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Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata
Secondo l’art. 37 del D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 e
s.m.i. e il D.P.R. 14 settembre 2011, n. 177
Docente: <nome>
1
Corso di formazione
per addetti ai lavori in AMBIENTI SOSPETTI
D’INQUINAMENTO e/o CONFINATI
Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata
2
Schema generale del corso
Introduzione
 Obiettivo
 Quadro normativo
 Statistiche d’infortunio
 Valutazione del Rischio
• Metodologia di Valutazione
• VR Fattore UOMO, AMBIENTE, EQUIPAGGIAMENTO
 Misure di Prevenzione e di Protezione
• No Man Risk
• Apprestamento dell’area di lavoro
• Monitoraggio Ambientale
• Bonifica e Ventilazione
• Il Permesso di Lavoro
• I sistemi di comunicazione
• DPC e DPI
 Organizzazione attività in ambienti confinati
Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata
Gli ambienti confinati e/o sospetti d’inquinamento
Dall’analisi del titolo rileviamo DUE temi diversi: quello degli
AMBIENTI CONFINATI e quello dei SOSPETTI
d’INQUINAMENTO.
• Qual è la differenza tra i due argomenti?
• Perché vengono trattati insieme nel TUS?
• Cosa significa Lavori Pericolosi con
danno mortale multiplo?
• E perché ancora oggi si verificano gli infortuni/incidenti
mortali multipli?
• Cosa c’è che ancora non si conosce?
Introduzione
3
Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata
Gli ambienti confinati e/o sospetti d’inquinamento
INDIVIDUARE un ambiente confinato potrebbe sembrare apparentemente
banale, invece talvolta risulta essere più difficile di quanto immaginiamo;
stesso dicasi per un ambiente sospetto d’inquinamento…
Tentiamo una prima definizione per suddividere le problematiche...
(vedremo meglio successivamente)
AMBIENTE CONFINATO = ambiente non progettato per muoversi
agevolmente da cui è difficile un recupero nel caso di difficoltà
(sensoriale e/o motorie)
AMBIENTE SOSPETTO d’INQUINAMENTO = ambiente contaminato da
sostanze pericolose per l’uomo (tossiche, nocive, esplosive ecc.)
Comprendere le problematiche dell’uno e dell’altro argomento (che
potrebbero coincidere in taluni ambienti) ci porterà alla
CLASSIFICAZIONE dell’ambiente da cui partire per effettuare una
VALUTAZIONE dei rischi esaustiva.
Introduzione
4
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5
Schema generale del corso
 Introduzione
Obiettivo
 Quadro normativo
 Statistiche d’infortunio
 Valutazione del Rischio
• Metodologia di Valutazione
• VR Fattore UOMO, AMBIENTE, EQUIPAGGIAMENTO
 Misure di Prevenzione e di Protezione
• No Man Risk
• Apprestamento dell’area di lavoro
• Monitoraggio Ambientale
• Bonifica e Ventilazione
• Il Permesso di Lavoro
• I sistemi di comunicazione
• DPC e DPI
 Organizzazione attività in ambienti confinati
Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata
Gli ambienti confinati e/o sospetti d’inquinamento
Il presente corso nasce dall’esigenza di delineare corrette
attività di PREVENZIONE/PROTEZIONE, modalità di lavoro e
d’intervento volti a fronteggiare situazioni problematiche,
emergenziali inerenti attività lavorative svolte in ambienti
sospetti d’inquinamento e/o confinati.
È altrettanto opportuno evidenziare che STANDARDIZZARE
metodologie, sistemi o restare ancorati a dettami legislativi
poco aderenti alla realtà, può determinare risultati
diametralmente opposti a quelli per cui si è chiamati ad
intervenire.
Obiettivo
6
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Gli ambienti confinati e/o sospetti d’inquinamento
La sicurezza nei lavori pericolosi è
materia la cui natura è
necessariamente DINAMICA!
Dunque rimane doveroso comprendere che OGNI ambiente
confinato e/o sospetto d’inquinamento necessita di una
attenzione particolare così come la formazione professionale
dovrà probabilmente proseguire con un ADDESTRAMENTO
specifico in campo.
Obiettivo
7
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8
Schema generale del corso
 Introduzione
 Obiettivo
Quadro normativo
 Statistiche d’infortunio
 Valutazione del Rischio
• Metodologia di Valutazione
• VR Fattore UOMO, AMBIENTE, EQUIPAGGIAMENTO
 Misure di Prevenzione e di Protezione
• No Man Risk
• Apprestamento dell’area di lavoro
• Monitoraggio Ambientale
• Bonifica e Ventilazione
• Il Permesso di Lavoro
• I sistemi di comunicazione
• DPC e DPI
 Organizzazione attività in ambienti confinati
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Il quadro normativo in materia di ambienti sospetti d’inquinamento e/o confinati
risulta, evidentemente, molto complesso e variegato.
Infatti la normativa italiana, già a partire dal 1948 con la COSTITUZIONE,
sancisce in merito. Essa resta il primo, valido strumento di promozione della
salute dei lavoratori, affermando (artt. 2, 32, 35, 41) la salvaguardia della
persona e della sua integrità psico-fisica come principio assoluto, senza
ammettere condizionamenti quali quelli derivanti dalla ineluttabilità, dalla
fatalità, oppure dalla fattibilità economica o convenienza produttiva circa la
predisposizione di condizioni ambientali e di lavoro sicure e salubri.
Successivamente, anche sulla base di norme internazionali preesistenti, sono
emersi in Italia importanti riferimenti TECNICI in tema di ambienti sospetti
d’inquinamento e/o confinati tra i quali ricordiamo: D.P.R. 320/56: Norme per la
prevenzione degli infortuni e l’igiene del lavoro in sotterraneo; D.P.R. 321/56:
Norme per la prevenzione degli infortuni e l’igiene del lavoro nei cassoni ad aria
compressa; D.P.R. 128/59: Norme di polizia delle miniere e delle cave.
Ulteriori sviluppi in tema di ambienti sospetti d’inquinamento e/o confinati,
alcuni dei quali ancora oggi risultano validi, sono stati rappresentati da standard
internazionali, tra i quali: Ansi, Osha, Niosh, Hse, Suva, Inrs ecc.
Quadro normativo
9
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Schema di sintesi della normativa negli ambienti sospetti
d’inquinamento e/o confinati:
Quadro normativo
10
AMBIENTI SOSPETTI D’INQUINAMENTO E/O CONFINATI
CARTA COSTITUZIONALE
Principi generali in materia di salute e sicurezza sul lavoro
(artt. 2, 32, 35, 41)
D.Lgs. 81/’08 Testo Unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro
Titolo II
Luoghi di lavoro art. 66
Lavori in ambienti sospetti di
inquinamento
Titolo IV
Cantieri Temporanei e mobili art. 121
Presenza di gas negli scavi
Allegato IV
Requisiti dei luoghi di lavoro punto 3
Vasche, canalizzazioni, tubazioni,
serbatoi, recipienti, silos
D.P.R. 177/’11
Art. 1 - Finalità e ambito di
applicazione
Art. 2 - Qualificazione nel settore degli
ambienti sospetti di inquinamento o
confinati
Art. 3 - Procedure di sicurezza nel settore
degli ambienti sospetti di inquinamento o
confinati
Regolamento recante norme per la qualificazione delle imprese e
dei lavoratori autonomi operanti in ambienti sospetti
d'inquinamento e/o confinati a norma dell'art. 6 comma 8, del
D.Lgs. 81/08
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D.Lgs. 81/08 - Titolo II Luoghi di lavoro, Capo I
Art. 66 - Lavori in ambienti sospetti di inquinamento
1. È vietato consentire l’accesso dei lavoratori in pozzi neri,
fogne, camini, fosse, gallerie e in generale in ambienti e
recipienti, condutture, caldaie e simili, ove sia possibile il rilascio
di gas deleteri, senza che sia stata previamente accertata
l’assenza di pericolo per la vita e l’integrità fisica dei lavoratori
medesimi, ovvero senza previo risanamento dell’atmosfera
mediante ventilazione o altri mezzi idonei. Quando possa esservi
dubbio sulla pericolosità dell’atmosfera, i lavoratori devono
essere legati con cintura di sicurezza, vigilati per tutta la durata
del lavoro e, ove occorra, forniti di apparecchi di protezione.
L’apertura di accesso a detti luoghi deve avere dimensioni tali da
poter consentire l’agevole recupero di un lavoratore privo di
sensi.
Quadro normativo
11
Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata
D.Lgs. 81/08 - Titolo II Luoghi di lavoro, capo I
Art. 66 - Lavori in ambienti sospetti di inquinamento
(estratto)
• Risanamento dell’atmosfera mediante ventilazione o altri mezzi
idonei (bonifica e ventilazione)
• I lavoratori devono essere legati con cintura di sicurezza (DPI di
III cat.)
• Vigilati per tutta la durata del lavoro (vigilanza «armata»)
• Forniti di apparecchi di protezione (APVR)
• L’apertura di accesso a detti luoghi deve avere dimensioni tali
da poter consentire l’agevole recupero di un lavoratore privo di
sensi («agevole recupero»)
Quadro normativo
12
Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata
D.Lgs. 81/08, Art. 66 - Lavori in ambienti sospetti di inquinamento
Quadro normativo
13
Art. 66
Presenza di adeguati sistemi di recupero
(accessi verticali, orizzontali, combinati)
Vigilanza durante tutta la durata del
lavoro (la vigilanza s’intende vigilanza
«armata»)
Dispositivi Protezione Individuale
(differenza tra I, II e III cat.)
Adeguata apertura di accesso, tale da
consentire un agevole recupero (fase
RESCUE)
Cosa evidenzia
accesso verticale accesso orizzontale
Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata
D.Lgs. 81/08 - Titolo IV Cantieri temporanei e mobili, capo II
Art. 121 – Presenza di gas negli scavi
1. Quando si eseguono lavori entro pozzi, fogne, cunicoli, camini e fosse in
genere, devono essere adottate idonee misure contro i pericoli derivanti dalla
presenza di gas o vapori tossici, asfissianti, infiammabili o esplosivi, specie in
rapporto alla natura geologica del terreno o alla vicinanza di fabbriche, depositi,
raffinerie, stazioni di compressione e di decompressione, metanodotti e
condutture di gas, che possono dar luogo ad infiltrazione di sostanze pericolose.
2. Quando sia accertata o sia da temere la presenza di gas tossici, asfissianti o la
irrespirabilità dell’aria ambiente e non sia possibile assicurare una efficiente
aerazione ed una completa bonifica, i lavoratori devono essere provvisti di idonei
dispositivi di protezione individuale delle vie respiratore, ed essere muniti di
idonei dispositivi di protezione individuale collegati ad un idoneo sistema di
salvataggio, che deve essere tenuto all’esterno dal personale addetto alla
sorveglianza. Questo deve mantenersi in continuo collegamento con gli operai
all’interno ed essere in grado di sollevare prontamente all’esterno il lavoratore
colpito dai gas.
Quadro normativo
14
Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata
D.Lgs. 81/08 - Titolo IV Cantieri temporanei e mobili, capo II
Art. 121 – Presenza di gas negli scavi
3. Possono essere adoperate le maschere respiratorie, in luogo di
autorespiratori, solo quando, accertate la natura e la concentrazione dei
gas o vapori nocivi o asfissianti, esse offrano garanzia di sicurezza e
sempreché sia assicurata una efficace e continua aerazione.
4. Quando si sia accertata la presenza di gas infiammabili o esplosivi,
deve provvedersi alla bonifica dell’ambiente mediante idonea
ventilazione; deve inoltre vietarsi, anche dopo la bonifica, se siano da
temere emanazioni di gas pericolosi, l’uso di apparecchi a fiamma, di
corpi incandescenti e di apparecchi comunque suscettibili di provocare
fiamme o surriscaldamenti atti ad incendiare il gas.
5. Nei casi previsti dai commi 2, 3 e 4, i lavoratori devono essere
abbinati nell’esecuzione dei lavori.
Quadro normativo
15
Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata
D.Lgs. 81/08 - Titolo IV Cantieri temporanei e mobili, capo II
Art. 121 – Presenza di gas negli scavi
(estratto)
• Presenza di adeguati Dispositivi di Protezione individuale
(APVR, Sistemi Anticaduta, Dispositivi Anticalore ecc.)
• Presenza di idoneo sistema di recupero tenuto all’esterno dal
personale addetto alla sorveglianza
• Continuo collegamento con l’esterno
• Aerazione continua.
Quadro normativo
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Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata
D.Lgs. 81/08 Art. 121 – Presenza di gas negli scavi
Quadro normativo
17
Art. 121
Cosa
evidenzia
Presenza di
adeguati DPI
Dispositivi di protezione per le vie
respiratorie (APVR isolanti o
filtranti)
Sistema di recupero tenuto
all’esterno dall’operatore
attendente (colui che gestisce
l’argano-recuperatore)
Comunicazione costante tra operatore entrante e
operatore attendente (problematica della presenza
degli APVR)
Garanzia di una aerazione
continua
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D.Lgs. 81/08 Allegato IV - Requisiti dei luoghi di lavoro
P.to 3 – VASCHE, CANALIZZAZIONI, TUBAZIONI, SERBATOI,
RECIPIENTI, SILOS
3.1. Le tubazioni, le canalizzazioni e i recipienti, quali vasche, serbatoi e simili, in cui
debbano entrare lavoratori per operazioni di controllo, riparazione, manutenzione o per
altri motivi dipendenti dall’esercizio dell’impianto o dell’apparecchio, devono essere
provvisti di aperture di accesso aventi dimensioni tali da poter consentire l’agevole
recupero di un lavoratore privo di sensi.
3.2.1. Prima di disporre l’entrata di lavoratori nei luoghi di cui al punto precedente, chi
sovraintende ai lavori deve assicurarsi che nell’interno non esistano gas o vapori nocivi o
una temperatura dannosa e deve, qualora vi sia pericolo, disporre efficienti lavaggi,
ventilazione o altre misure idonee.
3.2.2. Colui che sovraintende deve, inoltre, provvedere a far chiudere e bloccare le valvole
e gli altri dispositivi dei condotti in comunicazione col recipiente, e a fare intercettare i
tratti di tubazione mediante flange cieche o con altri mezzi equivalenti ed a far applicare,
sui dispositivi di chiusura o di isolamento, un avviso con l’indicazione del divieto di
manovrarli.
3.2.3. I lavoratori che prestano la loro opera all’interno dei luoghi predetti devono essere
assistiti da altro lavoratore, situato all’esterno presso l’apertura di accesso.
Quadro normativo
18
Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata
D.Lgs. 81/08 Allegato IV - Requisiti dei luoghi di lavoro
P.to 3 – VASCHE, CANALIZZAZIONI, TUBAZIONI, SERBATOI,
RECIPIENTI, SILOS
3.2.4. Quando la presenza di gas o vapori nocivi non possa escludersi in
modo assoluto o quando l’accesso al fondo dei luoghi predetti è
disagevole, i lavoratori che vi entrano devono essere muniti di cintura di
sicurezza con corda di adeguata lunghezza e, se necessario, di
apparecchi idonei a consentire la normale respirazione.
3.3. Qualora nei luoghi di cui al punto 3.1. non possa escludersi la
presenza anche di gas, vapori o polveri infiammabili od esplosivi, oltre
alle misure indicate nell’articolo precedente, si devono adottare cautele
atte ad evitare il pericolo di incendio o di esplosione, quali la esclusione
di fiamme libere, di corpi incandescenti, di attrezzi di materiale ferroso
e di calzature con chiodi. Qualora sia necessario l’impiego di lampade,
queste devono essere di sicurezza.
Quadro normativo
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Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata
D.Lgs. 81/08 Allegato IV - Requisiti dei luoghi di lavoro
P.to 3 – VASCHE, CANALIZZAZIONI, TUBAZIONI, SERBATOI,
RECIPIENTI, SILOS
(estratto)
Le tubazioni, le canalizzazioni e i recipienti, quali vasche, serbatoi e simili, in cui
debbano entrare lavoratori per operazioni di controllo, riparazione,
manutenzione o per altri motivi dipendenti dall’esercizio dell’impianto o
dell’apparecchio, devono essere provvisti di aperture di accesso aventi
dimensioni tali da poter consentire l’agevole recupero di un lavoratore privo di
sensi.
N.B. differenza rispetto al D.P.R. 547/55, Art. 235. APERTURE DI ENTRATA NEI
RECIPIENTI. … Le tubazioni, le canalizzazioni e i recipienti, quali vasche, serbatoi
e simili, in cui debbano entrare lavoratori per operazioni di controllo,
riparazione, manutenzione o per altri motivi dipendenti dall’esercizio
dell’impianto o dell’apparecchio, devono essere provvisti di aperture di accesso
aventi dimensioni non inferiori a 30 cm per 40 o diametro non inferiore a 40
cm.
Quadro normativo
20
Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata
In presenza di lavori APPALTATI in ambienti sospetti di
inquinamento o confinati
Quadro normativo
21
si applica il
D.P.R. 14 settembre 2011 n. 177
“Regolamento recante norme per la qualificazione delle imprese e
dei lavoratori autonomi operanti in ambienti sospetti di
inquinamento o confinanti, a norma dell’articolo 6, comma 8,
lettera g), del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81”
(GU Serie Generale n. 260 del 08-11-2011)
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D.P.R. 177/2011 – Art. 1 Finalità e ambito di applicazione
1. In attesa della definizione di un complessivo sistema di qualificazione delle imprese e dei
lavoratori autonomi, come previsto dagli articoli 6, comma 8, lettera g), e 27 del decreto
legislativo 9 aprile 2008, n. 81, il presente regolamento disciplina il sistema di qualificazione
delle imprese e dei lavoratori autonomi destinati ad operare nel settore degli ambienti sospetti
di inquinamento o confinati, quale di seguito individuato.
2. Il presente regolamento si applica ai lavori in ambienti sospetti di inquinamento di cui agli
articoli 66 e 121 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, e negli ambienti confinati di cui
all’allegato IV, punto 3, del medesimo decreto legislativo.
3. Le disposizioni di cui agli articoli 2, comma 2, e 3, commi 1 e 2, operano unicamente in caso di
affidamento da parte del datore di lavoro di lavori, servizi e forniture all’impresa appaltatrice o
a lavoratori autonomi all’interno della propria azienda o di una singola unità produttiva della
stessa, nonché nell’ambito dell’intero ciclo produttivo dell’azienda medesima, sempre che abbia
la disponibilità giuridica, a norma dell’articolo 26, comma 1, del decreto legislativo 9 aprile
2008, n. 81, dei luoghi in cui si svolge l’appalto o la prestazione di lavoro autonomo.
4. Restano altresì applicabili, limitatamente alle fattispecie di cui al comma 3, fino alla data di
entrata in vigore della complessiva disciplina del sistema di qualificazione delle imprese di cui
all’articolo 6, comma 8, lettera g), del decreto legislativo 9 aprile2008, n. 81, e fermi restando i
requisiti generali di qualificazione e le procedure di sicurezza di cui agli articoli 2 e 3, i criteri di
verifica della idoneità tecnico-professionale prescritti dall’articolo 26, comma 1, lettera a), del
medesimo decreto legislativo.
Quadro normativo
22
Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata
D.P.R. 177/2011 – Art. 1 Finalità e ambito di applicazione
(estratto)
Un riferimento nell’ambito della qualificazione professionale è costituito dal
D.P.R. 177/2011.
Definizioni richiamate dal D.Lgs. 81/08:
 Art. 6, comma 8, lettera g;
 Lavori in ambienti sospetti di inquinamento (art. 66);
 Ambienti confinati (art. 121);
 All. IV p.to 3 («Requisiti dei luoghi di lavoro»: vasche, canalizzazioni,
tubazioni, serbatoi, recipienti, silos);
Campo di applicazione:
Si applica quando il datore di lavoro intende affidare lavori, servizi e forniture
alle imprese appaltatrici o a lavoratori autonomi.
Quadro normativo
23
Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata
D.P.R. 177/2011 – Art. 2 Qualificazione nel settore degli
ambienti sospetti di inquinamento o confinati
1. Qualsiasi attività lavorativa nel settore degli ambienti sospetti di inquinamento o confinati può
essere svolta unicamente da imprese o lavoratori autonomi qualificati in ragione del possesso dei
seguenti requisiti:
a) integrale applicazione delle vigenti disposizioni in materia di valutazione dei rischi, sorveglianza
sanitaria e misure di gestione delle emergenze;
b) integrale e vincolante applicazione anche del comma 2 dell’articolo 21 del decreto legislativo 9
aprile 2008, n. 81, nel caso di imprese familiari e lavoratori autonomi;
c) presenza di personale, in percentuale non inferiore al 30 per cento della forza lavoro, con esperienza
almeno triennale relativa a lavori in ambienti sospetti di inquinamento o confinati, assunta con
contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato ovvero anche con altre tipologie contrattuali o
di appalto, a condizione, in questa seconda ipotesi, che i relativi contratti siano stati preventivamente
certificati ai sensi del Titolo VIII, Capo I, del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276. Tale
esperienza deve essere necessariamente in possesso dei lavoratori che svolgono le funzioni di preposto;
d) avvenuta effettuazione di attività di informazione e formazione di tutto il personale, ivi compreso il
datore di lavoro ove impiegato per attività lavorative in ambienti sospetti di inquinamento o confinati,
specificamente mirato alla conoscenza dei fattori di rischio propri di tali attività, oggetto di verifica di
apprendimento e aggiornamento. i contenuti e le modalità della formazione di cui al periodo che
precede sono individuati, compatibilmente con le previsioni di cui agli articoli 34 e 37 del decreto
legislativo 9 aprile 2008, n. 81, entro e non oltre 90 giorni dall’entrata in vigore del presente decreto,
con accordo in Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di
Trento e di Bolzano, sentite le parti sociali;
Quadro normativo
24
Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata
D.P.R. 177/2011 – Art. 2 Qualificazione nel settore degli
ambienti sospetti di inquinamento o confinati
e) possesso di dispositivi di protezione individuale, strumentazione e attrezzature di lavoro idonei alla
prevenzione dei rischi propri delle attività lavorative in ambienti sospetti di inquinamento o confinati e
avvenuta effettuazione di attività di addestramento all’uso corretto di tali dispositivi, strumentazione
e attrezzature, coerentemente con le previsioni di cui agli articoli 66 e 121 e all’allegato IV, punto 3,
del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81;
f) avvenuta effettuazione di attività di addestramento di tutto il personale impiegato per le attività
lavorative in ambienti sospetti di inquinamento o confinati, ivi compreso il datore di lavoro,
relativamente alla applicazione di procedure di sicurezza coerenti con le previsioni di cui agli articoli 66
e 121 e dell’allegato IV, punto 3, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81;
g) rispetto delle vigenti previsioni, ove applicabili, in materia di Documento unico di regolarità
contributiva;
h) integrale applicazione della parte economica e normativa della contrattazione collettiva di settore,
compreso il versamento della contribuzione all’eventuale ente bilaterale di riferimento, ove la
prestazione sia di tipo retributivo, con riferimento ai contratti e accordi collettivi di settore sottoscritti
da organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano
nazionale.
