Seminario sui disturbi della Nutrizione e dell'Alimentazione (nuova definizione DSM-V) tenutosi l'11/12/2015 presso l'Università degli studi di Salerno
I disturbi del comportamento alimentare e la contraccezione. Una sintesiGynevra.it
Donne, cibo e corpo: un rapporto complicato che influenza la scelta del contraccettivo
A cura di Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica dell'Ospedale San Raffaele Resnati di Milano
Presentazione di approfondimento sui problemi alimentari dei giovani: anoressia, bulimia e cattiva alimentazione
realizzata da Francesca Ciaffoni Proietti, Gioia Tantari, Iris Petrazzi, Myriam Baroni della classe IIIA Istituto Comprensivo Giovanni Paolo II Affile (Rm)
Cibo e sessualità: Il gusto del piacere Anna Carderi
il legame fra sesso e cibo consiste nel fatto che entrambi servono per la socializzazione, la soddisfazione personale, la sopravvivenza propria e della specie.
Cibo e sesso hanno la stessa localizzazione cerebrale, gli stessi circuiti neuroendocrini, gli stessi ormoni che li controllano.
Pertanto se non soddisfiamo l'"appetito dei sensi",
il desiderio si sposterà sull’ "appetito di cibo“!
L’obesità infantile è un problema globale di salute pubblica e rappresenta uno dei principali disturbi nutritivi nei bambini e negli adolescenti nei paesi occidentali. L’obesità si sviluppa all’interno di specifici modelli alimentari e di culture delle famiglie, con un’incidenza maggiore fra i soggetti economicamente più svantaggiati. Sono rilevanti gli stili di vita e il peso dei mass media sull’incremento di tale problema definito come una «nuova epidemia». L’ approccio integrato deve tenere conto della “complessità” nell’ambito della unità mente-corpo.
Il comportamento alimentare dei bambini: un metodo di intervento. 1^ parteObiettivo Psicologia Srl
Lo psicologo che lavora sul comportamento alimentare, o comunque a contatto con target quali infanzia e adolescenza, si trova spesso di fronte a genitori che vivono con ansia e difficoltà il rapporto dei loro figli con il cibo.
Di obesità infantile si è parlato anche nell’ultima Riunione informale dei ministri della salute dell’Unione europea a La Valletta (Malta), il 19 e 20 marzo 2017.
Durante questo incontro i Ministri della Salute hanno sottolineato come l’obesità sia un problema di portata epidemica sempre più diffuso in Europa, ribadendo la necessità di una maggiore collaborazione tra Stati che includa il coinvolgimento di tutti i settori della società.
Non possiamo in quanto psicologi, categoria che lavora sul comportamento umano, esimerci dall’affrontare e trattare questa tematica di basilare importanza per il futuro di tutti. Ecco perché è necessario formarsi ed informarsi su una questione così pregnante.
Ovviamente la cura dell’alimentazione dei bambini è prettamente in mano ai genitori e alle scuole; è perciò fondamentale che noi psicologi lavoriamo con i genitori e con le istituzioni per supportare il più possibile il perseguimento di stili di vita sani.
Accade frequentemente di incontrare genitori (ma anche nonni) che lamentano difficoltà nella gestione del cibo dei figli, tanto che spesso ci si trova di fronte a vere e proprie discussioni e liti interne alla famiglia su questo momento così importante, ma anche delicato.
Le problematiche che sempre più frequentemente presentano i genitori sono figli che mangiano troppo o troppo poco, che si alimentano solo con alcuni alimenti o che non mangiano frutta e verdura (o altri alimenti ritenuti sani). C'è poi sicuramente tutta la questione della fame emotiva dove, sia bambini che adulti, si trovano a consumare cibi poco sani per colmare il bisogno di altro.
Le Intolleranze Alimentari provocano una reazione infiammatoria cronica, caratterizzata dalla produzione di sostanze che acidificano i tessuti ed il sangue, rallentando il metabolismo e favorendo l’aumento di peso. Inoltre le Intolleranze ostacolano l’attività dell’Insulina, provocando una sensazione di fame perenne.
