros and cons of solar power plants and wind power plants and the reason why there are more wind turbines introduced in many countries compared to solar panels.
L'inchiesta "Petrolchimici come l'Ilva", pubblicata sul trimestrale Il Reportage (n°16 Ottobre-Dicembre 2013) diretto da Riccardo De Gennario, ha vinto il premio "Gian Vincenzo Omodei Zorini" Città di Arona 2014. Parla delle condizioni di vita delle popolazioni che si trovano nei Siti d'Interesse Nazionale in Sicilia a ridosso dei poli petrolchimici di Siracusa, Gela e Milazzo. Un viaggio tra mancate bonifiche, inquinamento, vicende tumorali e casi di malformazioni.
Autori: Saul Caia, Rosario Sardella
Foto: Dino Fracchia
Appalti, corruzione, tangenti e intimidazioni. La Commissione d’inchiesta Charbonneau sta dimostrando la presenza di un cartello gestito da mafiosi, imprenditori e politici per il controllo degli appalti pubblici. Nelle scorse settimane è ricominciata l’escalation di omicidi, con il boss Vito Rizzuto pronto a riprendere le redini del potere.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 3, anno 2013)
La guerra di mafia che negli anni '70 aveva sconvolto il Québec, torna a mietere nuove vittime. Una ricostruzione della storia mafiosa in Canada, dalla scalata del clan Rizzuto, alla vendetta dei Bonanno, fino alle nuove ombre della ’ndrangheta e della Siderno Group. In aggiunta, un'intervista al giornalista e scrittore Antonio Nicaso.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 10, anno 2012)
Venticinque i comuni sciolti per infiltrazioni e collusioni con la criminalità organizzata nel 2012. Peggio di così solo il 1993, quando gli scioglimenti furono trentuno. Cinque le amministrazioni comunali decadute in Sicilia in seguito al provvedimento, con il “ritorno illustre” di Campobello di Mazara in provincia di Trapani e del palermitano Misilmeri, già sciolto nel 1992 e nel 2003. Viaggio nell’isola dove la convivenza tra mafia e amministratori locali è ancora forte.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 2, anno 2013)
Cave in disuso, ville abbandonate sperdute nella campagna del nisseno e piene di documenti, interessi privati, connessioni pericolose, bonifiche mai effettuate e pochi controlli. Su tutto, quell’ingente business chiamato rifiuto, che arricchisce le mafie d’ogni parte d’Italia.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 6, anno 2014)
Here is a ppt that talks about the pros and cons of solar power plants and wind power plants and the reason why there are more wind turbines introduced in many countries compared to solar panels.
L'inchiesta "Petrolchimici come l'Ilva", pubblicata sul trimestrale Il Reportage (n°16 Ottobre-Dicembre 2013) diretto da Riccardo De Gennario, ha vinto il premio "Gian Vincenzo Omodei Zorini" Città di Arona 2014. Parla delle condizioni di vita delle popolazioni che si trovano nei Siti d'Interesse Nazionale in Sicilia a ridosso dei poli petrolchimici di Siracusa, Gela e Milazzo. Un viaggio tra mancate bonifiche, inquinamento, vicende tumorali e casi di malformazioni.
Autori: Saul Caia, Rosario Sardella
Foto: Dino Fracchia
Appalti, corruzione, tangenti e intimidazioni. La Commissione d’inchiesta Charbonneau sta dimostrando la presenza di un cartello gestito da mafiosi, imprenditori e politici per il controllo degli appalti pubblici. Nelle scorse settimane è ricominciata l’escalation di omicidi, con il boss Vito Rizzuto pronto a riprendere le redini del potere.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 3, anno 2013)
La guerra di mafia che negli anni '70 aveva sconvolto il Québec, torna a mietere nuove vittime. Una ricostruzione della storia mafiosa in Canada, dalla scalata del clan Rizzuto, alla vendetta dei Bonanno, fino alle nuove ombre della ’ndrangheta e della Siderno Group. In aggiunta, un'intervista al giornalista e scrittore Antonio Nicaso.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 10, anno 2012)
Venticinque i comuni sciolti per infiltrazioni e collusioni con la criminalità organizzata nel 2012. Peggio di così solo il 1993, quando gli scioglimenti furono trentuno. Cinque le amministrazioni comunali decadute in Sicilia in seguito al provvedimento, con il “ritorno illustre” di Campobello di Mazara in provincia di Trapani e del palermitano Misilmeri, già sciolto nel 1992 e nel 2003. Viaggio nell’isola dove la convivenza tra mafia e amministratori locali è ancora forte.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 2, anno 2013)
Here is a ppt that talks about the pros and cons of solar power plants and wind power plants and the reason why there are more wind turbines introduced in many countries compared to solar panels.
Funerali e matrimoni sono da sempre, per la malavita, un’occasione per costituire alleanze o per esternare il proprio potere. Bare di bronzo o placcate in oro, carrozze borboniche trainate da cavalli, sfarzose corone di fuori e bande musicali. Per l’ultimo saluto ai boss della criminalità organizzata non si bada a spese. E per i matrimoni, tanti scelgono per testimone un amico politico.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 5, anno 2015)
La morte del Padrino Vito Rizzuto segna la fine di un'era nell'organizzazione criminale canadese di stampo mafiosa. Quali sono i nuovi scenari e cosa succederà? All'interno le interviste al giornalista Adrian Humphreys del The National Post e allo scrittore Antonio Nicaso.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 1, anno 2014)
L’operazione Caronte della Dda di Catania ha riportato al centro dell’attenzione uno dei cognomi più importanti di Cosa nostra catanese: Ercolano. Dal padre Pippo ai figli Enzo, ritenuto il nuovo capo dell’organizzazione, e Aldo, uno degli esecutori dell’omicidio dell’intellettuale Pippo Fava. Una storia di vecchi e nuovi assetti mafiosi.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 5, anno 2014)
Cannova gianfranco ascesa e declino dellantimafia degli affari che non si pos...Pino Ciampolillo
IN DIRITTO
Il convenuto Giuseppe Ciampolillo con gli scritti (blog) a lui riferibili non ha prodotto alcuna lesione alla reputazione ed all’ immagine del ricorrente Anzà Salvatore.
Egli ha esercitato il diritto di critica riconosciuto dall’ ordinamento giuridico e pertanto non deve alcun risarcimento per l’ obbligazione extracontrattuale da illecito civile come chiede il ricorrente le cui domande vanno per ciò rigettate mentre lo stesso Anzà va condannato al rimborso delle spese giudiziali a favore del Ciampolillo.
La condotta di questi non integra il delitto di diffamazione (art. 595 cod. pen.), sol perché i suoi scritti contengono dubbi e perplessità sulla correttezza professionale del dr. Anzà. Sovviene in ogni caso la generale causa di giustificazione di cui all'art. 51 cod. pen., sub specie di esercizio del diritto di critica, preordinato ad ottenere il controllo di eventuali violazioni delle regole deontologiche. [Cass. pen., Sez. V, 05/07/2010, n. 33994]-
L'esimente, che nell’ elaborazione costante di dottrina e giurisprudenza, si realizza relativamente all'esercizio di un diritto (ovvero all'adempimento di un dovere), quando il diritto di cronaca o quello di critica sia conforme ai seguenti limiti:
- verità del fatto narrato;
- pertinenza (intesa quale obbiettivo interesse del fatto per la pubblica opinione)
- e continenza, ovvero correttezza del suo riferimento.
