Un test sulle ipotesi delle proiezioni a medio-lungo termine della spesa sani...Nc Salerno
Si applica a ritroso nel tempo la metodologia di proiezione della spesa sanitaria utilizzata da Ocse-Ecofine basata sui profili di spesa pro-capite per fasce di età. Si ricostruisce l’incidenza della spesa sul Pil tra il 1988 e il 2012e la si confronta con il dato storico.
Presentazione di Nicola C. Salerno all'AIES 2010Nc Salerno
Presentazione di Nicola C. Salerno al Convegno AIES 2010. Analisi dettagliata delle ipotesi alla base delle proiezioni di spesa sanitaria fatte da AWG-ECOFIN, OCSE, FMI, CERM.
Di Lorenzo Bordogna
Nell’ultimo ventennio la pubblica amministrazione è stata interessata da molteplici interventi riformatori. Come è stato rilevato da molti osservatori, forse si sarebbe dovuto dedicare meno sforzi a realizzare “meno stato” e più attenzione a rispondere alla domanda “quale stato”. Lo stesso processo di digitalizzazione dell’amministrazione, pensato da molti come il cavallo di Troia dell’innovazione, ha prodotto risultati differenti: accanto a soluzioni di eccellenza si sono registrati esiti negativi o irrilevanti. È apparso evidente che il cambiamento della Pubblica Amministrazione, come peraltro di altre organizzazioni, non è prevalentemente né processo normativo né un processo tecnologico. Come progettare il cambiamento della Pubblica Amministrazione? Immettere una leva di giovani qualificati che sopperisca ai deficit di organico e di competenze? Intervenire sull’organizzazione con un approccio consapevole della molteplicità delle variabili in gioco (cultura, meccanismi operativi, sistemi incentivanti, relazioni industriali, condivisione degli obiettivi) e dell’importanza della partecipazione dei lavoratori in termini di saperi e competenze?
Lorenzo Bordogna è Professore ordinario di Sociologia economica all’Università di Milano, dove presiede il Nucleo di Valutazione. Sui temi del lavoro pubblico ha collaborato con la Commissione Europea, la European Foundation for the Improvement of Living and Working Conditions, l’ILO, l’Aran. Recenti pubblicazioni sono: Public Service Management and Employment Relations in Europe: Emerging from the Crisis, Routledge, Londra, 2016, con S. Bach e Italy: The Uncertainties of Endless Reform Routledge, Londra, 2016.
Un test sulle ipotesi delle proiezioni a medio-lungo termine della spesa sani...Nc Salerno
Si applica a ritroso nel tempo la metodologia di proiezione della spesa sanitaria utilizzata da Ocse-Ecofine basata sui profili di spesa pro-capite per fasce di età. Si ricostruisce l’incidenza della spesa sul Pil tra il 1988 e il 2012e la si confronta con il dato storico.
Presentazione di Nicola C. Salerno all'AIES 2010Nc Salerno
Presentazione di Nicola C. Salerno al Convegno AIES 2010. Analisi dettagliata delle ipotesi alla base delle proiezioni di spesa sanitaria fatte da AWG-ECOFIN, OCSE, FMI, CERM.
Di Lorenzo Bordogna
Nell’ultimo ventennio la pubblica amministrazione è stata interessata da molteplici interventi riformatori. Come è stato rilevato da molti osservatori, forse si sarebbe dovuto dedicare meno sforzi a realizzare “meno stato” e più attenzione a rispondere alla domanda “quale stato”. Lo stesso processo di digitalizzazione dell’amministrazione, pensato da molti come il cavallo di Troia dell’innovazione, ha prodotto risultati differenti: accanto a soluzioni di eccellenza si sono registrati esiti negativi o irrilevanti. È apparso evidente che il cambiamento della Pubblica Amministrazione, come peraltro di altre organizzazioni, non è prevalentemente né processo normativo né un processo tecnologico. Come progettare il cambiamento della Pubblica Amministrazione? Immettere una leva di giovani qualificati che sopperisca ai deficit di organico e di competenze? Intervenire sull’organizzazione con un approccio consapevole della molteplicità delle variabili in gioco (cultura, meccanismi operativi, sistemi incentivanti, relazioni industriali, condivisione degli obiettivi) e dell’importanza della partecipazione dei lavoratori in termini di saperi e competenze?
Lorenzo Bordogna è Professore ordinario di Sociologia economica all’Università di Milano, dove presiede il Nucleo di Valutazione. Sui temi del lavoro pubblico ha collaborato con la Commissione Europea, la European Foundation for the Improvement of Living and Working Conditions, l’ILO, l’Aran. Recenti pubblicazioni sono: Public Service Management and Employment Relations in Europe: Emerging from the Crisis, Routledge, Londra, 2016, con S. Bach e Italy: The Uncertainties of Endless Reform Routledge, Londra, 2016.
