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Seminario di formazione
Legge 190 del 2012 e PNA
Adempimenti per gli Enti destinatari
Piano di prevenzione della corruzione e Modelli Organizzativi 231
Dott.ssa Annalisa Fadini – consulente di direzione (programmi di compliance)
Chi siamo
• Audit in Italy nasce da un progetto innovativo nel settore dell'auditing, della
compliance aziendale e della formazione. É innovativo per il suo ruolo, in questi
settori, di supporto alle imprese nelle loro decisioni e nella riduzione del loro
rischio.
• Il progetto nasce nel 2005 da un gruppo di auditor, con l’intento di definire nuove
regole di collaborazione e nuovi modelli volti ad assicurare un reale valore alle
verifiche. Nel 2007 sono stati sviluppati i rapporti di agenzia ed il servizio di broker
per la certificazione, nel 2009 i nuovi servizi innovativi in materia di compliance
legislativa e avviato il percorso della certificazione e nel 2011 il servizio di
formazione.
• Oggi Audit in Italy svolge attività di auditing, vigilanza, broker, supporto all'attività
legislativa/normativa e di formazione. Tutto questo in ogni settore aziendale:
qualità, sicurezza, ambiente, energia, lavoro, finanza.
Il modello è semplice: indipendenza, alta professionalità e reale
personalizzazione alle esigenze del cliente.
I nostri servizi di Certificazione
• Siamo il primo broker di certificazione in Italia e offriamo Servizi di ricerca,
selezione e ottimizzazione di tutte le attestazioni e certificazioni utili alle
aziende, comprese la ISO 9001, ISO 14001, SA 8000 e OHSAS 18001.
• Svolgiamo attività indipendente di supporto alle aziende per individuare
le migliori opportunità e studiare nuove forme di certificazione (per
esempio in materia di qualificazione delle competenze del personale, di
tutela ambientale e sociale, qualità dei servizi, conformità legislativa e
normativa tecnica), in ottica di sviluppo e costante miglioramento per le
aziende.
I nostri servizi di Formazione
I nostri formatori hanno da sempre un chiodo fisso:
dopo un nostro corso di formazione bisogna tornare in azienda e saper fare di più,
meglio e qualche cosa di nuovo!
La nostra Area Formazione, è infatti dedicata alla “Compliance e Improvement”, e si articola in:
•Corsi di conformità agli standard ISO e UNI (per esempio, ISO 9001, ISO 14001, OHSAS 18001,
Controllo di gestione e ISO 9004, E-commerce e norme sulla qualità, Formazione non formale
secondo la ISO 29990, Educazione Finanziaria secondo la UNI 11402 e ISO 22222, Eventi sostenibili
e ISO 20121, Gestione del Marchio di impresa e ISO 10668).
•Corsi collegati ai nuovi temi della conformità legislativa (per esempio, al Decreto 231 del 2001 in
materia di Responsabilità amministrativa degli enti, alla Legge 190 del 2012 in materia di
Anticorruzione, al Decreto legislativo 196 del 2003 sulla privacy, alla normativa Antiriciclaggio, alla
Legge 4 del 2013 in materia di Certificazione delle professioni non riconosciute).
E per garantire i nostri servizi formativi, siamo certificati ISO 9001.
I nostri servizi di Compliance
Il rischio è un fattore non eliminabile in tutte le attività di impresa.
L’unica possibilità è quindi tenerlo sotto controllo e a livelli accettabili.
A questo sono orientati i nostri servizi sulla gestione del rischio: siano
essi di auditing e gap analysis (per esempio sulla sicurezza, sulla tutela
delle informazioni o sulla difettosità dei prodotti) oppure servizi dedicati a
particolari aree di conformità legislativa come il servizio “segnalazioni” o
l’ “organismo di vigilanza” per il Decreto Legislativo 231 del 2001.
E per garantire i nostri servizi 231 siamo certificati ISO 9001.
Le nostre Certificazioni e i nostri Partners
Audit in Italy è una realtà certificata ISO 9001 per i Servizi di compliance aziendale, in
particolare per:
• Servizio di fornitura dell’Organismo di Vigilanza ai sensi del Decreto Legislativo 231
del 2001
• Servizio di gestione delle Segnalazioni ai sensi del Decreto legislativo 231 del 2001
• Servizio di Progettazione ed erogazione di corsi di formazione.
Audit in Italy nel Triveneto progetta ed eroga i propri Servizi in collaborazione con:
• Ecoconsult Nord Est (Rif. Dott. Lionello Steccanella)
• Corporate Consulting (Rif. Dott. Francesco Viotto)
Buona formazione!
Vi ricordiamo che tutte le nostre iniziative formative potranno essere seguite sia nella formula
"open" nelle nostre aule, che in formula "residenziale" presso la vostra azienda.
Non esitate quindi a contattarci per concordare la soluzione formativa che meglio risponde alle
vostre esigenze di tempo e di costi.
Per informazioni ed iscrizioni, contattare
Audit in Italy S.r.l.
Via Carlo Goldoni 1 – 20129 Milano
Tel. 02.55186649 fax 02.54124253
Mail info@verifiche.info
www.verifiche.info
Sedi principali per i corsi di formazione
Milano, via Carlo Goldoni 1 – Treviso, Viale della Repubblica 247
Motta di Livenza, Borgo Aleandro 8 – Roma, Via della Scrofa 117
Vercelli, via Mucrone 1
Audit in Italy: la formazione che funziona!
8
Temi da approfondire
• Riepilogo delle disposizioni legislative e normative in materia
di anticorruzione e trasparenza;
• Dettaglio sui chiarimenti introdotti dal Piano Nazionale
Anticorruzione in relazione all’integrazione con il Modello di
organizzazione e gestione ai sensi del D.lgs. 231/01;
• Analisi dei comuni requisiti richiesti per la predisposizione dei
Piani di Prevenzione della Corruzione (PPC) e dei Modelli di
organizzazione e gestione ai sensi del D.lgs. 231/01;
• Requisiti per ricoprire il ruolo di Responsabile Anticorruzione
e requisiti dell’Organismo di Vigilanza; considerazioni in
merito alla possibilità di essere ricoperti dagli stessi soggetti.
