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IL D.LGS. 231/2001
E LA RESPONSABILITÀ
AMMINISTRATIVA DEGLI ENTI
Avv. Giorgia Camerata
Via G. Matteotti n. 8 – Ancona
giorgia.camerata@gmail.com
LA NORMA
Il d.lgs. 231/2001 ha introdotto nel
nostro ordinamento il concetto di
responsabilità degli enti per gli illeciti
amministrativi dipendenti da reato,
prevedendo espressamente che l'Ente è
responsabile per tutta una serie di reati
“commessi nel suo interesse o a suo
vantaggio” da:
a) figure apicali;
b) figure soggette a direzione o
vigilanza delle figure apicali
QUALI REATI?
• delitti contro la pubblica amministrazione (quali corruzione e
malversazione ai danni dello Stato, truffa ai danni dello Stato e frode
informatica ai danni dello Stato, indicati agli artt. 24 e 25 del D.Lgs.
231/2001) o contro la fede pubblica (all’art. 25-bis D.Lgs. 231/2001);
• reati societari (quali false comunicazioni sociali, falso in prospetto,
illecita influenza sull’assemblea, indicati all’art. 25-ter D.Lgs.
231/2001);
• omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime, commessi con
violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell’igiene e
della salute sul lavoro (art. 25-septies D.Lgs. 231/2001);
• reati di ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di
provenienza illecita (art. 25-octies D.Lgs. 231/01);
• delitti informatici ed illecito trattamento dei dati, c.d. “Cybercrime”
(art. 24-bis D.Lgs. 231/2001);
• reati ambientali ed inquinamento del mare da parte delle navi (art. 25-
undecies D.Lgs. 231/2001);
• impiego di lavoratori stranieri irregolari (art. 25-duodecies D.Lgs.
231/2001);
• delitti contro l’industria e il commercio (art. 25-bis.1 D.Lgs.
231/2001)
• corruzione tra privati (art. 25-ter D.Lgs. 231/2001)
• reati tributari (art. 25-quinquiesdecies D.Lgs. 231/2001)
L’ESIMENTE
L'ente rimane esente da responsabilità se prova
che:
1) ha adottato ed attuato in maniera efficace
modelli di gestione e di controllo idonei ad
impedire la commissione dei reati della fattispecie
di quello commesso;
2) ha affidato l'attività di vigilanza
sull'applicazione dei modelli e il loro
aggiornamento ad organismi dotati di autonomi
poteri di iniziativa e controllo;
3) i modelli sono stati fraudolentemente elusi da
chi ha commesso il reato;
4) non vi è stata omessa o insufficiente vigilanza
da parte dell'organismo deputato.
IL C.D. MODELLO 231
E' un sistema di principi, regole, procedure,
funzioni e responsabilità, tale da consentire
il monitoraggio costante delle attività
sensibili e la prevenzione del rischio di
commissione dei reati previsti dal d.lgs.
231/2001.
COME SI STRUTTURA?
A. Parte Generale
- parte introduttiva, quadro normativo di riferimento,
presentazione dell'Azienda, identificazione degli obiettivi
perseguiti e dello scopo del Modello,
- struttura del modello di organizzazione, gestione e
controllo,
- individuazione dell'Organismo di Vigilanza, disciplina
dell’Organismo di Vigilanza e dei flussi informativi diretti a
detto Organismo
- sistema disciplinare/sanzionatorio e Codice Etico
- criteri e direttive per la formazione, l’informativa e
l’aggiornamento sul Modello
B. Parte Speciale
- fattispecie di reato-presupposto che l'Azienda ha deciso di
prendere in considerazione in relazione alla propria attività
- riferimento a procedure operative di gestione e controllo
L’ORGANISMO DI VIGILANZA
E’ elemento indispensabile di un ‘Modello 231’
e con riferimento a questo DEVE:
‐ vigilare sul suo funzionamento;
‐ vigilare sulla sua osservanza;
‐ curarne l’aggiornamento;
‐ verificarlo periodicamente.
I VANTAGGI DELL’ADOZIONE DEL
MODELLO 231 PER L’ENTE
• attribuzione a ciascun soggetto di una specifica funzione e di
una specifica responsabilità;
• distinzione della responsabilità dei singoli da quella
dell'azienda;
• protezione dell'azienda;
• maggior efficienza e trasparenza nella gestione dell'azienda;
• maggiori opportunità di interloquire con enti pubblici e
istituzioni, che sempre più frequentemente richiedono ai
propri partner l'adozione del Modello 231;
• maggiori possibilità di ottenere finanziamenti pubblici e
credito bancario, in quanto l'adozione del Modello 231
aumenta il c.d. "rating della legalità";
• miglioramento dell'immagine sul mercato e nel tessuto sociale
in cui l'azienda opera.
E PER GLI AMMINISTRATORI?
gli amministratori di enti, condannati
per responsabilità amministrativa in
base al d.lgs. 231/2001, che non
hanno adottato il Modello 231,
possono essere soggetti all'azione di
responsabilità per mala gestio.
Il fattore “rischio” nella vita
e nell’attività di impresa è
ineliminabile…
Conoscerlo bene e tenerlo sotto
controllo è fondamentale!
