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suggerimenti operativi e riflessioni per una efficace attuazione
dei Piani Triennali di Prevenzione della Corruzione nei Comuni

Andrea Ferrarini, ReteComuni
andreaferrarini@inwind.it
Giovedì 30 gennaio 2014

Urban Center – Via Turati, 6 – Monza (MB)
Due definizioni di Corruzione

Codice
penale

• Reato contro la Pubblica amministrazione
(contrario alla legge)
• Comportamento con rilevanza penale(art. 318, 319
- 319 ter, 320, 321, 322, 322 bis CP)
• Punito con sentenze dell’autorità giudiziaria
• Ogni abuso di un potere pubblico, a favore di

Gestione
del
Rischio

interessi privati (contrario valori, regole, leggi)
• Evento ipotizzato (da prevenire, perché non
accada)
• Evento che rende incerto il conseguimento
dell’interesse pubblico ( = fonte di rischio)
Due definizioni di Corruzione
Entrambe le definizioni individuano comportamenti

messi in atto volontariamente

Dal punto di vista della gestione del rischio, le

due definizioni sono collegate:

all’interno di un ente locale, un soggetto può

compiere un gran numero di abusi (più o meno
gravi), prima di riuscire compiere un atto talmente
grave da integrare un reato di corruzione.
Piramide del rischio di Corruzione
«Evento di corruzione»
Azione consapevole

Uso distorto del potere
pubblico

Uno o più interessi privati

Evento di
corruzione
Triangolo della Corruzione
L’attuazione del PTPC «si regge» su 4 «colonne»
L’attuazione del PTPC «si regge» su 4 «colonne»
L’attuazione del PTPC «si regge» su 4 «colonne»
Le misure di trattamento del rischio
Il Piano Nazionale Anticorruzione individua
numerose misure di trattamento del rischio, che
devono essere inserite nei Piani Triennali di
Prevenzione della Corruzione e attuate all’interno
dell’amministrazione.
Misure di Trattamento (nel PNA)

MISURA DI TRATTAMENTO

Trasparenza e PTTI
Codici di comportamento
Criteri di rotazione del personale
Obbligo di astensione in caso di conflitto di interessi
Disciplina degli incarichi e delle attività non consentite ai pubblici dipendenti.
Direttive per l’attribuzione degli incarichi dirigenziali - cause ostative al
conferimento
Direttive per l’attribuzione degli incarichi dirigenziali - verifica dell’insussistenza di
cause di incompatibilità
limitazione della libertà negoziale del dipendente pubblico, dopo la cessazione del
rapporto di lavoro;
Verifica di precedenti condanne per reati contro la pubblica amministrazione
Adozione di misure per la tutela del whistleblower

PNA
3.1.2

Allegato 1 al PNA
Par. B.3

Tavole delle Misure
Tavola n.3

3.1.3

Par. B.4

Tavola n.4

3.1.4

par. B.5

Tavola n. 5

3.1.5

Par. B.6

3.1.6

par. B.7

Tavola n. 7

3.1.7

Par B.8

Tavola n. 8

3.1.8.

par. B.9

Tavola n. 9

3.1.9

par. B.10

Tavola n. 10

3.1.10

par. B.11

Tavola n. 11

3.1. 11

par. B.12

Tavola n. 12

3.1.12 Par. B.13
Tavole n. 13
Formazione dei dipendenti
3.1.13 par B.14
Tavola n. 14
Predisposizione di protocolli di legalità per gli affidamenti
par. B.1.1.3
Tavola 16
Monitoraggio del rispetto dei termini di conclusione dei procedimenti
Tavola n. 17
Monitoraggio dei rapporti tra l’amministrazione e i soggetti esterni
- La gestione dei contratti pubblici.
Misure Ulteriori e
L’Allegato 3 del P.N.A. fornisce un “Elenco
- l’erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, vantaggi
Procedure di
esemplificativo delle misure ulteriori”, che
trattamento specifiche economici
possono essere previste nel Piano di
- la riscossione di sanzioni e tributi
per:
prevenzione.
- i concorsi e selezione del personale
3.1.1 Par B.2
Tavola n. 2
Prevenzione della corruzione negli enti controllati
Le misure di trattamento del rischio
Si tratta di un insieme molto eterogeneo di interventi …
… per non perdersi in una «Babele di adempimenti» può
essere utile raggruppare le diverse misure di
trattamento seguendo due criteri:
Il modo in cui le misure ci permettono di affrontare il

