L’evento, gratuito e riservato agli operatori di salute del bambino, ha visto i responsabili scientifici: il Professore Marcello Giovanini e la Professoressa Enrica Riva impegnati nella discussione di diversi temi legati all’alimentazione e ai farmaci per uno scudo di difesa del bambino in comunità. In particolare, abbiamo discusso con il Prof. Marcello Giovannini dell’importanza dell’educazione nutrizionale e sanitaria riguardante nutrizione e immunità. Ci siamo chiesti come possiamo cambiare la mentalità delle persone e fornire la giusta educazione per far sì che genitori, famigliari, pediatri e nutrizionisti possano modificare il proprio vivere e rapportarsi quotidiano, soprattutto a fronte di una scarsa conoscenza di certe tematiche nel nostro Paese. Il professor Giovanini ci ha spiegato perché pensa che uno dei momenti migliori per affrontare e porre le basi per questo tema sia il corso psico-profilattico preparto della donna. In quel momento, infatti, la donna è più sensibile, anche se ha partorito precedentemente, sarà importante quindi illustrarle, oltre alla giusta alimentazione in gravidanza e durante l’allattamento, anche le nozioni sui problemi nutrizionali, di controllo qualità dei prodotti per imparare a distinguere quali sono gli alimenti più indicati per i bambini nei primi tre anni d’età. È un momento privilegiato per introdurre le basi dell’educazione alimentare per il bambino piccolo dal momento dello svezzamento in poi, ricordando che nei primi tre anni è molto importante siano a misura di bambino, tenendo sempre presente che il bambino non è un piccolo adulto ma un organismo in crescita (del resto il cervello cresce nei primi tre anni quando non crescerà per tutta la vita). Il professore ci ha ricordato che l’immunità comincia a funzionare un po’ dopo il primo anno di vita, è quindi cruciale il momento in cui il bambino entra in comunità perché dopo i sei mesi anche nell’allattato al seno le difese immunitarie trasmesse con il latte pur essendo presenti sono più basse, quindi in quel momento si rischia che il bambino in comunità si ammali più frequentemente di quanto si può ammalare dopo l’anno ma sopratutto dopo il terzo anno di vita, va quindi trasmesso ai genitori il messaggio di quanto sia importante un’alimentazione corretta e attenta in questi primi anni di vita.