Anche se l'esercizio del diritto di critica trova un limite preciso nell'inammissibilità degli attacchi puramente personali, intesi esclusivamente a colpire la sfera privata dell'offeso e che possono sfociare, quindi, nell'ingiuria, la contumelia e la lesione della reputazione, dal concetto di critica esula, comunque, il requisito dell'obbiettività e della serenità (confacenti invece al diritto di cronaca, come meglio innanzi) in quanto attività essenzialmente valutativa, frutto, quindi, di una lettura personale degli eventi e molto spesso indirizzata a manifestare, con passione e coinvolgimento, un dissenso. Nell'esercizio del diritto di critica, pertanto, è logicamente ammissibile un'intrinseca valenza aggressiva nei confronti del destinatario che dia luogo anche ad una compressione del diritto alla reputazione dello stesso.
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/01/audizione-assessore-lo-bello-dr-capilli.html
Cannova gianfranco ascesa e declino dellantimafia degli affari che non si pos...Pino Ciampolillo
IN DIRITTO
Il convenuto Giuseppe Ciampolillo con gli scritti (blog) a lui riferibili non ha prodotto alcuna lesione alla reputazione ed all’ immagine del ricorrente Anzà Salvatore.
Egli ha esercitato il diritto di critica riconosciuto dall’ ordinamento giuridico e pertanto non deve alcun risarcimento per l’ obbligazione extracontrattuale da illecito civile come chiede il ricorrente le cui domande vanno per ciò rigettate mentre lo stesso Anzà va condannato al rimborso delle spese giudiziali a favore del Ciampolillo.
La condotta di questi non integra il delitto di diffamazione (art. 595 cod. pen.), sol perché i suoi scritti contengono dubbi e perplessità sulla correttezza professionale del dr. Anzà. Sovviene in ogni caso la generale causa di giustificazione di cui all'art. 51 cod. pen., sub specie di esercizio del diritto di critica, preordinato ad ottenere il controllo di eventuali violazioni delle regole deontologiche. [Cass. pen., Sez. V, 05/07/2010, n. 33994]-
L'esimente, che nell’ elaborazione costante di dottrina e giurisprudenza, si realizza relativamente all'esercizio di un diritto (ovvero all'adempimento di un dovere), quando il diritto di cronaca o quello di critica sia conforme ai seguenti limiti:
- verità del fatto narrato;
- pertinenza (intesa quale obbiettivo interesse del fatto per la pubblica opinione)
- e continenza, ovvero correttezza del suo riferimento.
Anche se l'esercizio del diritto di critica trova un limite preciso nell'inammissibilità degli attacchi puramente personali, intesi esclusivamente a colpire la sfera privata dell'offeso e che possono sfociare, quindi, nell'ingiuria, la contumelia e la lesione della reputazione, dal concetto di critica esula, comunque, il requisito dell'obbiettività e della serenità (confacenti invece al diritto di cronaca, come meglio innanzi) in quanto attività essenzialmente valutativa, frutto, quindi, di una lettura personale degli eventi e molto spesso indirizzata a manifestare, con passione e coinvolgimento, un dissenso. Nell'esercizio del diritto di critica, pertanto, è logicamente ammissibile un'intrinseca valenza aggressiva nei confronti del destinatario che dia luogo anche ad una compressione del diritto alla reputazione dello stesso.
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/01/audizione-assessore-lo-bello-dr-capilli.html
Cannova gianfranco ascesa e declino dellantimafia degli affari che non si pos...Pino Ciampolillo
IN DIRITTO
Il convenuto Giuseppe Ciampolillo con gli scritti (blog) a lui riferibili non ha prodotto alcuna lesione alla reputazione ed all’ immagine del ricorrente Anzà Salvatore.
Egli ha esercitato il diritto di critica riconosciuto dall’ ordinamento giuridico e pertanto non deve alcun risarcimento per l’ obbligazione extracontrattuale da illecito civile come chiede il ricorrente le cui domande vanno per ciò rigettate mentre lo stesso Anzà va condannato al rimborso delle spese giudiziali a favore del Ciampolillo.
La condotta di questi non integra il delitto di diffamazione (art. 595 cod. pen.), sol perché i suoi scritti contengono dubbi e perplessità sulla correttezza professionale del dr. Anzà. Sovviene in ogni caso la generale causa di giustificazione di cui all'art. 51 cod. pen., sub specie di esercizio del diritto di critica, preordinato ad ottenere il controllo di eventuali violazioni delle regole deontologiche. [Cass. pen., Sez. V, 05/07/2010, n. 33994]-
L'esimente, che nell’ elaborazione costante di dottrina e giurisprudenza, si realizza relativamente all'esercizio di un diritto (ovvero all'adempimento di un dovere), quando il diritto di cronaca o quello di critica sia conforme ai seguenti limiti:
- verità del fatto narrato;
- pertinenza (intesa quale obbiettivo interesse del fatto per la pubblica opinione)
- e continenza, ovvero correttezza del suo riferimento.
Anche se l'esercizio del diritto di critica trova un limite preciso nell'inammissibilità degli attacchi puramente personali, intesi esclusivamente a colpire la sfera privata dell'offeso e che possono sfociare, quindi, nell'ingiuria, la contumelia e la lesione della reputazione, dal concetto di critica esula, comunque, il requisito dell'obbiettività e della serenità (confacenti invece al diritto di cronaca, come meglio innanzi) in quanto attività essenzialmente valutativa, frutto, quindi, di una lettura personale degli eventi e molto spesso indirizzata a manifestare, con passione e coinvolgimento, un dissenso. Nell'esercizio del diritto di critica, pertanto, è logicamente ammissibile un'intrinseca valenza aggressiva nei confronti del destinatario che dia luogo anche ad una compressione del diritto alla reputazione dello stesso.
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/01/audizione-assessore-lo-bello-dr-capilli.html
Regione Lazio: il rapporto sulle mafieRegioneLazio
Leggi il rapporto sulle mafie nel Lazio realizzato dall'Osservatorio sulla Legalità con l'associazione 'Libera' di don Luigi Ciotti
www.regione.lazio.it
Cannova gianfranco tangenti e rifiuti la regione nel processo grande assente ...Pino Ciampolillo
IN DIRITTO
Il convenuto Giuseppe Ciampolillo con gli scritti (blog) a lui riferibili non ha prodotto alcuna lesione alla reputazione ed all’ immagine del ricorrente Anzà Salvatore.
Egli ha esercitato il diritto di critica riconosciuto dall’ ordinamento giuridico e pertanto non deve alcun risarcimento per l’ obbligazione extracontrattuale da illecito civile come chiede il ricorrente le cui domande vanno per ciò rigettate mentre lo stesso Anzà va condannato al rimborso delle spese giudiziali a favore del Ciampolillo.
La condotta di questi non integra il delitto di diffamazione (art. 595 cod. pen.), sol perché i suoi scritti contengono dubbi e perplessità sulla correttezza professionale del dr. Anzà. Sovviene in ogni caso la generale causa di giustificazione di cui all'art. 51 cod. pen., sub specie di esercizio del diritto di critica, preordinato ad ottenere il controllo di eventuali violazioni delle regole deontologiche. [Cass. pen., Sez. V, 05/07/2010, n. 33994]-
L'esimente, che nell’ elaborazione costante di dottrina e giurisprudenza, si realizza relativamente all'esercizio di un diritto (ovvero all'adempimento di un dovere), quando il diritto di cronaca o quello di critica sia conforme ai seguenti limiti:
- verità del fatto narrato;
- pertinenza (intesa quale obbiettivo interesse del fatto per la pubblica opinione)
- e continenza, ovvero correttezza del suo riferimento.