rischio di corruzione (e ridurlo)
Le aree dell’amministrazione in cui le misure di
trattamento devono essere attuate (misure trasversali
vs. misure specifiche)
Le misure di trattamento del rischio
Il rischio di corruzione può essere affrontato:
riducendo la probabilità degli eventi di corruzione,

introducendo misure di prevenzione

riducendo l’impatto degli eventi di corruzione, con

strumenti per individuare e rimuovere tempestivamente i
soggetti ed i comportamenti a rischio.
«rompendo» il triangolo della corruzione
Trattamento del Rischio

Mi
su

re
di
«

rim

oz
ion
e»

Misure di «rottura

Misure di prevenzione
Le misure di trattamento del rischio
Misure di prevenzione:
trasparenza (P.T.T.I.);
verifica di precedenti condanne per reati contro la

pubblica amministrazione;
protocolli di legalità/patti di integrità,
Procedure «ulteriori» e misure specifiche di gestione
(contratti pubblici; erogazione di sovvenzioni, contributi,
sussidi, vantaggi economici; gestione dei concorsi e del
personale; riscossione di sanzioni e tributi);
Gestione dei rapporti con enti società controllate.
Le misure di trattamento del rischio
Misure per individuare e rimuovere tempestivamente i
soggetti ed i comportamenti a rischio:
codici di comportamento,
tutela del whistleblowing;
monitoraggio del rispetto dei termini di conclusione dei

procedimenti;
Monitoraggio dei rapporti tra l’amministrazione e i
soggetti esterni;
Le misure di trattamento del rischio
Misure per “rompere” il triangolo della corruzione:
rotazione del personale;
definizione di criteri per l’autorizzazione allo svolgimento

di incarichi esterni;
obbligo di astensione in caso di conflitto di interessi;
definizione dei casi di inconferibilità e incompatibilità;
limitazione della libertà negoziale del dipendente
pubblico, dopo la cessazione del rapporto di lavoro;
formazione del personale.
Misure di trattamento (trasversali)
 Trasparenza;
 Norme di comportamento
 Formazione
 attività e incarichi non consentiti ai dipendenti del Comune;
 inconferibilità e incompatibilità;
 libertà negoziale del dipendente pubblico, dopo la cessazione

del rapporto di lavoro;
 verifica di precedenti condanne per reati contro la pubblica
amministrazione;
 tutela dei whistleblowers;
 monitoraggio del rispetto dei termini di conclusione dei
procedimenti.
Misure di trattamento (specifiche)
rotazione del personale;
protocolli di legalità per gli affidamenti;
monitoraggio dei rapporti tra l’amministrazione e i

soggetti esterni;
Procedure specifiche per la gestione delle attività
esposte al rischio di corruzione;
Prevenzione della corruzione negli enti controllati.
Programmazione sulla base del livello di rischio
Il Piano di Prevenzione della corruzione è Triennale …

per definizione.

E’ necessario individuare gli interventi più urgenti, da

realizzare nel 2014 e quelli che possono essere attivati
nel 2015 o nel 2016.

Quali criteri possiamo adottare, per definire le
priorità di attuazione?
Programmazione sulla base del livello di rischio
Esempio di programmazione:
2014: attivazione delle misure di
prevenzione negli uffici in cui il
livello di rischio è critico.
2015: attivazione delle misure di
prevenzione negli uffici in cui il
livello di rischio è rilevante.
2016: attivazione delle misure di
prevenzione negli uffici in cui il
rischio è medio-basso
Programmazione sulla base del livello di rischio
La programmazione sulla base del livello di rischio non è
possibile:
Se l’analisi del rischio ha evidenziato livelli di rischio di
corruzione omogenei in tutti gli uffici del Comune
Se gli indicatori utilizzati per la valutazione del rischio
non riflettono la reale esposizione del comune al rischio di
corruzione
Se, in fase di elaborazione del P.T.P.C. l’analisi del rischio
ha interessato un numero limitato di uffici/procedimenti.
Programmazione basata «sulle misure»
In questi casi è preferibile definire la programmazione,
stabilendo delle priorità fra i diversi tipi di misure di
trattamento. Si tratta di una programmazione che è
parzialmente svincolata dal livello di rischio e in base al quale
devono essere attivate per prime:
Le misure di tipo trasversale (che rendono omogeneo il

