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L’ANTICORRUZIONE PARTECIPATA
Comuni e Società Pubbliche per la prevenzione della corruzione
Milano
26 novembre 2015
Andrea Ferrarini
(Coordinatore Tavolo Legalità di ReteComuni)
andrea.ferrarini2012@gmail.com
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La corruzione è un rischio per le società in controllo pubblico?
Nel 1988 Robert Kligaard ha proposto una semplice formula, per capire se un sistema (sistema
economico, sistema politico, organizzazione, ecc …) è più o meno a rischio di corruzione
• C = M + D – A
La «formula di Klitgaard) ci dice che la Corruzione ( C ) è più probabile in presenza di Monopoli (M) e di
Discrezionalità (D), e che la Corruzione diminuisce se vengono introdotti sistemi di controllo o
rendicontazione che favoriscono l’ Accountability (A)
• MONOPOLI = Le società controllate (soprattutto le società in house), che erogano servizi pubblici
(gestione dei rifiuti, riscossione dei tributi, trasporti locali, gestione reti, ecc …), operano in regime
di Monopolio: sono l’unico soggetto privato che gestisce un determinato servizio pubblico. Questo
aumenta il rischio di corruzione.
• DISCREZIONALITA’ = Le società pubbliche (soprattutto le società controllate al 100% dalla PA),
gestiscono risorse e processi di pubblico interesse con un livello di discrezionalità maggiore,
rispetto alle pubbliche amministrazioni che le controllano. Perché sono organizzazioni di diritto
privato, non sottoposte a tutti i vincoli e a tutta la «burocrazia» cui deve sottostare la pubblica
amministrazione. Questo aumenta il rischio di corruzione
• ACCOUNTABILITY: per ridurre il rischio di corruzione, è necessario assicurare controlli adeguati.
Questi controlli possono essere assicurati dalla pubblica amministrazione, in qualità di socio
pubblico. Ma devono essere, innanzitutto, assicurati dalle società e dagli enti
controllati/partecipati, che sono le prime «vittime» della corruzione
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La corruzione è un rischio per le società in controllo pubblico?
• Spesso la corruzione si genera «all’interfaccia» tra società pubbliche e pubblica
amministrazione, sotto forma di clientelismi e favoritismi, che influiscono negativamente su
alcuni importanti processi di tali società (nomina degli amministratori, gestione economico-
finanziaria, gestione delle risorse umane, approvvigionamento, ecc …).
• Spesso la corruzione non impatta sulla qualità dei servizi, ma sull’organizzazione che li eroga.
• Paradossalmente, tutti i costi della corruzione restano dentro le società pubbliche, che, per
un certo periodo, possono ancora garantire una buona qualità dei servizi, perché la
corruzione non impatta direttamente sulle attività svolte, ma sui processi di governo e di
supporto (cioè sui quei processi che tengono in vita l’organizzazione) …
• … Ma solo per un certo periodo. Perché a lungo andare, nessuna società può produrre bene,
se il suo modello organizzativo fa «acqua da tutte le parti».
Per queste ragioni la corruzione è un rischio per le società pubbliche, che devono indubbiamente
prevenirla, non tanto (o non solo) con gli adempimenti, quanto, piuttosto, con l’adozione di
Sistemi di Gestione in grado di ridurre la probabilità e l’impatto del rischio di corruzione
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Le Linee Guida ANAC per le Società partecipate
Con la Determinazione n. 8 del 17 giugno 2015, ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) è
intervenuta per definire opportune linee guida dirette all'attuazione della normativa in materia di
prevenzione della corruzione (Legge n.190/2012) e trasparenza (Decreto Legislativo n.33/2013)
da parte delle società e degli enti di diritto privato controllati/partecipati dalle pubbliche
amministrazioni e degli enti pubblici economici.
Le Linee guida si rivolgono anche alle amministrazioni controllanti, partecipanti e vigilanti cui
spetta attivarsi per assicurare o promuovere, in relazione al tipo di controllo o partecipazione,
l’adozione delle misure di prevenzione e trasparenza.
Le linee guida in questione integrano e sostituiscono, laddove incompatibili, i contenuti del PNA
(Piano Nazionale Anticorruzione) e mirano ad orientare gli enti nell'applicazione della normativa
in materia di anticorruzione e trasparenza operando una distinzione tra gli Enti di seguito indicati
prevedendo in ragione del diverso grado di coinvolgimento delle Pubbliche Amministrazioni al
loro interno un diverso grado di applicazione della normativa Anticorruzione e della Trasparenza.
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Determinazione ANAC n. 8/2015 Ambito soggettivo di
applicazione:
• Società controllate dalla P.A. (art. 2359, c. 1, numeri 1 e 2), incluse le
società in house
• Società partecipate dalla P.A.
• Enti di diritto privato controllati dalla P.A. (ad es. fondazioni e associazioni)
• Enti di diritto privato partecipati dalla P.A. (es. fondazioni bancarie, casse
di previdenza dei liberi professionisti, ex IPAB trasformate in associazioni o
fondazioni).
• Enti pubblici economici (SIAE e Agenzia del Demanio)
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Due «strategie» di prevenzione della corruzione.
(Det. ANAC 8/2015)
Strategia FORTE
Società
controllare
Enti Privati
controllati
Enti Pubblici
economici
Strategia DEBOLE
Società
Partecipate
Enti privati
partecipati
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Controllo indiretto e controllo frazionato
La strategia FORTE si applica anche alle società controllate
indirettamente dalla pubblica amministrazione…
… e alle società in cui il controllo
pubblico è frazionato
fra più amministrazioni
P.A. Alfa SpA
Beta Spa
Gamma Spa
Socio
Pubblico
Socio
Pubblico
Socio
Pubblico
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Strategia FORTE:
le società controllate, gli enti controllati e gli enti pubblici economici:
• sono assimilati (per quanto riguarda il rischio di corruzione) alle pubbliche
amministrazioni
• devono attuare tutti gli obblighi di trasparenza previsti per il settore pubblico
• devono adottare un modello organizzativo e di gestione ex. d.lgs. n. 231 del
2001.
• Devono introdurre misure di prevenzione specifiche contro la corruzione
Due «strategie» di prevenzione della corruzione.
(Det. ANAC 8/2015)
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Strategia DEBOLE:
Le società partecipate
• hanno obblighi di trasparenza ridotti
• Non sono obbligate ad adottare un modello organizzativo e di gestione ex. d.lgs. n.