LA SPESA SANITARIA SSN IN ITALIA E NEL LAZIO. Ricostruzione con la metodologi...Nc Salerno
FFM, 12 Novembre 2013
Si è riaperto il dibattito su sanità e benchmark di spesa.
Pochi i progressi che si possono intravedere rispetto agli anni scorsi.
Si procede troppo lentamente e senza un supporto adeguato di dati e valutazioni di impatto.
Il lavoro allegato è il primo di una serie dedicata ai Sistemi Sanitari Regionali.
Si comincia dal Lazio.
Livello e dinamica della spesa sanitaria corrente del Lazio sono messi a confronto con i corrispondenti dati nazionali, nel periodo che va dal 1990 al 2010 (anno più recente coperto da <health> dell’Istat).
L’analisi segue la metodologia utilizzata da Ecofin e Ocse per le proiezioni a medio-lungo termine della spesa: profili di spesa pro-capite per fasce di età, agganciati alla dinamica del Pil pro-capite, applicati alla struttura demografica.
Nel 1990 le spese pro-capite per fasce di età del Lazio erano di coltre il 9% superiori alle corrispondenti spese dell’aggregato Italia. Nel 2010 lo scarto è aumentato a oltre il 13%, come conseguenza di una dinamica più intensa di quella media italiana, soprattutto dopo il 2000.
Nell’aggregato Italia, le simulazioni mostrano che la spesa pro-capite per fasce di età è cresciuta, tra il 1990 e il 2010, con un mark-up di circa 1 p.p. sul tasso di crescita del Pil pro-capite nazionale. Per il Lazio il mark-up si è attestato a 1,2-1,3.
I più alti livelli e la più intensa dinamica del Lazio non trovano giustificazione né nella demografia (le simulazioni ne tengono conto) né in fattori di tipo economico (si tratta di spesa Lea che per definizione deve seguire dappertutto lo sviluppo delle capacità d’offerta del Paese).
Se il Lazio avesse condiviso sia la spesa pro-capite per fasce di età che la dinamica dell’aggregato Italia, si sarebbero liberate risorse considerevoli, pari allo 0,8-0,9% del Pil regionale nel 2010, equivalenti a circa 1,3 miliardi di Euro.
È da rimarcare come la maggior parte dello scarto di efficienza del Lazio maturi successivamente al 2000. Difficile dimostrare il nesso di causalità sul piano statistico, ma la coincidenza con l’avvio del “cantiere federalista”, in quasi quindici anni mai approdato a conclusione, è, almeno nel caso del Lazio, molto forte. Un monito a metter fine alle incertezze e concretizzare le riforme.
Non bisogna avere paura dei numeri. Quantificare è un passaggio ineludibile per il buon governo. Nelle prossime edizioni dei Welfare Reforming Papers saranno, di volta in volta, sviluppati i casi delle altre Regioni e Province Autonome, sino a mettere assieme una mappatura completa e coerente a servizio delle scelte.
Spero che il lavoro e le elaborazioni contenute possano essere di interesse e soprattutto di utilità a fare.
Grazie e vive cordialità, nicola c. salerno
Il nuovo numero di Welfare 24, newsletter di Assidai, il Fondo di Assistenza Sanitaria non profit di emanazione Federmanager rivolto ai manager, ai quadri e alle alte professionalità è speciale.
Abbiamo, infatti, realizzato un’intervista, in esclusiva per Assidai, al Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che ci offre un’ampia e approfondita panoramica sulle principali sfide della sanità italiana. Con un punto fermo: la sanità pubblica e quella privata non sono alternative, ma devono lavorare in modo integrato per migliorare le prospettive di sostenibilità ed efficienza del Sistema sanitario nazionale e, di conseguenza, la qualità di vita dei cittadini.
L’intervento poi del Presidente Federmanager, Stefano Cuzzilla, richiama i valori di responsabilità e programmazione nazionale citati durante l’Assemblea nazionale Federmanager di venerdì 26 maggio.
Infine, segnaliamo l’approfondimento sulla fiscalità dei contributi e delle prestazioni Assidai e la possibilità di devolvere il proprio 5x1000 a Vises Onlus.
Il 5 novembre 2013 è stato presentato il nuovo Rapporto Meridiano Sanità 2013 al Forum "Le sfide dei sistemi sanitari in tempo di crisi. Prevenzione, innovazione e sostenibilità".
L’ottava edizione del Forum Meridiano Sanità ha approfondito i seguenti temi:
- La sanità in tempo di crisi;
- L’evoluzione della spesa e della governance della sanità in Italia;
- Il ruolo della prevenzione e la sostenibilità del sistema sanitario;
- L’industria farmaceutica: un asset importante per contribuire alla ripresa della crescita economica e della competitività della manifattura italiana;
- La prospettiva delle Regioni: quali scelte di politica sanitaria e industriale;
- Il nuovo Patto per la Salute e l’Agenda per l’Italia.