sistema di prevenzione in tutti gli uffici del Comune)
Le misure di «rimozione» (per rilevare e gestire
tempestivamente le situazioni a rischio)
Le misure di prevenzione «ulteriori» rispetto a quelle
obbligatorie per legge (che sono le più impegnative da
implementare)
Esempio di Programmazione: anno 2014
 Trasparenza;
 Inconferibilità e incompatibilità
 Norme di comportamento
 Formazione
 Definizione attività e incarichi non consentiti ai dipendenti del

Comune;
 verifica di precedenti condanne per reati contro la pubblica
amministrazione;
 libertà negoziale del dipendente pubblico, dopo la cessazione
del rapporto di lavoro;
 Elaborazione delle procedure «ulteriori»
Esempio di Programmazione: anno 2015

Mappatura dei procedimenti e definizione delle tempistiche medie

di avvio e conclusione dei procedimenti.
Monitoraggio prevenzione della corruzione negli enti controllati
tutela dei whistleblowers (sperimentazione procedura)
rotazione del personale (sperimentazione procedura);
Sperimentazione delle procedure «ulteriori»
Esempio di Programmazione: anno 2016
Avvio monitoraggio del rispetto dei termini di conclusione dei

procedimenti
Adozione procedura di rotazione del personale;
protocolli di legalità per gli affidamenti;
monitoraggio dei rapporti tra l’amministrazione e i soggetti
esterni;
Adozione delle procedure «ulteriori»;
Adozione procedura di tutela dei whistleblowers (esterni ed
interni)
Monitoraggio e riassetto
E’ prevedibile (specialmente nel corso del primo anno di

attuazione del PTPC) uno scostamento fra misure
«programmate» e misure effettivamente attuate.
Per monitorare eventuali ritardi (e rilevare possibili
criticità) è opportuno prevedere degli audit interni, ogni
6 mesi, da parte del Responsabile della prevenzione
della corruzione.
Annualmente, al momento del riassetto del PTPC (=
approvazione del PTPC 2015-2017), sarà possibile
valutare l’efficacia delle misure introdotte e ridefinire la
programmazione
Gestione della Performance
Il Piano Nazionale di prevenzione della Corruzione
raccomanda di coordinare il PTPC con gli strumenti di
valutazione della Performance adottati dal Comune
(Piano delle Performances, P.E.G., ecc …).
Tale coordinamento richiede, necessariamente, una
«rivisitazione» (e anche una evoluzione) del sistema di
definizione e misurazione degli obiettivi dei dipendenti,
delle singole unità organizzative e dell’intera
amministrazione.
Gestione della Performance
Il coordinamento fra politiche di trasparenza, politiche di
gestione del rischio di corruzione e politiche di gestione delle
performance potrebbe essere realizzato individuando obiettivi e
indicatori in grado di misurare e migliorare nel tempo:
L’efficacia e l’efficienza del processo di gestione del rischio
 La trasparenza dell’amministrazione
 Il grado di informatizzazione dei processi e la gestione dei dati
relativi all’attività amministrativa
 Il «tasso di integrità» dell’amministrazione
Gestione della Performance

PARLATENE CON IL VOSTRO O.I.V.
(O CON IL VOSTRO ORGANISMO DI
CONTROLLO INTERNO) …
Piano Nazionale Anticorruzione – Allegato 1, p. 32:
«La Trasparenza rappresenta uno strumento fondamentale
per la prevenzione della corruzione e per l’efficienza e
l’efficacia dell’azione amministrativa»
La trasparenza consente:
Di responsabilizzare i funzionari;
Di individuare i «blocchi» anomali nei procedimenti;
Di controllare se l’utilizzo di risorse pubbliche è deviato
verso finalità improprie;
Di verificare arricchimenti «anomali» di politici e
dirigenti durante lo svolgimento del loro mandato.
La Trasparenza
«Di verificare arricchimenti «anomali» di politici e
dirigenti durante lo svolgimento del loro mandato» …
Quindi, una buona gestione degli adempimenti in materia
di trasparenza (d.lgs. 33/2013) è in grado di colmare
parzialmente la maggiore lacuna della L. 190/2012:
l’ «oblio» della dimensione «politica» della corruzione
Le persone corruttibili … chi sono?
I costi «morali» della corruzione
La corruzione può garantire un guadagno (economico o

di altro tipo) a chi la compie ma ha anche dei costi
morali non indifferenti.

