1. Partito Democratico Sinistra Ecologia Libertà
Comunicato Stampa
PETIZIONE PER L’ACQUA PUBBLICA
Mantova, 14.02.13 - La riforma del sistema idrico integrato in Lombardia è stata
promossa all’interno di un quadro normativo incerto, su cui sono intervenuti in modo
significativo l’esito referendario e la sentenza della corte costituzionale. La sua attuazione
si è rivelata molto problematica. Ad oggi possiamo prendere atto dell’inattualità e
dell’inadeguatezza della Legge Regionale 21/2010 per quanto riguarda l’assetto delle
patrimoniali e l’affidamento del servizio.
La nostra idea politica per il rilancio del settore idrico: un’azione sinergica che,
nell’ambito di una gestione pubblica del servizio, garantisca ai cittadini lombardi acqua
pura da bere e acque reflue depurate a costi ragionevoli.
In Lombardia il settore registra 6,4 miliardi di fabbisogno infrastrutturale e una
procedura di infrazione comunitaria che richiede, per ottenere la sospensione della
sanzione pecuniaria, un’urgente pianificazione e programmazione degli interventi, in
tema di depurazione, per almeno 600 milioni di euro, da realizzare entro il 2015. Un
problema prima di tutto etico, che inficia il raggiungimento di corretti indici di salubrità
delle acque.
A questo proposito si deve favorire la programmazione degli investimenti sulle
infrastrutture aumentando la capacità di ricorso al credito e facendo leva sugli introiti
tariffari annuali, pari a circa 1 miliardo di euro, anche intervenendo per il
completamento della ricognizione sui processi di organizzazione in atto nel comparto, con
il censimento delle criticità finanziarie, e attivando eventuali garanzie per assicurare
canali finanziari certi per le strutture che ne necessitano. Inoltre, bisogna portare a
compimento l’attualizzazione e lo sviluppo del quadro normativo non limitandosi a
modificare la L.R. 21/2010, ma varando in tempi brevi una legge che disciplini la materia
in tutti i suoi aspetti, nel rispetto dell’esito del Referendum.
In linea con il sostegno a Umberto Ambrosoli Presidente ed al suo programma elettorale,
noi candidati al Consiglio Regionale, Sara Yahia, Antonella Forattini, avv. Marco Carra
per il Partito Democratico, e Franco Tiana, Velella Mondini e Leonardo Rubicondo per
Sinistra Ecologia e Libertà, chiediamo a TEA di sospendere la gara. Con una decisione
assunta prima dei referendum, nel 2010 TEA spa, con il consenso dell’Autorità d’Ambito
Territoriale Ottimale, ha infatti indetto una gara per fare entrare soggetti privati nel
capitale della società, con una quota pari al 40%. Di fronte alle proteste dei referendari
che chiedevano esplicitamente di sospendere la gara in attesa del referendum, il
Presidente e il Direttore della TEA hanno risposto: “Andiamo avanti per la nostra strada.
E anche qualora il referendum dovesse passare, potremmo fermare la gara senza dover
sostenere alcun costo”.
Il risultato del referendum è stato chiarissimo: 26 milioni di cittadini hanno deciso che
la gestione dell’acqua deve essere pubblica e priva di finalità di profitto. Pur in presenza
2. Partito Democratico Sinistra Ecologia Libertà
di questo grandioso pronunciamento popolare, TEA spa ha comunicato ad AATO che
avrebbe ripreso la procedura della gara. Noi riteniamo che questa società, totalmente
pubblica, i cui soci sono i Comuni, debba rimanere tale e la gara debba essere pertanto
sospesa e annullata. Oggi siamo di fronte ad un quadro tariffario incerto considerato che
le tariffe sono passate all'AEEG - Autorità per l'Energia Elettrica e il Gas, che ad oggi non
ha definito la tariffa transitoria per il 2013. Inoltre l'Autorità d’Ambito della Provincia di
Mantova non ha predisposto un piano economico finanziario con la simulazione della
nuova tariffa.
Pertanto non si comprende questa accelerazione, quando il piano industriale su cui il
privato dovrebbe costruire la propria proposta economica è alquanto incerto. Invitiamo i
comuni soci di TEA a chiedere con forza la cancellazione della gara. Come candidati alle
elezioni Regionali ci impegniamo a portare avanti la modifica della L.R.26 del
12/12/2003 come modificata dalla L.R. 21 del 27/12/2010, recependo il risultato
referendario. L’ultima sentenza del Consiglio di Stato mette la parola fine ai tentativi di
alcuni gruppi o società di eludere il risultato referendario e fare profitti con l’acqua.
Questa sentenza deve inoltre essere letta come atto di indirizzo per l’AEEG – Autorità per
l’Energia Elettrica e Gas sui criteri da utilizzare per l’elaborazione della nuova tariffa
dell’acqua.
La remunerazione del capitale investito non deve trovare accoglimento nella tariffa, ma i
gestori devono restituire quanto hanno incassato nel 2011 e 2012. Nelle realtà nazionali
dove è avvenuto l’ingresso dei privati nella rosa dei Gestori del servizio idrico integrato, le
tariffe hanno subito notevoli aumenti. Alcune grandi città europee, Parigi e Berlino ad
esempio, sono ritornate al totale controllo pubblico, mettendo fine alle scelte di
privatizzazione fatte in precedenza.