231 del 2001 e misure di prevenzione della corruzione (l’adozione è solo
auspicata)
Enti privati partecipati
• Non sono tenuti ad adottare le misure previste dalla L. 190/2012
• Non sono sottoposti agli obblighi di trasparenza del d.Lgs. 33 /2013
• Non sono obbligati ad adottare un modello organizzativo e di gestione ex. d.lgs. n.
231 del 2001
• Misure di prevenzione promosse dalle PA attraverso protocolli di legalità, per
promuovere la trasparenza e la prevenzione della corruzione
Due «strategie» di prevenzione della corruzione.
(Det. ANAC 8/2015)
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Società ed Enti privati controllati – Enti Pubblici
Economici
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Società controllate, Enti Controllati ed Enti Pubblici
Economici
MODELLO ORGANIZZATIVO E DI GESTIONE EX D.LGS 231 («Modello 231)
Il Modello 231 diventa obbligatorio per le Società/gli enti privati controllati e per gli
enti pubblici economici (NB: non è mai obbligatorio per le società a capitale privato o
misto). Tuttavia l’ambito di applicazione della legge n. 190 del 2012 e quello del d.lgs.
n. 231 del 2001 non coincidono:
• Per quanto riguarda i reati contro la PA, il d.lgs. n. 231 del 2001 previene i reati di
concussione, induzione indebita a dare o promettere altra utilità e corruzione
commessi nell’interesse o a vantaggio dell’ente.
• la legge n. 190 del 2012, previene l’intera gamma dei reati contro la PA (Titolo II
del Libro II del codice penale), commessi in danno dell’ente, nonché le condotte
che, senza avere rilevanza penale, denotano un abuso dei poteri pubblici per
favorire interessi privati (cfr. circolare DFP 1/2013 e PNA)
Quindi, Modello 231 deve essere integrato con misure anticorruzione e di trasparenza
specifiche
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Società controllate, Enti Controllati ed Enti Pubblici
Economici
MODIFICHE DEGLI STATUTI
Le società e gli enti controllati dalle Pubbliche Amministrazioni, nonché gli Enti
pubblici non economici devono:
• Prevedere meccanismi sanzionatori a carico degli amministratori che non abbiano
adottato le misure organizzative e gestionali per la prevenzione della corruzione ex
l. 190/2012 o il Programma triennale per la trasparenza e l’integrità.
• Rendere obbligatoria la nomina del Responsabile per la Prevenzione della
Corruzione (RPC), definendo i suoi compiti, i suoi poteri e le sue responsabilità (in
caso di commissione di reati di corruzione all’interno dell’ente)
Queste previsioni dovrebbero essere introdotte, preferibilmente, modificando gli statuti
delle Società e degli Enti
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Società controllate, Enti Controllati ed Enti Pubblici
Economici
IL RESPONSABILE DELLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE (RPC)
• Il RPC deve essere un dirigente interno alla società, che non evidenzi conflitti di
interesse e non gestisca aree o attività a rischio di corruzione
• Il RPC può essere individuato in un profilo non dirigenziale, se tutti i dirigenti della
Società hanno funzioni gestionali in attività a rischio (in questo caso, il CdA della
Società deve vigilare con continuità sull’operato del RPC)
• Solo in ultima istanza e in casi eccezionali, il RPC può essere un amministratore
della società
• Il ruolo di RPC non può essere affidato all’ OdV del Modello 231, né ad altro
organo di controllo esterno
• Nelle società con OdV collegiale, il componente interno dell’OdV può svolgere la
funzione di RPC
• Nelle società di piccole dimensioni con OdV monocratico interno, l’RPC può
coincidere con l’OdV
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Società controllate, Enti Controllati ed Enti Pubblici
Economici
IL RESPONSABILE DELLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE (RPC)
Quindi, per individuazione l’RPC, si possono percorrere due strade:
• Apicalizzazione del RPC (come accade di norma nella PA e soprattutto negli Enti
Locali) . Il RPC può essere individuato nel Direttore Generale (questo garantisce la
massima autorità e autonomia al RPC e una regia delle politiche anticorruzione
estesa all’intera organizzazione) Oppure l’RPC può essere un dirigente (che opera
con il «mandato» della Direzione e coinvolge la direzione nella definizione degli
obiettivi di prevenzione).
• Inclusione del RPC nell’OdV. In questo caso, anche se le responsabilità di OdV e RPC
restano distinte, è assicurato il massimo coordinamento fra gestione del Modello
231 e gestione del sistema di prevenzione della corruzione.
La scelta dipende da molti fattori. Anche da come si intende il ruolo dell’RPC: l’RPC è
un garante della legalità dell’organizzazione (apicalizzazione) oppure è il gestore del
sistema anticorruzione(inclusione nell’Odv)?
In ogni caso bisogna garantire il raccordo del RPC con OdV e Direzione Generale
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Società controllate, Enti Controllati ed Enti Pubblici
Economici
Organismo di
vigilanza
Direttore
Generale
Responsabile della
prevenzione
Coordinamento dei monitoraggi
Comunicazione di rischi emergenti
Aggiornamento della documentazione
Programmazione della politica di
prevenzione – integrazione della
prevenzione in tutti i processi
organizzativi
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Società controllate, Enti Controllati ed Enti Pubblici
Economici
ANALISI DEL RISCHIO DI CORRUZIONE
Aree «tipicamente» a rischio di corruzione (suggerite da ANAC):
• autorizzazioni e concessioni,
• appalti e contratti,
• sovvenzioni e finanziamenti,
• selezione e gestione del personale
• Controlli,
• Gestione economico finanziaria,
• Gestione delle relazioni esterne
• Gestione dei i rapporti fra amministratori pubblici e soggetti privati.
Aree a rischio in
comune con la P.A. (L.
190/2012 e PNA)
Aree a
rischio
specifiche
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Società controllate, Enti Controllati ed Enti Pubblici
Economici
ANALISI DEL RISCHIO DI CORRUZIONE
Altre aree a rischio (non suggerite da ANAC)
• esercizio di funzioni amministrative
• produzione di beni e servizi a favore delle amministrazioni pubbliche (ad es.
gestione mense scolastiche)
• gestione di servizi pubblici (ad esempio, riscossione tributi, servizi socio-
assistenziali, Farmacie, reti di fornitura di servizi – fognature, gas, luce - , trasporto
pubblico, ecc …)
• Gestione dei rapporti con le P.A. controllanti
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Società controllate, Enti Controllati ed Enti Pubblici
Economici
Misure per la prevenzione della corruzione (da integrare nel Modello 231)
• Sistema di controlli sulle attività rischio
• codice di comportamento (integrazione del Codice Etico del Modello 231
• verifica inconferibilità e incompatibilità (amministratori e dirigenti)
• Formazione del personale
• tutela del Whistleblowing,
• rotazione del personale, oppure segregazione dei compiti (affidare a soggetti
diversi il compito di svolgere istruttorie e accertamenti, adottare decisioni, attuare
le decisioni prese, effettuare verifiche)
• Divieto di assumere dipendenti pubblici che, negli ultimi tre anni di servizio,
abbiano esercitato poteri autoritativi o negoziali nei confronti della società/ente
controllato o dell’Ente pubblico economico.
