I SINDACI DI:
ALTAVILLA MILICIA, ALTOFONTE, BAGHERIA, BELMONTE MEZZAGNO,
CASTELDACCIA, CINISI, FICARAZZI, MONREALE, SANTA CRISTINA GELA, SANTA
FLAVIA, TERRASINI, TRABIA, USTICA, VILLABATE,
CHIEDONO
L’IMMEDIATO RITIRO DEL DISEGNO DI LEGGE
SULL’ISTITUZIONE E ORDINAMENTO DELLE CITTA’
METROPOLITANE DI CATANIA, MESSINA E PALERMO.
Rapporto Labsus 2015 - Amministrazione condivisa dei beni comuniAmmLibera AL
A quasi due anni di distanza dalla presentazione del primo Regolamento per l’Amministrazione condivisa dei beni comuni, a Bologna, il 22 febbraio 2014, Labsus fa il punto con il Rapporto 2015. Il Consiglio comunale di Bologna, con una delibera del 19 maggio 2014 approvò definitivamente il Regolamento, mettendo in moto un meccanismo di diffusione che non si è ancora arrestato. Come ricorda nell’Introduzione il Presidente di Labsus, Gregorio Arena, quella contenuta nel Rapporto è una vicenda che parte da lontano che "a raccontarla non ci si crede, perché l’Italia di cui parliamo in queste pagine non si vede, non fa notizia".
La vicenda ha inizio all’incirca nel 1997 quando, in un saggio intitolato "Introduzione all’amministrazione condivisa", Gregorio Arena aveva ipotizzato l’evoluzione dell’amministrazione pubblica italiana verso un nuovo modello organizzativo fondato sulla collaborazione, anziché sul conflitto, fra cittadini e amministrazioni. Nel 2001, con la riforma del Titolo V della Costituzione, l’amministrazione condivisa divenne disposizione costituzionale grazie all’introduzione dell’art. 118, comma 4 in base al quale "Stato, regioni, province, città metropolitane e comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà". Sono così gettate le basi per la futura amministrazione condivisa, vale a dire un’alleanza fra amministrazioni e cittadini.
Rapporto Labsus 2015 - Amministrazione condivisa dei beni comuniAmmLibera AL
A quasi due anni di distanza dalla presentazione del primo Regolamento per l’Amministrazione condivisa dei beni comuni, a Bologna, il 22 febbraio 2014, Labsus fa il punto con il Rapporto 2015. Il Consiglio comunale di Bologna, con una delibera del 19 maggio 2014 approvò definitivamente il Regolamento, mettendo in moto un meccanismo di diffusione che non si è ancora arrestato. Come ricorda nell’Introduzione il Presidente di Labsus, Gregorio Arena, quella contenuta nel Rapporto è una vicenda che parte da lontano che "a raccontarla non ci si crede, perché l’Italia di cui parliamo in queste pagine non si vede, non fa notizia".
La vicenda ha inizio all’incirca nel 1997 quando, in un saggio intitolato "Introduzione all’amministrazione condivisa", Gregorio Arena aveva ipotizzato l’evoluzione dell’amministrazione pubblica italiana verso un nuovo modello organizzativo fondato sulla collaborazione, anziché sul conflitto, fra cittadini e amministrazioni. Nel 2001, con la riforma del Titolo V della Costituzione, l’amministrazione condivisa divenne disposizione costituzionale grazie all’introduzione dell’art. 118, comma 4 in base al quale "Stato, regioni, province, città metropolitane e comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà". Sono così gettate le basi per la futura amministrazione condivisa, vale a dire un’alleanza fra amministrazioni e cittadini.
La Repubblica sociale italiana e le persecuzioni razziali negli anni 1943-45INSMLI
Lezione tenuta da Enzo Collotti il 18/03/2005, a Trieste, per la commemorazione del 60° della Liberazione, nel contesto del progetto Il percorso della libertà.
Il testimone e il luogo nella didattica della ShoahINSMLI
Di Alessandra Chiappano. Pubblicato in "Il ritorno alla vita e il problema della testimonianza. Studi e riflessioni sulla Shoah", (a cura di) A. Chiappano e F. Minazzi, Giuntina, Firenze 2008.
Atti del Seminario "Statuti Regionali: le proposte delle Camere di commercio" promosso da Unione Regionale delle Camere di Commercio dell'Emilia-Romagna e Unione Italiana delle Camere di Commercio - Bologna 24/10/2002.
3 nuovo regolamento dei centri sociali anziani di romaRomabella
La proposta di delibera concede ai Centri Anziani autonomia e responsabilità gestionale al fine di rendere i Centri luoghi trasparenti e aperti non solo alla collaborazione con le giovani generazioni, ma anche a progettazioni innovative quali ad esempio la telemedicina di territorio.