2. In relazione alle attività lavorative in ambienti sospetti di inquinamento o confinati non è ammesso il
ricorso a subappalti, se non autorizzati espressamente dal datore di lavoro committente e certificati ai
sensi del Titolo VIII, Capo I, del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, e successive modificazioni
e integrazioni.
Le disposizioni del presente regolamento si applicano anche nei riguardi delle imprese o dei lavoratori
autonomi ai quali le lavorazioni vengano subappaltate.
Quadro normativo
25
Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata
D.P.R. 177/2011 – Art. 2 Qualificazione nel settore degli
ambienti sospetti di inquinamento o confinati
(estratto)
• Si applica anche ad imprese familiari e lavoratori autonomi
• Presenza di personale, almeno il 30% della forza lavoro e
con esperienza almeno triennale
• Richiesta di esperienza almeno triennale per i lavoratori PREPOSTI
• Possesso (da parte del D.L. qualora questi operi) di D.P.I., strumentazione e
attrezzature di lavoro idonee alla prevenzione dei rischi + avvenuta
effettuazione di addestramento al corretto uso degli stessi
• Informazione/formazione/addestramento a tutto il personale
(compreso il datore di lavoro se impiegato nelle attività lavorative) prima
dell’inizio lavori
• Non è ammesso il ricorso a subappalti (fatte salve le disposizioni del D.Lgs.
276/2003 Titolo VIII).
Quadro normativo
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Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata
D.P.R. 177/2011 – Art. 3 Procedure di sicurezza nel settore
degli ambienti sospetti di inquinamento o confinati
1. Prima dell’accesso nei luoghi nei quali devono svolgersi le attività
lavorative di cui all’articolo 1, comma 2, tutti i lavoratori impiegati
dalla impresa appaltatrice, compreso il datore di lavoro ove impiegato
nelle medesime attività, o i lavoratori autonomi devono essere
puntualmente e dettagliatamente informati dal datore di lavoro
committente sulle caratteristiche dei luoghi in cui sono chiamati ad
operare, su tutti i rischi esistenti negli ambienti, ivi compresi quelli
derivanti dai precedenti utilizzi degli ambienti di lavoro, e sulle misure
di prevenzione e emergenza adottate in relazione alla propria attività.
L’attività di cui al precedente periodo va realizzata in un tempo
sufficiente e adeguato all’effettivo completamento del trasferimento
delle informazioni e, comunque, non inferiore ad un giorno.
Quadro normativo
27
Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata
D.P.R. 177/2011 – Art. 3 Procedure di sicurezza nel settore
degli ambienti sospetti di inquinamento o confinati
(estratto)
• Obbligo del Committente di informazione, puntuale e dettagliata
(non inferiore ad un giorno) sulle caratteristiche dei luoghi, sui rischi
esistenti e sulle misure di prevenzione ed emergenza;
• Il Committente individua un proprio rappresentante, in possesso di
adeguate competenze (di cui all’articolo 2, comma 1, lettere c ed f),
con funzione di indirizzo e coordinamento delle attività in oggetto,
per limitare il rischio da interferenza di tali lavorazioni con le attività
svolte dal personale di sito.
Quadro normativo
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Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata
• La normativa precedentemente esaminata NON stabilisce una definizione
precisa degli ambienti sospetti di inquinamento e/o confinati.
• Occorre considerare la normativa come utile linea-guida da interpretare in
senso estensivo, seguendo la logica della possibile esistenza o generazione di
una situazione di pericolo. A livello internazionale si parla di «IDLH»,
Immediately Dangerous to Life or Health.
• Così, individuare, praticamente uno spazio confinato/sospetto
d’inquinamento vuol dire far riferimento a due criteri-guida: quello
dell’ATTUALITÀ (si valuta l’ambiente per come esso si presenta; accessi,
uscite, ventilazione, presenza di agenti chimici pericolosi ecc.); quello della
POTENZIALITÀ (si valuta l’ambiente in base a come potrebbe, in certe
condizioni, presentarsi; modificazioni che l’attività svolta può indurre,
circostanze impreviste, imprevedibili...). La griglia di informazioni che
l’adozione combinata dei due criteri ci offre, consente una configurazione
veramente utile del confined space, al di là di definizioni e classificazioni più
o meno esaustive.
Quadro normativo
29
Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata
Criterio-guida per l’INDIVIDUAZIONE di un ambiente sospetto
d’inquinamento o confinato
Quadro normativo
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Di seguito si riportano le definizioni, ad oggi, più considerate in
materia di spazi confinati/sospetti d’inquinamento:
Definizioni OSHA (Occupational Safety and Health Administration, CFR 1910.146)
Uno spazio confinato:
1. è largo abbastanza da consentire ad un lavoratore di entrare interamente con il corpo ed eseguire il
lavoro assegnato, e
2. ha limitazioni o impedimenti per l’entrata e l’uscita (ad esempio, serbatoi, recipienti, silos, silos di
stoccaggio, tramogge, volte, e pozzi sono spazi che possono avere limitazioni per l’entrata); e
3. non è progettato l’occupazione continua di un lavoratore.
Si evidenzia che uno spazio per essere definito confinato deve rispettare tutti i tre criteri sopra indicati.
L’OSHA definisce gli spazi per i quali è necessario un permesso per l’accesso (Permit Required Confined
Space - PRCS) come uno "spazio confinato che possiede almeno una delle seguenti caratteristiche":
• contiene o può contenere un’atmosfera pericolosa;
• contiene un materiale che può causare il seppellimento di un lavoratore entrante;
• ha una configurazione interna tale che un lavoratore potrebbe essere intrappolato o asfissiato da
pareti convergenti verso l’interno o da un piano che degrada verso il basso e si rastrema ad una
sezione trasversale più piccola;
• contiene qualsiasi altro grave pericolo per la sicurezza o la salute.
Quadro normativo
31
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Definizione ISPESL
Per “ambiente confinato” si
intende uno spazio circoscritto,
caratterizzato da limitate
aperture di accesso e da una
ventilazione naturale
sfavorevole, in cui può verificarsi
un evento incidentale
importante, che può portare ad
un infortunio grave o mortale, in
presenza di agenti chimici
pericolosi (ad esempio, gas,
vapori, polveri). Alcuni ambienti
confinati sono facilmente
identificabili come tali, in
quanto la limitazione legata alle
aperture di accesso e alla
ventilazione sono ben evidenti
e/o la presenza di agenti chimici
pericolosi è nota.
Quadro normativo
32
Ambiente
confinato
Ingresso
limitato
Presenza
sostanze
chimiche
pericolose
Possibile
verificarsi
infortuni-
incidenti
Spazio
lavorativo
circoscritto
con
ventilazione
naturale
sfavorevole
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Definizione INAIL
Per spazio confinato si intende un qualsiasi ambiente limitato, in cui il pericolo di morte o
di infortunio grave è molto elevato, a causa della presenza di sostanze o condizioni di
pericolo (ad. es. mancanza di ossigeno). Gli spazi confinati sono facilmente identificabili
proprio per la presenza di aperture di dimensioni ridotte, come nel caso di: serbatoi, silos,
recipienti adibiti a reattori, sistemi di drenaggio chiusi, reti fognarie.
Altri tipi di spazi confinati, non altrettanto facili da identificare ma ugualmente pericoli,
potrebbero essere: cisterne aperte, vasche, camere di combustione all’interno di forni,
tubazioni, ambienti con ventilazione inefficiente o assente.
Non è possibile fornire una lista completa di tutti gli spazi confinati. Alcuni ambienti
infatti, possono comportarsi da spazi confinati durante lo svolgimento delle attività
lavorative cui sono adibiti o durante la loro costruzione, fabbricazione o successiva
modifica.
Quadro normativo
33
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Definizione NIOSH (National Institute for Occupational Safety and Health)
Ogni spazio con limitate aperture di entrata e uscita, con sfavorevole ventilazione naturale,
con sostanze inquinanti, tossiche o infiammabili che possono accumularsi, o che hanno un
atmosfera carente di ossigeno e non è destinato per l’occupazione continua da parte dei
lavoratori.
Quadro normativo
34
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Tra i molti documenti utili a chiarire la tematica si evidenziano
inoltre:
• il “Manuale illustrato per lavori in ambienti sospetti di
inquinamento o confinati ai sensi dell’art. 3 c.3 del D.P.R.
177/2011” elaborato dal Sottogruppo Ambienti Confinati del
Comitato 1 della Commissione Consultiva Permanente per la
Salute e la Sicurezza sul Lavoro e approvato il 18 aprile 2012;
• La guida pratica all’implementazione di
misure preventive e protettive in ambienti
confinati e/o sospetti d’inquinamento
“SPAZI CONFINATI Formazione,
addestramento, equipaggiamento” EPC
Editore, aprile 2018.
Quadro normativo
35
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Tra i molti documenti utili a chiarire la tematica si
evidenziano inoltre:
• la norma UNI 10449/2008 “Manutenzione - Criteri per la
formulazione e gestione del permesso di lavoro”
• il Decreto Legislativo 27 luglio 1999, n. 272 “Adeguamento
della normativa sulla sicurezza e salute dei lavoratori
nell’espletamento di operazioni e servizi portuali, nonché
di operazioni di manutenzione, riparazione e
trasformazione delle navi in ambito portuale, a norma
della legge 31 dicembre 1998, n. 485”, tutt’ora vigente
(vedi art. 3 comma 3 del D.Lgs. 81/08)
• ecc.
Quadro normativo
36
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CONCLUSIONI sul quadro normativo degli ambienti sospetti
d’inquinamento o confinati
Sebbene esistono molti documenti utili a chiarire l’argomento in
questione è altresì difficile una definizione di ambiente sospetto
d’inquinamento o confinato; infatti la definizione del proprio ambiente
sarà da costruire sulla base della propria Valutazione dei Rischi in
riferimento alle Linee Guida disponibili/cogenti;
Anche le indicazioni circa i requisiti professionali del personale
formatore/istruttore risultano carenti così come le indicazioni sulle
modalità di erogazione della formazione e dell’addestramento
specifico (durata minima dei corsi di formazione/addestramento),
formazione differente in relazione al personale coinvolto (entranti,
attendenti, preposti, addetti all’emergenza ecc.);
Ulteriori carenze si rilevano sulle indicazioni circa la modalità di
formazione/addestramento per formare gli operatori che non
dispongono di proprie aree con ambienti confinati (es. ditte conto
terzi).
Quadro normativo
37
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CONCLUSIONI sul quadro normativo degli ambienti sospetti
d’inquinamento o confinati
I molti documenti tecnici disponibili e utili a chiarire la tematica in
questione talvolta non aiutano a DEFINIRE unilateralmente un ambiente
sospetto d’inquinamento e/o confinato.
Le varie definizioni che tentano di definire la tematica lasciano il tempo
che trovano: non è possibile fornire un dettaglio completo di TUTTE le
ipotesi di "ambienti sospetti di inquinamento e/o confinati".
Alcuni ambienti, infatti, possono comportarsi come spazi confinati solo in
taluni frangenti; durante lo svolgimento di particolari attività lavorative,
durante la loro costruzione o successiva modifica/demolizione.
Sarà dunque necessario capire come procedere nella fase di Valutazione
dei Rischi specifica del caso.
Quadro normativo
38
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39
Schema generale del corso
 Introduzione
 Obiettivo
 Quadro normativo
Statistiche d’infortunio
 Valutazione del Rischio
• Metodologia di Valutazione
• VR Fattore UOMO, AMBIENTE, EQUIPAGGIAMENTO
 Misure di Prevenzione e di Protezione
• No Man Risk
• Apprestamento dell’area di lavoro
• Monitoraggio Ambientale
• Bonifica e Ventilazione
• Il Permesso di Lavoro
• I sistemi di comunicazione
• DPC e DPI
 Organizzazione attività in ambienti confinati
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La cronaca riporta frequentemente casi di incidenti mortali,
anche di più soggetti contemporaneamente, operanti in
ambienti confinati o sospetti di inquinamento, senza
l’adozione delle necessarie misure di sicurezza e senza un
adeguato addestramento anche per le operazioni di
emergenza.
L’analisi degli incidenti effettuata dall’INAIL indica come i
rischi ricadano sia sui lavoratori direttamente interessati
che su coloro che intervengono in soccorso, spesso senza
l’adeguata preparazione e senza gli opportuni dispositivi di
protezione; per tale motivo di seguito il link dell’Inail dove
poter approfondire alcune analisi di seguito riportate:
https://www.inail.it/sol-informo/home.do?tipoEvento=1
Statistiche d’infortuni
40
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https://www.inail.it/sol-informo/home.do?tipoEvento=1
Statistiche d’infortuni
41
Fonte: INAIL.it - Infor.mo.
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Si registra il 52,2% di
esposizione a gas/vapori
pericolosi.
In particolare:
• il 38,9% dei decessi
avvengono per
esposizione a gas/vapori
già presenti
nell’ambiente di lavoro;
• il 13,3% a gas/vapori che
si generano nel corso
della lavorazione o che
fuoriescono dai sistemi di
contenimento.
Statistiche d’infortuni
42
Fonte: INAIL.it - Infor.mo.
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ANALISI STATISTICHE
Nell’analisi degli incidenti/infortuni gravi e mortali si sono
evidenziate alcune criticità:
• mancanza di una idonea valutazione dei rischi;
• non consapevolezza dei pericoli potenzialmente presenti o
potenziali (ovvero che si possono generare dalle stesse
lavorazioni);
• drammatica “catena di solidarietà” nel prestare soccorso
(circa il 50% delle vittime è rappresentato da colleghi o
altri lavoratori presenti che hanno tentato il soccorso);
• errori nelle modalità operative;
Statistiche d’infortuni
43
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segue ANALISI STATISTICHE
• la stessa operazione che provoca una o più vittime è stata
già eseguita molte altre volte alle medesime condizioni;
• non applicazione delle procedure di isolamento/de-
energizzazione/ciecatura/lucchettagio;
• assenti adeguati DPC/DPI;
• non utilizzo dei DPI necessari o carenza manutentiva degli
stessi;
• carenze strutturali e organizzative degli ambienti
lavorativi;
• errore comportamentale del singolo e dell’organizzazione.
Statistiche d’infortuni
44
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45
Schema generale del corso
 Introduzione
 Obiettivo
 Quadro normativo
 Statistiche d’infortunio
Valutazione del Rischio
• Metodologia di Valutazione
• VR Fattore UOMO, AMBIENTE, EQUIPAGGIAMENTO
 Misure di Prevenzione e di Protezione
• No Man Risk
• Apprestamento dell’area di lavoro
• Monitoraggio Ambientale
• Bonifica e Ventilazione
• Il Permesso di Lavoro
• I sistemi di comunicazione
• DPC e DPI
 Organizzazione attività in ambienti confinati
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VR ambienti sospetti d’inquinamento e/o confinati
Il D.Lgs. 81/08 trasferisce tutte le responsabilità al Datore di
Lavoro e alle sue figure apicali, demandando di fatto la gestione
dei Rischi alla Valutazione aziendale (DVR) che dovrà
ricomprendere TUTTI I RISCHI presenti, in riferimento a: ambienti,
mansioni svolte, macchinari, attrezzature, impianti, sostanze
utilizzate ecc.
Valutazione del Rischio
46
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VR ambienti sospetti d’inquinamento e/o confinati
Il concetto di rischio non va confuso con quello di pericolo. Il
pericolo è una proprietà, o una qualità, o una modalità
dannosa di uno strumento, di una situazione, di un’azione;
per intenderci, una sega elettrica è di per sé pericolosa,
come pure una stanza riempita di sostanze tossiche.
Dunque rimane doveroso comprendere che OGNI ambiente
sospetto d’inquinamento/confinato necessita di una
VALUTAZIONE DEI RISCHI ad hoc, eseguita con un sopralluogo
preventivo, con raccolta di tutti i documenti a supporto e
che possano far comprendere tutti i possibili pericoli
presenti e in divenire.
Valutazione del Rischio
47
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VR ambienti confinati e/o sospetti d’inquinamento
Il rischio, invece, esiste quando vi è contemporanea presenza di un pericolo e di
qualcuno o qualcosa esposto ad esso. Quest’associazione, che non è scontata in
caso di strumenti e situazioni, è sempre presente nel caso dell’azione. Il rischio
riguarda la probabilità che sia raggiunto il limite potenziale di danno nelle
condizioni di esposizione o di impiego di un determinato fattore. Il rischio è ,
dunque, esposizione al pericolo e può essere espresso nella formula:
R = P x M
Rischio = Pericolo x Magnitudo
Rischio = prodotto tra la Pericolosità (ovvero PROBABILITÀ che un evento
si verifichi in un determinato spazio/tempo) e Magnitudo (ovvero gravità
delle conseguenze DANNOSE).
Dato, quindi, un certo pericolo, il relativo livello di rischio non è univocamente
determinato. Esistono tanti diversi livelli di rischio quante sono le combinazioni
delle condizioni al contorno (modalità operative, procedure, condizioni
ambientali, formazione, caratteristiche organizzative…).
Valutazione del Rischio
48
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Valutazione del Rischio
49
Rischio = Probabilità X Danno
Misure di Prevenzione
Insieme delle misure
tecniche, organizzative,
procedurali; volte alla
riduzione della
PROBABILITÀ di
accadimento
Misure di Protezione
Insieme dei dispositivi di
protezione Collettiva e di
protezione Individuale
volti alla riduzione del
DANNO e dalle
conseguenze che ne
derivano.
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Possiamo sintetizzare i RISCHI in 3 macro-fattori:
Valutazione del Rischio
50
Rischi derivanti dal Fattore UOMO
(ovvero il TEAM di persone
chiamate all’intervento =
MANSIONI)
Rischi derivanti dal Fattore
AMBIENTE (distinzione tra
ambienti indoor/outdoor)
Rischi derivanti dal Fattore
EQUIPAGGIAMENTO (ovvero
macchine, impianti, attrezzature,
DPI, sostanze chimiche ecc.)
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Nella valutazione del rischio nei LAVORI PERICOLOSI, ogni macroelemento
può invece generare da solo il rischio ed è, al tempo stesso, condizione
indispensabile alla configurazione dello scenario «lavoro pericoloso».
Posta l’ineliminabilità dei singoli elementi, ai fini della riduzione del rischio,
non si può far altro che tentare di abbassare il più possibile, per ogni singolo
fattore, le fonti di pericolosità, secondo un’analisi che tenga conto sempre
del quarto macroelemento non indicato: l’interazione tra i tre.
Valutazione del Rischio
51
FATTORE
EQUIPAGGIAMENTO
FATTORE
AMBIENTE
Rischio
Lavori
Pericolosi
Dall’INTERAZIONE dei 3
vertici della piramide si
generano i rischi
FATTORE
UOMO
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Fattore UOMO – Requisiti Psico-Fisici
• Idoneità alla mansione specifica:
baricentro e peso corporeo, misure
antropometriche rispetto alle
dimensioni degli spazi disponibili
• Condizioni psicofisiche del
momento: malori, malanni di
stagione, cambiamenti delle
condizioni psicofisiche rispetto alla
data di rilascio certificato di
idoneità alla mansione
Valutazione del Rischio: Fattore UOMO
52
Tratto da: Giornale Italiano
di Medicina del Lavoro ed
Ergonomia - volume XXXIX
suppl. al n. 4 Ottobre-
Dicembre 2017
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Fattore UOMO – Requisiti Psico-Fisici
Condizioni di possibili NON idoneità alla mansione di addetto
ai lavori in ambienti confinati/sospetto d’inquinamento.
Valutazione del Rischio: Fattore UOMO
53
CONDIZIONI GENERALI:
• Età > 50/55 aa
• Altezza di 1,90/2,00 m*
• Peso > 100 Kg*
• B.M.I. > 35
• Alterazioni della fonazione (disfonie,
disartrie, dislalie)
• Patologie cutanee suscettibili di
peggioramento (per stress,
sudorazione, utilizzo di DPI)
• Deformità facciali che possono
interferire con l’utilizzo dei DPI
APPARATO CARDIOVASCOLARE:
• Patologie del sistema del sistema
cardio-vascolare
• Eccezioni alla non idoneità:
• Ipertensione arteriosa in controllo
terapeutico, previa relazione
specialistica in merito
• Piccole varicosità localizzate: previa
valutazione possibilità di ulcerazione
durante l’attività lavorativa
• Rischio cardiovascolare secondo
l’algoritmo I.S.S. (se > 20 richiedere
valutazione specialistica)
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Fattore UOMO – Requisiti Psico-Fisici
Condizioni di possibili NON idoneità alla mansione di addetto
ai lavori in ambienti confinati/sospetto d’inquinamento
Valutazione del Rischio: Fattore UOMO
54
APPARATO RESPIRATORIO:
• Patologie del sistema respiratorio
• Spirometri FVC < 70%e/o FEV1 < 70%
APPARATO OSTEOMUSCOLARE:
• Patologie che compromettono:
• Abilità di manipolare utensili
• Possibilità di operare secondo le
procedure richieste
• Capacità di indossare i DPI
SISTEMA NERVOSO:
• Alterazioni che compromettono:
• Equilibrio, coordinazione motoria,
forza muscolare e sensibilità
• Coscienza (anche in caso di
risposta favorevole al trattamento
farmacologico)
PSICHE:
• Patologie psichiatriche:
• Sia in buon compenso
farmacologico, sia qualora siano
state trattate in passato e siano in
remissione da tempo
• Alterazioni che compromettono la
coscienza (anche in caso di
risposta favorevole al trattamento
farmacologico)
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Fattore UOMO – Requisiti Psico-Fisici
Condizioni di possibili NON idoneità alla mansione di addetto
ai lavori in ambienti confinati/sospetto d’inquinamento
Valutazione del Rischio: Fattore UOMO
55
SISTEMA ENDOCRINO:
• Patologie endocrine non compensate
da trattamento farmacologico
• Diabete mellito (eccezioni alla non
idoneità):
• Se trattamento con solfaniluree
ed insulina: richiedere sempre
certificazione sullo stato di
compenso metabolico da parte
dello specialista del centro
diabetologico che lo assiste
• Nella valutazione dell’Hb glicata è
utile rifarsi a quanto previsto
dalla normativa per il rilascio
della patente di guida
ORGANI DI SENSO – VISTA:
• Patologie che diminuiscano o alterino:
• Acuità visiva
• Senso cromatico
• Visione stereoscopica
ORGANI DI SENSO – UDITO:
• Perdite di udito superiori a 40 dB
(valore medio)
• Protesi acustiche consentite solo se
rischio ATEX assente e/o non
interferenti con corretto utilizzo di
DPI
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Fattore UOMO – Requisiti Psico-Fisici
Valutazione del Rischio: Fattore UOMO
56
MISURE ANTROPOMETRICHE
Le misure corporee di un
lavoratore determinano
l’ingombro del suo corpo rispetto
ad un ingresso ristretto (o ad
eventuali percorsi presenti negli
ambienti confinati).
Tale ingombro è costituito da un:
• ASSE MAGGIORE (larghezza
delle spalle);
• ASSE MINORE (profondità del
corpo).
