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ANGELA CALVINI
uando il 28 maggio 1291 Acri assediata cadde
definitivamente nelle mani dei Mamelucchi,
ponendo fine in modo drammatico alla pre-
senzamilitarecrociatainPalestina,nessunoa-
vrebbe immaginato che oggi la città sarebbe
statapresad’assaltoda“orde”dituristiinma-
glietta,braghecorteecappellino.Lacittàvec-
chiadiAkko,patrimoniodell’umanitàperl’U-
nescodal2001,oggièvisitatadaunmilionedi
turisti all’anno, e in pochissimo tempo si è piazzata fra i siti
più visitati di Israele. Questo dopo che il ministero israelia-
nodelTurismoelaCompagniaperloSviluppodellaCittàvec-
chia di Acri hanno deciso dal 1994 un ampio progetto di ri-
valutazione della città, con importanti lavori di scavo, re-
stauroevalorizzazionedeisitidiepocacrociataeottomana.
Unapartediquell’atmosferaancoraèpresenteinunacitta-
dina dove convivono pacificamente arabi, ebrei e cristiani,
edoveilprofumodellespeziedelsuksiconfondeconquel-
lo della salsedine e del pesce che arriva ogni giorno nel pic-
colo porto, sorto sulle rovine di quello che fu uno degli scali
principali del Mediterraneo orientale.
«Lasfida,oggi,èperòquelladiequilibrareleesigenzedeltu-
rismo con quelle dello studio e della storia, per non snatu-
rarelacittà.Perquestoèimportanteillavorodimediazione
chestiamofacendodaanninoiarcheologi»,spiegaFabrizio
Benente dell’Università di Genova, direttore del Museo ar-
cheologico di Sestri Levante, che da dodici anni lavora agli
scavinelquartieregenovesediAkko.Oggipresenteràirisul-
tati alle giornate di Archeologia e storia del Vicino e Medio
Oriente 2018, presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano.
«L’archeologia continua a svelare tutto il passato di Akko.
Scavi estensivi, mostre di sicuro fascino, itinerari archeolo-
gici di grande presa sui visitatori, pubblicazioni e ricerche,
l’aperturadelCentroInternazionaledirestauro“CittàdiRo-
ma” (nato con un forte contributo italiano) – prosegue –: A-
cri oggi è tutto questo e grazie all’attività dell’Autorità Israe-
liana per le Antichità sta diventando un luogo centrale per
lo sviluppo della cosiddetta “archeologia crociata”, e più in
generale,perglistudidiarcheologia
medievale in area mediterranea».
Una città stratificata, con 4000 anni
di storia, la San Giovanni D’Acri dei
pellegrini,sindall’epocaegiziaedel-
lenistica è stato uno dei principali
portidelMediterraneoorientale,ma
raggiunse il suo splendore in epoca
crociatadopochevenneconquista-
tanel1104dareBaldovinoI,aiutato
dalla flotta genovese: i mercanti di
Genova si insediarono insieme a
quellidiPisa,VeneziaeMarsiglia,o-
gnuno in un proprio quartiere. Di-
venutacapitaledelRegnodopolaca-
duta di Gerusalemme e posta nel
1229sottoilcontrollodeicavalieriO-
spitalieri, cadde dopo un sanguino-
soassediochedecretòfinediOutre-
mer,vivendosottoiMamelucchitre-
centoannididecadenzaespoliazio-
niacausadelfiorentecommerciodei
marmiantichi.Finoallarinascitanel
XVIIIgrazieagliOttomani,chenefe-
cero di nuovo il maggior polo com-
Q
mercialedellaregione,costruendonumerosemoschee,ham-
mam, caravanserragli e bazar tuttora visibili. «Una parte di
questo meraviglioso patrimonio è in condizioni ancora di-
sastrateeandrebbesostenuto,mentrealtrestrutturesonosta-
terestaurateinmodoeccellenteefannopartedipercorsitu-
ristici estremamente interessanti», prosegue Benente rife-
rendosi, ad esempio, all’affascinante Tunnel dei Templari,
che univa il Palazzo dell’Ordine al porto, oggi percorribile, e
al magnifico complesso degli Ospedalieri, in cui si trovano
tre edifici principali: la chiesa di San Giovanni e l’ospeda-
le, dove non sono ancora stati eseguiti scavi, e il quartiere
generale con le imponenti sale dei cavalieri attorno a un
cortileaperto,chesiestendesuunasuperficiedi1200me-
tri quadrati. Ad accompagnare i visitatori è un intelligen-
te percorso multimediale che ripercorre in modo equili-
bratolastoriadellecrociateelavitaquotidianadiAcrinel
Medioevo.Lasciaaboccaapertailrefettorio,salacompo-
stadaunsistemadiottovolteacrocieraapunta:èaltadie-
ci metri, sostenuta da tre colonne rotonde di pietra di tre
metri di diametro.
