Una presentazione in formato "slides" su come presentare un’idea e convincere gli investitori a finanziarla. Documento elaborato nel 2019 da Domenico Aloisi. Tutti i diritti sui contenuti esposti appartengono ai rispettivi proprietari.
**Bibliografia**
Carlo Lorenzani - Unioncamere “Mettersi in proprio: una guida per fare impresa”
Maurizio La Cava “Startup Pitch - Come presentare un’idea e convincere gli investitori a finanziarla”
DocSend “What We Learned from 200 Startups Who Raised $360M”
Chris O'Leary “Elevator Pitch Essentials: How to Create an Effective Elevator Pitch”
Simon Sinek “Partire dal perché: Come tutti i grandi leader sanno ispirare collaboratori e clienti”;
Andrew V. Abela “The presentation”;
Steve Blank “The Four Steps to the Epiphany”;
Alexander Osterwalder “Business Model Canvas: Creare modelli di business”;
Eric Ries “Partire leggeri. Il metodo Lean Startup: innovazione senza sprechi per nuovi business di successo”;
Porter M.E. “How competitive forces shape strategy”;
CooopUPBologna IV edizione | idea di impresa: strumenti per modellare la prop...Kilowatt
Appuntamento#2 della quarta edizione di CoopUPBologna - il percorso di formazione, incubazione e networking promosso Confcooperative Bologna e Kilowatt in collaborazione con Emil Banca e Irecoop Emilia Romagna - su proposta di valore e business model.
La breve presentazione contiene considerazioni sul rapporto tra Start-up e Aziende nell'approccio al cambiamento, con l'introduzione di due strumenti originali di analisi: le "piramidi del cambiamento-innovazione" e la "macchina del cambiamento". Lo scopo dell'autore, Sergio Rossi, è cercare di ridurre le asimmetrie tra i due attori ed accrescere proficuamente la cooperazione.
Report su attività e costi per lanciare campagna di equity crowdfundingFabio Allegreni
Crowd Advisors, con EdiBeez e AIEC, ha pubblicato il primo rapporto sulle attività e i costi delle startup italiane che hanno lanciato una campagna di equity crowdfunding.
Si tratta della prima volta che una ricerca entra in questo tipo di merito, in cui viene anche analizzato il ruolo degli advisor esterni.
I dati del rapporto sono stati raccolti grazie alle risposte a un questionario inoltrato a tutte le società che avevano lanciato una campagna di equity crowdfunding sulle piattaforme italiane dal 2013 al luglio 2016, indipendentemente dal fatto che avessero avuto successo. Su 33 società contattate, 13 (il 39%) hanno risposto al questionario. Si tratta quindi di un campione piuttosto ristretto, che, pur non essendo possibile considerare scientificamente rilevante, può comunque fornire un importante termine di paragone, utile soprattutto a tutte le imprese che intendono finanziarsi con l’equity crowdfunding.
Design Thinking Session: come leggere il customer journey?Largo Consumo
La ricostruzione del customer journey, attraverso il confronto attivo tra marketing manager, in una sessione di design thinking organizzata nell’ambito di SAP Forum 2013.
Open Innovation: un approccio all’innovazione centrato sulla collaborazione, ...Iris Network
Masterclass tenuta da Letizia Piangerelli e Paolo Campagnano in occasione del XV Workshop sull'Impresa Sociale 2017 - Riva del Garda
SESSIONE PARALLELA di Venerdì 15 Settembre | ore 9
Masterclass
A cura di
Letizia Piangerelli | CoopUp, CoopUp IN
Paolo Campagnano | Impact Hub Trentino
Con un intervento di Nicola Cabria, Human Foundation
L’atto di innovare è riconosciuto quale elemento imprescindibile per competere e creare valore. Tuttavia, in un mondo interconnesso dove la velocità e la portata della digitalizzazione stanno trasformando la natura stessa di prodotti e servizi, non è soltanto utile domandarsi “perché” innovare, ma anche il “come” diventa rilevante.
L’innovazione condotta soltanto nel chiuso dei propri uffici preposti non è più funzionale allo scopo. La risoluzione di sfide sociali e imprenditoriali è sempre più l’esito di un complesso processo di co-creazione, che coinvolge flussi di conoscenza tra un mix di attori. “Alterare l’ordine delle cose stabilite per fare cose nuove” ha dunque delle implicazioni non solo sui risultati, ma soprattutto sui processi organizzativi e sulle dinamiche culturali e personali dei soggetti che decidono di collaborare.