9
Leggi di riferimento
• Legge Anticorruzione (190/2012)
• Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità,
trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle
pubbliche amministrazioni, approvato dal Governo il 15
febbraio 2013, in attuazione di commi 35 e 36 dell’art. 1 della l.
n. 190 del 2012, decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33;
• Delibera CIVIT n° 50 e n° 70 in materia di trasparenza
10
Leggi di riferimento
• Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di
incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti
privati in controllo pubblico, a norma dell'articolo 1, commi 49
e 50, della legge 6 novembre 2012, n. 190, decreto legislativo
8 aprile 2013, n. 39;
• Codice di comportamento per i dipendenti delle pubbliche
amministrazioni, approvato con D.P.R. 16 aprile 2013, n. 62 in
attuazione dell’art. 54 del d.lgs. n. 165 del 2001, come
sostituito dalla l. n. 190.
• Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) emesso dalla CIVIT
l’11 settembre 2013.
11
Legge 190/2012
Art. 1, comma 1, L. n°. 190/2012
In attuazione dell'articolo 6 della Convenzione
dell'Organizzazione delle Nazioni Unite contro la
corruzione, adottata dalla Assemblea generale dell'ONU il
31 ottobre 2003 e ratificata ai sensi della legge 3 agosto
2009, n. 116, e degli articoli 20 e 21 della Convenzione penale
sulla corruzione, fatta a Strasburgo il 27 gennaio 1999 e
ratificata ai sensi della legge 28 giugno 2012, n. 110, la
presente legge individua, in ambito nazionale, l'Autorità
nazionale anticorruzione e gli altri organi incaricati di
svolgere, con modalità tali da assicurare azione coordinata,
attività di controllo, di prevenzione e di contrasto della
corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione.
12
Art. 1, comma 59, L. n°. 190/2012
Le disposizioni di prevenzione della corruzione di cui ai
commi da 1 a 57 del presente articolo, di diretta attuazione
del principio di imparzialità di cui all'articolo 97 della
Costituzione, sono applicate in tutte le amministrazioni
pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo
30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni.
Legge 190/2012
13
Legge 190/2012
Art. 1, comma 34, L. n°. 190/2012
Le disposizioni dei commi da 15 a 33 si applicano alle
amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, del
decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive
modificazioni, agli enti pubblici nazionali, nonchè alle società
partecipate dalle amministrazioni pubbliche e dalle loro
controllate, ai sensi dell'articolo 2359 del codice civile,
limitatamente alla loro attività di pubblico interesse disciplinata
dal diritto nazionale o dell'Unione europea.
14
Il D.Lgs. n. 33/2013 ha limitato il suo campo di applicazione e
gli inerenti doveri di trasparenza e pubblicità da esso
riorganizzati alle Pubbliche Amministrazioni di cui all’art. 1,
comma 2, del D.Lgs. n. 165/2001 (amministrazioni dello
stato, istituti e scuole di ogni ordine e grado, istituzioni
educative, aziende e amministrazioni statali ad ordinamento
autonomo, Regioni, Province, Comuni, Comunità montane e
loro consorzi e associazioni, enti pubblici non economici,
amministrazioni aziende ed enti del servizio sanitario
nazionale, agenzia per la rappresentanza negoziale delle
pubbliche amministrazioni e agenzie di cui al D.Lgs. n.
300/1999).
DECRETO LEGISLATIVO 14 marzo 2013, n. 33:
15
• Nei confronti, invece, delle società partecipate dalle
pubbliche amministrazioni e di quelle da esse controllate ai
sensi dell’art. 2359 c.c., il citato Decreto Legislativo, con
disciplina altrettanto esaustiva, all’art. 11, comma 2, in
assonanza puntuale con l’art. 1, comma 34, della Legge n.
190/2012, ha prescritto l’applicazione degli obblighi di
trasparenza e pubblicità contenuti nei commi da 15 a 33 della
Legge n. 190/2012, il cui campo di applicazione, pertanto,
include non soltanto gli enti pubblici non economici, ma
anche le società controllate dalle pubbliche amministrazioni e
gli enti pubblici in genere.
DECRETO LEGISLATIVO 14 marzo 2013, n. 33:
16
Ma cosa dicono le delibere della Civit (ANAC)?
• Guardiamo insieme le delibere citate
• N° 50 del 2013
• N° 77 del 2013
17
D.P.R. n°. 62/2013
Regolamento recante codice di comportamento dei dipendenti
pubblici, a norma dell'articolo 54 del decreto legislativo 30
marzo 2001, n. 165.
18
Art. 1 Disposizioni di carattere generale
1. Il presente codice di comportamento, di seguito
denominato "Codice", definisce, ai fini dell'articolo 54 del
decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, i doveri minimi di
diligenza, lealtà, imparzialità e buona condotta che i pubblici
dipendenti sono tenuti ad osservare.
2. Le previsioni del presente Codice sono integrate e
specificate dai codici di comportamento adottati dalle singole
amministrazioni ai sensi dell'articolo 54, comma 5, del citato
decreto legislativo n. 165 del 2001.
19
Art. 2 Ambito di applicazione
1. Il codice si applica ai dipendenti delle pubbliche
amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto
legislativo 30 marzo 2001, n. 165, il cui rapporto di lavoro è
disciplinato in base all'articolo 2, commi 2 e 3, del medesimo
decreto.
2. …le norme contenute nel … codice costituiscono principi di
comportamento per le restanti categorie di personale di cui
all'articolo 3 del citato decreto n. 165 del 2001, in quanto
compatibili con le disposizioni dei rispettivi ordinamenti.
