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Compendio Tecnico
PANNELLI RADIANTI - Approfondimenti e Schede Tecniche

Ed. 2013
Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it

Sistemi Italia

Via Campagna di Sopra, 20b
25017 Lonato del Garda (BS)
Tel. +39.045.319.9011
Fax: +39.045.640.2376
info@seppelfricke.it

Edizione 2013
Rev. 01 Novembre 2013
Realizzato da Ufficio Normazione Seppelfricke SD ®
Finito di scrivere nel Novembre 2013.
Prima stampa in Dicembre 2013.
Il presente documento composto da 44 Pagine è di esclusiva proprietà di Brasstech srl. È assolutamente
fatto divieto a chiunque di modificare, pubblicare o trasmettere il suddetto materiale e di sfruttare i relativi
contenuti, per intero o parzialmente, senza il preventivo e necessario consenso scritto. Brasstech si riserva
qualsiasi azione giudiziaria a tutela del diritto d’autore sulle proprie opere intellettuali in caso di violazione
degli accordi e delle concessioni di utilizzazione.
Questo documento non implica alcuna responsabilità o garanzia relative alle prestazioni del prodotto. E’ responsabilità del Cliente determinare se i prodotti Seppelfricke SD ® sono idonei alle applicazioni desiderate.

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INTRODUZIONE
Gli impianti a pannelli radianti, se ben progettati, realizzati e regolati, sono in grado di offrire un ottimo livello di comfort. Ciononostante questi sistemi non sempre hanno avuto la
diffusione che ci si poteva attendere, anche a causa di impianti non eseguiti a regola d’arte
in passato e che hanno influito, in negativo, sulla loro popolarità.
Oggi ci si può avvalere di materiali, componenti ed accessori migliori che rendono sicura e
nel contempo rapida la posa ed anche il bilanciamento può essere più accurato a beneficio
del comfort di tutti gli utenti, senza ambienti troppo caldi o, al contrario, sottoriscaldati.
Il raffrescamento a pavimento a pannelli radianti può essere definito come sistema di
climatizzazione caratterizzato da un profilo ideale di temperature. Questo profilo di temperature, soggetto a minime variazioni sull’intera geometria degli spazi e sulle altezze, è dovuto alla distribuzione uniforme della potenza termica con basse temperature superficiali
abbinato ad una corretta deumidificazione dei locali.
In stretta correlazione con l’uniforme assorbimento termico nell’intera area si ottiene un
benessere ottimale che, con il sistema di raffrescamento a pavimento a pannelli radianti,
si consolida già a temperature ambiente di 2°C superiori rispetto a quelle di un’area con
impianto convenzionale.
Si dispone in tal modo di un miglior comfort con temperatura ambiente superiore ed
inoltre si consegue un maggiore risparmio energetico.
Al fine di stabilire quali sono le misure delle condizioni di comfort, di seguito si sono richiamate delle utili nozioni relative al benessere termico, ai parametri principali che influenzano lo stesso ed agli scambi di calore che hanno luogo tra corpo umano ed ambiente che
lo circondano.

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INDICE DEGLI ARGOMENTI

PAGINA

ABC DELLA NORMAZIONE

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SPECIFICA TECNICA E NORMA
NORME DI PROGETTO E DI PRODOTTO
NORME EUROPEE ARMONIZZATE E DI SUPPORTO
PRODOTTI DA COSTRUZIONE (CPD)
DIRETTIVE CE E ATTESTAZIONE DI CONFORMITÀ
MARCATURA CE E MARCHI EUROPEI
CONFORMITA’ DI PRODOTTI, SISTEMI E SERVIZI
CERTIFICATO DI CONFORMITÀ E DI PRODOTTO

9
9
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11
11
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14

APPROFONDIMENTI TECNICI

15

PANNELLI ISOLANTI
TUBI PLASTICI
GIUNTI
MASSETTO
INDICAZIONI PER LA POSA DEL SISTEMA RADIANTE
INDICAZIONI PER LA PROGETTAZIONE DEL SISTEMA RADIANTE

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19
22
24
27
30

SCHEDE TECNICHE

31

PANNELLO FBSD
PANNELLO KBSD
PANNELLO KBSD30
PANNELLO INSD
PANNELLO INSD700
TUBO PEX-C EVOH 5 STRATI
RACCORDERIA
ADDITIVO
MIXING UNIT

33
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39
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41
42

COLLETTORE SOLARE PIANO SOTTOVUOTO LEER

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ABC
DELLA NORMAZIONE

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ABC DELLA NORMAZIONE
SPECIFICA TECNICA E NORMA
NORME DI PROGETTO E DI PRODOTTO
NORME EUROPEE ARMONIZZATE E DI SUPPORTO
PRODOTTI DA COSTRUZIONE (CPD)
DIRETTIVE CE E ATTESTAZIONE DI CONFORMITÀ
MARCATURA CE E MARCHI EUROPEI
CONFORMITA’ DI PRODOTTI, SISTEMI E SERVIZI
CERTIFICATO DI CONFORMITÀ E DI PRODOTTO

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SPECIFICA TECNICA E NORMA
La Guida alle Procedure di informazione sulle Regole Tecniche e sulle Norme
Nazionali è data dalla Direttiva 83/189 CE, modificata dalla Direttiva 98/34
CE.
La Specifica Tecnica è un documento che definisce le caratteristiche di un
prodotto, quali il livello di qualità, le dimensioni, le prescrizione ad esso applicabili. Le Specifiche Tecniche possono essere contenute in Regole Tecniche od in Norme Tecniche.
In particolare la Norma Tecnica, detta anche norma Industriale, è una Specifica Tecnica che viene approvata da un Organismo Riconosciuto a svolgere
attività normativa per applicazione ripetuta o continua, la cui osservanza
non è obbligatoria, che appartenga ad una delle seguenti categorie:
Norma Internazionale: ISO;
Norma Europea: EN;
Norma Nazionale: UNI;
UNI ISO

EN

UNI EN ISO

Versione Italiana delle Norme
Internazionali ISO, che se non
tradotte vengono adottate nella
lingua originale.

Norme obbligatoriamente recepite nei Paesi Comunitari.
Tradotte in Lingua Italiana
oppure adottate integralmente in
una delle lingue Ufficiali del CEN
(Inglese, Francese, Tedesco).

Versione Ufficiale delle Norme
Europee EN che recepiscono senza varianti il testo delle omonime
Norme Internazionali ISO.
Possono essere tradotte in Lingua
Italiana o adottate nelle versione
in Lingua originale.

NORME DI PROGETTO E DI PRODOTTO
Affrontando il tema delle Norme, ricordiamo qui come esistano diverse tipologie di Norme che si differenziano tra loro in modo sensibile e per cui
è bene averne chiara la definizione in modo da non confondersi. Ci sono
Norme di Progetto e Norme di Prodotto.
Le Norme di Progetto sono Regole Tecniche obbligatorie e sono Norme
volontarie.
Le Norme di Prodotto possono essere: obbligatorie se sono Europee Armonizzate o sono Nazionali od Europee richiamate in una Regola Tecnica,
volontarie se Europee non Armonizzate o Nazionali non richiamate in una
Regola Tecnica.

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NORME EUROPEE ARMONIZZATE E DI SUPPORTO
Una Norma Europea Armonizzata è una Norma predisposta dal CEN o dal
CENELEC in risposta ad un preciso mandato di armonizzazione approvato
dalla CE. Essa stabilisce come devono essere valutate o misurate le caratteristiche e le prestazioni del prodotto. Il numero di una Norma Armonizzata
non differisce da quello di una qualsiasi Norma Europea ed il suo riferimento
è pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea.
Ci sono poi le Norme Europee di Supporto che sono Norme contenenti
metodi di prova, terminologie, criteri di scelta del prodotto, criteri di progettazione e/o esecuzione dei prodotti o del sovra sistema in cui vengono
collocati.
Tali Norme non sono Norme Armonizzate.

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PRODOTTI DA COSTRUZIONE (CPD)
Per materiale da costruzione si intende qualsiasi prodotto fabbricato al fine
di essere permanentemente incorporato in opere di costruzione le quali comprendono gli edifici e le opere di ingegneria civile.
I prodotti da costruzione devono soddisfare i seguenti requisiti essenziali:
resistenza meccanica e stabilità;
sicurezza in caso di incendio;
igiene, salute ed ambiente;
sicurezza nell’impiego;
protezione contro il rumore;
risparmio energetico e ritenzione di calore;
uso sostenibile delle risorse naturali.

DIRETTIVA CE E ATTESTAZIONE DI CONFORMITÀ
Le Direttive CE sono Istruzioni Regolamentari Comunitarie indirizzate a tutti
gli Stati Membri. I Paesi Membri destinatari della Direttiva hanno l’obbligo
della sua trasposizione nell’ordinamento Nazionale.
Le Decisioni CE per l’Attestazione di Conformità sono documenti legislativi preparati dalla Commissione Europea e devono essere adottate senza
modifiche da parte degli Stati Membri. Sono oggetto di decisione tutte le
procedure per l’attestazione di conformità di un prodotto o di una famiglia
di prodotti. Gli “Ordini di Lavoro” che la Commissione dà all’Organismo di
Normazione europea CEN affinché elabori delle Norme Tecniche Armonizzate
sono chiamati Mandati CEN.
La tipologia dei prodotti Seppelfricke SD ® deve essere considerata nell’ambito della Direttiva CE 89/106 CPD (Prodotti da costruzione), sostituita dal
1 Luglio 2013 dal Regolamento 305/11. la quale prevede l’apposizione obbligatoria della marcatura CE per i prodotti per i quali esista una norma
armonizzata.

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Il 24 aprile 2011 è entrato in vigore il Regolamento 305/11 UE (CPR-Costrution Products Regulations) che va ad abrogare ed a sostituire la Direttiva
89/106, con piena applicazione dal 2013. Il Regolamento introduce un nuovo
concetto al quale dovranno uniformarsi tutti i prodotti da costruzione: il DoP
(Declaration of Performance). In pratica ogni prodotto dovrà essere valutato,
da una parte terza, per le sue prestazioni.
La Norma EN 13163 è dotata dell’allegato ZA che impone ai manufatti in EPS
per impiego in edilizia, come isolante termico, di essere dotati di marcatura
CE secondo la direttiva sui prodotti da costruzione 89/106 (oggi CPR 305) al
rispetto di quanto prescritto dalle regole della norma stessa.
Le Attestazioni di Conformità vengono redatte secondo le Regole Tecniche
Nazionali in Conformità alle prescrizioni di Decreto Ministeriale (DM) o secondo la Direttiva 89/106, oggi Regolamento 305/11, in Conformità ad una
Norma Armonizzata od un Benestare Tecnico Europeo.

MARCATURA CE E MARCHI EUROPEI
MARCATURA CE
MARCHIO CEN/CENELEC

Dimostra la conformità del pro- Detto anche Key Mark dimostra la
dotto ad una Direttiva Europea. conformità di un prodotto ad una NorLa Direttiva è un documento il cui ma Europea.
contenuto deve essere convertito in Legge Nazionale e contiene
solo una descrizione generale
delle caratteristiche essenziali
del prodotto. Si rimanda al rispetto obbligatorio delle Norme Tecniche Armonizzate per le caratteristiche costruttive e funzionali.
L’apposizione della marcatura CE
è prevista solo per determinate
categorie di prodotti.

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MARCHIO CEN

Dimostra la conformità alle Norme
Europee emesse dal CEN. Al momento è utilizzato esclusivamente
per le valvole termostatiche per
radiatori.
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CONFORMITÀ DI PRODOTTI, SISTEMI E SERVIZI
I Prodotti, Processi e Servizi se non regolati direttamente devono essere
conformi in ordine a:
Legislazione Tecnica Nazionale;
Norme Europee;
Norme Nazionali;
Norme ISO;
Regola dell’Arte;
La Conformità è la rispondenza di un prodotto, processo o servizio a tutti i
requisiti specificati ed è definita dalla UNI-CEI-EN 45020. La Conformità di
un prodotto si suddivide in tre momenti specifici: Attestazione, Dichiarazione
e Certificazione.
L’Attestazione di Conformità è l’atto mediante il quale un laboratorio di
prova, terza parte indipendente, dichiara che un determinato campione sottoposto a prove è conforme ad una specifica Norma o ad altro Documento
Normativo.
La Certificazione è l’atto mediante il quale un Ente terzo dichiara che un
prodotto, processo, un sistema di qualità aziendale, un servizio è conforme
ad una specifica Norma.
Ciascun Stato Membro comunica alla Commissione Europea un elenco degli
Organismi di Certificazione, degli Organismi di Ispezione e dei Laboratori di
Prova designati alla certificazione, ispezione ed alle prove tecniche specifiche di quel determinato prodotto, processo o servizio verso il quale tali Enti
si sono specializzati.
Nel momento in cui un’azienda deve provvedere a Certificare un prodotto,
deve porre estrema attenzione nell’individuare l’Ente Registrato per quel
determinato atto.

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CERTIFICATO DI CONFORMITA’ E DI PRODOTTO
Il Certificato di Conformità è un documento emesso secondo le Regole Tecniche di un sistema di certificazione, che indica, con sufficiente certezza che
un determinato prodotto, processo o servizio è conforme ad una specifica
Norma o ad un altro Documento Normativo, secondo UNI-CE-EN 45020. Il
Certificato, oltre alla data di emissione, contiene la data di scadenza del
Certificato medesimo.
La Certificazione di Prodotto può attestare la conformità a:
Norme Tecniche, dette volontarie, che diventano cogenti se vengono
recepite in Leggi e Regolamenti emessi dalle PP.AA.;
Regole Tecniche, cogenti quando emesse dalle PP.AA;
Direttive Comunitarie, cogenti e dove è obbligatoria la Certificazione o
la Dichiarazione di Conformità;
Pertanto un laboratorio di parte terza che ha eseguito degli esami su un
campione di prodotto può solo dichiarare i valori ottenuti su quest’ultimo. Se
poi tali valori vengono confrontati con quelli prescritti da una Norma, l’atto
diventa un Attestato di Conformità. Tale attestazione è relativa al solo campione esaminato e prescinde da aspetti produttivi. La certificazione eseguita
su lotti di produzione e su di un numero di campioni statisticamente significativo si riferisce comunque ai campioni del lotto esaminato.
La certificazione con rilascio di Marchio di Conformità (es. UNI, DIN, AFNOR, DVGW),invece, dimostra che l’Ente Certificatore tiene sotto costante controllo l’Azienda produttrice, sia controllando i processi produttivi che
prelevando sul mercato campioni di prodotto per verificarne la rispondenza.
L’Ente Certificatore è proprietario del marchio di conformità, riportato sulla
produzione certificata, e gestisce il Registro delle Aziende/Prodotti Certificate.
Tale Registro è a disposizione di chiunque voglia consultarlo.