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Società controllate, Enti Controllati ed Enti Pubblici
Economici
Obblighi di Trasparenza (d.lgs 33/2013)
• Pubblicazione dei dati (organizzazione e attività di pubblico interesse)
• Nomina del Responsabile della Trasparenza (di norma coincidente con il RPC)
• Adozione del Programma per la trasparenza e l’Integrità
• Sezione “Amministrazione/Società Trasparente” sul sito internet aziendale.
• Promozione dell’ Accesso Civico
• Individuazione di un organismo interno per l’attestazione obblighi di trasparenza
NB: L’allegato 1 alla det. 8/2015 prevede alcuni adattamenti degli obblighi di
pubblicazione, per società e degli enti di diritto privato controllati e partecipati dalle
pubbliche amministrazioni e degli enti pubblici economici (ad esempio, la possibilità di
pubblicare in forma aggregata i compensi dei dirigenti che non gestiscono attività di
pubblico interesse). Ma questi adattamenti non si applicano alle società in house
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Società partecipate ed Enti privati partecipati
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Società Partecipate
INIZIATIVE OBBLIGATORIE
Obblighi di Trasparenza
• Pubblicazione dei dati relativi alle attività di pubblico interesse (nell’art. 1, cc. 15-
33, L. 190/2012)
• Pubblicazione compensi e redditi dei componenti degli organi di indirizzo politico-
amministrativo nominati o designati dalle amministrazioni partecipanti (art. 14
d.lgs. 33/2013).
• Pubblicazione (in forma aggregata) dei compensi dei dirigenti (art. 15 d.lgs.
33/2013)
• Pubblicazione compensi per consulenze (in forma aggregata) (d.lgs. 33/2013)
• Sezione “Società Trasparente” sul sito internet aziendale.
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Società Partecipate
INIZIATIVE «AUSPICABILI»
• Adozione del Modello 231
• Introduzione di misure di prevenzione specifica
• Nomina di una figura analoga al Responsabile della Prevenzione della Corruzione
• Nomina del Responsabile della Trasparenza
• Attestazione degli obblighi di trasparenza, da parte dell’OdV
• Adozione di misure di programmazione e accountability della trasparenza
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Enti privati partecipati
Non sono destinatari della L. 190/2012
Tuttavia «in considerazione delle finalità istituzionali perseguite da questi enti non
viene meno l’interesse generale alla prevenzione della corruzione»
(det. ANAC 8/2015, 3.2.1)
E’ compito delle pubbliche amministrazioni partecipanti promuovere, in special modo
nel caso in cui esse corrispondano all’ente forme di finanziamento a vario titolo
riconosciute:
• Protocolli di legalità, con specifici obblighi di prevenzione della corruzione
• L’ Adozione dei Modelli 231
• Protocolli di legalità, per promuovere l’applicazione degli obblighi di trasparenza
individuati per le società partecipate.
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Disciplina Transitoria
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… Scadenze …
• Nomina del RPC da parte delle società e degli enti controllati e da parte degli enti
pubblici economici: tempestiva
• Pubblicazione dei dati (d.lgs. 33/2013): tempestiva
• 15 dicembre 2015: relazione degli RPC delle società/enti controllati e degli Enti
pubblici economici (risultati dell’attività di prevenzione svolta sulla base di quanto
già previsto dal PNA e dando conto delle misure già adottate in attuazione delle
presenti Linee guida)
• 31 dicembre 2015: stipula dei protocolli di legalità fra Pubbliche Amministrazioni
partecipanti e enti privati partecipati (con la programmazione delle misure da
adottare negli enti)
• 31 gennaio 2016: adeguamento delle società/enti controllati e degli enti pubblici
economici alla determinazione ANAC 8/2015
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E’ possibile una «prevenzione partecipata»?
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Obblighi delle Pubbliche Amministrazioni
La determinazione ANAC 8/2015 introduce anche obblighi, a carico delle pubbliche
amministrazioni controllanti, per promuovere la prevenzione della corruzione nelle
società e negli enti controllati o partecipati:
• Le pubbliche amministrazioni devono pubblicare sul proprio sito istituzionale un
elenco delle società a cui partecipano o che controllano e degli enti privati
controllati o partecipati. L’individuazione puntuale da parte delle amministrazioni
delle società in questione, oltre che corrispondere ad un obbligo di legge (art. 22,
co. 1, lettera c, del d.lgs. n. 33 del 2013) è necessaria affinché l’A.N.AC. possa
esercitare i propri poteri di vigilanza
• Le P.A. devono inserire nel proprio Piano triennale di prevenzione della corruzione
misure di vigilanza e trasparenza relative alle attività svolte dalle società
controllate e partecipate
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Obblighi delle PA: Società ed Enti controllati
La determinazione ANAC 8/2015 introduce anche obblighi, a carico delle pubbliche
amministrazioni controllanti, per promuovere la prevenzione della corruzione nelle
società e negli enti controllati o partecipati:
• le amministrazioni controllanti devono assicurare l’adozione del modello di
organizzazione e gestione previsto dal d.lgs. n. 231/2001 da parte delle società
controllate.
• E’ compito delle amministrazioni controllanti vigilare sull’adozione delle misure di
prevenzione della corruzione e sulla nomina del RPC da parte delle società
controllate. A tal fine le amministrazioni prevedono apposite misure, anche
organizzative, all’interno dei propri piani di prevenzione della corruzione.
• Qualora le società controllate non abbiano un sito web, sarà cura delle
amministrazioni controllanti rendere disponibile una sezione del proprio sito in cui
le società controllate possano predisporre la sezione “Società trasparente” in cui
pubblicare i dati, ferme restando le rispettive responsabilità
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Obblighi delle PA: Società ed Enti privati
partecipati
La determinazione ANAC 8/2015 introduce anche obblighi, a carico delle pubbliche
amministrazioni controllanti, per promuovere la prevenzione della corruzione nelle
società e negli enti controllati o partecipati:
• promuovono l’adozione del modello di organizzazione e gestione previsto dal d.lgs.
n. 231/2001 da parte delle società e degli enti partecipati
• promuovono l’adozione di protocolli di legalità che disciplinino specifici obblighi di
prevenzione della corruzione e di trasparenza da parte degli enti privati
partecipati:
– gli obblighi di trasparenza e di informazione sull’uso delle risorse pubbliche da
parte dei beneficiari.