COMUNE DI POLLINA (PA)
LA GESTIONE ASSOCIATA OBBLIGATORIA DI FUNZIONI
E SERVIZI COMUNALI
La Convenzione atto organizzativo nel progetto
istituzionale dell’Unione di Comuni Valdemone
Gestione e riscossione dei tributi;
Organizzazione dei servizi pubblici comunali.
ANALISI PRELIMINARE DI FATTIBILITÀ
ISTITUZIONALE E POLITICA
Città Metropolitane, la riforma sicilianacittametro
Slide presentate da Maria Rosa Casuale in occasione dei due seminari “Città metropolitane, liberi Consorzi di Comuni. La riforma siciliana: autonomie locali a confronto” (Palermo 18/07/2014, Catania 25/07/2014) organizzati nell'ambito del progetto " Verso la costituzione delle aree metropolitane e la riorganizzazione delle Province"
Unione dei Comuni di Spadafora, analisi preliminare di fattibilità istituzion...Salvatore [Sasa'] Barresi
“Un modello nuovo di pubblica amministrazione”
analisi preliminare di fattibilità istituzionale e politica
UNIONE dei COMUNI di Spadafora, Venetico, Roccavaldina, Rometta, Valdina, Torregrotta, Saponara e Monforte San Giorgio
Esauritosi il grande ciclo immobiliare più lungo dal dopoguerra ora il capitale finanziario punta sulle infrastrutture in "projet financing" in salsa veneta: un debito occulto che graverà sulle prossime generazioni e sottrae risorse all'economia reale.La rendita deprime l'economia mentre si vanta di salvarla. Qui risiede la sua forza ideologica, la sua intrinseca capacità di mistificare la realtà. Cresce però l'opposizione della parte più consapevole della società coinvolgendo in modo inedito comitati, sindacati e associazioni imprenditoriali. Le sempre più frequenti alluvioni indicano la necessità di fermare il consumo di suolo e di mettere mano a un serio programma dell'assetto idrogeologico. Un grande piano di piccole opere per recuperare ambienti compromessi, di riqualificazione energetica degli edifici, di promozione di attività produttive innovative. Un grande piano per la mobilità sostenibile sottoponendo il Veneto alla "cura del ferro" come "cura" alla "malattia dell'asfalto".Un altro Veneto è possibile unendo il "Rosso" e il "Verde", l'ambiente e il lavoro. La proposta di Sinistra Ecologia e Libertà per un PTRC che tuteli il patrimonio storico, culturale e paesaggistico.
Il Baratto Amministrativo diventerà presto una realtà anche a Pieve di Cento.
Coloro che hanno dei debiti con l’Amministrazione Comunale e che si trovano in condizioni economiche precarie, potranno ripagare il proprio debito svolgendo un attività lavorativa per la collettività.
Entro Settembre 2016 l’Amministrazione Comunale dovrà dotarsi di un Regolamento che disciplini il Baratto e ne definisca criteri e modalità. Abbiamo acconsentito di discutere il Regolamento con relative clausole in sede di Commissione Consiliare. Finalmente una misura per aiutare le persone in difficoltà economiche.
L'AUTONOMIA COMUNALE A DIFESA DEL TERRITORIO E DEI CITTADINIFranco Brugnola
Potenziare l'autonomia comunale per utilizzare al massimo la potestà regolamentare coinvolgendo i cittadini nella fase di predisposizione degli stessi e facendoli partecipare alla valutazione della qualità dei servizi pubblici e dei dirigenti.
La Repubblica sociale italiana e le persecuzioni razziali negli anni 1943-45INSMLI
Lezione tenuta da Enzo Collotti il 18/03/2005, a Trieste, per la commemorazione del 60° della Liberazione, nel contesto del progetto Il percorso della libertà.
Il testimone e il luogo nella didattica della ShoahINSMLI
Di Alessandra Chiappano. Pubblicato in "Il ritorno alla vita e il problema della testimonianza. Studi e riflessioni sulla Shoah", (a cura di) A. Chiappano e F. Minazzi, Giuntina, Firenze 2008.
Atti del Seminario "Statuti Regionali: le proposte delle Camere di commercio" promosso da Unione Regionale delle Camere di Commercio dell'Emilia-Romagna e Unione Italiana delle Camere di Commercio - Bologna 24/10/2002.
3 nuovo regolamento dei centri sociali anziani di romaRomabella
La proposta di delibera concede ai Centri Anziani autonomia e responsabilità gestionale al fine di rendere i Centri luoghi trasparenti e aperti non solo alla collaborazione con le giovani generazioni, ma anche a progettazioni innovative quali ad esempio la telemedicina di territorio.