20
3. Le pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto
legislativo n. 165 del 2001 estendono, per quanto compatibili, gli obblighi di
condotta previsti dal presente codice a tutti i collaboratori o consulenti,
con qualsiasi tipologia di contratto o incarico e a qualsiasi titolo, ai titolari
di organi e di incarichi negli uffici di diretta collaborazione delle autorità
politiche, nonché nei confronti dei collaboratori a qualsiasi titolo di imprese
fornitrici di beni o servizi e che realizzano opere in favore
dell'amministrazione. A tale fine, negli atti di incarico o nei contratti di
acquisizioni delle collaborazioni, delle consulenze o dei servizi, le
amministrazioni inseriscono apposite disposizioni o clausole di risoluzione
o decadenza del rapporto in caso di violazione degli obblighi derivanti dal
presente codice.
21
Cosa chiarisce il PNA
Il P.N.A si applica a:
• Pubbliche amministrazione previste dall’art. 1, comma 2, del
Decreto Legislativo 165 /2001;
• Regioni, Enti del Sistema Sanitario Nazionale, Enti locali e enti ad
essi collegati;
e, per le sole parti richiamate, a:
• Enti pubblici economici
• Enti di diritto privato in controllo pubblico
• Società partecipate e quelle ad esse controllate ai sensi dell’art.
2359 c.c.
22
Cosa devono sviluppare
Nel dettaglio gli enti pubblici economici e gli enti di diritto privato
in controllo pubblico di livello nazionale o regionale/locale sono
tenuti ad introdurre ed ad implementare
ADEGUATE MISURE ORGANIZZATIVE E GESTIONALI
23
Cosa devono sviluppare
Per evitare inutili ridondanze, qualora questi enti adottino già
modelli di organizzazione e gestione del rischio sulla base del D.lgs
231/01 nella propria azione di prevenzione della corruzione,
possono fare perno su essi ma estendendo l’ambito di
applicazione non solo ai reati contro la pubblica amministrazione
previsti dal D.lgs 231/01 ma anche a tutti quelli considerati dalla
legge 190/2012, dal lato attivo e passivo, anche in relazione al tipo
di attività svolto dall’ente.
24
Cosa devono sviluppare
Tali parti dei modelli di organizzazione e gestione, integrate ai
sensi della legge 190/2012 e denominati
PIANI DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE
devono essere trasmessi alle amministrazioni pubbliche vigilanti
ed essere pubblicati sul sito istituzionale.
25
Cosa devono contenere i piani di prevenzione
• Individuazione delle aree a maggior rischio di corruzione
includendo quelle elencate nell’art 1 comma 16 della legge 190/2012
da valutare in relazione al contesto, all’attività e alla funzione
dell’ente;
• Previsione della programmazione della formazione, con
particolare attenzione alle aree maggiormente a rischio;
• Previsione di procedure per l’attuazione delle decisioni dell’ente in
relazione al rischio del fenomeni corruttivi;
• Individuazione di modalità di gestione delle risorse umane e
finanziarie idonee ad impedire la commissione dei reati;
26
Cosa devono contenere i piani di prevenzione
• Previsione dell’adozione di un Codice di comportamento
per i dipendenti e i collaboratori;
• Regolazione di procedure per l’aggiornamento;
• Previsione di obblighi di informazione nei confronti degli
organismi deputati a vigilare sul controllo dei modelli;
27
Cosa devono contenere i piani di prevenzione
• Regolazione di un sistema informativo per attuare il flusso
delle informazioni e consentire il monitoraggio su modello da
parte dell’amministrazione vigilante;
• Introduzione di un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il
mancato rispetto delle misure idonee al modello.
28
Cosa devono contenere i Modelli 231
• Individuare le attività nel cui ambito possono essere
commessi i reati (analisi del rischio e attività sensibili);
• prevedere specifici protocolli (procedure-istruzioni-
manuali) o attività, diretti a programmare la formazione
e l’attuazione delle decisioni dell’Ente in relazione ai
reati da prevenire, con riferimento ai principi che l’Ente
si è voluto dotare per prevenire la commissione dei
reati;
• individuare modalità di gestione delle risorse finanziarie
idonee a impedire la commissione di reati (controlli
base da inserire nelle procedure operative standard);
29
Cosa devono contenere i Modelli 231
• prevedere obblighi di informazione nei confronti
dell’organismo deputato a vigilare sul funzionamento e
sull’osservanza del Modello organizzativo (Regolamento
Organismo di Vigilanza);
• introdurre un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il
mancato rispetto delle misure indicate nel modello di
organizzazione, gestione e controllo nei confronti dei
dipendenti, degli amministratori, dei componenti
l’organismo di controllo e dei terzi (Codice sanzionatorio).
30
Cosa poter rispondere a tali indicazioni
Individuare aree a rischio anche per gli ulteriori reati richiamati
dalla Legge 190 /2012;
Predisporre un piano di prevenzione della corruzione collegato
all’analisi del rischio sopra richiamata;
Identificare all’interno dei modelli quelle parti che si possono
essere integrate.
31
Quali sono i reati che devono essere analizzati
nell’analisi del rischio
L’intera gamma dei delitti contro la pubblica amministrazione ,
disciplinati nel Titolo II, Capo I, del codice penale:
Art. 314. Peculato.
Art. 316. Peculato mediante profitto dell'errore altrui.
Art. 316-bis. Malversazione a danno dello Stato.
Art. 316-ter. Indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato.