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Fattore UOMO – Requisiti Psico-Fisici
Valutazione del Rischio: Fattore UOMO
57
BARICENTRO
Altro elemento psico-fisico
da tenere in considerazione
per taluni accessi ristretti è
l’altezza di baricentro del
lavoratore. Questo punto
infatti rappresenta il «punto
di NON ritorno» qualora il
lavoratore abbia un
malessere o risulti privo di
sensi.
Esempio di
trasferimento del
baricentro verso il
basso
(fase di "non ritorno")
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Fattore UOMO – Requisiti Psico-Fisici
IMC (o BMI)
Oltre al punto di baricentro (derivante dall’altezza del soggetto,
espresso in cm) è necessario tener conto anche del peso di massa
corporea (espresso in chilogrammi). Da questi due elementi ne
deriva il calcolo dell’Indice di Massa Corporea (IMC) o anche Body
Mass Index (BMI).
L’IMC è un parametro che mette in relazione la massa corporea e
la statura di un soggetto, fornendo una stima delle dimensioni
corporee più accurata rispetto alle vecchie tabelle basate su
altezza e peso. L’IMC si calcola dividendo il proprio peso espresso
in kg per il quadrato dell’altezza espressa in metri ed è indicatore
dello stato di peso-forma.
IMC = massa corporea (kg) / statura (m2).
Valutazione del Rischio: Fattore UOMO
58
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Fattore UOMO – Requisiti professionali
Chi opera in ambienti confinati e/o sospetti di inquinamento
deve essere in possesso di adeguata esperienza e una
specifica Informazione, Formazione e Addestramento.
Valutazione del Rischio: Fattore UOMO
59
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Requisiti del TEAM di lavoro, esempi di fabbisogni
formativi professionali:
• Lavoratore Entrante: min. 3 anni di esperienza; Corso per lavoratori addetti
alle attività in ambienti confinati e/o sospetti di inquinamento con utilizzo
delle attrezzature per spazi confinati e DPI III cat.
• Lavoratore Attendente: min. 3 anni di esperienza; Corso per lavoratori
addetti alle attività in ambienti confinati e/o sospetti di inquinamento con
utilizzo delle attrezzature per spazi confinati e DPI III cat.
• Lavoratore Sovraintendente (preposto): min. 3/5 anni di esperienza; Corso
per lavoratori addetti alle attività in ambienti confinati e/o sospetti di
inquinamento con utilizzo delle attrezzature per spazi confinati e DPI III cat.
• Addetti alla Squadra di Emergenza: Conoscenza del sistema di soccorso
pubblico-esterno, qualifica per interventi di lotta antincendio e di primo
soccorso aziendale
• Per gli altri soggetti: Corso di Formazione e Addestramento Generale e
Specifico per la mansione svolta e per il ruolo che si ricopre (vedi anche rif.ti
Accordi Stato-Regioni)
Valutazione del Rischio: Fattore UOMO
60
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61
Sovrintendente
(Preposto)
 Gestione
Organizzativa
 Gestione
Tecnico /
Specialistica
 Statistiche e analisi infortuni
 Identificazione e gestione di rischi generici e
specifici
 Strumentazione e attrezzature di lavoro
 DPC/DPI specifici
 Procedure di lavoro ordinarie/emergenza,
istruzioni operative, permessi di lavoro, ecc.
 Tecniche di recupero e salvataggio
 Informazione / formazione / addestramento
in SC e/o sospetti di inquinamento
 Corso di formazione e addestramento per lavoratori addetti
alle attività in ambienti sospetti di inquinamento e/o
confinati con utilizzo di DPI di III cat. (mod. U.M.A. - tot. 8H)
 Corso di formazione e addestramento all’uso di attrezzature
di recupero personale da ambienti confinati e/o sospetti di
inquinamento (mod. DISPOSITIVI RECUPERO - tot. 4/8H)
 Corso “on site” di formazione e addestramento per ambienti
confinati e/o sospetti di inquinamento (mod. FAST - tot.
4/8H)
N.B.: Ulteriori corsi di formazione e addestramento potrebbero
essere necessari in relazione ai rischi specifici presenti negli
ambienti di lavoro
Lavoratore
Attendente
 Gestione
Organizzativa
 Gestione
Tecnico /
Specialistica
 Quadro legislativo di riferimento
 Statistiche e analisi infortuni
 Identificazione e gestione di rischi generici e
specifici
 Strumentazione e attrezzature di lavoro
 DPC/DPI specifici
 Procedure di lavoro ordinarie/emergenza,
istruzioni operative, permessi di lavoro, ecc.
 Tecniche di recupero e salvataggio
 Informazione / formazione / addestramento
in SC e/o sospetti di inquinamento
 Corso di formazione e addestramento per lavoratori addetti
alle attività in ambienti sospetti di inquinamento e/o
confinati con utilizzo di DPI di III cat. (mod. U.M.A. - tot. 8H)
 Corso di formazione e addestramento all’uso di attrezzature
di recupero personale da ambienti confinati e/o sospetti di
inquinamento (mod. DISPOSITIVI RECUPERO - tot. 4/8H)
 Corso “on site” di formazione e addestramento per ambienti
confinati e/o sospetti di inquinamento (mod. FAST - tot.
4/8H)
N.B.: Ulteriori corsi di formazione e addestramento potrebbero
essere necessari in relazione ai rischi specifici presenti negli
ambienti di lavoro
Lavoratore
Entrante
 Gestione
Organizzativa
 Gestione
Tecnico /
Specialistica
 Quadro legislativo di riferimento
 Statistiche e analisi infortuni
 Identificazione e gestione di rischi generici e
specifici
 Strumentazione e attrezzature di lavoro
 DPC/DPI specifici
 Procedure di lavoro ordinarie/emergenza,
istruzioni operative, permessi di lavoro, ecc.
 Informazione / formazione / addestramento
in SC e/o sospetti di inquinamento
 Corso di formazione e addestramento per lavoratori addetti
alle attività in ambienti sospetti di inquinamento e/o
confinati con utilizzo di DPI di III cat. (mod. U.M.A. - tot. 8H)
 Corso “on site” di formazione e addestramento per ambienti
confinati e/o sospetti di inquinamento (mod. FAST - tot.
4/8H)
N.B.: Ulteriori corsi di formazione e addestramento potrebbero
essere necessari in relazione ai rischi specifici presenti negli
ambienti di lavoro
Valutazione del Rischio: Fattore UOMO
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62
D.L. Impresa
Appaltatrice
 Gestione
Amministrativa
 Gestione
Organizzativa
 Gestione Tecnico
/ Specialistica
 Quadro legislativo di riferimento
 Gestione contrattuale degli appalti
 Statistiche e analisi infortuni
 Identificazione e gestione di rischi generici e
specifici
 Strumentazione e attrezzature di lavoro
 DPC/DPI specifici
 Procedure di lavoro ordinarie/emergenza,
istruzioni operative, permessi di lavoro, ecc
 Tecniche di recupero e salvataggio
 Informazione / formazione / addestramento
in SC e/o sospetti di inquinamento
 Corso di formazione e informazione con nozioni
dimostrative sui rischi connessi agli ambienti
confinati e/o sospetti di inquinamento (mod.
U.M.A. - tot. 24H)
 Corso di formazione e addestramento per
lavoratori addetti alle attività in ambienti
sospetti di inquinamento e/o confinati con
utilizzo di DPI di III cat. (mod. U.M.A. - tot. 8H)
 Corso di formazione e addestramento all’uso di
attrezzature di recupero personale da ambienti
confinati e/o sospetti di inquinamento (mod.
DISPOSITIVI RECUPERO - tot. 4/8H)
N.B.: Ulteriori corsi di formazione e addestramento
potrebbero essere necessari in relazione ai rischi
specifici presenti negli ambienti di lavoro
Squadra di
Emergenza
 Gestione
Organizzativa
 Gestione Tecnico
/ Specialistica
 Quadro legislativo di riferimento
 Statistiche e analisi infortuni
 Identificazione e gestione di rischi generici e
specifici
 Strumentazione e attrezzature di lavoro
 DPC/DPI specifici
 Procedure di lavoro ordinarie/emergenza,
istruzioni operative, permessi di lavoro, ecc
 Tecniche di recupero e salvataggio
 Informazione / formazione / addestramento
in SC e/o sospetti di inquinamento
 Formazione e addestramento:
Primo soccorso-bls-D / lotta antincendio /
sversamenti chimici pericolosi / interventi
sotto tensione o in prossimità di parti
elettriche / lavori ad altezze maggiori di 2 m
/ sistemi di accesso e posizionamento
mediante funi / altri rischi specifici presenti
 Corso di formazione e addestramento per
lavoratori addetti alle attività in ambienti
sospetti di inquinamento e/o confinati con
utilizzo di DPI di III cat. (mod. U.M.A. - tot. 8H)
 Corso di formazione e addestramento per
operatori addetti all’emergenza (mod. ADDETTI
EMERGENZA - tot. 16 H)
 Corso “on site” di formazione e addestramento
per ambienti confinati e/o sospetti di
inquinamento (mod. FAST - tot. 4/8H)
N.B.: Ulteriori corsi di formazione e addestramento
potrebbero essere necessari in relazione ai rischi
specifici presenti negli ambienti di lavoro
Valutazione del Rischio: Fattore UOMO
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Fattore UOMO – Requisiti professionali
Requisiti del TEAM di lavoro, esempi di fabbisogni formativi
professionali
Altro utile riferimento per un’adeguata formazione-addestramento
di BASE è riportato nella sess. 2 del manuale tratto da: AIDII-
30°Congresso Nazionale, Maranello (Modena) 26-28 giugno 2013 dal
titolo «FORMAZIONE E ADDESTRAMENTO ITINERANTE SULLE
PROCEDURE DI LAVORO IN SPAZI CONFINATI: UNITÀ MOBILE DI
ADDESTRAMENTO (UMA) ED IL CONTRIBUTO DELLE ISTITUZIONI DEL
LAZIO»
Valutazione del Rischio: Fattore UOMO
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Fattore UOMO – Requisiti professionali
I progetti formativi della Regione Lazio
“Safety First – La sicurezza prima di tutto”
oggetto dei Protocolli d’Intesa:
“FORMAZIONE ITINERANTE PER ADDETTI CHE OPERANO IN
AMBIENTI CONFINATI” APPROVATI il 17/10/2012 e 15/4/2014 da:
Valutazione del Rischio: Fattore UOMO
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Fattore UOMO – Altri RISCHI
Oltre ai rischi principali finora esaminati è necessario tener conto anche:
• Valutazione del rischio STATICO (condizione del Rischio senza esecuzione di lavori) e
DINAMICO (condizione del Rischio durante l’esecuzione di lavori)
• GRADO DI ESPERIENZA maturata nelle specifica mansione lavorativa e nel ruolo di
entrante/attendente/sovraintendente/addetto manovra rescue (possibili
comportamenti inadeguati/inaspettati dovuti anche a paura, claustrofobia, eventi
avversi non vissuti ecc.)
• Esecuzione dei MOVIMENTI CORRETTI tali da non pregiudicare un’eventuale manovra
rescue (in particolare per i sistemi di recupero)
• Esecuzione dei TEST PRELIMINARI dei DPI/sistemi di recupero in dotazione (fit test,
size, rapporto peso/potenza tra entrante/sovraintendente ecc.)
• Abbigliamento idoneo al tipo di lavoro da eseguire con attenzione al grado di
scivolamento degli stessi sulla superficie dell’ambiente (manovra rescue)
• Evitare di dotarsi di attrezzature, materiali, monili che possano pregiudicare lo stato
delle attività da svolgere (es. braccialetti, catenine ecc.)
• Disporre di adeguato PERMESSO DI LAVORO ed ISTRUZIONE OPERATIVA step by step per
ogni fase di lavori da eseguire
Valutazione del Rischio: Fattore UOMO
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Fattore AMBIENTE
Possiamo distinguere l’AMBIENTE DI LAVORO in:
• Ambiente Esterno (outdoor) o Interno (indoor)
• Ambienti con accesso VERTICALE, ORIZZONTALE, OBLIQUO, COMBINATI
(trattasi di accessi in cui si accede prima verticalmente, poi in
orizzontale o viceversa)
• Ambienti con ulteriori rischi specifici (es. aree classificate ATEX, piani
di calpestio instabili, piani in declivio, fondi sdrucciolevoli ecc.)
Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
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Apprestamenti e delimitazioni delle aree
di lavoro:
Ai fini degli «apprestamenti» l’area va suddivisa, il
più razionalmente possibile, sulla base delle varie
fasi di lavoro, procedendo alla valutazione di una
serie di fattori tra i quali, ad esempio, gli spazi di
manovra per l’apertura del passo d’uomo,
l’illuminazione, il microclima, lo stato di
aree/impianti adiacenti, il percorso per il
raggiungimento veloce dell’area.
Esistono vari sistemi di delimitazioni delle aree di
lavoro. I più comuni sono ad es. transenne, barriere
antintrusive, parapetti, jersey, cancelletti, croci di
blocco ecc. altrettanto importante la segnaletica
verticale ed orizzontale, attraverso nastri, cartelli,
birilli ecc.
Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
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Esempi di PASSO D’UOMO
Passi d’uomo industriali 18" x 16"
(458 x 407 mm) rettangolari o ovali
o circolari Ø 18" (458 mm)
Passi d’uomo sui mezzi di trasporto
16" x 14" (407 x 356 mm) o circolari
da 16" (407 mm)
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Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
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Esempi di PASSO D’UOMO
Passo d’uomo in ambienti
alimentari – chimici - farmaceutici
cm 30 x 43
Passo d’uomo in ambienti
aeronautici cm 30 x 43
Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
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Ogni ambiente, ogni situazione presenta caratteristiche proprie ed una
corretta valutazione non può fermarsi solo sui rischi presenti ed evidenti.
Rischi presenti e potenziali:
• asfissia (scarsità di ossigeno);
• intossicazione/irritazione (presenza di agenti chimici/biologici
aerosolizzati o aeriformi contaminanti con valore superiore rispetto ai
valori limiti stabiliti);
• schiacciamento/soffocamento/inghiottimento/seppellimento,
costrizione (per presenza ad esempio di materiale instabile pesante in
distacco dalle pareti o dal piano di calpestio o dal piano di
stoccaggio);
• annegamento (se in presenza di liquidi o materiali melmosi);
• urto e/o impigliamento (presenza ad esempio di spigoli contundenti,
cavità pericolose);
• caduta (a livello e/o in altezza);
Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
70
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• incendio/esplosione (per esempio presenza di condutture di sostanze
infiammabili/esplosive);
• intossicazione (sostanze tossiche/nocive/irritanti; per esempio presenza
di sostanze pericolose in gas, vapori, nebbie, fumi, fibre e polveri);
• microclima (eccessivo freddo, caldo, umidità ecc.);
• ristrettezza degli spazi e delle vie di transito e/o fuga (in caso di
emergenza, difficoltà per una rapida evacuazione o per un facile recupero
dell’infortunato; conseguente possibilità di claustrofobia);
• scarsa visibilità (o visibilità interferente; stati di passaggio da ambienti
bui ad ambienti con intensa luce naturale o artificiale);
• vertigini (nello specifico quelle di tipo oggettive);
• rumore (eccessivo e prolungato da fonti adiacenti o interne tale da
frastornare o confondere le azioni durante le attività).
• elettrocuzione (presenza di linee elettriche o cortocircuiti di impianto);
• ustioni (da caldo o freddo; per esempio presenza di tubazioni con fluidi in
pressione).
Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
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Esempi di pericoli potenzialmente presenti in un ambiente sospetto
d’inquinamento e/o confinato
• livello di ossigeno non adeguato (sotto-ossigenazione/sovra-ossigenazione);
• atmosfere infiammabili ed esplosive;
• agenti chimici pericolosi (sostanze acide o basiche, viscose, melmose, gassose
ecc.);
• agenti biologici pericolosi (virus, batteri, funghi ecc.);
• seppellimento/annegamento/sprofondamento (engulfment);
• caduta dall’alto o verso il basso (lavorazioni in quota non rientranti nel Tit. IV);
• presenza di parti elettriche in tensione, elettrocuzione, scariche elettrostatiche;
• presenza di parti/macchinari in movimento;
• agenti fisici (rumore, vibrazioni, radiazioni);
• superfici estremamente calde/fredde;
• accessi difficoltosi (ingressi fuori terra, interrati o seminterrati);
• conformazione interna o esterna difficoltosa = limitazione degli spazi di
movimento dovuta a elementi strutturali (es. ponteggi metallici) o geometrici.
Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
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Esempi di pericoli potenzialmente presenti in un ambiente sospetto
d’inquinamento e/o confinato
• livello di illuminazione non adeguato (scarsa illuminazione/eccessiva
illuminazione);
• superfici irregolari, scivolose, contundenti ecc.;
• presenza di ostacoli (movibili/inamovibili);
• difficoltà di comunicazioni tra operatori entranti/attendenti;
• presenza di liquidi/vapori/polveri/gas con ingresso inaspettato causa tubazioni di
collegamento non isolate/ciecate;
• modalità comportamentali inaspettate/pericolose da parte degli operatori
entranti/attendenti;
• discomfort microclimatico (affaticamento da eccessivo caldo o eccessivo freddo)
• affaticamento fisico-mentale (utilizzo costante dei DPI, specie se di III cat.);
• idoneità alla mansione (aspetti psicofisici: dimensioni antropometriche,
claustrofobia, vertigini, attacchi di panico, disfunzioni respiratorie note, problemi
posturali, crisi epilettiche, consumo sostanze psicotrope e psicoattive ecc.);
• DPC o DPI inadeguati o controindicati;
• qualificazione professionale inadeguata (inesperienza, mancato addestramento
ecc.).
Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
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I RISCHI PER LA SALUTE
In un ambiente sospetto d’inquinamento e/o confinato si ha
un’atmosfera PERICOLOSA per la salute dei lavoratori quando c’è:
• carenza di ossigeno (O2 < 21%, + precisamente al di sotto
19,5%);
• sovrabbondanza di ossigeno (O2 > 21%, + precisamente al di
sopra del 23%);
• presenza di sostanze in stato di gas e vapori infiammabili o
esplosivi in concentrazione superiore del LIE o polveri
combustibili capaci di disperdersi in aria;
• presenza di sostanze tossiche/nocive/irritanti in concentrazione
> ai valori limiti di esposizione.
Su questi principi vengono sviluppati i dispositivi di rilevazione gas
(monogas o multigas).
Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
74
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LA COMPOSIZIONE DELL’ARIA
Di seguito uno schematizzazione generica di composizione dell’aria
respirabile.
Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
75
LA
VARIAZIONE
DI OSSIGENO
(aumento o
diminuzione
) PUÒ
COMPORTAR
E GRAVI
RISCHI PER
LA SALUTE
UMANA
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EFFETTI della CARENZA di OSSIGENO sull’UOMO
È bene ricordare che la NORMALE CONCENTRAZIONE di
OSSIGENO nell’aria è di circa 20.9-21% e che se sottoposti a
concentrazioni minori, i lavoratori possono andare incontro a
rischi per la salute anche molto gravi (rif. TLV-ACGIH),
infatti:
• tra il 19,5 e il 18% si hanno possibili difficoltà respiratorie;
• al di sotto del 18%, l’atmosfera diventa non respirabile e
può provocare problemi respiratori gravi;
• tra il 12 e l’8% la respirazione diventa più veloce, si ha
incapacità di intendere, incoscienza, nausea e vomito;
• tra l’8 e il 4%, la morte sopraggiunge in pochi minuti o
secondi.
Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
76
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EFFETTI della CARENZA di OSSIGENO sull’UOMO
La tabella che segue riassume gli effetti di carenza di ossigeno:
Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
77
EFFETTI DELLA CARENZA DI OSSIGENO
Aria inalata concentrazione di ossigeno Effetti
21% Percentuale nell’aria non inquinata
17%
- Diminuzione della visione notturna
- aumento dell’aria inspirata
- Accelerazione del ritmo cardiaco
16% - Vertigini
15%
- Turbe dell’attenzione, delle capacità valutative, del coordinamento
- Episodi di apnea
- Affaticamento
- Perdita di controllo della motricità
12%
- Forte perturbazione delle capacità valutative e di coordinamento
- Perdita di coscienza
- Lesione cerebrali irreversibili
10%
- Incapacità di muoversi
- Nausea
- Vomito
6%
- Respirazione spasmodica
- Movimenti convulsi
- Morte in 5-8 minuti
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Le atmosfere CARENTI di OSSIGENO (O2 < 21%)
Con atmosfera carente di ossigeno può manifestarsi il rischio di
ASFISSIA nelle seguenti condizioni:
1) ESAURIMENTO dell’ossigeno dovuto ad altri GAS:
• La permanenza prolungata e relativo sovraffollamento con scarso
ricambio di aria può portare ad esaurimento di ossigeno (e
conseguente emissione di CO2)
• Anche nei lavori di saldatura elettrica il metallo del cordone, se non
protetto, può consumare ossigeno. In generale i processi che
prevedono fiamme libere in ambienti chiusi/confinati necessitano di
consumo di ossigeno per bruciare.
2) SOSTITUZIONE dell’ossigeno con altri GAS:
Ad es. insufflaggio di gas inerti in ambienti confinati al fine di
prevenire la formazione di atmosfere esplosive (ATEX) = vedi anche
operazioni di bonifica/inertizzazione degli ambienti confinati
Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
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Le atmosfere CARENTI di OSSIGENO (O2 < 21%)
Con atmosfera carente di ossigeno può manifestarsi il rischio di
ASFISSIA nelle seguenti condizioni:
3) REAZIONE CHIMICA dell’ossigeno che si combina con altri GAS:
Ad es. il processo di corrosione galvanica in ambienti chiusi/confinati (in
un ambiente confinato caratterizzato da scarsa o assente ventilazione, gli
elementi ferrosi di un materiale acquisiscono le molecole di ossigeno
dall’atmosfera interna).
Le granaglie nelle stive delle navi (i microrganismi digeriscono la sostanza
organica, consumando ossigeno e anche in questo caso emettendo CO2).
Negli impianti di depurazione biologica i fanghi smossi dalle soffianti
creano una fermentazione biologica.
Sono sostanze ASFISSIANTI gli acidi alogenitrici, l’anidride solforica, il
fosforo, i pentacloruri, l’anidride carbonica ecc.
Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
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Le atmosfere RICCHE di OSSIGENO (O2 > 21%)
Negli ambienti in cui l’atmosfera si arricchisce di ossigeno
(sovraossigenazione) si possono avere differenti RISCHI:
• INCENDIO ed ESPLOSIONE (al di sopra del 23% di O2 in atmosfera aumentano i
rischi di incendio/esplosione causati da variazioni delle proprietà chimiche-
fisiche di alcuni fattori: inferiore energia min. d’innesco, estensione del
campo di infiammabilità, abbassamento della temperatura di autoaccensione,
temperatura di combustione e aumento della velocità di propagazione della
combustione)
• EFFETTI IRRITANTI (in special modo per i polmoni) o TOSSICI (danni cellulari e
metabolici), in special modo se ad alte pressioni di O2 > 1.6 bar (per es.
subacquei, astronauti, infanti prematuri, trattamenti iperbarici)
• COMBUSTIONE spontanea di alcuni materiali (ad es. vestiario, materiale
organico ecc.), cessione della molecola di ossigeno da parte di alcune
sostanze chimiche riportanti il pittogramma adiacente).
