Appalti, corruzione, tangenti e intimidazioni. La Commissione d’inchiesta Charbonneau sta dimostrando la presenza di un cartello gestito da mafiosi, imprenditori e politici per il controllo degli appalti pubblici. Nelle scorse settimane è ricominciata l’escalation di omicidi, con il boss Vito Rizzuto pronto a riprendere le redini del potere.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 3, anno 2013)
NCSS 2016 - Chris Sands - Elections and Outcomes in the United States and CanadaK-12 STUDY CANADA
Presentation by Chris Sands, Senior Research Professor and Director of the Center for Canadian Studies at the Paul H. Nitze School of Advanced International Studies (SAIS), a graduate division of Johns Hopkins University
How to Become a Thought Leader in Your NicheLeslie Samuel
Are bloggers thought leaders? Here are some tips on how you can become one. Provide great value, put awesome content out there on a regular basis, and help others.
La guerra di mafia che negli anni '70 aveva sconvolto il Québec, torna a mietere nuove vittime. Una ricostruzione della storia mafiosa in Canada, dalla scalata del clan Rizzuto, alla vendetta dei Bonanno, fino alle nuove ombre della ’ndrangheta e della Siderno Group. In aggiunta, un'intervista al giornalista e scrittore Antonio Nicaso.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 10, anno 2012)
NCSS 2016 - Chris Sands - Elections and Outcomes in the United States and CanadaK-12 STUDY CANADA
Presentation by Chris Sands, Senior Research Professor and Director of the Center for Canadian Studies at the Paul H. Nitze School of Advanced International Studies (SAIS), a graduate division of Johns Hopkins University
How to Become a Thought Leader in Your NicheLeslie Samuel
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La guerra di mafia che negli anni '70 aveva sconvolto il Québec, torna a mietere nuove vittime. Una ricostruzione della storia mafiosa in Canada, dalla scalata del clan Rizzuto, alla vendetta dei Bonanno, fino alle nuove ombre della ’ndrangheta e della Siderno Group. In aggiunta, un'intervista al giornalista e scrittore Antonio Nicaso.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 10, anno 2012)
Cannova gianfranco ascesa e declino dellantimafia degli affari che non si pos...Pino Ciampolillo
IN DIRITTO
Il convenuto Giuseppe Ciampolillo con gli scritti (blog) a lui riferibili non ha prodotto alcuna lesione alla reputazione ed all’ immagine del ricorrente Anzà Salvatore.
Egli ha esercitato il diritto di critica riconosciuto dall’ ordinamento giuridico e pertanto non deve alcun risarcimento per l’ obbligazione extracontrattuale da illecito civile come chiede il ricorrente le cui domande vanno per ciò rigettate mentre lo stesso Anzà va condannato al rimborso delle spese giudiziali a favore del Ciampolillo.
La condotta di questi non integra il delitto di diffamazione (art. 595 cod. pen.), sol perché i suoi scritti contengono dubbi e perplessità sulla correttezza professionale del dr. Anzà. Sovviene in ogni caso la generale causa di giustificazione di cui all'art. 51 cod. pen., sub specie di esercizio del diritto di critica, preordinato ad ottenere il controllo di eventuali violazioni delle regole deontologiche. [Cass. pen., Sez. V, 05/07/2010, n. 33994]-
L'esimente, che nell’ elaborazione costante di dottrina e giurisprudenza, si realizza relativamente all'esercizio di un diritto (ovvero all'adempimento di un dovere), quando il diritto di cronaca o quello di critica sia conforme ai seguenti limiti:
- verità del fatto narrato;
- pertinenza (intesa quale obbiettivo interesse del fatto per la pubblica opinione)
- e continenza, ovvero correttezza del suo riferimento.
Anche se l'esercizio del diritto di critica trova un limite preciso nell'inammissibilità degli attacchi puramente personali, intesi esclusivamente a colpire la sfera privata dell'offeso e che possono sfociare, quindi, nell'ingiuria, la contumelia e la lesione della reputazione, dal concetto di critica esula, comunque, il requisito dell'obbiettività e della serenità (confacenti invece al diritto di cronaca, come meglio innanzi) in quanto attività essenzialmente valutativa, frutto, quindi, di una lettura personale degli eventi e molto spesso indirizzata a manifestare, con passione e coinvolgimento, un dissenso. Nell'esercizio del diritto di critica, pertanto, è logicamente ammissibile un'intrinseca valenza aggressiva nei confronti del destinatario che dia luogo anche ad una compressione del diritto alla reputazione dello stesso.
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/01/audizione-assessore-lo-bello-dr-capilli.html
Cannova gianfranco ascesa e declino dellantimafia degli affari che non si pos...Pino Ciampolillo
IN DIRITTO
Il convenuto Giuseppe Ciampolillo con gli scritti (blog) a lui riferibili non ha prodotto alcuna lesione alla reputazione ed all’ immagine del ricorrente Anzà Salvatore.
Egli ha esercitato il diritto di critica riconosciuto dall’ ordinamento giuridico e pertanto non deve alcun risarcimento per l’ obbligazione extracontrattuale da illecito civile come chiede il ricorrente le cui domande vanno per ciò rigettate mentre lo stesso Anzà va condannato al rimborso delle spese giudiziali a favore del Ciampolillo.
La condotta di questi non integra il delitto di diffamazione (art. 595 cod. pen.), sol perché i suoi scritti contengono dubbi e perplessità sulla correttezza professionale del dr. Anzà. Sovviene in ogni caso la generale causa di giustificazione di cui all'art. 51 cod. pen., sub specie di esercizio del diritto di critica, preordinato ad ottenere il controllo di eventuali violazioni delle regole deontologiche. [Cass. pen., Sez. V, 05/07/2010, n. 33994]-
L'esimente, che nell’ elaborazione costante di dottrina e giurisprudenza, si realizza relativamente all'esercizio di un diritto (ovvero all'adempimento di un dovere), quando il diritto di cronaca o quello di critica sia conforme ai seguenti limiti:
- verità del fatto narrato;
- pertinenza (intesa quale obbiettivo interesse del fatto per la pubblica opinione)
- e continenza, ovvero correttezza del suo riferimento.