– Nel caso di esercizio di soli poteri di vigilanza, occorre che nei protocolli siano
indicate le modalità per rendere tale attività efficace e trasparente,
assicurandone la conoscibilità degli esiti.
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Le Linee Guida ANAC per le Società partecipate
I Comuni, nell’ambito dei propri obblighi di vigilanza, deve assicurarsi che tutti gli Enti
controllati e/o partecipati dallo stesso rispettino quanto contenuto nelle predette
Linee Guida, chiedendo, altresì, ai medesimi, sia di portare a conoscenza tali obblighi
anche degli Enti eventualmente dagli stessi controllati ai sensi dell’articolo 2359 del
Codice Civile e sia di verificare che, anche da parte di questi ultimi, sia garantito il
corretto adempimento delle disposizioni in discorso.
L'ANAC, il 23 settembre 2015, ha pubblicato l'orientamento n. 24, in tema di
trasparenza , ovvero art. 22 D.lgs. 33/2013, attraverso il quale si ricorda il divieto in
capo alle amministrazioni pubbliche di erogare somme a qualsiasi titolo in favore di
enti pubblici vigilati, enti di diritto privato in controllo pubblico e società partecipate
nel caso in cui l'omessa o incompleta pubblicazione dei dati indicati nel comma 2 del
citato articolo dipendano dalla mancata comunicazione degli stessi dati da parte degli
enti e delle società qualora essi non siano già nella diretta disponibilità delle
amministrazioni.
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Le Linee Guida ANAC per le Società partecipate (4/4)
In particolare il comma 2 prevede che siano pubblicati i dati relativi:
• alla ragione sociale;
• alla misura della eventuale partecipazione dell'amministrazione;
• alla durata dell'impegno
• all'onere complessivo a qualsiasi titolo gravante per l'anno sul bilancio dell'amministrazione
• al numero dei rappresentanti dell'amministrazione negli organi di governo
• al trattamento economico complessivo a ciascuno di essi spettante
• ai risultati di bilancio degli ultimi tre esercizi finanziari
• agli incarichi di amministratore dell'ente e il relativo trattamento economico complessivo
Inoltre, Il divieto di erogare somme trova applicazione anche nei casi di omessa o incompleta
pubblicazione nei siti web degli enti e delle società indicati nell'art. 22, c. 1, lett. da a) a c) dei dati
di cui agli artt. 14 e 15 del d.lgs. 33/2013 relativi ai componenti degli organi di indirizzo e ai
soggetti titolari di incarichi dirigenziali e di collaborazione e consulenza
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La prevenzione partecipata
• La determinazione ANAC 8/2015 chiarisce che società/enti controllati o partecipati e
pubbliche amministrazioni sono corresponsabili della prevenzione della corruzione e della
promozione della trasparenza
• Tuttavia, per garantire la legalità nella gestione delle attività di pubblico interesse,
società/enti in controllo pubblico e Pubblica Amministrazione devono andare oltre la
corresponsabilità, per sviluppare forme di collaborazione
• La collaborazione e la compresenza fra pubblico e privato è oggi una realtà indiscussa in molti
settori (Sanità, Welfare, Istruzione, ecc …)
• Non è solo «auspicabile» (come direbbe ANAC), ma è necessario sviluppare forme di
«prevenzione partecipata», che vedano la collaborazione del settore pubblico e del settore
privato, per garantire la legalità nella gestione delle attività di pubblico interesse
• Non è necessario perché lo dice una legge (L. 190/2012) o ANAC. E’ necessario per garantire
la responsabilità sociale delle imprese e della PA nei confronti dei cittadini-utenti- elettori
destinatari dei loro servizi.
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Come fare? Proviamo a cominciare da qui …
Gli Strumenti
Le società e gli enti controllati o partecipati devono adeguarsi alla L. 190/2012 … ma
potrebbero non sapere come. Le Pubbliche Amministrazioni potrebbero fornire degli
indirizzi e degli strumenti, che possono essere adottati dalle controllate: procedure di
controllo, sistemi di tutela del whistleblowing, schemi per la pubblicazione dei dati.
Tutto quello che le P.A. hanno sviluppato (nei propri PTPC) dal 2013 ad oggi può essere
condiviso con le società e gli enti controllati/partecipati
La Governance
Senza mettere in discussione l’autonomia delle società e degli enti
controllati/partecipati, la P.A. possono promuovere la modifica degli statuti, la
definizione di obiettivi di legalità, l’adozione di sistemi di gestione del rischio (Modelli
231, ISO 31000, in futuro la ISO 37001) e garantire meccanismi trasparenti nella
selezione degli amministratori e dei dirigenti
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Come fare? Proviamo a cominciare da qui …
La Collaborazione
• Le P.A. e gli enti privati partecipati possono avviare processi condivisi, per la
definizione di protocolli di legalità. I protocolli di legalità potrebbero essere uno
strumento utile anche per il dialogo con le società e gli enti controllati
• Le Pubbliche Amministrazioni che controllano o hanno partecipazioni negli stessi
Enti Privati o nelle stesse Società possono coordinarsi fra loro, per individuare
linee di azione finalizzate a promuovere politiche per la legalità
• Le P.A. possono coinvolgere i cittadini e chiedere la loro collaborazione, per
individuare le criticità nella gestione dei servizi di pubblico interesse gestiti dalle
società e dagli enti da loro controllati o partecipati
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Riassumendo … fasi e azioni …
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Fase 1 – PA controllanti
Azione 1: coinvolgimento
Presentazione delle
Linee Guida ANAC
agli organi di
indirizzo politico
Delibere di indirizzo
Coinvolgimento dei
cittadini
Dialogo con le altre
P.A. controllanti o
partecipanti
Azione 2: definizione di bisogni e risorse
Rilevazione dei bisogni
degli enti controllati o
partecipati
Individuazione di
strumenti e strategie
da condividere con le
società/gli enti
controllati o partecipati
Azione 3: Documenti
Inserimento delle
strategie e degli
strumenti nel PTPC della
P.A.