Art. 317. Concussione
Art. 318. Corruzione per l'esercizio della funzione
Art. 319. Corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio
Art. 319-ter. Corruzione in atti giudiziari
Art. 319-quater. Induzione indebita a dare o promettere utilità
Art. 320. Corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio
32
Quali sono i reati che devono essere analizzati
nell’analisi del rischio
Art. 322. Istigazione alla corruzione
Art. 322-bis. Peculato, concussione, induzione indebita dare o promettere utilità,
corruzione e istigazione alla corruzione di membri degli organi delle Comunità
europee e di funzionari delle Comunità europee e di Stati esteri
Art. 323. Abuso di ufficio
Art. 324. Interesse privato in atti di ufficio
Art. 325. Utilizzazione d'invenzioni o scoperte conosciute per ragione d'ufficio
Art. 326. Rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio
Art. 328. Rifiuto di atti d'ufficio. Omissione
Art. 329. Rifiuto o ritardo di obbedienza commesso da un militare o da un agente della
forza pubblica
Art. 331. Interruzione di un servizio pubblico o di pubblica necessità
Art. 334. Sottrazione o danneggiamento di cose sottoposte a sequestro disposto nel
corso di un procedimento penale o dall'autorità amministrativa
33
Quali sono i reati che devono essere analizzati
nell’analisi del rischio
Art. 331. Interruzione di un servizio pubblico o di pubblica necessità
Art. 334. Sottrazione o danneggiamento di cose sottoposte a sequestro
disposto nel corso di un procedimento penale o dall'autorità amministrativa
Art. 335. Violazione colposa di doveri inerenti alla custodia di cose sottoposte
a sequestro disposto nel corso di un procedimento penale o dall'autorità
amministrativa
34
Quali parti del Modello devo integrare
-Analisi del rischio (con tutti i reati sopra elencati)
-Codice etico (in relazione al Codice di Comportamento dei
dipendenti pubblici) e sottolineare ulteriormente la tutela dei
dipendenti che segnalano un illecito
-Codice sanzionatorio (con le fattispecie previste anche dalla
Legge 190/2012)
-Formazione del personale
-Regolamenti per l’assunzione e le nomine (con particolare
riguardo all’assunzione dei dipendenti che dovranno ricoprire
ruoli a maggior rischio di corruzione e in linea con le disposizioni
previste dal decreto legislativo 39/2013 per inconferibilità degli
incarichi e cause ostative)
35
Quali parti del Modello devo integrare
-Protocolli nei rapporti con le pubbliche amministrazioni,
prevedendo anche specifici obblighi e divieti per il personale che
assume il ruolo di pubblico ufficiale ed incaricato di pubblico
servizio.
-Altri protocolli operativi di settore (es. gestione gare d’appalto,
gestione morosità etc)
-Reporting nei confronti dell’Odv e del responsabile
anticorruzione e relazione tra gli stessi
36
Il responsabile della prevenzione della corruzione
Art. 1, commi 7, 8 e 10 L. n°. 190/2012
7. [Ai fini della predisposizione del piano di prevenzione della corruzione], l'organo di indirizzo
politico individua, di norma tra i dirigenti amministrativi di ruolo di prima fascia in servizio, il
responsabile della prevenzione della corruzione. Negli enti locali, il responsabile della
prevenzione della corruzione è individuato, di norma, nel segretario, salva diversa e motivata
determinazione.
8. L'organo di indirizzo politico, su proposta del responsabile individuato ai sensi del comma 7,
entro il 31 gennaio di ogni anno, adotta il piano triennale di prevenzione della corruzione,
curandone la trasmissione al Dipartimento della funzione pubblica. L'attività di elaborazione
del piano non può essere affidata a soggetti estranei all'amministrazione. Il responsabile, entro
lo stesso termine, definisce procedure appropriate per selezionare e formare, ai sensi del
comma 10, i dipendenti destinati ad operare in settori particolarmente esposti alla corruzione.
Le attività a rischio di corruzione devono essere svolte, ove possibile, dal personale di cui al
comma 11. La mancata predisposizione del piano e la mancata adozione delle procedure per la
selezione e la formazione dei dipendenti costituiscono elementi di valutazione della
responsabilità dirigenziale.
37
Il responsabile della prevenzione della corruzione
Art. 1, commi 7, 8 e 10 L. n°. 190/2012
(…)
10. Il responsabile individuato ai sensi del comma 7 provvede anche:
a) alla verifica dell'efficace attuazione del piano e della sua idoneità, nonché a
proporre la modifica dello stesso quando sono accertate significative violazioni
delle prescrizioni ovvero quando intervengono mutamenti nell'organizzazione o
nell'attività dell'amministrazione;
b) alla verifica, d'intesa con il dirigente competente, dell'effettiva rotazione degli
incarichi negli uffici preposti allo svolgimento delle attività nel cui ambito è più
elevato il rischio che siano commessi reati di corruzione;
c) ad individuare il personale da inserire nei programmi di formazione di cui al
comma 11.
38
Responsabile anticorruzione e ODV
ODV
1. Monocratico o collegiale
2. Nomina organo amministrativo es.
Amministratore unico CDA
3. Possibili membri esterni
4. Previsto budget
5. Assenza di conflitto di interessi
6. Autonomia
7. Onorabilità ( no condanne)
8. Continuità d’azione (almeno
connesso alla durata CDA)