Anche quest’anno, come ormai da cinque anni a questa parte, proponiamo la nostra lettura del paese.
È una lettura sostenuta dalle migliaia di interviste che Ipsos conduce ogni giorno, che diventano oltre un milione in capo ad un anno. Condotte con le metodologie più diverse dal telefono al web, dai focus ai forum on line, dai colloqui in profondità alle interviste via smartphone.
Che come sempre ci raccontano un paese articolato, sfaccettato, diversificato, qualche volta pulviscolare, raramente unito.
Sono tanti pezzi, piccoli segnali, tante indicazioni che cerchiamo di raggruppare, ricostruire, riunificare, alla paziente ricerca di un filo unitario, di un trait d’union che sappia fornirci la via per spiegare quanto sta avvenendo per cercare di intuire quanto potrebbe succedere.
È la ricostruzione di una complessa interazione attraverso la quale i nostri clienti cercano di capire i propri clienti. Cercando una lettura che non sia solo settoriale, un’interpretazione che non sia solo finalizzata all’oggi.
La nostra struttura, con le sue aree di expertise (Marketing, Pubblicità, Media, Opinione, Loyalty, Observer), ci consente di guardare alle diverse individualità che convivono in ciascuno di noi: consumatore, elettore, spettatore, lavoratore, lettore, venditore …
Alla scoperta di un anno, questa volta, particolarmente complicato che anticipa un futuro a breve altrettanto complicato. Un paese che esce dalla crisi ma lo fa virtuosamente, mantenendo comportamenti oculati ed attenti, che vede i primi segnali di miglioramento ma contemporaneamente trova davanti a sé un percorso accidentato, precario, complesso.
Un paese che non trova un punto di unità, nella politica, nella vita quotidiana, nella vita economica. Che vive una condizione dove diventa difficile individuare chi rappresenta chi. Dove le singolarità non si ricompongono in unità, dove la progressiva individualizzazione prevale. Mentre dal mondo arrivano minacce terrorizzanti e la geopolitica si frastaglia. Facendo rimpiangere a molti l’equilibrio bipolare. Con un’Europa che non riesce ad essere struttura unitaria, sbandando tra tecnocrazia e ripresa delle sovranità nazionali.
Un paese e un mondo che cambiano velocemente, ma senza avere chiara la direzione di questo cambiamento.
È una situazione disordinata che sembra doversi prolungare.
Cercheremo di parlare di questo nei suoi diversi aspetti e sfaccettature. Cercando un quadro di insieme, che stenta a delinearsi.
Il disordine crescente: l’Italia tra crisi della leadership e turbolenze inte...Francesca Petrella
Da quest’anno Ipsos Flair, la nostra pubblicazione che dal 2011 espone il punto di vista di Ipsos sulla situazione del paese letta di volta in volta con gli occhiali dell’elettore, del cittadino, del consumatore si fa doppio. Infatti a partire da quest’anno aggiorneremo Flair due volte l’anno, occupandoci della situazione politica ed economica e dei comportamenti dei consumatori e della comunicazione.
Questo è il primo aggiornamento del 2016, dedicato allo scenario politico-economico che vede svilupparsi il disordine che avvolge il nostro paese, come avevamo suggerito nell’edizione annuale di Flair agli inizi di quest’anno.
I flussi migratori, il terrorismo e la Brexit nello scenario internazionale; la contrazione delle attese per la crescita, il calo di fiducia dei consumatori in confronto all’inizio dell’anno, la difficile situazione politica e la divisione che attraversa il paese rispetto al referendum sul piano interno. Tutto spinge verso una situazione difficile, tesa, disordinata.
Proprio per questo abbiamo voluto intitolare la prima edizione intermedia di quest’anno: Il disordine crescente: l’Italia tra crisi della leadership e turbolenze internazionali.
LA SPESA SANITARIA SSN IN ITALIA E NEL LAZIO. Ricostruzione con la metodologi...Nc Salerno
FFM, 12 Novembre 2013
Si è riaperto il dibattito su sanità e benchmark di spesa.
Pochi i progressi che si possono intravedere rispetto agli anni scorsi.
Si procede troppo lentamente e senza un supporto adeguato di dati e valutazioni di impatto.
Il lavoro allegato è il primo di una serie dedicata ai Sistemi Sanitari Regionali.
Si comincia dal Lazio.
Livello e dinamica della spesa sanitaria corrente del Lazio sono messi a confronto con i corrispondenti dati nazionali, nel periodo che va dal 1990 al 2010 (anno più recente coperto da <health> dell’Istat).