Nato in un contesto dove la leva e il fine era essenzialmente la tecnologia, l’open innovation si sta trasformando in molti casi in un approccio dove la collaborazione tra persone torna al centro dei processi produttivi, sia in quanto utenti (fonte diffusa di conoscenza), sia in quanto soci e collaboratori (fonte di idee, competenze, esperienze, reti), a prescindere dai ruoli e dalla “residenza” in un organigramma.
La sfida per le organizzazioni che vogliono innovare risiede dunque non tanto nelle idee che si è capaci di generare, ma nella capacità di creare il contesto culturale, organizzativo e ambientale più adeguato per cogliere i benefici che l’apertura può apportare. Hackaton, call4ideas, incubatori aziendali, partnership con startup, spin-off sono solo alcune delle modalità più note per fare innovazione aperta, ma se non utilizzati all’interno di una strategia consapevole rischiano di produrre più costi che benefici, anche in termini reputazionali.
Scopo della Masterclass è fornire una panoramica su come funziona l’open innovation, a partire da casi concreti provenienti anche dal mondo dell’impresa sociale, ed esplorare alcuni strumenti metodologici che possono poi essere riutilizzati nei propri contesti, per sviluppare nuove idee o affinare quelle esistenti, adottare pratiche collaborative, costruire network e spazi utili per attivare dinamiche di innovazione e aumentare la capacità dell’impresa sociale di generare impatto nella società.
Design Thinking & Service Design: Arrivo Due Minuti FaAdriano Toccafondi
Slide del Workshop del 10 Settembre a San Piero a Sieve sul Design Thikning & Service Design. "Arrivo due minuti fa".
Cambiare lavoro. Inventarsi una professione. Trasformare l'azienda per cui lavori. Innovazione di processo.
L'importanza della decisione della direzione nei progetti e il bilanciamento tra la fase divergente e convergente.
trasformare un’idea in un business che funziona | 1° lezioneextrategy
1° lezione: definizione del modello di business
diffondere la cultura imprenditoriale approfondendo le dinamiche della nascita di un’impresa innovativa o del lancio di un nuovo prodotto / servizio sul mercato, trasferimento di concetti e conoscenze al fine di trasformare un’idea in un business sostenibile.
I progetti nell'ambito agroalimentare... 30 progetti finanziati da Fondazioni nazionali o da Ministeri, 71 progetti che hanno ottenuto un finanziamento dalla Regione Piemonte, 33 progetti finanziati da organismi europei
Una presentazione in formato "slides" su come presentare un’idea e convincere gli investitori a finanziarla. Documento elaborato nel 2019 da Domenico Aloisi. Tutti i diritti sui contenuti esposti appartengono ai rispettivi proprietari.
**Bibliografia**
Carlo Lorenzani - Unioncamere “Mettersi in proprio: una guida per fare impresa”
Maurizio La Cava “Startup Pitch - Come presentare un’idea e convincere gli investitori a finanziarla”
DocSend “What We Learned from 200 Startups Who Raised $360M”
Chris O'Leary “Elevator Pitch Essentials: How to Create an Effective Elevator Pitch”
Simon Sinek “Partire dal perché: Come tutti i grandi leader sanno ispirare collaboratori e clienti”;
Andrew V. Abela “The presentation”;
Steve Blank “The Four Steps to the Epiphany”;
Alexander Osterwalder “Business Model Canvas: Creare modelli di business”;
Eric Ries “Partire leggeri. Il metodo Lean Startup: innovazione senza sprechi per nuovi business di successo”;
Porter M.E. “How competitive forces shape strategy”;
CooopUPBologna IV edizione | idea di impresa: strumenti per modellare la prop...Kilowatt
Appuntamento#2 della quarta edizione di CoopUPBologna - il percorso di formazione, incubazione e networking promosso Confcooperative Bologna e Kilowatt in collaborazione con Emil Banca e Irecoop Emilia Romagna - su proposta di valore e business model.
La breve presentazione contiene considerazioni sul rapporto tra Start-up e Aziende nell'approccio al cambiamento, con l'introduzione di due strumenti originali di analisi: le "piramidi del cambiamento-innovazione" e la "macchina del cambiamento". Lo scopo dell'autore, Sergio Rossi, è cercare di ridurre le asimmetrie tra i due attori ed accrescere proficuamente la cooperazione.