Per l’accesso in ambienti confinati la concentrazione massima di O2 deve
essere < 23%.
Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
80
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Le atmosfere RICCHE di OSSIGENO (O2 > 21%)
Negli ambienti in cui l’atmosfera si arricchisce di ossigeno è opportuno
conoscere le PROPRIETÀ dell’ossigeno, infatti:
• L’O2 risulta essere un gas INODORE, INSAPORE, INCOLORE e dunque NON PUO’
essere avvertito dai sensi umani
• Risulta avere una densità più pesante rispetto all’aria e dunque può
accumularsi nelle zone basse degli ambienti (bassa stratificazione);
• Può trovarsi in forma gassosa (bombole) o liquida (serbatoi);
Potenziali aree ricche di O2 sono: trincee, aree confinate interrate, fognature,
fosse, impianti di frazionamento aria, impianti di riempimento bombole,
prossimità di cisterne al riempimento, prossimità di spurghi, perdite da
flange/impianti/serbatoi/bombole, cunicoli ove passano tubi non completamente
saldati (ad es. ospedali, ecc.).
Se si rimane esposti ad un’atmosfera ricca di O2 è necessario arieggiare gli
indumenti per almeno 15 min.
Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
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Le atmosfere PERICOLOSE
In taluni ambienti confinati si possono manifestare Rischi da
INTOSSICAZIONE/AVVELENAMENTO per:
• inalazione o contatto epidermico di gas, fumi o vapori normalmente presenti
(ad es. residui in recipienti di stoccaggio o trasporto di gas);
• presenza in ambienti circostanti (ad esempio, rilascio di monossido di
carbonio) per l’evaporazione di liquidi o sublimazione di solidi normalmente
presenti (ad es. serbatoi, recipienti ecc.);
• saturazione degli ambienti perché agitati o spostati improvvisamente (ad es.
acido solforico, acido muriatico, zolfo solido).
I rischi di intossicazione possono presentarsi nei casi di agenti chimici, biologici,
ecc. che risultano tossici/nocivi/irritanti in concentrazione superiore ai valori
limite di esposizione professionale (TLV - Threshold Limit Values, STEEL Ceiling,
PEL - Permissible Exsposure Limits) e in base alle caratteristiche
microclimatiche (temperatura, pressione ecc.) al quale è sottoposto
l’inquinante.
Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
82
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Le atmosfere PERICOLOSE
Al fine di poter valutare correttamente una sostanza tossica, nociva,
irritante è opportuno conoscere le caratteristiche specifiche; di seguito
un’utile schema riepilogativo delle sostanze più pericolose per l’uomo:
Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
83
Agente Odore Densità
(aria = 1)
Intervallo
infiammabilità %
Soglia
olfattiva
(ppm)
Effetti
VLEP
(ppm)
IDLH
(PPM)
Ossido di
carbonio
(CO)
Inodore 0,97 12-74 100000
Da 12 ppm, aumento
pulsazioni e frequenza
respiratoria 2000-4000
ppm morte in 15 min
TLV-TWA=25 1200
Anidride
carbonica
(CO2)
Inodore
incolore
1,5 Non infiamm. 74000
Vertigine. Mal di testa.
Pressione sanguigna
elevata, tachicardia. Senso
di soffocamento. Stato
d’incoscienza
OEL=5000 40000
Metano
(CH4)
inodore
allo stato
naturale
0,6 5-15 - Soffocamento Asfissiante
semplice -
Anidride
solforosa
(SO2)
pungente 2,25 Non infiamm. 0,7
Tosse, Respiro affannoso.
Mal di gola. Difficoltà
respiratoria
TLV-
STEL=0,25 100
Idrogeno
solforato
(H25)
uova
marce 1,19 4-46 0,0005
Mal di testa. Vergine.
Tosse Mal di gola. Nausea.
Difficoltà respiratoria.
Stato d’incoscienza
TLV-TWA=1
TLV-STEL=5 1000
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Le atmosfere PERICOLOSE
Rappresentazione schematica dei processi tossico-clinici
delle sostanze chimiche nell’organismo umano:
Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
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Sangue
e linfa
Ingestione
Tubo
gastroenterico
Feci
Fegato
Bile
Inalazione
Polmone
Contatto
Polmone
Rene
Urine Aria espirata
Pelle
Fluido
extracellulare
Strutture
secretorie
Secrezioni
Organi
Tessuto adiposo
Tessuto osseo
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Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
85
Le atmosfere PERICOLOSE
Per eseguire un’adeguata
valutazione dei rischi per
l’esposizione ad agenti chimici
di seguito un’utile schema:
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Le atmosfere PERICOLOSE
Gli strumenti di rilevazione disponibili sul mercato sono
generalmente classificati in due macro categorie:
• strumenti a lettura diretta;
• strumenti rilevatori elettronici.
Questi ultimi possono essere dedicati ad una
rilevazione mirata di uno o più gas.
Da qui deriva la scelta tra:
• strumenti di rilevazione monogas (ossigeno);
• strumenti di rilevazione multigas (altri gas,
compresi quelli combustibili/esplodibili).
A ciò si aggiungerà, se necessario, un’opportuna
bonifica/ventilazione dell’ambiente confinato
(vedi cap. misure di prevenzione e protezione).
Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
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Gli ambienti infettivi
All’interno degli ambienti sospetti di inquinamento e/o
confinati è possibile la formazione di numerosi agenti biologici
(acari, batteri, microrganismi patogeni e non, tossine ecc.) che
possono, se non correttamente valutati, divenire una potenziale
fonte di pericolo per la salute dei lavoratori. Tali situazioni di
pericolo possono manifestare in RISCHI di INFEZIONE.
Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
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88
Gli ambienti infettivi
Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
Pericolosità degli agenti biologici (R INFEZIONI)
Trasmissività
Intesa come la
capacità di un
microrganismo di
essere trasmesso da
un soggetto infetto ad
un soggetto
suscettibile
Patogenicità
Riferibile alla
capacità di produrre
malattia a seguito di
infezione
Infettività
Intesa come capacità
di un microrganismo
di penetrare e
moltiplicarsi
nell’ospite
Neutralizzabilità
Intesa come la
disponibilità di
efficaci misure
profilattiche per
prevenire la malattia
e terapeutiche per la
sua cura
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Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
Luoghi e circostanze di possibile esposizione per i lavoratori ad agenti biologici
AGENTE BIOLOGICO LUOGO/CIRCOSTANZA
Acari della polvere e loro particelle fecali Archivi, locali polverosi
Batteri coliformi fecali Utilizzo servizi igienici ed attività di pulizia degli stessi; impianti
di depurazione acque; contatto con acqua nebulizzata
contaminata
Microrganismi vari (patogeni e non) Discariche; raccolta e trasporto rifiuti urbani; rifiuti delle mense
aziendali/scolastiche.
Microrganismi patogeni (es. batteri come Legionella
pneumophila, virus, muffe, funghi) ed altri agenti
biologici (acari della polvere, pollini) presenti
nell’aria e/o in impianti di
aerazione/condizionamento
Locali con impianto di condizionamento non sottoposto a
manutenzione periodica; locali ove i filtri dei condizionatori non
sono periodicamente sostituiti; contatto più o meno ravvicinato
con persone; vetture con filtri dell’aria non periodicamente
sostituiti e/o senza filtri antipolline; presenza nei locali di piante
con pollini allergizzanti
Microrganismi patogeni (es. Salmonella) presenti in
impianti idrici
Utilizzo a scopo potabile di acqua inquinata e/o che transita in
tubazioni non sottoposte a periodica manutenzione e disinfezione
Microrganismi vari (patogeni e non) altri agenti
biologici (acari della polvere, pollini)
Locali con moquette, tappeti e tendaggi non regolarmente puliti;
contatto con acqua nebulizzata contaminata
Microrganismi vari, patogeni e non, (batteri,
parassiti) e altri agenti biologici (es. pollini, tossine)
Contatto con animali vari
Tossine Contatto con insetti (punture)
Microrganismi vari (patogeni e non) Utilizzo/contatto con sostanze contaminate (acqua tecnologica,
olio, emulsioni, sangue, saliva ecc.)
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Gli ambienti infettivi
Classificazione degli agenti biologici
L’allegato XLVI del D.Lgs. 81/08 riporta l’elenco degli agenti biologici
classificati nei gruppi 2, 3 e 4 specificando che gli agenti biologici non
inseriti in detti gruppi NON sono implicitamente inseriti nel gruppo 1.
Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
90
Agente biologico che presenta
poche probabilità di causare
malattie in soggetti umani
Esempio: Saccharomyces cerevisiae,
Streptococcus thermophylus,
Lactobacillus casei, Staphycococcus
xylosus ecc.
agente
biologico del
GRUPPO 1
agente biologico che può
causare malattie in soggetti
umani e costituire un rischio per
i lavoratori; è poco probabile
che si propaghi alla comunità.
Sono di norma disponibili
efficaci misure profilattiche o
terapeutiche
Esempio: Klebsiella pneumonie
(infezioni a carico dell’apparato
urinario e del tratto respiratorio),
Legionella pneumophila (polmonite),
Enterobacter aerogenes (infezione
dell’apparato urinario) ecc.
agente
biologico del
GRUPPO 2
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Gli ambienti infettivi
Classificazione degli agenti biologici
Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
91
Agente biologico che può causare
malattie gravi in soggetti umani e
costituire un serio rischio per i
lavoratori. L'agente biologico può
propagarsi nella comunità, ma di
norma sono disponibili efficaci
misure profilattiche o terapeutiche
Esempio: Yersinia pestis (trasmessa da
animali all’uomo attraverso le pulci),
Brucella abortis (infezione da latte e
latticini), Bacillus anthracis (si contrae
per contatto con carni di animali
infetti)
agente
biologico del
GRUPPO 3 agente biologico che può provocare
malattie gravi in soggetti umani e
costituisce un serio rischio per i
lavoratori. Può presentare un
elevato rischio di propagazione
nella comunità; non sono
disponibili, di norma, efficaci
misure profilattiche o terapeutiche
Esempio: Viris ebola (colpisce i reni, il
fegato, la milza, sedi di emorragie
interne), Virus Lassa (contatto con cibo
o oggetti contaminati dagli escreti di
alcuni roditori. Può essere tramessa per
inalazione)
agente
biologico del
GRUPPO 4
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Gli ambienti infettivi
Protezione dagli agenti biologici
Qualora sia necessario entrare in ambienti sospetti d’inquinamento e/o confinati
con rischio biologico è necessario utilizzare opportuni DPI, quali ad esempio:
Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
92
Descrizione dotazioni DPI Immagine
1 Guanti
2 Maschera semi facciale/facciale
3 Cuffia di protezione
4 Copriscarpe
5
Tuta intera con cappuccio / camice antistrappo
monouso
6 Occhiali a tenuta contro gocce/spruzzi o visiera
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Rischio Incendio ed Esplosione
• Le cause di incendio ed esplosione in ambienti confinati possono
essere dovute a molteplici fattori determinati dalla necessità di
specifiche lavorazioni come, ad esempio, i processi industriali di
verniciatura, la pulizia di sostanze chimiche all’interno di cisterne
tramite utilizzo di solventi organici/inorganici, saldature all’interno di
silos non perfettamente bonificati ecc.
In questi ambienti un incendio/esplosione, risultano essere
particolarmente insidiosi per le DIFFICOLTÀ di:
• smaltire i fumi/calore e onde
di pressione;
• movimento;
• evacuazione;
• comunicazione;
• recupero (emergenza).
Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
93
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Rischio Incendio ed Esplosione
L’incendio è dato da una combustione sufficientemente rapida e non
controllata di materiali infiammabili, che si sviluppa senza limitazioni nello
spazio e nel tempo con rilevante incremento di fiamme, calore, gas, fumo e
danni a materiali o persone. Gli inneschi sono risultato di:
• accensioni dirette;
• accensioni indirette (convezione, conduzione e irraggiamento termico);
• autocombustione o riscaldamento spontaneo;
• attrito.
La combustione quindi può avvenire in presenza
di tre fattori che opportunamente combinati
generano l’incendio. Tale principio si schematizza
nel “Triangolo del Fuoco”.
Le misure di mitigazione/controllo del rischio si suddividono in:
• misure di prevenzione (primaria o secondaria);
• misure di protezione (collettiva o individuale).
Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
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Rischio Incendio ed Esplosione
L’Atmosfera esplosiva è una miscela in aria a condizioni atmosferiche, con
sostanze infiammabili allo stato gassoso, vapori, nebbie o polveri in cui dopo
ignizione la combustione si propaga nell’insieme della miscela incombusta.
Si può ricorrere al «triangolo del fuoco» per rappresentare le condizioni di
esplosività per i combustibili liquidi e gassosi. Nel caso delle polveri ci si riferisce
al cosiddetto «pentagono dell’esplosione», che è applicabile anche nel caso di
esplosioni di gas, vapori o nebbie.
Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
95
Pentagono dell’esplosione
Triangolo dell’esplosione
esplosione
combustibile
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Rischio Incendio ed Esplosione
Affinché si verifichino esplosioni con effetti pericolosi debbono
realizzarsi contemporaneamente le 4 condizioni che seguono:
1) elevato grado di dispersione delle sostanze infiammabili;
2) concentrazione di sostanze infiammabili nell’aria entro i loro limiti
di esplosione combinati;
3) quantità pericolose di atmosfere esplosive;
4) fonti di ignizione efficaci.
Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
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Rischio Incendio ed Esplosione
Per un’opportuna valutazione di un’atmosfera esplosiva è
necessario stimare i seguenti parametri: Punto di infiammabilità; Limiti
di esplodibilità (LEL< concentrazione in aria sost. < UEL); Concentrazione
limite di ossigeno (LOC). Le principali fonti di ignizione sono:
Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
97
• superfici calde
• fiamme e gas caldi
• scintille di origine meccanica
• impianti elettrici
• correnti elettriche vaganti,
protezione contro la corrosione
catodica
• elettricità statica
• fulmini
• campi elettromagnetici con
frequenza tra 9 kHz e 300 GHz
• onde elettromagnetiche a
radiofrequenza da 300 GHz a 3x106
GHz o con lunghezza d’onda da 1000
µm a 0,1 µm (campo spettrale
ottico)
• radiazioni ionizzanti
• ultrasuoni
• compressione adiabatica, onde
d’urto, fuoriuscita di gas
• reazioni chimiche.
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Rischio Incendio ed Esplosione
In generale si possono considerare infiammabili tutte quelle sostanze che
sono capaci di sviluppare una reazione esotermica di ossidazione. Tra queste si
annoverano le sostanze classificate in quattro categorie secondo il GHS-CLP:
• Cat. 1 (Ti < 23°C e Teb ≤ 35°C), liquidi e vapori estremamente infiammabili
• Cat. 2 (Ti < 23°C e Teb ≥ 35°C), liquidi e vapori altamente infiammabili
• Cat. 3 (23°C ≤ Ti ≤ 60°C), liquidi e vapori infiammabili
• Cat. 4 (60°C ≤ Ti ≤ 93°C), liquidi combustibili
nonché tutte le altre sostanze e preparati, ad oggi, non classificati, ma che
corrispondono ai criteri di infiammabilità o che siano, in genere, da considerare
infiammabili. Vi è una serie di sostanze che in condizioni normali sono
difficilmente infiammabili, ma che diventano esplosive in caso di particelle
piuttosto piccole o di energia di accensione sufficientemente elevata in miscela
con l’aria (ad es. polveri metalliche, aerosol).
Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
98
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Rischio Incendio ed Esplosione
La valutazione del rischio per la sicurezza viene effettuata da modelli
attraverso osservazioni di tipo qualitativo che sono anche quelle previste dalla
normativa e che riguardano le proprietà chimico-fisiche delle sostanze utilizzate
e le caratteristiche del luogo di lavoro.
Negli ambienti confinati e/o sospetti
d’inquinamento, il rischio per
la sicurezza è da attribuire
alla combinazione del
rischio incendio/esplosione
e all’incompatibilità di agenti
chimici diversi che sono
legati alle proprietà
chimico-fisiche delle
sostanze e alla loro
reattività. Di seguito uno
schema di sintesi:
Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
99
Proprietà chimico fisiche
Instabilità
Esplosione
Infiammabilità
Incendio
Volatilità Solubilità
Tossicità
Reattività chimica
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Rischio Incendio ed Esplosione
Prevenire un possibile rischio di esplosione significa fare in modo che non
coesistano nello spazio e nel tempo le condizioni precedentemente illustrate. E’
importante:
• Classificare i luoghi
• Scegliere ed installare impianti e prodotti con adeguati requisiti.
La sigla ATEX indica: “Atmosfera Esplosiva”. La normativa di riferimento in materia di
luoghi di lavoro con pericolo di esplosione è la Direttiva 99/92/CE, recepita in Italia con il
D.Lgs. 233/03 ed ora riportata nel Titolo XI del D.Lgs. 81/08 (e la Direttiva 2014/34/UE che
riguarda i prodotti e il loro utilizzo all’interno delle zone considerate pericolose).
Questa Direttiva prescrive le misure per la tutela della sicurezza e della salute dei
lavoratori che possono essere esposti al rischio di atmosfere esplosive.
La Direttiva ATEX prevede due tipi di atmosfere esplosive: atmosfere con presenza di
GAS/vapori infiammabili o con presenza di POLVERI combustibili.
Le zone classificate come atmosfere esplosive sono suddivise in tre categorie. Il livello di
pericolosità di ogni zona per i gas/vapori e per le polveri viene indicato da una differente
numerazione: le zone 0, 1 e 2 si riferiscono ai gas/vapori/nebbie, mentre le zone 20, 21
e 22 si riferiscono alle polveri. Di seguito uno schema sintetico.
Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
100
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101
ZONA
Gas/Vapori
Individuazione dell’ambiente/area
Presenza di Atm
esplosiva (ore/anno)
0
Ambiente in cui è presente in permanenza o per lunghi periodi o frequentemente
un’atmosfera esplosiva consistente in una miscela di aria e di sostanze infiammabili sotto
forma di gas, vapore o nebbia
Oltre 1000 h/anno
1
Ambiente in cui la formazione di un’atmosfera esplosiva, consistente in una miscela di aria
e di sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapori o nebbia, è probabile che avvenga
occasionalmente durante le normali attività
Oltre 10 h/anno sino a 1000 h
2
Ambiente in cui durante le normali attività non è probabile la formazione di un’atmosfera
esplosiva consistente in una miscela di aria e di sostanze infiammabili sotto forma di gas,
vapore o nebbia o, qualora si verifichi, sia unicamente di breve durata
Oltre 0,1 h/anno sino a 10 h
ZONA
Polveri
Individuazione dell’ambiente/area
Presenza di Atm
esplosiva (ore/anno)
20
Ambiente in cui è presente in permanenza o per lunghi periodi o frequentemente
un’atmosfera esplosiva sotto forma di nube di polvere combustibile nell’aria
Oltre 1000 h/anno
21
Ambiente in cui la formazione di un’atmosfera esplosiva sotto forma di nube di polvere
combustibile nell’aria, è probabile che avvenga occasionalmente durante le normali
attività
Oltre 10 h/anno sino a 1000 h
22
Ambiente in cui durante le normali attività non è probabile la formazione di un’atmosfera
esplosiva sotto forma di nube di polvere combustibile o, qualora si verifichi, sia
unicamente di breve durata
Oltre 0,1 h/anno sino a 10 h
Classificazione ATEX
Nelle aree classificate ATEX, in cui possono formarsi atmosfere esplosive, devono essere
impiegati apparecchi e attrezzature corrispondenti alle categorie di cui alla direttiva ATEX.
Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
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Il Rischio Elettrico
Molte lavorazioni (sia in fase di costruzione che nelle fasi successive di
manutenzione) in ambienti confinati richiedono l’utilizzo di
attrezzature/DPI/utensili elettrici. Data la ristrettezza dell’ambiente di lavoro
spesso questo si può considerare come luogo conduttore ristretto (LCR). In tali
condizioni vi è il rischio di ELETTROCUZIONE ovvero il passaggio di corrente
attraverso il corpo. Di seguito la definizione di LCR: “luogo conduttore ristretto”
un ambiente delimitato da superfici metalliche o comunque conduttrici (ad
esempio per la presenza di superfici bagnate o umidite), caratterizzato da
dimensioni tali da limitare il movimento dell’operatore in modo da provocare un
probabile contatto con estese parti del corpo e limitando, al contempo, la
possibilità di interrompere repentinamente il contatto” (t>1s quando U> 25 V).
Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
102
TuttoNormel marzo ’99
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Il Rischio Elettrico
Inoltre se le modalità delle attività svolte possono provocare il contatto
della persona con le parti conduttrici su un’ampia superficie del corpo
(diversa da mani e piedi) ed è limitata la possibilità di interrompere tale
contatto (ad esempio lavori con imbracature e sistemi anticaduta su
strutture metalliche, tralicci ecc.), è presente un rischio significativo di
elettrocuzione e l’area si comporta come “luogo conduttore ristretto”.
I luoghi conduttori ristretti sono considerarti particolarmente pericolosi
per i seguenti motivi:
• bassa resistenza verso terra;
• resistenza ridotta del corpo umano;
• percorsi della corrente attraverso il corpo umano più pericolosi;
• difficoltà di interruzione del contatto dalle parti conduttrici.
Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
103
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Il Rischio Elettrico
I TRASFORMATORI debbono essere tenuti all’ESTERNO e in sicurezza del
luogo conduttore ristretto (cfr. CEI 64-17 es. di trasformatore di
isolamento oppure trasformatore di sicurezza dei sistemi SELV.)
Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
104
CEI 64-17 Esempio di possibile luogo conduttore ristretto
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Il Rischio Elettrico
In generale la protezione contro i contatti diretti deve essere sempre totale
mentre le misure di protezione parziali ottenute mediante ostacoli e
distanziamento non sono ammesse.
PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI può essere attuata mediante:
• isolamento delle parti attive;
• involucri o barriere con grado di protezione minimo IPXXB.
Per le superfici orizzontali superiori a portata di mano il grado di protezione non
deve essere inferiore a IPXXD.
Per i circuiti di alimentazione di tipo SELV, a prescindere dalla tensione nominale,
deve essere sempre approntata almeno una delle seguenti protezione contro i
contatti diretti:
• barriere od involucri con un grado di protezione almeno IPXXB;
• isolamento in grado di sopportare una tensione di prova di 500 V per 1min.
Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
105
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Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
106
Il Rischio Elettrico
PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI sono ammesse solo le seguenti misure di protezione.
Per l’alimentazione di utensili portatili e di apparecchi di misura trasportabili o mobili:
• circuiti SELV;
• separazione elettrica con un solo componente elettrico collegato a ciascun avvolgimento
secondario dei trasformatori di isolamento (un trasformatore di isolamento può avere più
avvolgimenti secondari).
Per l’alimentazione di lampade portatili:
• esclusivamente circuiti SELV.