L’analisi segue la metodologia utilizzata da Ecofin e Ocse per le proiezioni a medio-lungo termine della spesa: profili di spesa pro-capite per fasce di età, agganciati alla dinamica del Pil pro-capite, applicati alla struttura demografica.
Nel 1990 le spese pro-capite per fasce di età del Lazio erano di coltre il 9% superiori alle corrispondenti spese dell’aggregato Italia. Nel 2010 lo scarto è aumentato a oltre il 13%, come conseguenza di una dinamica più intensa di quella media italiana, soprattutto dopo il 2000.
Nell’aggregato Italia, le simulazioni mostrano che la spesa pro-capite per fasce di età è cresciuta, tra il 1990 e il 2010, con un mark-up di circa 1 p.p. sul tasso di crescita del Pil pro-capite nazionale. Per il Lazio il mark-up si è attestato a 1,2-1,3.
I più alti livelli e la più intensa dinamica del Lazio non trovano giustificazione né nella demografia (le simulazioni ne tengono conto) né in fattori di tipo economico (si tratta di spesa Lea che per definizione deve seguire dappertutto lo sviluppo delle capacità d’offerta del Paese).
Se il Lazio avesse condiviso sia la spesa pro-capite per fasce di età che la dinamica dell’aggregato Italia, si sarebbero liberate risorse considerevoli, pari allo 0,8-0,9% del Pil regionale nel 2010, equivalenti a circa 1,3 miliardi di Euro.
È da rimarcare come la maggior parte dello scarto di efficienza del Lazio maturi successivamente al 2000. Difficile dimostrare il nesso di causalità sul piano statistico, ma la coincidenza con l’avvio del “cantiere federalista”, in quasi quindici anni mai approdato a conclusione, è, almeno nel caso del Lazio, molto forte. Un monito a metter fine alle incertezze e concretizzare le riforme.
Non bisogna avere paura dei numeri. Quantificare è un passaggio ineludibile per il buon governo. Nelle prossime edizioni dei Welfare Reforming Papers saranno, di volta in volta, sviluppati i casi delle altre Regioni e Province Autonome, sino a mettere assieme una mappatura completa e coerente a servizio delle scelte.
Spero che il lavoro e le elaborazioni contenute possano essere di interesse e soprattutto di utilità a fare.
Grazie e vive cordialità, nicola c. salerno
Il nuovo numero di Welfare 24, newsletter di Assidai, il Fondo di Assistenza Sanitaria non profit di emanazione Federmanager rivolto ai manager, ai quadri e alle alte professionalità è speciale.
Abbiamo, infatti, realizzato un’intervista, in esclusiva per Assidai, al Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che ci offre un’ampia e approfondita panoramica sulle principali sfide della sanità italiana. Con un punto fermo: la sanità pubblica e quella privata non sono alternative, ma devono lavorare in modo integrato per migliorare le prospettive di sostenibilità ed efficienza del Sistema sanitario nazionale e, di conseguenza, la qualità di vita dei cittadini.
L’intervento poi del Presidente Federmanager, Stefano Cuzzilla, richiama i valori di responsabilità e programmazione nazionale citati durante l’Assemblea nazionale Federmanager di venerdì 26 maggio.
Infine, segnaliamo l’approfondimento sulla fiscalità dei contributi e delle prestazioni Assidai e la possibilità di devolvere il proprio 5x1000 a Vises Onlus.
Il 5 novembre 2013 è stato presentato il nuovo Rapporto Meridiano Sanità 2013 al Forum "Le sfide dei sistemi sanitari in tempo di crisi. Prevenzione, innovazione e sostenibilità".
L’ottava edizione del Forum Meridiano Sanità ha approfondito i seguenti temi:
- La sanità in tempo di crisi;
- L’evoluzione della spesa e della governance della sanità in Italia;
- Il ruolo della prevenzione e la sostenibilità del sistema sanitario;
- L’industria farmaceutica: un asset importante per contribuire alla ripresa della crescita economica e della competitività della manifattura italiana;
- La prospettiva delle Regioni: quali scelte di politica sanitaria e industriale;
- Il nuovo Patto per la Salute e l’Agenda per l’Italia.
Anche quest’anno, come ormai da cinque anni a questa parte, proponiamo la nostra lettura del paese.
È una lettura sostenuta dalle migliaia di interviste che Ipsos conduce ogni giorno, che diventano oltre un milione in capo ad un anno. Condotte con le metodologie più diverse dal telefono al web, dai focus ai forum on line, dai colloqui in profondità alle interviste via smartphone.
Che come sempre ci raccontano un paese articolato, sfaccettato, diversificato, qualche volta pulviscolare, raramente unito.