Il Modello 231 serve proprio a questo
PER INFO
Avv. Giorgia Camerata
Via G. Matteotti n. 8 – Ancona
giorgia.camerata@gmail.com

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Il modello 231

  • 1. IL D.LGS. 231/2001 E LA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA DEGLI ENTI Avv. Giorgia Camerata Via G. Matteotti n. 8 – Ancona giorgia.camerata@gmail.com
  • 2. LA NORMA Il d.lgs. 231/2001 ha introdotto nel nostro ordinamento il concetto di responsabilità degli enti per gli illeciti amministrativi dipendenti da reato, prevedendo espressamente che l'Ente è responsabile per tutta una serie di reati “commessi nel suo interesse o a suo vantaggio” da: a) figure apicali; b) figure soggette a direzione o vigilanza delle figure apicali
  • 3. QUALI REATI? • delitti contro la pubblica amministrazione (quali corruzione e malversazione ai danni dello Stato, truffa ai danni dello Stato e frode informatica ai danni dello Stato, indicati agli artt. 24 e 25 del D.Lgs. 231/2001) o contro la fede pubblica (all’art. 25-bis D.Lgs. 231/2001); • reati societari (quali false comunicazioni sociali, falso in prospetto, illecita influenza sull’assemblea, indicati all’art. 25-ter D.Lgs. 231/2001); • omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime, commessi con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell’igiene e della salute sul lavoro (art. 25-septies D.Lgs. 231/2001); • reati di ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita (art. 25-octies D.Lgs. 231/01); • delitti informatici ed illecito trattamento dei dati, c.d. “Cybercrime” (art. 24-bis D.Lgs. 231/2001); • reati ambientali ed inquinamento del mare da parte delle navi (art. 25- undecies D.Lgs. 231/2001); • impiego di lavoratori stranieri irregolari (art. 25-duodecies D.Lgs. 231/2001); • delitti contro l’industria e il commercio (art. 25-bis.1 D.Lgs. 231/2001) • corruzione tra privati (art. 25-ter D.Lgs. 231/2001) • reati tributari (art. 25-quinquiesdecies D.Lgs. 231/2001)
  • 4. L’ESIMENTE L'ente rimane esente da responsabilità se prova che: 1) ha adottato ed attuato in maniera efficace modelli di gestione e di controllo idonei ad impedire la commissione dei reati della fattispecie di quello commesso; 2) ha affidato l'attività di vigilanza sull'applicazione dei modelli e il loro aggiornamento ad organismi dotati di autonomi poteri di iniziativa e controllo; 3) i modelli sono stati fraudolentemente elusi da chi ha commesso il reato; 4) non vi è stata omessa o insufficiente vigilanza da parte dell'organismo deputato.
  • 5. IL C.D. MODELLO 231 E' un sistema di principi, regole, procedure, funzioni e responsabilità, tale da consentire il monitoraggio costante delle attività sensibili e la prevenzione del rischio di commissione dei reati previsti dal d.lgs. 231/2001.
  • 6. COME SI STRUTTURA? A. Parte Generale - parte introduttiva, quadro normativo di riferimento, presentazione dell'Azienda, identificazione degli obiettivi perseguiti e dello scopo del Modello, - struttura del modello di organizzazione, gestione e controllo, - individuazione dell'Organismo di Vigilanza, disciplina dell’Organismo di Vigilanza e dei flussi informativi diretti a detto Organismo - sistema disciplinare/sanzionatorio e Codice Etico - criteri e direttive per la formazione, l’informativa e l’aggiornamento sul Modello B. Parte Speciale - fattispecie di reato-presupposto che l'Azienda ha deciso di prendere in considerazione in relazione alla propria attività - riferimento a procedure operative di gestione e controllo
  • 7. L’ORGANISMO DI VIGILANZA E’ elemento indispensabile di un ‘Modello 231’ e con riferimento a questo DEVE: ‐ vigilare sul suo funzionamento; ‐ vigilare sulla sua osservanza; ‐ curarne l’aggiornamento; ‐ verificarlo periodicamente.
  • 8. I VANTAGGI DELL’ADOZIONE DEL MODELLO 231 PER L’ENTE • attribuzione a ciascun soggetto di una specifica funzione e di una specifica responsabilità; • distinzione della responsabilità dei singoli da quella dell'azienda; • protezione dell'azienda; • maggior efficienza e trasparenza nella gestione dell'azienda; • maggiori opportunità di interloquire con enti pubblici e istituzioni, che sempre più frequentemente richiedono ai propri partner l'adozione del Modello 231; • maggiori possibilità di ottenere finanziamenti pubblici e credito bancario, in quanto l'adozione del Modello 231 aumenta il c.d. "rating della legalità"; • miglioramento dell'immagine sul mercato e nel tessuto sociale in cui l'azienda opera.
  • 9. E PER GLI AMMINISTRATORI? gli amministratori di enti, condannati per responsabilità amministrativa in base al d.lgs. 231/2001, che non hanno adottato il Modello 231, possono essere soggetti all'azione di responsabilità per mala gestio.
  • 10. Il fattore “rischio” nella vita e nell’attività di impresa è ineliminabile… Conoscerlo bene e tenerlo sotto controllo è fondamentale! Il Modello 231 serve proprio a questo
  • 11. PER INFO Avv. Giorgia Camerata Via G. Matteotti n. 8 – Ancona giorgia.camerata@gmail.com