Alcune persone ritengono i costi morali della

corruzione superiori al guadagno che ne può derivare.

Perché, invece, altre persone scelgono la corruzione?
Si diventa «corruttibili» perché …
1.

Si adotta un sistema di valori «negativi», che
giustifica le scelte orientate verso la corruzione,
quando sono finalizzate a conseguire un guadagno
personale;
2. Si ha un sistema di valori «debole», che non regge il
conflitto con il sistema di valori di cui sono portatori
i soggetti terzi, che agiscono per favorire i propri
interessi
3. Si ha un sistema di valori «debole», che non regge al
conflitto con il sistema di valori negativi (o con il
vuoto di valori) espresso dalla pubblica
amministrazione in cui si lavora.
Si diventa «corruttibili» perché …
In tutti e tre i casi la persona finisce per giustificare (cioè
ritenere giusti) comportamenti scorretti o illeciti. Diventa
“corruttibile”.
In tutti e tre i casi, la formazione può dare un contributo alla
prevenzione della corruzione, se ha l’obiettivo di
Individuare e diffondere valori positivi, coerenti con i valori
costituzionali (art. 97: legalità, buon andamento e
imparzialità);
mostrare che tali valori positivi sono adottati
dall’amministrazione e sono finalizzati al conseguimento
degli obiettivi costitutivi dell’ente locale
chiarire che tali valori positivi si rispecchiano nel codice di
condotta, cui i dipendenti si devono attenere
Iniziative di formazione
Formazione generale:
rivolta a tutti i dipendenti
può riguardare l’aggiornamento delle competenze e i

temi dell’etica e della legalità.
Nell’ottica della prevenzione della corruzione, gli
interventi di formazione devono favorire la
consapevolezza e la responsabilità nello svolgimento di
una funzione pubblica e nell’uso del potere pubblico.
Iniziative di formazione
Formazione specifica
rivolta al responsabile della prevenzione, ai referenti, ai
dirigenti e ai funzionari addetti alle aree a rischio.
E’ finalizzata alla conoscenza delle normative, ai
programmi e ai vari strumenti utilizzati per la
prevenzione, alla diffusione di buone pratiche
professionali.
E’ anche finalizzata all’individuazione dei valori etici
adottati dall’organizzazione, che possono contrastare il
verificarsi di condotte corruttive
La Legalità
Il dipendente pubblico deve, prima di tutto, agire

rispettando le normative, che regolano i procedimenti
cui è addetto.

L’esito dell’attività amministrativa non deve mai, in

alcun modo, causare o favorire la violazione delle norme
di legge

Il dipendente pubblico deve denunciare al proprio

superiore e all’autorità giudiziaria gli illeciti di cui venga
a conoscenza
Integrità
Il dipendente pubblico deve adeguare il proprio

comportamento ai valori costituzionali, che
caratterizzano l’attività amministrativa;

Il dipendente pubblico deve rispettare i Codici di

Condotta adottati dalla propria amministrazione;

Il dipendente pubblico deve orientare le proprie scelte e

i propri comportamenti, in direzione della tutela degli
interessi della comunità.
Etica
La pubblica amministrazione esiste per curare e

promuovere interessi collettivi. Le sue risorse e i suoi
obiettivi sono (paradossalmente) di tutti e di nessuno.
 L’interesse pubblico è simile ad uno «spazio vuoto», al
centro di tanti interessi privati.
Uno «spazio vuoto», che garantisce ad una comunità di
persone la possibilità di progettare beni e servizi che
esulano dal «qui e ora» degli interessi privati.
Il dipendente pubblico deve difendere questo «spazio
vuoto», che è garanzia di sostenibilità e di futuro.
suggerimenti operativi e riflessioni per una efficace attuazione
dei Piani Triennali di Prevenzione della Corruzione nei Comuni

Andrea Ferrarini, ReteComuni
andreaferrarini@inwind.it
Giovedì 30 gennaio 2014

Urban Center – Via Turati, 6 – Monza (MB)

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CONTROLLI, OBIETTIVI, TRASPARENZA E VALORI - suggerimenti operativi e riflessioni per una efficace attuazione dei Piani Triennali di Prevenzione della Corruzione nei Comuni.

