L'intervento di Ilda Curti in occasione del seminario "Nuove Geografie - Design civico e innovazione sociale" che si è tenuto il 19 marzo 2019 a Cagliari.
Il seminario è organizzato all'interno di cambiaMENTI, il programma che mira a valorizzare le migliori idee d'impresa e progetti d'innovazione ad alto valore sociale, culturale e creativo.
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Città di carne e città di pietra: come agire cambiamento tra nuovi civismi, comunità del rancore, vincoli urbanistici e amministrativi - Ilda Curti
1. Ilda Curti – Cagliari 19 marzo 2019
Città di carne
città di pietra
“siamo condannati a vivere
tempi interessanti”
proverbio cinese
2. Rigenerazione urbana
un termine ambiguo
usato come sinonimo di
riqualificazione,
trasformazione
urbanistica, interventi
hardware sulla morfologia
della città.
3. E’ NECESSARIO DISAMBIGUARE …..
Per l’urgenza di rivedere paradigmi
concettuali capaci di affrontare quel
corpo sociale “in travaglio” che abita le
città
E agire in un contesto inedito dal punto di
vista
delle dinamiche economiche e sociali
della finanza pubblica,
della necessità di rifunzionalizzare e dare
identità a luoghi, spazi abbandonati,
patrimonio pubblico e privato, vuoti
urbani.
4. Abbiamo ereditato città obsolete, fragili,
disseminate da vuoti urbani, spazi senza
funzione, patrimonio fisico senza
prospettiva.
L’Urbs ammaccata fatica a contenere una
civitas disordinata, complessa,
frammentata, molecolare, conflittuale,
ineguale.
La perdita degli usi del ‘900 determina un
impoverimento delle pratiche sociali e
culturali di riappropriazione dello spazio
urbano – schiacciato tra rendita
economica, istinti securitari,
privatizzazione e chiusura.
5. UN RINNOVATO URBANESIMO
Deve generare la consapevolezza che la
qualità della vita nelle città è
direttamente proporzionale
alla qualità degli spazi urbani
alla permeabilità, accessibilità e
sostenibilità della loro infrastrutturazione
sociale
Alla ricomposizione dei conflitti e delle
sconnessioni
Alla coesione e all’inclusione di tutti i
suoi pezzi
Uscendo dal paradigma deterministico e
funzionalista della pianificazione urbana
6. Le pratiche rigenerative hanno la
necessità, per avviarsi, di connettere gli
attori istituzionali, economici e sociali
spesso s-connessi.
Implicano la capacità degli attori locali di
mettersi in gioco e di scommettere
collettivamente su una strategia di
futuro che consenta di mettere in rete
risorse, competenze, saperi.
Hanno spesso bisogno di una scintilla,
di un detonatore che inneschi il
processo di rigenerazione
7. ATTENZIONE ALLE PAROLE CALAMITE SEMANTICHE
COMUNITA' – PLURALE/SINGOLARE
IDENTITA'
PARTECIPAZIONE – TECNE' O LOGOS
8. LE CITTÀ SONO ABITATE DA TRACCE DI COMUNITÀ
Che hanno bisogno di processi generativi per riconoscersi come comunità
di prossimità – senza tèlos e visioni salvifiche
che tengano insieme
- le comunità di cura:
Che abitano i luoghi dell’incontro, del riconoscimento, della responsabilità,
della cura (pubblici, privati, intermedi, ibridi)
- Le comunità del rancore o comunità Enclave
“comunità chiuse dal localismo maligno dei tanti in preda alla paura di
diventare ultimi che cercano il capro espiatorio quando la comunità si fa
maledetta, alla ricerca dell’Heimat del sangue, del suolo e delle religioni”
- gli assenti e i laterali
Dentro il perimetro della prossimità in cui condividere interessi, percorsi, intrecci
9. Si tratta di
Ibridare i saperi della pianificazione con quelli
della rigenerazione (la città porosa di Sennet, che
abilita alla cooperazione)
Mescolare il disegno e la morfologia dei luoghi
con «la polvere delle strade» (F. Leger)
Strutturare forme di governance
microterritoriale (agenzie, Mission quartiers, city
challenge, etc) che integrino competenze
istituzionali, politiche pubbliche, capitale sociale
Promuovere, mobilitare e accompagnare la
risposta endogena dei territori, delle loro risorse
e del loro capitale sociale
..non esistono esiti senza processi
“irrobustire le comunità di cura sul territorio – alleanze e tracce di ricostruzione di una
‘comunità che viene’”