COMUNE DI POLLINA (PA)
LA GESTIONE ASSOCIATA OBBLIGATORIA DI FUNZIONI
E SERVIZI COMUNALI
La Convenzione atto organizzativo nel progetto
istituzionale dell’Unione di Comuni Valdemone
Gestione e riscossione dei tributi;
Organizzazione dei servizi pubblici comunali.
ANALISI PRELIMINARE DI FATTIBILITÀ
ISTITUZIONALE E POLITICA
Città Metropolitane, la riforma sicilianacittametro
Slide presentate da Maria Rosa Casuale in occasione dei due seminari “Città metropolitane, liberi Consorzi di Comuni. La riforma siciliana: autonomie locali a confronto” (Palermo 18/07/2014, Catania 25/07/2014) organizzati nell'ambito del progetto " Verso la costituzione delle aree metropolitane e la riorganizzazione delle Province"
Unione dei Comuni di Spadafora, analisi preliminare di fattibilità istituzion...Salvatore [Sasa'] Barresi
“Un modello nuovo di pubblica amministrazione”
analisi preliminare di fattibilità istituzionale e politica
UNIONE dei COMUNI di Spadafora, Venetico, Roccavaldina, Rometta, Valdina, Torregrotta, Saponara e Monforte San Giorgio
Esauritosi il grande ciclo immobiliare più lungo dal dopoguerra ora il capitale finanziario punta sulle infrastrutture in "projet financing" in salsa veneta: un debito occulto che graverà sulle prossime generazioni e sottrae risorse all'economia reale.La rendita deprime l'economia mentre si vanta di salvarla. Qui risiede la sua forza ideologica, la sua intrinseca capacità di mistificare la realtà. Cresce però l'opposizione della parte più consapevole della società coinvolgendo in modo inedito comitati, sindacati e associazioni imprenditoriali. Le sempre più frequenti alluvioni indicano la necessità di fermare il consumo di suolo e di mettere mano a un serio programma dell'assetto idrogeologico. Un grande piano di piccole opere per recuperare ambienti compromessi, di riqualificazione energetica degli edifici, di promozione di attività produttive innovative. Un grande piano per la mobilità sostenibile sottoponendo il Veneto alla "cura del ferro" come "cura" alla "malattia dell'asfalto".Un altro Veneto è possibile unendo il "Rosso" e il "Verde", l'ambiente e il lavoro. La proposta di Sinistra Ecologia e Libertà per un PTRC che tuteli il patrimonio storico, culturale e paesaggistico.
Il Baratto Amministrativo diventerà presto una realtà anche a Pieve di Cento.
Coloro che hanno dei debiti con l’Amministrazione Comunale e che si trovano in condizioni economiche precarie, potranno ripagare il proprio debito svolgendo un attività lavorativa per la collettività.
Entro Settembre 2016 l’Amministrazione Comunale dovrà dotarsi di un Regolamento che disciplini il Baratto e ne definisca criteri e modalità. Abbiamo acconsentito di discutere il Regolamento con relative clausole in sede di Commissione Consiliare. Finalmente una misura per aiutare le persone in difficoltà economiche.
L'AUTONOMIA COMUNALE A DIFESA DEL TERRITORIO E DEI CITTADINIFranco Brugnola
Potenziare l'autonomia comunale per utilizzare al massimo la potestà regolamentare coinvolgendo i cittadini nella fase di predisposizione degli stessi e facendoli partecipare alla valutazione della qualità dei servizi pubblici e dei dirigenti.
Documento sindaci contro città metropolitane def firme
1. Al presidente della Regione Sicilia
On. Le Rosario Crocetta
Al Presidente dell’ARS
On.le Giovanni Ardizzone
I SINDACI DI:
ALTAVILLA MILICIA, ALTOFONTE, BAGHERIA, BELMONTE MEZZAGNO,
CASTELDACCIA, CINISI, FICARAZZI, MONREALE, SANTA CRISTINA GELA, SANTA
FLAVIA, TERRASINI, TRABIA, USTICA, VILLABATE,
CHIEDONO
L’IMMEDIATO RITIRO DEL DISEGNO DI LEGGE
SULL’ISTITUZIONE E ORDINAMENTO DELLE CITTA’
METROPOLITANE DI CATANIA, MESSINA E PALERMO.
CHE NE SARA’ DEI NOSTRI TERRITORI, DELLA NOSTRA IDENTITA’ CULTURALE?
Alla luce di quanto previsto dal disegno di legge di iniziativa governativa recante “l’istituzione e
ordinamento delle Città metropolitane di Catania, Messina e Palermo” approvato nella seduta di
Giunta del 12 settembre 2013, i Sindaci sotto indicati, dei Comuni ricadenti nella prevista area
metropolitana, si sono riuniti venerdì 20 settembre 2013 a Bagheria per ragionare sul disegno di
legge al fine fornire risposte ai propri cittadini e comprendere la ricaduta che tale riordino
territoriale può avere sui rispettivi territori, profondamente preoccupati del declassamento delle
nostre antiche istituzioni comunali a semplici municipi metropolitani.