Report su attività e costi per lanciare campagna di equity crowdfundingFabio Allegreni
Crowd Advisors, con EdiBeez e AIEC, ha pubblicato il primo rapporto sulle attività e i costi delle startup italiane che hanno lanciato una campagna di equity crowdfunding.
Si tratta della prima volta che una ricerca entra in questo tipo di merito, in cui viene anche analizzato il ruolo degli advisor esterni.
I dati del rapporto sono stati raccolti grazie alle risposte a un questionario inoltrato a tutte le società che avevano lanciato una campagna di equity crowdfunding sulle piattaforme italiane dal 2013 al luglio 2016, indipendentemente dal fatto che avessero avuto successo. Su 33 società contattate, 13 (il 39%) hanno risposto al questionario. Si tratta quindi di un campione piuttosto ristretto, che, pur non essendo possibile considerare scientificamente rilevante, può comunque fornire un importante termine di paragone, utile soprattutto a tutte le imprese che intendono finanziarsi con l’equity crowdfunding.
Design Thinking Session: come leggere il customer journey?Largo Consumo
La ricostruzione del customer journey, attraverso il confronto attivo tra marketing manager, in una sessione di design thinking organizzata nell’ambito di SAP Forum 2013.
Open Innovation: un approccio all’innovazione centrato sulla collaborazione, ...Iris Network
Masterclass tenuta da Letizia Piangerelli e Paolo Campagnano in occasione del XV Workshop sull'Impresa Sociale 2017 - Riva del Garda
SESSIONE PARALLELA di Venerdì 15 Settembre | ore 9
Masterclass
A cura di
Letizia Piangerelli | CoopUp, CoopUp IN
Paolo Campagnano | Impact Hub Trentino
Con un intervento di Nicola Cabria, Human Foundation
L’atto di innovare è riconosciuto quale elemento imprescindibile per competere e creare valore. Tuttavia, in un mondo interconnesso dove la velocità e la portata della digitalizzazione stanno trasformando la natura stessa di prodotti e servizi, non è soltanto utile domandarsi “perché” innovare, ma anche il “come” diventa rilevante.
L’innovazione condotta soltanto nel chiuso dei propri uffici preposti non è più funzionale allo scopo. La risoluzione di sfide sociali e imprenditoriali è sempre più l’esito di un complesso processo di co-creazione, che coinvolge flussi di conoscenza tra un mix di attori. “Alterare l’ordine delle cose stabilite per fare cose nuove” ha dunque delle implicazioni non solo sui risultati, ma soprattutto sui processi organizzativi e sulle dinamiche culturali e personali dei soggetti che decidono di collaborare.
Nato in un contesto dove la leva e il fine era essenzialmente la tecnologia, l’open innovation si sta trasformando in molti casi in un approccio dove la collaborazione tra persone torna al centro dei processi produttivi, sia in quanto utenti (fonte diffusa di conoscenza), sia in quanto soci e collaboratori (fonte di idee, competenze, esperienze, reti), a prescindere dai ruoli e dalla “residenza” in un organigramma.
La sfida per le organizzazioni che vogliono innovare risiede dunque non tanto nelle idee che si è capaci di generare, ma nella capacità di creare il contesto culturale, organizzativo e ambientale più adeguato per cogliere i benefici che l’apertura può apportare. Hackaton, call4ideas, incubatori aziendali, partnership con startup, spin-off sono solo alcune delle modalità più note per fare innovazione aperta, ma se non utilizzati all’interno di una strategia consapevole rischiano di produrre più costi che benefici, anche in termini reputazionali.
Scopo della Masterclass è fornire una panoramica su come funziona l’open innovation, a partire da casi concreti provenienti anche dal mondo dell’impresa sociale, ed esplorare alcuni strumenti metodologici che possono poi essere riutilizzati nei propri contesti, per sviluppare nuove idee o affinare quelle esistenti, adottare pratiche collaborative, costruire network e spazi utili per attivare dinamiche di innovazione e aumentare la capacità dell’impresa sociale di generare impatto nella società.
Design Thinking & Service Design: Arrivo Due Minuti FaAdriano Toccafondi
Slide del Workshop del 10 Settembre a San Piero a Sieve sul Design Thikning & Service Design. "Arrivo due minuti fa".
