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A metà del secondo conflitto
mondiale, un progettista di
nome Aldo Farinelli sviluppò
un prototipo di motore
ausiliario da montare su una
bicicletta: il Cucciolo.
Il progetto di Farinelli
presentava numerosi
vantaggi rispetto alla
concorrenza, in particolare il
ciclo a quattro tempi e il
cambio a due marce che
sfruttava appieno la potenza
del motore.
FUNZIONAMENTE DISTRIBUZIONE
          DESMODROMICA
Nella distribuzione desmodromica
la molla che fa rientrare la valvola   file:///mnt/temp/oo/Desktop/desmo00.gif




chiudendo l'apertura del cilindro
viene tolta e viene usato un
complesso meccanismo con due
braccetti (bilancieri), collegati
all'albero a camme, che presenta
oltre alla solita camma a forma di
ovulo la camma complementare,
comandando la valvola sia in
apertura che in chiusura.
Il sistema attuale utilizza anche
una molla che agisce sul bilanciere
che chiude la valvola, in modo da
garantire la perfetta chiusura della
valvola a fungo.
FRIZIONE MULTIDISCO A SECCO
La frizione è un congegno che, avvalendosi dell'attrito, consente di unire
gradualmente il moto di due alberi che ruotano a velocità diversa. Questa
sua caratteristica è parecchio utilizzata nell'ambito dei sistemi di
trasmissione. Per esempio, per far partire gradualmente un'automobile
con motore a combustione senza spegnere il motore, è necessario che la
trazione sia applicata in modo progressivo; qui interviene la frizione che
rende possibile ciò. Il suo funzionamento rimanda a quello dei freni di
un'auto, ma opera inversamente: i freni sono fermi, e la ruota non viene
bloccata istantaneamente, ma gradualmente grazie all'attrito; similmente
la frizione muove gradualmente un albero fermo o in rotazione a velocità
diversa (da quella dell'albero di trasmissione).
La frizione multidisco ècomposta da più dischi condotti. Viene aumentata
la coppia motrice in quanto risulta aumentata la superficie di contatto.
DUCATI APOLLO
La Ducati Apollo 1260 è un prototipo di motocicletta realizzato, nel 1962, dalla Ducati per il mercato degli
Stati Uniti.
Sarebbe appropriato definire l'Apollo, nella storia della Ducati, l'anello di congiunzione nella catena
evolutiva delle moto di Borgo Panigale, l'anello mancante che spiega il perché in Ducati si sia passati da
moto monocilindriche a moto Bicilindriche.
Vediamo di raccontare la storia di questo mastodonte.
Nel 1963 Joe Berliner, l'unico importatore ufficiale Ducati negli Stati Uniti dal 1958 e uomo dotato di un
enorme potere decisionale a Borgo Panigale, decide di portare avanti la realizzazione di una nuova moto di
1200 cc, concepita inizialmente come potenziale concorrente delle Harley-Davidson allora utilizzate dalla
polizia americana e successivamente come moto da proporre alla clientela d'oltreoceano.
Un compito indubbiamente non facile per Fabio Taglioni considerando che all'epoca, in Ducati, le moto più
grosse erano dei 350 cc.
Tuttavia Taglioni non si perse d'animo e in un tempo relativamente breve la Ducati
DUCATI SUPERMONO
La leggenda vuole che Bordi abbozzò il progetto della Ducati Supermono in auto, sotto il sole e
privo di aria condizionata; in quell’occasione avrebbe gettato le basi di uno dei progetti più
esclusivi e particolari della casa di Borgo Panigale. Nel progetto inserì innovazioni tecniche
avanzatissime, come la testa bialbero con quattro valvole desmodromiche direttamente ispirate
dal motore della 888, avrebbe avuto raffreddamento a liquido e un particolare sistema per
eliminare le vibrazioni costituito da una biella supplementare.Lo sviluppo della moto non fu
semplice, l’esperienza di Ducati con i monocilindrici del passato non poteva essere di aiuto, si
voleva sviluppare una moto con caratteristiche pistaiole incredibili. La realizzazione tecnica del
progetto Supermono venne affidata all’ingegner Domenicali che si occupò di tutti gli aspetti della
sua creazione. Dopo due anni di lavori si ebbe a disposizione il motore, il cuore di questa
supersportiva.
                                                       Era un monocilindrico quattro tempi di 550 cc,
                                                       aveva alesaggio di 100mm per una corsa di
                                                       70, rapporto di compressione 11,8: 1, quattro
                                                       valvole desmo, frizione a dischi multipli a
                                                       secco e sviluppava 75 cv a 10.500 giri. A
                                                       questo punto bastava inserirlo in una mezzo
                                                       che nel frattempo era cresciuto con lo stesso
                                                       ritmo del motore e ne venne fuori una moto
                                                       splendida che girava in pista fortissimo, come
                                                       nessun altra monocilindrica.
                                                       La carena fu disegnata da Pierre Terblanche,
                                                       il lavoro in galleria del vento portò ad una
                                                       forma affusolata e aerodinamica.