Sono tanti pezzi, piccoli segnali, tante indicazioni che cerchiamo di raggruppare, ricostruire, riunificare, alla paziente ricerca di un filo unitario, di un trait d’union che sappia fornirci la via per spiegare quanto sta avvenendo per cercare di intuire quanto potrebbe succedere.
È la ricostruzione di una complessa interazione attraverso la quale i nostri clienti cercano di capire i propri clienti. Cercando una lettura che non sia solo settoriale, un’interpretazione che non sia solo finalizzata all’oggi.
La nostra struttura, con le sue aree di expertise (Marketing, Pubblicità, Media, Opinione, Loyalty, Observer), ci consente di guardare alle diverse individualità che convivono in ciascuno di noi: consumatore, elettore, spettatore, lavoratore, lettore, venditore …
Alla scoperta di un anno, questa volta, particolarmente complicato che anticipa un futuro a breve altrettanto complicato. Un paese che esce dalla crisi ma lo fa virtuosamente, mantenendo comportamenti oculati ed attenti, che vede i primi segnali di miglioramento ma contemporaneamente trova davanti a sé un percorso accidentato, precario, complesso.
Un paese che non trova un punto di unità, nella politica, nella vita quotidiana, nella vita economica. Che vive una condizione dove diventa difficile individuare chi rappresenta chi. Dove le singolarità non si ricompongono in unità, dove la progressiva individualizzazione prevale. Mentre dal mondo arrivano minacce terrorizzanti e la geopolitica si frastaglia. Facendo rimpiangere a molti l’equilibrio bipolare. Con un’Europa che non riesce ad essere struttura unitaria, sbandando tra tecnocrazia e ripresa delle sovranità nazionali.
Un paese e un mondo che cambiano velocemente, ma senza avere chiara la direzione di questo cambiamento.
È una situazione disordinata che sembra doversi prolungare.
Cercheremo di parlare di questo nei suoi diversi aspetti e sfaccettature. Cercando un quadro di insieme, che stenta a delinearsi.
Il disordine crescente: l’Italia tra crisi della leadership e turbolenze inte...Francesca Petrella
Da quest’anno Ipsos Flair, la nostra pubblicazione che dal 2011 espone il punto di vista di Ipsos sulla situazione del paese letta di volta in volta con gli occhiali dell’elettore, del cittadino, del consumatore si fa doppio. Infatti a partire da quest’anno aggiorneremo Flair due volte l’anno, occupandoci della situazione politica ed economica e dei comportamenti dei consumatori e della comunicazione.
Questo è il primo aggiornamento del 2016, dedicato allo scenario politico-economico che vede svilupparsi il disordine che avvolge il nostro paese, come avevamo suggerito nell’edizione annuale di Flair agli inizi di quest’anno.
I flussi migratori, il terrorismo e la Brexit nello scenario internazionale; la contrazione delle attese per la crescita, il calo di fiducia dei consumatori in confronto all’inizio dell’anno, la difficile situazione politica e la divisione che attraversa il paese rispetto al referendum sul piano interno. Tutto spinge verso una situazione difficile, tesa, disordinata.
Proprio per questo abbiamo voluto intitolare la prima edizione intermedia di quest’anno: Il disordine crescente: l’Italia tra crisi della leadership e turbolenze internazionali.
Spanish Royal Family braces for princess cristina's court appearanceSusana Gallardo
When a boulevard in Palma de Mallorca was renamed to honour Princess Cristina de Borbón and her husband, Iñaki Urdangarín, in 1998, it seemed like a good fit. It was one of the city's most regal thoroughfares, lined with trees and dotted with fountains and Roman statues, and they were the feted new couple of the Spanish crown. The princess's father, King Juan Carlos, had recently given the pair the titles the Duke and Duchess of Palma.
Fifteen years later, the city changed its mind. Urdangarín was under investigation for embezzlement and questions were being asked about how much his wife knew. "He has conducted himself poorly and has shown a lack of consideration towards the title and the name of our city," said a spokesperson in explanation for why the city was reverting back to the old name of the boulevard.
On Saturday, just a few streets away from the renamed La Rambla, Spain's royal family will live out another chapter in their steady fall from grace. At 10am Princess Cristina de Borbón has been summoned to the city's imposing stone courthouse to answer allegations of money laundering and tax evasion.
Marcella Marletta - Il sistema dei farmaci generici in ItaliaMarcella Marletta
La traccia dell'intervento tenuto dalla dottoressa Marcella Marletta sul tema "Il sistema dei farmaci generici in Italia. Scenari per una crescita sostenibile", all'interno della presentazione del rapporto Nomisma 2015.
L'articolo analizza le tendenze relative alla quota di sanità pubblica gestita dai privati e alla compartecipazione alle spese sanitarie da parte delle famiglie.