Cambiare lavoro. Inventarsi una professione. Trasformare l'azienda per cui lavori. Innovazione di processo.
L'importanza della decisione della direzione nei progetti e il bilanciamento tra la fase divergente e convergente.
trasformare un’idea in un business che funziona | 1° lezioneextrategy
1° lezione: definizione del modello di business
diffondere la cultura imprenditoriale approfondendo le dinamiche della nascita di un’impresa innovativa o del lancio di un nuovo prodotto / servizio sul mercato, trasferimento di concetti e conoscenze al fine di trasformare un’idea in un business sostenibile.
I progetti nell'ambito agroalimentare... 30 progetti finanziati da Fondazioni nazionali o da Ministeri, 71 progetti che hanno ottenuto un finanziamento dalla Regione Piemonte, 33 progetti finanziati da organismi europei
Venite a conoscere la nuova star up che unisce tre settori ben distinti: è data bank, è un magazine, è e-commerce
Cercarisparmio ha vinto il project work 2014/2015 del Master in E-commerce e business online: l'innovazione digitale nei modelli di business di 24Ore Formazione Eventi
Potential of social media as a tool to combat foodborne illnessMarcella Zanellato
Abstract
The use of social media platforms, such as Facebook and Twitter, has been increasing
substantially in recent years and has affected the way that people access information online.
Social media rely on high levels of interaction and user-generated context shared through
established and evolving social networks. Health information providers must know how to
successfully participate through social media in order to meet the needs of these online
audiences. This article reviews the current research on the use of social media for public health
communication and suggests potential frameworks for developing social media strategies. The
extension to food safety risk communication is explored, considering the potential of social
media as a tool to combat foodborne illness.
Priorità Export: opportunità e guida per l’uso. Etichettatura e certificazion...Marcella Zanellato
Europa, le nuove regole sulle etichette alimentari (reg. UE 1169/2011)
- Paesi Extra-UE, autorizzazioni e certificazioni, conformità di prodotti ed etichette
- Il web per il marketing Internazionale, l’esperienza di GIFT
1. PARTE SECONDA Dopo aver ascoltato gli organizzatori (BackToWork) ora diamo la parola agli
imprenditori, così sarà più semplice scoprire cosa cercano gli investitori che partecipano agli incontri
B2B.
STEFANO GIORDANI – Il BackToWork è stata
un’occasione per capire se c’era la possibilità di
investimenti a livello familiare, con tagli di investimento
abbordabili e non cifre folli. Il tempo a disposizione è 30
minuti e questo breve lasso di tempo deve servire sia per
spiegare che per capire, quindi occorre che l’azienda
promotrice dell’idea sia brava e capace ad interessare
nonché a trasmettere messaggi chiari e semplici, perché chi
torna a casa dovrà fare un successivo approfondimento. Per
esempio, un interlocutore un po’ svogliato, poco espansivo
e non troppo comunicativo rischia di passare inosservato o
di non lasciare il segno in chi lo ascolta. “La formula di
primo approccio è simpatica e gli aspiranti investitori
possono riuscire a entrare in contatto con 8/10
aziende/progetti; la descrizione preliminare dell’azienda,
riassunta in poche righe, è invece un aspetto che si potrebbe
migliorare, in modo che chi si siede al tavolo potrebbe già
avere un indirizzo preventivo più preciso di quella che sarà
la proposta/idea, lasciando poi al colloquio tutta la parte di
approfondimenti e dettagli. Ciò sarebbe tanto più importante per quelle aziende-progetto che si
presentano con iniziative che si trovano ancora allo stato embrionale o comunque ancora ferme
“sulla linea di partenza” e che quindi – a mio parere – avrebbero giovamento di una buona
preparazione all’incontro da parte dei potenziali investitori: il tutto per rendere concreti e fattivi
questi brevi incontri conoscitivi”.