Anche se l'esercizio del diritto di critica trova un limite preciso nell'inammissibilità degli attacchi puramente personali, intesi esclusivamente a colpire la sfera privata dell'offeso e che possono sfociare, quindi, nell'ingiuria, la contumelia e la lesione della reputazione, dal concetto di critica esula, comunque, il requisito dell'obbiettività e della serenità (confacenti invece al diritto di cronaca, come meglio innanzi) in quanto attività essenzialmente valutativa, frutto, quindi, di una lettura personale degli eventi e molto spesso indirizzata a manifestare, con passione e coinvolgimento, un dissenso. Nell'esercizio del diritto di critica, pertanto, è logicamente ammissibile un'intrinseca valenza aggressiva nei confronti del destinatario che dia luogo anche ad una compressione del diritto alla reputazione dello stesso.
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/01/audizione-assessore-lo-bello-dr-capilli.html
Cannova gianfranco ascesa e declino dellantimafia degli affari che non si pos...Pino Ciampolillo
IN DIRITTO
Il convenuto Giuseppe Ciampolillo con gli scritti (blog) a lui riferibili non ha prodotto alcuna lesione alla reputazione ed all’ immagine del ricorrente Anzà Salvatore.
Egli ha esercitato il diritto di critica riconosciuto dall’ ordinamento giuridico e pertanto non deve alcun risarcimento per l’ obbligazione extracontrattuale da illecito civile come chiede il ricorrente le cui domande vanno per ciò rigettate mentre lo stesso Anzà va condannato al rimborso delle spese giudiziali a favore del Ciampolillo.
La condotta di questi non integra il delitto di diffamazione (art. 595 cod. pen.), sol perché i suoi scritti contengono dubbi e perplessità sulla correttezza professionale del dr. Anzà. Sovviene in ogni caso la generale causa di giustificazione di cui all'art. 51 cod. pen., sub specie di esercizio del diritto di critica, preordinato ad ottenere il controllo di eventuali violazioni delle regole deontologiche. [Cass. pen., Sez. V, 05/07/2010, n. 33994]-
L'esimente, che nell’ elaborazione costante di dottrina e giurisprudenza, si realizza relativamente all'esercizio di un diritto (ovvero all'adempimento di un dovere), quando il diritto di cronaca o quello di critica sia conforme ai seguenti limiti:
- verità del fatto narrato;
- pertinenza (intesa quale obbiettivo interesse del fatto per la pubblica opinione)
- e continenza, ovvero correttezza del suo riferimento.
Anche se l'esercizio del diritto di critica trova un limite preciso nell'inammissibilità degli attacchi puramente personali, intesi esclusivamente a colpire la sfera privata dell'offeso e che possono sfociare, quindi, nell'ingiuria, la contumelia e la lesione della reputazione, dal concetto di critica esula, comunque, il requisito dell'obbiettività e della serenità (confacenti invece al diritto di cronaca, come meglio innanzi) in quanto attività essenzialmente valutativa, frutto, quindi, di una lettura personale degli eventi e molto spesso indirizzata a manifestare, con passione e coinvolgimento, un dissenso. Nell'esercizio del diritto di critica, pertanto, è logicamente ammissibile un'intrinseca valenza aggressiva nei confronti del destinatario che dia luogo anche ad una compressione del diritto alla reputazione dello stesso.
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La morte del Padrino Vito Rizzuto segna la fine di un'era nell'organizzazione criminale canadese di stampo mafiosa. Quali sono i nuovi scenari e cosa succederà? All'interno le interviste al giornalista Adrian Humphreys del The National Post e allo scrittore Antonio Nicaso.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 1, anno 2014)
Il caso "Gloria Rosboch", truffa affettiva sfociata in un tremendo omicidio che
poteva essere evitato, ha accelerato la trasformazione del gruppo "Lotta
Cybercrime CVCPI Italia" , che da due anni opera contro le truffe sentimentali,
romantiche ed emozionali in Italia, rinnovandosi in un'associazione senza
scopo di lucro, denominata A.C.T.A., il cui acronimo è Associazione Contro le
Truffe Affettive e le cui finalità sono:
• promuovere la conoscenza e la ricerca sulle truffe affettive e non,
perpetrate via web;
• organizzare iniziative per la prevenzione e il contrasto del fenomeno;
• promuovere attività per contrastare stereotipi e pregiudizi connessi alle
truffe affettive;
• promuovere attività per sviluppare la cooperazione internazionale contro
le truffe affettive;
• promuovere attività di accoglienza, assistenza e consulenza rivolte alle
vittime di truffe affettive, compresa l’assistenza legale e la costituzione in
giudizio
Latinoamerica - Via tutti. Arriva la diga. È una centrale idroelettrica ma se...Barbara Meo Evoli
Sulle rive del fiume Cauca in Colombia è iniziata la costruzione del più grande impianto idroelettrico del paese. Per assicurare l’ordine, prima c’erano i paramilitari, ora il personale armato della ditta costruttrice. Un incubo di contadini ammazzati, minatori scacciati e catastrofi ambientali. Per 2400 megawatt
L'inchiesta giornalista, pubblicata sul mensile "S" n. 96 (2016), sulla vera identità del detenuto eritreo al carcere 'Pagliarelli' di Palermo, considerato il 'generale' del traffico di migranti Medhanie Yehdego Mered e sulla sua rete tra Sudan, Libia e Italia.