PATATINE FRITTE, HAMBURGER, MA ANCHE SNACK E BIBITE ZUCCHERATE: IL JUNK FOOD È UNA MINACCIA PER LA NOSTRA SALUTE PRESENTE E FUTURA NE PARLIAMO CON IL DOTT. MARTINO TRAPANI: “UNA DIETA APPROPRIATA NON DEVE ESSERE “FAI DA TE” E VA ACCOMPAGNATA DA ESERCIZIO FISICO”
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In che modo un rapporto complicato con il proprio corpo influenza la scelta del metodo contraccettivo?
Una rassegna a cura di Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica dell'Ospedale San Raffaele Resnati di Milano
Ti svelo i colpevoli! ecco a te i principali fattori di rischio dei disturbi ...Curarsi al Naturale
Leggi qui per conoscere tutti i fattori di rischio che possono indebolire il tuo apparato digestivo.
Ognuno di noi, almeno una volta nella vita, ha sperimentato un’indigestione o qualche disturbo digestivo. A volte è un fatto sporadico, ma spesso può diventare uno stile di vita perché lo stomaco e l’intestino risentono delle nostre azioni ed emozioni quotidiane.
Se soffri spesso di nausea o ricorrenti mal di stomaco, di gonfiore addominale, di dolore addominale o hai notato una perdita di appetito o comunque un cambiamento nella tua sensazione di fame, allora stai leggendo l’articolo che fa per te.
Se sta leggendo questo testo è perché probabilmente lei rientra in questa alta percentuale di gente che combatte giornalmente contro la sindrome da colon irritabile (conosciuta anche con la sigla SCI)... e che fino ad ora non ha trovato una soluzione.
So come si sente, perché sin da ragazzo ho visto mia madre soffrire per la sindrome da colon irritabile. Nonostante fosse una persona che non si lamenta, sapevo che soffriva, anche se in silenzio. I suoi dolori erano forti e fitti e passava da periodi di grave stitichezza a non meno gravi periodi con diarrea, essendo stata in diverse occasioni al punto di disidratarsi.
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il legame fra sesso e cibo consiste nel fatto che entrambi servono per la socializzazione, la soddisfazione personale, la sopravvivenza propria e della specie.
Cibo e sesso hanno la stessa localizzazione cerebrale, gli stessi circuiti neuroendocrini, gli stessi ormoni che li controllano.
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L’obesità infantile è un problema globale di salute pubblica e rappresenta uno dei principali disturbi nutritivi nei bambini e negli adolescenti nei paesi occidentali. L’obesità si sviluppa all’interno di specifici modelli alimentari e di culture delle famiglie, con un’incidenza maggiore fra i soggetti economicamente più svantaggiati. Sono rilevanti gli stili di vita e il peso dei mass media sull’incremento di tale problema definito come una «nuova epidemia». L’ approccio integrato deve tenere conto della “complessità” nell’ambito della unità mente-corpo.
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Lo psicologo che lavora sul comportamento alimentare, o comunque a contatto con target quali infanzia e adolescenza, si trova spesso di fronte a genitori che vivono con ansia e difficoltà il rapporto dei loro figli con il cibo.
Di obesità infantile si è parlato anche nell’ultima Riunione informale dei ministri della salute dell’Unione europea a La Valletta (Malta), il 19 e 20 marzo 2017.
Durante questo incontro i Ministri della Salute hanno sottolineato come l’obesità sia un problema di portata epidemica sempre più diffuso in Europa, ribadendo la necessità di una maggiore collaborazione tra Stati che includa il coinvolgimento di tutti i settori della società.
Non possiamo in quanto psicologi, categoria che lavora sul comportamento umano, esimerci dall’affrontare e trattare questa tematica di basilare importanza per il futuro di tutti. Ecco perché è necessario formarsi ed informarsi su una questione così pregnante.