Definizione di Protocolli
di Legalità
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Fase 2 – società/enti controllati e partecipati
AZIONE 1: Contesto interno
- Modifica Statuti
-Responsabilità
- Processi
AZIONE 2: Trasparenza e Comunicazione
- Flussi informativi
- Dati/informazioni
- Formazione
AZIONE 3: Documenti
- Misure di Prevenzione
- Programma della
Trasparenza
- Aggiornamento del
Modello 231

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  • 1. www.retecomuni.it L’ANTICORRUZIONE PARTECIPATA Comuni e Società Pubbliche per la prevenzione della corruzione Milano 26 novembre 2015 Andrea Ferrarini (Coordinatore Tavolo Legalità di ReteComuni) andrea.ferrarini2012@gmail.com
  • 2. www.retecomuni.it La corruzione è un rischio per le società in controllo pubblico? Nel 1988 Robert Kligaard ha proposto una semplice formula, per capire se un sistema (sistema economico, sistema politico, organizzazione, ecc …) è più o meno a rischio di corruzione • C = M + D – A La «formula di Klitgaard) ci dice che la Corruzione ( C ) è più probabile in presenza di Monopoli (M) e di Discrezionalità (D), e che la Corruzione diminuisce se vengono introdotti sistemi di controllo o rendicontazione che favoriscono l’ Accountability (A) • MONOPOLI = Le società controllate (soprattutto le società in house), che erogano servizi pubblici (gestione dei rifiuti, riscossione dei tributi, trasporti locali, gestione reti, ecc …), operano in regime di Monopolio: sono l’unico soggetto privato che gestisce un determinato servizio pubblico. Questo aumenta il rischio di corruzione. • DISCREZIONALITA’ = Le società pubbliche (soprattutto le società controllate al 100% dalla PA), gestiscono risorse e processi di pubblico interesse con un livello di discrezionalità maggiore, rispetto alle pubbliche amministrazioni che le controllano. Perché sono organizzazioni di diritto privato, non sottoposte a tutti i vincoli e a tutta la «burocrazia» cui deve sottostare la pubblica amministrazione. Questo aumenta il rischio di corruzione • ACCOUNTABILITY: per ridurre il rischio di corruzione, è necessario assicurare controlli adeguati. Questi controlli possono essere assicurati dalla pubblica amministrazione, in qualità di socio pubblico. Ma devono essere, innanzitutto, assicurati dalle società e dagli enti controllati/partecipati, che sono le prime «vittime» della corruzione
  • 3. www.retecomuni.it La corruzione è un rischio per le società in controllo pubblico? • Spesso la corruzione si genera «all’interfaccia» tra società pubbliche e pubblica amministrazione, sotto forma di clientelismi e favoritismi, che influiscono negativamente su alcuni importanti processi di tali società (nomina degli amministratori, gestione economico- finanziaria, gestione delle risorse umane, approvvigionamento, ecc …). • Spesso la corruzione non impatta sulla qualità dei servizi, ma sull’organizzazione che li eroga. • Paradossalmente, tutti i costi della corruzione restano dentro le società pubbliche, che, per un certo periodo, possono ancora garantire una buona qualità dei servizi, perché la corruzione non impatta direttamente sulle attività svolte, ma sui processi di governo e di supporto (cioè sui quei processi che tengono in vita l’organizzazione) … • … Ma solo per un certo periodo. Perché a lungo andare, nessuna società può produrre bene, se il suo modello organizzativo fa «acqua da tutte le parti». Per queste ragioni la corruzione è un rischio per le società pubbliche, che devono indubbiamente prevenirla, non tanto (o non solo) con gli adempimenti, quanto, piuttosto, con l’adozione di Sistemi di Gestione in grado di ridurre la probabilità e l’impatto del rischio di corruzione
  • 4. www.retecomuni.it Le Linee Guida ANAC per le Società partecipate Con la Determinazione n. 8 del 17 giugno 2015, ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) è intervenuta per definire opportune linee guida dirette all'attuazione della normativa in materia di prevenzione della corruzione (Legge n.190/2012) e trasparenza (Decreto Legislativo n.33/2013) da parte delle società e degli enti di diritto privato controllati/partecipati dalle pubbliche amministrazioni e degli enti pubblici economici. Le Linee guida si rivolgono anche alle amministrazioni controllanti, partecipanti e vigilanti cui spetta attivarsi per assicurare o promuovere, in relazione al tipo di controllo o partecipazione, l’adozione delle misure di prevenzione e trasparenza. Le linee guida in questione integrano e sostituiscono, laddove incompatibili, i contenuti del PNA (Piano Nazionale Anticorruzione) e mirano ad orientare gli enti nell'applicazione della normativa in materia di anticorruzione e trasparenza operando una distinzione tra gli Enti di seguito indicati prevedendo in ragione del diverso grado di coinvolgimento delle Pubbliche Amministrazioni al loro interno un diverso grado di applicazione della normativa Anticorruzione e della Trasparenza.
  • 5. www.retecomuni.it Determinazione ANAC n. 8/2015 Ambito soggettivo di applicazione: • Società controllate dalla P.A. (art. 2359, c. 1, numeri 1 e 2), incluse le società in house • Società partecipate dalla P.A. • Enti di diritto privato controllati dalla P.A. (ad es. fondazioni e associazioni) • Enti di diritto privato partecipati dalla P.A. (es. fondazioni bancarie, casse di previdenza dei liberi professionisti, ex IPAB trasformate in associazioni o fondazioni). • Enti pubblici economici (SIAE e Agenzia del Demanio)
  • 6. www.retecomuni.it Due «strategie» di prevenzione della corruzione. (Det. ANAC 8/2015) Strategia FORTE Società controllare Enti Privati controllati Enti Pubblici economici Strategia DEBOLE Società Partecipate Enti privati partecipati
  • 7. www.retecomuni.it Controllo indiretto e controllo frazionato La strategia FORTE si applica anche alle società controllate indirettamente dalla pubblica amministrazione… … e alle società in cui il controllo pubblico è frazionato fra più amministrazioni P.A. Alfa SpA Beta Spa Gamma Spa Socio Pubblico Socio Pubblico Socio Pubblico
  • 8. www.retecomuni.it Strategia FORTE: le società controllate, gli enti controllati e gli enti pubblici economici: • sono assimilati (per quanto riguarda il rischio di corruzione) alle pubbliche amministrazioni • devono attuare tutti gli obblighi di trasparenza previsti per il settore pubblico • devono adottare un modello organizzativo e di gestione ex. d.lgs. n. 231 del 2001. • Devono introdurre misure di prevenzione specifiche contro la corruzione Due «strategie» di prevenzione della corruzione. (Det. ANAC 8/2015)
