Gli impianti inquinanti nella Piana di Gioia Tauro
CEMENTIFICIO TAVERNOLA BERGAMASCA: riconversione e messa in sicurezza dei luoghi
1. CEMENTIFICIO: storia di un
impianto e del territorio che
lo ospita
La pianificazione territoriale ci
imporrebbe di definire regole precise
su cosa fare e dove farlo, ma spesso
abbiamo assistito a edificazioni
selvagge, industrie in contesti abitativi
o naturali da preservare o, per contro,
abitazioni costruire direttamente
all’interno di aree prettamente
industriali.
Tavernola Bergamasca
Ogni tempo ha le sue regole, le sue sensibilità, le sue priorità.
Il passato è lì da guardare, il futuro è nelle nostre mani
2. LA NASCITA DEL CEMENTIFICIO
Il progresso tecnologico negli ultimi decenni
dell’800 aveva portato alla valorizzazione della
marna calcare, la materia prima per la
fabbricazione del cemento.
Approfondite ricerche, effettuate dalla famiglia
Sina permisero di localizzare vasti giacimenti di
marna di ottima qualità nelle rocce del Monte
Saresano, sulle pendici del quale si aprirono le
«cave».
Nel 1902 nasce la prima fabbrica per la
produzione di calce e, poi, nel 1910 la prima
fabbrica per la produzione di cemento ai piedi
della montagna.
3. L’ESPANSIONE DEL CEMENTIFICIO
Negli anni seguenti, la produzione
del cemento ha continuato ad
incrementarsi. Fino ad una forte
espansione dopo la II Guerra
mondiale che ha consentito, da
un lato, ai cementieri di
ingrandirsi, e a molti tavernolesi
di non emigrare per trovare
lavoro. Allora le aziende erano
quattro: la «Sina», la «Sebina», la
«Milesi» e la «Mineraria». Gli
«stabilimenti» privilegiavano,
infatti, l’assunzione come operai,
di capifamiglia di Tavernola.
4. POLVERE E SPARO MINE … MA UN POSTO DI
LAVORO IN PAESE VALE DI PIU’
Tutto questo non senza un prezzo: la sensibilità ambientale e
le tecnologie di quei tempi hanno fatto sì che gli abitanti della
vicina frazione di Tavernola (Cambianica) dovessero
sobbalzare per anni ai forti spari di mine che facevano
tremare case e finestre per le escavazioni nella miniera
«Ognoli», i tetti delle case imbiancavano per la polvere e la
nuvola di fumo che usciva dall’impianto accompagnava spesso
le fotografie dell’epoca e si impregnava anche nei polmoni di
lavoratori e abitanti. A quel tempo, però, tutto questo era
normale.
Anche il morso per cavare nella montagna diventava via via
più grande.
Ogni famiglia, però, aveva il suo «operaio cementiere». Anche
se il lavoro in cementeria era polveroso e rumoroso, era un
privilegio impagabile poter lavorare in paese, oltre tutto, lo
stipendio in cementeria era mediamente più alto che altrove.
1957
5. I CAMBI DI PROPRIETA’ DEL CEMENTIFICIO
• Le proprietà di Milesi e Sina hanno dato origine alla «Cementifera Sebina» S.p.a. durata
fino al 1989
• Nel 1990, dopo l’incorporazione dello stabilimento di Pescara, nasce la «Adriasebina
cementi» S.r.l., durata fino al 1996
• Nel 1996-97 il cementificio viene ceduto a Lafarge
• Nel 2011 viene ceduto a Sacci
• Nel 2016 passa a Cementir
• Nel 2018 passa a Italcementi- Heidelberg e nasce «Italsacci» tutt’ora attiva
I numerosi passaggi dell’ultimo decennio non hanno migliorato le cose.
6. LA QUESTIONE COMBUSTIBILI ALTERNATIVI
Negli anni dal 1999 in poi Tavernola è alle prese con un problema non da poco per la cittadinanza. Nasce in questo
periodo il Comitato NO-inceneritore.
Il cementificio fa richiesta di utilizzo di combustibili alternativi nell’impianto di Tavernola, e ottiene una prima
autorizzazione da Regione Lombardia nel 2005, ma grazie ad una convenzione tra Comune e cementificio non inizia
l’utilizzo di rifiuti come combustibili.
Nel 2006 viene istituito un Comitato Tecnico composto da un tecnico del Comune, uno dell’azienda e uno del Sindacato
per verificare la situazione complessiva dell’impianto cementiero, identificare le sue criticità e valutare la «questione
rifiuti». Il Comitato produce un Pirmo rapporto che nelle conclusioni recita:
L’impianto, con i suoi camini, è molto vicino all’abitato di Cambianica e ciò preoccupa tutti, tanto che si fa un
referendum nel 2007 con il quale la cittadinanza esprime la propria assoluta contrarietà alla SPERIMENTAZIONE di
utilizzo di rifiuti come combustibili nell’impianto.