Anche se l'esercizio del diritto di critica trova un limite preciso nell'inammissibilità degli attacchi puramente personali, intesi esclusivamente a colpire la sfera privata dell'offeso e che possono sfociare, quindi, nell'ingiuria, la contumelia e la lesione della reputazione, dal concetto di critica esula, comunque, il requisito dell'obbiettività e della serenità (confacenti invece al diritto di cronaca, come meglio innanzi) in quanto attività essenzialmente valutativa, frutto, quindi, di una lettura personale degli eventi e molto spesso indirizzata a manifestare, con passione e coinvolgimento, un dissenso. Nell'esercizio del diritto di critica, pertanto, è logicamente ammissibile un'intrinseca valenza aggressiva nei confronti del destinatario che dia luogo anche ad una compressione del diritto alla reputazione dello stesso.
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/01/audizione-assessore-lo-bello-dr-capilli.html
Cannova gianfranco tangenti e rifiuti la regione nel processo grande assente (7)Pino Ciampolillo
IN DIRITTO
Il convenuto Giuseppe Ciampolillo con gli scritti (blog) a lui riferibili non ha prodotto alcuna lesione alla reputazione ed all’ immagine del ricorrente Anzà Salvatore.
Egli ha esercitato il diritto di critica riconosciuto dall’ ordinamento giuridico e pertanto non deve alcun risarcimento per l’ obbligazione extracontrattuale da illecito civile come chiede il ricorrente le cui domande vanno per ciò rigettate mentre lo stesso Anzà va condannato al rimborso delle spese giudiziali a favore del Ciampolillo.
La condotta di questi non integra il delitto di diffamazione (art. 595 cod. pen.), sol perché i suoi scritti contengono dubbi e perplessità sulla correttezza professionale del dr. Anzà. Sovviene in ogni caso la generale causa di giustificazione di cui all'art. 51 cod. pen., sub specie di esercizio del diritto di critica, preordinato ad ottenere il controllo di eventuali violazioni delle regole deontologiche. [Cass. pen., Sez. V, 05/07/2010, n. 33994]-
L'esimente, che nell’ elaborazione costante di dottrina e giurisprudenza, si realizza relativamente all'esercizio di un diritto (ovvero all'adempimento di un dovere), quando il diritto di cronaca o quello di critica sia conforme ai seguenti limiti:
- verità del fatto narrato;
- pertinenza (intesa quale obbiettivo interesse del fatto per la pubblica opinione)
- e continenza, ovvero correttezza del suo riferimento.
Anche se l'esercizio del diritto di critica trova un limite preciso nell'inammissibilità degli attacchi puramente personali, intesi esclusivamente a colpire la sfera privata dell'offeso e che possono sfociare, quindi, nell'ingiuria, la contumelia e la lesione della reputazione, dal concetto di critica esula, comunque, il requisito dell'obbiettività e della serenità (confacenti invece al diritto di cronaca, come meglio innanzi) in quanto attività essenzialmente valutativa, frutto, quindi, di una lettura personale degli eventi e molto spesso indirizzata a manifestare, con passione e coinvolgimento, un dissenso. Nell'esercizio del diritto di critica, pertanto, è logicamente ammissibile un'intrinseca valenza aggressiva nei confronti del destinatario che dia luogo anche ad una compressione del diritto alla reputazione dello stesso.
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/01/audizione-assessore-lo-bello-dr-capilli.html
Cannova gianfranco tangenti e rifiuti la regione nel processo grande assente ...Pino Ciampolillo
IN DIRITTO
Il convenuto Giuseppe Ciampolillo con gli scritti (blog) a lui riferibili non ha prodotto alcuna lesione alla reputazione ed all’ immagine del ricorrente Anzà Salvatore.
Egli ha esercitato il diritto di critica riconosciuto dall’ ordinamento giuridico e pertanto non deve alcun risarcimento per l’ obbligazione extracontrattuale da illecito civile come chiede il ricorrente le cui domande vanno per ciò rigettate mentre lo stesso Anzà va condannato al rimborso delle spese giudiziali a favore del Ciampolillo.
La condotta di questi non integra il delitto di diffamazione (art. 595 cod. pen.), sol perché i suoi scritti contengono dubbi e perplessità sulla correttezza professionale del dr. Anzà. Sovviene in ogni caso la generale causa di giustificazione di cui all'art. 51 cod. pen., sub specie di esercizio del diritto di critica, preordinato ad ottenere il controllo di eventuali violazioni delle regole deontologiche. [Cass. pen., Sez. V, 05/07/2010, n. 33994]-
L'esimente, che nell’ elaborazione costante di dottrina e giurisprudenza, si realizza relativamente all'esercizio di un diritto (ovvero all'adempimento di un dovere), quando il diritto di cronaca o quello di critica sia conforme ai seguenti limiti:
- verità del fatto narrato;
- pertinenza (intesa quale obbiettivo interesse del fatto per la pubblica opinione)
- e continenza, ovvero correttezza del suo riferimento.
Anche se l'esercizio del diritto di critica trova un limite preciso nell'inammissibilità degli attacchi puramente personali, intesi esclusivamente a colpire la sfera privata dell'offeso e che possono sfociare, quindi, nell'ingiuria, la contumelia e la lesione della reputazione, dal concetto di critica esula, comunque, il requisito dell'obbiettività e della serenità (confacenti invece al diritto di cronaca, come meglio innanzi) in quanto attività essenzialmente valutativa, frutto, quindi, di una lettura personale degli eventi e molto spesso indirizzata a manifestare, con passione e coinvolgimento, un dissenso. Nell'esercizio del diritto di critica, pertanto, è logicamente ammissibile un'intrinseca valenza aggressiva nei confronti del destinatario che dia luogo anche ad una compressione del diritto alla reputazione dello stesso.
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/01/audizione-assessore-lo-bello-dr-capilli.html
Here is a ppt that talks about the pros and cons of solar power plants and wind power plants and the reason why there are more wind turbines introduced in many countries compared to solar panels.
Funerali e matrimoni sono da sempre, per la malavita, un’occasione per costituire alleanze o per esternare il proprio potere. Bare di bronzo o placcate in oro, carrozze borboniche trainate da cavalli, sfarzose corone di fuori e bande musicali. Per l’ultimo saluto ai boss della criminalità organizzata non si bada a spese. E per i matrimoni, tanti scelgono per testimone un amico politico.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 5, anno 2015)
La morte del Padrino Vito Rizzuto segna la fine di un'era nell'organizzazione criminale canadese di stampo mafiosa. Quali sono i nuovi scenari e cosa succederà? All'interno le interviste al giornalista Adrian Humphreys del The National Post e allo scrittore Antonio Nicaso.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 1, anno 2014)
L’operazione Caronte della Dda di Catania ha riportato al centro dell’attenzione uno dei cognomi più importanti di Cosa nostra catanese: Ercolano. Dal padre Pippo ai figli Enzo, ritenuto il nuovo capo dell’organizzazione, e Aldo, uno degli esecutori dell’omicidio dell’intellettuale Pippo Fava. Una storia di vecchi e nuovi assetti mafiosi.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 5, anno 2014)
Cannova gianfranco ascesa e declino dellantimafia degli affari che non si pos...Pino Ciampolillo
IN DIRITTO
Il convenuto Giuseppe Ciampolillo con gli scritti (blog) a lui riferibili non ha prodotto alcuna lesione alla reputazione ed all’ immagine del ricorrente Anzà Salvatore.