«Duedecennidiarcheologiaurbana,
emoltosideveallavorodell’archeo-
logo israeliano Eliezer Stern e di sua
moglie Edna, hanno contribuito a
svelareampiepaginedellastoriadi
Akko.Comegliscaviestensivinel
quartier generale dei Cavalieri
diSanGiovanni,alcuniitine-
rari archeologici urbani di
grande suggestione, e il
progettodiindagineestu-
dio del quartiere medie-
valegenovese».L’insieme
deireperticostituiscean-
che una testimonianza
drammaticadelleultime
econcitatefasiprimadel-
la caduta della città. La
collaborazionetraUniver-
sitàdiGenovael’AutoritàI-
sraelianaperleAntichitàèi-
niziatanel2006,inunedificio
ottomano noto come House
Becky, nella zona centrale della
città. Il lavoro del professor Benente, che dal 2010 si occupa
per l’Università degli studi sulla presenza genovese nell’O-
riente latino, insieme ai colleghi israeliani, è appena torna-
to dalla missione finanziata da italiani e israeliani. «Lo sca-
vo ha permesso di individuare il muro perimetrale di sedici
metri e il varco d’accesso al quartiere genovese, chiuso in
frettaefuriaforsedurantel’assediodel1291–aggiunge–.Sia-
monellazonadellascomparsachiesadeigenovesi,SanLo-
renzo, che sta sotto ai resti di quella di San Giorgio ingloba-
taneimuriottomani.Inoltreconglistudentidell’Università
di Genova abbiamo avviato lo studio delle ceramiche me-
dievali provenienti dagli scavi del porto, in collaborazione
conl’UniversitàdiHaifa».IlrisultatoconfermacheAkkofos-
seunoscalodavverointernazionaleapertoallacircolazione
dimerciepersone.«Oggièunacittàaprevalenzaarabaecri-
stiana – spiega Benente – e ha mantenuto le caratteristiche
d’un tempo. A parte i momenti di guerra, stimolati sempre
da fonti esterne, i Crociati avevano creato un sistema mul-
tietnico, di grandi mediazioni culturali e religiose, grazie ai
rapportifracommerciantinellavitadituttiigiorni.Edèque-
stastoriachevogliamova-
lorizzare».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
SARA MELCHIORI
PADOVA
a rassegna internazionale di illustrazione
“I colori del sacro”, giunta alla nona
edizione (Museo diocesano di Padova fino
al 24 giugno), dopo aver attraversato gli
elementi naturali (acqua, terra, aria, fuoco),
essersi concentrata sulla creazione e sullo spirito
e aver approfondito il viaggio e la tavola, in
questa edizione affronta un tema solo
apparentemente scontato: il corpo. Il corpo che
è centro della vita vita nella sua evoluzione, nelle
sue forme, nelle sue ricchezze e fragilità. A
Padova sono esposte oltre 80 opere di 45
illustratori provenienti da ogni parte del mondo.
Tra loro anche i gradi nomi dell’illustrazione: gli
italiani Lorenzo Mattotti, Simone Rea, Arianna
Papini, Anna Castagnoli; gli spagnoli Javier
Zabala e Emilio Urberuaga, ma non mancano
noti artisti da Francia (come Martin Jarrie, il cui
Uomo colore è stato scelto come immagine della
mostra), Germania, Iran, Polonia, Brasile,
Uruguay… Le opere, suddivise in quattro sezioni
– "Io sono il mio corpo"; "Il mio corpo cambia e
si trasforma"; "Il mio corpo e l’altro"; "Il corpo e
lo spirito" – tracciano un viaggio all’interno di
questo "corpo" che ci appartiene ma ci sfugge
via con il passare del tempo, si trasforma, si
modifica o è modificato dalle malattie e dalla
sofferenza, si relaziona
con la natura e con l’altro,
è parte integrante del
rapporto dell’uomo con
l’universo spirituale. Una
mostra dedicata al
"corpo" non poteva non
tener conto di quella
parte del pubblico che è
portatore di disabilità
sensoriali. Ecco che è
stato studiato un
percorso adatto a non vedenti e non udenti.