7. CONSULTAZIONE 24.06.2007 SULL’UTILIZZO DI
COMBUSTIBILI ALTERNATIVI
Nel 2007 il Gruppo di
Tavernola Democratica
presenta richiesta di
sottoporre la questione alla
popolazione
L’Amministrazione Comunale
accetta e propone il quesito
per la consultazione
popolare che si svolgerà il 24
giugno 2007.
8. ESITO DELLA CONSULTAZIONE DEL 2007
• L’esito della consultazione sui rifiuti nel cementificio dà grande
soddisfazione ai promotori e alla cittadinanza che, con questo
risultato, spera di scongiurare definitivamente questo problema
dal proprio territorio.
9. LA QUESTIONE COMBUSTIBILI ALTERNATIVI
NON E’ FINITA
• Nel 2010 il cementificio, nell’ambito del rinnovo dell’A.I.A. (autorizzazione integrata ambientale), chiede
l’utilizzo di CDR e Pneumatici triturati come combustibili, inviata alla Presidenza del Consiglio per «questione
di salute pubblica» sollevata dall’allora Sindaco
• Dalla Presidenza del Consiglio però non arriva un diniego, ma un rinvio della pratica alla Provincia di Bergamo
affinchè si trovi un accordo di programma per una sperimentazione.
• La questione prosegue negli anni con alti e bassi fino ad arrivare al 2016, quando, il cementificio inoltra
revoca all’utilizzo di CDR e Pneumatici in quanto non in grado di adeguarsi ai nuovi limiti di NOX vigenti da
gennaio 2016. Il paese tira un sospiro di sollievo.
• Contemporaneamente però il cementificio inoltra alla Provincia di Bergamo la nuova richiesta di utilizzo di
CSS-C (combustibile derivato dai rifiuti che, grazie al D.M. 22/2013 NON è considerato rifiuto ma combustibile)
per 30.000 t/anno e, la Provincia di Bergamo, autorizza il cementificio nel NOVEMBRE 2017 all’utilizzo
sperimentale, con procedura di modifica NON SOSTANZIALE. Tale procedura ha consentito all’azienda di
ottenere l’autorizzazione SENZA ALCUNA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE, che, in questo impianto, NON
E’ MAI STATA EFFETTUATA. Il Comune di Tavernola, quindi, propone ricorso al TAR contro l’autorizzazione. Il
ricorso è tutt’ora pendente.
• Il cementificio, durante un incontro di «fabbrica aperta» si impegna pubblicamente a non utilizzare detti
combustibili senza il consenso della cittadinanza. Ad oggi, infatti, non sono utilizzati.
10. IL LAVORO in cementeria e nuove opportunità
• Negli anni abbiamo visto evolversi l’attività
cementiera.
• Il boom economico, la realizzazione delle grandi
infrastrutture e l’edificazione selvaggia degli anni
‘70 ha incrementato la domanda di cemento
• La crisi del 2008 ha invertito la tendenza. Ormai le
nuove norme tendono verso il consumo di suolo
ZERO e quindi l’era del cemento è finita
• Il crollo del consumo di cemento deve farci
riflettere per non rimanere a guardare ma aprirci a
nuove alternative lavorative, soprattutto in territori
come quello lacurstre che offrono altre opportunità
di lavoro e di ricchezza, molto meno impattanti e
più rispettose dei luoghi
11. QUESTIONE RICONVERSIONE
• Nel frattempo matura all’interno del paese la necessità di
affrontare la questione della riconversione dell’impianto nel
medio termine. Il numero di lavoratori ormai ridotto a 70 unità di
cui solo una ventina tavernolesi, l’aumento della sensibilità
ambientale, l’incremento delle attività economiche legate al
turismo, soprattutto dopo l’evento del «The Floating Piers» fanno
sì che i tempi siano maturi per un referendum che VEDA NEL
MEDIO TERMINE LA RICONVERSIONE DI QUELL’IMPIANTO.
• Il Sindaco di Tavernola, infatti, nel 2018 propone un referendum
su questo tema
12. Testo del quesito:
Ritieni che il Comune debba promuovere e agire
nella direzione della riconversione/dismissione
del cementificio verso altre attività a ridotto
impatto ambientale e paesaggistico?
13. ESITO DEL REFERENDUM SULLA
RICONVERSIONE - 2018
• L’esito referendario dà
ragione alla
riconversione. I tempi
sono maturi.