Egli ha esercitato il diritto di critica riconosciuto dall’ ordinamento giuridico e pertanto non deve alcun risarcimento per l’ obbligazione extracontrattuale da illecito civile come chiede il ricorrente le cui domande vanno per ciò rigettate mentre lo stesso Anzà va condannato al rimborso delle spese giudiziali a favore del Ciampolillo.
La condotta di questi non integra il delitto di diffamazione (art. 595 cod. pen.), sol perché i suoi scritti contengono dubbi e perplessità sulla correttezza professionale del dr. Anzà. Sovviene in ogni caso la generale causa di giustificazione di cui all'art. 51 cod. pen., sub specie di esercizio del diritto di critica, preordinato ad ottenere il controllo di eventuali violazioni delle regole deontologiche. [Cass. pen., Sez. V, 05/07/2010, n. 33994]-
L'esimente, che nell’ elaborazione costante di dottrina e giurisprudenza, si realizza relativamente all'esercizio di un diritto (ovvero all'adempimento di un dovere), quando il diritto di cronaca o quello di critica sia conforme ai seguenti limiti:
- verità del fatto narrato;
- pertinenza (intesa quale obbiettivo interesse del fatto per la pubblica opinione)
- e continenza, ovvero correttezza del suo riferimento.
Anche se l'esercizio del diritto di critica trova un limite preciso nell'inammissibilità degli attacchi puramente personali, intesi esclusivamente a colpire la sfera privata dell'offeso e che possono sfociare, quindi, nell'ingiuria, la contumelia e la lesione della reputazione, dal concetto di critica esula, comunque, il requisito dell'obbiettività e della serenità (confacenti invece al diritto di cronaca, come meglio innanzi) in quanto attività essenzialmente valutativa, frutto, quindi, di una lettura personale degli eventi e molto spesso indirizzata a manifestare, con passione e coinvolgimento, un dissenso. Nell'esercizio del diritto di critica, pertanto, è logicamente ammissibile un'intrinseca valenza aggressiva nei confronti del destinatario che dia luogo anche ad una compressione del diritto alla reputazione dello stesso.
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/01/audizione-assessore-lo-bello-dr-capilli.html
Cannova gianfranco ascesa e declino dellantimafia degli affari che non si pos...Pino Ciampolillo
IN DIRITTO
Il convenuto Giuseppe Ciampolillo con gli scritti (blog) a lui riferibili non ha prodotto alcuna lesione alla reputazione ed all’ immagine del ricorrente Anzà Salvatore.
Egli ha esercitato il diritto di critica riconosciuto dall’ ordinamento giuridico e pertanto non deve alcun risarcimento per l’ obbligazione extracontrattuale da illecito civile come chiede il ricorrente le cui domande vanno per ciò rigettate mentre lo stesso Anzà va condannato al rimborso delle spese giudiziali a favore del Ciampolillo.
La condotta di questi non integra il delitto di diffamazione (art. 595 cod. pen.), sol perché i suoi scritti contengono dubbi e perplessità sulla correttezza professionale del dr. Anzà. Sovviene in ogni caso la generale causa di giustificazione di cui all'art. 51 cod. pen., sub specie di esercizio del diritto di critica, preordinato ad ottenere il controllo di eventuali violazioni delle regole deontologiche. [Cass. pen., Sez. V, 05/07/2010, n. 33994]-
L'esimente, che nell’ elaborazione costante di dottrina e giurisprudenza, si realizza relativamente all'esercizio di un diritto (ovvero all'adempimento di un dovere), quando il diritto di cronaca o quello di critica sia conforme ai seguenti limiti:
- verità del fatto narrato;
- pertinenza (intesa quale obbiettivo interesse del fatto per la pubblica opinione)
- e continenza, ovvero correttezza del suo riferimento.
Anche se l'esercizio del diritto di critica trova un limite preciso nell'inammissibilità degli attacchi puramente personali, intesi esclusivamente a colpire la sfera privata dell'offeso e che possono sfociare, quindi, nell'ingiuria, la contumelia e la lesione della reputazione, dal concetto di critica esula, comunque, il requisito dell'obbiettività e della serenità (confacenti invece al diritto di cronaca, come meglio innanzi) in quanto attività essenzialmente valutativa, frutto, quindi, di una lettura personale degli eventi e molto spesso indirizzata a manifestare, con passione e coinvolgimento, un dissenso. Nell'esercizio del diritto di critica, pertanto, è logicamente ammissibile un'intrinseca valenza aggressiva nei confronti del destinatario che dia luogo anche ad una compressione del diritto alla reputazione dello stesso.
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/01/audizione-assessore-lo-bello-dr-capilli.html
Cannova gianfranco ascesa e declino dellantimafia degli affari che non si pos...Pino Ciampolillo
IN DIRITTO
Il convenuto Giuseppe Ciampolillo con gli scritti (blog) a lui riferibili non ha prodotto alcuna lesione alla reputazione ed all’ immagine del ricorrente Anzà Salvatore.
Egli ha esercitato il diritto di critica riconosciuto dall’ ordinamento giuridico e pertanto non deve alcun risarcimento per l’ obbligazione extracontrattuale da illecito civile come chiede il ricorrente le cui domande vanno per ciò rigettate mentre lo stesso Anzà va condannato al rimborso delle spese giudiziali a favore del Ciampolillo.
La condotta di questi non integra il delitto di diffamazione (art. 595 cod. pen.), sol perché i suoi scritti contengono dubbi e perplessità sulla correttezza professionale del dr. Anzà. Sovviene in ogni caso la generale causa di giustificazione di cui all'art. 51 cod. pen., sub specie di esercizio del diritto di critica, preordinato ad ottenere il controllo di eventuali violazioni delle regole deontologiche. [Cass. pen., Sez. V, 05/07/2010, n. 33994]-
L'esimente, che nell’ elaborazione costante di dottrina e giurisprudenza, si realizza relativamente all'esercizio di un diritto (ovvero all'adempimento di un dovere), quando il diritto di cronaca o quello di critica sia conforme ai seguenti limiti:
- verità del fatto narrato;
- pertinenza (intesa quale obbiettivo interesse del fatto per la pubblica opinione)
- e continenza, ovvero correttezza del suo riferimento.
Anche se l'esercizio del diritto di critica trova un limite preciso nell'inammissibilità degli attacchi puramente personali, intesi esclusivamente a colpire la sfera privata dell'offeso e che possono sfociare, quindi, nell'ingiuria, la contumelia e la lesione della reputazione, dal concetto di critica esula, comunque, il requisito dell'obbiettività e della serenità (confacenti invece al diritto di cronaca, come meglio innanzi) in quanto attività essenzialmente valutativa, frutto, quindi, di una lettura personale degli eventi e molto spesso indirizzata a manifestare, con passione e coinvolgimento, un dissenso. Nell'esercizio del diritto di critica, pertanto, è logicamente ammissibile un'intrinseca valenza aggressiva nei confronti del destinatario che dia luogo anche ad una compressione del diritto alla reputazione dello stesso.
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/01/audizione-assessore-lo-bello-dr-capilli.html
Regione Lazio: il rapporto sulle mafieRegioneLazio
Leggi il rapporto sulle mafie nel Lazio realizzato dall'Osservatorio sulla Legalità con l'associazione 'Libera' di don Luigi Ciotti
www.regione.lazio.it
Cannova gianfranco tangenti e rifiuti la regione nel processo grande assente ...Pino Ciampolillo
IN DIRITTO
Il convenuto Giuseppe Ciampolillo con gli scritti (blog) a lui riferibili non ha prodotto alcuna lesione alla reputazione ed all’ immagine del ricorrente Anzà Salvatore.