  • 1. suggerimenti operativi e riflessioni per una efficace attuazione dei Piani Triennali di Prevenzione della Corruzione nei Comuni Andrea Ferrarini, ReteComuni andreaferrarini@inwind.it Giovedì 30 gennaio 2014 Urban Center – Via Turati, 6 – Monza (MB)
  • 2. Due definizioni di Corruzione Codice penale • Reato contro la Pubblica amministrazione (contrario alla legge) • Comportamento con rilevanza penale(art. 318, 319 - 319 ter, 320, 321, 322, 322 bis CP) • Punito con sentenze dell’autorità giudiziaria • Ogni abuso di un potere pubblico, a favore di Gestione del Rischio interessi privati (contrario valori, regole, leggi) • Evento ipotizzato (da prevenire, perché non accada) • Evento che rende incerto il conseguimento dell’interesse pubblico ( = fonte di rischio)
  • 3. Due definizioni di Corruzione Entrambe le definizioni individuano comportamenti messi in atto volontariamente Dal punto di vista della gestione del rischio, le due definizioni sono collegate: all’interno di un ente locale, un soggetto può compiere un gran numero di abusi (più o meno gravi), prima di riuscire compiere un atto talmente grave da integrare un reato di corruzione.
  • 4. Piramide del rischio di Corruzione
  • 5. «Evento di corruzione» Azione consapevole Uso distorto del potere pubblico Uno o più interessi privati Evento di corruzione
  • 7. L’attuazione del PTPC «si regge» su 4 «colonne»
  • 8. L’attuazione del PTPC «si regge» su 4 «colonne»
  • 9. L’attuazione del PTPC «si regge» su 4 «colonne»
  • 10.
  • 11. Le misure di trattamento del rischio Il Piano Nazionale Anticorruzione individua numerose misure di trattamento del rischio, che devono essere inserite nei Piani Triennali di Prevenzione della Corruzione e attuate all’interno dell’amministrazione.
  • 12. Misure di Trattamento (nel PNA) MISURA DI TRATTAMENTO Trasparenza e PTTI Codici di comportamento Criteri di rotazione del personale Obbligo di astensione in caso di conflitto di interessi Disciplina degli incarichi e delle attività non consentite ai pubblici dipendenti. Direttive per l’attribuzione degli incarichi dirigenziali - cause ostative al conferimento Direttive per l’attribuzione degli incarichi dirigenziali - verifica dell’insussistenza di cause di incompatibilità limitazione della libertà negoziale del dipendente pubblico, dopo la cessazione del rapporto di lavoro; Verifica di precedenti condanne per reati contro la pubblica amministrazione Adozione di misure per la tutela del whistleblower PNA 3.1.2 Allegato 1 al PNA Par. B.3 Tavole delle Misure Tavola n.3 3.1.3 Par. B.4 Tavola n.4 3.1.4 par. B.5 Tavola n. 5 3.1.5 Par. B.6 3.1.6 par. B.7 Tavola n. 7 3.1.7 Par B.8 Tavola n. 8 3.1.8. par. B.9 Tavola n. 9 3.1.9 par. B.10 Tavola n. 10 3.1.10 par. B.11 Tavola n. 11 3.1. 11 par. B.12 Tavola n. 12 3.1.12 Par. B.13 Tavole n. 13 Formazione dei dipendenti 3.1.13 par B.14 Tavola n. 14 Predisposizione di protocolli di legalità per gli affidamenti par. B.1.1.3 Tavola 16 Monitoraggio del rispetto dei termini di conclusione dei procedimenti Tavola n. 17 Monitoraggio dei rapporti tra l’amministrazione e i soggetti esterni - La gestione dei contratti pubblici. Misure Ulteriori e L’Allegato 3 del P.N.A. fornisce un “Elenco - l’erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, vantaggi Procedure di esemplificativo delle misure ulteriori”, che trattamento specifiche economici possono essere previste nel Piano di - la riscossione di sanzioni e tributi per: prevenzione. - i concorsi e selezione del personale 3.1.1 Par B.2 Tavola n. 2 Prevenzione della corruzione negli enti controllati
  • 13. Le misure di trattamento del rischio Si tratta di un insieme molto eterogeneo di interventi … … per non perdersi in una «Babele di adempimenti» può essere utile raggruppare le diverse misure di trattamento seguendo due criteri: Il modo in cui le misure ci permettono di affrontare il rischio di corruzione (e ridurlo) Le aree dell’amministrazione in cui le misure di trattamento devono essere attuate (misure trasversali vs. misure specifiche)