  • 9. www.retecomuni.it Strategia DEBOLE: Le società partecipate • hanno obblighi di trasparenza ridotti • Non sono obbligate ad adottare un modello organizzativo e di gestione ex. d.lgs. n. 231 del 2001 e misure di prevenzione della corruzione (l’adozione è solo auspicata) Enti privati partecipati • Non sono tenuti ad adottare le misure previste dalla L. 190/2012 • Non sono sottoposti agli obblighi di trasparenza del d.Lgs. 33 /2013 • Non sono obbligati ad adottare un modello organizzativo e di gestione ex. d.lgs. n. 231 del 2001 • Misure di prevenzione promosse dalle PA attraverso protocolli di legalità, per promuovere la trasparenza e la prevenzione della corruzione Due «strategie» di prevenzione della corruzione. (Det. ANAC 8/2015)
  • 10. www.retecomuni.it Società ed Enti privati controllati – Enti Pubblici Economici
  • 11. www.retecomuni.it Società controllate, Enti Controllati ed Enti Pubblici Economici MODELLO ORGANIZZATIVO E DI GESTIONE EX D.LGS 231 («Modello 231) Il Modello 231 diventa obbligatorio per le Società/gli enti privati controllati e per gli enti pubblici economici (NB: non è mai obbligatorio per le società a capitale privato o misto). Tuttavia l’ambito di applicazione della legge n. 190 del 2012 e quello del d.lgs. n. 231 del 2001 non coincidono: • Per quanto riguarda i reati contro la PA, il d.lgs. n. 231 del 2001 previene i reati di concussione, induzione indebita a dare o promettere altra utilità e corruzione commessi nell’interesse o a vantaggio dell’ente. • la legge n. 190 del 2012, previene l’intera gamma dei reati contro la PA (Titolo II del Libro II del codice penale), commessi in danno dell’ente, nonché le condotte che, senza avere rilevanza penale, denotano un abuso dei poteri pubblici per favorire interessi privati (cfr. circolare DFP 1/2013 e PNA) Quindi, Modello 231 deve essere integrato con misure anticorruzione e di trasparenza specifiche
  • 12. www.retecomuni.it Società controllate, Enti Controllati ed Enti Pubblici Economici MODIFICHE DEGLI STATUTI Le società e gli enti controllati dalle Pubbliche Amministrazioni, nonché gli Enti pubblici non economici devono: • Prevedere meccanismi sanzionatori a carico degli amministratori che non abbiano adottato le misure organizzative e gestionali per la prevenzione della corruzione ex l. 190/2012 o il Programma triennale per la trasparenza e l’integrità. • Rendere obbligatoria la nomina del Responsabile per la Prevenzione della Corruzione (RPC), definendo i suoi compiti, i suoi poteri e le sue responsabilità (in caso di commissione di reati di corruzione all’interno dell’ente) Queste previsioni dovrebbero essere introdotte, preferibilmente, modificando gli statuti delle Società e degli Enti
  • 13. www.retecomuni.it Società controllate, Enti Controllati ed Enti Pubblici Economici IL RESPONSABILE DELLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE (RPC) • Il RPC deve essere un dirigente interno alla società, che non evidenzi conflitti di interesse e non gestisca aree o attività a rischio di corruzione • Il RPC può essere individuato in un profilo non dirigenziale, se tutti i dirigenti della Società hanno funzioni gestionali in attività a rischio (in questo caso, il CdA della Società deve vigilare con continuità sull’operato del RPC) • Solo in ultima istanza e in casi eccezionali, il RPC può essere un amministratore della società • Il ruolo di RPC non può essere affidato all’ OdV del Modello 231, né ad altro organo di controllo esterno • Nelle società con OdV collegiale, il componente interno dell’OdV può svolgere la funzione di RPC • Nelle società di piccole dimensioni con OdV monocratico interno, l’RPC può coincidere con l’OdV
  • 14. www.retecomuni.it Società controllate, Enti Controllati ed Enti Pubblici Economici IL RESPONSABILE DELLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE (RPC) Quindi, per individuazione l’RPC, si possono percorrere due strade: • Apicalizzazione del RPC (come accade di norma nella PA e soprattutto negli Enti Locali) . Il RPC può essere individuato nel Direttore Generale (questo garantisce la massima autorità e autonomia al RPC e una regia delle politiche anticorruzione estesa all’intera organizzazione) Oppure l’RPC può essere un dirigente (che opera con il «mandato» della Direzione e coinvolge la direzione nella definizione degli obiettivi di prevenzione). • Inclusione del RPC nell’OdV. In questo caso, anche se le responsabilità di OdV e RPC restano distinte, è assicurato il massimo coordinamento fra gestione del Modello 231 e gestione del sistema di prevenzione della corruzione. La scelta dipende da molti fattori. Anche da come si intende il ruolo dell’RPC: l’RPC è un garante della legalità dell’organizzazione (apicalizzazione) oppure è il gestore del sistema anticorruzione(inclusione nell’Odv)? In ogni caso bisogna garantire il raccordo del RPC con OdV e Direzione Generale
  • 15. www.retecomuni.it Società controllate, Enti Controllati ed Enti Pubblici Economici Organismo di vigilanza Direttore Generale Responsabile della prevenzione Coordinamento dei monitoraggi Comunicazione di rischi emergenti Aggiornamento della documentazione Programmazione della politica di prevenzione – integrazione della prevenzione in tutti i processi organizzativi
  • 16. www.retecomuni.it Società controllate, Enti Controllati ed Enti Pubblici Economici ANALISI DEL RISCHIO DI CORRUZIONE Aree «tipicamente» a rischio di corruzione (suggerite da ANAC): • autorizzazioni e concessioni, • appalti e contratti, • sovvenzioni e finanziamenti, • selezione e gestione del personale • Controlli, • Gestione economico finanziaria, • Gestione delle relazioni esterne • Gestione dei i rapporti fra amministratori pubblici e soggetti privati. Aree a rischio in comune con la P.A. (L. 190/2012 e PNA) Aree a rischio specifiche
  • 17. www.retecomuni.it Società controllate, Enti Controllati ed Enti Pubblici Economici ANALISI DEL RISCHIO DI CORRUZIONE Altre aree a rischio (non suggerite da ANAC) • esercizio di funzioni amministrative • produzione di beni e servizi a favore delle amministrazioni pubbliche (ad es. gestione mense scolastiche) • gestione di servizi pubblici (ad esempio, riscossione tributi, servizi socio- assistenziali, Farmacie, reti di fornitura di servizi – fognature, gas, luce - , trasporto pubblico, ecc …) • Gestione dei rapporti con le P.A. controllanti
  • 18. www.retecomuni.it Società controllate, Enti Controllati ed Enti Pubblici Economici Misure per la prevenzione della corruzione (da integrare nel Modello 231) • Sistema di controlli sulle attività rischio • codice di comportamento (integrazione del Codice Etico del Modello 231 • verifica inconferibilità e incompatibilità (amministratori e dirigenti) • Formazione del personale • tutela del Whistleblowing, • rotazione del personale, oppure segregazione dei compiti (affidare a soggetti diversi il compito di svolgere istruttorie e accertamenti, adottare decisioni, attuare le decisioni prese, effettuare verifiche) • Divieto di assumere dipendenti pubblici che, negli ultimi tre anni di servizio, abbiano esercitato poteri autoritativi o negoziali nei confronti della società/ente controllato o dell’Ente pubblico economico.