Egli ha esercitato il diritto di critica riconosciuto dall’ ordinamento giuridico e pertanto non deve alcun risarcimento per l’ obbligazione extracontrattuale da illecito civile come chiede il ricorrente le cui domande vanno per ciò rigettate mentre lo stesso Anzà va condannato al rimborso delle spese giudiziali a favore del Ciampolillo.
La condotta di questi non integra il delitto di diffamazione (art. 595 cod. pen.), sol perché i suoi scritti contengono dubbi e perplessità sulla correttezza professionale del dr. Anzà. Sovviene in ogni caso la generale causa di giustificazione di cui all'art. 51 cod. pen., sub specie di esercizio del diritto di critica, preordinato ad ottenere il controllo di eventuali violazioni delle regole deontologiche. [Cass. pen., Sez. V, 05/07/2010, n. 33994]-
L'esimente, che nell’ elaborazione costante di dottrina e giurisprudenza, si realizza relativamente all'esercizio di un diritto (ovvero all'adempimento di un dovere), quando il diritto di cronaca o quello di critica sia conforme ai seguenti limiti:
- verità del fatto narrato;
- pertinenza (intesa quale obbiettivo interesse del fatto per la pubblica opinione)
- e continenza, ovvero correttezza del suo riferimento.
Anche se l'esercizio del diritto di critica trova un limite preciso nell'inammissibilità degli attacchi puramente personali, intesi esclusivamente a colpire la sfera privata dell'offeso e che possono sfociare, quindi, nell'ingiuria, la contumelia e la lesione della reputazione, dal concetto di critica esula, comunque, il requisito dell'obbiettività e della serenità (confacenti invece al diritto di cronaca, come meglio innanzi) in quanto attività essenzialmente valutativa, frutto, quindi, di una lettura personale degli eventi e molto spesso indirizzata a manifestare, con passione e coinvolgimento, un dissenso. Nell'esercizio del diritto di critica, pertanto, è logicamente ammissibile un'intrinseca valenza aggressiva nei confronti del destinatario che dia luogo anche ad una compressione del diritto alla reputazione dello stesso.
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/01/audizione-assessore-lo-bello-dr-capilli.html
Cannova gianfranco tangenti e rifiuti la regione nel processo grande assente (7)Pino Ciampolillo
IN DIRITTO
Il convenuto Giuseppe Ciampolillo con gli scritti (blog) a lui riferibili non ha prodotto alcuna lesione alla reputazione ed all’ immagine del ricorrente Anzà Salvatore.
Egli ha esercitato il diritto di critica riconosciuto dall’ ordinamento giuridico e pertanto non deve alcun risarcimento per l’ obbligazione extracontrattuale da illecito civile come chiede il ricorrente le cui domande vanno per ciò rigettate mentre lo stesso Anzà va condannato al rimborso delle spese giudiziali a favore del Ciampolillo.
La condotta di questi non integra il delitto di diffamazione (art. 595 cod. pen.), sol perché i suoi scritti contengono dubbi e perplessità sulla correttezza professionale del dr. Anzà. Sovviene in ogni caso la generale causa di giustificazione di cui all'art. 51 cod. pen., sub specie di esercizio del diritto di critica, preordinato ad ottenere il controllo di eventuali violazioni delle regole deontologiche. [Cass. pen., Sez. V, 05/07/2010, n. 33994]-
L'esimente, che nell’ elaborazione costante di dottrina e giurisprudenza, si realizza relativamente all'esercizio di un diritto (ovvero all'adempimento di un dovere), quando il diritto di cronaca o quello di critica sia conforme ai seguenti limiti:
- verità del fatto narrato;
- pertinenza (intesa quale obbiettivo interesse del fatto per la pubblica opinione)
- e continenza, ovvero correttezza del suo riferimento.
Anche se l'esercizio del diritto di critica trova un limite preciso nell'inammissibilità degli attacchi puramente personali, intesi esclusivamente a colpire la sfera privata dell'offeso e che possono sfociare, quindi, nell'ingiuria, la contumelia e la lesione della reputazione, dal concetto di critica esula, comunque, il requisito dell'obbiettività e della serenità (confacenti invece al diritto di cronaca, come meglio innanzi) in quanto attività essenzialmente valutativa, frutto, quindi, di una lettura personale degli eventi e molto spesso indirizzata a manifestare, con passione e coinvolgimento, un dissenso. Nell'esercizio del diritto di critica, pertanto, è logicamente ammissibile un'intrinseca valenza aggressiva nei confronti del destinatario che dia luogo anche ad una compressione del diritto alla reputazione dello stesso.
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/01/audizione-assessore-lo-bello-dr-capilli.html
Cannova gianfranco tangenti e rifiuti la regione nel processo grande assente ...Pino Ciampolillo
IN DIRITTO
Il convenuto Giuseppe Ciampolillo con gli scritti (blog) a lui riferibili non ha prodotto alcuna lesione alla reputazione ed all’ immagine del ricorrente Anzà Salvatore.
Egli ha esercitato il diritto di critica riconosciuto dall’ ordinamento giuridico e pertanto non deve alcun risarcimento per l’ obbligazione extracontrattuale da illecito civile come chiede il ricorrente le cui domande vanno per ciò rigettate mentre lo stesso Anzà va condannato al rimborso delle spese giudiziali a favore del Ciampolillo.
La condotta di questi non integra il delitto di diffamazione (art. 595 cod. pen.), sol perché i suoi scritti contengono dubbi e perplessità sulla correttezza professionale del dr. Anzà. Sovviene in ogni caso la generale causa di giustificazione di cui all'art. 51 cod. pen., sub specie di esercizio del diritto di critica, preordinato ad ottenere il controllo di eventuali violazioni delle regole deontologiche. [Cass. pen., Sez. V, 05/07/2010, n. 33994]-
L'esimente, che nell’ elaborazione costante di dottrina e giurisprudenza, si realizza relativamente all'esercizio di un diritto (ovvero all'adempimento di un dovere), quando il diritto di cronaca o quello di critica sia conforme ai seguenti limiti:
- verità del fatto narrato;
- pertinenza (intesa quale obbiettivo interesse del fatto per la pubblica opinione)
- e continenza, ovvero correttezza del suo riferimento.
Anche se l'esercizio del diritto di critica trova un limite preciso nell'inammissibilità degli attacchi puramente personali, intesi esclusivamente a colpire la sfera privata dell'offeso e che possono sfociare, quindi, nell'ingiuria, la contumelia e la lesione della reputazione, dal concetto di critica esula, comunque, il requisito dell'obbiettività e della serenità (confacenti invece al diritto di cronaca, come meglio innanzi) in quanto attività essenzialmente valutativa, frutto, quindi, di una lettura personale degli eventi e molto spesso indirizzata a manifestare, con passione e coinvolgimento, un dissenso. Nell'esercizio del diritto di critica, pertanto, è logicamente ammissibile un'intrinseca valenza aggressiva nei confronti del destinatario che dia luogo anche ad una compressione del diritto alla reputazione dello stesso.
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/01/audizione-assessore-lo-bello-dr-capilli.html
Diffusione territoriale ed evoluzionedel fenomeno usuraio.
Autori: Lino Busà, Bianca La Rocca
Anno: 2009/ 2010
Realizzazione a cura della redazione di Altreconomia (www.altreconomia.it)
Relazione di minoranza dei deputati La Torre, Benedetti, Malagugini e dei senatori Adamoli, Chiaromonte, Lugnano, Maffioletti nonché del deputato Terranova, approvata il 4 febbraio 1976.