Ovviamente la cura dell’alimentazione dei bambini è prettamente in mano ai genitori e alle scuole; è perciò fondamentale che noi psicologi lavoriamo con i genitori e con le istituzioni per supportare il più possibile il perseguimento di stili di vita sani.
Accade frequentemente di incontrare genitori (ma anche nonni) che lamentano difficoltà nella gestione del cibo dei figli, tanto che spesso ci si trova di fronte a vere e proprie discussioni e liti interne alla famiglia su questo momento così importante, ma anche delicato.
Le problematiche che sempre più frequentemente presentano i genitori sono figli che mangiano troppo o troppo poco, che si alimentano solo con alcuni alimenti o che non mangiano frutta e verdura (o altri alimenti ritenuti sani). C'è poi sicuramente tutta la questione della fame emotiva dove, sia bambini che adulti, si trovano a consumare cibi poco sani per colmare il bisogno di altro.
Le Intolleranze Alimentari provocano una reazione infiammatoria cronica, caratterizzata dalla produzione di sostanze che acidificano i tessuti ed il sangue, rallentando il metabolismo e favorendo l’aumento di peso. Inoltre le Intolleranze ostacolano l’attività dell’Insulina, provocando una sensazione di fame perenne.
PATATINE FRITTE, HAMBURGER, MA ANCHE SNACK E BIBITE ZUCCHERATE: IL JUNK FOOD È UNA MINACCIA PER LA NOSTRA SALUTE PRESENTE E FUTURA NE PARLIAMO CON IL DOTT. MARTINO TRAPANI: “UNA DIETA APPROPRIATA NON DEVE ESSERE “FAI DA TE” E VA ACCOMPAGNATA DA ESERCIZIO FISICO”
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In che modo un rapporto complicato con il proprio corpo influenza la scelta del metodo contraccettivo?
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Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica dell'Ospedale San Raffaele Resnati di Milano
Ti svelo i colpevoli! ecco a te i principali fattori di rischio dei disturbi ...Curarsi al Naturale
Leggi qui per conoscere tutti i fattori di rischio che possono indebolire il tuo apparato digestivo.
Ognuno di noi, almeno una volta nella vita, ha sperimentato un’indigestione o qualche disturbo digestivo. A volte è un fatto sporadico, ma spesso può diventare uno stile di vita perché lo stomaco e l’intestino risentono delle nostre azioni ed emozioni quotidiane.
Se soffri spesso di nausea o ricorrenti mal di stomaco, di gonfiore addominale, di dolore addominale o hai notato una perdita di appetito o comunque un cambiamento nella tua sensazione di fame, allora stai leggendo l’articolo che fa per te.
Se sta leggendo questo testo è perché probabilmente lei rientra in questa alta percentuale di gente che combatte giornalmente contro la sindrome da colon irritabile (conosciuta anche con la sigla SCI)... e che fino ad ora non ha trovato una soluzione.
So come si sente, perché sin da ragazzo ho visto mia madre soffrire per la sindrome da colon irritabile. Nonostante fosse una persona che non si lamenta, sapevo che soffriva, anche se in silenzio. I suoi dolori erano forti e fitti e passava da periodi di grave stitichezza a non meno gravi periodi con diarrea, essendo stata in diverse occasioni al punto di disidratarsi.
1. Anoressia e bulimia
Anoressia e bulimia sono i due più noti quadri clinici di disturbo del comportamento alimentare.
L'anoressia è il totale rifiuto del cibo, la bulimia invece è l'eccessiva e incontrollata introduzione di esso.
Se non trattati in tempi e con metodi adeguati, i disordini alimentari possono diventare una condizione
permanente e nei casi gravi portare alla morte. .
Uno studio pubblicato su una rivista inglese indica che la ricerca sui trattamenti è molto più avanzata nel
caso della bulimia. Minore attenzione, invece, si sarebbe dedicata finora a ricerche sui possibili
trattamenti di anoressia e delle altre forme di disordine alimentare.
Anoressia e bulimia sono malattie complesse, determinate da condizioni di disagio psicologico ed emotivo,
che quindi richiedono un trattamento sia del problema alimentare in sé che della sua natura psichica.