MASSIMO SACCHI – consulente
aziendale, presente al terzo Back To Work, è
dell’idea che l’iniziativa è piaciuta e
rappresenta una risposta positiva, soprattutto
in questo momento di crisi, di difficoltà delle
aziende e di un mercato del lavoro di alto
livello che ricerca nuovi stimoli, insieme ad
investitori qualificati. Tramite il processo
messo in atto da BtoW si evitano
l’intermediazione di tutte quelle figure che
rallentano l’incontro tra chi vuole fare
impresa e chi vuole investire e/o ricollocarsi sul mercato in veste diversa. “Non nego che parteciperò
alle prossime edizioni del BtoW perché personalmente cerco delle iniziative che siano vicine alle mie
passioni ed al mio modo di sentire e nello stesso tempo mi diano la possibilità di immaginare le nuove
tendenze. In questa terza edizione, ho visto che ci sono tante buone idee ma, se devo essere sincero,
non sempre sono riuscito a comprendere bene come si coniugava il momento di sviluppo dell’idea
imprenditoriale con la realtà. Sicuramente tra gli 80 partecipanti molte iniziative sono positive, a
volte l’idea è ottima, ma quando si trasforma in pratica e successivamente in numeri le cose cambiano
(in meglio o in peggio); non sempre il lavoro che è stato fatto viene comunicato in modo adeguato e
molte volte bisogna ancora lavorarci. Ultima considerazione: alcuni standisti hanno chiesto
investimenti con cifre notevoli che, dal mio punto di vista, non sono coerenti con razionali economico
2. finanziari. Ricordate che gli investitori hanno invece bisogno di capire il sottostante… poi assumono
il rischio!”.
LUIGI BRUNO – della Logos srl è già al suo
secondo BackToWork. In questo caso quindi
parliamo di una ventina di aziende consultate dalle
quali poi ne sono state selezionate uno o due.
L’interesse maggiore è riservato al tema tecnologico
e l’obiettivo finale è quello di entrare nel progetto
come soci finanziatori ma anche come partner dal
punto di vista delle competenze. “Una cosa è certa:
nessuna delle realtà conosciute nei due incontri è
pronta a partire in tempi brevi. Si parla di 12-24
mesi per la realizzazione del progetto completo. Si
parte sempre da un’idea, si verifica se sarà
un’iniziativa vincente, si analizzano le
caratteristiche e anche il potenziale ritorno
economico, più il capitale e le competenze
professionali presenti nel progetto. Il nostro modo
di operare prevede un secondo incontro dopo una settimana dall’evento per un confronto e per
approfondire i dati, analizzare i numeri e quindi verificare i ricavi finali. L’importante è che le
aziende da noi selezionate sappiamo camminare con le proprie gambe sul mercato anche perché il
nostro interesse a livello di investimento prevede una quota di minoranza, intorno al 20-30%”.
MARIO ROSSI – L’unico che invece ha partecipato a tutti e
tre gli appuntamenti di Back To Work. Lui conobbe il fondatore
di BackToWork, Carlo Bassi (mancato a fine aprile 2015 per un
ictus) “ideatore lodevole, ha creato l’occasione di fare
incontrare le piccole imprese con i manager e quindi la
creazione di nuove opportunità, soprattutto perché in questi
ultimi anni si è assistito a un esodo forzato di manager e di
piccole aziende che hanno esigenze immediate per poter
prendere il volo. Di sicuro ad oggi BackToWork ha un database
abbastanza ampio e facilita gli incontri tra più realtà”.
Ma come sono le aziende che espongono al desk?
“Tendenzialmente sono imprese molto diverse tra di loro,
alcune sono ben preparate e con idee chiare, altre con
presentazioni un po’ meno strutturate, alcune dicono chiaro
cosa cercano, altre lo lasciano in sospeso (mi riferisco
soprattutto al profilo che viene fornito online e anche stampato
sul pannello del desk all’Expo). Di sicuro è l’occasione per vedere più realtà in una sola giornata e
si ha l’opportunità di poter scegliere; l’importante è sentirsi coinvolti nei progetti che vengono
raccontati, ma soprattutto ci deve essere la combinazione vincente su entrambi i fronti”. Il
suggerimento per la presentazione durante l’incontro di mezz’ora è di utilizzare le stesse tecniche per
un “pitch” efficace: un documento di poche pagine che viene rafforzato e integrato con la
presentazione a voce. Importante è anche poter dare qualche dimostrazione concreta del
prodotto/servizio e di come questo risolve un problema o coglie un’opportunità di mercato in modo
distintivo e innovativo, creando valore per il cliente e profitto per l’impresa. In mezz’ora di tempo
l’azienda presentatrice deve catturare l’attenzione e far “innamorare” l’investitore/manager del
proprio progetto.