Per l’alimentazione di componenti elettrici fissi:
• interruzione automatica dell’alimentazione con un collegamento equipotenziale
supplementare che colleghi le masse dei componenti elettrici fissi e le masse estranee del
luogo conduttore ristretto;
• circuiti SELV;
• separazione elettrica con un solo componente elettrico collegato a ciascun avvolgimento
secondario del trasformatore di isolamento;
• componenti elettrici di Classe II, o componenti elettrici aventi isolamento equivalente,
protetti da un interruttore differenziale con corrente differenziale Idn non superiore a 30 mA,
a condizione che essi abbiano un grado di protezione IP adeguato.
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Il Rischio Elettrico
È dunque doveroso negli LCR prevedere l’utilizzo di attrezzature,
apparecchi, utensili elettrici a basso voltaggio che possano prevenire
contatti elettrici accidentali ma, soprattutto idonei DPI dielettrici. Di
seguito alcuni esempi:
Utensili dielettrici con manici isolanti
Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
107
Tappeto/pedana
isolante in gomma
Pedana isolante
Calzature e guanti isolanti
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Il Rischio Elettrico
In accordo alla norma
vigente di seguito una sintesi
dei sistemi di protezione in
funzione al tipo di
apparecchio
dell’utilizzatore, fisso,
portatile, mobile o
trasportabile:
Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
108
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Il Rischio Elettrico
Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
109
http://www.elektro.it/ristretti/ristretti_02.html
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Il Rischio di Fagocitazione o Seppellimento (engulfment)
Uno dei rischi maggiormente sottovalutato è sicuramente quello della
fagocitazione o seppellimento che si manifesta in differenti settori
produttivi e relativi ambienti di lavoro.
Questo può essere causato da una sostanza liquida, melmosa, fangosa o
solida finemente suddivisa (granulare, polvere).
Cause di morte:
• Aspirazione/inghiottimento sino a soffocare
• Pressione al livello del torace tale da causare la morte per
strangolamento, costrizione, schiacciamento.
110
Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
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  • 1. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Secondo l’art. 37 del D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 e s.m.i. e il D.P.R. 14 settembre 2011, n. 177 Docente: <nome> 1 Corso di formazione per addetti ai lavori in AMBIENTI SOSPETTI D’INQUINAMENTO e/o CONFINATI
  • 2. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata 2 Schema generale del corso Introduzione  Obiettivo  Quadro normativo  Statistiche d’infortunio  Valutazione del Rischio • Metodologia di Valutazione • VR Fattore UOMO, AMBIENTE, EQUIPAGGIAMENTO  Misure di Prevenzione e di Protezione • No Man Risk • Apprestamento dell’area di lavoro • Monitoraggio Ambientale • Bonifica e Ventilazione • Il Permesso di Lavoro • I sistemi di comunicazione • DPC e DPI  Organizzazione attività in ambienti confinati
  • 3. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Gli ambienti confinati e/o sospetti d’inquinamento Dall’analisi del titolo rileviamo DUE temi diversi: quello degli AMBIENTI CONFINATI e quello dei SOSPETTI d’INQUINAMENTO. • Qual è la differenza tra i due argomenti? • Perché vengono trattati insieme nel TUS? • Cosa significa Lavori Pericolosi con danno mortale multiplo? • E perché ancora oggi si verificano gli infortuni/incidenti mortali multipli? • Cosa c’è che ancora non si conosce? Introduzione 3
  • 4. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Gli ambienti confinati e/o sospetti d’inquinamento INDIVIDUARE un ambiente confinato potrebbe sembrare apparentemente banale, invece talvolta risulta essere più difficile di quanto immaginiamo; stesso dicasi per un ambiente sospetto d’inquinamento… Tentiamo una prima definizione per suddividere le problematiche... (vedremo meglio successivamente) AMBIENTE CONFINATO = ambiente non progettato per muoversi agevolmente da cui è difficile un recupero nel caso di difficoltà (sensoriale e/o motorie) AMBIENTE SOSPETTO d’INQUINAMENTO = ambiente contaminato da sostanze pericolose per l’uomo (tossiche, nocive, esplosive ecc.) Comprendere le problematiche dell’uno e dell’altro argomento (che potrebbero coincidere in taluni ambienti) ci porterà alla CLASSIFICAZIONE dell’ambiente da cui partire per effettuare una VALUTAZIONE dei rischi esaustiva. Introduzione 4
  • 5. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata 5 Schema generale del corso  Introduzione Obiettivo  Quadro normativo  Statistiche d’infortunio  Valutazione del Rischio • Metodologia di Valutazione • VR Fattore UOMO, AMBIENTE, EQUIPAGGIAMENTO  Misure di Prevenzione e di Protezione • No Man Risk • Apprestamento dell’area di lavoro • Monitoraggio Ambientale • Bonifica e Ventilazione • Il Permesso di Lavoro • I sistemi di comunicazione • DPC e DPI  Organizzazione attività in ambienti confinati
  • 6. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Gli ambienti confinati e/o sospetti d’inquinamento Il presente corso nasce dall’esigenza di delineare corrette attività di PREVENZIONE/PROTEZIONE, modalità di lavoro e d’intervento volti a fronteggiare situazioni problematiche, emergenziali inerenti attività lavorative svolte in ambienti sospetti d’inquinamento e/o confinati. È altrettanto opportuno evidenziare che STANDARDIZZARE metodologie, sistemi o restare ancorati a dettami legislativi poco aderenti alla realtà, può determinare risultati diametralmente opposti a quelli per cui si è chiamati ad intervenire. Obiettivo 6
  • 7. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Gli ambienti confinati e/o sospetti d’inquinamento La sicurezza nei lavori pericolosi è materia la cui natura è necessariamente DINAMICA! Dunque rimane doveroso comprendere che OGNI ambiente confinato e/o sospetto d’inquinamento necessita di una attenzione particolare così come la formazione professionale dovrà probabilmente proseguire con un ADDESTRAMENTO specifico in campo. Obiettivo 7
  • 8. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata 8 Schema generale del corso  Introduzione  Obiettivo Quadro normativo  Statistiche d’infortunio  Valutazione del Rischio • Metodologia di Valutazione • VR Fattore UOMO, AMBIENTE, EQUIPAGGIAMENTO  Misure di Prevenzione e di Protezione • No Man Risk • Apprestamento dell’area di lavoro • Monitoraggio Ambientale • Bonifica e Ventilazione • Il Permesso di Lavoro • I sistemi di comunicazione • DPC e DPI  Organizzazione attività in ambienti confinati
  • 9. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Il quadro normativo in materia di ambienti sospetti d’inquinamento e/o confinati risulta, evidentemente, molto complesso e variegato. Infatti la normativa italiana, già a partire dal 1948 con la COSTITUZIONE, sancisce in merito. Essa resta il primo, valido strumento di promozione della salute dei lavoratori, affermando (artt. 2, 32, 35, 41) la salvaguardia della persona e della sua integrità psico-fisica come principio assoluto, senza ammettere condizionamenti quali quelli derivanti dalla ineluttabilità, dalla fatalità, oppure dalla fattibilità economica o convenienza produttiva circa la predisposizione di condizioni ambientali e di lavoro sicure e salubri. Successivamente, anche sulla base di norme internazionali preesistenti, sono emersi in Italia importanti riferimenti TECNICI in tema di ambienti sospetti d’inquinamento e/o confinati tra i quali ricordiamo: D.P.R. 320/56: Norme per la prevenzione degli infortuni e l’igiene del lavoro in sotterraneo; D.P.R. 321/56: Norme per la prevenzione degli infortuni e l’igiene del lavoro nei cassoni ad aria compressa; D.P.R. 128/59: Norme di polizia delle miniere e delle cave. Ulteriori sviluppi in tema di ambienti sospetti d’inquinamento e/o confinati, alcuni dei quali ancora oggi risultano validi, sono stati rappresentati da standard internazionali, tra i quali: Ansi, Osha, Niosh, Hse, Suva, Inrs ecc. Quadro normativo 9
  • 10. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Schema di sintesi della normativa negli ambienti sospetti d’inquinamento e/o confinati: Quadro normativo 10 AMBIENTI SOSPETTI D’INQUINAMENTO E/O CONFINATI CARTA COSTITUZIONALE Principi generali in materia di salute e sicurezza sul lavoro (artt. 2, 32, 35, 41) D.Lgs. 81/’08 Testo Unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro Titolo II Luoghi di lavoro art. 66 Lavori in ambienti sospetti di inquinamento Titolo IV Cantieri Temporanei e mobili art. 121 Presenza di gas negli scavi Allegato IV Requisiti dei luoghi di lavoro punto 3 Vasche, canalizzazioni, tubazioni, serbatoi, recipienti, silos D.P.R. 177/’11 Art. 1 - Finalità e ambito di applicazione Art. 2 - Qualificazione nel settore degli ambienti sospetti di inquinamento o confinati Art. 3 - Procedure di sicurezza nel settore degli ambienti sospetti di inquinamento o confinati Regolamento recante norme per la qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi operanti in ambienti sospetti d'inquinamento e/o confinati a norma dell'art. 6 comma 8, del D.Lgs. 81/08
  • 11. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata D.Lgs. 81/08 - Titolo II Luoghi di lavoro, Capo I Art. 66 - Lavori in ambienti sospetti di inquinamento 1. È vietato consentire l’accesso dei lavoratori in pozzi neri, fogne, camini, fosse, gallerie e in generale in ambienti e recipienti, condutture, caldaie e simili, ove sia possibile il rilascio di gas deleteri, senza che sia stata previamente accertata l’assenza di pericolo per la vita e l’integrità fisica dei lavoratori medesimi, ovvero senza previo risanamento dell’atmosfera mediante ventilazione o altri mezzi idonei. Quando possa esservi dubbio sulla pericolosità dell’atmosfera, i lavoratori devono essere legati con cintura di sicurezza, vigilati per tutta la durata del lavoro e, ove occorra, forniti di apparecchi di protezione. L’apertura di accesso a detti luoghi deve avere dimensioni tali da poter consentire l’agevole recupero di un lavoratore privo di sensi. Quadro normativo 11
  • 12. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata D.Lgs. 81/08 - Titolo II Luoghi di lavoro, capo I Art. 66 - Lavori in ambienti sospetti di inquinamento (estratto) • Risanamento dell’atmosfera mediante ventilazione o altri mezzi idonei (bonifica e ventilazione) • I lavoratori devono essere legati con cintura di sicurezza (DPI di III cat.) • Vigilati per tutta la durata del lavoro (vigilanza «armata») • Forniti di apparecchi di protezione (APVR) • L’apertura di accesso a detti luoghi deve avere dimensioni tali da poter consentire l’agevole recupero di un lavoratore privo di sensi («agevole recupero») Quadro normativo 12
  • 13. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata D.Lgs. 81/08, Art. 66 - Lavori in ambienti sospetti di inquinamento Quadro normativo 13 Art. 66 Presenza di adeguati sistemi di recupero (accessi verticali, orizzontali, combinati) Vigilanza durante tutta la durata del lavoro (la vigilanza s’intende vigilanza «armata») Dispositivi Protezione Individuale (differenza tra I, II e III cat.) Adeguata apertura di accesso, tale da consentire un agevole recupero (fase RESCUE) Cosa evidenzia accesso verticale accesso orizzontale
  • 14. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata D.Lgs. 81/08 - Titolo IV Cantieri temporanei e mobili, capo II Art. 121 – Presenza di gas negli scavi 1. Quando si eseguono lavori entro pozzi, fogne, cunicoli, camini e fosse in genere, devono essere adottate idonee misure contro i pericoli derivanti dalla presenza di gas o vapori tossici, asfissianti, infiammabili o esplosivi, specie in rapporto alla natura geologica del terreno o alla vicinanza di fabbriche, depositi, raffinerie, stazioni di compressione e di decompressione, metanodotti e condutture di gas, che possono dar luogo ad infiltrazione di sostanze pericolose. 2. Quando sia accertata o sia da temere la presenza di gas tossici, asfissianti o la irrespirabilità dell’aria ambiente e non sia possibile assicurare una efficiente aerazione ed una completa bonifica, i lavoratori devono essere provvisti di idonei dispositivi di protezione individuale delle vie respiratore, ed essere muniti di idonei dispositivi di protezione individuale collegati ad un idoneo sistema di salvataggio, che deve essere tenuto all’esterno dal personale addetto alla sorveglianza. Questo deve mantenersi in continuo collegamento con gli operai all’interno ed essere in grado di sollevare prontamente all’esterno il lavoratore colpito dai gas. Quadro normativo 14
  • 15. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata D.Lgs. 81/08 - Titolo IV Cantieri temporanei e mobili, capo II Art. 121 – Presenza di gas negli scavi 3. Possono essere adoperate le maschere respiratorie, in luogo di autorespiratori, solo quando, accertate la natura e la concentrazione dei gas o vapori nocivi o asfissianti, esse offrano garanzia di sicurezza e sempreché sia assicurata una efficace e continua aerazione. 4. Quando si sia accertata la presenza di gas infiammabili o esplosivi, deve provvedersi alla bonifica dell’ambiente mediante idonea ventilazione; deve inoltre vietarsi, anche dopo la bonifica, se siano da temere emanazioni di gas pericolosi, l’uso di apparecchi a fiamma, di corpi incandescenti e di apparecchi comunque suscettibili di provocare fiamme o surriscaldamenti atti ad incendiare il gas. 5. Nei casi previsti dai commi 2, 3 e 4, i lavoratori devono essere abbinati nell’esecuzione dei lavori. Quadro normativo 15
  • 16. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata D.Lgs. 81/08 - Titolo IV Cantieri temporanei e mobili, capo II Art. 121 – Presenza di gas negli scavi (estratto) • Presenza di adeguati Dispositivi di Protezione individuale (APVR, Sistemi Anticaduta, Dispositivi Anticalore ecc.) • Presenza di idoneo sistema di recupero tenuto all’esterno dal personale addetto alla sorveglianza • Continuo collegamento con l’esterno • Aerazione continua. Quadro normativo 16
  • 17. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata D.Lgs. 81/08 Art. 121 – Presenza di gas negli scavi Quadro normativo 17 Art. 121 Cosa evidenzia Presenza di adeguati DPI Dispositivi di protezione per le vie respiratorie (APVR isolanti o filtranti) Sistema di recupero tenuto all’esterno dall’operatore attendente (colui che gestisce l’argano-recuperatore) Comunicazione costante tra operatore entrante e operatore attendente (problematica della presenza degli APVR) Garanzia di una aerazione continua
  • 18. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata D.Lgs. 81/08 Allegato IV - Requisiti dei luoghi di lavoro P.to 3 – VASCHE, CANALIZZAZIONI, TUBAZIONI, SERBATOI, RECIPIENTI, SILOS 3.1. Le tubazioni, le canalizzazioni e i recipienti, quali vasche, serbatoi e simili, in cui debbano entrare lavoratori per operazioni di controllo, riparazione, manutenzione o per altri motivi dipendenti dall’esercizio dell’impianto o dell’apparecchio, devono essere provvisti di aperture di accesso aventi dimensioni tali da poter consentire l’agevole recupero di un lavoratore privo di sensi. 3.2.1. Prima di disporre l’entrata di lavoratori nei luoghi di cui al punto precedente, chi sovraintende ai lavori deve assicurarsi che nell’interno non esistano gas o vapori nocivi o una temperatura dannosa e deve, qualora vi sia pericolo, disporre efficienti lavaggi, ventilazione o altre misure idonee. 3.2.2. Colui che sovraintende deve, inoltre, provvedere a far chiudere e bloccare le valvole e gli altri dispositivi dei condotti in comunicazione col recipiente, e a fare intercettare i tratti di tubazione mediante flange cieche o con altri mezzi equivalenti ed a far applicare, sui dispositivi di chiusura o di isolamento, un avviso con l’indicazione del divieto di manovrarli. 3.2.3. I lavoratori che prestano la loro opera all’interno dei luoghi predetti devono essere assistiti da altro lavoratore, situato all’esterno presso l’apertura di accesso. Quadro normativo 18
  • 19. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata D.Lgs. 81/08 Allegato IV - Requisiti dei luoghi di lavoro P.to 3 – VASCHE, CANALIZZAZIONI, TUBAZIONI, SERBATOI, RECIPIENTI, SILOS 3.2.4. Quando la presenza di gas o vapori nocivi non possa escludersi in modo assoluto o quando l’accesso al fondo dei luoghi predetti è disagevole, i lavoratori che vi entrano devono essere muniti di cintura di sicurezza con corda di adeguata lunghezza e, se necessario, di apparecchi idonei a consentire la normale respirazione. 3.3. Qualora nei luoghi di cui al punto 3.1. non possa escludersi la presenza anche di gas, vapori o polveri infiammabili od esplosivi, oltre alle misure indicate nell’articolo precedente, si devono adottare cautele atte ad evitare il pericolo di incendio o di esplosione, quali la esclusione di fiamme libere, di corpi incandescenti, di attrezzi di materiale ferroso e di calzature con chiodi. Qualora sia necessario l’impiego di lampade, queste devono essere di sicurezza. Quadro normativo 19
  • 20. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata D.Lgs. 81/08 Allegato IV - Requisiti dei luoghi di lavoro P.to 3 – VASCHE, CANALIZZAZIONI, TUBAZIONI, SERBATOI, RECIPIENTI, SILOS (estratto) Le tubazioni, le canalizzazioni e i recipienti, quali vasche, serbatoi e simili, in cui debbano entrare lavoratori per operazioni di controllo, riparazione, manutenzione o per altri motivi dipendenti dall’esercizio dell’impianto o dell’apparecchio, devono essere provvisti di aperture di accesso aventi dimensioni tali da poter consentire l’agevole recupero di un lavoratore privo di sensi. N.B. differenza rispetto al D.P.R. 547/55, Art. 235. APERTURE DI ENTRATA NEI RECIPIENTI. … Le tubazioni, le canalizzazioni e i recipienti, quali vasche, serbatoi e simili, in cui debbano entrare lavoratori per operazioni di controllo, riparazione, manutenzione o per altri motivi dipendenti dall’esercizio dell’impianto o dell’apparecchio, devono essere provvisti di aperture di accesso aventi dimensioni non inferiori a 30 cm per 40 o diametro non inferiore a 40 cm. Quadro normativo 20
  • 21. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata In presenza di lavori APPALTATI in ambienti sospetti di inquinamento o confinati Quadro normativo 21 si applica il D.P.R. 14 settembre 2011 n. 177 “Regolamento recante norme per la qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi operanti in ambienti sospetti di inquinamento o confinanti, a norma dell’articolo 6, comma 8, lettera g), del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81” (GU Serie Generale n. 260 del 08-11-2011)
  • 22. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata D.P.R. 177/2011 – Art. 1 Finalità e ambito di applicazione 1. In attesa della definizione di un complessivo sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi, come previsto dagli articoli 6, comma 8, lettera g), e 27 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, il presente regolamento disciplina il sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi destinati ad operare nel settore degli ambienti sospetti di inquinamento o confinati, quale di seguito individuato. 2. Il presente regolamento si applica ai lavori in ambienti sospetti di inquinamento di cui agli articoli 66 e 121 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, e negli ambienti confinati di cui all’allegato IV, punto 3, del medesimo decreto legislativo. 3. Le disposizioni di cui agli articoli 2, comma 2, e 3, commi 1 e 2, operano unicamente in caso di affidamento da parte del datore di lavoro di lavori, servizi e forniture all’impresa appaltatrice o a lavoratori autonomi all’interno della propria azienda o di una singola unità produttiva della stessa, nonché nell’ambito dell’intero ciclo produttivo dell’azienda medesima, sempre che abbia la disponibilità giuridica, a norma dell’articolo 26, comma 1, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, dei luoghi in cui si svolge l’appalto o la prestazione di lavoro autonomo. 4. Restano altresì applicabili, limitatamente alle fattispecie di cui al comma 3, fino alla data di entrata in vigore della complessiva disciplina del sistema di qualificazione delle imprese di cui all’articolo 6, comma 8, lettera g), del decreto legislativo 9 aprile2008, n. 81, e fermi restando i requisiti generali di qualificazione e le procedure di sicurezza di cui agli articoli 2 e 3, i criteri di verifica della idoneità tecnico-professionale prescritti dall’articolo 26, comma 1, lettera a), del medesimo decreto legislativo. Quadro normativo 22
  • 23. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata D.P.R. 177/2011 – Art. 1 Finalità e ambito di applicazione (estratto) Un riferimento nell’ambito della qualificazione professionale è costituito dal D.P.R. 177/2011. Definizioni richiamate dal D.Lgs. 81/08:  Art. 6, comma 8, lettera g;  Lavori in ambienti sospetti di inquinamento (art. 66);  Ambienti confinati (art. 121);  All. IV p.to 3 («Requisiti dei luoghi di lavoro»: vasche, canalizzazioni, tubazioni, serbatoi, recipienti, silos); Campo di applicazione: Si applica quando il datore di lavoro intende affidare lavori, servizi e forniture alle imprese appaltatrici o a lavoratori autonomi. Quadro normativo 23
  • 24. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata D.P.R. 177/2011 – Art. 2 Qualificazione nel settore degli ambienti sospetti di inquinamento o confinati 1. Qualsiasi attività lavorativa nel settore degli ambienti sospetti di inquinamento o confinati può essere svolta unicamente da imprese o lavoratori autonomi qualificati in ragione del possesso dei seguenti requisiti: a) integrale applicazione delle vigenti disposizioni in materia di valutazione dei rischi, sorveglianza sanitaria e misure di gestione delle emergenze; b) integrale e vincolante applicazione anche del comma 2 dell’articolo 21 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, nel caso di imprese familiari e lavoratori autonomi; c) presenza di personale, in percentuale non inferiore al 30 per cento della forza lavoro, con esperienza almeno triennale relativa a lavori in ambienti sospetti di inquinamento o confinati, assunta con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato ovvero anche con altre tipologie contrattuali o di appalto, a condizione, in questa seconda ipotesi, che i relativi contratti siano stati preventivamente certificati ai sensi del Titolo VIII, Capo I, del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276. Tale esperienza deve essere necessariamente in possesso dei lavoratori che svolgono le funzioni di preposto; d) avvenuta effettuazione di attività di informazione e formazione di tutto il personale, ivi compreso il datore di lavoro ove impiegato per attività lavorative in ambienti sospetti di inquinamento o confinati, specificamente mirato alla conoscenza dei fattori di rischio propri di tali attività, oggetto di verifica di apprendimento e aggiornamento. i contenuti e le modalità della formazione di cui al periodo che precede sono individuati, compatibilmente con le previsioni di cui agli articoli 34 e 37 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, entro e non oltre 90 giorni dall’entrata in vigore del presente decreto, con accordo in Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, sentite le parti sociali; Quadro normativo 24