Funerali e matrimoni sono da sempre, per la malavita, un’occasione per costituire alleanze o per esternare il proprio potere. Bare di bronzo o placcate in oro, carrozze borboniche trainate da cavalli, sfarzose corone di fuori e bande musicali. Per l’ultimo saluto ai boss della criminalità organizzata non si bada a spese. E per i matrimoni, tanti scelgono per testimone un amico politico.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 5, anno 2015)
Cave in disuso, ville abbandonate sperdute nella campagna del nisseno e piene di documenti, interessi privati, connessioni pericolose, bonifiche mai effettuate e pochi controlli. Su tutto, quell’ingente business chiamato rifiuto, che arricchisce le mafie d’ogni parte d’Italia.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 6, anno 2014)
L’operazione Caronte della Dda di Catania ha riportato al centro dell’attenzione uno dei cognomi più importanti di Cosa nostra catanese: Ercolano. Dal padre Pippo ai figli Enzo, ritenuto il nuovo capo dell’organizzazione, e Aldo, uno degli esecutori dell’omicidio dell’intellettuale Pippo Fava. Una storia di vecchi e nuovi assetti mafiosi.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 5, anno 2014)
Cannova gianfranco ascesa e declino dellantimafia degli affari che non si pos...Pino Ciampolillo
IN DIRITTO
Il convenuto Giuseppe Ciampolillo con gli scritti (blog) a lui riferibili non ha prodotto alcuna lesione alla reputazione ed all’ immagine del ricorrente Anzà Salvatore.
Egli ha esercitato il diritto di critica riconosciuto dall’ ordinamento giuridico e pertanto non deve alcun risarcimento per l’ obbligazione extracontrattuale da illecito civile come chiede il ricorrente le cui domande vanno per ciò rigettate mentre lo stesso Anzà va condannato al rimborso delle spese giudiziali a favore del Ciampolillo.
La condotta di questi non integra il delitto di diffamazione (art. 595 cod. pen.), sol perché i suoi scritti contengono dubbi e perplessità sulla correttezza professionale del dr. Anzà. Sovviene in ogni caso la generale causa di giustificazione di cui all'art. 51 cod. pen., sub specie di esercizio del diritto di critica, preordinato ad ottenere il controllo di eventuali violazioni delle regole deontologiche. [Cass. pen., Sez. V, 05/07/2010, n. 33994]-
L'esimente, che nell’ elaborazione costante di dottrina e giurisprudenza, si realizza relativamente all'esercizio di un diritto (ovvero all'adempimento di un dovere), quando il diritto di cronaca o quello di critica sia conforme ai seguenti limiti:
- verità del fatto narrato;
- pertinenza (intesa quale obbiettivo interesse del fatto per la pubblica opinione)
- e continenza, ovvero correttezza del suo riferimento.
Anche se l'esercizio del diritto di critica trova un limite preciso nell'inammissibilità degli attacchi puramente personali, intesi esclusivamente a colpire la sfera privata dell'offeso e che possono sfociare, quindi, nell'ingiuria, la contumelia e la lesione della reputazione, dal concetto di critica esula, comunque, il requisito dell'obbiettività e della serenità (confacenti invece al diritto di cronaca, come meglio innanzi) in quanto attività essenzialmente valutativa, frutto, quindi, di una lettura personale degli eventi e molto spesso indirizzata a manifestare, con passione e coinvolgimento, un dissenso. Nell'esercizio del diritto di critica, pertanto, è logicamente ammissibile un'intrinseca valenza aggressiva nei confronti del destinatario che dia luogo anche ad una compressione del diritto alla reputazione dello stesso.
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/01/audizione-assessore-lo-bello-dr-capilli.html
Cannova gianfranco ascesa e declino dellantimafia degli affari che non si pos...Pino Ciampolillo
IN DIRITTO
Il convenuto Giuseppe Ciampolillo con gli scritti (blog) a lui riferibili non ha prodotto alcuna lesione alla reputazione ed all’ immagine del ricorrente Anzà Salvatore.
Egli ha esercitato il diritto di critica riconosciuto dall’ ordinamento giuridico e pertanto non deve alcun risarcimento per l’ obbligazione extracontrattuale da illecito civile come chiede il ricorrente le cui domande vanno per ciò rigettate mentre lo stesso Anzà va condannato al rimborso delle spese giudiziali a favore del Ciampolillo.
La condotta di questi non integra il delitto di diffamazione (art. 595 cod. pen.), sol perché i suoi scritti contengono dubbi e perplessità sulla correttezza professionale del dr. Anzà. Sovviene in ogni caso la generale causa di giustificazione di cui all'art. 51 cod. pen., sub specie di esercizio del diritto di critica, preordinato ad ottenere il controllo di eventuali violazioni delle regole deontologiche. [Cass. pen., Sez. V, 05/07/2010, n. 33994]-
L'esimente, che nell’ elaborazione costante di dottrina e giurisprudenza, si realizza relativamente all'esercizio di un diritto (ovvero all'adempimento di un dovere), quando il diritto di cronaca o quello di critica sia conforme ai seguenti limiti:
- verità del fatto narrato;
- pertinenza (intesa quale obbiettivo interesse del fatto per la pubblica opinione)
- e continenza, ovvero correttezza del suo riferimento.
Anche se l'esercizio del diritto di critica trova un limite preciso nell'inammissibilità degli attacchi puramente personali, intesi esclusivamente a colpire la sfera privata dell'offeso e che possono sfociare, quindi, nell'ingiuria, la contumelia e la lesione della reputazione, dal concetto di critica esula, comunque, il requisito dell'obbiettività e della serenità (confacenti invece al diritto di cronaca, come meglio innanzi) in quanto attività essenzialmente valutativa, frutto, quindi, di una lettura personale degli eventi e molto spesso indirizzata a manifestare, con passione e coinvolgimento, un dissenso. Nell'esercizio del diritto di critica, pertanto, è logicamente ammissibile un'intrinseca valenza aggressiva nei confronti del destinatario che dia luogo anche ad una compressione del diritto alla reputazione dello stesso.