Responsabile anticorruzione
1. Monocratico
2. Nomina Organo di indirizzo politico
3. No membri esterni
4. Assegnazione risorse strumentali ed
economiche in linea con disp. Bilancio
5. Assenza conflitto di interessi con non
possibilità per chi riveste già ruoli
specifici
6. Nessuna specifica
7. Assenza condanne e provv .
Disciplinari
8. Pari alla durata del’incarico dirigenziale
39
Responsabile anticorruzione e ODV
ODV
9. Competenze auditing- legali
societarie
10. Vigilare sull’osservanza dei modelli
11. Si compenso
12. Responsabilità contrattuale
13. Esonero responsabilità attraverso la
dimostrazione di aver vigilato senza
omissioni
14. Relazioni con CDA- dipendenti-
collegio sindacale
15. Riceve segnalazioni – flussi e report
Responsabile anticorruzione
9. Dirigente o responsabile d’ufficio
10. Varie attività : predisporre Piani
anticorruzione ,procedure di selezione
formazione, verifiche , predisporre
relazione annuale etc
11. Premio per valutazione positiva
dell’attività
12. Dirigenziale disciplinare erariale
13. Dimostrazione di aver predisposto il
piano e vigilato
14. Responsabile trasparenza dirigenti
/amministrazione di controllo
15. Segnalazioni

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Presentazione seminario pna del 19022014

  • 1. Seminario di formazione Legge 190 del 2012 e PNA Adempimenti per gli Enti destinatari Piano di prevenzione della corruzione e Modelli Organizzativi 231 Dott.ssa Annalisa Fadini – consulente di direzione (programmi di compliance)
  • 2. Chi siamo • Audit in Italy nasce da un progetto innovativo nel settore dell'auditing, della compliance aziendale e della formazione. É innovativo per il suo ruolo, in questi settori, di supporto alle imprese nelle loro decisioni e nella riduzione del loro rischio. • Il progetto nasce nel 2005 da un gruppo di auditor, con l’intento di definire nuove regole di collaborazione e nuovi modelli volti ad assicurare un reale valore alle verifiche. Nel 2007 sono stati sviluppati i rapporti di agenzia ed il servizio di broker per la certificazione, nel 2009 i nuovi servizi innovativi in materia di compliance legislativa e avviato il percorso della certificazione e nel 2011 il servizio di formazione. • Oggi Audit in Italy svolge attività di auditing, vigilanza, broker, supporto all'attività legislativa/normativa e di formazione. Tutto questo in ogni settore aziendale: qualità, sicurezza, ambiente, energia, lavoro, finanza. Il modello è semplice: indipendenza, alta professionalità e reale personalizzazione alle esigenze del cliente.
  • 3. I nostri servizi di Certificazione • Siamo il primo broker di certificazione in Italia e offriamo Servizi di ricerca, selezione e ottimizzazione di tutte le attestazioni e certificazioni utili alle aziende, comprese la ISO 9001, ISO 14001, SA 8000 e OHSAS 18001. • Svolgiamo attività indipendente di supporto alle aziende per individuare le migliori opportunità e studiare nuove forme di certificazione (per esempio in materia di qualificazione delle competenze del personale, di tutela ambientale e sociale, qualità dei servizi, conformità legislativa e normativa tecnica), in ottica di sviluppo e costante miglioramento per le aziende.
  • 4. I nostri servizi di Formazione I nostri formatori hanno da sempre un chiodo fisso: dopo un nostro corso di formazione bisogna tornare in azienda e saper fare di più, meglio e qualche cosa di nuovo! La nostra Area Formazione, è infatti dedicata alla “Compliance e Improvement”, e si articola in: •Corsi di conformità agli standard ISO e UNI (per esempio, ISO 9001, ISO 14001, OHSAS 18001, Controllo di gestione e ISO 9004, E-commerce e norme sulla qualità, Formazione non formale secondo la ISO 29990, Educazione Finanziaria secondo la UNI 11402 e ISO 22222, Eventi sostenibili e ISO 20121, Gestione del Marchio di impresa e ISO 10668). •Corsi collegati ai nuovi temi della conformità legislativa (per esempio, al Decreto 231 del 2001 in materia di Responsabilità amministrativa degli enti, alla Legge 190 del 2012 in materia di Anticorruzione, al Decreto legislativo 196 del 2003 sulla privacy, alla normativa Antiriciclaggio, alla Legge 4 del 2013 in materia di Certificazione delle professioni non riconosciute). E per garantire i nostri servizi formativi, siamo certificati ISO 9001.
  • 5. I nostri servizi di Compliance Il rischio è un fattore non eliminabile in tutte le attività di impresa. L’unica possibilità è quindi tenerlo sotto controllo e a livelli accettabili. A questo sono orientati i nostri servizi sulla gestione del rischio: siano essi di auditing e gap analysis (per esempio sulla sicurezza, sulla tutela delle informazioni o sulla difettosità dei prodotti) oppure servizi dedicati a particolari aree di conformità legislativa come il servizio “segnalazioni” o l’ “organismo di vigilanza” per il Decreto Legislativo 231 del 2001. E per garantire i nostri servizi 231 siamo certificati ISO 9001.
  • 6. Le nostre Certificazioni e i nostri Partners Audit in Italy è una realtà certificata ISO 9001 per i Servizi di compliance aziendale, in particolare per: • Servizio di fornitura dell’Organismo di Vigilanza ai sensi del Decreto Legislativo 231 del 2001 • Servizio di gestione delle Segnalazioni ai sensi del Decreto legislativo 231 del 2001 • Servizio di Progettazione ed erogazione di corsi di formazione. Audit in Italy nel Triveneto progetta ed eroga i propri Servizi in collaborazione con: • Ecoconsult Nord Est (Rif. Dott. Lionello Steccanella) • Corporate Consulting (Rif. Dott. Francesco Viotto)
  • 7. Buona formazione! Vi ricordiamo che tutte le nostre iniziative formative potranno essere seguite sia nella formula "open" nelle nostre aule, che in formula "residenziale" presso la vostra azienda. Non esitate quindi a contattarci per concordare la soluzione formativa che meglio risponde alle vostre esigenze di tempo e di costi. Per informazioni ed iscrizioni, contattare Audit in Italy S.r.l. Via Carlo Goldoni 1 – 20129 Milano Tel. 02.55186649 fax 02.54124253 Mail info@verifiche.info www.verifiche.info Sedi principali per i corsi di formazione Milano, via Carlo Goldoni 1 – Treviso, Viale della Repubblica 247 Motta di Livenza, Borgo Aleandro 8 – Roma, Via della Scrofa 117 Vercelli, via Mucrone 1 Audit in Italy: la formazione che funziona!