L’abolizione delle Province e la contestuale nascita delle Città Metropolitane non possono essere
motivate solo da un non meglio precisato e presunto abbattimento dei costi, né realizzate in base
alle opinioni di pochi soggetti istituzionali o da qualche lancio di agenzia, o da tecnici.
SIAMO ESTEREFATTI
per non essere stati coinvolti nella definizione di un disegno di legge che riguarda i nostri territori.
Si fa un gran parlare di partecipazione e condivisione delle scelte, di processi condivisi di
governance e invece abbiamo appreso del ddl solo dalla stampa.
QUALI I CRITERI DI SCELTA DEI COMUNI?
Ci domandiamo come è possibile che Comuni come Bagheria, con 60 mila abitanti, Monreale o
Carini, solo per citare alcuni esempi specifici per ordine di grandezza territoriale, per numero di
abitanti, possano essere considerati un municipio periferico di Palermo, solo sulla base della
contiguità territoriale. Solo a titolo di Esistono comuni capoluogo di provincia con meno abitanti di
Bagheria, come Aosta, Belluno, Enna solo per citarne pochi che nessuno si sogna di far sparire o far
diventare municipi.
2. Non siamo contro le novità e l’innovazione tout court, soprattutto se esse implicano il contenimento
della spesa, ma siamo contro le riforme di Palazzo non condivise se non con i tre sindaci delle
probabili future città metropolitane.
Non può una maggioranza parlamentare cancellare le nostre storie millenarie, immortalate anche in
note pellicole cinematografiche, non si può ridurre la nostra cultura, le nostre tradizioni, la nostra
economia ad un anonimo “quartiere” di Palermo.
Ci pare di ricordare che lo stesso Statuto della Regione Siciliana contempli semmai il rafforzamento
dei Comuni conferendo loro la più ampia autonomia amministrativa e finanziaria, ed anche per
questo motivo stiamo registrando l’appoggio non solo dei cittadini contro questo ddl ma anche di
diversi consiglieri comunali. Per questo motivo la nostra opposizione al disegno di legge è
congiunta, coinvolgeremo le assemblee consiliari alcune delle quali hanno già messo all’ordine del
giorno delle prossime sedute la discussione sulla decisione unilaterale.
Non pensiamo che non si possa attuare una riforma che preveda una condivisa pianificazione
territoriale delle reti infrastrutturali, la difesa della qualità ambientale, il coordinamento della
gestione dei servizi pubblici, la mobilità e viabilità, la promozione e coordinamento dello sviluppo
economico e sociale, ma al contempo riteniamo che il nostro dovere di primi cittadini sia difendere
l’identità, l’integrità le nostre specificità e gli elementi di qualità dei nostri territori.
Per questo
CHIEDIAMO
al Presidente della Regione On.le Rosario Crocetta, sulla scorta anche delle indicazioni dell’ANCI,
la convocazione immediata di un’Assemblea dei Sindaci della Provincia di Palermo, finalizzata alla
costituzione di un gruppo di lavoro tecnico/politico che possa:
• ragionare e condividere i problemi del welfare locale, (ragionando magari in termini di
Distretto socio-sanitario – per il quale si registrano diverse esperienze di successo) e
l’organizzazione della governance che necessitano, per essere affrontatiein modo adeguato,
di una programmazione con una prospettiva metropolitana.
• approfondire tutte le opportunità in materia di deroga al patto di stabilità per i piccoli
Comuni che avviino Unioni, di accesso ai finanziamenti statali e regionali stanziati per
incentivare forme di cooperazione intercomunale.
• elaborare proposte specifiche di collaborazione, anche in vista dei consorzi dei liberi
Comuni e per la gestione coordinata intercomunale di servizi come il servizio idrico, dei
trasporti, ma anche quello dell’energia, oltre ai settori quali le infrastrutture, l'ambiente, i
rifiuti che, riteniamo, necessitano di un assetto diverso da quello attuale.
• Creare azioni non occasionali e non legate a singoli problemi ma finalizzate a promuovere
forme di intercomunalità rivolte esplicitamente a tutti i Comuni limitrofi al Capoluogo,
un’azione congiunta nel ridisegnare competenze e ruoli tra gli enti territoriali legittimati al
Governo del territorio previsti dalla nostra Costituzione.
• Realizzare un sano confronto tra Istituzioni e territori, che non sono pronti a subire
frettolose iniziative, non escludendo pertanto la realizzazione di una riforma finalizzato alla
definizione di un testo legislativo condiviso e realmente aderente alle esigenze dei territori e
delle relative comunità che preveda la gestione congiunta di servizi in aree metropolitane
ma che non permetta la morte della storia e cultura dei Comuni.