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/01/audizione-assessore-lo-bello-dr-capilli.html
Cannova gianfranco ascesa e declino dellantimafia degli affari che non si pos...Pino Ciampolillo
IN DIRITTO
Il convenuto Giuseppe Ciampolillo con gli scritti (blog) a lui riferibili non ha prodotto alcuna lesione alla reputazione ed all’ immagine del ricorrente Anzà Salvatore.
Egli ha esercitato il diritto di critica riconosciuto dall’ ordinamento giuridico e pertanto non deve alcun risarcimento per l’ obbligazione extracontrattuale da illecito civile come chiede il ricorrente le cui domande vanno per ciò rigettate mentre lo stesso Anzà va condannato al rimborso delle spese giudiziali a favore del Ciampolillo.
La condotta di questi non integra il delitto di diffamazione (art. 595 cod. pen.), sol perché i suoi scritti contengono dubbi e perplessità sulla correttezza professionale del dr. Anzà. Sovviene in ogni caso la generale causa di giustificazione di cui all'art. 51 cod. pen., sub specie di esercizio del diritto di critica, preordinato ad ottenere il controllo di eventuali violazioni delle regole deontologiche. [Cass. pen., Sez. V, 05/07/2010, n. 33994]-
L'esimente, che nell’ elaborazione costante di dottrina e giurisprudenza, si realizza relativamente all'esercizio di un diritto (ovvero all'adempimento di un dovere), quando il diritto di cronaca o quello di critica sia conforme ai seguenti limiti:
- verità del fatto narrato;
- pertinenza (intesa quale obbiettivo interesse del fatto per la pubblica opinione)
- e continenza, ovvero correttezza del suo riferimento.
Anche se l'esercizio del diritto di critica trova un limite preciso nell'inammissibilità degli attacchi puramente personali, intesi esclusivamente a colpire la sfera privata dell'offeso e che possono sfociare, quindi, nell'ingiuria, la contumelia e la lesione della reputazione, dal concetto di critica esula, comunque, il requisito dell'obbiettività e della serenità (confacenti invece al diritto di cronaca, come meglio innanzi) in quanto attività essenzialmente valutativa, frutto, quindi, di una lettura personale degli eventi e molto spesso indirizzata a manifestare, con passione e coinvolgimento, un dissenso. Nell'esercizio del diritto di critica, pertanto, è logicamente ammissibile un'intrinseca valenza aggressiva nei confronti del destinatario che dia luogo anche ad una compressione del diritto alla reputazione dello stesso.
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/01/audizione-assessore-lo-bello-dr-capilli.html
La morte del Padrino Vito Rizzuto segna la fine di un'era nell'organizzazione criminale canadese di stampo mafiosa. Quali sono i nuovi scenari e cosa succederà? All'interno le interviste al giornalista Adrian Humphreys del The National Post e allo scrittore Antonio Nicaso.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 1, anno 2014)
Il caso "Gloria Rosboch", truffa affettiva sfociata in un tremendo omicidio che
poteva essere evitato, ha accelerato la trasformazione del gruppo "Lotta
Cybercrime CVCPI Italia" , che da due anni opera contro le truffe sentimentali,
romantiche ed emozionali in Italia, rinnovandosi in un'associazione senza
scopo di lucro, denominata A.C.T.A., il cui acronimo è Associazione Contro le
Truffe Affettive e le cui finalità sono:
• promuovere la conoscenza e la ricerca sulle truffe affettive e non,
perpetrate via web;
• organizzare iniziative per la prevenzione e il contrasto del fenomeno;
• promuovere attività per contrastare stereotipi e pregiudizi connessi alle
truffe affettive;
• promuovere attività per sviluppare la cooperazione internazionale contro
le truffe affettive;
• promuovere attività di accoglienza, assistenza e consulenza rivolte alle
vittime di truffe affettive, compresa l’assistenza legale e la costituzione in
giudizio
Latinoamerica - Via tutti. Arriva la diga. È una centrale idroelettrica ma se...Barbara Meo Evoli
Sulle rive del fiume Cauca in Colombia è iniziata la costruzione del più grande impianto idroelettrico del paese. Per assicurare l’ordine, prima c’erano i paramilitari, ora il personale armato della ditta costruttrice. Un incubo di contadini ammazzati, minatori scacciati e catastrofi ambientali. Per 2400 megawatt
L'inchiesta giornalista, pubblicata sul mensile "S" n. 96 (2016), sulla vera identità del detenuto eritreo al carcere 'Pagliarelli' di Palermo, considerato il 'generale' del traffico di migranti Medhanie Yehdego Mered e sulla sua rete tra Sudan, Libia e Italia.
Funerali e matrimoni sono da sempre, per la malavita, un’occasione per costituire alleanze o per esternare il proprio potere. Bare di bronzo o placcate in oro, carrozze borboniche trainate da cavalli, sfarzose corone di fuori e bande musicali. Per l’ultimo saluto ai boss della criminalità organizzata non si bada a spese. E per i matrimoni, tanti scelgono per testimone un amico politico.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 5, anno 2015)
Cave in disuso, ville abbandonate sperdute nella campagna del nisseno e piene di documenti, interessi privati, connessioni pericolose, bonifiche mai effettuate e pochi controlli. Su tutto, quell’ingente business chiamato rifiuto, che arricchisce le mafie d’ogni parte d’Italia.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 6, anno 2014)
L’operazione Caronte della Dda di Catania ha riportato al centro dell’attenzione uno dei cognomi più importanti di Cosa nostra catanese: Ercolano. Dal padre Pippo ai figli Enzo, ritenuto il nuovo capo dell’organizzazione, e Aldo, uno degli esecutori dell’omicidio dell’intellettuale Pippo Fava. Una storia di vecchi e nuovi assetti mafiosi.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 5, anno 2014)
L'inchiesta "Petrolchimici come l'Ilva", pubblicata sul trimestrale Il Reportage (n°16 Ottobre-Dicembre 2013) diretto da Riccardo De Gennario, ha vinto il premio "Gian Vincenzo Omodei Zorini" Città di Arona 2014. Parla delle condizioni di vita delle popolazioni che si trovano nei Siti d'Interesse Nazionale in Sicilia a ridosso dei poli petrolchimici di Siracusa, Gela e Milazzo. Un viaggio tra mancate bonifiche, inquinamento, vicende tumorali e casi di malformazioni.