  • 8. 8 Temi da approfondire • Riepilogo delle disposizioni legislative e normative in materia di anticorruzione e trasparenza; • Dettaglio sui chiarimenti introdotti dal Piano Nazionale Anticorruzione in relazione all’integrazione con il Modello di organizzazione e gestione ai sensi del D.lgs. 231/01; • Analisi dei comuni requisiti richiesti per la predisposizione dei Piani di Prevenzione della Corruzione (PPC) e dei Modelli di organizzazione e gestione ai sensi del D.lgs. 231/01; • Requisiti per ricoprire il ruolo di Responsabile Anticorruzione e requisiti dell’Organismo di Vigilanza; considerazioni in merito alla possibilità di essere ricoperti dagli stessi soggetti.
  • 9. 9 Leggi di riferimento • Legge Anticorruzione (190/2012) • Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni, approvato dal Governo il 15 febbraio 2013, in attuazione di commi 35 e 36 dell’art. 1 della l. n. 190 del 2012, decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33; • Delibera CIVIT n° 50 e n° 70 in materia di trasparenza
  • 10. 10 Leggi di riferimento • Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico, a norma dell'articolo 1, commi 49 e 50, della legge 6 novembre 2012, n. 190, decreto legislativo 8 aprile 2013, n. 39; • Codice di comportamento per i dipendenti delle pubbliche amministrazioni, approvato con D.P.R. 16 aprile 2013, n. 62 in attuazione dell’art. 54 del d.lgs. n. 165 del 2001, come sostituito dalla l. n. 190. • Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) emesso dalla CIVIT l’11 settembre 2013.
  • 11. 11 Legge 190/2012 Art. 1, comma 1, L. n°. 190/2012 In attuazione dell'articolo 6 della Convenzione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite contro la corruzione, adottata dalla Assemblea generale dell'ONU il 31 ottobre 2003 e ratificata ai sensi della legge 3 agosto 2009, n. 116, e degli articoli 20 e 21 della Convenzione penale sulla corruzione, fatta a Strasburgo il 27 gennaio 1999 e ratificata ai sensi della legge 28 giugno 2012, n. 110, la presente legge individua, in ambito nazionale, l'Autorità nazionale anticorruzione e gli altri organi incaricati di svolgere, con modalità tali da assicurare azione coordinata, attività di controllo, di prevenzione e di contrasto della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione.
  • 12. 12 Art. 1, comma 59, L. n°. 190/2012 Le disposizioni di prevenzione della corruzione di cui ai commi da 1 a 57 del presente articolo, di diretta attuazione del principio di imparzialità di cui all'articolo 97 della Costituzione, sono applicate in tutte le amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni. Legge 190/2012
  • 13. 13 Legge 190/2012 Art. 1, comma 34, L. n°. 190/2012 Le disposizioni dei commi da 15 a 33 si applicano alle amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, agli enti pubblici nazionali, nonchè alle società partecipate dalle amministrazioni pubbliche e dalle loro controllate, ai sensi dell'articolo 2359 del codice civile, limitatamente alla loro attività di pubblico interesse disciplinata dal diritto nazionale o dell'Unione europea.
  • 14. 14 Il D.Lgs. n. 33/2013 ha limitato il suo campo di applicazione e gli inerenti doveri di trasparenza e pubblicità da esso riorganizzati alle Pubbliche Amministrazioni di cui all’art. 1, comma 2, del D.Lgs. n. 165/2001 (amministrazioni dello stato, istituti e scuole di ogni ordine e grado, istituzioni educative, aziende e amministrazioni statali ad ordinamento autonomo, Regioni, Province, Comuni, Comunità montane e loro consorzi e associazioni, enti pubblici non economici, amministrazioni aziende ed enti del servizio sanitario nazionale, agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni e agenzie di cui al D.Lgs. n. 300/1999). DECRETO LEGISLATIVO 14 marzo 2013, n. 33:
  • 15. 15 • Nei confronti, invece, delle società partecipate dalle pubbliche amministrazioni e di quelle da esse controllate ai sensi dell’art. 2359 c.c., il citato Decreto Legislativo, con disciplina altrettanto esaustiva, all’art. 11, comma 2, in assonanza puntuale con l’art. 1, comma 34, della Legge n. 190/2012, ha prescritto l’applicazione degli obblighi di trasparenza e pubblicità contenuti nei commi da 15 a 33 della Legge n. 190/2012, il cui campo di applicazione, pertanto, include non soltanto gli enti pubblici non economici, ma anche le società controllate dalle pubbliche amministrazioni e gli enti pubblici in genere. DECRETO LEGISLATIVO 14 marzo 2013, n. 33:
  • 16. 16 Ma cosa dicono le delibere della Civit (ANAC)? • Guardiamo insieme le delibere citate • N° 50 del 2013 • N° 77 del 2013
  • 17. 17 D.P.R. n°. 62/2013 Regolamento recante codice di comportamento dei dipendenti pubblici, a norma dell'articolo 54 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.
  • 18. 18 Art. 1 Disposizioni di carattere generale 1. Il presente codice di comportamento, di seguito denominato "Codice", definisce, ai fini dell'articolo 54 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, i doveri minimi di diligenza, lealtà, imparzialità e buona condotta che i pubblici dipendenti sono tenuti ad osservare. 2. Le previsioni del presente Codice sono integrate e specificate dai codici di comportamento adottati dalle singole amministrazioni ai sensi dell'articolo 54, comma 5, del citato decreto legislativo n. 165 del 2001.
  • 19. 19 Art. 2 Ambito di applicazione 1. Il codice si applica ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, il cui rapporto di lavoro è disciplinato in base all'articolo 2, commi 2 e 3, del medesimo decreto. 2. …le norme contenute nel … codice costituiscono principi di comportamento per le restanti categorie di personale di cui all'articolo 3 del citato decreto n. 165 del 2001, in quanto compatibili con le disposizioni dei rispettivi ordinamenti.