L’obiettivo è quello di portare il paziente, attraverso terapie mirate a modificare i comportamenti e
l’attitudine, a adottare soluzioni di gestione dei propri stress emotivi che non siano dannose per la propria
salute e a ristabilire un equilibrato comportamento alimentare. Possono manifestarsi in persone di
diverse età, sesso, provenienza sociale, ma sono solitamente più comuni in giovani donne in età compresa
tra i 14 e i 18 anni.
Al centro del disordine alimentare, che si manifesta come malattia complessa, risultante dall’interazione
di molteplici fattori biologici, genetici, ambientali, sociali, psicologici e psichiatrici, c’è comunque da parte
del paziente una ossessiva sopravvalutazione dell’importanza della propria forma fisica, del proprio peso
e corpo e una necessità di stabilire un controllo su di esso. Tra le ragioni che portano allo sviluppo di
comportamenti anoressici e bulimici, si evidenziano, oltre a una componente di familiarità, l’influenza
negativa da parte di altri componenti familiari e sociali, la sensazione di essere sottoposti a un eccesso di
pressione e di aspettativa, o al contrario di essere fortemente trascurati dai propri genitori, il sentirsi
oggetto di derisione per la propria forma fisica.
L’anoressia e la bulimia però possono anche dipendere dal fatto che l’individuo subisca situazioni
particolarmente traumatiche, come ad esempio violenze sessuali, drammi familiari e comportamenti
abusivi da parte di familiari o di persone esterne. Uno dei motivi per cui una ragazza inizia a sottoporsi a
una dieta eccessiva è la necessità di corrispondere a un canone estetico che premia la magrezza, anche nei
suoi eccessi. Dal punto di vista fisico, gli effetti della malnutrizione comportano ulcere intestinali e danni
permanenti ai tessuti dell’apparato digerente, disidratazione, danneggiamento di gengive e denti, seri
danni cardiaci, al fegato e ai reni, problemi al sistema nervoso, con difficoltà di concentrazione e di
memorizzazione, danni al sistema osseo, con accresciuta probabilità di fratture e di osteoporosi, blocco
della crescita, emorragie interne e ipotermia.
Le ripercussioni psicologiche, invece, comportano depressione, basso livello di autostima, senso di
vergogna e colpa, difficoltà a mantenere relazioni sociali e familiari, sbalzi di umore, tendenza a
comportamenti maniacali e propensione al perfezionismo.
Anoressia nervosa
Una persona diventa anoressica quando, riducendo o interrompendo la propria consueta alimentazione,
scende sotto l’85% del peso normale per la propria età, sesso e altezza. L’anoressia è conseguente al rifiuto
ad assumere cibo, determinato da una intensa paura di acquistare peso o diventare grassi, anche quando
si è sottopeso. Spesso, una persona anoressica comincia con l’evitare tutti i cibi ritenuti grassi e a
concentrarsi su alimenti ‘sani’ e poco calorici, con una attenzione ossessiva al contenuto calorico e alla
composizione dei cibi e alla bilancia. Frequentemente i pasti vengono evitati o consumati con estrema
lentezza, rimuginando a lungo su ogni boccone ingerito.
Diagnosticare l’anoressia non è sempre semplice in soggetti molto giovani, perché i cambiamenti fisici che
accompagnano l’adolescenza e che comportano squilibri di peso e altezza possono mascherarne le prime
fasi. Nei bambini, è più comune che l’anoressia si manifesti attraverso sintomi come la nausea e il
sentimento di non fame. Nelle ragazze, invece, uno dei sintomi più classici è l’interruzione del ciclo
mestruale per almeno tre mesi successivi, sintomo che però non si applica a giovani adolescenti che
ancora non abbiano avuto il menarca. L’anoressia si manifesta in due modi:
riduzione costante della quantità di alimenti ingeriti.
con abbuffate e successiva eliminazione: alimentazione compulsiva seguita da vomito autoindotto, uso
inappropriato di pillole diuretiche e iper-attività fisica per perdere peso.