  • 14. Le misure di trattamento del rischio Il rischio di corruzione può essere affrontato: riducendo la probabilità degli eventi di corruzione, introducendo misure di prevenzione riducendo l’impatto degli eventi di corruzione, con strumenti per individuare e rimuovere tempestivamente i soggetti ed i comportamenti a rischio. «rompendo» il triangolo della corruzione
  • 16. Le misure di trattamento del rischio Misure di prevenzione: trasparenza (P.T.T.I.); verifica di precedenti condanne per reati contro la pubblica amministrazione; protocolli di legalità/patti di integrità, Procedure «ulteriori» e misure specifiche di gestione (contratti pubblici; erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, vantaggi economici; gestione dei concorsi e del personale; riscossione di sanzioni e tributi); Gestione dei rapporti con enti società controllate.
  • 17. Le misure di trattamento del rischio Misure per individuare e rimuovere tempestivamente i soggetti ed i comportamenti a rischio: codici di comportamento, tutela del whistleblowing; monitoraggio del rispetto dei termini di conclusione dei procedimenti; Monitoraggio dei rapporti tra l’amministrazione e i soggetti esterni;
  • 18. Le misure di trattamento del rischio Misure per “rompere” il triangolo della corruzione: rotazione del personale; definizione di criteri per l’autorizzazione allo svolgimento di incarichi esterni; obbligo di astensione in caso di conflitto di interessi; definizione dei casi di inconferibilità e incompatibilità; limitazione della libertà negoziale del dipendente pubblico, dopo la cessazione del rapporto di lavoro; formazione del personale.
  • 19. Misure di trattamento (trasversali)  Trasparenza;  Norme di comportamento  Formazione  attività e incarichi non consentiti ai dipendenti del Comune;  inconferibilità e incompatibilità;  libertà negoziale del dipendente pubblico, dopo la cessazione del rapporto di lavoro;  verifica di precedenti condanne per reati contro la pubblica amministrazione;  tutela dei whistleblowers;  monitoraggio del rispetto dei termini di conclusione dei procedimenti.
  • 20. Misure di trattamento (specifiche) rotazione del personale; protocolli di legalità per gli affidamenti; monitoraggio dei rapporti tra l’amministrazione e i soggetti esterni; Procedure specifiche per la gestione delle attività esposte al rischio di corruzione; Prevenzione della corruzione negli enti controllati.
  • 21.
  • 22. Programmazione sulla base del livello di rischio Il Piano di Prevenzione della corruzione è Triennale … per definizione. E’ necessario individuare gli interventi più urgenti, da realizzare nel 2014 e quelli che possono essere attivati nel 2015 o nel 2016. Quali criteri possiamo adottare, per definire le priorità di attuazione?
  • 23. Programmazione sulla base del livello di rischio Esempio di programmazione: 2014: attivazione delle misure di prevenzione negli uffici in cui il livello di rischio è critico. 2015: attivazione delle misure di prevenzione negli uffici in cui il livello di rischio è rilevante. 2016: attivazione delle misure di prevenzione negli uffici in cui il rischio è medio-basso
  • 24. Programmazione sulla base del livello di rischio La programmazione sulla base del livello di rischio non è possibile: Se l’analisi del rischio ha evidenziato livelli di rischio di corruzione omogenei in tutti gli uffici del Comune Se gli indicatori utilizzati per la valutazione del rischio non riflettono la reale esposizione del comune al rischio di corruzione Se, in fase di elaborazione del P.T.P.C. l’analisi del rischio ha interessato un numero limitato di uffici/procedimenti.
  • 25. Programmazione basata «sulle misure» In questi casi è preferibile definire la programmazione, stabilendo delle priorità fra i diversi tipi di misure di trattamento. Si tratta di una programmazione che è parzialmente svincolata dal livello di rischio e in base al quale devono essere attivate per prime: Le misure di tipo trasversale (che rendono omogeneo il sistema di prevenzione in tutti gli uffici del Comune) Le misure di «rimozione» (per rilevare e gestire tempestivamente le situazioni a rischio) Le misure di prevenzione «ulteriori» rispetto a quelle obbligatorie per legge (che sono le più impegnative da implementare)