  • 25. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata D.P.R. 177/2011 – Art. 2 Qualificazione nel settore degli ambienti sospetti di inquinamento o confinati e) possesso di dispositivi di protezione individuale, strumentazione e attrezzature di lavoro idonei alla prevenzione dei rischi propri delle attività lavorative in ambienti sospetti di inquinamento o confinati e avvenuta effettuazione di attività di addestramento all’uso corretto di tali dispositivi, strumentazione e attrezzature, coerentemente con le previsioni di cui agli articoli 66 e 121 e all’allegato IV, punto 3, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81; f) avvenuta effettuazione di attività di addestramento di tutto il personale impiegato per le attività lavorative in ambienti sospetti di inquinamento o confinati, ivi compreso il datore di lavoro, relativamente alla applicazione di procedure di sicurezza coerenti con le previsioni di cui agli articoli 66 e 121 e dell’allegato IV, punto 3, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81; g) rispetto delle vigenti previsioni, ove applicabili, in materia di Documento unico di regolarità contributiva; h) integrale applicazione della parte economica e normativa della contrattazione collettiva di settore, compreso il versamento della contribuzione all’eventuale ente bilaterale di riferimento, ove la prestazione sia di tipo retributivo, con riferimento ai contratti e accordi collettivi di settore sottoscritti da organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale. 2. In relazione alle attività lavorative in ambienti sospetti di inquinamento o confinati non è ammesso il ricorso a subappalti, se non autorizzati espressamente dal datore di lavoro committente e certificati ai sensi del Titolo VIII, Capo I, del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, e successive modificazioni e integrazioni. Le disposizioni del presente regolamento si applicano anche nei riguardi delle imprese o dei lavoratori autonomi ai quali le lavorazioni vengano subappaltate. Quadro normativo 25
  • 26. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata D.P.R. 177/2011 – Art. 2 Qualificazione nel settore degli ambienti sospetti di inquinamento o confinati (estratto) • Si applica anche ad imprese familiari e lavoratori autonomi • Presenza di personale, almeno il 30% della forza lavoro e con esperienza almeno triennale • Richiesta di esperienza almeno triennale per i lavoratori PREPOSTI • Possesso (da parte del D.L. qualora questi operi) di D.P.I., strumentazione e attrezzature di lavoro idonee alla prevenzione dei rischi + avvenuta effettuazione di addestramento al corretto uso degli stessi • Informazione/formazione/addestramento a tutto il personale (compreso il datore di lavoro se impiegato nelle attività lavorative) prima dell’inizio lavori • Non è ammesso il ricorso a subappalti (fatte salve le disposizioni del D.Lgs. 276/2003 Titolo VIII). Quadro normativo 26
  • 27. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata D.P.R. 177/2011 – Art. 3 Procedure di sicurezza nel settore degli ambienti sospetti di inquinamento o confinati 1. Prima dell’accesso nei luoghi nei quali devono svolgersi le attività lavorative di cui all’articolo 1, comma 2, tutti i lavoratori impiegati dalla impresa appaltatrice, compreso il datore di lavoro ove impiegato nelle medesime attività, o i lavoratori autonomi devono essere puntualmente e dettagliatamente informati dal datore di lavoro committente sulle caratteristiche dei luoghi in cui sono chiamati ad operare, su tutti i rischi esistenti negli ambienti, ivi compresi quelli derivanti dai precedenti utilizzi degli ambienti di lavoro, e sulle misure di prevenzione e emergenza adottate in relazione alla propria attività. L’attività di cui al precedente periodo va realizzata in un tempo sufficiente e adeguato all’effettivo completamento del trasferimento delle informazioni e, comunque, non inferiore ad un giorno. Quadro normativo 27
  • 28. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata D.P.R. 177/2011 – Art. 3 Procedure di sicurezza nel settore degli ambienti sospetti di inquinamento o confinati (estratto) • Obbligo del Committente di informazione, puntuale e dettagliata (non inferiore ad un giorno) sulle caratteristiche dei luoghi, sui rischi esistenti e sulle misure di prevenzione ed emergenza; • Il Committente individua un proprio rappresentante, in possesso di adeguate competenze (di cui all’articolo 2, comma 1, lettere c ed f), con funzione di indirizzo e coordinamento delle attività in oggetto, per limitare il rischio da interferenza di tali lavorazioni con le attività svolte dal personale di sito. Quadro normativo 28
  • 29. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata • La normativa precedentemente esaminata NON stabilisce una definizione precisa degli ambienti sospetti di inquinamento e/o confinati. • Occorre considerare la normativa come utile linea-guida da interpretare in senso estensivo, seguendo la logica della possibile esistenza o generazione di una situazione di pericolo. A livello internazionale si parla di «IDLH», Immediately Dangerous to Life or Health. • Così, individuare, praticamente uno spazio confinato/sospetto d’inquinamento vuol dire far riferimento a due criteri-guida: quello dell’ATTUALITÀ (si valuta l’ambiente per come esso si presenta; accessi, uscite, ventilazione, presenza di agenti chimici pericolosi ecc.); quello della POTENZIALITÀ (si valuta l’ambiente in base a come potrebbe, in certe condizioni, presentarsi; modificazioni che l’attività svolta può indurre, circostanze impreviste, imprevedibili...). La griglia di informazioni che l’adozione combinata dei due criteri ci offre, consente una configurazione veramente utile del confined space, al di là di definizioni e classificazioni più o meno esaustive. Quadro normativo 29
  • 30. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Criterio-guida per l’INDIVIDUAZIONE di un ambiente sospetto d’inquinamento o confinato Quadro normativo 30
  • 31. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Di seguito si riportano le definizioni, ad oggi, più considerate in materia di spazi confinati/sospetti d’inquinamento: Definizioni OSHA (Occupational Safety and Health Administration, CFR 1910.146) Uno spazio confinato: 1. è largo abbastanza da consentire ad un lavoratore di entrare interamente con il corpo ed eseguire il lavoro assegnato, e 2. ha limitazioni o impedimenti per l’entrata e l’uscita (ad esempio, serbatoi, recipienti, silos, silos di stoccaggio, tramogge, volte, e pozzi sono spazi che possono avere limitazioni per l’entrata); e 3. non è progettato l’occupazione continua di un lavoratore. Si evidenzia che uno spazio per essere definito confinato deve rispettare tutti i tre criteri sopra indicati. L’OSHA definisce gli spazi per i quali è necessario un permesso per l’accesso (Permit Required Confined Space - PRCS) come uno "spazio confinato che possiede almeno una delle seguenti caratteristiche": • contiene o può contenere un’atmosfera pericolosa; • contiene un materiale che può causare il seppellimento di un lavoratore entrante; • ha una configurazione interna tale che un lavoratore potrebbe essere intrappolato o asfissiato da pareti convergenti verso l’interno o da un piano che degrada verso il basso e si rastrema ad una sezione trasversale più piccola; • contiene qualsiasi altro grave pericolo per la sicurezza o la salute. Quadro normativo 31
  • 32. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Definizione ISPESL Per “ambiente confinato” si intende uno spazio circoscritto, caratterizzato da limitate aperture di accesso e da una ventilazione naturale sfavorevole, in cui può verificarsi un evento incidentale importante, che può portare ad un infortunio grave o mortale, in presenza di agenti chimici pericolosi (ad esempio, gas, vapori, polveri). Alcuni ambienti confinati sono facilmente identificabili come tali, in quanto la limitazione legata alle aperture di accesso e alla ventilazione sono ben evidenti e/o la presenza di agenti chimici pericolosi è nota. Quadro normativo 32 Ambiente confinato Ingresso limitato Presenza sostanze chimiche pericolose Possibile verificarsi infortuni- incidenti Spazio lavorativo circoscritto con ventilazione naturale sfavorevole
  • 33. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Definizione INAIL Per spazio confinato si intende un qualsiasi ambiente limitato, in cui il pericolo di morte o di infortunio grave è molto elevato, a causa della presenza di sostanze o condizioni di pericolo (ad. es. mancanza di ossigeno). Gli spazi confinati sono facilmente identificabili proprio per la presenza di aperture di dimensioni ridotte, come nel caso di: serbatoi, silos, recipienti adibiti a reattori, sistemi di drenaggio chiusi, reti fognarie. Altri tipi di spazi confinati, non altrettanto facili da identificare ma ugualmente pericoli, potrebbero essere: cisterne aperte, vasche, camere di combustione all’interno di forni, tubazioni, ambienti con ventilazione inefficiente o assente. Non è possibile fornire una lista completa di tutti gli spazi confinati. Alcuni ambienti infatti, possono comportarsi da spazi confinati durante lo svolgimento delle attività lavorative cui sono adibiti o durante la loro costruzione, fabbricazione o successiva modifica. Quadro normativo 33
  • 34. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Definizione NIOSH (National Institute for Occupational Safety and Health) Ogni spazio con limitate aperture di entrata e uscita, con sfavorevole ventilazione naturale, con sostanze inquinanti, tossiche o infiammabili che possono accumularsi, o che hanno un atmosfera carente di ossigeno e non è destinato per l’occupazione continua da parte dei lavoratori. Quadro normativo 34
  • 35. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Tra i molti documenti utili a chiarire la tematica si evidenziano inoltre: • il “Manuale illustrato per lavori in ambienti sospetti di inquinamento o confinati ai sensi dell’art. 3 c.3 del D.P.R. 177/2011” elaborato dal Sottogruppo Ambienti Confinati del Comitato 1 della Commissione Consultiva Permanente per la Salute e la Sicurezza sul Lavoro e approvato il 18 aprile 2012; • La guida pratica all’implementazione di misure preventive e protettive in ambienti confinati e/o sospetti d’inquinamento “SPAZI CONFINATI Formazione, addestramento, equipaggiamento” EPC Editore, aprile 2018. Quadro normativo 35
  • 36. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Tra i molti documenti utili a chiarire la tematica si evidenziano inoltre: • la norma UNI 10449/2008 “Manutenzione - Criteri per la formulazione e gestione del permesso di lavoro” • il Decreto Legislativo 27 luglio 1999, n. 272 “Adeguamento della normativa sulla sicurezza e salute dei lavoratori nell’espletamento di operazioni e servizi portuali, nonché di operazioni di manutenzione, riparazione e trasformazione delle navi in ambito portuale, a norma della legge 31 dicembre 1998, n. 485”, tutt’ora vigente (vedi art. 3 comma 3 del D.Lgs. 81/08) • ecc. Quadro normativo 36
  • 37. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata CONCLUSIONI sul quadro normativo degli ambienti sospetti d’inquinamento o confinati Sebbene esistono molti documenti utili a chiarire l’argomento in questione è altresì difficile una definizione di ambiente sospetto d’inquinamento o confinato; infatti la definizione del proprio ambiente sarà da costruire sulla base della propria Valutazione dei Rischi in riferimento alle Linee Guida disponibili/cogenti; Anche le indicazioni circa i requisiti professionali del personale formatore/istruttore risultano carenti così come le indicazioni sulle modalità di erogazione della formazione e dell’addestramento specifico (durata minima dei corsi di formazione/addestramento), formazione differente in relazione al personale coinvolto (entranti, attendenti, preposti, addetti all’emergenza ecc.); Ulteriori carenze si rilevano sulle indicazioni circa la modalità di formazione/addestramento per formare gli operatori che non dispongono di proprie aree con ambienti confinati (es. ditte conto terzi). Quadro normativo 37
  • 38. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata CONCLUSIONI sul quadro normativo degli ambienti sospetti d’inquinamento o confinati I molti documenti tecnici disponibili e utili a chiarire la tematica in questione talvolta non aiutano a DEFINIRE unilateralmente un ambiente sospetto d’inquinamento e/o confinato. Le varie definizioni che tentano di definire la tematica lasciano il tempo che trovano: non è possibile fornire un dettaglio completo di TUTTE le ipotesi di "ambienti sospetti di inquinamento e/o confinati". Alcuni ambienti, infatti, possono comportarsi come spazi confinati solo in taluni frangenti; durante lo svolgimento di particolari attività lavorative, durante la loro costruzione o successiva modifica/demolizione. Sarà dunque necessario capire come procedere nella fase di Valutazione dei Rischi specifica del caso. Quadro normativo 38
  • 39. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata 39 Schema generale del corso  Introduzione  Obiettivo  Quadro normativo Statistiche d’infortunio  Valutazione del Rischio • Metodologia di Valutazione • VR Fattore UOMO, AMBIENTE, EQUIPAGGIAMENTO  Misure di Prevenzione e di Protezione • No Man Risk • Apprestamento dell’area di lavoro • Monitoraggio Ambientale • Bonifica e Ventilazione • Il Permesso di Lavoro • I sistemi di comunicazione • DPC e DPI  Organizzazione attività in ambienti confinati
  • 40. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata La cronaca riporta frequentemente casi di incidenti mortali, anche di più soggetti contemporaneamente, operanti in ambienti confinati o sospetti di inquinamento, senza l’adozione delle necessarie misure di sicurezza e senza un adeguato addestramento anche per le operazioni di emergenza. L’analisi degli incidenti effettuata dall’INAIL indica come i rischi ricadano sia sui lavoratori direttamente interessati che su coloro che intervengono in soccorso, spesso senza l’adeguata preparazione e senza gli opportuni dispositivi di protezione; per tale motivo di seguito il link dell’Inail dove poter approfondire alcune analisi di seguito riportate: https://www.inail.it/sol-informo/home.do?tipoEvento=1 Statistiche d’infortuni 40
  • 41. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata https://www.inail.it/sol-informo/home.do?tipoEvento=1 Statistiche d’infortuni 41 Fonte: INAIL.it - Infor.mo.
  • 42. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Si registra il 52,2% di esposizione a gas/vapori pericolosi. In particolare: • il 38,9% dei decessi avvengono per esposizione a gas/vapori già presenti nell’ambiente di lavoro; • il 13,3% a gas/vapori che si generano nel corso della lavorazione o che fuoriescono dai sistemi di contenimento. Statistiche d’infortuni 42 Fonte: INAIL.it - Infor.mo.
  • 43. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata ANALISI STATISTICHE Nell’analisi degli incidenti/infortuni gravi e mortali si sono evidenziate alcune criticità: • mancanza di una idonea valutazione dei rischi; • non consapevolezza dei pericoli potenzialmente presenti o potenziali (ovvero che si possono generare dalle stesse lavorazioni); • drammatica “catena di solidarietà” nel prestare soccorso (circa il 50% delle vittime è rappresentato da colleghi o altri lavoratori presenti che hanno tentato il soccorso); • errori nelle modalità operative; Statistiche d’infortuni 43
  • 44. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata segue ANALISI STATISTICHE • la stessa operazione che provoca una o più vittime è stata già eseguita molte altre volte alle medesime condizioni; • non applicazione delle procedure di isolamento/de- energizzazione/ciecatura/lucchettagio; • assenti adeguati DPC/DPI; • non utilizzo dei DPI necessari o carenza manutentiva degli stessi; • carenze strutturali e organizzative degli ambienti lavorativi; • errore comportamentale del singolo e dell’organizzazione. Statistiche d’infortuni 44
  • 45. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata 45 Schema generale del corso  Introduzione  Obiettivo  Quadro normativo  Statistiche d’infortunio Valutazione del Rischio • Metodologia di Valutazione • VR Fattore UOMO, AMBIENTE, EQUIPAGGIAMENTO  Misure di Prevenzione e di Protezione • No Man Risk • Apprestamento dell’area di lavoro • Monitoraggio Ambientale • Bonifica e Ventilazione • Il Permesso di Lavoro • I sistemi di comunicazione • DPC e DPI  Organizzazione attività in ambienti confinati
  • 46. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata VR ambienti sospetti d’inquinamento e/o confinati Il D.Lgs. 81/08 trasferisce tutte le responsabilità al Datore di Lavoro e alle sue figure apicali, demandando di fatto la gestione dei Rischi alla Valutazione aziendale (DVR) che dovrà ricomprendere TUTTI I RISCHI presenti, in riferimento a: ambienti, mansioni svolte, macchinari, attrezzature, impianti, sostanze utilizzate ecc. Valutazione del Rischio 46
  • 47. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata VR ambienti sospetti d’inquinamento e/o confinati Il concetto di rischio non va confuso con quello di pericolo. Il pericolo è una proprietà, o una qualità, o una modalità dannosa di uno strumento, di una situazione, di un’azione; per intenderci, una sega elettrica è di per sé pericolosa, come pure una stanza riempita di sostanze tossiche. Dunque rimane doveroso comprendere che OGNI ambiente sospetto d’inquinamento/confinato necessita di una VALUTAZIONE DEI RISCHI ad hoc, eseguita con un sopralluogo preventivo, con raccolta di tutti i documenti a supporto e che possano far comprendere tutti i possibili pericoli presenti e in divenire. Valutazione del Rischio 47
  • 48. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata VR ambienti confinati e/o sospetti d’inquinamento Il rischio, invece, esiste quando vi è contemporanea presenza di un pericolo e di qualcuno o qualcosa esposto ad esso. Quest’associazione, che non è scontata in caso di strumenti e situazioni, è sempre presente nel caso dell’azione. Il rischio riguarda la probabilità che sia raggiunto il limite potenziale di danno nelle condizioni di esposizione o di impiego di un determinato fattore. Il rischio è , dunque, esposizione al pericolo e può essere espresso nella formula: R = P x M Rischio = Pericolo x Magnitudo Rischio = prodotto tra la Pericolosità (ovvero PROBABILITÀ che un evento si verifichi in un determinato spazio/tempo) e Magnitudo (ovvero gravità delle conseguenze DANNOSE). Dato, quindi, un certo pericolo, il relativo livello di rischio non è univocamente determinato. Esistono tanti diversi livelli di rischio quante sono le combinazioni delle condizioni al contorno (modalità operative, procedure, condizioni ambientali, formazione, caratteristiche organizzative…). Valutazione del Rischio 48
  • 49. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Valutazione del Rischio 49 Rischio = Probabilità X Danno Misure di Prevenzione Insieme delle misure tecniche, organizzative, procedurali; volte alla riduzione della PROBABILITÀ di accadimento Misure di Protezione Insieme dei dispositivi di protezione Collettiva e di protezione Individuale volti alla riduzione del DANNO e dalle conseguenze che ne derivano.
  • 50. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Possiamo sintetizzare i RISCHI in 3 macro-fattori: Valutazione del Rischio 50 Rischi derivanti dal Fattore UOMO (ovvero il TEAM di persone chiamate all’intervento = MANSIONI) Rischi derivanti dal Fattore AMBIENTE (distinzione tra ambienti indoor/outdoor) Rischi derivanti dal Fattore EQUIPAGGIAMENTO (ovvero macchine, impianti, attrezzature, DPI, sostanze chimiche ecc.)
  • 51. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Nella valutazione del rischio nei LAVORI PERICOLOSI, ogni macroelemento può invece generare da solo il rischio ed è, al tempo stesso, condizione indispensabile alla configurazione dello scenario «lavoro pericoloso». Posta l’ineliminabilità dei singoli elementi, ai fini della riduzione del rischio, non si può far altro che tentare di abbassare il più possibile, per ogni singolo fattore, le fonti di pericolosità, secondo un’analisi che tenga conto sempre del quarto macroelemento non indicato: l’interazione tra i tre. Valutazione del Rischio 51 FATTORE EQUIPAGGIAMENTO FATTORE AMBIENTE Rischio Lavori Pericolosi Dall’INTERAZIONE dei 3 vertici della piramide si generano i rischi FATTORE UOMO
  • 52. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Fattore UOMO – Requisiti Psico-Fisici • Idoneità alla mansione specifica: baricentro e peso corporeo, misure antropometriche rispetto alle dimensioni degli spazi disponibili • Condizioni psicofisiche del momento: malori, malanni di stagione, cambiamenti delle condizioni psicofisiche rispetto alla data di rilascio certificato di idoneità alla mansione Valutazione del Rischio: Fattore UOMO 52 Tratto da: Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia - volume XXXIX suppl. al n. 4 Ottobre- Dicembre 2017
  • 53. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Fattore UOMO – Requisiti Psico-Fisici Condizioni di possibili NON idoneità alla mansione di addetto ai lavori in ambienti confinati/sospetto d’inquinamento. Valutazione del Rischio: Fattore UOMO 53 CONDIZIONI GENERALI: • Età > 50/55 aa • Altezza di 1,90/2,00 m* • Peso > 100 Kg* • B.M.I. > 35 • Alterazioni della fonazione (disfonie, disartrie, dislalie) • Patologie cutanee suscettibili di peggioramento (per stress, sudorazione, utilizzo di DPI) • Deformità facciali che possono interferire con l’utilizzo dei DPI APPARATO CARDIOVASCOLARE: • Patologie del sistema del sistema cardio-vascolare • Eccezioni alla non idoneità: • Ipertensione arteriosa in controllo terapeutico, previa relazione specialistica in merito • Piccole varicosità localizzate: previa valutazione possibilità di ulcerazione durante l’attività lavorativa • Rischio cardiovascolare secondo l’algoritmo I.S.S. (se > 20 richiedere valutazione specialistica)
  • 54. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Fattore UOMO – Requisiti Psico-Fisici Condizioni di possibili NON idoneità alla mansione di addetto ai lavori in ambienti confinati/sospetto d’inquinamento Valutazione del Rischio: Fattore UOMO 54 APPARATO RESPIRATORIO: • Patologie del sistema respiratorio • Spirometri FVC < 70%e/o FEV1 < 70% APPARATO OSTEOMUSCOLARE: • Patologie che compromettono: • Abilità di manipolare utensili • Possibilità di operare secondo le procedure richieste • Capacità di indossare i DPI SISTEMA NERVOSO: • Alterazioni che compromettono: • Equilibrio, coordinazione motoria, forza muscolare e sensibilità • Coscienza (anche in caso di risposta favorevole al trattamento farmacologico) PSICHE: • Patologie psichiatriche: • Sia in buon compenso farmacologico, sia qualora siano state trattate in passato e siano in remissione da tempo • Alterazioni che compromettono la coscienza (anche in caso di risposta favorevole al trattamento farmacologico)
  • 55. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Fattore UOMO – Requisiti Psico-Fisici Condizioni di possibili NON idoneità alla mansione di addetto ai lavori in ambienti confinati/sospetto d’inquinamento Valutazione del Rischio: Fattore UOMO 55 SISTEMA ENDOCRINO: • Patologie endocrine non compensate da trattamento farmacologico • Diabete mellito (eccezioni alla non idoneità): • Se trattamento con solfaniluree ed insulina: richiedere sempre certificazione sullo stato di compenso metabolico da parte dello specialista del centro diabetologico che lo assiste • Nella valutazione dell’Hb glicata è utile rifarsi a quanto previsto dalla normativa per il rilascio della patente di guida ORGANI DI SENSO – VISTA: • Patologie che diminuiscano o alterino: • Acuità visiva • Senso cromatico • Visione stereoscopica ORGANI DI SENSO – UDITO: • Perdite di udito superiori a 40 dB (valore medio) • Protesi acustiche consentite solo se rischio ATEX assente e/o non interferenti con corretto utilizzo di DPI
  • 56. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Fattore UOMO – Requisiti Psico-Fisici Valutazione del Rischio: Fattore UOMO 56 MISURE ANTROPOMETRICHE Le misure corporee di un lavoratore determinano l’ingombro del suo corpo rispetto ad un ingresso ristretto (o ad eventuali percorsi presenti negli ambienti confinati). Tale ingombro è costituito da un: • ASSE MAGGIORE (larghezza delle spalle); • ASSE MINORE (profondità del corpo).