Flair - Rimettere ordine: le tendenze di consumi e comunicazioneIpsos
Da oggi è online il secondo aggiornamento di Flair, la nostra pubblicazione che dal 2011, ogni anno, espone il punto di vista di Ipsos sulla situazione del paese leggendola con le diverse lenti che i cittadini indossano, da elettori, consumatori.
Mentre il primo aggiornamento era dedicato allo scenario politico-economico, questo indaga il consumo e la comunicazione. Una situazione complessa e, di nuovo, disordinata, che vede una pallida ripresa dei consumi, il prevalere di atteggiamenti di cautela, il tentativo dei consumatori (e dei cittadini) di difendersi da una realtà che non si riesce a dominare e che non promette soluzioni soddisfacenti a breve.
Proprio questo tentativo di ricostruzione della realtà che ci circonda è alla base del titolo che abbiamo voluto dare a questo contributo Rimettere ordine: le tendenze di consumi e comunicazione.
Un Test sulle Ipotesi delle Proiezioni a medio-lungo termine della Spesa Farm...Nc Salerno
Se si applica al medio-lungo periodo passato (1988-2012) la metodologia che Ecofin-Ocse utilizzano per le proiezioni nel medio-lungo periodo futuro, si può confrontare la serie storica della spesa farmaceutica territoriale pubblica lorda con la ricostruzione della stessa serie. Come già per la spesa sanitaria nel lavoro “Un test sulle ipotesi delle proiezioni a medio-lungo termine della spesa sanitaria”, la ricostruzione permette di isolare la serie sia dall’influenza della politica di bilancio sia dalle riforme strutturali avvenute nell’ultimo ventennio.
Nicola C. Salerno
Quanto si spende in Italia nel settore della sanità?Quattrogatti.info
L’Italia possiede un sistema sanitario pubblico universalistico. Cosa comporta per il nostro paese? Quanto ci costa? Vedremo come, nonostante tutte le inefficienze, il nostro sistema ha ancora ottimi livelli di qualità.
Il consumo di droghe e alcol la parola alla rircerca epidemiologicaArmando Toscano
La Ricerca Epidemiologica, a causa di una costante carenza di fondi, può fornire rappresentazioni descrittive del fenomeno del consumo di droghe e alcol, ma fatica ad andare in profondità e a estrapolare modelli.
8. (I) - Nelle le differenze che storicamente vengono riportate tra il
modello sanitario dei Paesi europei e quello statunitense compare
la prevalenza delle risorse pubbliche nel primo e la prevalenza di
quelle private nel secondo. I dati appena descritti mostrano come,
in termini di risorse pubbliche correnti, l’impegno degli Us sia
quantomeno comparabile (in termini di Pil) se non addirittura
superiore (in US$ pro-capite) a quello medio Ue-15. L’avvicinamento
e il sorpasso sono avvenuti gradualmente negli anni, a partire da
una situazione, nei primi anni ’60, in cui in effetti la destinazione di
risorse pubbliche alla sanità era superiore di 1-1,5 p.p. di Pil in
Europa.
9.
10.
11. (II): Europa (e Italia) e Stati Uniti mettono in gioco per la sanità
ordini di grandezza di risorse non comparabili tra loro. Se sul
fronte delle risorse pubbliche c’è grossomodo equivalente,
l’aggiunta delle risorse private fa staccare in maniera netta gli
Us dall’Ue-15 e dai singoli Partner Ue. In particolare, è dalla fine
degli anni ’70 che il divario Us-Europa si manifesta per poi
continuare costantemente ad allargarsi. Nel periodo per cui
sono disponibili dati, la spesa totale italiana è rimasta inferiore
a quella Ue-15, sia in termini di Pil (tra 0,5 e 1 p.p. in mano) che
di risorse pro-capite (dopo il 2000, uno stacco di circa 400-500
US$ pro-capite).
12.
13. (III). I trend di spesa non hanno sinora mostrato rallentamenti.
Mentre è intuibile l’apporto che le risorse dedicate alla sanità hanno
dato all’allungamento della vita (più risorse, più copertura, più
prestazioni), non ci sono segni che la causalità possa ribaltarsi, e dal
miglior stato di salute tradursi in minore spesa o almeno in
stabilizzazione della spesa sul Pil. Può fare eccezione soltanto la
Svezia. Se non c’è stato rallentamento dei ritmi di crescita si deve,
invece, riconoscere una possibile criticità in più: i trend osservati
sono quelli post interventi di politica economica per il governo e il
controllo della spesa. Al di sotto delle azioni di politica economica, i
trend potenziali sono stati anche più forti. L’Italia, in questo, ha
fornito un caso di scuola, quando, per il riaggiustamento di finanza
pubblica preliminare all’ingresso nell’Euro, la sanità è stata chiamata
a dare un contributo importante e anche pesante.
14.
15.