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APPROFONDIMENTI
TECNICI PRODOTTI

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APPROFONDIMENTI TECNICI
PANNELLI ISOLANTI
TUBI PLASTICI
GIUNTI
MASSETTO
INDICAZIONI PER LA POSA DEL SISTEMA
INDICAZIONI PER LA PROGETTAZIONE DEL SISTEMA

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PANNELLI ISOLANTI
Polistirolo e Polistirene sono due sinonimi e pertanto non indicano due materiali diversi.
Per quanto riguarda l’isolamento di un pannello in polistirene, si deve attenere al metodo di designazione a codici previsto dalla norma UNI EN 13163
per polistirene stampato, oppure UNI EN 13164 per polistirene estruso, recepite e pubblicate in G.U.R.I. n°95 del 23/04/2004.
Nei sistemi di riscaldamento a pavimento, la marcatura CE riguarda, per il
momento, solo le piastre isolanti.
L’abbattimento del rumore da calpestio dipende dalla Rigidità dinamica, in
funzione dello spessore e dal peso del massetto di copertura, come riportato
in UNI EN 12354 (figura C.1).
Quando si progetta un pavimento su mezzo elastico, materiale isolante, lo si
considera come una lastra sottile di dimensioni finite poggiante su letto di
molle elastiche indipendenti (Winkler) e quindi con buone caratteristiche di
resistenza a trazione per flessione. Pertanto una caratteristica da considerare con attenzione è la resistenza a flessione della piastra isolante, aspetto
molto spesso non valutato.
Il nuovo sistema di specificazione per il polistirene espanso EPS secondo
l’attuale norma europea non si riferisce a “classi chiuse” (come secondo la
UNI 7819 + F.A.1, ritirata e sostituita dalla UNI EN 13163) ma bensì a “classi
aperte”. Le caratteristiche vengono dichiarate sotto forma di “codici di designazione” che riportano a specifici livelli (limiti superiori o inferiori di una
proprietà)o classi (combinazioni di due livelli in cui il valore di una proprietà
può rientrare).
45
A

Fig. C.1: Indice di valutazione dell’attenuazione del livello di pressione
sonora di calpestio per pavimenti galleggianti in malta di cemento o solfato
di calcio.

40

35

30

160
140
120
100
80

25

20

15

60

4

6

8

10

15

20

30

40 50

B

Legenda:
A: indice di valutazione dell’attenuazione del
livello di pressione sonora, W in dB;
B: massa per unità di area di pavimento galleggiante, in Kg/m -2 ;
C: Rigidità Dinamica per unità di area, S’,
dello strato resiliente, in MNm -3 .

C

17
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Nello specifico i prodotti EPS sono divisi in tipi (Prospetti C1 e C2), di cui
EPS-S può essere utilizzato solo per applicazioni destinate a non supportare
carico, mentre EPS-T possiede specifiche proprietà di isolamento acustico.
La classificazione viene effettuata in base allo sforzo di compressione al
10% di deformazione ed alla resistenza a flessione, prevedendo 16 classi.
Ciascun tipo dunque, eccetto EPS-S, deve soddisfare due condizioni differenti allo stesso tempo al fine di garantire una prestazione adeguata del
prodotto.
L’attuale designazione dell’ EPS in lastre non specifica la massa volumica
(kg/m³), come invece prevedeva la norma UNI 7819, ritirata il 31/01/2001 e
quindi non più in vigore.
Prospetto C.1: Classificazione dei prodotti EPS
Tipo

Sollecitazione a compressione al 10%
di deformazione kPa

Resistenza a flessione
kPa

EPS S

-

50

EPS 30

30

50

EPS 50

50

75

EPS 60

60

100

EPS 70

70

115

EPS 80

80

125

EPS 90

90

135

EPS 100

100

150

EPS 120

120

170

EPS 150

150

200

EPS 200

200

250

EPS 250

250

350

EPS 300

300

450

EPS 350

350

525

EPS 400

400

600

EPS 500

500

750

Prospetto C.2: Classificazione dei prodotti EPS che portano un carico con proprietà acustiche
Tipo

Rigidità Dinamica

EPS T

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Comprimibilità
Livello preso dal prospetto 12

Livello preso dal prospetto 10
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TUBI PLASTICI
Quando si presentano le tipologie di tubo spesso non viene indicato il tipo di
reticolazione, se prevista.
Per il PEX, i tipi di reticolazione, sono ricordati di seguito:
PEX-a [Polietilene reticolato chimicamente con perossidi] ;
PEX-b [Polietilene reticolato chimicamente con silano] ;
PEX-c [Polietilene reticolato fisicamente (elettroni)] ;
La sequenza delle lettere è casuale e non è assolutamente da interpretare
come una scala di qualità, come si vorrebbe far intendere, interpretando la
norma di riferimento UNI EN ISO 10147:2013. Il grado di reticolazione non è
sinonimo di qualità, ma deve essere in sintonia con il materiale ed il metodo,
quindi il minimo suggerito dalla Norma è:

La differenza fra i vari metodi di reticolazione consiste sia nel prodotto utilizzato che nel metodo adottato.
Tipologia
Nella reticolazione di tipo c non
esistono problemi di uniformità o di
additivo. La reticolazione viene fatta
con bombardamento elettronico, che
non è “disturbato” da additivi, su un
tubo calibrato e già controllato.
Una estrusione di tipo a discontinuo,
a pistone alternato, produce un accumulo di additivo e di PE ad ogni
colpo ed è per questo motivo che la
norma richiede una maggiore reticolazione per compensare i cosiddetti
“punti morti”.
La reticolazione di tipo b prevede
l’immissione al momento dell’estrusione di un additivo nella miscela
granulare di PE. Per quanto accurata
possa essere, la dispersione dell’additivo non può essere omogenea
ecco perché viene richiesto un grado
di reticolazione del 65%.

Metodo

Considerazioni

PEX-c: Il tubo viene estruso con un
estrusore di tipo continuo, a coclea,
e avvolto in grandi bobine da 5÷10
mila metri. Totalmente controllato e Quando si parla di PEX-c e PEX-a si
poi sottoposto a irraggiamento elet- ha la certezza che la reticolazione sia
tronico che provoca la reticolazione. avvenuta effettivamente, in quanto i
PEX-a: Reticolazione ottenuta in fase due processi di lavorazione (elettrodi estrusione immettendo un additivo nico e con perossidi) non permettono
a base di perossidi nell’estrusore di che il tubo possa essere reticolabile
tipo alternativo, a pistone, insieme fuori dagli impianti di produzione.
al granulo di PE. L’alta pressione di
estrusione provoca la reticolazione
ed il tubo esce già reticolato.
PEX-b: Reticolazione ottenuta immettendo, con il granulo di PE, un
additivo a base di silani nell’estrusore di tipo continuo, a coclea. La reticolazione si ottiene, in un secondo
momento, facendo passare una soluzione acquosa, a temperatura costante e tempi controllati, all’interno
del tubo.

E’ una fase che prevede una lavorazione costosa per cui alcuni produttori propongono una tubo RETICOLABILE evitando i costi. E’ chiaro
che questa pratica non garantisce
la qualità del tubo poiché è evidente
che la reticolazione non può avvenire
con il tubo in opera semplicemente
perché passa l’acqua degli impianti.

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ANCORAGGIO DEI TUBI
La norma UNI EN 1264-4:2009 al par. 4.2.7 prevede che i tubi e i relativi
sistemi di ancoraggio debbano assicurare che le rispettive posizioni orizzontali e verticali siano mantenute come da progetto.
Lo scarto verticale verso l’alto dei tubi prima e dopo l’applicazione dello
strato di supporto non deve essere maggiore di 5 mm in qualsiasi punto.
Lo scarto orizzontale della distanza specificata del tubo nel circuito di
riscaldamento non deve essere maggiore di ±10 mm in corrispondenza dei
punti di collegamento.
Le piastre Seppelfricke assicurano il rispetto delle tolleranze previste
dalle Norme.

Il posizionamento delle tubazioni, oltre che rientrare nelle tolleranze previste, consente una posa ordinata ed un ancoraggio sicuro, in modo tale che lo
spessore del massetto non subisca modifiche in fase di getto.
La diminuzione di spessore in corrispondenza di una tubazione può far comparire crepe che spesso si ripetono sul rivestimento superiore. In tal caso si
procede alla sigillatura delle lesioni con appositi prodotti.
E’ molto importante che la piastra base mantenga in posizione la tubazione
durante il getto e poi durante i primi giorni della fase “stagionatura umida”,
quando l’impianto viene collaudato mettendolo in pressione, molto spesso
accade che in alcuni punti del massetto si senta il vuoto. Questo è dovuto ad
una mancanza di ancoraggio in fase di posa.
Considerato che la tolleranza, sullo spessore, controllata su tre punti soglia
deve essere ±2 mm per ogni metro di distanza fra questi punti, si capisce
l’importanza della planarità e della precisione della piastra base.

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PROCESSO DI RETICOLAZIONE
La reticolazione è il procedimento attraverso il quale le catene lineari del PE
vengono collegate fra loro ottenendo un prodotto, il Polietilene Reticolato,
con caratteristiche prestazionali, meccaniche e fisiche, notevolmente superiori al PE di base.

Esempio di Catena molecolare di PE

Sottoponendo il PE a reticolazione si creano delle giunzioni forti fra catene
molecolari vicine, il materiale così ottenuto prende il nome di Polietilene Reticolato, sigla PEX, la cui temperatura di fusione è notevolmente più alta e le
caratteristiche meccaniche molto elevate, per una materia plastica.
Ci sono poi altri tipi di tubi plastici che però non sono né reticolati, né tantomeno reticolabili:
[Polietilene ad alta densità] ;
[Polietilene a resistenza termica maggiorata] ;
[Polibutilene a catene molecolari non ordinate] ;
[Polibutilene] ;

Il PE-RT (Polyethylene of Raised Temperature Resistance) Polietilene Resistente alle Temperature Elevate, non è un Polietilene Reticolato ma un Polietilene con migliorate caratteristiche di resistenza alla temperatura. Infatti il
PE-RT è saldabile ed è un Termoplastico mentre il PE-X non è saldabile ed è
un Termoindurente o Duroplasto.

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GIUNTI
GIUNTO DI ISOLAMENTO (FASCIA PERIMETRALE)
E’ un giunto isolante periferico adesivo, pretagliato, per desolidarizzare del
massetto dalle partizioni e dai contatti con apparecchi e scarichi.
La fascia ha la funzione di isolante termoacustico consentendo la dilatazione
del massetto in fase riscaldamento.
Soprattuto in corrispondenza delle soglie di portefinestra, riduce notevolmente la trasmissione del calore, per conduzione, verso l’esterno.
La fascia viene posizionata sul perimetro delle stanze dopo l’applicazione dell’intonaco e viene rifilata solo dopo la posa del rivestimento dei
pavimenti.
La fascia è dotata di due appendici: un bordo inferiore che funge da piede
sul quale viene appoggiata la piastra base, ed una bandella in PE trasparente
che va a ricoprire il giunto, dimodochè, in fase di getto, l’acqua dell’impasto
non si infiltri sotto l’isolamento.

Caratteristiche
-

Altezza: mm 150;
Spessore: mm10;
Bandella: mm 250;
Piede: mm 50;
Conduttività : 0,038W/mK.

Dilatazione del massetto

Sigillante
elastico

Coefficiente di dilatazione ~ 0,012mm/mK
Esempio di dilatazione di un massetto
lungo 20 metri
20m

T30°C 0,012 = 7,2 mm

La fascia deve essere posata alla base di vasche, piatti doccia, scarichi,
pilastri ed ogni altra opera fissa presente sul solaio.

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GIUNTO DI DILATAZIONE (GUAINA)
Sul massetto riscaldante, seguendo le regole costruttive dell’edilizia, devono
essere ricavati i giunti di dilatazione che consentono alla struttura estensioni e contrazioni sia sul piano orizzontale che verticale.
Per evitare che movimenti innaturali delle piastre contigue possano danneggiare le tubazioni, negli attraversamenti dei giunti, le tubazioni devono
essere protette con una guina corrugata.
La guaina protettiva dev’essere posta per circa 300 mm a cavallo del giunto;
in nessun caso la tubazione può attraversare il giunto di dilatazione per
più di due volte nel suo percorso (andata e ritorno).
Il giunto deve essere eseguito in corrispondenza di ogni apertura, soglia di
porta o base d’arco, interponendo il setto di separazione elastico.
Deve altresi eseguirsi il giunto interrompendo superfici riscaldanti che
superano 40m² o tratti che superano lunghezze di 8 m.
Giunto di dilatazione

Giunto

Guaina corrugata

Il giunto di dilatazione deve essere almeno di 5 mm, salvo diversa disposizione del Direttore Lavori.
In corrispondenza del giunto la guaina corrugata protettiva permetterà la
contrazione o la dilatazione assiale e radiale delle tubazioni. È necessario
prevedere giunti di dilatazione ad ogni soglia di porta.

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MASSETTO
Un componente essenziale per la buona riuscita dI un impianto a pavimento
è una corretta realizzazione del massetto di copertura che deve essere:
maturo,
compatto,
liscio,

Non utilizzare mai
l’impianto per accelerare l’asciugatura

planare,
privo di fessurazioni,
pulito ed asciutto.