Autori: Saul Caia, Rosario Sardella
Foto: Dino Fracchia
Da nord a sud la criminalità organizzata tiene sotto scacco il trasporto su gomma e la filiera agroalimentare. A rischio le imprese e gli organi di rappresentanza. Perché a dettare condizioni e regole sono sempre di più
le aziende mafiose, alterando irreparabilmente l’intero settore.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 5, anno 2013)
Venticinque i comuni sciolti per infiltrazioni e collusioni con la criminalità organizzata nel 2012. Peggio di così solo il 1993, quando gli scioglimenti furono trentuno. Cinque le amministrazioni comunali decadute in Sicilia in seguito al provvedimento, con il “ritorno illustre” di Campobello di Mazara in provincia di Trapani e del palermitano Misilmeri, già sciolto nel 1992 e nel 2003. Viaggio nell’isola dove la convivenza tra mafia e amministratori locali è ancora forte.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 2, anno 2013)
Vincitori del premio nazionale "Maurizio Rampino" categoria inedito con la video-inchiesta "Catania è impresa Nostra". Cerimonia realizzata a Trepuzzi (Lecce) alla presenza di Riccardo Iacona, premio alla carriera. (Gazzetta del Mezzogiorno, 5 maggio 2013)
Serradifalco, miniere e tumori la macabra conta dei mortiSaul Caia
Nell'articolo pubblicato il primo maggio sul quotidiano La Sicilia, scritto dal giornalista Mario Barresi, si torna a parlare di miniere e tumori e dell'inchiesta video realizzata per RaiNews.
In seguito all'inchiesta "Miniere di Stato", Confindustria Sicilia ha organizzato a Serradifalco (Caltanissetta) un convegno sulla dismissione delle miniere nell'isola, l'inquinamento ambientale e l'ecomafia. (Articolo pubblicato su La Sicilia, pagina Caltanissetta, domenica 14 aprile 2013).
1. Appalti, corruzione, tangenti e intimidazioni.
La Commissione d’inchiesta Charbonneau sta dimostrando
la presenza di un cartello gestito da mafiosi, imprenditori
e politici per il controllo degli appalti pubblici. Nelle scorse
settimane è ricominciata l’escalation di omicidi, con il boss
Vito Rizzuto pronto a riprendere le redini del potere
di Saul Caiadi Saul Caiadi
2. Zambito ha
raccontato che
Gilles Suprenant,
ex capo ufficio
urbanistica di
Montréal, durante
il suo mandato
aveva intascato
tangenti per un
valore complessivo
variabile dai 100
ai 200 mila dollari
«Lei crede che la mafia esista?»«Lei crede che la mafia esista?»
«Non lo so».«Non lo so».
«Secondolei:checos’èlamafia?»«Secondolei:checos’èlamafia?»
«È difficile da definire. Non lo«È difficile da definire. Non lo
so».so».
TribunalediMontréal.ChiponeTribunalediMontréal.Chipone
la domanda è Sonia LeBel, unala domanda è Sonia LeBel, una
degli avvocati della “Commisdegli avvocati della “Commis-
sioneCharbonneau”,organismosioneCharbonneau”,organismo
che coordina e indaga sul sisteche coordina e indaga sul siste-
ma d’infiltrazione mafiosa neglima d’infiltrazione mafiosa negli
appalti pubblici nella provinciaappalti pubblici nella provincia
delQuébecfacentecapoall’omodelQuébecfacentecapoall’omo-
nimo giudice.nimo giudice.
L’imputato è Nicolò Milioto,L’imputato è Nicolò Milioto,
imprenditore originario di Catimprenditore originario di Cat-
tolica Eraclea ed emigrato intolica Eraclea ed emigrato in
Canada per fare fortuna. Oggi èCanada per fare fortuna. Oggi è
titolare della “Mivela”, societàtitolare della “Mivela”, società
specializzata negli arredi straspecializzata negli arredi stra-
dali (da qui il suo soprannomedali (da qui il suo soprannome
“Mr. Sidewalk”, “Mister mar“Mr. Sidewalk”, “Mister mar-
ciapiede”) e viene consideratociapiede”) e viene considerato
dall’accusa uno dei principali
intermediari tra il clan Rizzuto
e le imprese di costruzione.
Durante la seconda udienza in
commissione, Milioto si avvale
della facoltà di non rispondere,
silenzio interrotto solo per spie-
gare al giudice Charbonneau il
concetto della parola “omertà”:
«Vuoldirechenondeviparlare»,
ha sentenziato Milioto.
Èpassatooltreunannodaquan-
do la commissione ha messo a
setaccio le gare d’appalto pub-
bliche tra le regioni di Montréal
e Laval, che coinvolgerebbero
persino finanziamenti diretti ai
partiti e ai politici.