  • 20. 20 3. Le pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo n. 165 del 2001 estendono, per quanto compatibili, gli obblighi di condotta previsti dal presente codice a tutti i collaboratori o consulenti, con qualsiasi tipologia di contratto o incarico e a qualsiasi titolo, ai titolari di organi e di incarichi negli uffici di diretta collaborazione delle autorità politiche, nonché nei confronti dei collaboratori a qualsiasi titolo di imprese fornitrici di beni o servizi e che realizzano opere in favore dell'amministrazione. A tale fine, negli atti di incarico o nei contratti di acquisizioni delle collaborazioni, delle consulenze o dei servizi, le amministrazioni inseriscono apposite disposizioni o clausole di risoluzione o decadenza del rapporto in caso di violazione degli obblighi derivanti dal presente codice.
  • 21. 21 Cosa chiarisce il PNA Il P.N.A si applica a: • Pubbliche amministrazione previste dall’art. 1, comma 2, del Decreto Legislativo 165 /2001; • Regioni, Enti del Sistema Sanitario Nazionale, Enti locali e enti ad essi collegati; e, per le sole parti richiamate, a: • Enti pubblici economici • Enti di diritto privato in controllo pubblico • Società partecipate e quelle ad esse controllate ai sensi dell’art. 2359 c.c.
  • 22. 22 Cosa devono sviluppare Nel dettaglio gli enti pubblici economici e gli enti di diritto privato in controllo pubblico di livello nazionale o regionale/locale sono tenuti ad introdurre ed ad implementare ADEGUATE MISURE ORGANIZZATIVE E GESTIONALI
  • 23. 23 Cosa devono sviluppare Per evitare inutili ridondanze, qualora questi enti adottino già modelli di organizzazione e gestione del rischio sulla base del D.lgs 231/01 nella propria azione di prevenzione della corruzione, possono fare perno su essi ma estendendo l’ambito di applicazione non solo ai reati contro la pubblica amministrazione previsti dal D.lgs 231/01 ma anche a tutti quelli considerati dalla legge 190/2012, dal lato attivo e passivo, anche in relazione al tipo di attività svolto dall’ente.
  • 24. 24 Cosa devono sviluppare Tali parti dei modelli di organizzazione e gestione, integrate ai sensi della legge 190/2012 e denominati PIANI DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE devono essere trasmessi alle amministrazioni pubbliche vigilanti ed essere pubblicati sul sito istituzionale.
  • 25. 25 Cosa devono contenere i piani di prevenzione • Individuazione delle aree a maggior rischio di corruzione includendo quelle elencate nell’art 1 comma 16 della legge 190/2012 da valutare in relazione al contesto, all’attività e alla funzione dell’ente; • Previsione della programmazione della formazione, con particolare attenzione alle aree maggiormente a rischio; • Previsione di procedure per l’attuazione delle decisioni dell’ente in relazione al rischio del fenomeni corruttivi; • Individuazione di modalità di gestione delle risorse umane e finanziarie idonee ad impedire la commissione dei reati;
  • 26. 26 Cosa devono contenere i piani di prevenzione • Previsione dell’adozione di un Codice di comportamento per i dipendenti e i collaboratori; • Regolazione di procedure per l’aggiornamento; • Previsione di obblighi di informazione nei confronti degli organismi deputati a vigilare sul controllo dei modelli;
  • 27. 27 Cosa devono contenere i piani di prevenzione • Regolazione di un sistema informativo per attuare il flusso delle informazioni e consentire il monitoraggio su modello da parte dell’amministrazione vigilante; • Introduzione di un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure idonee al modello.
  • 28. 28 Cosa devono contenere i Modelli 231 • Individuare le attività nel cui ambito possono essere commessi i reati (analisi del rischio e attività sensibili); • prevedere specifici protocolli (procedure-istruzioni- manuali) o attività, diretti a programmare la formazione e l’attuazione delle decisioni dell’Ente in relazione ai reati da prevenire, con riferimento ai principi che l’Ente si è voluto dotare per prevenire la commissione dei reati; • individuare modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee a impedire la commissione di reati (controlli base da inserire nelle procedure operative standard);
  • 29. 29 Cosa devono contenere i Modelli 231 • prevedere obblighi di informazione nei confronti dell’organismo deputato a vigilare sul funzionamento e sull’osservanza del Modello organizzativo (Regolamento Organismo di Vigilanza); • introdurre un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel modello di organizzazione, gestione e controllo nei confronti dei dipendenti, degli amministratori, dei componenti l’organismo di controllo e dei terzi (Codice sanzionatorio).
  • 30. 30 Cosa poter rispondere a tali indicazioni Individuare aree a rischio anche per gli ulteriori reati richiamati dalla Legge 190 /2012; Predisporre un piano di prevenzione della corruzione collegato all’analisi del rischio sopra richiamata; Identificare all’interno dei modelli quelle parti che si possono essere integrate.