  • 57. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Fattore UOMO – Requisiti Psico-Fisici Valutazione del Rischio: Fattore UOMO 57 BARICENTRO Altro elemento psico-fisico da tenere in considerazione per taluni accessi ristretti è l’altezza di baricentro del lavoratore. Questo punto infatti rappresenta il «punto di NON ritorno» qualora il lavoratore abbia un malessere o risulti privo di sensi. Esempio di trasferimento del baricentro verso il basso (fase di "non ritorno")
  • 58. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Fattore UOMO – Requisiti Psico-Fisici IMC (o BMI) Oltre al punto di baricentro (derivante dall’altezza del soggetto, espresso in cm) è necessario tener conto anche del peso di massa corporea (espresso in chilogrammi). Da questi due elementi ne deriva il calcolo dell’Indice di Massa Corporea (IMC) o anche Body Mass Index (BMI). L’IMC è un parametro che mette in relazione la massa corporea e la statura di un soggetto, fornendo una stima delle dimensioni corporee più accurata rispetto alle vecchie tabelle basate su altezza e peso. L’IMC si calcola dividendo il proprio peso espresso in kg per il quadrato dell’altezza espressa in metri ed è indicatore dello stato di peso-forma. IMC = massa corporea (kg) / statura (m2). Valutazione del Rischio: Fattore UOMO 58
  • 59. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Fattore UOMO – Requisiti professionali Chi opera in ambienti confinati e/o sospetti di inquinamento deve essere in possesso di adeguata esperienza e una specifica Informazione, Formazione e Addestramento. Valutazione del Rischio: Fattore UOMO 59
  • 60. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Requisiti del TEAM di lavoro, esempi di fabbisogni formativi professionali: • Lavoratore Entrante: min. 3 anni di esperienza; Corso per lavoratori addetti alle attività in ambienti confinati e/o sospetti di inquinamento con utilizzo delle attrezzature per spazi confinati e DPI III cat. • Lavoratore Attendente: min. 3 anni di esperienza; Corso per lavoratori addetti alle attività in ambienti confinati e/o sospetti di inquinamento con utilizzo delle attrezzature per spazi confinati e DPI III cat. • Lavoratore Sovraintendente (preposto): min. 3/5 anni di esperienza; Corso per lavoratori addetti alle attività in ambienti confinati e/o sospetti di inquinamento con utilizzo delle attrezzature per spazi confinati e DPI III cat. • Addetti alla Squadra di Emergenza: Conoscenza del sistema di soccorso pubblico-esterno, qualifica per interventi di lotta antincendio e di primo soccorso aziendale • Per gli altri soggetti: Corso di Formazione e Addestramento Generale e Specifico per la mansione svolta e per il ruolo che si ricopre (vedi anche rif.ti Accordi Stato-Regioni) Valutazione del Rischio: Fattore UOMO 60
  • 61. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata 61 Sovrintendente (Preposto)  Gestione Organizzativa  Gestione Tecnico / Specialistica  Statistiche e analisi infortuni  Identificazione e gestione di rischi generici e specifici  Strumentazione e attrezzature di lavoro  DPC/DPI specifici  Procedure di lavoro ordinarie/emergenza, istruzioni operative, permessi di lavoro, ecc.  Tecniche di recupero e salvataggio  Informazione / formazione / addestramento in SC e/o sospetti di inquinamento  Corso di formazione e addestramento per lavoratori addetti alle attività in ambienti sospetti di inquinamento e/o confinati con utilizzo di DPI di III cat. (mod. U.M.A. - tot. 8H)  Corso di formazione e addestramento all’uso di attrezzature di recupero personale da ambienti confinati e/o sospetti di inquinamento (mod. DISPOSITIVI RECUPERO - tot. 4/8H)  Corso “on site” di formazione e addestramento per ambienti confinati e/o sospetti di inquinamento (mod. FAST - tot. 4/8H) N.B.: Ulteriori corsi di formazione e addestramento potrebbero essere necessari in relazione ai rischi specifici presenti negli ambienti di lavoro Lavoratore Attendente  Gestione Organizzativa  Gestione Tecnico / Specialistica  Quadro legislativo di riferimento  Statistiche e analisi infortuni  Identificazione e gestione di rischi generici e specifici  Strumentazione e attrezzature di lavoro  DPC/DPI specifici  Procedure di lavoro ordinarie/emergenza, istruzioni operative, permessi di lavoro, ecc.  Tecniche di recupero e salvataggio  Informazione / formazione / addestramento in SC e/o sospetti di inquinamento  Corso di formazione e addestramento per lavoratori addetti alle attività in ambienti sospetti di inquinamento e/o confinati con utilizzo di DPI di III cat. (mod. U.M.A. - tot. 8H)  Corso di formazione e addestramento all’uso di attrezzature di recupero personale da ambienti confinati e/o sospetti di inquinamento (mod. DISPOSITIVI RECUPERO - tot. 4/8H)  Corso “on site” di formazione e addestramento per ambienti confinati e/o sospetti di inquinamento (mod. FAST - tot. 4/8H) N.B.: Ulteriori corsi di formazione e addestramento potrebbero essere necessari in relazione ai rischi specifici presenti negli ambienti di lavoro Lavoratore Entrante  Gestione Organizzativa  Gestione Tecnico / Specialistica  Quadro legislativo di riferimento  Statistiche e analisi infortuni  Identificazione e gestione di rischi generici e specifici  Strumentazione e attrezzature di lavoro  DPC/DPI specifici  Procedure di lavoro ordinarie/emergenza, istruzioni operative, permessi di lavoro, ecc.  Informazione / formazione / addestramento in SC e/o sospetti di inquinamento  Corso di formazione e addestramento per lavoratori addetti alle attività in ambienti sospetti di inquinamento e/o confinati con utilizzo di DPI di III cat. (mod. U.M.A. - tot. 8H)  Corso “on site” di formazione e addestramento per ambienti confinati e/o sospetti di inquinamento (mod. FAST - tot. 4/8H) N.B.: Ulteriori corsi di formazione e addestramento potrebbero essere necessari in relazione ai rischi specifici presenti negli ambienti di lavoro Valutazione del Rischio: Fattore UOMO
  • 62. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata 62 D.L. Impresa Appaltatrice  Gestione Amministrativa  Gestione Organizzativa  Gestione Tecnico / Specialistica  Quadro legislativo di riferimento  Gestione contrattuale degli appalti  Statistiche e analisi infortuni  Identificazione e gestione di rischi generici e specifici  Strumentazione e attrezzature di lavoro  DPC/DPI specifici  Procedure di lavoro ordinarie/emergenza, istruzioni operative, permessi di lavoro, ecc  Tecniche di recupero e salvataggio  Informazione / formazione / addestramento in SC e/o sospetti di inquinamento  Corso di formazione e informazione con nozioni dimostrative sui rischi connessi agli ambienti confinati e/o sospetti di inquinamento (mod. U.M.A. - tot. 24H)  Corso di formazione e addestramento per lavoratori addetti alle attività in ambienti sospetti di inquinamento e/o confinati con utilizzo di DPI di III cat. (mod. U.M.A. - tot. 8H)  Corso di formazione e addestramento all’uso di attrezzature di recupero personale da ambienti confinati e/o sospetti di inquinamento (mod. DISPOSITIVI RECUPERO - tot. 4/8H) N.B.: Ulteriori corsi di formazione e addestramento potrebbero essere necessari in relazione ai rischi specifici presenti negli ambienti di lavoro Squadra di Emergenza  Gestione Organizzativa  Gestione Tecnico / Specialistica  Quadro legislativo di riferimento  Statistiche e analisi infortuni  Identificazione e gestione di rischi generici e specifici  Strumentazione e attrezzature di lavoro  DPC/DPI specifici  Procedure di lavoro ordinarie/emergenza, istruzioni operative, permessi di lavoro, ecc  Tecniche di recupero e salvataggio  Informazione / formazione / addestramento in SC e/o sospetti di inquinamento  Formazione e addestramento: Primo soccorso-bls-D / lotta antincendio / sversamenti chimici pericolosi / interventi sotto tensione o in prossimità di parti elettriche / lavori ad altezze maggiori di 2 m / sistemi di accesso e posizionamento mediante funi / altri rischi specifici presenti  Corso di formazione e addestramento per lavoratori addetti alle attività in ambienti sospetti di inquinamento e/o confinati con utilizzo di DPI di III cat. (mod. U.M.A. - tot. 8H)  Corso di formazione e addestramento per operatori addetti all’emergenza (mod. ADDETTI EMERGENZA - tot. 16 H)  Corso “on site” di formazione e addestramento per ambienti confinati e/o sospetti di inquinamento (mod. FAST - tot. 4/8H) N.B.: Ulteriori corsi di formazione e addestramento potrebbero essere necessari in relazione ai rischi specifici presenti negli ambienti di lavoro Valutazione del Rischio: Fattore UOMO
  • 63. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Fattore UOMO – Requisiti professionali Requisiti del TEAM di lavoro, esempi di fabbisogni formativi professionali Altro utile riferimento per un’adeguata formazione-addestramento di BASE è riportato nella sess. 2 del manuale tratto da: AIDII- 30°Congresso Nazionale, Maranello (Modena) 26-28 giugno 2013 dal titolo «FORMAZIONE E ADDESTRAMENTO ITINERANTE SULLE PROCEDURE DI LAVORO IN SPAZI CONFINATI: UNITÀ MOBILE DI ADDESTRAMENTO (UMA) ED IL CONTRIBUTO DELLE ISTITUZIONI DEL LAZIO» Valutazione del Rischio: Fattore UOMO 63
  • 64. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Fattore UOMO – Requisiti professionali I progetti formativi della Regione Lazio “Safety First – La sicurezza prima di tutto” oggetto dei Protocolli d’Intesa: “FORMAZIONE ITINERANTE PER ADDETTI CHE OPERANO IN AMBIENTI CONFINATI” APPROVATI il 17/10/2012 e 15/4/2014 da: Valutazione del Rischio: Fattore UOMO 64
  • 65. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Fattore UOMO – Altri RISCHI Oltre ai rischi principali finora esaminati è necessario tener conto anche: • Valutazione del rischio STATICO (condizione del Rischio senza esecuzione di lavori) e DINAMICO (condizione del Rischio durante l’esecuzione di lavori) • GRADO DI ESPERIENZA maturata nelle specifica mansione lavorativa e nel ruolo di entrante/attendente/sovraintendente/addetto manovra rescue (possibili comportamenti inadeguati/inaspettati dovuti anche a paura, claustrofobia, eventi avversi non vissuti ecc.) • Esecuzione dei MOVIMENTI CORRETTI tali da non pregiudicare un’eventuale manovra rescue (in particolare per i sistemi di recupero) • Esecuzione dei TEST PRELIMINARI dei DPI/sistemi di recupero in dotazione (fit test, size, rapporto peso/potenza tra entrante/sovraintendente ecc.) • Abbigliamento idoneo al tipo di lavoro da eseguire con attenzione al grado di scivolamento degli stessi sulla superficie dell’ambiente (manovra rescue) • Evitare di dotarsi di attrezzature, materiali, monili che possano pregiudicare lo stato delle attività da svolgere (es. braccialetti, catenine ecc.) • Disporre di adeguato PERMESSO DI LAVORO ed ISTRUZIONE OPERATIVA step by step per ogni fase di lavori da eseguire Valutazione del Rischio: Fattore UOMO 65
  • 66. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Fattore AMBIENTE Possiamo distinguere l’AMBIENTE DI LAVORO in: • Ambiente Esterno (outdoor) o Interno (indoor) • Ambienti con accesso VERTICALE, ORIZZONTALE, OBLIQUO, COMBINATI (trattasi di accessi in cui si accede prima verticalmente, poi in orizzontale o viceversa) • Ambienti con ulteriori rischi specifici (es. aree classificate ATEX, piani di calpestio instabili, piani in declivio, fondi sdrucciolevoli ecc.) Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE 66
  • 67. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Apprestamenti e delimitazioni delle aree di lavoro: Ai fini degli «apprestamenti» l’area va suddivisa, il più razionalmente possibile, sulla base delle varie fasi di lavoro, procedendo alla valutazione di una serie di fattori tra i quali, ad esempio, gli spazi di manovra per l’apertura del passo d’uomo, l’illuminazione, il microclima, lo stato di aree/impianti adiacenti, il percorso per il raggiungimento veloce dell’area. Esistono vari sistemi di delimitazioni delle aree di lavoro. I più comuni sono ad es. transenne, barriere antintrusive, parapetti, jersey, cancelletti, croci di blocco ecc. altrettanto importante la segnaletica verticale ed orizzontale, attraverso nastri, cartelli, birilli ecc. Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE 67
  • 68. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Esempi di PASSO D’UOMO Passi d’uomo industriali 18" x 16" (458 x 407 mm) rettangolari o ovali o circolari Ø 18" (458 mm) Passi d’uomo sui mezzi di trasporto 16" x 14" (407 x 356 mm) o circolari da 16" (407 mm) 68 Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
  • 69. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata 69 Esempi di PASSO D’UOMO Passo d’uomo in ambienti alimentari – chimici - farmaceutici cm 30 x 43 Passo d’uomo in ambienti aeronautici cm 30 x 43 Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
  • 70. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Ogni ambiente, ogni situazione presenta caratteristiche proprie ed una corretta valutazione non può fermarsi solo sui rischi presenti ed evidenti. Rischi presenti e potenziali: • asfissia (scarsità di ossigeno); • intossicazione/irritazione (presenza di agenti chimici/biologici aerosolizzati o aeriformi contaminanti con valore superiore rispetto ai valori limiti stabiliti); • schiacciamento/soffocamento/inghiottimento/seppellimento, costrizione (per presenza ad esempio di materiale instabile pesante in distacco dalle pareti o dal piano di calpestio o dal piano di stoccaggio); • annegamento (se in presenza di liquidi o materiali melmosi); • urto e/o impigliamento (presenza ad esempio di spigoli contundenti, cavità pericolose); • caduta (a livello e/o in altezza); Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE 70
  • 71. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata • incendio/esplosione (per esempio presenza di condutture di sostanze infiammabili/esplosive); • intossicazione (sostanze tossiche/nocive/irritanti; per esempio presenza di sostanze pericolose in gas, vapori, nebbie, fumi, fibre e polveri); • microclima (eccessivo freddo, caldo, umidità ecc.); • ristrettezza degli spazi e delle vie di transito e/o fuga (in caso di emergenza, difficoltà per una rapida evacuazione o per un facile recupero dell’infortunato; conseguente possibilità di claustrofobia); • scarsa visibilità (o visibilità interferente; stati di passaggio da ambienti bui ad ambienti con intensa luce naturale o artificiale); • vertigini (nello specifico quelle di tipo oggettive); • rumore (eccessivo e prolungato da fonti adiacenti o interne tale da frastornare o confondere le azioni durante le attività). • elettrocuzione (presenza di linee elettriche o cortocircuiti di impianto); • ustioni (da caldo o freddo; per esempio presenza di tubazioni con fluidi in pressione). Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE 71
  • 72. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Esempi di pericoli potenzialmente presenti in un ambiente sospetto d’inquinamento e/o confinato • livello di ossigeno non adeguato (sotto-ossigenazione/sovra-ossigenazione); • atmosfere infiammabili ed esplosive; • agenti chimici pericolosi (sostanze acide o basiche, viscose, melmose, gassose ecc.); • agenti biologici pericolosi (virus, batteri, funghi ecc.); • seppellimento/annegamento/sprofondamento (engulfment); • caduta dall’alto o verso il basso (lavorazioni in quota non rientranti nel Tit. IV); • presenza di parti elettriche in tensione, elettrocuzione, scariche elettrostatiche; • presenza di parti/macchinari in movimento; • agenti fisici (rumore, vibrazioni, radiazioni); • superfici estremamente calde/fredde; • accessi difficoltosi (ingressi fuori terra, interrati o seminterrati); • conformazione interna o esterna difficoltosa = limitazione degli spazi di movimento dovuta a elementi strutturali (es. ponteggi metallici) o geometrici. Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE 72
  • 73. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Esempi di pericoli potenzialmente presenti in un ambiente sospetto d’inquinamento e/o confinato • livello di illuminazione non adeguato (scarsa illuminazione/eccessiva illuminazione); • superfici irregolari, scivolose, contundenti ecc.; • presenza di ostacoli (movibili/inamovibili); • difficoltà di comunicazioni tra operatori entranti/attendenti; • presenza di liquidi/vapori/polveri/gas con ingresso inaspettato causa tubazioni di collegamento non isolate/ciecate; • modalità comportamentali inaspettate/pericolose da parte degli operatori entranti/attendenti; • discomfort microclimatico (affaticamento da eccessivo caldo o eccessivo freddo) • affaticamento fisico-mentale (utilizzo costante dei DPI, specie se di III cat.); • idoneità alla mansione (aspetti psicofisici: dimensioni antropometriche, claustrofobia, vertigini, attacchi di panico, disfunzioni respiratorie note, problemi posturali, crisi epilettiche, consumo sostanze psicotrope e psicoattive ecc.); • DPC o DPI inadeguati o controindicati; • qualificazione professionale inadeguata (inesperienza, mancato addestramento ecc.). Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE 73
  • 74. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata I RISCHI PER LA SALUTE In un ambiente sospetto d’inquinamento e/o confinato si ha un’atmosfera PERICOLOSA per la salute dei lavoratori quando c’è: • carenza di ossigeno (O2 < 21%, + precisamente al di sotto 19,5%); • sovrabbondanza di ossigeno (O2 > 21%, + precisamente al di sopra del 23%); • presenza di sostanze in stato di gas e vapori infiammabili o esplosivi in concentrazione superiore del LIE o polveri combustibili capaci di disperdersi in aria; • presenza di sostanze tossiche/nocive/irritanti in concentrazione > ai valori limiti di esposizione. Su questi principi vengono sviluppati i dispositivi di rilevazione gas (monogas o multigas). Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE 74
  • 75. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata LA COMPOSIZIONE DELL’ARIA Di seguito uno schematizzazione generica di composizione dell’aria respirabile. Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE 75 LA VARIAZIONE DI OSSIGENO (aumento o diminuzione ) PUÒ COMPORTAR E GRAVI RISCHI PER LA SALUTE UMANA
  • 76. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata EFFETTI della CARENZA di OSSIGENO sull’UOMO È bene ricordare che la NORMALE CONCENTRAZIONE di OSSIGENO nell’aria è di circa 20.9-21% e che se sottoposti a concentrazioni minori, i lavoratori possono andare incontro a rischi per la salute anche molto gravi (rif. TLV-ACGIH), infatti: • tra il 19,5 e il 18% si hanno possibili difficoltà respiratorie; • al di sotto del 18%, l’atmosfera diventa non respirabile e può provocare problemi respiratori gravi; • tra il 12 e l’8% la respirazione diventa più veloce, si ha incapacità di intendere, incoscienza, nausea e vomito; • tra l’8 e il 4%, la morte sopraggiunge in pochi minuti o secondi. Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE 76
  • 77. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata EFFETTI della CARENZA di OSSIGENO sull’UOMO La tabella che segue riassume gli effetti di carenza di ossigeno: Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE 77 EFFETTI DELLA CARENZA DI OSSIGENO Aria inalata concentrazione di ossigeno Effetti 21% Percentuale nell’aria non inquinata 17% - Diminuzione della visione notturna - aumento dell’aria inspirata - Accelerazione del ritmo cardiaco 16% - Vertigini 15% - Turbe dell’attenzione, delle capacità valutative, del coordinamento - Episodi di apnea - Affaticamento - Perdita di controllo della motricità 12% - Forte perturbazione delle capacità valutative e di coordinamento - Perdita di coscienza - Lesione cerebrali irreversibili 10% - Incapacità di muoversi - Nausea - Vomito 6% - Respirazione spasmodica - Movimenti convulsi - Morte in 5-8 minuti
  • 78. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Le atmosfere CARENTI di OSSIGENO (O2 < 21%) Con atmosfera carente di ossigeno può manifestarsi il rischio di ASFISSIA nelle seguenti condizioni: 1) ESAURIMENTO dell’ossigeno dovuto ad altri GAS: • La permanenza prolungata e relativo sovraffollamento con scarso ricambio di aria può portare ad esaurimento di ossigeno (e conseguente emissione di CO2) • Anche nei lavori di saldatura elettrica il metallo del cordone, se non protetto, può consumare ossigeno. In generale i processi che prevedono fiamme libere in ambienti chiusi/confinati necessitano di consumo di ossigeno per bruciare. 2) SOSTITUZIONE dell’ossigeno con altri GAS: Ad es. insufflaggio di gas inerti in ambienti confinati al fine di prevenire la formazione di atmosfere esplosive (ATEX) = vedi anche operazioni di bonifica/inertizzazione degli ambienti confinati Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE 78
  • 79. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Le atmosfere CARENTI di OSSIGENO (O2 < 21%) Con atmosfera carente di ossigeno può manifestarsi il rischio di ASFISSIA nelle seguenti condizioni: 3) REAZIONE CHIMICA dell’ossigeno che si combina con altri GAS: Ad es. il processo di corrosione galvanica in ambienti chiusi/confinati (in un ambiente confinato caratterizzato da scarsa o assente ventilazione, gli elementi ferrosi di un materiale acquisiscono le molecole di ossigeno dall’atmosfera interna). Le granaglie nelle stive delle navi (i microrganismi digeriscono la sostanza organica, consumando ossigeno e anche in questo caso emettendo CO2). Negli impianti di depurazione biologica i fanghi smossi dalle soffianti creano una fermentazione biologica. Sono sostanze ASFISSIANTI gli acidi alogenitrici, l’anidride solforica, il fosforo, i pentacloruri, l’anidride carbonica ecc. Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE 79
  • 80. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Le atmosfere RICCHE di OSSIGENO (O2 > 21%) Negli ambienti in cui l’atmosfera si arricchisce di ossigeno (sovraossigenazione) si possono avere differenti RISCHI: • INCENDIO ed ESPLOSIONE (al di sopra del 23% di O2 in atmosfera aumentano i rischi di incendio/esplosione causati da variazioni delle proprietà chimiche- fisiche di alcuni fattori: inferiore energia min. d’innesco, estensione del campo di infiammabilità, abbassamento della temperatura di autoaccensione, temperatura di combustione e aumento della velocità di propagazione della combustione) • EFFETTI IRRITANTI (in special modo per i polmoni) o TOSSICI (danni cellulari e metabolici), in special modo se ad alte pressioni di O2 > 1.6 bar (per es. subacquei, astronauti, infanti prematuri, trattamenti iperbarici) • COMBUSTIONE spontanea di alcuni materiali (ad es. vestiario, materiale organico ecc.), cessione della molecola di ossigeno da parte di alcune sostanze chimiche riportanti il pittogramma adiacente). Per l’accesso in ambienti confinati la concentrazione massima di O2 deve essere < 23%. Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE 80
  • 81. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Le atmosfere RICCHE di OSSIGENO (O2 > 21%) Negli ambienti in cui l’atmosfera si arricchisce di ossigeno è opportuno conoscere le PROPRIETÀ dell’ossigeno, infatti: • L’O2 risulta essere un gas INODORE, INSAPORE, INCOLORE e dunque NON PUO’ essere avvertito dai sensi umani • Risulta avere una densità più pesante rispetto all’aria e dunque può accumularsi nelle zone basse degli ambienti (bassa stratificazione); • Può trovarsi in forma gassosa (bombole) o liquida (serbatoi); Potenziali aree ricche di O2 sono: trincee, aree confinate interrate, fognature, fosse, impianti di frazionamento aria, impianti di riempimento bombole, prossimità di cisterne al riempimento, prossimità di spurghi, perdite da flange/impianti/serbatoi/bombole, cunicoli ove passano tubi non completamente saldati (ad es. ospedali, ecc.). Se si rimane esposti ad un’atmosfera ricca di O2 è necessario arieggiare gli indumenti per almeno 15 min. Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE 81