Loscandalohatravoltocomeun
fiumeinpienal’amministrazione
dellostatofederaledelQuébece
quelle delle due regioni, con la
conseguente caduta di diverse
carichepolitiche.Laprimaèstata
Line Beauchamp, ex ministro
dell’Educazioneevicepresidente
dellostatodelQuébec,cheduran-
telaraccoltafondidel2009aveva
ricevuto circa tremila dollari da
DomenicoArcuri,imprenditore
in odor di mafia. Arcudi si era
presentatocomerappresentante
dellasocietàenergeticadicarbo-
nio neutro, specializzata nella
bonifica dei terreni. In seguito
a quella donazione, quando la
Beauchamp era divenuta mi-
nistro dell’Ambiente, la società
dell’imprenditoreavevaricevuto
la certificazione di abilitazione
energetica.L’exministroprimadi
dimettersi, a metà maggio 2012,
avevasostenutodinonconoscere
in alcun modo il mafioso.
Il lavoro
scrupoloso della commissione
ha portato alla confessione di
Lino Zambito, titolare della
“Infrabec Inc.”, che con la sua
testimonianza ha ricostruito la
reted’intreccitramafia,politica
e imprenditoria. A finire sot-
to accusa proprio l’ex sindaco
di Montréal Gerald Tremblay,
che secondo Zambito era pie-
namente a conoscenza del si-
stema vigente in Québec, dove
un gruppo di imprese aveva
stabilito un cartello di prezzi,
spartendosi il ricavato con la
mafia. La suddivisione delle
mazzetteavevaunoschemaben
preciso: il 2,5% del valore de-
gli appalti andava alla mafia, e
quindi al boss Vito Rizzuto che
agiva da “mediatore” durante
le dispute sugli appalti; il 3%
spettava al partito del sindaco
Tremblay, la “Union Montréal”,
mentre l’1% serviva a corrom-
pere la burocrazia.
«Non ho mai tradito. Auspico
di cuore che un giorno venga
riconosciutochehocombattuto,
spesso da solo, contro il siste-
ma».Conquesteparole,loscorso
5 novembre, sommerso dello
scandalo, il sindaco Tremblay
ha deciso di lasciare la carica di
primo cittadino, che ricopriva
ininterrottamente dal 2002, e di
abbandonaredefinitivamentela
carriere politica.
Zambito ha inoltre raccontato
che Gilles Surprenant, ex capo
dell’ufficio Urbanistica di Mon-
tréal, durante il suo mandato
aveva intascato tangenti per un
valore complessivo variabile,
compresotraicentomilaei 200
mila dollari, somma a cui però
vanno aggiunte ulteriori regalie
concesse a diversi dipendenti
comunali. Durante gli interro-
gatori,Surprenanthaconfessato
di aver preso l’1% sugli appalti
truccati e di aver ricevuto più di
600 mila dollari da diversi im-
prenditori,nell’arcodell’ultimo
ventennio.
Altra importante testimonianza
èstatafornitadaElioPagliarulo,
exproprietariodiunapanetteria,
Dopol’indebolimentodelclanRizzuto,cheavevatenutosottoscaccoilCanada
per oltre trenta anni, Montréal si era trovata in una situazione d’instabilità.
Chiunque desiderava colmare il vuoto della vecchia famiglia di Cattolica
Eraclea. Si erano formati due differenti fazioni: da una parte il gruppo di
Raynald Desjardins, al quale avevano aderito alcuni uomini di Rizzuto, e
dall’altra quellodiSalvatoreMontana,detto “ilbossbambino”,chericeveva
l’appoggio della famiglia Bonanno di New York. Una sanguinosa disputa è
culminata con l’omicidio dello stesso Montagna freddato lo scorso novem-
bre, per il quale è stato accusato Desjardins, arrestato e poi scarcerato sotto
cauzione in vista del processo, insieme ad altri cinque complici.
Negli ultimi mesi però il panorama sembra cambiato vertiginosamente e il
cerchiocontinuaastringersiintornoaDesjardins,chehapersonumerosiuo-
mininelconflitto.TraquestiJoeDiMaulo,cognatodelboss;undicisettimane
dopo è toccato a Gaetan Gosselin, altro partner d’affari; poi è stata la volta di
Vincenzo Scuderi ed infine, alcune settimane fa, l’ultimo agguato mortale
ai danni di Tonino Callochia. Il grande sospettato della nuova escalation
di morte è Vito Rizzuto “The Teflon”, il padrino scarcerato negli States lo
scorso ottobre. In molti sospettano che Rizzuto voglia ristabilire l’equilibrio
ecolpireDesjardins,perintimidirloeimpedirgliditestimoniaredavantialla
commissioneCharbonneau.Eppure,nonostanteilrecenterientroinCanada,
il boss aveva messo in vendita la propria vecchia casa e con la moglie si era
recato per una vacanza nella Repubblica Dominicana. Una mossa che aveva
spiazzato in molti, ma che sembra ricordare la strategia adottata dal padre
NiccolòdurantelaprimaguerradimafiainCanadaneglianni70,quandodal
Venezuela, dove si era rifugiato, aveva diretto lo sterminio dei rivali Violi.
3. Gli incontri
tra imprenditori
e appartenenti
al clan Rizzuto
avvenivano
al “Cosenza
Social Club”,
quartier generale
della famiglia
che ha raccontato di aver con-
segnato personalmente a Frank
Zampino, politico e presiden-
te del comitato esecutivo del
governo di Montréal, 300 mila
dollari in contanti. A fare da
intermediarioilcostruttorePaolo
Catania,desiderosodiacquistare
un terreno del valore circa di 50
milioni di dollari: sperava, con
l’aiutodiZampino,diottenereil
prezzo di favore di 5 milioni.
Leaziendechesiaggiudicavano
gliappaltieranosemprelestesse
e facevano parte di una rete ben
definita. Tutte le altre società
erano emarginate e minacciate
nel caso in cui decidessero di
partecipareallagare.Cosìquan-
doMartinCarrier,imprenditore
esterno al gruppo, decide di
non piegarsi al cartello della
mafia, viene ripetutamente in-
timidito. Il primo avvertimento
lo riceve telefonicamente, alla
cornetta risponde la figlia che
visibilmentepreoccupata passa
la chiamata al padre.