É pertanto fondamentale rispettare i tempi di maturazione: in genere una
settimana per centimetro di spessore o almeno 28 giorni. Importante è che
non vi sia un’umidità residua di equilibrio fra quella dell’aria e quella dei
prodotti cementizi.
Nel caso in cui si utilizzino preparati premiscelati, non cementizi, per massetti si seguono le indicazioni del fornitore. Molto spesso questi preparati
sono sensibili all’umidità, pertanto è da evitare l’uso di boiacca a base d’acqua.
A stagionatura avvenuta deve essere effettuato un ciclo di accensione progressiva dell’impianto in modalità riscaldamento, per verificare la funzionalità dell’impianto oltre che rendere il massetto stabile.
60

50

Temperatura (°C)

40

30

20

10

5

10

15

20

25

30

35

40

45

50

Tempo (Giorni)
Fasi

A

B

C

D

E

F

G

Legenda:

24

A : accensione impianto in riscaldamento con incrementi di 10°C al giorno, fino al raggiungimento della temperatura massima;
B : tenuta dell’impianto alla temperatura massima per 10 giorni;
C : spegnimento graduale dell’impianto con decrementi di 10°C al giorno, fino al raggiungimento della temperatura ambiente;
D : stabilizzazione temperatura pre-posa;
E : posa della pavimentazione;
F : accensione graduale impianto in riscaldamento, in 6÷7 giorni;
G : tenuta dell’impianto alla temperatura di regime per 2÷3 giorni;
H : spegnimento graduale dell’impianto in 4÷5 giorni;
I : finitura.

H

I
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Di norma il ciclo di accensione si esegue mettendo in funzione l’impianto al
minimo e aumentando la temperatura di 5°C al giorno fino al raggiungimento
del regime massimo previsto in esercizio.
Mantenuta la temperatura massima per minimo 5 giorni, si procede a ritroso,
cioè diminuendola di 5°C al giorno fino al raggiungimento della temperatura
ambiente.
Il massetto, sottoposto a questo ciclo, frequentemente provoca la
comparsa di fessurazioni che devono essere valutate. Il processo di
avviamento del riscaldamento deve essere documentato.
Nel caso di massetti cementizi generalmente è opportuno l’utilizzo di un additivo idoneo avente la funzione di aumentare il grado di compattazione, e di
conseguenza di migliorarne le caratteristiche meccaniche e di conduttività
termica.
Qualora si utilizzino prodotti premiscelati o predosati per sistemi di riscaldamento/raffrescamento, è opportuno non utilizzare additivi e comunque
attenersi alle indicazioni del fornitore.
È competenza del posatore del rivestimento verificare il valore di umidità
presente nel massetto prima della posa del rivestimento.
Nei massetti con riscaldamento/raffrescamento, oltre alle prescrizioni relative ai massetti galleggianti, occorre prevedere uno spessore
minimo del massetto al di sopra degli elementi riscaldanti/raffrescanti
di almeno 3 cm come previsto dalla UNI EN 1264.
Se non si rispettano i tempi di maturazione si creano delle tensioni che
se superano la resistenza dei singoli strati portano al sollevamento delle
piastrelle.
Queste tensioni aumentano dato che le piastrelle, in particolare se porose, tendono a dilatarsi per assorbimento d’acqua (umidità e lavaggi). Per
ovviare a questo inconveniente è opportuno predisporre giunti perimetrali
e di frazionamento e per evitare il crearsi di eccessive tensioni il massetto
deve essere svincolato dalla struttura portante.
Si ottiene cosi’ il massetto “desolidarizzato”.
I massetti galleggianti, proprio perchè viene a mancare l’adesione con il
supporto, sono liberi di subire le deformazioni causate dal loro ritiro.

25
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PREPARAZIONE E DOSAGGI
Affinché il massetto abbia una buona conduttività termica e riesca ad inglobare bene i tubi in esso contenuti, è necessario che il calcestruzzo presenti
un basso grado di porosità ed un grado di fluidità tale da permettere un buon
avvolgimento dei tubi.
A tale scopo, nella preparazione del calcestruzzo, si deve utilizzare l’additivo
fluidificante nelle proporzioni sotto specificate. L’additivo migliora inoltre le
caratteristiche meccaniche del calcestruzzo.
Il quantitativo di additivo viene previsto per uno spessore del massetto pari
a 40÷45 mm misurato sopra il tubo per il sistema FBSD e pari a 25÷30 mm
misurato sopra le bugne per i sistemi KBSD e KBSD30.
DOSAGGIO: 1,2% del peso del cemento. Per facilitare la miscelazione, versare nel calcestruzzo l’additivo già premiscelato all’acqua e continuare l’impasto per circa 10’. Nel caso di utilizzo di autobetoniera, versare l’additivo in
cantiere e miscelarlo per circa 5’ prima di iniziare il getto del calcestruzzo.
Nel caso di utilizzo di pompa per calcestruzzo miscelare al max per 2’.
RAPPORTO ACQUA/CEMENTO: normalmente il rapporto vale 0,5 (25 l di acqua per 50 Kg di cemento), mentre utilizzando l’additivo fluidificante, nel
dosaggio previsto, il rapporto acqua/cemento diventa 0,35 (16÷18 l di acqua
per 50 Kg di cemento).
PRECAUZIONI D’USO: conservare a temperatura compresa tra i 5°C ed i
35°C. Proteggere dalla luce. Il prodotto ha scadenza, utilizzare entro la data
riportata sull’etichetta. Per la manipolazione attenersi scrupolosamente alle
istruzioni di sicurezza.
SICUREZZA: per informazioni e consigli sulle norme di sicurezza e per l’utilizzo e conservazione di prodotti chimici, l’utilizzatore deve far riferimento
alla più recente Scheda di Sicurezza, contenente i dati fisici, tossicologici ed
altri dati relativi in tema di sicurezza.
COMPOSIZIONE IDEALE PER 1 m3 DI MASSETTO
Rapporto
Inerti
Acqua
Cemento
acqua/
(0 ÷ 8 mm)
(indicativo)*
cemento**

Sistema

Spessore
massetto

FBSD

40 mm

1 m3

95÷105 l

300 Kg

KBSD

30 mm

1 m3

95÷105 l

330 Kg

35%

* Nel determinare il volume d’acqua, tener conto dell’acqua eventualmente già contenuta nella sabbia.
** 35% significa che per ogni 50 Kg di cemento si devono utilizzare 16÷18 l d’acqua.
*** 1,2% significa che per ogni 50 Kg di cemento si devono utilizzare 0,6 Kg di additivo.

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Additivo
3,5 Kg
4,0 Kg

Rapporto
additivo/
cemento***
1,2%
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L’utilizzo di un additivo esente da formaldeide e da cloruri. a base di policarbossilato etere (PCEs) permette di ottenere miscele cementizie ad alte
prestazioni ed estesa lavorabilità, particolarmente adatto alla produzione di
calcestruzzo gettato in opera in modo da assicurare l’ottimizzazione della
produzione del calcestruzzo, specialmente riguardo alla durabilità e all’alta
resistenza meccanica.
Grazie alla sensibile capacità di riduzione del rapporto A/C e ad un migliore
rapporto aggregato/cemento, assicura una forte riduzione del ritiro idraulico
e della deformazione viscosa. calcestruzzi di elevate qualità per getti di manufatti in forma complessa, sottili e con fette armature.
L’additivo dev’essere perfettamente solubile nell’acqua d’impasto, innocuo
nei confronti delle barre d’armatura e deve essere conforme alla norma UNI
EN 934-2:2012.
Nella termografia in basso si può apprezzare la stratificazione del calore
data da un massetto radiante in un edificio di grandi dimensioni.
E’ il solo massetto a costituire l’effettiva superficie radiante e non la superficie del tubo.
Si sottolinea come il diametro e la lunghezza delle tubazioni interessa solo
la funzione idronica (portata e velocità del fluido termovettore).

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INDICAZIONI PER LA POSA DEL SISTEMA RADIANTE
La posa in opera del sistema radiante deve avvenire strettamente in conformità agli elaborati di progetto.
Durante la fase preliminare assicurarsi che gli intonaci siano finiti fino al
solaio. La superficie del solaio deve essere sufficientemente asciutta, pulita,
orizzontale e piana.
Si consiglia di installare eventuali condutture lungo le pareti perimetrali in
modo da non intralciare la posa delle piastre isolanti.
Evitare di intagliare l’isolante per alloggiare le tubazioni; si formerebbero
dei ponti termo-acustici nocivi.Se molte condutture attraversano il solaio è
necessario, compatibilmente con le quote del pavimento finito, annegarle nel
calcestruzzo al fine di livellare il solaio.
Nel caso in cui i lavori vengano eseguiti durante la stagione invernale, è
bene che i serramenti esterni siano già installati, o quantomeno ci siano
delle protezioni tali da evitare inconvenienti derivanti dalle cattive condizioni
atmosferiche.
Impermeabilizzazione (eventuale): per i solai su terra, dove siano possibili infiltrazioni di umidità dall’esterno, si consiglia la posa di una guaina
di impermeabilizzazione o perlomeno di un foglio in polietilene (PE) dello
spessore di 0,2 mm, opportunamente sormontato (almeno 10 cm), che dovrà
risalire sulle pareti fino ad un’altezza di 15 cm.
Armatura di rinforzo (eventuale): l’uso di armatura di rinforzo del massetto deve seguire le regole dell’arte e le prescrizioni della Direzione Lavori
o Progettista. In nessun caso l’armatura, o rete, può avere una funzione di
“antiritiro” del massetto.
In merito a ques’ultimo punto segnaliamo il “Codice di Buona Pratica” realizzato dall’Ente Giuridico CONPAVIPER, Associazione Nazionale Pavimentazioni Continue (www.conpaviper.com) e scaricabile dal loro sito ufficiale nella
sezione documenti > massetti per sottofondo.
Isolamento termico (eventuale): compatibilmente con lo spessore definitivo del pavimento, i solai su terra, le cantine o i portici, non riscaldati, devono
essere ulteriormente isolati allo scopo di limitare le dispersioni termiche
verso l’esterno.
Nel momento in cui si va a scegliere il pannello isolante bisogna tener
conto del valore minimo di Resistenza Termica in funzione delle condizioni
termiche sottostanti la struttura del pavimento, seguendo le indicazioni
della Norma UNI EN 1264-4:2003 e UNI EN 1264-3:1999.

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La principale funzione della piastra base per i sistemi di riscaldamento
e raffrescamento a pavimento è l’isolamento termico verso il basso.
L’isolamento termico è fondamentale per garantire ottime prestazioni ed
importanti risparmi energetici.
Secondo la UNI EN 1264 gli strati di isolamento devono presentare la seguente
resistenza termica minima in funzione delle condizioni termiche sottostanti
la struttura di riscaldamento a pavimento.

Salotto
32°C

Cucina
29°C

Rd 0,75

Studio

29°C

27°C

Rd 0,75

Rd 2,00

Bagno

Soggiorno

32°C

29°C

Rd 1,25

Rd 1,50

Ripostiglio

Cantina

Portico

Carico dell’impianto: il carico dell’impianto deve essere eseguito lentamente al fine di ridurre al minimo le operazione di sfiato dell’aria.Per evitare
inconvenienti dovuti alle basse temperature, immettere nell’impianto l’opportuna quantità di antigelo.
Collaudo idraulico: con tutti i circuiti aperti, mettere in pressione la rete
fino a 4/6 bar per almeno 24 ore, si consiglia di controllare e stringere ulteriormente i raccordi e lasciare in pressione. Assicurarsi che non ci siano
perdite osservando il valore indicato dal manometro di controllo.

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INDICAZIONI PER LA PROGETTAZIONE DEL SISTEMA RADIANTE
Per accelelare il calcolo dei metri di tubo, del giunto perimetrale e dei kg di
additivo necessari per realizzare un impianto a pannelli radianti Seppelfricke
SD, abbiamo realizzato la seguente tabella.
Metri lineari di tubo per m 2 in base al passo.
Passo
Sistema FBSD

6

7,5

9

12

15

18

21

22,5

24

27

30

-

13,30

-

-

6,60

-

-

4,40

-

-

3,30

11,00

8,30

6,60

5,50

4,70

-

4,10

3,70

3,30

11,00

8,30

6,60

5,50

4,70

-

4,10

3,70

3,30

-

-

6,60

-

-

4,40

-

-

3,30

Ø tubo 17x2 - anello massimo 100 metri.

Sistema KBSD

16,60

-

Ø tubo 10,5x1,25 - anello massimo 60 metri.
Sistema KBSD30

16,60

-

Ø tubo 10,5x1,25 - anello massimo 60 metri.
Sistema INSD

-

-

Ø tubo 20x2 - anello massimo 150 metri.

Giunto perimetrale: la fascia isolante risulta in media essere il 110% della
superficie totale, quindi per ogni m 2 di progetto bisogna considerare 1,10 m
di fascia.
Additivo: l’additivo risulta in media essere il 14% della superficie totale per
quanto riguarda il sistema FBSD (quindi per ogni m 2 di massetto bisogna
considerare 0,14 kg di additivo), e risulta essere in media il 19% della
superficie per quanto riguarda i sistemi KBSD e KBSD30 (quindi per ogni m 2
di massetto bisogna considerare 0,19 kg di additivo).