R. Villano - Intervento del Presidente Villano alla Tavola Rotonda del Rotary...Raimondo Villano
abs: Raimondo Villano, “Il Rotary per l’uomo” (patrocinio Rotary Club Pompei Oplonti Vesuvio Est, Edizione Eidos,
pag. 320; Castellammare di Stabia, ottobre 2001).
L'inchiesta giornalista, pubblicata sul mensile "S" n. 96 (2016), sulla vera identità del detenuto eritreo al carcere 'Pagliarelli' di Palermo, considerato il 'generale' del traffico di migranti Medhanie Yehdego Mered e sulla sua rete tra Sudan, Libia e Italia.
Vincitori del premio nazionale "Maurizio Rampino" categoria inedito con la video-inchiesta "Catania è impresa Nostra". Cerimonia realizzata a Trepuzzi (Lecce) alla presenza di Riccardo Iacona, premio alla carriera. (Gazzetta del Mezzogiorno, 5 maggio 2013)
Serradifalco, miniere e tumori la macabra conta dei mortiSaul Caia
Nell'articolo pubblicato il primo maggio sul quotidiano La Sicilia, scritto dal giornalista Mario Barresi, si torna a parlare di miniere e tumori e dell'inchiesta video realizzata per RaiNews.
In seguito all'inchiesta "Miniere di Stato", Confindustria Sicilia ha organizzato a Serradifalco (Caltanissetta) un convegno sulla dismissione delle miniere nell'isola, l'inquinamento ambientale e l'ecomafia. (Articolo pubblicato su La Sicilia, pagina Caltanissetta, domenica 14 aprile 2013).
1. Isignori
dei trasporti
Da nord a sud la criminalità organizzata tiene sotto scacco
il trasporto su gomma e la filiera agroalimentare.
A rischio le imprese e gli organi di rappresentanza.
Perché a dettare condizioni e regole sono sempre di più
le aziende mafiose, alterando irreparabilmente l’intero settore
di Saul Caia e Rosario Sardella
5 | maggio 2013 | narcomafie
Infiltrazioni mafiose
nell’agroindustria
2. Giuseppe Ercolano
era il “re degli
ortofrutticoli”.
Lo “zio Pippo”,
condannato per
reati di mafia,
era entrato nella
famiglia catanese
insieme al fratello
Sebastiano,
segnalati
personalmente da
Nitto Santapaola
Se non sei dentro un cartello,
non è facile trasportare merci e
svolgere servizi di logistica. È
stato così a Fondi, in provincia
di Latina. Chi non faceva parte
di determinati consorzi o non
si affidava alle ditte compia-
centi non entrava nelle attivi-
tà del mercato ortofrutticolo,
tenuto in piedi da un accordo
tra mafia catanese, camorra e
’ndrangheta. È un settore ad
altissimo rischio quello dei
trasporti. Infiltrarsi nei servizi
è congeniale per le mafie. Lo
avevano già intuito i padrini
di Cosa nostra, come Calogero
Vizzini e Genco Russo, che
detenevano il monopolio del
commercio dello zolfo e delle
miniere siciliane. Anche in
Campania il clan camorrista
degli Schiavone di Casal di
Principe aveva messo le mani
sulla “Frigo Connection”.
Fiumi di capitali illeciti da
investire. L’Eldorado dell’orto-
frutta, continua ad essere uno
dei business al quale Cosa no-
stra non vuole rinunciare. Nella
recente inchiesta diretta dalla
procura di Catania, denominata
“Iblis”, è stata fatta luce sulla
rete d’interessi economici in
cui la mafia etnea era riuscita
a mettere le mani. Dal traspor-
to su gomma degli agrumi, al
movimento terra, passando per
la realizzazione di centri com-
merciali. Uomini d’onore che
dettano le condizioni per lavo-
rare nel territorio e chi si tira
indietro,oppurerifiutal’offerta,
riceve forti pressioni. È stato
così per la “Zuccarello srl”,
operativa a Palagonia, in pro-
vincia di Catania, specializzata
nella produzione e commercio
di agrumi. La società, nel cor-
so del tempo, ha lentamente
consolidato la sua posizione
nel mercato della grande distri-
buzione, riuscendo a vendere
i propri prodotti nelle catene
Despar e Conad.
Quanti vantaggi ottiene chi è
inserito in questo sistema? Lo
abbiamo chiesto a Giovanni
Salvi, procuratore della Repub-
blica di Catania: «Oggi a rischio
non sono solo le imprese, ma
anche il sistema di rappresen-
tanza. Nei trasporti l’obbligo di
rivolgersi a un’impresa piutto-
sto che a un’altra determina la
posizione dominante e di fatto
si altera il corretto svolgimento
del mercato. Questo grazie alla
disponibilità di capitali illeciti
di cui l’organizzazione crimi-
nale dispone».
Monopolio dei trasporti. Per
tutti Giuseppe Ercolano era il
“re degli ortofrutticoli”. Lo “zio
Catania è stata per molti anni con-
sideratala“MilanodelSud”,grazie
soprattutto al grande sviluppo
economico che attrae capitali ita-
liani ed esteri. In questo panorama,
come s’infiltra Cosa nostra?
Indubbiamente il settore più vasto
è quello delle estorsioni delle atti-
vità imprenditoriali e commerciali.
Su questo purtroppo non c’è una
collaborazione molto forte da parte
dellevittime,quindi spesso noi sco-
priamo l’esistenza delle estorsioni,
per altre vie, come per esempio le
intercettazioni in corso per altri
reati. Sono perlopiù estorsioni mo-
deste, richieste in denaro o in altre
prestazioni. La cosa preoccupante
delladiffusionedelleestorsionièche
consentonouncontrollodelterritorio
e uno stato di soggezione dell’intera
attività imprenditoriale.
Perché un’azienda finisce per ri-
volgersi a Cosa nostra?
C’è una vera e propria attività im-
prenditorialesvoltadaprofessionisti
inseritiapienoorganiconell’organiz-
zazionemafiosa,chereinvestonogli
utilidelleattivitàilleciteosfruttano
la posizione dominante per violare
i principi della concorrenza. Sono
imprenditorichehannounvantaggio
in più che deriva sia dal disporre di
capitali di provenienza non lecita,
quindi non costosi, sia dal fatto di
alterare i rapporti concorrenziali
con le altre imprese. Pensate, per
esempio, nei trasporti l’obbligo di
rivolgersi ad un’impresa piuttosto
che un’altra o le attività del mercato
ortofrutticolo o del pesce.
Emerge quindi una commistione
tra imprenditoria e mafia.
Certo. Esiste una compenetrazione
tra interessi malavitosi e interessi
economici, nei quali non è neces-
sario fare ricorso direttamente alla
violenza. Questo è un punto molto
importante, perché si può scam-
biare l’assenza di episodi violenti,
come assenza della presenza della
criminalità organizzata. Ma quan-
do l’organizzazione ha un forte
controllo del territorio, non ha
necessità di esercitare direttamente
atti di violenza e non ha nemmeno
necessità d’imporsi, perché come
anticipavo prima, a volte l’impren-
ditore ha un legame magari storico,
consolidatosi nel tempo, da cui trae
dei vantaggi.
Molte delle aziende confiscate ven-
gono reinserite nel mercato legale
solo dopo molti anni. Questa situa-
zione può aumentare lo stereotipo
che “la mafia porta lavoro, mentre
la giustizia lo toglie”.