Dall’altra parte, una voce con
una marcato accento italiano:
«Non te ne deve fregare nulla
di chi sono, perché la prossima
volta non la farai franca. Grazie
e buona giornata». Secondo la
ricostruzionedegliinquirenti,la
voce è quella di Francesco Del
Balso,uomodelclanRizzuto.No-
nostantelaminaccia,l’imprendi-
tore rifiuta l’offerta e denuncia
leintimidazionialleautorità.La
mafia però continua nella sua
opera ricattatoria, inviandogli
un ulteriore avvertimento con
un bigliettino di condoglianze,
recapitatogli direttamente in
ufficio. “Sincere condoglianze”
recita il fronte, mentre sul retro
c’èscritto:«Caroamico,smettila
difareofferteaMontréal.Senon
lasmetti,latuafamigliariceverà
unbigliettotaleequaleaquesto.
È l’ultimo avviso».
Anche l’imprenditore Michel
Leclerc, proprietario della “Ter-Leclerc, proprietario della “Ter-Leclerc, proprietario della “Ter
ramexInc”,societàspecializzata
nel movimento terra, ha confer-nel movimento terra, ha confer-nel movimento terra, ha confer
matolepressionieintimidazioni
chelasuaaziendaavevaricevuto
durantelegarepubbliche.Leclerc
haspiegatoche,giànel1996,era
a conoscenza di un cartello che
controllavaicontrattifognarinel-
lacittàdiMontréal,alqualepote-
vanoaderiresolopocheimprese.
Quando per “sbaglio” vinceva
un’azienda esterna al gruppo,
arrivavano le pressioni e si era
costretti a ritirare l’offerta.
Lacom-
missioneCharbonneauèriuscita
adefinirelastrategiaadottatanel
corso delle trattative delle gare
d’appalto. Da un lato, i prezzi
deipreventivivenivanogonfiati
anchedel70%,dall’altrosisotto-
stimava il valore dei terreni.
Sottoaccusasonofinitebensette
imprese e numerosi (e facolto-
si) costruttori. In primis Paolo
Catania, anche lui originario di
Cattolica Eraclea, filmato du-
rante un incontro con il boss
Nick Rizzuto nel suo quartier
generale, mentre nascondeva
grosse somme di denaro nelle
calze. Altro magnate chiamato
in causa è Tony Accurso, pro-
prietariodella“Simard-Beaudry
Construction” e di circa 60 ditte
satellite. Poi ci sono gli impren-
ditoriGiuseppe“Joe”Borsellino
e Nicolò Milioto.
Gli inquirenti sono venuti a
conoscenza delle strategie affa-
ristichegrazieagliappostamenti
e alle intercettazioni che hanno
dato vita all’operazione “Colos-
seo”, risalente al 2006. Sono
infatti stati filmati gli incontri al
“Cosenza Social Club”, quartier
generale della famiglia Rizzuto,
dove diversi imprenditori si
recavano per parlare con i com-
ponenti del clan. Nel club dei
Rizzuto si trattavano gli accordi
per la spartizione degli appalti;
mentre al “Club 357c”, in un
lussuoso edificio al centro di
Montréal,gliimprenditorientra-
vanoincontattoconifunzionari
pubblici per corromperli. Nel
corso dell’inchiesta, le autorità
sieranoavvalsedelletraduzioni
di Angelo Cecere, che per oltre
26 anni ha lavorato nel reparto
di criminologia del corpo mi-
litare canadese, specializzato
nella trascrizione ed interpre-
tazione delle conversazioni
intercettate.
Una collaborazione termina-
ta quando la Royal Canadian
Mounted Police ha iniziato a
sospettare dello stesso Cecere,
decidendo di metterlo sotto sor-
veglianza.Duranteipedinamen-
ti, le autorità canadesi si sono
rese conto che Cecere favoriva
i Rizzuto, manipolando i testi
delle traduzioni e incontrando
uomini del clan per informarli
degli sviluppi delle indagini. A
casa dello stesso “traduttore” si
recava spesso Nicola Di Marco,
che per la famiglia gestiva un
casinò clandestino a Montréal
finanziato da Nick Rizzuto Jr.,
figlio del boss Vito. Nel 2007
la polizia ha arrestato Cecere
incolpandolo di aver ostaco-
lato le indagini e divulgato in-
formazioni riservate. Durante
la perquisizione in casa del
“traduttore” è stato trovato un
dischetto contenente alcuni file
non ancora pubblicati nell’in-
chiesta, diverse annotazioni e
un documento con la dicitura
“domande che gli avvocati po-
trebbero fare”.
4. Può un solo corpo di polizia di 28
mila uomini, sia pure leggendario
come le Giubbe Rosse della Royal
Canadian Mounted Police (Rcmp),
garantire un adeguato standard di
sicurezza in un grande paese come
il Canada, con 34 milioni di abi-
tanti, una superficie trentatré volte
quelladell’Italia,ottomilachilometri
di frontiera con gli Stati Uniti e 66
mila chilometri di costa pacifica e
atlantica? Impresa estremamente
ardua, quasi impossibile, riuscire
solo a fronteggiare la criminalità in
generale – e quella del narcotraffico
inparticolare–diventatesemprepiù
invasive e violente.
Ilpano-
rama criminale nel Paese dei Laghi
è molto variegato. Gruppi di origi-
ne asiatica – in particolare cinesi
e thailandesi – primeggiano nella
distribuzione di eroina, bande di
motociclistichehannoilmonopolio
nel commercio di marijuana e dro-
ghe sintetiche, sodalizi dominicani
e giamaicani, gruppi canadesi e gli
immancabili “esperti” colombiani.
