3. Prima di questo passaggio nelle scuole per
l’infanzia più accorte gradualità non
conclamata
Come allenamento alla operatività conclamata
che varrà poi
I pre-apprendimenti
Nella vecchia scuola – che veniva dopo la
materna assistenzialistica – si passavano mesi
sui movimenti fini (le “aste”!!) perché nessuno
aveva addestrato i b. i a questo momento di
pre-apprendimento
4. Il passaggio alla scuola elementare è anche
una tappa del + ampio processo maturativo
il processo maturativo comprende lo
sviluppo intellettuale all’interno del + ampio
processo di crescita dell’individuo
Se il docente non s’interessa al processo
maturativo compie quella duplice riduzione di
cui parlavamo ieri
5. Nella vecchia famiglia etica (Charmet) “Edipo”
giungeva all’età in cui si arriva in scuola elem.
al tramonto dell’Edipo, cioè quando i conflitti e
le pulsioni che avevano caratterizzato la fase
precedente cedevano il passo ad una latenza
centrata sulla sottomissione ai più grandi
“Narciso” nella nuova famiglia affettiva
(Charmet) non ha vissuto la fase precedente
sotto il segno del conflitto. Perciò entra in una
specie di latenza in cui i segni della
sottomissione sono molto meno evidenti
6. Edipo, se aveva + o – brillantemente i
conflitti di fase precedenti, si riversava
sull’industriosità (Erikson): 1.sublimando; 2.
accettando diligentemente la disciplina del
maestro
Nella nuova scuola Narciso non si aspetta
voti, ma lodi. Così come avviene a casa, i
problemi si spostano sul piano dell’ideale
dell’io, del personaggio eroico che lo abita e
che deve essere confermato dalle docenti,
(che intanto si fanno dare del “tu”, …)
7. Quelli di Edipo alleati con il maestro per
l’imposizione delle regole, della disciplina (la
prossima volta dategliene di più!)
Quelli di Narciso alleati del b. o r. o | g. e e
della scuola SOLO se conferma l’unicità, le
doti (reali o presunte) del loro figlio
8. Che appare intriso di affettività molto
più che in passato esigenza di
essere confermato,
+ che di essere valutato
Rischi di perdita dell’operatività e
dell.odg
Facile viraggio della classe verso
l’affettività
operatività
affettività
Gruppo
Classe odierno
9. poiché ancora è indietro nel processo maturativo
non trova nel gruppo – classe un grande
sostegno per una acquisizione dei rudimenti del
passaggio all’operatività (dove non c’è ordine
non c’è lavoro)
Per ‘rudimenti’ intendo le precondizioni che
definiscono quel luogo, in quel momento come
luogo dell’operatività
Tutto ciò viene così a pesare, più che in passato,
sul docente, ed in particolar modo sul docente di
sostegno, che deve svolgere funzioni vicarie
anche su questo piano
10. .. con la loro impossibilità di elaborare il
lutto per la mancata nascita del figlio
normale, richiedono fortemente – a volte
irrealisticamente - al docente di sostegno
di vederlo progredire
contrariamente alle altre famiglie : tutte
spostate sulle esigenze di conferma della
unicità e della genialità del proprio figlio
ATT!!! Sulla individuazione di un piano
realistico e riparativo si gioca la gran parte
dell’alleanza del docente di sostegno con la
famiglia del disabile
11. Crisi puberale
Proprio in quell’età i +
lievi prendono una vaga
coscienza dei propri
limiti
Nascono nei lievi nuove
difese nei confronti di
questa vaga
autoconsapevolezza:
rendersi più opachi di
quando in effetti si è,
deprimersi, etc
12. Ingresso del normodotato nel gruppo, nella
famiglia sociale e marginalità crescente del
ragazzo disabile nei confronti di questo gruppo
Acquisizione del n.dot. di una nuova distanza dal
gruppo primario e permanente dipendenza del
r.o disabile dalla famiglia (adulti)
Graduale accesso del n.dot. alla capacità in
termini fisici, emozionali e sul piano
dell’autonomia di definire nuovi legami
extrafamiliari e limiti su questo piano del r.o
disabile (coppia)
(dei legami con se stesso abbiamo già detto)
13. Famiglia, Gruppo di pari, Star da soli, Coppia
Sono i luoghi mentali (liminari) in cui l’adol. si
allena a diventare adulto
Secondo lo schema universale) in tre tappe:
cerimonia d’ingresso in adol. - stato di margine -
cerimonie di ingresso nell’età adulta
Per l’adol. Disabile - come abbiamo visto -
l’obiettivo realistico è passare da figlio piccolo a
figlio competente (ed in questa opera la famiglia
del disabile spesso non riesce a dare una mano)
Ciò rende molto importante la funz. del docente
disabile e dell’equipe riabilitativa su questo piano
14. La fine del percorso scolastico implica per la famiglia del
disabile come una rinascita di un figlio disabile
Specialmente se non sono stati approntati dei percorsi di
lavoro e di vita
Occorre rielaborare il lutto e aiutare ancora una volta la
famiglia ad assumere un atteggiamento riparativo
Il docente di sostegno dovrebbe essere coinvolto in questo
processo
In questo momento non valgono tanto i problemi sanitari,
quanto la capacità di predisporre percorsi realistici ed autentici
All’interno di questa ricerca in primo piano sono le valutazioni
delle capacità residue ed una capacità di leggere cosa offre il
territorio (scuola sup., cfp, centri appoggio x gravi etc)
Flessibilità: definire dei percorsi, e non dei destini
15. Lievi Medio – lievi Medio Gravi Gravi
Adolescenza
inserimento
in scuola
media
superiore
o CFP con
sostegno
minimo
inserimento
in CFP o
scuola media
superiore
con sostegno
CFP
speciali +
inserimento
protetto in luoghi
di lavoro
Centri
appoggio per
adolescenti
Etàadulta
inserimento
in azienda
inserimento
in azienda
con sostegno
iniziale
Luoghi protetti di
lavoro e di vita:
cooperative
protette
Centri
Appoggio per
adulti
LA QUADRIPARTIZIONE A RE UNA 15INA DI ANNI FA:
16. Rapporto con le equipe adulti per una continua
opera di adattamento dei luoghi di lavoro e di
vita alle esigenze dei nuovi adulti disabili
Percorsi e non destini: flessibilità
Accompagnamento attraverso una relazione
accurata ed aggiornata
Attenzione alle esigenze della famiglie (nel caso
dei gravi, e soprattutto dei gravosi, è probabile
che una % significativa di famiglie rischi di
distruggersi o di “lesionarsi” lungo tutto questo
percorso