  • 19. www.retecomuni.it Società controllate, Enti Controllati ed Enti Pubblici Economici Obblighi di Trasparenza (d.lgs 33/2013) • Pubblicazione dei dati (organizzazione e attività di pubblico interesse) • Nomina del Responsabile della Trasparenza (di norma coincidente con il RPC) • Adozione del Programma per la trasparenza e l’Integrità • Sezione “Amministrazione/Società Trasparente” sul sito internet aziendale. • Promozione dell’ Accesso Civico • Individuazione di un organismo interno per l’attestazione obblighi di trasparenza NB: L’allegato 1 alla det. 8/2015 prevede alcuni adattamenti degli obblighi di pubblicazione, per società e degli enti di diritto privato controllati e partecipati dalle pubbliche amministrazioni e degli enti pubblici economici (ad esempio, la possibilità di pubblicare in forma aggregata i compensi dei dirigenti che non gestiscono attività di pubblico interesse). Ma questi adattamenti non si applicano alle società in house
  • 20. www.retecomuni.it Società partecipate ed Enti privati partecipati
  • 21. www.retecomuni.it Società Partecipate INIZIATIVE OBBLIGATORIE Obblighi di Trasparenza • Pubblicazione dei dati relativi alle attività di pubblico interesse (nell’art. 1, cc. 15- 33, L. 190/2012) • Pubblicazione compensi e redditi dei componenti degli organi di indirizzo politico- amministrativo nominati o designati dalle amministrazioni partecipanti (art. 14 d.lgs. 33/2013). • Pubblicazione (in forma aggregata) dei compensi dei dirigenti (art. 15 d.lgs. 33/2013) • Pubblicazione compensi per consulenze (in forma aggregata) (d.lgs. 33/2013) • Sezione “Società Trasparente” sul sito internet aziendale.
  • 22. www.retecomuni.it Società Partecipate INIZIATIVE «AUSPICABILI» • Adozione del Modello 231 • Introduzione di misure di prevenzione specifica • Nomina di una figura analoga al Responsabile della Prevenzione della Corruzione • Nomina del Responsabile della Trasparenza • Attestazione degli obblighi di trasparenza, da parte dell’OdV • Adozione di misure di programmazione e accountability della trasparenza
  • 23. www.retecomuni.it Enti privati partecipati Non sono destinatari della L. 190/2012 Tuttavia «in considerazione delle finalità istituzionali perseguite da questi enti non viene meno l’interesse generale alla prevenzione della corruzione» (det. ANAC 8/2015, 3.2.1) E’ compito delle pubbliche amministrazioni partecipanti promuovere, in special modo nel caso in cui esse corrispondano all’ente forme di finanziamento a vario titolo riconosciute: • Protocolli di legalità, con specifici obblighi di prevenzione della corruzione • L’ Adozione dei Modelli 231 • Protocolli di legalità, per promuovere l’applicazione degli obblighi di trasparenza individuati per le società partecipate.
  • 25. www.retecomuni.it … Scadenze … • Nomina del RPC da parte delle società e degli enti controllati e da parte degli enti pubblici economici: tempestiva • Pubblicazione dei dati (d.lgs. 33/2013): tempestiva • 15 dicembre 2015: relazione degli RPC delle società/enti controllati e degli Enti pubblici economici (risultati dell’attività di prevenzione svolta sulla base di quanto già previsto dal PNA e dando conto delle misure già adottate in attuazione delle presenti Linee guida) • 31 dicembre 2015: stipula dei protocolli di legalità fra Pubbliche Amministrazioni partecipanti e enti privati partecipati (con la programmazione delle misure da adottare negli enti) • 31 gennaio 2016: adeguamento delle società/enti controllati e degli enti pubblici economici alla determinazione ANAC 8/2015
  • 26. www.retecomuni.it E’ possibile una «prevenzione partecipata»?
  • 27. www.retecomuni.it Obblighi delle Pubbliche Amministrazioni La determinazione ANAC 8/2015 introduce anche obblighi, a carico delle pubbliche amministrazioni controllanti, per promuovere la prevenzione della corruzione nelle società e negli enti controllati o partecipati: • Le pubbliche amministrazioni devono pubblicare sul proprio sito istituzionale un elenco delle società a cui partecipano o che controllano e degli enti privati controllati o partecipati. L’individuazione puntuale da parte delle amministrazioni delle società in questione, oltre che corrispondere ad un obbligo di legge (art. 22, co. 1, lettera c, del d.lgs. n. 33 del 2013) è necessaria affinché l’A.N.AC. possa esercitare i propri poteri di vigilanza • Le P.A. devono inserire nel proprio Piano triennale di prevenzione della corruzione misure di vigilanza e trasparenza relative alle attività svolte dalle società controllate e partecipate
  • 28. www.retecomuni.it Obblighi delle PA: Società ed Enti controllati La determinazione ANAC 8/2015 introduce anche obblighi, a carico delle pubbliche amministrazioni controllanti, per promuovere la prevenzione della corruzione nelle società e negli enti controllati o partecipati: • le amministrazioni controllanti devono assicurare l’adozione del modello di organizzazione e gestione previsto dal d.lgs. n. 231/2001 da parte delle società controllate. • E’ compito delle amministrazioni controllanti vigilare sull’adozione delle misure di prevenzione della corruzione e sulla nomina del RPC da parte delle società controllate. A tal fine le amministrazioni prevedono apposite misure, anche organizzative, all’interno dei propri piani di prevenzione della corruzione. • Qualora le società controllate non abbiano un sito web, sarà cura delle amministrazioni controllanti rendere disponibile una sezione del proprio sito in cui le società controllate possano predisporre la sezione “Società trasparente” in cui pubblicare i dati, ferme restando le rispettive responsabilità
  • 29. www.retecomuni.it Obblighi delle PA: Società ed Enti privati partecipati La determinazione ANAC 8/2015 introduce anche obblighi, a carico delle pubbliche amministrazioni controllanti, per promuovere la prevenzione della corruzione nelle società e negli enti controllati o partecipati: • promuovono l’adozione del modello di organizzazione e gestione previsto dal d.lgs. n. 231/2001 da parte delle società e degli enti partecipati • promuovono l’adozione di protocolli di legalità che disciplinino specifici obblighi di prevenzione della corruzione e di trasparenza da parte degli enti privati partecipati: – gli obblighi di trasparenza e di informazione sull’uso delle risorse pubbliche da parte dei beneficiari. – Nel caso di esercizio di soli poteri di vigilanza, occorre che nei protocolli siano indicate le modalità per rendere tale attività efficace e trasparente, assicurandone la conoscibilità degli esiti.