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Ducati

  • 1.
  • 2. A metà del secondo conflitto mondiale, un progettista di nome Aldo Farinelli sviluppò un prototipo di motore ausiliario da montare su una bicicletta: il Cucciolo. Il progetto di Farinelli presentava numerosi vantaggi rispetto alla concorrenza, in particolare il ciclo a quattro tempi e il cambio a due marce che sfruttava appieno la potenza del motore.
  • 3. FUNZIONAMENTE DISTRIBUZIONE DESMODROMICA Nella distribuzione desmodromica la molla che fa rientrare la valvola file:///mnt/temp/oo/Desktop/desmo00.gif chiudendo l'apertura del cilindro viene tolta e viene usato un complesso meccanismo con due braccetti (bilancieri), collegati all'albero a camme, che presenta oltre alla solita camma a forma di ovulo la camma complementare, comandando la valvola sia in apertura che in chiusura. Il sistema attuale utilizza anche una molla che agisce sul bilanciere che chiude la valvola, in modo da garantire la perfetta chiusura della valvola a fungo.
  • 4. FRIZIONE MULTIDISCO A SECCO La frizione è un congegno che, avvalendosi dell'attrito, consente di unire gradualmente il moto di due alberi che ruotano a velocità diversa. Questa sua caratteristica è parecchio utilizzata nell'ambito dei sistemi di trasmissione. Per esempio, per far partire gradualmente un'automobile con motore a combustione senza spegnere il motore, è necessario che la trazione sia applicata in modo progressivo; qui interviene la frizione che rende possibile ciò. Il suo funzionamento rimanda a quello dei freni di un'auto, ma opera inversamente: i freni sono fermi, e la ruota non viene bloccata istantaneamente, ma gradualmente grazie all'attrito; similmente la frizione muove gradualmente un albero fermo o in rotazione a velocità diversa (da quella dell'albero di trasmissione). La frizione multidisco ècomposta da più dischi condotti. Viene aumentata la coppia motrice in quanto risulta aumentata la superficie di contatto.
  • 5. DUCATI APOLLO La Ducati Apollo 1260 è un prototipo di motocicletta realizzato, nel 1962, dalla Ducati per il mercato degli Stati Uniti. Sarebbe appropriato definire l'Apollo, nella storia della Ducati, l'anello di congiunzione nella catena evolutiva delle moto di Borgo Panigale, l'anello mancante che spiega il perché in Ducati si sia passati da moto monocilindriche a moto Bicilindriche. Vediamo di raccontare la storia di questo mastodonte. Nel 1963 Joe Berliner, l'unico importatore ufficiale Ducati negli Stati Uniti dal 1958 e uomo dotato di un enorme potere decisionale a Borgo Panigale, decide di portare avanti la realizzazione di una nuova moto di 1200 cc, concepita inizialmente come potenziale concorrente delle Harley-Davidson allora utilizzate dalla polizia americana e successivamente come moto da proporre alla clientela d'oltreoceano. Un compito indubbiamente non facile per Fabio Taglioni considerando che all'epoca, in Ducati, le moto più grosse erano dei 350 cc. Tuttavia Taglioni non si perse d'animo e in un tempo relativamente breve la Ducati
  • 6. DUCATI SUPERMONO La leggenda vuole che Bordi abbozzò il progetto della Ducati Supermono in auto, sotto il sole e privo di aria condizionata; in quell’occasione avrebbe gettato le basi di uno dei progetti più esclusivi e particolari della casa di Borgo Panigale. Nel progetto inserì innovazioni tecniche avanzatissime, come la testa bialbero con quattro valvole desmodromiche direttamente ispirate dal motore della 888, avrebbe avuto raffreddamento a liquido e un particolare sistema per eliminare le vibrazioni costituito da una biella supplementare.Lo sviluppo della moto non fu semplice, l’esperienza di Ducati con i monocilindrici del passato non poteva essere di aiuto, si voleva sviluppare una moto con caratteristiche pistaiole incredibili. La realizzazione tecnica del progetto Supermono venne affidata all’ingegner Domenicali che si occupò di tutti gli aspetti della sua creazione. Dopo due anni di lavori si ebbe a disposizione il motore, il cuore di questa supersportiva. Era un monocilindrico quattro tempi di 550 cc, aveva alesaggio di 100mm per una corsa di 70, rapporto di compressione 11,8: 1, quattro valvole desmo, frizione a dischi multipli a secco e sviluppava 75 cv a 10.500 giri. A questo punto bastava inserirlo in una mezzo che nel frattempo era cresciuto con lo stesso ritmo del motore e ne venne fuori una moto splendida che girava in pista fortissimo, come nessun altra monocilindrica. La carena fu disegnata da Pierre Terblanche, il lavoro in galleria del vento portò ad una forma affusolata e aerodinamica.