«Noi dobbiamo far vivere il mes-
saggio che la legalità crea ricchez-
za, perché restituisce un mercato
legale, un mercato concorrenziale,
un mercato che attira investimenti
dall’esterno, che altrimenti non
arriverebbero. Questo messaggio
deve essere accompagnato dalla
capacità di gestire bene le imprese
che confischiamo.
Mafia spa Colloquio con Giovanni Salvi,
procuratore della Repubblica di Catania
di Saul Caia e Rosario Sardella con la collaborazione di Dario De Luca
6 | maggio 2013 | narcomafie
3. La presenza
degli Ercolano
all’interno
del mondo degli
autotrasporti aveva
fatto ampiamente
discutere in Sicilia,
provocando
un forte scontro
tra Pietro Agen,
ex presidente
di Confcommercio
Catania,
e Ivan Lo Bello,
ex presidente
di Confindustria
Sicilia
Pippo”, condannato per diversi
reati di mafia, era entrato nella
famiglia mafiosa catanese in-
sieme al fratello Sebastiano,
segnalati personalmente da
Nitto Santapaola, in quanto
appartenenti ai “Cavadduzzi” e
imparentaticonl’uomod’onore
Francesco Ferrara. La famiglia
Ercolano ha sempre avuto una
forte vocazione imprendito-
riale. Lo “zio Pippo” è stato
per molti anni titolare della
Avimec srl, leader in Sicilia
nel trasporto su gomma, e sulla
quale viaggiava nascosto Nitto
Santapaola, capo della cupola
mafiosacatanese,chedurantela
sua latitanza si spostava libera-
menteinSiciliaperraggiungere
località segrete.
Il figlio maggiore Aldo posse-
deva la SuperEsse, una catena
di supermercati intestata a un
prestanome. Anche il rampol-
lo degli Ercolano era uomo
d’onore, sposato con la figlia
di Francesco Mangion, braccio
destro di Santapaola, nonché
reggente della famiglia durante
la detenzione carceraria dello
zio. È stato condannato all’er-
gastolo dalla Corte di Cassazio-
ne per essere stato l’esecutore
dell’omicidio – voluto proprio
dallo zio Nitto – di Giuseppe
Fava, giornalista palazzolese
e direttore del mensile «I Si-
ciliani».
Il secondogenito Vincenzo, per
ben tre volte arrestato ed altret-
tante assolto, opera nel campo
della logistica. La sua Geotrans
srl ha sede nella zona industria-
le della città etnea e dispone di
numerosi tir. È stato nominato
presidente provinciale della
Fai Catania, l’associazione di
autotrasportatori italiani, che
solo nel territorio etneo conta
circa 1.500 addetti, mentre la
scorsa estate è entrato a far
parte del Consorzio Ruote sul
Mare, un service che gestisce
gli ecobonus europei per auto-
trasportatori che usano le navi
durante gli spostamenti.
Il 23 febbraio del 2013 Vin-
cenzo Ercolano scrive di suo
pugno una lettera al «Corriere
dei Trasporti», pubblicata nel
numero di marzo e indiriz-
zata al direttore del mensile,
chiedendo la rettifica di due
editoriali. In uno di questi, oltre
a fare l’excursus delle vicende
giudiziarie dell’imprenditore,
si ipotizzava la strategia di Er-
colano, di inserirsi con la sua
Geotrans nel sistema associa-
tivo della Cna-Fita catanese in
accordo con i vertici nazionali.
La presenza di Ercolano nel
consorzio non era stata gradita
dal presidente nazionale di
Cna-Fita Cinzia Franchini che
l’avevaritenuta«unaleggerezza
imperdonabile». Attualmen-
te il consorzio è stato chiuso
e messo in liquidazione. Lo
stesso Enrico Bini, presidente
del consorzio Ruote sul Mare,
a «Narcomafie» racconta che
aver posto l’attenzione sugli
Ercolano e già in precedenza
«su Angelo Ercolano, cugino
di Vincenzo, sul quale avevo
letto un rapporto della Dia, che
metteva in guardia le associa-
zioni di categoria sull’entrata
di componenti della famiglia
Ercolano dentro i vertici di ca-
tegoria, vista la storia pregressa
della famiglia stessa».
La presenza di componenti de-
gli Ercolanoall’internodelmon-
dodegliautotrasportiavevafatto
ampiamentediscutereinSicilia,
provocando un forte scontro tra
Pietro Agen, ex presidente di
Confcommercio Catania, e Ivan
LoBello,expresidentediConfin-
dustrianell’isola.Alcentrodella
diatriba c’era Angelo Ercolano,
titolare della Sudtrasporti srl,
ancheluiincensurato,maappar-
tenenteaunafamigliamacchiata
da delitti e omicidi. Angelo è
uno dei tre figli di Giovanbat-
tista Ercolano, fratello del più
noto “zio Pippo”, arrestato per
mafia e poi scarcerato nel 1998
per «insufficienza di prove». La
società Sudtrasporti Srl, gestita
insieme ai fratelli Maria e Aldo,
fondata nel 1968 a Catania, è
leader nel settore dei traspor-
ti e della logistica integrata.
Dispone di circa mille mezzi,
ha la sede legale a Catania,
una direzione commerciale
a Nova Milanese, una filiale
commerciale a Torino e una
operativa a Rivalta Scrivia, in
provincia di Alessandria. Dalla
Spagna alla Grecia, passando
per l’Inghilterra e la Polonia,
fornisce collegamenti con i
principali porti di tutta Italia
ed Europa.
Al gruppo sono legate anche
la Way Ecology srl, con sede
legale a Nova Milanese ma ope-
Il Procuratore
Giovanni Salvi
7 | maggio 2013 | narcomafie
4. L’infiltrazionemafio-
sa al Nord è crescen-
te. Per comprendere
come la criminalità
organizzata riesca a
penetrarenelsettore
autotrasporti abbia-
mo intervistato En-
rico Bini, già presi-
dentediCnaeattuale
presidente della Ca-
mera di Commercio
di Reggio Emilia
Inseguitoallasuaesperienza,valu-
tandolarealtàisolana,comereputa
l’attuale situazione del mondo dei
trasporti in Sicilia? Crede che ci
sia una forte infiltrazione?
A fianco di Ruote sul Mare siamo
arrivati in Sicilia con FitaLog, un
consorzio a carattere nazionale che
gestiscediversiserviziperiltraspor-
to,abbiamotrovatoenormidifficoltà
per il nostro approccio trasparente,
i guadagni vengono distribuiti tra
i soci, e forse questo ha disturbato
qualcuno che in precedenza gestiva
diversamente i servizi. Abbiamo
cercato di far passare questo mes-
saggio di trasparenza, ma abbiamo
comunqueavutodifficoltàneltrova-
re le convenzioni con le compagnie
marittime; soprattutto non eravamo
ben visti, perché il nostro era un
consorzio che arrivava da Roma e
quindi era meglio per qualcuno che
restasse nella capitale. In Sicilia c’è
unarealtàimprenditorialemoltoim-
portante, ci sono molti trasportatori
che non hanno nulla a che vedere
conlamalavita,emeritanodeiservizi
diversi e più trasparenti.
Spesso viene posta attenzione
solo nei confronti del Sud, per
contrastare l’infiltrazione della
criminalità organizzata nei mer-
cati ortofrutticoli c’è il rischio di
sottovalutare la realtà del Nord,
che fuori dai riflettori subisce forti
pressioni dalle mafie?