16. (IV). Come sul fronte della spesa corrente, anche per la spesa in
conto capitale, Us e Europa appaiono abbastanza ravvicinate in
termini di destinazione di risorse pubbliche mentre, se si prendono
in considerazione anche le risorse private, l’impiego totale degli Us
supera quello Ue (circa 0,7% del Pil contro circa 0,4-0,5% all’anno).
Questa evidenza è andata rafforzandosi nel tempo, a partire
soprattutto dall’inizio degli anni ’80.
17.
18.
19.
20.
21. (V). Come percentuale della spesa sanitaria totale, la farmaceutica
pubblica mostra livelli grossomodo omogenei in Ue-15, con gli Stati
Uniti che lentamente ma con costanza sembrano colmare lo stacco
che li separa. Se in termini di Pil i Partner Ue mostrano valori un po’
più diversi tra di loro, è proprio in termini di Pil che la convergenza tra
Us ed Europa sembra più forte e concreta. Che cosa accade sul lato
della spesa farmaceutica privata? Dagli anni ’70 in poi la media Ue-15
e i singoli Paesi europei considerati mostrano valori sufficientemente
stabilizzati e compresi tra il 4% e il 7%. Lungo tutto l’orizzonte 1960-
2011, gli Usa vedono ridursi enormemente la quota della
farmaceutica privata sulla spesa sanitaria totale (dal 17% all’8%). A
questa riduzione corrisponde un avvicinamento ai livelli europei.
22. (V). La media Ue-15 e tutti i Partner Ue, esclusa l’Italia, condividono
grossomodo lo stesso livello, in una fascia tra 0,3% e 0,5% del Pil (si
ricorda che agli estremi del periodo considerato la media Ue-15
perde un po’ di significatività). Spiccano con chiarezza due outsider.
Gli Us sono sempre, dal 1960 ad oggi, il Paese con la spesa privata
più alta: da 0,8% del Pil nel 1960 a oltre 1,4% negli anni più recenti,
tra il doppio e il quadruplo del valore Ue-15. E poi l’Italia, che rimane
allineata alla media Ue-15 solo sino alla fine degli anni ’70,
dopodiché la quota di Pil assorbita dalla farmaceutica privata
intraprende un trend molto più sostenuto di quello dei Partner
europei, smorzato dall’eliminazione dei copayment nel 2001 e poi
grossomodo stabilizzato allo 0,8%, 0,3 p.p. al di sopra della media
Ue-15 e 0,4 p.p. al di sopra del dato della Germania.
23. (VI). Anche guardando alla percentuale della spesa farmaceutica
privata sulla spesa sanitaria totale, Us e Europa sembrano in
avvicinamento, con la convergenza guidata dagli Us che hanno
visto ridurre la loro quota in maniera significativa (-9 p.p. dal 1960
al 2011). In termini di Pil l’osservazione però si ribalta: a
proporzioni convergenti corrispondo quote di Pil in divaricazione.
Vale per la farmaceutica quanto già detto per la sanità nel suo
complesso. L’impegno di risorse pubbliche degli Us sta
raggiungendo quello dell’Europa e, nel contempo, l’impegno di
risorse private degli Us resta molto più alto che in Europa, con uno
stacco anche in divaricazione.
24.
25.
26. (VII). L’analisi mostra convergenza degli Us verso l’Ue in termini di
proporzioni tra out-of-pocket e spesa sanitaria totale. Ma,
esattamente come prima per la spesa farmaceutica privata, dietro
proporzioni che sembrano aggiustarsi su soglie grossomodo
omogenee, ci sono valori assoluti molto diversi. L’out-of-pocket pesa
molto di più in Us che in Europa, se misurato in termini di US$ in
parità di potere d’acquisto. Spesa out-of-pocket è quella che si
scarica, anno per anno, direttamente sui redditi disponibili dei
cittadini e delle famiglie, assistita il più delle volte da limitate
agevolazioni fiscali (in Italia quelle previste nel Tuir, in primo luogo la
detraibilità al 19% entro soglia massima annuale), ma senza nessuna
forma di organizzazione in chiave previdenziale, come può essere
quelle dei piani di risparmio, dei fondi pensione o delle coperture
assicurative. Per questo stesso motivo, pur su di una scala
significativamente inferiore a quella degli Us, anche l’out-of-pocket
italiano costituisce un segnale di criticità da non sottovalutare.