Una citazione particolare va fatta
per la criminalità mafiosa italiana
presente da decenni a Toronto e a
Montréal.LafamigliaRizzuto,storica
alleatadeiCuntrera-Caruana,èancora
dominante con la presenza del suo
capo,ilsessantasettenneVitoRizzuto.
“Don” Vito, terminata la condanna
nelcarcerediDenver,daalcunimesi
è tornato a casa a Montréal, dalla
sua “famiglia”, intenzionato a non
mollare gli affari iniziati sin dagli
anniSettanta.Sispiegherebberocosì
alcuni incontri riservati di “lavoro”
avuti a gennaio, nella Repubblica
Dominicana. Lontani, dunque, dal
Canada, dopo una guerra di mafia:
la criminalità organizzata irlandese
alleata con gangs di motociclisti,
insieme contro il “potere” dei Riz-
zuto. Una contesa iniziata nel di-
cembre2009,conl’omicidiodiNick
Rizzuto avvenuto in pieno centro a
Montréal, cui hanno fatto seguito
(rispettivamente a maggio 2010 e
giugno 2010) le “lupare bianche”
di Paolo Renda, cognato di don Vito
e di Agostino Centrera, padrino di
Vito. A novembre dello stesso anno
l’assassinio di Nicola Rizzuto, 86
anni, il patriarca della “famiglia”,
ucciso, mentre era in cucina, da un
cecchino appostato in un bosco nei
pressidellasuaabitazione.Nel2011,
esponenticanadesidella’ndrangheta
e di Cosa nostra si accordano con
l’intento di eliminare i Rizzuto per
ottenere il controllo della piazza di
Montréal. Prosegue quindi la scia
di omicidi. Vengono uccisi Antonio
Di Salvo, Lorenzo Lopresti e, infine,
l’italocanadeseSalvatoreMantegna
(soprannominatoil“bossbambino”),
cresciuto in Sicilia e nel Bronx e
diventato esponente di spicco della
famiglia Bonanno. Per questo omi-
cidiofinirannoincarcereDesjardins
e l’irlandese Jack Arthur Simpson,
autore materiale dell’omicidio. Lo
stesso Raynald Desjardins (legato ai
bikers degli Hells Angels) a gennaio
era miracolosamente sfuggito a un
agguato; pari sorte è toccata, il mese
successivo,allamogliediun“socio”
diRizzuto.Nelnovembre2012vengo-
nouccisiilvecchioJosephDiMauro
(un tempo vicino ai Rizzuto) e, due
mesi più tardi (gennaio 2013), Gae-
tano Gosselin, vicino a Desjardins.
Questifattisanguinarirappresentano
inquietanti segnali di come la lotta
per il controllo del territorio non sia
affatto conclusa.
Perlacriminalità
organizzata,naturalmente,ilfiorente
mercato delle droghe continua a es-
sere il principale obiettivo da tenere
sottocontrollo.LaRcmp,nel2012,ha
stimatoincirca15miliardididollari
canadesiilvolumedidenaroriciclato
provenientedalnarcotraffico.Ingen-
ti gli ultimi sequestri di marijuana
canadese (i dati non ancora ufficiali
delloscorsoannoparlanodioltre40
tonnellate), per lo più proveniente
dall’Ontario,QuébeceBritishColum-
bia, coltivata in territori disabitati e
areeimpervie.Notevolmenteaumen-
tata la coltivazione della marjiuana
(il consumo in Canada è tra i più alti
nelmondo)nellecase,incapannoni,
nelleserre(“indoorgrowoperation”),
tecnica che consente una maggiore
produzione (con conseguente mag-
giore esportazione verso il mercato
americano) e un prodotto con una
più alta concentrazione di principio
attivo. L’hashish è in prevalenza di
provenienza giamaicana e indiana;
nella zona di Vancouver è molto
diffuso il “budder”, olio sintetizzato
conun’altapercentualedithc.Ilcon-
sumo di eroina resta su livelli bassi
con sequestri che si sono attestati,
mediamente, intorno ai cento chili
annui(conunpicco,nel2009,di213
kg).Alsequestro,nellugliodel2007,
dellaprimacoltivazionedioppionel
paese, ha fatto seguito – nell’agosto
2011– quelloavvenutoaChilliwack
(BritishColumbia):uncampodipoco
menoditreettaricon500milapiante
“curate” da due canadesi di origine
indiana. Il mercato della cocaina ha
registrato un’impennata nel 2009 .
In tema di droghe sintetiche il Ca-
nada continua a essere tra i maggiori
produttori mondiali di ecstasy con
prezzi molto concorrenziali (meno
di dieci dollari a pillola) e con tec-
niche di vendita molto “allettanti”,
comerenderelepillole“glitter”,cioè
luccicanti. Dai sequestri di oltre una
tonnellatadel2007sièscesiamezza
tonnellata nel 2009 per poi risalire
intornoai700kgnel2012(datoancora
non consolidato). Notevole anche la
produzione di metamfetamine con
esportazione di consistenti quanti-
tativi verso i mercati giapponese e
australiano.Accantoaquestomercato
“tradizionale” delle droghe, se ne è
sviluppandounaltrochevedediverse
sostanze come Lsd, ketamina, Ghb
(gamma hidroxy butirate), roypnol
(derivatodallabenzodiazepina),khat
(moltodiffusatralecomunitàetiope
e yemenita) e una droga popolare, in
pillole, chiamata “hagigat” (fusione
delle parole “hagica” che in ebraico
vuol dire “festeggiamento” e khat) e
diffusa nella comunità israeliana.
di Piero Innocenti
Un rapporto del
Centro Studi Strategici
e Internazionali
di Washington stima
circa 950 gruppi
criminali in Canada.
Il traffico di
stupefacenti risulta
sempre più fiorente,
mentre il contesto
politico nazionale
è più instabile.
Uno scenario che
giova alle mafie,
tra le quali spicca
quella italo-canadese