14. LA MINIERA OGNOLI e il ripristino ambientale
• L’attività di escavazione è
stata effettuata sin
dall’inizio del secolo
nell’area verso il lago del
Monte Saresano. Nel 2000 è
terminata l’escavazione
nell’area della Miniera
Ognoli, nella quale un piano
di ripristino ambientale era
stato progettato nel 1988 e
poi realizzato, con varianti
successive, negli anni
seguenti.
15. LA MINIERA CA’ BIANCA – Parzanica
• Dal 2000 è attiva la
Miniera Ca’ Bianca in
Parzanica, sullo stesso
Monte Saresano, nell’altro
versante.
• In relazione alla sua
apertura, venne
realizzata, all’interno
della miniera dismessa
Ognoli, la strada di
collegamento Parzanica-
Tavernola a spese del
cementificio
(inaugurazione 2000)
16. Le frane sul Monte Saresano
• Il primo evento franoso sul monte Saresano
risale al 1970, quando si ipotizzava una frana di
1.800.000 mc. Anche a quel tempo si pensava di
fare degli interventi di messa in sicurezza che,
purtroppo, non vennero mai realizzati.
• Le ulteriori frane più importanti sul versante
della miniera «Ognoli» sono state nel 1986
(Frana Scapioni)
• Nel 2010 Frana sopra la bretella per Cambianica
con un distacco di 20.000 mc a cui ha fatto
seguito la chiusura della bretella fino ad aprile
2019.
Rassegna stampa
1970
17. La frana del 2021
Frana stimata in 2.100.000 mc.
18. La frana del 2021
• Il 22 febbraio 2021 la frana del monte Saresano monitorata dal 2004 ha iniziato pericolosamente ad accelerare.
• Da un movimento noto di 3 mm. al mese si è passati ad un movimento fino al 2,5 cm. al giorno. Ciò ha fatto temere il peggio.
• Oggi, il movimento è circa 2,5 -3,00 mm. al giorno che, pur essendo molto inferiore rispetto all’apice dell’emergenza è ancora molto
lontano da quello pre-emergenza.
• La frana è stimata nel suo scenario peggiore in 2.100.000 mc.
• Erano state evacuate per precauzione alcune abitazioni della loc. Squadre, poi rientrate dall’emergenza dopo pochi giorni
• Sono stati effettuati studi da parte dell’Università di Firenze e dell’Università Bicocca relativamente alla frana, alle stime sul suo
ingresso o meno nel lago e alla velocità raggiungibile.
• Sulla base di questi dati l’Università di Bologna ha effettuato un primo studio di stima dell’onda che si potrebbe generare. Lo studio
completo non è ancora disponibile ma alle riunioni è stata presentata una prima bozza che ha valutato solo lo scenario peggiore di
discendimento dell’intera frana, il più pericoloso ma quello giudicato dai geologi il meno probabile. L’onda massima potrebbe arrivare
a 6-7 m. nei luoghi più prossimi, per poi propagarsi in un movimento che investirebbe le varie zone del lago in modo via via più lieve
in relazione all’allontanarsi dalla zona della frana.
• L’impianto cementiero è ubicato proprio sotto l’area di frana il che implica tutte le valutazioni del caso per evitare anche la
dispersione nell’ambiente di sostanze inquinanti qualora la frana si verificasse.
• La quota di evacuazione per gli abitanti di Tavernola Bergamasca è stata finora stimata fino a quota 195 s.m.l. e ciò dovrebbe essere
fatto qualora la frana accelerasse nuovamente facendo passare dall’attuale situazione definitiva «bianca» (fino a 1,00 cm), alla soglia
di «allarme», passando per le soglie intermedie che fissano la fase di «attenzione» e «preallarme».
19. VALORI A CONFRONTO: sicurezza, salute,
lavoro, turismo, economia …
E’ inevitabile una considerazione finale dopo aver valutato i diversi aspetti della
questione.
• SICUREZZA
• SALUTE
• LAVORO
• TURISMO
• ECONOMIA
non sono valori ALTERNATIVI o incompatibili. Nessuno di questi ha il diritto di soffocare gli
altri, è necessario trovare il giusto equilibrio che garantisca il rispetto della collettività e
di ciascuno.
Questa realtà industriale è orami inadeguata rispetto al futuro del luogo in cui si trova e
bisogna adottare quanto prima un progetto di transizione per arrivare alla sua
riconversione, l’attuale frana non fa che mostrare ancor di più questa necessità.
20. APPELLO ALL’UNITA’ !
Il territorio è di tutti, dobbiamo tutti difenderlo.
Non avremo un altro pianeta per i nostri figli!
Sul nostro Lago d’Iseo,
adesso, è urgente un progetto di
messa in sicurezza per la frana del Monte Saresano,
riconvertire il cementificio e
resituire pace a questo bellissimo luogo.