  • 26. Esempio di Programmazione: anno 2014  Trasparenza;  Inconferibilità e incompatibilità  Norme di comportamento  Formazione  Definizione attività e incarichi non consentiti ai dipendenti del Comune;  verifica di precedenti condanne per reati contro la pubblica amministrazione;  libertà negoziale del dipendente pubblico, dopo la cessazione del rapporto di lavoro;  Elaborazione delle procedure «ulteriori»
  • 27. Esempio di Programmazione: anno 2015 Mappatura dei procedimenti e definizione delle tempistiche medie di avvio e conclusione dei procedimenti. Monitoraggio prevenzione della corruzione negli enti controllati tutela dei whistleblowers (sperimentazione procedura) rotazione del personale (sperimentazione procedura); Sperimentazione delle procedure «ulteriori»
  • 28. Esempio di Programmazione: anno 2016 Avvio monitoraggio del rispetto dei termini di conclusione dei procedimenti Adozione procedura di rotazione del personale; protocolli di legalità per gli affidamenti; monitoraggio dei rapporti tra l’amministrazione e i soggetti esterni; Adozione delle procedure «ulteriori»; Adozione procedura di tutela dei whistleblowers (esterni ed interni)
  • 29. Monitoraggio e riassetto E’ prevedibile (specialmente nel corso del primo anno di attuazione del PTPC) uno scostamento fra misure «programmate» e misure effettivamente attuate. Per monitorare eventuali ritardi (e rilevare possibili criticità) è opportuno prevedere degli audit interni, ogni 6 mesi, da parte del Responsabile della prevenzione della corruzione. Annualmente, al momento del riassetto del PTPC (= approvazione del PTPC 2015-2017), sarà possibile valutare l’efficacia delle misure introdotte e ridefinire la programmazione
  • 30. Gestione della Performance Il Piano Nazionale di prevenzione della Corruzione raccomanda di coordinare il PTPC con gli strumenti di valutazione della Performance adottati dal Comune (Piano delle Performances, P.E.G., ecc …). Tale coordinamento richiede, necessariamente, una «rivisitazione» (e anche una evoluzione) del sistema di definizione e misurazione degli obiettivi dei dipendenti, delle singole unità organizzative e dell’intera amministrazione.
  • 31. Gestione della Performance Il coordinamento fra politiche di trasparenza, politiche di gestione del rischio di corruzione e politiche di gestione delle performance potrebbe essere realizzato individuando obiettivi e indicatori in grado di misurare e migliorare nel tempo: L’efficacia e l’efficienza del processo di gestione del rischio  La trasparenza dell’amministrazione  Il grado di informatizzazione dei processi e la gestione dei dati relativi all’attività amministrativa  Il «tasso di integrità» dell’amministrazione
  • 32. Gestione della Performance PARLATENE CON IL VOSTRO O.I.V. (O CON IL VOSTRO ORGANISMO DI CONTROLLO INTERNO) …
  • 33.
  • 34. Piano Nazionale Anticorruzione – Allegato 1, p. 32: «La Trasparenza rappresenta uno strumento fondamentale per la prevenzione della corruzione e per l’efficienza e l’efficacia dell’azione amministrativa» La trasparenza consente: Di responsabilizzare i funzionari; Di individuare i «blocchi» anomali nei procedimenti; Di controllare se l’utilizzo di risorse pubbliche è deviato verso finalità improprie; Di verificare arricchimenti «anomali» di politici e dirigenti durante lo svolgimento del loro mandato.
  • 35. La Trasparenza «Di verificare arricchimenti «anomali» di politici e dirigenti durante lo svolgimento del loro mandato» … Quindi, una buona gestione degli adempimenti in materia di trasparenza (d.lgs. 33/2013) è in grado di colmare parzialmente la maggiore lacuna della L. 190/2012: l’ «oblio» della dimensione «politica» della corruzione
  • 36.
  • 37. Le persone corruttibili … chi sono?