2. Bulimia Nervosa
Una persona bulimica si abbuffa in modo molto diverso da quello che avviene quando normalmente si
mangia troppo. Le caratteristiche tipiche del comportamento bulimico sono:
ingestione di una quantità eccessiva di cibo in un arco di tempo molto stretto
la sensazione di non poter smettere di mangiare e di non poter controllare il proprio comportamento
Dopo aver mangiato in modo così eccessivo, la persona bulimica generalmente si sente in colpa e tende a
punirsi vomitando, ingerendo pillole diuretiche di dimagrire. Se questo comportamento diventa ripetitivo,
ad esempio si manifesta due volte alla settimana per tre mesi, si è di fronte a un chiaro segnale di
disordine alimentare.
A lungo andare, un soggetto bulimico entra in una fase di depressione e di disgusto verso se stesso e cerca
di nascondere il proprio comportamento agli altri, anche se la propria forma e apparenza fisica finiscono
con il diventare una ossessione permanente e con l’avere forti ripercussioni sulla propria autostima. Una
persona bulimica può essere di peso normale, sottopeso o sovrappeso, diversamente da una anoressica che
è sempre sotto peso. Inoltre, il peso di un soggetto bulimico può variare enormemente e oscillare, fatto che
può essere utilizzato come sintomo dell’esistenza di un disordine alimentare.
Oltre all’anoressia e alla bulimia, esiste anche un genere di disordine alimentare non definito. Non tutti i
casi sono infatti esattamente descrivibili nell’arco dei sintomi tipici di anoressia e bulimia. Alcuni
soggetti, ad esempio, iniziano con una forma di anoressia ma poi, incapaci di mantenere il basso peso,
scivolano verso comportamenti bulimici.
Testimonianza di Sara
"Ero una bambina molto estroversa sempre attiva, in movimento, “pestifera” così mi chiamavano, un
comportamento troppo esuberante rispetto a quello di mia sorella; ed ogni azione che facevo mi veniva
rimproverata provocando in me dei sensi di colpa.
Diventata grande, circa a 12 anni stavo interi giorni passati a vomitare, a svuotare e a ripulire, questo
vaso che veniva quotidianamente e per più volte al giorno riempito di vomito. Riempito dal mio dolore.
Per poi essere nascosto perché nessuno doveva e poteva sapere che soffrivo di disturbi alimentari.
La mia vita era fatta di programmi! Programmavo cosa, quanto dovevo mangiare e appena ingoiavo un
boccone di più, il dolore mi massacrava e dovevo buttarlo immediatamente fuori attraverso il vomito.
Ricordo molto bene quando un giorno mia madre scoprì questo vaso pieno di vomito; in quel momento
avrei voluto uccidermi, morire perché non dovevo, non potevo rendere noto che stavo male.
Provavo un dolore massacrante anche perché tutte le routine che accompagnavano i miei giorni, erano
state scoperte.
I miei genitori decisero di nascondermi questo oggetto che per me era diventato insieme alla malattia, un
compagno di vita, un mio migliore e peggiore amico.
Erano momenti difficili, dove mi sentivo sola, l’unica persona della terra che era malata di disturbi
alimentari, che non poteva parlarne con nessuno, perché nessuno poteva capirmi, nessuno poteva
comprendermi!!
Stremata dal dolore, presi l’iniziativa di chiedere aiuto!
Dopo 6 anni di malattia, decisi di mettermi in gioco, di provare a sconfiggere un mostro come la bulimia!
Un percorso difficile dove ho dovuto fidarmi ed affidarmi a delle persone che erano in grado di
comprendermi.
Ho portato, grazie all’utilizzo della parola rabbia, amore e nel tempo tutto è diventato consapevolezza di
me, capendo chi ero e da dove venivo.
Osservandoti ancora, caro vaso, posso dirti che oggi faccio tesoro del mio passato, e sono orgogliosa del
mio presente! Perché me lo merito un mondo pieno di vita e addirittura lui merita me!"