  • 31. 31 Quali sono i reati che devono essere analizzati nell’analisi del rischio L’intera gamma dei delitti contro la pubblica amministrazione , disciplinati nel Titolo II, Capo I, del codice penale: Art. 314. Peculato. Art. 316. Peculato mediante profitto dell'errore altrui. Art. 316-bis. Malversazione a danno dello Stato. Art. 316-ter. Indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato. Art. 317. Concussione Art. 318. Corruzione per l'esercizio della funzione Art. 319. Corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio Art. 319-ter. Corruzione in atti giudiziari Art. 319-quater. Induzione indebita a dare o promettere utilità Art. 320. Corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio
  • 32. 32 Quali sono i reati che devono essere analizzati nell’analisi del rischio Art. 322. Istigazione alla corruzione Art. 322-bis. Peculato, concussione, induzione indebita dare o promettere utilità, corruzione e istigazione alla corruzione di membri degli organi delle Comunità europee e di funzionari delle Comunità europee e di Stati esteri Art. 323. Abuso di ufficio Art. 324. Interesse privato in atti di ufficio Art. 325. Utilizzazione d'invenzioni o scoperte conosciute per ragione d'ufficio Art. 326. Rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio Art. 328. Rifiuto di atti d'ufficio. Omissione Art. 329. Rifiuto o ritardo di obbedienza commesso da un militare o da un agente della forza pubblica Art. 331. Interruzione di un servizio pubblico o di pubblica necessità Art. 334. Sottrazione o danneggiamento di cose sottoposte a sequestro disposto nel corso di un procedimento penale o dall'autorità amministrativa
  • 33. 33 Quali sono i reati che devono essere analizzati nell’analisi del rischio Art. 331. Interruzione di un servizio pubblico o di pubblica necessità Art. 334. Sottrazione o danneggiamento di cose sottoposte a sequestro disposto nel corso di un procedimento penale o dall'autorità amministrativa Art. 335. Violazione colposa di doveri inerenti alla custodia di cose sottoposte a sequestro disposto nel corso di un procedimento penale o dall'autorità amministrativa
  • 34. 34 Quali parti del Modello devo integrare -Analisi del rischio (con tutti i reati sopra elencati) -Codice etico (in relazione al Codice di Comportamento dei dipendenti pubblici) e sottolineare ulteriormente la tutela dei dipendenti che segnalano un illecito -Codice sanzionatorio (con le fattispecie previste anche dalla Legge 190/2012) -Formazione del personale -Regolamenti per l’assunzione e le nomine (con particolare riguardo all’assunzione dei dipendenti che dovranno ricoprire ruoli a maggior rischio di corruzione e in linea con le disposizioni previste dal decreto legislativo 39/2013 per inconferibilità degli incarichi e cause ostative)
  • 35. 35 Quali parti del Modello devo integrare -Protocolli nei rapporti con le pubbliche amministrazioni, prevedendo anche specifici obblighi e divieti per il personale che assume il ruolo di pubblico ufficiale ed incaricato di pubblico servizio. -Altri protocolli operativi di settore (es. gestione gare d’appalto, gestione morosità etc) -Reporting nei confronti dell’Odv e del responsabile anticorruzione e relazione tra gli stessi
  • 36. 36 Il responsabile della prevenzione della corruzione Art. 1, commi 7, 8 e 10 L. n°. 190/2012 7. [Ai fini della predisposizione del piano di prevenzione della corruzione], l'organo di indirizzo politico individua, di norma tra i dirigenti amministrativi di ruolo di prima fascia in servizio, il responsabile della prevenzione della corruzione. Negli enti locali, il responsabile della prevenzione della corruzione è individuato, di norma, nel segretario, salva diversa e motivata determinazione. 8. L'organo di indirizzo politico, su proposta del responsabile individuato ai sensi del comma 7, entro il 31 gennaio di ogni anno, adotta il piano triennale di prevenzione della corruzione, curandone la trasmissione al Dipartimento della funzione pubblica. L'attività di elaborazione del piano non può essere affidata a soggetti estranei all'amministrazione. Il responsabile, entro lo stesso termine, definisce procedure appropriate per selezionare e formare, ai sensi del comma 10, i dipendenti destinati ad operare in settori particolarmente esposti alla corruzione. Le attività a rischio di corruzione devono essere svolte, ove possibile, dal personale di cui al comma 11. La mancata predisposizione del piano e la mancata adozione delle procedure per la selezione e la formazione dei dipendenti costituiscono elementi di valutazione della responsabilità dirigenziale.
  • 37. 37 Il responsabile della prevenzione della corruzione Art. 1, commi 7, 8 e 10 L. n°. 190/2012 (…) 10. Il responsabile individuato ai sensi del comma 7 provvede anche: a) alla verifica dell'efficace attuazione del piano e della sua idoneità, nonché a proporre la modifica dello stesso quando sono accertate significative violazioni delle prescrizioni ovvero quando intervengono mutamenti nell'organizzazione o nell'attività dell'amministrazione; b) alla verifica, d'intesa con il dirigente competente, dell'effettiva rotazione degli incarichi negli uffici preposti allo svolgimento delle attività nel cui ambito è più elevato il rischio che siano commessi reati di corruzione; c) ad individuare il personale da inserire nei programmi di formazione di cui al comma 11.
  • 38. 38 Responsabile anticorruzione e ODV ODV 1. Monocratico o collegiale 2. Nomina organo amministrativo es. Amministratore unico CDA 3. Possibili membri esterni 4. Previsto budget 5. Assenza di conflitto di interessi 6. Autonomia 7. Onorabilità ( no condanne) 8. Continuità d’azione (almeno connesso alla durata CDA) Responsabile anticorruzione 1. Monocratico 2. Nomina Organo di indirizzo politico 3. No membri esterni 4. Assegnazione risorse strumentali ed economiche in linea con disp. Bilancio 5. Assenza conflitto di interessi con non possibilità per chi riveste già ruoli specifici 6. Nessuna specifica 7. Assenza condanne e provv . Disciplinari 8. Pari alla durata del’incarico dirigenziale
  • 39. 39 Responsabile anticorruzione e ODV ODV 9. Competenze auditing- legali societarie 10. Vigilare sull’osservanza dei modelli 11. Si compenso 12. Responsabilità contrattuale 13. Esonero responsabilità attraverso la dimostrazione di aver vigilato senza omissioni 14. Relazioni con CDA- dipendenti- collegio sindacale 15. Riceve segnalazioni – flussi e report Responsabile anticorruzione 9. Dirigente o responsabile d’ufficio 10. Varie attività : predisporre Piani anticorruzione ,procedure di selezione formazione, verifiche , predisporre relazione annuale etc 11. Premio per valutazione positiva dell’attività 12. Dirigenziale disciplinare erariale 13. Dimostrazione di aver predisposto il piano e vigilato 14. Responsabile trasparenza dirigenti /amministrazione di controllo 15. Segnalazioni