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SCHEDE TECNICHE

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SCHEDE TECNICHE
PANNELLO FBSD
PANNELLO KBSD
PANNELLO KBSD30
PANNELLO INSD
PANNELLO INSD700
TUBO PEX-C EVOH 5 STRATI
RACCORDERIA
ADDITIVO
MIXING UNIT
COLLETTORE SOLARE PIANO SOTTOVUOTO LEER

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PAGINE
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SCHEDA TECNICA PANNELLO FBSD
Caratteristiche geometriche
Dimensioni (lunghezza x larghezza)

1230 x 630 mm

Dimensioni utili (lunghezza x larghezza)

1200 x 600 mm

Superficie utile

0,72 m²

Interasse minimo tra i tubi
passo di posa (cm): 7,5 – 15 – 22,5 – 30

75 mm

Spessore isolante

33 mm

Volume dei fissatubo

14%

Altezza totale con fissatubo

55÷58 mm

Diametro del tubo ospitato

17 mm (17 x 2)

Barriera al vapore superiore

Polietilene (PE) 0,2 mm
Proprietà fisiche

Valore di attenuazione rumore (con massetto 4 cm)

26 dB

Classe di rigidità dinamica

30 MN/m³

Conducibilità termica ( )

0,040 W/mK

Comprimibilità

2 mm

Resistenza termica (R )

1,01 m² K/W

Temperatura di stabilità dimensionale

80°C

Resistenza a compressione ( c)

5 kPa (500 kg/m²)

Classe di reazione al fuoco

Euroclasse E

Designazione - Norme di riferimento
Designazione

EPS – EN 13163 – T3 – L1 – W1 – S1 – P3 – BS50 – DS(N)5 – SD30 – CP2

Designazione RAL

PST SE – TK 5000 (EPS T)

Norme europee di riferimento

EN 13163; EN 13172 – Armonizzate

Marcatura

Articolo

Confezione

855.035.000

7,92 m2

33
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SCHEDA TECNICA PANNELLO KBSD
Caratteristiche geometriche
Dimensioni (lunghezza x larghezza)

1450 x 920 mm

Dimensioni utili (lunghezza x larghezza)

1420 x 890 mm

Superficie utile

1,26 m²

Interasse minimo tra i tubi
passo di posa (cm): 6-9-12-15-18-21-24-27-30

30 mm

Spessore isolante

11 mm

Volume dei fissatubo

16%

Altezza totale con fissatubo

27 mm

Diametro del tubo ospitato

10,5 mm (10,5 x 1,25)

Barriera al vapore superiore

Polietilene (PET) 0,4 mm
Proprietà fisiche

Conducibilità termica ( )

0,034 W/mK

Resistenza termica (R )

0,36 m² K/W

Temperatura di stabilità dimensionale

80°C

Resistenza a compressione ( c)

5 kPa (500 kg/m²)

Classe di reazione al fuoco

Euroclasse E

Designazione - Norme di riferimento
Designazione

EPS – EN 13163 – T1 – L1 – W1 – S1 – P3 – DS(N)5 – DLT(1)5 –
BS200 – CS(10)150

Designazione RAL

PS 25 SE (EPS 150)

Norme europee di riferimento

EN 13163; EN 13172 – Armonizzate

Marcatura

Articolo
855.038.000

34

Confezione
10 m2
Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it

SCHEDA TECNICA PANNELLO KBSD30
Caratteristiche geometriche
Dimensioni (lunghezza x larghezza)

1450 x 920 mm

Dimensioni utili (lunghezza x larghezza)

1420 x 890 mm

Superficie utile

1,26 m²

Interasse minimo tra i tubi
passo di posa (cm): 6-9-12-15-18-21-24-27-30

30 mm

Spessore isolante

33 mm

Volume dei fissatubo

6%

Altezza totale con fissatubo

45÷49 mm

Diametro del tubo ospitato

10,5 mm (10,5 x 1,25)

Barriera al vapore superiore

Polietilene (PET) 0,4 mm
Proprietà fisiche

Valore di attenuazione rumore (con massetto 3 cm)

22 dB

Classe di rigidità dinamica

50 MN/m³

Conducibilità termica ( )

0,037 W/mK

Comprimibilità

2 mm

Resistenza termica (R )

0,93 m² K/W

Temperatura di stabilità dimensionale

80°C

Resistenza a compressione ( c)

5 kPa (500 kg/m²)

Classe di reazione al fuoco

Euroclasse E

Designazione - Norme di riferimento
Designazione

EPS – EN 13163 – T3 – L1 – W1 – S1 – P3 – BS150 – DS(N)5 –
SD50 – CP2

Designazione RAL

PST SE-TK 5000 (EPS T)

Norme europee di riferimento

EN 13163; EN 13172 – Armonizzate

Marcatura

Articolo

Confezione

855.040.A00

5 m2

35
Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it

SCHEDA TECNICA PANNELLO INSD
Caratteristiche geometriche
Dimensioni (lunghezza x larghezza)

1230 x 630 mm

Dimensioni utili (lunghezza x larghezza)

1200 x 600 mm

Superficie utile

0,72 m²

Interasse minimo tra i tubi
passo di posa (cm): 7,5 – 15 – 22,5 – 30

75 mm

Spessore isolante

33 mm

Volume dei fissatubo

14%

Altezza totale con fissatubo

55 ÷ 58 mm

Diametro del tubo ospitato

20 mm (20 x 2)
Proprietà fisiche

Conducibilità termica ( )

0,034 W/mK

Resistenza termica (R )

1,1 m² K/W

Temperatura di stabilità dimensionale

80°C

Resistenza a compressione ( c)

150 kPa (15300 kg/m²)

Resistenza alla flessione

200 kPa (20400 kg/m²)

Classe di reazione al fuoco

Euroclasse E

Designazione - Norme di riferimento
Designazione

EPS - EN 13163 - T1 - L1 - W1 - S1 - P3 - DS(N)5 - DLT (1)5 - BS250
- CS(10)200

Norme europee di riferimento

EN 13163; EN 13172; EN 826

Marcatura

Articolo
855.040.A00

36

Confezione
5 m2
Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it

SCHEDA TECNICA PANNELLO INSD700
Caratteristiche geometriche
Dimensioni (lunghezza x larghezza)

1230 x 630 mm

Dimensioni utili (lunghezza x larghezza)

1200 x 600 mm

Superficie utile

0,72 m²

Interasse minimo tra i tubi
passo di posa (cm): 5 – 10 – 15 – 20 – 25 – 30

50 mm

Spessore isolante

50 mm

Volume dei fissatubo

5%

Altezza totale con fissatubo

73 ÷ 76 mm

Diametro del tubo ospitato

20 mm (20 x 2)
Proprietà fisiche

Conducibilità termica ( )

0,034 W/mK

Resistenza termica (R )

1,45 m² K/W

Temperatura di stabilità dimensionale

80°C

Resistenza a compressione ( c)

700 kPa (71380 kg/m²)

Resistenza alla flessione

250 kPa (25492 kg/m²)

Classe di reazione al fuoco

Euroclasse E

Designazione - Norme di riferimento
Designazione

- CS(10)700

Norme europee di riferimento

EN 13163; EN 13172; EN 826

Marcatura

Articolo

Confezione

855.040.A00

5 m2

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SCHEDA TECNICA
TUBO PEX-c EVOH 5 STRATI
Tubo PEX-c in polietilene reticolato fisicamente a norma EN 579, di colore naturale, stabilizzato all’invecinterna. Idoneo per impianti di riscaldamento secondo
UNI EN ISO 21003-2:2011 e UNI EN ISO 15875-2:2008.
Classe 4.

Caratteristiche Meccaniche
Diametro esterno (mm)

Caratteristiche Termiche
Temperatura operativa massima (°C)

10,5

17

20

95

Diametro interno (mm)

8

13

16

Pressione operativa massima k (bar)

6

Spessore Tubo (mm)

1,25

2

2

Coefficiente di conduzione termica (W/mK)

0,38

Rugosità superficie tubo interno (μ)

7

7

7

Coefficiente di dilatazione lineare (mm/mK)

0,018

Diffusione ossigeno (mg/l)

< 0,1

< 0,1

< 0,1

Grado di reticolazione (%)

65%

65%

65%

Densità di reticolazione (%)

~ 5,5

~ 5,5

~ 5,5

Peso (Kg/m)

0,036

0,097

0,117

Portata (l/mh) a 3 bar

0,043

0,113

0,201

Diagramma Perdite di Carico
100,000
Ø10,5

Perdita di Carico (mbar/m)

10,000

1 m/s
0,9 m/s
0,8 m/s
0,7 m/s
0,6 m/s
0,5 m/s
0,4 m/s

Ø17
Ø20

0,3 m/s

Articolo

1.000

38

10.000

600

17x2

120

17x2

240

17x2

600

855.141.000

Portata (l/h)

300

10,5x1,25

855.137.S00

100

10,5x1,25

855.127.S00

0,000
10

150

855.117.S00

0,001

10,5x1,25

855.132.S00
0,010

Conf. (m)

855.131.S00

0,100

Ø tubo

855.130.S00

1,000

20x2

600
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SCHEDA TECNICA
RACCORDERIA
Bronzi ed ottoni costituiscono i materiali più utilizzati
nella produzione di valvole e raccordi.
Mentre il bronzo ha una buona resistenza all’aggressione chimica, l’ottone subisce un fenomeno di dezinficazione.
Gli ottoni comunemente più utilizzati EN 12164 CW614N CuZn39Pb3 sono ottoni bifasici
e nella
fase lo zinco è meno stabile.
La Seppelfricke SD ® ha scelto per i sistemi di riscaldamento a pavimento una lega ottimale a basso tenore di zinco arricchita di rame con la conseguente
eliminazione della fase :

Cu Zn 40 Pb 2
Caratteristiche Meccaniche della lega CW617N
Durezza Brinnel HB 10

80-100

Tensione di rottura Rm [N/mm²]

350

Deformazione [%]

15

[N/mm²]

140

p-0,2

Resistenza alla corrosione

Resistente alla corrosione,
secondo ISO 6509

Connessione conica con o-ring e tenuta
metallo su metallo

39
Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it

SCHEDA TECNICA
Additivo NUTRITHERM FK2
Nutritherm FK2 è un additivo esente da formaldeide e
da cloruri. a base di policarbossilato etere (PCEs) di
colore ambrato torbido, per ottenere miscele cementizie ad alte prestazioni ed estesa lavorabilità. Nutritherm FK2 consente una forte riduzione del rapporto
acqua cemento, ed un conseguente forte incremento
delle resistenze iniziali e finali. Nutritherm FK2 è un
liquido perfettamente solubile nell’acqua d’impasto,
innocuo nei confronti delle barre d’armatura. E’ conforme alla norma UNI EN 934-2:2012.
Marcatura
Caratteristiche Chimiche
Aspetto

liquido colore ambrato torbido

Peso specifico (Kg/l)

1,045 ± 0,005

Valore di PH

4,7 ± 1

Contenuto di solidi

14,5% ± 1 del peso
Impiego

Campo di applicazione

particolarmente adatto alla produzione di calcestruzzo gettato in opera. Assicura l’ottimizzazione della produzione del calcestruzzo, specialmente riguardo alla durabilità e all’alta resistenza meccanica. Grazie
alla sensibile capacità di riduzione del rapporto A/C e ad un migliore
rapporto aggregato/cemento, assicura una forte riduzione del ritiro
idraulico e della deformazione viscosa. calcestruzzi di elevate qualità
per getti di manufatti in forma complessa, sottili e con fette armature.

Modod’impiego

può essere aggiunto contemporaneamente all’acqua d’impasto; per
un migliore effetto sul mantenimento della fluidità del calcestruzzo nel
tempo è preferibile l’aggiunta del prodotto a impasto di calcestruzzo
già idratato. avendo l’avvertenza di mescolare alla massima velocità di
rotazione per almeno 5’ dopo l’additivazione.
1,2% sul peso del cemento. Che significa:
3,5 Kg ogni m3 di calcestruzzo per il sistema FBSD;
4,0 Kg ogni m3 di calcestruzzo per i sistemi KBSD e KBSD30.

Dosaggio

Compatibilità

è compatibile con tutti i cementi rispondenti alla UNI EN 197 e non
dimostra effetti di negativo e indesiderato inglobamento d’aria nel calcestruzzo.

Conservazione e Durata

Negli imballi originali sigillati, protetto dal gelo e dal contatto diretto
con il sole tra +5 e +35°C: almeno 12 mesi

Sicurezza

Per informazioni e consigli sulle norme di sicurezza e per l’utilizzo e
conservazione di prodotti chimici, l’utilizzatore deve far riferimento alla
più recente Scheda di Sicurezza, contenente i dati fisici, tossicologici
ed altri dati relativi in tema di sicurezza..
Articolo
855.080.000

40

Confezione
25 Kg
Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it

SCHEDA TECNICA
MIXING UNIT

19

Mixing Unit, o centralina di miscelazione modulante, per impianti FB/KB SD.
E’ composta da un corpo compatto in fusione
di bronzo, sul quale sono montati una pompa in
classe A, valvole di carico e scarico, sfiato automatico, valvola termostatica, bypass, termometro, sonda, termostato di sicurezza, valvole di
mandata e ritorno per l’alta temperatura, valvola
di non ritorno sulla mandata dell’impianto di riscaldamento.

21
16
12

2

7

1
20

14
4
5

IP 44
11

9

6
3

15
10

8

17
18
13

Perdite di carico valvola lato impianto

1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.

circolatore classe A;
mandata ai pannelli;
ritorno dai pannelli;
valvola di miscelazione;
valvola pretarata;
valvola bypass;
valvola di non ritorno;
mandata;
ritorno;
valvola mandata;
valvola ritorno;

12.
13.
14.
15.
16.
17.
18.
19.
20.
21.

rubinetto di troppo pieno;
rubinetto di scarico;
sede sonda mandata;
sede sonda ritorno;
sonda termostato sicurezza;
sede sonda ritorno caldaia;
attacco contacalorie;
sfiato;
regolatore della pompa;
termostato di sicurezza e
sovratemperatura;
22. termometro analogico.

Portata pompa Mixing Unit

41
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SCHEDA TECNICA
Collettore solare piano sottovuoto LEER
Il pannello solare termico sottovuoto LEER 200 è
dotato di un innovativo sistema di assorbitori a lamine
sottili di alluminio con tubo di rame incorporato che
permettono di aumentare la superficie di scambio
termico tra i tubi e la piastra captante, trasformando
il 50% della luce diffusa in energia. Il LEER 200
permette la massima integrazione architettonica
ed un costante monitoraggio del vuoto all’interno
del collettore, con un’efficienza costante al variare
dell’irraggiamento e delle condizioni atmosferiche.
Grazie all’aggiunta di krypton aumenta la produzione
del 10%.

1863

2009

Marcatura

75

1009

931,5

Caratteristiche Fisiche
Superficie Complessiva

2,03 m2

Superficie captante

1,76 m2

Dimensioni

Connessioni

2009x1009x75 mm.
lamiera imbutita in lega d’allumino
e magnesio, inossidabile ed
anticorrosione, anche a acqua salina
Vetro di sicurezza antiriflettente da 4
mm, con massima trasparenza.
in lega di ossido di alluminio
altamente selettiva, a forma di
meandro con circolazione forzata.
A flange da 40 mm.

Portasonda

Per sensori con diametro di 6 mm.

8

Contenuto liquido totale

1,30 l

7

Peso Totale

49 kg

Tipo vetro
Assorbitore solare

Caratteristiche Meccaniche
Isolamento termico

Sottovuolto 100 kPa.

Assorbimento solare
Emissione termica

M1,5

82oC

94% min.
16% max.

1040

Perdite di carico del pannello LEER200
con liquido termoconvettore H30-L a 20°C
9
50°C

20°C

6
Perdite di carico [kPa]

Corpo Vasca

5
4
3

Efficienza ottica

81%

Temperatura di esercizio

> 100°C

2

219°C

1

600 KPa

0

Temperatura stagna
(rad.iaz. 1000 W/m2 e Ta =25°C)
Max sovrappressione liquido
termoconvettore
Portata consigliata liquido
termoconvettore
Resa energatica*

30

40

50

30÷100 l/h per pannello

60

70

80

Portata [l/h]

800÷1200 kWh/anno
Articolo

* La resa energetica si riferisce all’ssorbitore di 1,74 m2 e dipende dal modo d’uso,
dalla posizione geografica e dalle condizioni climatiche.