30. (VIII). L’altro lato della medagli dei trend di crescita così sostenuti e
continuativi, dal Dopoguerra ad oggi, è l’aumento della quota di
spesa pubblica dedicata alla sanità. È un fatto comune a tutta
l’Europa e, nella maggior parte dei casi, il fenomeno si sta muovendo
grossomodo alla stessa velocità dappertutto. Al di sotto dei trend
comuni ci sono livelli (quote di spesa pubblica occupati dalla sanità)
abbastanza diversificati tra Paesi. La spiegazione di questa diversità
la si deve cercare nella diversa organizzazione dei welfare system e,
più in generale, nelle composizione quali-quantitativa della spesa
pubblica. Se i trend osservati in passato (+ 3 p.p. tra il 1995 e il 2011)
si dovessero confermare tel quel in futuro, le differenza tra i livelli
acquisteranno presto importanza relativa e secondaria rispetto al
peso crescente della sanità all’interno della spesa pubblica.
31.
32. (IX). Si può dire che, prima di utilizzare un dato questo
per trarre conclusioni su efficienza e qualità della
spesa e su spazi per comprimerla/ridurla, è necessario
essere prudenti e allargare l’analisi al funzionamento
complessivo dei sistemi sanitari, alle loro modalità di
governance e ai risultati in termini di prestazioni ai
cittadini.
33.
34.
35. (X). Si può dire che anche i dati HfA confermano che in molti Paesi
europei la spesa sanitaria privata si appoggia troppo sull’out-of-
pocket. Out-of-pocket implica che cittadini e famiglie sono, in un
certo senso, “soli” nel fronteggiare i fabbisogni sanitari non
risolvibili attraverso i sistemi sanitari pubblici. Tra i maggiori
Partner europei, l’Italia è quello con la quota in assoluto più alta di
out-of-pocket (90%). L’istituzionalizzazione della spesa privata
permetterebbe di predisporre per tempo i risparmi necessari, con
il supporto di una fiscalità agevolata e di una gestione nel
contempo professionale e regolata.
36.
37.
38.
39.
40.
41. (XI). Sia in quota di spesa sanitaria (pubblica e privata) che in valori
assoluti pro-capite, la spesa farmaceutica (pubblica e privata)
mostra una significativa variabilità in Europa, ma questa variabilità
di riduce se il confronto è effettuato tra i Partner maggiori e più
direttamente comparabili (per dimensioni geografiche, popolosità,
Pil) e se si prescinde dagli ultimi anni (post 2008) troppo influenzati
dagli effetti della crisi finanziaria. Se ci si concentra su questo
gruppo di Paesi, si riesce anche a riconoscere una sia pur lenta
convergenza verso grandezze comuni. Sicuramente un processo di
convergenza lo ha compiuto l’Italia, a fine anni ’80 nettamente al di
sopra della media Ue-15 e dei valori di Francia, Germania e Regno
Unito, e poi in graduale avvicinamento. La quota di farmaci nella
spesa sanitaria italiana ha sempre contato molto di più che negli
altri Paesi, e solo negli ultimi anni i valori sembra esservi
“normalizzato”.
42. (XII). In un quadro europeo in cui i maggiori Partner sembrano aver
acquisito (non per prescrizione regolatoria ma per evoluzione
naturale) una proporzione quasi strutturale e comune (che
rispecchia probabilmente la condivisione di fabbisogni, farmaci,
protocolli terapeutici, e rapporti tra costi e risorse disponibili),
l’Italia si stacca da tutto il gruppo. Dietro quella compressione di
spesa, avvenuta spesso in maniera rozza (con tagli dei prezzi,
revisione dei Prontuari, rallentamenti all’ammissione in fascia “A” e
in fascia “H”, meccanismi di pay-back), ci sono le riforme
incompiute, sia quelle della sanità nel suo complesso che quelle in
particolare della filiera del farmaco. Le riforme avrebbero permesso
(permetterebbero in futuro) di organizzare in maniera ottimale la
composizione della spesa tra funzioni e capitoli, guadagnando in
qualità e anche in duttilità. Avremmo probabilmente visto per
l’Italia delle proporzioni tra capitoli di spesa più allineate ai valori
dei Partner europei.
52. (XIII). Oltre alle tante convergenze messe in luce grazie ai dati Ocse e
HfA, le elaborazioni sulle proiezioni a medio-lungo periodo ne
propongono un’altra, che può esser vista come la conseguenza delle
convergenze osservate nel passato. Sia i sistemi a prevalenza
pubblica che quelli a prevalenza privata, sia i Paesi Europei che gli
Us, dovranno fronteggiare pressioni crescenti della spesa sanitaria,
non sostenibili dal pay-as-you-go pubblico cui adesso si affidano i
Partner europei, e non sostenibili neppure dalle coperture
assicurative cui oggi si affidano gli Stati Uniti. Su entrambi i fronti, il
punto debole è e sarà sempre più l’eccessivo ricorso alla ripartizione
dei costi, sia nella sua manifestazione nell’alveo pubblico come pay-
as-you-go (bismarkiano o beveridgiano non fa differenza), sia nella
sua manifestazione nell’alveo privato come pooling assicurativo.