  • 38. I costi «morali» della corruzione La corruzione può garantire un guadagno (economico o di altro tipo) a chi la compie ma ha anche dei costi morali non indifferenti. Alcune persone ritengono i costi morali della corruzione superiori al guadagno che ne può derivare. Perché, invece, altre persone scelgono la corruzione?
  • 39. Si diventa «corruttibili» perché … 1. Si adotta un sistema di valori «negativi», che giustifica le scelte orientate verso la corruzione, quando sono finalizzate a conseguire un guadagno personale; 2. Si ha un sistema di valori «debole», che non regge il conflitto con il sistema di valori di cui sono portatori i soggetti terzi, che agiscono per favorire i propri interessi 3. Si ha un sistema di valori «debole», che non regge al conflitto con il sistema di valori negativi (o con il vuoto di valori) espresso dalla pubblica amministrazione in cui si lavora.
  • 40. Si diventa «corruttibili» perché … In tutti e tre i casi la persona finisce per giustificare (cioè ritenere giusti) comportamenti scorretti o illeciti. Diventa “corruttibile”. In tutti e tre i casi, la formazione può dare un contributo alla prevenzione della corruzione, se ha l’obiettivo di Individuare e diffondere valori positivi, coerenti con i valori costituzionali (art. 97: legalità, buon andamento e imparzialità); mostrare che tali valori positivi sono adottati dall’amministrazione e sono finalizzati al conseguimento degli obiettivi costitutivi dell’ente locale chiarire che tali valori positivi si rispecchiano nel codice di condotta, cui i dipendenti si devono attenere
  • 41. Iniziative di formazione Formazione generale: rivolta a tutti i dipendenti può riguardare l’aggiornamento delle competenze e i temi dell’etica e della legalità. Nell’ottica della prevenzione della corruzione, gli interventi di formazione devono favorire la consapevolezza e la responsabilità nello svolgimento di una funzione pubblica e nell’uso del potere pubblico.
  • 42. Iniziative di formazione Formazione specifica rivolta al responsabile della prevenzione, ai referenti, ai dirigenti e ai funzionari addetti alle aree a rischio. E’ finalizzata alla conoscenza delle normative, ai programmi e ai vari strumenti utilizzati per la prevenzione, alla diffusione di buone pratiche professionali. E’ anche finalizzata all’individuazione dei valori etici adottati dall’organizzazione, che possono contrastare il verificarsi di condotte corruttive
  • 43. La Legalità Il dipendente pubblico deve, prima di tutto, agire rispettando le normative, che regolano i procedimenti cui è addetto. L’esito dell’attività amministrativa non deve mai, in alcun modo, causare o favorire la violazione delle norme di legge Il dipendente pubblico deve denunciare al proprio superiore e all’autorità giudiziaria gli illeciti di cui venga a conoscenza
  • 44. Integrità Il dipendente pubblico deve adeguare il proprio comportamento ai valori costituzionali, che caratterizzano l’attività amministrativa; Il dipendente pubblico deve rispettare i Codici di Condotta adottati dalla propria amministrazione; Il dipendente pubblico deve orientare le proprie scelte e i propri comportamenti, in direzione della tutela degli interessi della comunità.
  • 45. Etica La pubblica amministrazione esiste per curare e promuovere interessi collettivi. Le sue risorse e i suoi obiettivi sono (paradossalmente) di tutti e di nessuno.  L’interesse pubblico è simile ad uno «spazio vuoto», al centro di tanti interessi privati. Uno «spazio vuoto», che garantisce ad una comunità di persone la possibilità di progettare beni e servizi che esulano dal «qui e ora» degli interessi privati. Il dipendente pubblico deve difendere questo «spazio vuoto», che è garanzia di sostenibilità e di futuro.
  • 46. suggerimenti operativi e riflessioni per una efficace attuazione dei Piani Triennali di Prevenzione della Corruzione nei Comuni Andrea Ferrarini, ReteComuni andreaferrarini@inwind.it Giovedì 30 gennaio 2014 Urban Center – Via Turati, 6 – Monza (MB)