42

Confezione

TB0.001.001

25 Kg

90

100
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Note

43
Sistemi Italia

Via Campagna di Sopra, 20b
25017 Lonato del Garda (BS)
P.IVA 04413430267
Tel. +39. 045.319.9011
Fax: +39.045.640.2376
info@seppelfricke. it
www.seppelfricke.it

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Compendio Tecnico Seppelfricke SD ed.11.2013 - Approfondimenti e Schede Tecniche

  • 1. Compendio Tecnico PANNELLI RADIANTI - Approfondimenti e Schede Tecniche Ed. 2013
  • 2. Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it Sistemi Italia Via Campagna di Sopra, 20b 25017 Lonato del Garda (BS) Tel. +39.045.319.9011 Fax: +39.045.640.2376 info@seppelfricke.it Edizione 2013 Rev. 01 Novembre 2013 Realizzato da Ufficio Normazione Seppelfricke SD ® Finito di scrivere nel Novembre 2013. Prima stampa in Dicembre 2013. Il presente documento composto da 44 Pagine è di esclusiva proprietà di Brasstech srl. È assolutamente fatto divieto a chiunque di modificare, pubblicare o trasmettere il suddetto materiale e di sfruttare i relativi contenuti, per intero o parzialmente, senza il preventivo e necessario consenso scritto. Brasstech si riserva qualsiasi azione giudiziaria a tutela del diritto d’autore sulle proprie opere intellettuali in caso di violazione degli accordi e delle concessioni di utilizzazione. Questo documento non implica alcuna responsabilità o garanzia relative alle prestazioni del prodotto. E’ responsabilità del Cliente determinare se i prodotti Seppelfricke SD ® sono idonei alle applicazioni desiderate. 2
  • 3. Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it INTRODUZIONE Gli impianti a pannelli radianti, se ben progettati, realizzati e regolati, sono in grado di offrire un ottimo livello di comfort. Ciononostante questi sistemi non sempre hanno avuto la diffusione che ci si poteva attendere, anche a causa di impianti non eseguiti a regola d’arte in passato e che hanno influito, in negativo, sulla loro popolarità. Oggi ci si può avvalere di materiali, componenti ed accessori migliori che rendono sicura e nel contempo rapida la posa ed anche il bilanciamento può essere più accurato a beneficio del comfort di tutti gli utenti, senza ambienti troppo caldi o, al contrario, sottoriscaldati. Il raffrescamento a pavimento a pannelli radianti può essere definito come sistema di climatizzazione caratterizzato da un profilo ideale di temperature. Questo profilo di temperature, soggetto a minime variazioni sull’intera geometria degli spazi e sulle altezze, è dovuto alla distribuzione uniforme della potenza termica con basse temperature superficiali abbinato ad una corretta deumidificazione dei locali. In stretta correlazione con l’uniforme assorbimento termico nell’intera area si ottiene un benessere ottimale che, con il sistema di raffrescamento a pavimento a pannelli radianti, si consolida già a temperature ambiente di 2°C superiori rispetto a quelle di un’area con impianto convenzionale. Si dispone in tal modo di un miglior comfort con temperatura ambiente superiore ed inoltre si consegue un maggiore risparmio energetico. Al fine di stabilire quali sono le misure delle condizioni di comfort, di seguito si sono richiamate delle utili nozioni relative al benessere termico, ai parametri principali che influenzano lo stesso ed agli scambi di calore che hanno luogo tra corpo umano ed ambiente che lo circondano. 3
  • 4. Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it 4
  • 5. Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it INDICE DEGLI ARGOMENTI PAGINA ABC DELLA NORMAZIONE 7 SPECIFICA TECNICA E NORMA NORME DI PROGETTO E DI PRODOTTO NORME EUROPEE ARMONIZZATE E DI SUPPORTO PRODOTTI DA COSTRUZIONE (CPD) DIRETTIVE CE E ATTESTAZIONE DI CONFORMITÀ MARCATURA CE E MARCHI EUROPEI CONFORMITA’ DI PRODOTTI, SISTEMI E SERVIZI CERTIFICATO DI CONFORMITÀ E DI PRODOTTO 9 9 10 11 11 12 13 14 APPROFONDIMENTI TECNICI 15 PANNELLI ISOLANTI TUBI PLASTICI GIUNTI MASSETTO INDICAZIONI PER LA POSA DEL SISTEMA RADIANTE INDICAZIONI PER LA PROGETTAZIONE DEL SISTEMA RADIANTE 17 19 22 24 27 30 SCHEDE TECNICHE 31 PANNELLO FBSD PANNELLO KBSD PANNELLO KBSD30 PANNELLO INSD PANNELLO INSD700 TUBO PEX-C EVOH 5 STRATI RACCORDERIA ADDITIVO MIXING UNIT 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 COLLETTORE SOLARE PIANO SOTTOVUOTO LEER 5
  • 6. Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it 6
  • 7. Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it ABC DELLA NORMAZIONE 7
  • 8. Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it ABC DELLA NORMAZIONE SPECIFICA TECNICA E NORMA NORME DI PROGETTO E DI PRODOTTO NORME EUROPEE ARMONIZZATE E DI SUPPORTO PRODOTTI DA COSTRUZIONE (CPD) DIRETTIVE CE E ATTESTAZIONE DI CONFORMITÀ MARCATURA CE E MARCHI EUROPEI CONFORMITA’ DI PRODOTTI, SISTEMI E SERVIZI CERTIFICATO DI CONFORMITÀ E DI PRODOTTO 8 PAGINA 7 7 8 9 9 10 11 12
  • 9. Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it SPECIFICA TECNICA E NORMA La Guida alle Procedure di informazione sulle Regole Tecniche e sulle Norme Nazionali è data dalla Direttiva 83/189 CE, modificata dalla Direttiva 98/34 CE. La Specifica Tecnica è un documento che definisce le caratteristiche di un prodotto, quali il livello di qualità, le dimensioni, le prescrizione ad esso applicabili. Le Specifiche Tecniche possono essere contenute in Regole Tecniche od in Norme Tecniche. In particolare la Norma Tecnica, detta anche norma Industriale, è una Specifica Tecnica che viene approvata da un Organismo Riconosciuto a svolgere attività normativa per applicazione ripetuta o continua, la cui osservanza non è obbligatoria, che appartenga ad una delle seguenti categorie: Norma Internazionale: ISO; Norma Europea: EN; Norma Nazionale: UNI; UNI ISO EN UNI EN ISO Versione Italiana delle Norme Internazionali ISO, che se non tradotte vengono adottate nella lingua originale. Norme obbligatoriamente recepite nei Paesi Comunitari. Tradotte in Lingua Italiana oppure adottate integralmente in una delle lingue Ufficiali del CEN (Inglese, Francese, Tedesco). Versione Ufficiale delle Norme Europee EN che recepiscono senza varianti il testo delle omonime Norme Internazionali ISO. Possono essere tradotte in Lingua Italiana o adottate nelle versione in Lingua originale. NORME DI PROGETTO E DI PRODOTTO Affrontando il tema delle Norme, ricordiamo qui come esistano diverse tipologie di Norme che si differenziano tra loro in modo sensibile e per cui è bene averne chiara la definizione in modo da non confondersi. Ci sono Norme di Progetto e Norme di Prodotto. Le Norme di Progetto sono Regole Tecniche obbligatorie e sono Norme volontarie. Le Norme di Prodotto possono essere: obbligatorie se sono Europee Armonizzate o sono Nazionali od Europee richiamate in una Regola Tecnica, volontarie se Europee non Armonizzate o Nazionali non richiamate in una Regola Tecnica. 9
  • 10. Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it NORME EUROPEE ARMONIZZATE E DI SUPPORTO Una Norma Europea Armonizzata è una Norma predisposta dal CEN o dal CENELEC in risposta ad un preciso mandato di armonizzazione approvato dalla CE. Essa stabilisce come devono essere valutate o misurate le caratteristiche e le prestazioni del prodotto. Il numero di una Norma Armonizzata non differisce da quello di una qualsiasi Norma Europea ed il suo riferimento è pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea. Ci sono poi le Norme Europee di Supporto che sono Norme contenenti metodi di prova, terminologie, criteri di scelta del prodotto, criteri di progettazione e/o esecuzione dei prodotti o del sovra sistema in cui vengono collocati. Tali Norme non sono Norme Armonizzate. 10
  • 11. Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it PRODOTTI DA COSTRUZIONE (CPD) Per materiale da costruzione si intende qualsiasi prodotto fabbricato al fine di essere permanentemente incorporato in opere di costruzione le quali comprendono gli edifici e le opere di ingegneria civile. I prodotti da costruzione devono soddisfare i seguenti requisiti essenziali: resistenza meccanica e stabilità; sicurezza in caso di incendio; igiene, salute ed ambiente; sicurezza nell’impiego; protezione contro il rumore; risparmio energetico e ritenzione di calore; uso sostenibile delle risorse naturali. DIRETTIVA CE E ATTESTAZIONE DI CONFORMITÀ Le Direttive CE sono Istruzioni Regolamentari Comunitarie indirizzate a tutti gli Stati Membri. I Paesi Membri destinatari della Direttiva hanno l’obbligo della sua trasposizione nell’ordinamento Nazionale. Le Decisioni CE per l’Attestazione di Conformità sono documenti legislativi preparati dalla Commissione Europea e devono essere adottate senza modifiche da parte degli Stati Membri. Sono oggetto di decisione tutte le procedure per l’attestazione di conformità di un prodotto o di una famiglia di prodotti. Gli “Ordini di Lavoro” che la Commissione dà all’Organismo di Normazione europea CEN affinché elabori delle Norme Tecniche Armonizzate sono chiamati Mandati CEN. La tipologia dei prodotti Seppelfricke SD ® deve essere considerata nell’ambito della Direttiva CE 89/106 CPD (Prodotti da costruzione), sostituita dal 1 Luglio 2013 dal Regolamento 305/11. la quale prevede l’apposizione obbligatoria della marcatura CE per i prodotti per i quali esista una norma armonizzata. 11
  • 12. Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it Il 24 aprile 2011 è entrato in vigore il Regolamento 305/11 UE (CPR-Costrution Products Regulations) che va ad abrogare ed a sostituire la Direttiva 89/106, con piena applicazione dal 2013. Il Regolamento introduce un nuovo concetto al quale dovranno uniformarsi tutti i prodotti da costruzione: il DoP (Declaration of Performance). In pratica ogni prodotto dovrà essere valutato, da una parte terza, per le sue prestazioni. La Norma EN 13163 è dotata dell’allegato ZA che impone ai manufatti in EPS per impiego in edilizia, come isolante termico, di essere dotati di marcatura CE secondo la direttiva sui prodotti da costruzione 89/106 (oggi CPR 305) al rispetto di quanto prescritto dalle regole della norma stessa. Le Attestazioni di Conformità vengono redatte secondo le Regole Tecniche Nazionali in Conformità alle prescrizioni di Decreto Ministeriale (DM) o secondo la Direttiva 89/106, oggi Regolamento 305/11, in Conformità ad una Norma Armonizzata od un Benestare Tecnico Europeo. MARCATURA CE E MARCHI EUROPEI MARCATURA CE MARCHIO CEN/CENELEC Dimostra la conformità del pro- Detto anche Key Mark dimostra la dotto ad una Direttiva Europea. conformità di un prodotto ad una NorLa Direttiva è un documento il cui ma Europea. contenuto deve essere convertito in Legge Nazionale e contiene solo una descrizione generale delle caratteristiche essenziali del prodotto. Si rimanda al rispetto obbligatorio delle Norme Tecniche Armonizzate per le caratteristiche costruttive e funzionali. L’apposizione della marcatura CE è prevista solo per determinate categorie di prodotti. 12 MARCHIO CEN Dimostra la conformità alle Norme Europee emesse dal CEN. Al momento è utilizzato esclusivamente per le valvole termostatiche per radiatori.
  • 13. Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it CONFORMITÀ DI PRODOTTI, SISTEMI E SERVIZI I Prodotti, Processi e Servizi se non regolati direttamente devono essere conformi in ordine a: Legislazione Tecnica Nazionale; Norme Europee; Norme Nazionali; Norme ISO; Regola dell’Arte; La Conformità è la rispondenza di un prodotto, processo o servizio a tutti i requisiti specificati ed è definita dalla UNI-CEI-EN 45020. La Conformità di un prodotto si suddivide in tre momenti specifici: Attestazione, Dichiarazione e Certificazione. L’Attestazione di Conformità è l’atto mediante il quale un laboratorio di prova, terza parte indipendente, dichiara che un determinato campione sottoposto a prove è conforme ad una specifica Norma o ad altro Documento Normativo. La Certificazione è l’atto mediante il quale un Ente terzo dichiara che un prodotto, processo, un sistema di qualità aziendale, un servizio è conforme ad una specifica Norma. Ciascun Stato Membro comunica alla Commissione Europea un elenco degli Organismi di Certificazione, degli Organismi di Ispezione e dei Laboratori di Prova designati alla certificazione, ispezione ed alle prove tecniche specifiche di quel determinato prodotto, processo o servizio verso il quale tali Enti si sono specializzati. Nel momento in cui un’azienda deve provvedere a Certificare un prodotto, deve porre estrema attenzione nell’individuare l’Ente Registrato per quel determinato atto. 13
