Un'applicazione degli studi della finanza comportamentale sugli errori di previsione degli analisti finanziari sugli EPS di società quotate italiane. I risultati ottenuti mostrano la presenza di un eccessivo ottimismo nelle previsioni. Dall’istogramma di pagina 4 e 5 si vede che per le 70 società quotate del campione, la maggior parte dei valori sono negativi e in particolare nel 2009. Nella pagina seguente, la tabella mostra un errore di previsione crescente in valore assoluto e stesso discorso vale per il grado di dispersione. Questo perché nei periodi di crisi, gli analisti non “sembrano” capaci di prevederne gli effetti sugli utili delle società analizzate e data la tendenza verso l’ottimismo, l’errore di previsione è ancora più elevato, contribuendo ad amplificare la percezione della crisi.. Confrontando i risultati per settore attraverso il calcolo dell’errore di previsione medio, come mostrato dalla tabella di pagina 7, si vede chiaramente che la tendenza all’ottimismo è generalizzata. Osservando infine la relazione tra dimensione delle società, espressa dalla capitalizzazione di Borsa, e l’errore di previsione, si nota che all’aumentare della dimensione il grado di accuratezza migliora, sia perché gli analisti tendono a seguire società più grandi e profittevoli poiché il livello atteso di commissione è più elevato ma sia perché questo società hanno livello di trasparenza più stringenti con la conseguenza di un maggior numero di informazioni trasferite al mercato. Questo comporta uno shock sul mercato azionario italiano data la presenza prevalente di una struttura di medie-piccole imprese. Questi risultati sono dovuti, secondo gli studi di finanza comportamentale, per la presenza di errori cognitivi e trappole mentali, in particolare gli analisti sarebbero caratterizzati da overconfidence ossia dall’eccessiva fiducia in sé stessi e nelle proprie capacità predittive, da “ancoraggio” e dal “senno di poi” che li porterebbero ad attaccarsi a determinati dati e cifre e a ritenere che quelle possano essere quelle esatte per prevedere andamenti futuri. Inoltre questa tendenza generalizzata, trova spiegazione nel fenomeno detto herding behaviour secondo il quale le stime vengono costruite cercando il consenso, a tutto discapito della professionalità dell’analista e della sorte degli investitori. Dato questo contesto, per cercare di ridurre queste imperfezioni e di conseguenza l’inefficienza del mercato risulta fondamentale strutturare meglio la regolamentazione finanziaria attraverso un mix di educazione finanziaria, regole di disclosure adeguate, nonché l’incentivazione della consulenza finanziaria al servizio del cliente e non tanto agli interessi dell’intermediario, secondo le prescrizioni della finanza comportamentale.