  • 82. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Le atmosfere PERICOLOSE In taluni ambienti confinati si possono manifestare Rischi da INTOSSICAZIONE/AVVELENAMENTO per: • inalazione o contatto epidermico di gas, fumi o vapori normalmente presenti (ad es. residui in recipienti di stoccaggio o trasporto di gas); • presenza in ambienti circostanti (ad esempio, rilascio di monossido di carbonio) per l’evaporazione di liquidi o sublimazione di solidi normalmente presenti (ad es. serbatoi, recipienti ecc.); • saturazione degli ambienti perché agitati o spostati improvvisamente (ad es. acido solforico, acido muriatico, zolfo solido). I rischi di intossicazione possono presentarsi nei casi di agenti chimici, biologici, ecc. che risultano tossici/nocivi/irritanti in concentrazione superiore ai valori limite di esposizione professionale (TLV - Threshold Limit Values, STEEL Ceiling, PEL - Permissible Exsposure Limits) e in base alle caratteristiche microclimatiche (temperatura, pressione ecc.) al quale è sottoposto l’inquinante. Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE 82
  • 83. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Le atmosfere PERICOLOSE Al fine di poter valutare correttamente una sostanza tossica, nociva, irritante è opportuno conoscere le caratteristiche specifiche; di seguito un’utile schema riepilogativo delle sostanze più pericolose per l’uomo: Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE 83 Agente Odore Densità (aria = 1) Intervallo infiammabilità % Soglia olfattiva (ppm) Effetti VLEP (ppm) IDLH (PPM) Ossido di carbonio (CO) Inodore 0,97 12-74 100000 Da 12 ppm, aumento pulsazioni e frequenza respiratoria 2000-4000 ppm morte in 15 min TLV-TWA=25 1200 Anidride carbonica (CO2) Inodore incolore 1,5 Non infiamm. 74000 Vertigine. Mal di testa. Pressione sanguigna elevata, tachicardia. Senso di soffocamento. Stato d’incoscienza OEL=5000 40000 Metano (CH4) inodore allo stato naturale 0,6 5-15 - Soffocamento Asfissiante semplice - Anidride solforosa (SO2) pungente 2,25 Non infiamm. 0,7 Tosse, Respiro affannoso. Mal di gola. Difficoltà respiratoria TLV- STEL=0,25 100 Idrogeno solforato (H25) uova marce 1,19 4-46 0,0005 Mal di testa. Vergine. Tosse Mal di gola. Nausea. Difficoltà respiratoria. Stato d’incoscienza TLV-TWA=1 TLV-STEL=5 1000
  • 84. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Le atmosfere PERICOLOSE Rappresentazione schematica dei processi tossico-clinici delle sostanze chimiche nell’organismo umano: Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE 84 Sangue e linfa Ingestione Tubo gastroenterico Feci Fegato Bile Inalazione Polmone Contatto Polmone Rene Urine Aria espirata Pelle Fluido extracellulare Strutture secretorie Secrezioni Organi Tessuto adiposo Tessuto osseo
  • 85. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE 85 Le atmosfere PERICOLOSE Per eseguire un’adeguata valutazione dei rischi per l’esposizione ad agenti chimici di seguito un’utile schema:
  • 86. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Le atmosfere PERICOLOSE Gli strumenti di rilevazione disponibili sul mercato sono generalmente classificati in due macro categorie: • strumenti a lettura diretta; • strumenti rilevatori elettronici. Questi ultimi possono essere dedicati ad una rilevazione mirata di uno o più gas. Da qui deriva la scelta tra: • strumenti di rilevazione monogas (ossigeno); • strumenti di rilevazione multigas (altri gas, compresi quelli combustibili/esplodibili). A ciò si aggiungerà, se necessario, un’opportuna bonifica/ventilazione dell’ambiente confinato (vedi cap. misure di prevenzione e protezione). Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE 86
  • 87. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Gli ambienti infettivi All’interno degli ambienti sospetti di inquinamento e/o confinati è possibile la formazione di numerosi agenti biologici (acari, batteri, microrganismi patogeni e non, tossine ecc.) che possono, se non correttamente valutati, divenire una potenziale fonte di pericolo per la salute dei lavoratori. Tali situazioni di pericolo possono manifestare in RISCHI di INFEZIONE. Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE 87
  • 88. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata 88 Gli ambienti infettivi Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE Pericolosità degli agenti biologici (R INFEZIONI) Trasmissività Intesa come la capacità di un microrganismo di essere trasmesso da un soggetto infetto ad un soggetto suscettibile Patogenicità Riferibile alla capacità di produrre malattia a seguito di infezione Infettività Intesa come capacità di un microrganismo di penetrare e moltiplicarsi nell’ospite Neutralizzabilità Intesa come la disponibilità di efficaci misure profilattiche per prevenire la malattia e terapeutiche per la sua cura
  • 89. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata 89 Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE Luoghi e circostanze di possibile esposizione per i lavoratori ad agenti biologici AGENTE BIOLOGICO LUOGO/CIRCOSTANZA Acari della polvere e loro particelle fecali Archivi, locali polverosi Batteri coliformi fecali Utilizzo servizi igienici ed attività di pulizia degli stessi; impianti di depurazione acque; contatto con acqua nebulizzata contaminata Microrganismi vari (patogeni e non) Discariche; raccolta e trasporto rifiuti urbani; rifiuti delle mense aziendali/scolastiche. Microrganismi patogeni (es. batteri come Legionella pneumophila, virus, muffe, funghi) ed altri agenti biologici (acari della polvere, pollini) presenti nell’aria e/o in impianti di aerazione/condizionamento Locali con impianto di condizionamento non sottoposto a manutenzione periodica; locali ove i filtri dei condizionatori non sono periodicamente sostituiti; contatto più o meno ravvicinato con persone; vetture con filtri dell’aria non periodicamente sostituiti e/o senza filtri antipolline; presenza nei locali di piante con pollini allergizzanti Microrganismi patogeni (es. Salmonella) presenti in impianti idrici Utilizzo a scopo potabile di acqua inquinata e/o che transita in tubazioni non sottoposte a periodica manutenzione e disinfezione Microrganismi vari (patogeni e non) altri agenti biologici (acari della polvere, pollini) Locali con moquette, tappeti e tendaggi non regolarmente puliti; contatto con acqua nebulizzata contaminata Microrganismi vari, patogeni e non, (batteri, parassiti) e altri agenti biologici (es. pollini, tossine) Contatto con animali vari Tossine Contatto con insetti (punture) Microrganismi vari (patogeni e non) Utilizzo/contatto con sostanze contaminate (acqua tecnologica, olio, emulsioni, sangue, saliva ecc.)
  • 90. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Gli ambienti infettivi Classificazione degli agenti biologici L’allegato XLVI del D.Lgs. 81/08 riporta l’elenco degli agenti biologici classificati nei gruppi 2, 3 e 4 specificando che gli agenti biologici non inseriti in detti gruppi NON sono implicitamente inseriti nel gruppo 1. Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE 90 Agente biologico che presenta poche probabilità di causare malattie in soggetti umani Esempio: Saccharomyces cerevisiae, Streptococcus thermophylus, Lactobacillus casei, Staphycococcus xylosus ecc. agente biologico del GRUPPO 1 agente biologico che può causare malattie in soggetti umani e costituire un rischio per i lavoratori; è poco probabile che si propaghi alla comunità. Sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche Esempio: Klebsiella pneumonie (infezioni a carico dell’apparato urinario e del tratto respiratorio), Legionella pneumophila (polmonite), Enterobacter aerogenes (infezione dell’apparato urinario) ecc. agente biologico del GRUPPO 2
  • 91. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Gli ambienti infettivi Classificazione degli agenti biologici Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE 91 Agente biologico che può causare malattie gravi in soggetti umani e costituire un serio rischio per i lavoratori. L'agente biologico può propagarsi nella comunità, ma di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche Esempio: Yersinia pestis (trasmessa da animali all’uomo attraverso le pulci), Brucella abortis (infezione da latte e latticini), Bacillus anthracis (si contrae per contatto con carni di animali infetti) agente biologico del GRUPPO 3 agente biologico che può provocare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori. Può presentare un elevato rischio di propagazione nella comunità; non sono disponibili, di norma, efficaci misure profilattiche o terapeutiche Esempio: Viris ebola (colpisce i reni, il fegato, la milza, sedi di emorragie interne), Virus Lassa (contatto con cibo o oggetti contaminati dagli escreti di alcuni roditori. Può essere tramessa per inalazione) agente biologico del GRUPPO 4
  • 92. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Gli ambienti infettivi Protezione dagli agenti biologici Qualora sia necessario entrare in ambienti sospetti d’inquinamento e/o confinati con rischio biologico è necessario utilizzare opportuni DPI, quali ad esempio: Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE 92 Descrizione dotazioni DPI Immagine 1 Guanti 2 Maschera semi facciale/facciale 3 Cuffia di protezione 4 Copriscarpe 5 Tuta intera con cappuccio / camice antistrappo monouso 6 Occhiali a tenuta contro gocce/spruzzi o visiera
  • 93. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Rischio Incendio ed Esplosione • Le cause di incendio ed esplosione in ambienti confinati possono essere dovute a molteplici fattori determinati dalla necessità di specifiche lavorazioni come, ad esempio, i processi industriali di verniciatura, la pulizia di sostanze chimiche all’interno di cisterne tramite utilizzo di solventi organici/inorganici, saldature all’interno di silos non perfettamente bonificati ecc. In questi ambienti un incendio/esplosione, risultano essere particolarmente insidiosi per le DIFFICOLTÀ di: • smaltire i fumi/calore e onde di pressione; • movimento; • evacuazione; • comunicazione; • recupero (emergenza). Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE 93
  • 94. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Rischio Incendio ed Esplosione L’incendio è dato da una combustione sufficientemente rapida e non controllata di materiali infiammabili, che si sviluppa senza limitazioni nello spazio e nel tempo con rilevante incremento di fiamme, calore, gas, fumo e danni a materiali o persone. Gli inneschi sono risultato di: • accensioni dirette; • accensioni indirette (convezione, conduzione e irraggiamento termico); • autocombustione o riscaldamento spontaneo; • attrito. La combustione quindi può avvenire in presenza di tre fattori che opportunamente combinati generano l’incendio. Tale principio si schematizza nel “Triangolo del Fuoco”. Le misure di mitigazione/controllo del rischio si suddividono in: • misure di prevenzione (primaria o secondaria); • misure di protezione (collettiva o individuale). Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE 94
  • 95. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Rischio Incendio ed Esplosione L’Atmosfera esplosiva è una miscela in aria a condizioni atmosferiche, con sostanze infiammabili allo stato gassoso, vapori, nebbie o polveri in cui dopo ignizione la combustione si propaga nell’insieme della miscela incombusta. Si può ricorrere al «triangolo del fuoco» per rappresentare le condizioni di esplosività per i combustibili liquidi e gassosi. Nel caso delle polveri ci si riferisce al cosiddetto «pentagono dell’esplosione», che è applicabile anche nel caso di esplosioni di gas, vapori o nebbie. Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE 95 Pentagono dell’esplosione Triangolo dell’esplosione esplosione combustibile
  • 96. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Rischio Incendio ed Esplosione Affinché si verifichino esplosioni con effetti pericolosi debbono realizzarsi contemporaneamente le 4 condizioni che seguono: 1) elevato grado di dispersione delle sostanze infiammabili; 2) concentrazione di sostanze infiammabili nell’aria entro i loro limiti di esplosione combinati; 3) quantità pericolose di atmosfere esplosive; 4) fonti di ignizione efficaci. Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE 96
  • 97. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Rischio Incendio ed Esplosione Per un’opportuna valutazione di un’atmosfera esplosiva è necessario stimare i seguenti parametri: Punto di infiammabilità; Limiti di esplodibilità (LEL< concentrazione in aria sost. < UEL); Concentrazione limite di ossigeno (LOC). Le principali fonti di ignizione sono: Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE 97 • superfici calde • fiamme e gas caldi • scintille di origine meccanica • impianti elettrici • correnti elettriche vaganti, protezione contro la corrosione catodica • elettricità statica • fulmini • campi elettromagnetici con frequenza tra 9 kHz e 300 GHz • onde elettromagnetiche a radiofrequenza da 300 GHz a 3x106 GHz o con lunghezza d’onda da 1000 µm a 0,1 µm (campo spettrale ottico) • radiazioni ionizzanti • ultrasuoni • compressione adiabatica, onde d’urto, fuoriuscita di gas • reazioni chimiche.
  • 98. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Rischio Incendio ed Esplosione In generale si possono considerare infiammabili tutte quelle sostanze che sono capaci di sviluppare una reazione esotermica di ossidazione. Tra queste si annoverano le sostanze classificate in quattro categorie secondo il GHS-CLP: • Cat. 1 (Ti < 23°C e Teb ≤ 35°C), liquidi e vapori estremamente infiammabili • Cat. 2 (Ti < 23°C e Teb ≥ 35°C), liquidi e vapori altamente infiammabili • Cat. 3 (23°C ≤ Ti ≤ 60°C), liquidi e vapori infiammabili • Cat. 4 (60°C ≤ Ti ≤ 93°C), liquidi combustibili nonché tutte le altre sostanze e preparati, ad oggi, non classificati, ma che corrispondono ai criteri di infiammabilità o che siano, in genere, da considerare infiammabili. Vi è una serie di sostanze che in condizioni normali sono difficilmente infiammabili, ma che diventano esplosive in caso di particelle piuttosto piccole o di energia di accensione sufficientemente elevata in miscela con l’aria (ad es. polveri metalliche, aerosol). Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE 98
  • 99. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Rischio Incendio ed Esplosione La valutazione del rischio per la sicurezza viene effettuata da modelli attraverso osservazioni di tipo qualitativo che sono anche quelle previste dalla normativa e che riguardano le proprietà chimico-fisiche delle sostanze utilizzate e le caratteristiche del luogo di lavoro. Negli ambienti confinati e/o sospetti d’inquinamento, il rischio per la sicurezza è da attribuire alla combinazione del rischio incendio/esplosione e all’incompatibilità di agenti chimici diversi che sono legati alle proprietà chimico-fisiche delle sostanze e alla loro reattività. Di seguito uno schema di sintesi: Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE 99 Proprietà chimico fisiche Instabilità Esplosione Infiammabilità Incendio Volatilità Solubilità Tossicità Reattività chimica
  • 100. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Rischio Incendio ed Esplosione Prevenire un possibile rischio di esplosione significa fare in modo che non coesistano nello spazio e nel tempo le condizioni precedentemente illustrate. E’ importante: • Classificare i luoghi • Scegliere ed installare impianti e prodotti con adeguati requisiti. La sigla ATEX indica: “Atmosfera Esplosiva”. La normativa di riferimento in materia di luoghi di lavoro con pericolo di esplosione è la Direttiva 99/92/CE, recepita in Italia con il D.Lgs. 233/03 ed ora riportata nel Titolo XI del D.Lgs. 81/08 (e la Direttiva 2014/34/UE che riguarda i prodotti e il loro utilizzo all’interno delle zone considerate pericolose). Questa Direttiva prescrive le misure per la tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori che possono essere esposti al rischio di atmosfere esplosive. La Direttiva ATEX prevede due tipi di atmosfere esplosive: atmosfere con presenza di GAS/vapori infiammabili o con presenza di POLVERI combustibili. Le zone classificate come atmosfere esplosive sono suddivise in tre categorie. Il livello di pericolosità di ogni zona per i gas/vapori e per le polveri viene indicato da una differente numerazione: le zone 0, 1 e 2 si riferiscono ai gas/vapori/nebbie, mentre le zone 20, 21 e 22 si riferiscono alle polveri. Di seguito uno schema sintetico. Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE 100
  • 101. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata 101 ZONA Gas/Vapori Individuazione dell’ambiente/area Presenza di Atm esplosiva (ore/anno) 0 Ambiente in cui è presente in permanenza o per lunghi periodi o frequentemente un’atmosfera esplosiva consistente in una miscela di aria e di sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia Oltre 1000 h/anno 1 Ambiente in cui la formazione di un’atmosfera esplosiva, consistente in una miscela di aria e di sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapori o nebbia, è probabile che avvenga occasionalmente durante le normali attività Oltre 10 h/anno sino a 1000 h 2 Ambiente in cui durante le normali attività non è probabile la formazione di un’atmosfera esplosiva consistente in una miscela di aria e di sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia o, qualora si verifichi, sia unicamente di breve durata Oltre 0,1 h/anno sino a 10 h ZONA Polveri Individuazione dell’ambiente/area Presenza di Atm esplosiva (ore/anno) 20 Ambiente in cui è presente in permanenza o per lunghi periodi o frequentemente un’atmosfera esplosiva sotto forma di nube di polvere combustibile nell’aria Oltre 1000 h/anno 21 Ambiente in cui la formazione di un’atmosfera esplosiva sotto forma di nube di polvere combustibile nell’aria, è probabile che avvenga occasionalmente durante le normali attività Oltre 10 h/anno sino a 1000 h 22 Ambiente in cui durante le normali attività non è probabile la formazione di un’atmosfera esplosiva sotto forma di nube di polvere combustibile o, qualora si verifichi, sia unicamente di breve durata Oltre 0,1 h/anno sino a 10 h Classificazione ATEX Nelle aree classificate ATEX, in cui possono formarsi atmosfere esplosive, devono essere impiegati apparecchi e attrezzature corrispondenti alle categorie di cui alla direttiva ATEX. Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE
  • 102. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Il Rischio Elettrico Molte lavorazioni (sia in fase di costruzione che nelle fasi successive di manutenzione) in ambienti confinati richiedono l’utilizzo di attrezzature/DPI/utensili elettrici. Data la ristrettezza dell’ambiente di lavoro spesso questo si può considerare come luogo conduttore ristretto (LCR). In tali condizioni vi è il rischio di ELETTROCUZIONE ovvero il passaggio di corrente attraverso il corpo. Di seguito la definizione di LCR: “luogo conduttore ristretto” un ambiente delimitato da superfici metalliche o comunque conduttrici (ad esempio per la presenza di superfici bagnate o umidite), caratterizzato da dimensioni tali da limitare il movimento dell’operatore in modo da provocare un probabile contatto con estese parti del corpo e limitando, al contempo, la possibilità di interrompere repentinamente il contatto” (t>1s quando U> 25 V). Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE 102 TuttoNormel marzo ’99
  • 103. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Il Rischio Elettrico Inoltre se le modalità delle attività svolte possono provocare il contatto della persona con le parti conduttrici su un’ampia superficie del corpo (diversa da mani e piedi) ed è limitata la possibilità di interrompere tale contatto (ad esempio lavori con imbracature e sistemi anticaduta su strutture metalliche, tralicci ecc.), è presente un rischio significativo di elettrocuzione e l’area si comporta come “luogo conduttore ristretto”. I luoghi conduttori ristretti sono considerarti particolarmente pericolosi per i seguenti motivi: • bassa resistenza verso terra; • resistenza ridotta del corpo umano; • percorsi della corrente attraverso il corpo umano più pericolosi; • difficoltà di interruzione del contatto dalle parti conduttrici. Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE 103
  • 104. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Il Rischio Elettrico I TRASFORMATORI debbono essere tenuti all’ESTERNO e in sicurezza del luogo conduttore ristretto (cfr. CEI 64-17 es. di trasformatore di isolamento oppure trasformatore di sicurezza dei sistemi SELV.) Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE 104 CEI 64-17 Esempio di possibile luogo conduttore ristretto
  • 105. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Il Rischio Elettrico In generale la protezione contro i contatti diretti deve essere sempre totale mentre le misure di protezione parziali ottenute mediante ostacoli e distanziamento non sono ammesse. PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI può essere attuata mediante: • isolamento delle parti attive; • involucri o barriere con grado di protezione minimo IPXXB. Per le superfici orizzontali superiori a portata di mano il grado di protezione non deve essere inferiore a IPXXD. Per i circuiti di alimentazione di tipo SELV, a prescindere dalla tensione nominale, deve essere sempre approntata almeno una delle seguenti protezione contro i contatti diretti: • barriere od involucri con un grado di protezione almeno IPXXB; • isolamento in grado di sopportare una tensione di prova di 500 V per 1min. Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE 105
  • 106. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE 106 Il Rischio Elettrico PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI sono ammesse solo le seguenti misure di protezione. Per l’alimentazione di utensili portatili e di apparecchi di misura trasportabili o mobili: • circuiti SELV; • separazione elettrica con un solo componente elettrico collegato a ciascun avvolgimento secondario dei trasformatori di isolamento (un trasformatore di isolamento può avere più avvolgimenti secondari). Per l’alimentazione di lampade portatili: • esclusivamente circuiti SELV. Per l’alimentazione di componenti elettrici fissi: • interruzione automatica dell’alimentazione con un collegamento equipotenziale supplementare che colleghi le masse dei componenti elettrici fissi e le masse estranee del luogo conduttore ristretto; • circuiti SELV; • separazione elettrica con un solo componente elettrico collegato a ciascun avvolgimento secondario del trasformatore di isolamento; • componenti elettrici di Classe II, o componenti elettrici aventi isolamento equivalente, protetti da un interruttore differenziale con corrente differenziale Idn non superiore a 30 mA, a condizione che essi abbiano un grado di protezione IP adeguato.
  • 107. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Il Rischio Elettrico È dunque doveroso negli LCR prevedere l’utilizzo di attrezzature, apparecchi, utensili elettrici a basso voltaggio che possano prevenire contatti elettrici accidentali ma, soprattutto idonei DPI dielettrici. Di seguito alcuni esempi: Utensili dielettrici con manici isolanti Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE 107 Tappeto/pedana isolante in gomma Pedana isolante Calzature e guanti isolanti
  • 108. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Il Rischio Elettrico In accordo alla norma vigente di seguito una sintesi dei sistemi di protezione in funzione al tipo di apparecchio dell’utilizzatore, fisso, portatile, mobile o trasportabile: Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE 108
  • 109. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Il Rischio Elettrico Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE 109 http://www.elektro.it/ristretti/ristretti_02.html
  • 110. Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata Il Rischio di Fagocitazione o Seppellimento (engulfment) Uno dei rischi maggiormente sottovalutato è sicuramente quello della fagocitazione o seppellimento che si manifesta in differenti settori produttivi e relativi ambienti di lavoro. Questo può essere causato da una sostanza liquida, melmosa, fangosa o solida finemente suddivisa (granulare, polvere). Cause di morte: • Aspirazione/inghiottimento sino a soffocare • Pressione al livello del torace tale da causare la morte per strangolamento, costrizione, schiacciamento. 110 Valutazione del Rischio: Fattore AMBIENTE