  • 14. Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it CERTIFICATO DI CONFORMITA’ E DI PRODOTTO Il Certificato di Conformità è un documento emesso secondo le Regole Tecniche di un sistema di certificazione, che indica, con sufficiente certezza che un determinato prodotto, processo o servizio è conforme ad una specifica Norma o ad un altro Documento Normativo, secondo UNI-CE-EN 45020. Il Certificato, oltre alla data di emissione, contiene la data di scadenza del Certificato medesimo. La Certificazione di Prodotto può attestare la conformità a: Norme Tecniche, dette volontarie, che diventano cogenti se vengono recepite in Leggi e Regolamenti emessi dalle PP.AA.; Regole Tecniche, cogenti quando emesse dalle PP.AA; Direttive Comunitarie, cogenti e dove è obbligatoria la Certificazione o la Dichiarazione di Conformità; Pertanto un laboratorio di parte terza che ha eseguito degli esami su un campione di prodotto può solo dichiarare i valori ottenuti su quest’ultimo. Se poi tali valori vengono confrontati con quelli prescritti da una Norma, l’atto diventa un Attestato di Conformità. Tale attestazione è relativa al solo campione esaminato e prescinde da aspetti produttivi. La certificazione eseguita su lotti di produzione e su di un numero di campioni statisticamente significativo si riferisce comunque ai campioni del lotto esaminato. La certificazione con rilascio di Marchio di Conformità (es. UNI, DIN, AFNOR, DVGW),invece, dimostra che l’Ente Certificatore tiene sotto costante controllo l’Azienda produttrice, sia controllando i processi produttivi che prelevando sul mercato campioni di prodotto per verificarne la rispondenza. L’Ente Certificatore è proprietario del marchio di conformità, riportato sulla produzione certificata, e gestisce il Registro delle Aziende/Prodotti Certificate. Tale Registro è a disposizione di chiunque voglia consultarlo. 14
  • 15. Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it APPROFONDIMENTI TECNICI PRODOTTI 15
  • 16. Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it APPROFONDIMENTI TECNICI PANNELLI ISOLANTI TUBI PLASTICI GIUNTI MASSETTO INDICAZIONI PER LA POSA DEL SISTEMA INDICAZIONI PER LA PROGETTAZIONE DEL SISTEMA 16 PAGINA 17 19 22 24 28 30
  • 17. Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it PANNELLI ISOLANTI Polistirolo e Polistirene sono due sinonimi e pertanto non indicano due materiali diversi. Per quanto riguarda l’isolamento di un pannello in polistirene, si deve attenere al metodo di designazione a codici previsto dalla norma UNI EN 13163 per polistirene stampato, oppure UNI EN 13164 per polistirene estruso, recepite e pubblicate in G.U.R.I. n°95 del 23/04/2004. Nei sistemi di riscaldamento a pavimento, la marcatura CE riguarda, per il momento, solo le piastre isolanti. L’abbattimento del rumore da calpestio dipende dalla Rigidità dinamica, in funzione dello spessore e dal peso del massetto di copertura, come riportato in UNI EN 12354 (figura C.1). Quando si progetta un pavimento su mezzo elastico, materiale isolante, lo si considera come una lastra sottile di dimensioni finite poggiante su letto di molle elastiche indipendenti (Winkler) e quindi con buone caratteristiche di resistenza a trazione per flessione. Pertanto una caratteristica da considerare con attenzione è la resistenza a flessione della piastra isolante, aspetto molto spesso non valutato. Il nuovo sistema di specificazione per il polistirene espanso EPS secondo l’attuale norma europea non si riferisce a “classi chiuse” (come secondo la UNI 7819 + F.A.1, ritirata e sostituita dalla UNI EN 13163) ma bensì a “classi aperte”. Le caratteristiche vengono dichiarate sotto forma di “codici di designazione” che riportano a specifici livelli (limiti superiori o inferiori di una proprietà)o classi (combinazioni di due livelli in cui il valore di una proprietà può rientrare). 45 A Fig. C.1: Indice di valutazione dell’attenuazione del livello di pressione sonora di calpestio per pavimenti galleggianti in malta di cemento o solfato di calcio. 40 35 30 160 140 120 100 80 25 20 15 60 4 6 8 10 15 20 30 40 50 B Legenda: A: indice di valutazione dell’attenuazione del livello di pressione sonora, W in dB; B: massa per unità di area di pavimento galleggiante, in Kg/m -2 ; C: Rigidità Dinamica per unità di area, S’, dello strato resiliente, in MNm -3 . C 17
  • 18. Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it Nello specifico i prodotti EPS sono divisi in tipi (Prospetti C1 e C2), di cui EPS-S può essere utilizzato solo per applicazioni destinate a non supportare carico, mentre EPS-T possiede specifiche proprietà di isolamento acustico. La classificazione viene effettuata in base allo sforzo di compressione al 10% di deformazione ed alla resistenza a flessione, prevedendo 16 classi. Ciascun tipo dunque, eccetto EPS-S, deve soddisfare due condizioni differenti allo stesso tempo al fine di garantire una prestazione adeguata del prodotto. L’attuale designazione dell’ EPS in lastre non specifica la massa volumica (kg/m³), come invece prevedeva la norma UNI 7819, ritirata il 31/01/2001 e quindi non più in vigore. Prospetto C.1: Classificazione dei prodotti EPS Tipo Sollecitazione a compressione al 10% di deformazione kPa Resistenza a flessione kPa EPS S - 50 EPS 30 30 50 EPS 50 50 75 EPS 60 60 100 EPS 70 70 115 EPS 80 80 125 EPS 90 90 135 EPS 100 100 150 EPS 120 120 170 EPS 150 150 200 EPS 200 200 250 EPS 250 250 350 EPS 300 300 450 EPS 350 350 525 EPS 400 400 600 EPS 500 500 750 Prospetto C.2: Classificazione dei prodotti EPS che portano un carico con proprietà acustiche Tipo Rigidità Dinamica EPS T 18 Comprimibilità Livello preso dal prospetto 12 Livello preso dal prospetto 10
  • 19. Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it TUBI PLASTICI Quando si presentano le tipologie di tubo spesso non viene indicato il tipo di reticolazione, se prevista. Per il PEX, i tipi di reticolazione, sono ricordati di seguito: PEX-a [Polietilene reticolato chimicamente con perossidi] ; PEX-b [Polietilene reticolato chimicamente con silano] ; PEX-c [Polietilene reticolato fisicamente (elettroni)] ; La sequenza delle lettere è casuale e non è assolutamente da interpretare come una scala di qualità, come si vorrebbe far intendere, interpretando la norma di riferimento UNI EN ISO 10147:2013. Il grado di reticolazione non è sinonimo di qualità, ma deve essere in sintonia con il materiale ed il metodo, quindi il minimo suggerito dalla Norma è: La differenza fra i vari metodi di reticolazione consiste sia nel prodotto utilizzato che nel metodo adottato. Tipologia Nella reticolazione di tipo c non esistono problemi di uniformità o di additivo. La reticolazione viene fatta con bombardamento elettronico, che non è “disturbato” da additivi, su un tubo calibrato e già controllato. Una estrusione di tipo a discontinuo, a pistone alternato, produce un accumulo di additivo e di PE ad ogni colpo ed è per questo motivo che la norma richiede una maggiore reticolazione per compensare i cosiddetti “punti morti”. La reticolazione di tipo b prevede l’immissione al momento dell’estrusione di un additivo nella miscela granulare di PE. Per quanto accurata possa essere, la dispersione dell’additivo non può essere omogenea ecco perché viene richiesto un grado di reticolazione del 65%. Metodo Considerazioni PEX-c: Il tubo viene estruso con un estrusore di tipo continuo, a coclea, e avvolto in grandi bobine da 5÷10 mila metri. Totalmente controllato e Quando si parla di PEX-c e PEX-a si poi sottoposto a irraggiamento elet- ha la certezza che la reticolazione sia tronico che provoca la reticolazione. avvenuta effettivamente, in quanto i PEX-a: Reticolazione ottenuta in fase due processi di lavorazione (elettrodi estrusione immettendo un additivo nico e con perossidi) non permettono a base di perossidi nell’estrusore di che il tubo possa essere reticolabile tipo alternativo, a pistone, insieme fuori dagli impianti di produzione. al granulo di PE. L’alta pressione di estrusione provoca la reticolazione ed il tubo esce già reticolato. PEX-b: Reticolazione ottenuta immettendo, con il granulo di PE, un additivo a base di silani nell’estrusore di tipo continuo, a coclea. La reticolazione si ottiene, in un secondo momento, facendo passare una soluzione acquosa, a temperatura costante e tempi controllati, all’interno del tubo. E’ una fase che prevede una lavorazione costosa per cui alcuni produttori propongono una tubo RETICOLABILE evitando i costi. E’ chiaro che questa pratica non garantisce la qualità del tubo poiché è evidente che la reticolazione non può avvenire con il tubo in opera semplicemente perché passa l’acqua degli impianti. 19
  • 20. Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it ANCORAGGIO DEI TUBI La norma UNI EN 1264-4:2009 al par. 4.2.7 prevede che i tubi e i relativi sistemi di ancoraggio debbano assicurare che le rispettive posizioni orizzontali e verticali siano mantenute come da progetto. Lo scarto verticale verso l’alto dei tubi prima e dopo l’applicazione dello strato di supporto non deve essere maggiore di 5 mm in qualsiasi punto. Lo scarto orizzontale della distanza specificata del tubo nel circuito di riscaldamento non deve essere maggiore di ±10 mm in corrispondenza dei punti di collegamento. Le piastre Seppelfricke assicurano il rispetto delle tolleranze previste dalle Norme. Il posizionamento delle tubazioni, oltre che rientrare nelle tolleranze previste, consente una posa ordinata ed un ancoraggio sicuro, in modo tale che lo spessore del massetto non subisca modifiche in fase di getto. La diminuzione di spessore in corrispondenza di una tubazione può far comparire crepe che spesso si ripetono sul rivestimento superiore. In tal caso si procede alla sigillatura delle lesioni con appositi prodotti. E’ molto importante che la piastra base mantenga in posizione la tubazione durante il getto e poi durante i primi giorni della fase “stagionatura umida”, quando l’impianto viene collaudato mettendolo in pressione, molto spesso accade che in alcuni punti del massetto si senta il vuoto. Questo è dovuto ad una mancanza di ancoraggio in fase di posa. Considerato che la tolleranza, sullo spessore, controllata su tre punti soglia deve essere ±2 mm per ogni metro di distanza fra questi punti, si capisce l’importanza della planarità e della precisione della piastra base. 20
  • 21. Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it PROCESSO DI RETICOLAZIONE La reticolazione è il procedimento attraverso il quale le catene lineari del PE vengono collegate fra loro ottenendo un prodotto, il Polietilene Reticolato, con caratteristiche prestazionali, meccaniche e fisiche, notevolmente superiori al PE di base. Esempio di Catena molecolare di PE Sottoponendo il PE a reticolazione si creano delle giunzioni forti fra catene molecolari vicine, il materiale così ottenuto prende il nome di Polietilene Reticolato, sigla PEX, la cui temperatura di fusione è notevolmente più alta e le caratteristiche meccaniche molto elevate, per una materia plastica. Ci sono poi altri tipi di tubi plastici che però non sono né reticolati, né tantomeno reticolabili: [Polietilene ad alta densità] ; [Polietilene a resistenza termica maggiorata] ; [Polibutilene a catene molecolari non ordinate] ; [Polibutilene] ; Il PE-RT (Polyethylene of Raised Temperature Resistance) Polietilene Resistente alle Temperature Elevate, non è un Polietilene Reticolato ma un Polietilene con migliorate caratteristiche di resistenza alla temperatura. Infatti il PE-RT è saldabile ed è un Termoplastico mentre il PE-X non è saldabile ed è un Termoindurente o Duroplasto. 21
  • 22. Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it GIUNTI GIUNTO DI ISOLAMENTO (FASCIA PERIMETRALE) E’ un giunto isolante periferico adesivo, pretagliato, per desolidarizzare del massetto dalle partizioni e dai contatti con apparecchi e scarichi. La fascia ha la funzione di isolante termoacustico consentendo la dilatazione del massetto in fase riscaldamento. Soprattuto in corrispondenza delle soglie di portefinestra, riduce notevolmente la trasmissione del calore, per conduzione, verso l’esterno. La fascia viene posizionata sul perimetro delle stanze dopo l’applicazione dell’intonaco e viene rifilata solo dopo la posa del rivestimento dei pavimenti. La fascia è dotata di due appendici: un bordo inferiore che funge da piede sul quale viene appoggiata la piastra base, ed una bandella in PE trasparente che va a ricoprire il giunto, dimodochè, in fase di getto, l’acqua dell’impasto non si infiltri sotto l’isolamento. Caratteristiche - Altezza: mm 150; Spessore: mm10; Bandella: mm 250; Piede: mm 50; Conduttività : 0,038W/mK. Dilatazione del massetto Sigillante elastico Coefficiente di dilatazione ~ 0,012mm/mK Esempio di dilatazione di un massetto lungo 20 metri 20m T30°C 0,012 = 7,2 mm La fascia deve essere posata alla base di vasche, piatti doccia, scarichi, pilastri ed ogni altra opera fissa presente sul solaio. 22
  • 23. Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it GIUNTO DI DILATAZIONE (GUAINA) Sul massetto riscaldante, seguendo le regole costruttive dell’edilizia, devono essere ricavati i giunti di dilatazione che consentono alla struttura estensioni e contrazioni sia sul piano orizzontale che verticale. Per evitare che movimenti innaturali delle piastre contigue possano danneggiare le tubazioni, negli attraversamenti dei giunti, le tubazioni devono essere protette con una guina corrugata. La guaina protettiva dev’essere posta per circa 300 mm a cavallo del giunto; in nessun caso la tubazione può attraversare il giunto di dilatazione per più di due volte nel suo percorso (andata e ritorno). Il giunto deve essere eseguito in corrispondenza di ogni apertura, soglia di porta o base d’arco, interponendo il setto di separazione elastico. Deve altresi eseguirsi il giunto interrompendo superfici riscaldanti che superano 40m² o tratti che superano lunghezze di 8 m. Giunto di dilatazione Giunto Guaina corrugata Il giunto di dilatazione deve essere almeno di 5 mm, salvo diversa disposizione del Direttore Lavori. In corrispondenza del giunto la guaina corrugata protettiva permetterà la contrazione o la dilatazione assiale e radiale delle tubazioni. È necessario prevedere giunti di dilatazione ad ogni soglia di porta. 23