Assolutamente, il problema è più
sottovalutato al Nord rispetto che
al Sud. In questo momento siamo
moltopiùindietroinquestabattaglia
nei confronti del Mezzogiorno, per
esempio nell’alta velocità Milano-
Bolognaabbiamodenunciatodiverse
anomalie. Penso che il Nord abbia
molto da imparare rispetto all’anti-
mafia praticata al Sud.
Movimentoterra,trasportoemercato
ortofrutticoli,solopercitarnealcuni,
sono in qualche modo aggrediti da
questefigure,chespessosifafaticaa
riconoscereesullequalipoisifanno
affari,perchénondimentichiamoche
moltiimprenditoridelNordfacevanoe
fannoaffariconquestisignori.Quindi
unasituazionecheforseèpiùperico-
losa al Nord, che non al Sud.
Quali sono gli strumenti per con-
trastare l’infiltrazione mafiosa? Si
è parlato di “black list” e “white
list”, uò bastare il solo “certificato
antimafia”obisognatrovarenuove
soluzioni?
Il certificato antimafia così com’è
non può bastare, perché chi si affi-
da solo alla certificazione non può
vederechecosarealmentec’èdietro.
Bisognerebbe poter leggere quando
ci sono interdittive, perché fintanto
che un soggetto non è condannato
fino al terzo grado non può essere
considerato mafioso, nel frattempo
sonopassativent’anniediventatutto
più difficile. Anche chi desidera
contrastare questi fenomeni, non
riesce ad avere un quadro completo
con la sola certificazione antimafia
vigenteoggi;quindibisognerebbevi-
rareversolewhitelistchehannoun
senso maggiore, perché permettono
uncontrolloincrociatosulpagamen-
to delle accise, sul versamento dei
contributi e sulla messa in regola
dei dipendenti.
Con quale meccanismo la crimina-
lità organizzata riesce a penetra-
re il mondo degli autotrasporti e
controllarlo?
Sicuramente il massimo ribasso.
Riescono a partecipare alle gare,
garantendo prezzi più bassi, propo-
nendoribassidel30-40eaddirittura
del 50%, ma bisogna sottolineare la
responsabilità della committenza
che non si documenta su come una
determinata ditta o azienda possa
garantire un ribasso così elevato.
A questo dobbiamo aggiungere che
questi imprenditori non mettono
in regola i propri dipendenti e non
realizzano fatture, commettendo
una serie di illegalità che permetto-
no di poter concorrere nel mercato
e controllarlo. Adesso con la crisi
economica è diventato molto più
pericoloso, si verificano incendi ai
mezzi o alle macchine quasi tutti i
giorni, si sono accentuati il racket e
l’usuraneiconfrontidiimprenditori
chesitrovanoaccerchiatiesottoscac-
co dalla criminalità organizzata.
Dall’antimafiadelSud,
abbiamodaimparare
di Saul Caia
e Rosario Sardella
8 | maggio 2013 | narcomafie
5. rativa a Catania, che si occupa
di trasporto e smaltimento di
rifiuti (pericolosi e non), e la
Way Logistics Sp di Varsavia,
finalizzata alla logistica inter-
nazionale.
L’emblema di una capacità
rigenerativa. Può la mafia ri-
prendersiciòcheleèstatotolto?
Può accadere. È questa l’insidia
maggiore oggi. Una metastasi
che affligge, più di tutti, l’eco-
nomia del Paese. Una vera e
propria attività imprenditoriale
svolta da professionisti inseriti
a pieno titolo nell’organizzazio-
ne mafiosa. Non solo si infiltra
per poi prendere il controllo di
ogni attività commerciale, ma
è capace di rigenerarsi anche
dopo i previsti provvedimenti
giudiziari. In Sicilia, se lo Sta-
to non vigila, è l’anti-Stato a
prevalere. La vicenda del Riela
GroupdiCataniaèemblematica
in questo senso. Noto gruppo
aziendale di autotrasporto di
proprietà di pregiudicati per
reati di mafia, Riela Lorenzo e
il figlio Francesco, è stato sotto-
posto a confisca nel 1995 e nel
1999 definitivamente acquisito
al patrimonio dello Stato. Fin
qui tutto tranquillo. Poi i primi
sospetti, le prime coincidenze
e i riflettori puntati. Nel 2007
l’operazione“Apate”coordinata
daltenentedelGicoPaoloBom-
baci(Nucleopoliziatributariadi
Catania) rivela come le imprese
sequestratecontinuavanoades-
sere gestite dalla famiglia Riela,
che in poco tempo era riuscita
ad attuare un articolato piano
di svuotamento delle aziende
confiscate a vantaggio di una
nuova impresa appositamente
costruita e sempre a loro ri-
conducibile. Un sistema fatto
di contratti, di commissioni,
di nolo di apparecchiature che
ha consentito tutto ciò con l’au-
silio di professionisti addentro
le materie fiscali e contabili. È
questo, spesso, il sistema dei
consorzi.
Il “sistema” dei consorzi.
Come se non bastasse, ad ogni
azione giudiziaria volta al con-
trasto del fenomeno mafioso
corrisponde una contromossa.
Nel 2005, a seguito della con-
ferma della Corte di Cassazione
della misura di prevenzione
personale e patrimoniale, veni-
va contestualmente costituito
il Consorzio Se.Tra. Service, la
cui sede operativa coincideva
con i locali della già sequestrata
Riela Group. Un artificio sofi-
sticato e strategico che creava
una commistione gestionale
tra i due soggetti giuridici. Due
anni più tardi, il Consorzio
Se.Tra. Service diventa partner
commerciale del Riela Group
svuotandolo di clienti, mezzi
e mano d’opera, fino a diven-
tare creditore, per oltre quattro
milioni di euro, nei confronti
dell’azienda confiscata.
L’attività di “recupero beni”
continua con l’acquisizione
diretta o indiretta di imprese
commerciali e industriali ge-
stite tramite prestanome agli
ordini del capo famiglia Riela
Francesco, che, nonostante
il regime di detenzione, riu-
sciva a coordinare l’attività
dei fratelli Rosario e Filippo,
ufficialmente “collaboratori a
contratto”, in realtà dominus
della “New Style Log Srl”,
società fiore all’occhiello della
famiglia e anch’essa sottoposta
a sequestro.
La rete continuava da una parte
all’altra della Sicilia, coinvol-
gendo le provincie di Palermo
e Siracusa. Gli ordini e le co-
municazioni di Francesco Riela
arrivavano nel capoluogo dove
tramite i Lo Piccolo il consor-
zio Se. Tra. Service desiderava
espandersi. A Lentini, il clan
Nardo vicino ai Santapaola,
utilizzava alcune ditte, come la
Agrifresh srl, specializzata nel
settore ortofrutticolo e la Genti-
le Domenico, ditta individuale
consolidata nei trasporti, per
partecipare al cartello agroa-
limentare.
La strada che conduce al con-
trasto della nuova mafia rigene-
rativa resta difficile e tortuosa.
«Su questo noi lavoriamo e col-
piamo duramente. Però – con-
clude il procuratore Giovanni
Salvi – la sintesi è che c’è una
parte di lavoro che dobbiamo
fare meglio per evitare che ci
si possa reimpossessare delle
ricchezze illecite».
Le imprese
sequestrate
continuavano
a essere gestite
dalla famiglia Riela,
che, in poco tempo,
era riuscita
ad attuare un
articolato piano di
svuotamento delle
aziende confiscate
a vantaggio di una
nuova impresa
appositamente
costruita
Il tenente del Gico Paolo Bombaci
9 | maggio 2013 | narcomafie