  • 30. www.retecomuni.it Le Linee Guida ANAC per le Società partecipate I Comuni, nell’ambito dei propri obblighi di vigilanza, deve assicurarsi che tutti gli Enti controllati e/o partecipati dallo stesso rispettino quanto contenuto nelle predette Linee Guida, chiedendo, altresì, ai medesimi, sia di portare a conoscenza tali obblighi anche degli Enti eventualmente dagli stessi controllati ai sensi dell’articolo 2359 del Codice Civile e sia di verificare che, anche da parte di questi ultimi, sia garantito il corretto adempimento delle disposizioni in discorso. L'ANAC, il 23 settembre 2015, ha pubblicato l'orientamento n. 24, in tema di trasparenza , ovvero art. 22 D.lgs. 33/2013, attraverso il quale si ricorda il divieto in capo alle amministrazioni pubbliche di erogare somme a qualsiasi titolo in favore di enti pubblici vigilati, enti di diritto privato in controllo pubblico e società partecipate nel caso in cui l'omessa o incompleta pubblicazione dei dati indicati nel comma 2 del citato articolo dipendano dalla mancata comunicazione degli stessi dati da parte degli enti e delle società qualora essi non siano già nella diretta disponibilità delle amministrazioni.
  • 31. www.retecomuni.it Le Linee Guida ANAC per le Società partecipate (4/4) In particolare il comma 2 prevede che siano pubblicati i dati relativi: • alla ragione sociale; • alla misura della eventuale partecipazione dell'amministrazione; • alla durata dell'impegno • all'onere complessivo a qualsiasi titolo gravante per l'anno sul bilancio dell'amministrazione • al numero dei rappresentanti dell'amministrazione negli organi di governo • al trattamento economico complessivo a ciascuno di essi spettante • ai risultati di bilancio degli ultimi tre esercizi finanziari • agli incarichi di amministratore dell'ente e il relativo trattamento economico complessivo Inoltre, Il divieto di erogare somme trova applicazione anche nei casi di omessa o incompleta pubblicazione nei siti web degli enti e delle società indicati nell'art. 22, c. 1, lett. da a) a c) dei dati di cui agli artt. 14 e 15 del d.lgs. 33/2013 relativi ai componenti degli organi di indirizzo e ai soggetti titolari di incarichi dirigenziali e di collaborazione e consulenza
  • 32. www.retecomuni.it La prevenzione partecipata • La determinazione ANAC 8/2015 chiarisce che società/enti controllati o partecipati e pubbliche amministrazioni sono corresponsabili della prevenzione della corruzione e della promozione della trasparenza • Tuttavia, per garantire la legalità nella gestione delle attività di pubblico interesse, società/enti in controllo pubblico e Pubblica Amministrazione devono andare oltre la corresponsabilità, per sviluppare forme di collaborazione • La collaborazione e la compresenza fra pubblico e privato è oggi una realtà indiscussa in molti settori (Sanità, Welfare, Istruzione, ecc …) • Non è solo «auspicabile» (come direbbe ANAC), ma è necessario sviluppare forme di «prevenzione partecipata», che vedano la collaborazione del settore pubblico e del settore privato, per garantire la legalità nella gestione delle attività di pubblico interesse • Non è necessario perché lo dice una legge (L. 190/2012) o ANAC. E’ necessario per garantire la responsabilità sociale delle imprese e della PA nei confronti dei cittadini-utenti- elettori destinatari dei loro servizi.
  • 33. www.retecomuni.it Come fare? Proviamo a cominciare da qui … Gli Strumenti Le società e gli enti controllati o partecipati devono adeguarsi alla L. 190/2012 … ma potrebbero non sapere come. Le Pubbliche Amministrazioni potrebbero fornire degli indirizzi e degli strumenti, che possono essere adottati dalle controllate: procedure di controllo, sistemi di tutela del whistleblowing, schemi per la pubblicazione dei dati. Tutto quello che le P.A. hanno sviluppato (nei propri PTPC) dal 2013 ad oggi può essere condiviso con le società e gli enti controllati/partecipati La Governance Senza mettere in discussione l’autonomia delle società e degli enti controllati/partecipati, la P.A. possono promuovere la modifica degli statuti, la definizione di obiettivi di legalità, l’adozione di sistemi di gestione del rischio (Modelli 231, ISO 31000, in futuro la ISO 37001) e garantire meccanismi trasparenti nella selezione degli amministratori e dei dirigenti
  • 34. www.retecomuni.it Come fare? Proviamo a cominciare da qui … La Collaborazione • Le P.A. e gli enti privati partecipati possono avviare processi condivisi, per la definizione di protocolli di legalità. I protocolli di legalità potrebbero essere uno strumento utile anche per il dialogo con le società e gli enti controllati • Le Pubbliche Amministrazioni che controllano o hanno partecipazioni negli stessi Enti Privati o nelle stesse Società possono coordinarsi fra loro, per individuare linee di azione finalizzate a promuovere politiche per la legalità • Le P.A. possono coinvolgere i cittadini e chiedere la loro collaborazione, per individuare le criticità nella gestione dei servizi di pubblico interesse gestiti dalle società e dagli enti da loro controllati o partecipati
  • 36. www.retecomuni.it Fase 1 – PA controllanti Azione 1: coinvolgimento Presentazione delle Linee Guida ANAC agli organi di indirizzo politico Delibere di indirizzo Coinvolgimento dei cittadini Dialogo con le altre P.A. controllanti o partecipanti Azione 2: definizione di bisogni e risorse Rilevazione dei bisogni degli enti controllati o partecipati Individuazione di strumenti e strategie da condividere con le società/gli enti controllati o partecipati Azione 3: Documenti Inserimento delle strategie e degli strumenti nel PTPC della P.A. Definizione di Protocolli di Legalità
  • 37. www.retecomuni.it Fase 2 – società/enti controllati e partecipati AZIONE 1: Contesto interno - Modifica Statuti -Responsabilità - Processi AZIONE 2: Trasparenza e Comunicazione - Flussi informativi - Dati/informazioni - Formazione AZIONE 3: Documenti - Misure di Prevenzione - Programma della Trasparenza - Aggiornamento del Modello 231