  • 24. Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it MASSETTO Un componente essenziale per la buona riuscita dI un impianto a pavimento è una corretta realizzazione del massetto di copertura che deve essere: maturo, compatto, liscio, Non utilizzare mai l’impianto per accelerare l’asciugatura planare, privo di fessurazioni, pulito ed asciutto. É pertanto fondamentale rispettare i tempi di maturazione: in genere una settimana per centimetro di spessore o almeno 28 giorni. Importante è che non vi sia un’umidità residua di equilibrio fra quella dell’aria e quella dei prodotti cementizi. Nel caso in cui si utilizzino preparati premiscelati, non cementizi, per massetti si seguono le indicazioni del fornitore. Molto spesso questi preparati sono sensibili all’umidità, pertanto è da evitare l’uso di boiacca a base d’acqua. A stagionatura avvenuta deve essere effettuato un ciclo di accensione progressiva dell’impianto in modalità riscaldamento, per verificare la funzionalità dell’impianto oltre che rendere il massetto stabile. 60 50 Temperatura (°C) 40 30 20 10 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 Tempo (Giorni) Fasi A B C D E F G Legenda: 24 A : accensione impianto in riscaldamento con incrementi di 10°C al giorno, fino al raggiungimento della temperatura massima; B : tenuta dell’impianto alla temperatura massima per 10 giorni; C : spegnimento graduale dell’impianto con decrementi di 10°C al giorno, fino al raggiungimento della temperatura ambiente; D : stabilizzazione temperatura pre-posa; E : posa della pavimentazione; F : accensione graduale impianto in riscaldamento, in 6÷7 giorni; G : tenuta dell’impianto alla temperatura di regime per 2÷3 giorni; H : spegnimento graduale dell’impianto in 4÷5 giorni; I : finitura. H I
  • 25. Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it Di norma il ciclo di accensione si esegue mettendo in funzione l’impianto al minimo e aumentando la temperatura di 5°C al giorno fino al raggiungimento del regime massimo previsto in esercizio. Mantenuta la temperatura massima per minimo 5 giorni, si procede a ritroso, cioè diminuendola di 5°C al giorno fino al raggiungimento della temperatura ambiente. Il massetto, sottoposto a questo ciclo, frequentemente provoca la comparsa di fessurazioni che devono essere valutate. Il processo di avviamento del riscaldamento deve essere documentato. Nel caso di massetti cementizi generalmente è opportuno l’utilizzo di un additivo idoneo avente la funzione di aumentare il grado di compattazione, e di conseguenza di migliorarne le caratteristiche meccaniche e di conduttività termica. Qualora si utilizzino prodotti premiscelati o predosati per sistemi di riscaldamento/raffrescamento, è opportuno non utilizzare additivi e comunque attenersi alle indicazioni del fornitore. È competenza del posatore del rivestimento verificare il valore di umidità presente nel massetto prima della posa del rivestimento. Nei massetti con riscaldamento/raffrescamento, oltre alle prescrizioni relative ai massetti galleggianti, occorre prevedere uno spessore minimo del massetto al di sopra degli elementi riscaldanti/raffrescanti di almeno 3 cm come previsto dalla UNI EN 1264. Se non si rispettano i tempi di maturazione si creano delle tensioni che se superano la resistenza dei singoli strati portano al sollevamento delle piastrelle. Queste tensioni aumentano dato che le piastrelle, in particolare se porose, tendono a dilatarsi per assorbimento d’acqua (umidità e lavaggi). Per ovviare a questo inconveniente è opportuno predisporre giunti perimetrali e di frazionamento e per evitare il crearsi di eccessive tensioni il massetto deve essere svincolato dalla struttura portante. Si ottiene cosi’ il massetto “desolidarizzato”. I massetti galleggianti, proprio perchè viene a mancare l’adesione con il supporto, sono liberi di subire le deformazioni causate dal loro ritiro. 25
  • 26. Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it PREPARAZIONE E DOSAGGI Affinché il massetto abbia una buona conduttività termica e riesca ad inglobare bene i tubi in esso contenuti, è necessario che il calcestruzzo presenti un basso grado di porosità ed un grado di fluidità tale da permettere un buon avvolgimento dei tubi. A tale scopo, nella preparazione del calcestruzzo, si deve utilizzare l’additivo fluidificante nelle proporzioni sotto specificate. L’additivo migliora inoltre le caratteristiche meccaniche del calcestruzzo. Il quantitativo di additivo viene previsto per uno spessore del massetto pari a 40÷45 mm misurato sopra il tubo per il sistema FBSD e pari a 25÷30 mm misurato sopra le bugne per i sistemi KBSD e KBSD30. DOSAGGIO: 1,2% del peso del cemento. Per facilitare la miscelazione, versare nel calcestruzzo l’additivo già premiscelato all’acqua e continuare l’impasto per circa 10’. Nel caso di utilizzo di autobetoniera, versare l’additivo in cantiere e miscelarlo per circa 5’ prima di iniziare il getto del calcestruzzo. Nel caso di utilizzo di pompa per calcestruzzo miscelare al max per 2’. RAPPORTO ACQUA/CEMENTO: normalmente il rapporto vale 0,5 (25 l di acqua per 50 Kg di cemento), mentre utilizzando l’additivo fluidificante, nel dosaggio previsto, il rapporto acqua/cemento diventa 0,35 (16÷18 l di acqua per 50 Kg di cemento). PRECAUZIONI D’USO: conservare a temperatura compresa tra i 5°C ed i 35°C. Proteggere dalla luce. Il prodotto ha scadenza, utilizzare entro la data riportata sull’etichetta. Per la manipolazione attenersi scrupolosamente alle istruzioni di sicurezza. SICUREZZA: per informazioni e consigli sulle norme di sicurezza e per l’utilizzo e conservazione di prodotti chimici, l’utilizzatore deve far riferimento alla più recente Scheda di Sicurezza, contenente i dati fisici, tossicologici ed altri dati relativi in tema di sicurezza. COMPOSIZIONE IDEALE PER 1 m3 DI MASSETTO Rapporto Inerti Acqua Cemento acqua/ (0 ÷ 8 mm) (indicativo)* cemento** Sistema Spessore massetto FBSD 40 mm 1 m3 95÷105 l 300 Kg KBSD 30 mm 1 m3 95÷105 l 330 Kg 35% * Nel determinare il volume d’acqua, tener conto dell’acqua eventualmente già contenuta nella sabbia. ** 35% significa che per ogni 50 Kg di cemento si devono utilizzare 16÷18 l d’acqua. *** 1,2% significa che per ogni 50 Kg di cemento si devono utilizzare 0,6 Kg di additivo. 26 Additivo 3,5 Kg 4,0 Kg Rapporto additivo/ cemento*** 1,2%
  • 27. Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it L’utilizzo di un additivo esente da formaldeide e da cloruri. a base di policarbossilato etere (PCEs) permette di ottenere miscele cementizie ad alte prestazioni ed estesa lavorabilità, particolarmente adatto alla produzione di calcestruzzo gettato in opera in modo da assicurare l’ottimizzazione della produzione del calcestruzzo, specialmente riguardo alla durabilità e all’alta resistenza meccanica. Grazie alla sensibile capacità di riduzione del rapporto A/C e ad un migliore rapporto aggregato/cemento, assicura una forte riduzione del ritiro idraulico e della deformazione viscosa. calcestruzzi di elevate qualità per getti di manufatti in forma complessa, sottili e con fette armature. L’additivo dev’essere perfettamente solubile nell’acqua d’impasto, innocuo nei confronti delle barre d’armatura e deve essere conforme alla norma UNI EN 934-2:2012. Nella termografia in basso si può apprezzare la stratificazione del calore data da un massetto radiante in un edificio di grandi dimensioni. E’ il solo massetto a costituire l’effettiva superficie radiante e non la superficie del tubo. Si sottolinea come il diametro e la lunghezza delle tubazioni interessa solo la funzione idronica (portata e velocità del fluido termovettore). 27
  • 28. Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it INDICAZIONI PER LA POSA DEL SISTEMA RADIANTE La posa in opera del sistema radiante deve avvenire strettamente in conformità agli elaborati di progetto. Durante la fase preliminare assicurarsi che gli intonaci siano finiti fino al solaio. La superficie del solaio deve essere sufficientemente asciutta, pulita, orizzontale e piana. Si consiglia di installare eventuali condutture lungo le pareti perimetrali in modo da non intralciare la posa delle piastre isolanti. Evitare di intagliare l’isolante per alloggiare le tubazioni; si formerebbero dei ponti termo-acustici nocivi.Se molte condutture attraversano il solaio è necessario, compatibilmente con le quote del pavimento finito, annegarle nel calcestruzzo al fine di livellare il solaio. Nel caso in cui i lavori vengano eseguiti durante la stagione invernale, è bene che i serramenti esterni siano già installati, o quantomeno ci siano delle protezioni tali da evitare inconvenienti derivanti dalle cattive condizioni atmosferiche. Impermeabilizzazione (eventuale): per i solai su terra, dove siano possibili infiltrazioni di umidità dall’esterno, si consiglia la posa di una guaina di impermeabilizzazione o perlomeno di un foglio in polietilene (PE) dello spessore di 0,2 mm, opportunamente sormontato (almeno 10 cm), che dovrà risalire sulle pareti fino ad un’altezza di 15 cm. Armatura di rinforzo (eventuale): l’uso di armatura di rinforzo del massetto deve seguire le regole dell’arte e le prescrizioni della Direzione Lavori o Progettista. In nessun caso l’armatura, o rete, può avere una funzione di “antiritiro” del massetto. In merito a ques’ultimo punto segnaliamo il “Codice di Buona Pratica” realizzato dall’Ente Giuridico CONPAVIPER, Associazione Nazionale Pavimentazioni Continue (www.conpaviper.com) e scaricabile dal loro sito ufficiale nella sezione documenti > massetti per sottofondo. Isolamento termico (eventuale): compatibilmente con lo spessore definitivo del pavimento, i solai su terra, le cantine o i portici, non riscaldati, devono essere ulteriormente isolati allo scopo di limitare le dispersioni termiche verso l’esterno. Nel momento in cui si va a scegliere il pannello isolante bisogna tener conto del valore minimo di Resistenza Termica in funzione delle condizioni termiche sottostanti la struttura del pavimento, seguendo le indicazioni della Norma UNI EN 1264-4:2003 e UNI EN 1264-3:1999. 28
  • 29. Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it La principale funzione della piastra base per i sistemi di riscaldamento e raffrescamento a pavimento è l’isolamento termico verso il basso. L’isolamento termico è fondamentale per garantire ottime prestazioni ed importanti risparmi energetici. Secondo la UNI EN 1264 gli strati di isolamento devono presentare la seguente resistenza termica minima in funzione delle condizioni termiche sottostanti la struttura di riscaldamento a pavimento. Salotto 32°C Cucina 29°C Rd 0,75 Studio 29°C 27°C Rd 0,75 Rd 2,00 Bagno Soggiorno 32°C 29°C Rd 1,25 Rd 1,50 Ripostiglio Cantina Portico Carico dell’impianto: il carico dell’impianto deve essere eseguito lentamente al fine di ridurre al minimo le operazione di sfiato dell’aria.Per evitare inconvenienti dovuti alle basse temperature, immettere nell’impianto l’opportuna quantità di antigelo. Collaudo idraulico: con tutti i circuiti aperti, mettere in pressione la rete fino a 4/6 bar per almeno 24 ore, si consiglia di controllare e stringere ulteriormente i raccordi e lasciare in pressione. Assicurarsi che non ci siano perdite osservando il valore indicato dal manometro di controllo. 29
  • 30. Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it INDICAZIONI PER LA PROGETTAZIONE DEL SISTEMA RADIANTE Per accelelare il calcolo dei metri di tubo, del giunto perimetrale e dei kg di additivo necessari per realizzare un impianto a pannelli radianti Seppelfricke SD, abbiamo realizzato la seguente tabella. Metri lineari di tubo per m 2 in base al passo. Passo Sistema FBSD 6 7,5 9 12 15 18 21 22,5 24 27 30 - 13,30 - - 6,60 - - 4,40 - - 3,30 11,00 8,30 6,60 5,50 4,70 - 4,10 3,70 3,30 11,00 8,30 6,60 5,50 4,70 - 4,10 3,70 3,30 - - 6,60 - - 4,40 - - 3,30 Ø tubo 17x2 - anello massimo 100 metri. Sistema KBSD 16,60 - Ø tubo 10,5x1,25 - anello massimo 60 metri. Sistema KBSD30 16,60 - Ø tubo 10,5x1,25 - anello massimo 60 metri. Sistema INSD - - Ø tubo 20x2 - anello massimo 150 metri. Giunto perimetrale: la fascia isolante risulta in media essere il 110% della superficie totale, quindi per ogni m 2 di progetto bisogna considerare 1,10 m di fascia. Additivo: l’additivo risulta in media essere il 14% della superficie totale per quanto riguarda il sistema FBSD (quindi per ogni m 2 di massetto bisogna considerare 0,14 kg di additivo), e risulta essere in media il 19% della superficie per quanto riguarda i sistemi KBSD e KBSD30 (quindi per ogni m 2 di massetto bisogna considerare 0,19 kg di additivo). 30
  • 31. Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it SCHEDE TECNICHE 31
  • 32. Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it SCHEDE TECNICHE PANNELLO FBSD PANNELLO KBSD PANNELLO KBSD30 PANNELLO INSD PANNELLO INSD700 TUBO PEX-C EVOH 5 STRATI RACCORDERIA ADDITIVO MIXING UNIT COLLETTORE SOLARE PIANO SOTTOVUOTO LEER 32 PAGINE 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42
  • 33. Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it SCHEDA TECNICA PANNELLO FBSD Caratteristiche geometriche Dimensioni (lunghezza x larghezza) 1230 x 630 mm Dimensioni utili (lunghezza x larghezza) 1200 x 600 mm Superficie utile 0,72 m² Interasse minimo tra i tubi passo di posa (cm): 7,5 – 15 – 22,5 – 30 75 mm Spessore isolante 33 mm Volume dei fissatubo 14% Altezza totale con fissatubo 55÷58 mm Diametro del tubo ospitato 17 mm (17 x 2) Barriera al vapore superiore Polietilene (PE) 0,2 mm Proprietà fisiche Valore di attenuazione rumore (con massetto 4 cm) 26 dB Classe di rigidità dinamica 30 MN/m³ Conducibilità termica ( ) 0,040 W/mK Comprimibilità 2 mm Resistenza termica (R ) 1,01 m² K/W Temperatura di stabilità dimensionale 80°C Resistenza a compressione ( c) 5 kPa (500 kg/m²) Classe di reazione al fuoco Euroclasse E Designazione - Norme di riferimento Designazione EPS – EN 13163 – T3 – L1 – W1 – S1 – P3 – BS50 – DS(N)5 – SD30 – CP2 Designazione RAL PST SE – TK 5000 (EPS T) Norme europee di riferimento EN 13163; EN 13172 – Armonizzate Marcatura Articolo Confezione 855.035.000 7,92 m2 33
  • 34. Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it SCHEDA TECNICA PANNELLO KBSD Caratteristiche geometriche Dimensioni (lunghezza x larghezza) 1450 x 920 mm Dimensioni utili (lunghezza x larghezza) 1420 x 890 mm Superficie utile 1,26 m² Interasse minimo tra i tubi passo di posa (cm): 6-9-12-15-18-21-24-27-30 30 mm Spessore isolante 11 mm Volume dei fissatubo 16% Altezza totale con fissatubo 27 mm Diametro del tubo ospitato 10,5 mm (10,5 x 1,25) Barriera al vapore superiore Polietilene (PET) 0,4 mm Proprietà fisiche Conducibilità termica ( ) 0,034 W/mK Resistenza termica (R ) 0,36 m² K/W Temperatura di stabilità dimensionale 80°C Resistenza a compressione ( c) 5 kPa (500 kg/m²) Classe di reazione al fuoco Euroclasse E Designazione - Norme di riferimento Designazione EPS – EN 13163 – T1 – L1 – W1 – S1 – P3 – DS(N)5 – DLT(1)5 – BS200 – CS(10)150 Designazione RAL PS 25 SE (EPS 150) Norme europee di riferimento EN 13163; EN 13172 – Armonizzate Marcatura Articolo 855.038.000 34 Confezione 10 m2
  • 35. Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it SCHEDA TECNICA PANNELLO KBSD30 Caratteristiche geometriche Dimensioni (lunghezza x larghezza) 1450 x 920 mm Dimensioni utili (lunghezza x larghezza) 1420 x 890 mm Superficie utile 1,26 m² Interasse minimo tra i tubi passo di posa (cm): 6-9-12-15-18-21-24-27-30 30 mm Spessore isolante 33 mm Volume dei fissatubo 6% Altezza totale con fissatubo 45÷49 mm Diametro del tubo ospitato 10,5 mm (10,5 x 1,25) Barriera al vapore superiore Polietilene (PET) 0,4 mm Proprietà fisiche Valore di attenuazione rumore (con massetto 3 cm) 22 dB Classe di rigidità dinamica 50 MN/m³ Conducibilità termica ( ) 0,037 W/mK Comprimibilità 2 mm Resistenza termica (R ) 0,93 m² K/W Temperatura di stabilità dimensionale 80°C Resistenza a compressione ( c) 5 kPa (500 kg/m²) Classe di reazione al fuoco Euroclasse E Designazione - Norme di riferimento Designazione EPS – EN 13163 – T3 – L1 – W1 – S1 – P3 – BS150 – DS(N)5 – SD50 – CP2 Designazione RAL PST SE-TK 5000 (EPS T) Norme europee di riferimento EN 13163; EN 13172 – Armonizzate Marcatura Articolo Confezione 855.040.A00 5 m2 35
  • 36. Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it SCHEDA TECNICA PANNELLO INSD Caratteristiche geometriche Dimensioni (lunghezza x larghezza) 1230 x 630 mm Dimensioni utili (lunghezza x larghezza) 1200 x 600 mm Superficie utile 0,72 m² Interasse minimo tra i tubi passo di posa (cm): 7,5 – 15 – 22,5 – 30 75 mm Spessore isolante 33 mm Volume dei fissatubo 14% Altezza totale con fissatubo 55 ÷ 58 mm Diametro del tubo ospitato 20 mm (20 x 2) Proprietà fisiche Conducibilità termica ( ) 0,034 W/mK Resistenza termica (R ) 1,1 m² K/W Temperatura di stabilità dimensionale 80°C Resistenza a compressione ( c) 150 kPa (15300 kg/m²) Resistenza alla flessione 200 kPa (20400 kg/m²) Classe di reazione al fuoco Euroclasse E Designazione - Norme di riferimento Designazione EPS - EN 13163 - T1 - L1 - W1 - S1 - P3 - DS(N)5 - DLT (1)5 - BS250 - CS(10)200 Norme europee di riferimento EN 13163; EN 13172; EN 826 Marcatura Articolo 855.040.A00 36 Confezione 5 m2
  • 37. Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it SCHEDA TECNICA PANNELLO INSD700 Caratteristiche geometriche Dimensioni (lunghezza x larghezza) 1230 x 630 mm Dimensioni utili (lunghezza x larghezza) 1200 x 600 mm Superficie utile 0,72 m² Interasse minimo tra i tubi passo di posa (cm): 5 – 10 – 15 – 20 – 25 – 30 50 mm Spessore isolante 50 mm Volume dei fissatubo 5% Altezza totale con fissatubo 73 ÷ 76 mm Diametro del tubo ospitato 20 mm (20 x 2) Proprietà fisiche Conducibilità termica ( ) 0,034 W/mK Resistenza termica (R ) 1,45 m² K/W Temperatura di stabilità dimensionale 80°C Resistenza a compressione ( c) 700 kPa (71380 kg/m²) Resistenza alla flessione 250 kPa (25492 kg/m²) Classe di reazione al fuoco Euroclasse E Designazione - Norme di riferimento Designazione - CS(10)700 Norme europee di riferimento EN 13163; EN 13172; EN 826 Marcatura Articolo Confezione 855.040.A00 5 m2 37
  • 38. Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it SCHEDA TECNICA TUBO PEX-c EVOH 5 STRATI Tubo PEX-c in polietilene reticolato fisicamente a norma EN 579, di colore naturale, stabilizzato all’invecinterna. Idoneo per impianti di riscaldamento secondo UNI EN ISO 21003-2:2011 e UNI EN ISO 15875-2:2008. Classe 4. Caratteristiche Meccaniche Diametro esterno (mm) Caratteristiche Termiche Temperatura operativa massima (°C) 10,5 17 20 95 Diametro interno (mm) 8 13 16 Pressione operativa massima k (bar) 6 Spessore Tubo (mm) 1,25 2 2 Coefficiente di conduzione termica (W/mK) 0,38 Rugosità superficie tubo interno (μ) 7 7 7 Coefficiente di dilatazione lineare (mm/mK) 0,018 Diffusione ossigeno (mg/l) < 0,1 < 0,1 < 0,1 Grado di reticolazione (%) 65% 65% 65% Densità di reticolazione (%) ~ 5,5 ~ 5,5 ~ 5,5 Peso (Kg/m) 0,036 0,097 0,117 Portata (l/mh) a 3 bar 0,043 0,113 0,201 Diagramma Perdite di Carico 100,000 Ø10,5 Perdita di Carico (mbar/m) 10,000 1 m/s 0,9 m/s 0,8 m/s 0,7 m/s 0,6 m/s 0,5 m/s 0,4 m/s Ø17 Ø20 0,3 m/s Articolo 1.000 38 10.000 600 17x2 120 17x2 240 17x2 600 855.141.000 Portata (l/h) 300 10,5x1,25 855.137.S00 100 10,5x1,25 855.127.S00 0,000 10 150 855.117.S00 0,001 10,5x1,25 855.132.S00 0,010 Conf. (m) 855.131.S00 0,100 Ø tubo 855.130.S00 1,000 20x2 600
  • 39. Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it SCHEDA TECNICA RACCORDERIA Bronzi ed ottoni costituiscono i materiali più utilizzati nella produzione di valvole e raccordi. Mentre il bronzo ha una buona resistenza all’aggressione chimica, l’ottone subisce un fenomeno di dezinficazione. Gli ottoni comunemente più utilizzati EN 12164 CW614N CuZn39Pb3 sono ottoni bifasici e nella fase lo zinco è meno stabile. La Seppelfricke SD ® ha scelto per i sistemi di riscaldamento a pavimento una lega ottimale a basso tenore di zinco arricchita di rame con la conseguente eliminazione della fase : Cu Zn 40 Pb 2 Caratteristiche Meccaniche della lega CW617N Durezza Brinnel HB 10 80-100 Tensione di rottura Rm [N/mm²] 350 Deformazione [%] 15 [N/mm²] 140 p-0,2 Resistenza alla corrosione Resistente alla corrosione, secondo ISO 6509 Connessione conica con o-ring e tenuta metallo su metallo 39
  • 40. Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it SCHEDA TECNICA Additivo NUTRITHERM FK2 Nutritherm FK2 è un additivo esente da formaldeide e da cloruri. a base di policarbossilato etere (PCEs) di colore ambrato torbido, per ottenere miscele cementizie ad alte prestazioni ed estesa lavorabilità. Nutritherm FK2 consente una forte riduzione del rapporto acqua cemento, ed un conseguente forte incremento delle resistenze iniziali e finali. Nutritherm FK2 è un liquido perfettamente solubile nell’acqua d’impasto, innocuo nei confronti delle barre d’armatura. E’ conforme alla norma UNI EN 934-2:2012. Marcatura Caratteristiche Chimiche Aspetto liquido colore ambrato torbido Peso specifico (Kg/l) 1,045 ± 0,005 Valore di PH 4,7 ± 1 Contenuto di solidi 14,5% ± 1 del peso Impiego Campo di applicazione particolarmente adatto alla produzione di calcestruzzo gettato in opera. Assicura l’ottimizzazione della produzione del calcestruzzo, specialmente riguardo alla durabilità e all’alta resistenza meccanica. Grazie alla sensibile capacità di riduzione del rapporto A/C e ad un migliore rapporto aggregato/cemento, assicura una forte riduzione del ritiro idraulico e della deformazione viscosa. calcestruzzi di elevate qualità per getti di manufatti in forma complessa, sottili e con fette armature. Modod’impiego può essere aggiunto contemporaneamente all’acqua d’impasto; per un migliore effetto sul mantenimento della fluidità del calcestruzzo nel tempo è preferibile l’aggiunta del prodotto a impasto di calcestruzzo già idratato. avendo l’avvertenza di mescolare alla massima velocità di rotazione per almeno 5’ dopo l’additivazione. 1,2% sul peso del cemento. Che significa: 3,5 Kg ogni m3 di calcestruzzo per il sistema FBSD; 4,0 Kg ogni m3 di calcestruzzo per i sistemi KBSD e KBSD30. Dosaggio Compatibilità è compatibile con tutti i cementi rispondenti alla UNI EN 197 e non dimostra effetti di negativo e indesiderato inglobamento d’aria nel calcestruzzo. Conservazione e Durata Negli imballi originali sigillati, protetto dal gelo e dal contatto diretto con il sole tra +5 e +35°C: almeno 12 mesi Sicurezza Per informazioni e consigli sulle norme di sicurezza e per l’utilizzo e conservazione di prodotti chimici, l’utilizzatore deve far riferimento alla più recente Scheda di Sicurezza, contenente i dati fisici, tossicologici ed altri dati relativi in tema di sicurezza.. Articolo 855.080.000 40 Confezione 25 Kg
  • 41. Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it SCHEDA TECNICA MIXING UNIT 19 Mixing Unit, o centralina di miscelazione modulante, per impianti FB/KB SD. E’ composta da un corpo compatto in fusione di bronzo, sul quale sono montati una pompa in classe A, valvole di carico e scarico, sfiato automatico, valvola termostatica, bypass, termometro, sonda, termostato di sicurezza, valvole di mandata e ritorno per l’alta temperatura, valvola di non ritorno sulla mandata dell’impianto di riscaldamento. 21 16 12 2 7 1 20 14 4 5 IP 44 11 9 6 3 15 10 8 17 18 13 Perdite di carico valvola lato impianto 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. circolatore classe A; mandata ai pannelli; ritorno dai pannelli; valvola di miscelazione; valvola pretarata; valvola bypass; valvola di non ritorno; mandata; ritorno; valvola mandata; valvola ritorno; 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. rubinetto di troppo pieno; rubinetto di scarico; sede sonda mandata; sede sonda ritorno; sonda termostato sicurezza; sede sonda ritorno caldaia; attacco contacalorie; sfiato; regolatore della pompa; termostato di sicurezza e sovratemperatura; 22. termometro analogico. Portata pompa Mixing Unit 41
  • 42. Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it SCHEDA TECNICA Collettore solare piano sottovuoto LEER Il pannello solare termico sottovuoto LEER 200 è dotato di un innovativo sistema di assorbitori a lamine sottili di alluminio con tubo di rame incorporato che permettono di aumentare la superficie di scambio termico tra i tubi e la piastra captante, trasformando il 50% della luce diffusa in energia. Il LEER 200 permette la massima integrazione architettonica ed un costante monitoraggio del vuoto all’interno del collettore, con un’efficienza costante al variare dell’irraggiamento e delle condizioni atmosferiche. Grazie all’aggiunta di krypton aumenta la produzione del 10%. 1863 2009 Marcatura 75 1009 931,5 Caratteristiche Fisiche Superficie Complessiva 2,03 m2 Superficie captante 1,76 m2 Dimensioni Connessioni 2009x1009x75 mm. lamiera imbutita in lega d’allumino e magnesio, inossidabile ed anticorrosione, anche a acqua salina Vetro di sicurezza antiriflettente da 4 mm, con massima trasparenza. in lega di ossido di alluminio altamente selettiva, a forma di meandro con circolazione forzata. A flange da 40 mm. Portasonda Per sensori con diametro di 6 mm. 8 Contenuto liquido totale 1,30 l 7 Peso Totale 49 kg Tipo vetro Assorbitore solare Caratteristiche Meccaniche Isolamento termico Sottovuolto 100 kPa. Assorbimento solare Emissione termica M1,5 82oC 94% min. 16% max. 1040 Perdite di carico del pannello LEER200 con liquido termoconvettore H30-L a 20°C 9 50°C 20°C 6 Perdite di carico [kPa] Corpo Vasca 5 4 3 Efficienza ottica 81% Temperatura di esercizio > 100°C 2 219°C 1 600 KPa 0 Temperatura stagna (rad.iaz. 1000 W/m2 e Ta =25°C) Max sovrappressione liquido termoconvettore Portata consigliata liquido termoconvettore Resa energatica* 30 40 50 30÷100 l/h per pannello 60 70 80 Portata [l/h] 800÷1200 kWh/anno Articolo * La resa energetica si riferisce all’ssorbitore di 1,74 m2 e dipende dal modo d’uso, dalla posizione geografica e dalle condizioni climatiche. 42 Confezione TB0.001.001 25 Kg 90 100
  • 43. Ed. 2013 - Riproduzione Vietata - © 2013 - www.seppelfricke.it Note 43
  • 44. Sistemi Italia Via Campagna di Sopra, 20b 25017 Lonato del Garda (BS) P.IVA 04413430267 Tel. +39. 045.319.9011 Fax: +39.045.640.2376 info@seppelfricke. it www.seppelfricke.it