Sette illustrazioni, rappresentative delle varie
sezioni che compongono la rassegna, sono
infatti accompagnate da una versione in rilievo
"toccabile" che segnala anche i diversi colori,
accompagnata da una didascalia in braille,
un’audiodescrizione dell’opera con un video
nella lingua dei segni (LIS). Inoltre i contenuti
multimediali sono presenti in una web app a cui
si può accedere con lo smartphone scansionado
un QR code. Il percorso inclusivo ha visto la
collaborazione con l’Università di Padova,
Deafety Project - Associazione di Promozione
Sociale, e la consulenza di Antonio Azzalin,
ideatore di AzzaBraille, sistema che tratta il
braille anche a misura di vedente, adattandolo a
essere stampato su una varietà illimitata di
materiali. Un’opportunità quasi "necessaria" per
una mostra che ha come tema il corpo e
permette anche una reciprocità: «Da un lato –
sottolinea Andrea Nante, il direttore del Museo
diocesano e della rassegna – c’è il desiderio di
rendere sempre più fruibili i contenuti da non
vedenti e non udenti, tanto più in una mostra
che vede nel corpo l’elemento tematico,
dall’altro, c’è per noi, la possibilità di acquisire
modalità percettive che ci priverebbero di una
reale disponibilità a incontrare l’altro attraverso
il linguaggio dell’arte». Come di consueto la
rassegna "I colori del sacro" è accompagnata da
laboratori per le scuole e da una serie di eventi
per tutte le età. Da venerdì a oggi, inoltre, cinque
degli illustratori (Emilio Urberuaga, Javier
Zabala, Anna Castagnoli, Beatrice Alemagna,
Roger Mello) sono a Padova per vivere una
residenza d’artista in un luogo speciale, la Casa
canonicale del Petrarca, proprio alle spalle della
cattedrale. Un brain storming creativo sul corpo:
le opere che scaturiranno dalla condivisione di
vita, pensiero, spazi artistici e incontri con la
città e i suoi luoghi saranno poi donate alla
Pediatria di Padova.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L
I grandi illustratori
internazionali
nel Museo
diocesano
a confronto
con il centro
dell’esperienza
ACRIIl regno
dell’archeologia crociata
Mendrisio. LacollezioneBalzani,testimonianzadiun’epoca
PIERO DEL GIUDICE
MENDRISIO
aperta sino al 25 luglio al Museo
d’arte di Mendrisio, nel Canton
Ticino,coniltitolo“NaturaeUo-
mo” la mostra della collezione
Bolzani – opere su tela e carta, sculture
–donatadallafamiglia(LucianoeNene
Bolzani, di recente scomparsi, e figli) –
al museo stesso.
LucianoBolzanièstatounopsichiatrati-
cinese molto noto, figlio d’arte, direttore
della clinicaViarnetto fondata nei primi
decenni del secolo scorso, e collezioni-
sta. Un uomo molto dolce, parlava dei
metodi di cura della Viarnetto definen-
doli «basagliani» e, con acume, sceglieva
e acquistava opere d’arte. Tutto è molto
chiaro nella mostra di Mendrisio. I primi
acquisti non indicano un orientamento
preciso: Bernard Buffet, Lorenzo Viani,
Hans Hartung,Vedova, Tobey... C’è, nel-
leprimeacquisizionideiBolzani,figura-
tivismo,vogliad’astrazioneedeclettismo.
La svolta, in questa collezione e in gene-
rale negli orientamenti artistici del Can-
tone, fa perno sull’anno 1966. In quel-
l’anno,lagiuriaitalo-svizzeradelpremio
letterario“LiberaStampa”,nelventesimo
annodallafondazione,premialostorico
ecriticod’arteFrancescoArcangeli.Scel-
ta singolare per un premio di letteratura
esignificativaperlaparticolareedizione.
Nell’immediatodopoguerra,nel1946,let-
terati italiani e svizzeri decidono di fon-
dare un premio per la narrativa come
strumento culturale comune e il quoti-
dianosocialistaticinese“LiberaStampa”,
ora scomparso, adotta il progetto. Coin-
cide con il premio a Francesco Arcange-
lil’aperturadellamostra“NaturaeUomo”
– omaggio al lavoro del critico militante
– titolo replicato oggi a Mendrisio.
Quella mostra d’origine fu allestita aVil-
laCianidiLuganodaunallievodellosto-
rico dell’arte bolognese, lì, per la prima
volta,mettendoaconfrontoartistiitalia-
ni e svizzeri di analoghe aree della pittu-
ra di materia, artisti che si collocano nel
campo vasto tra informale e figurazione.
Pittoritra“ultimonaturalismo”arcange-
liano e messa in pittura di tavole di sto-
riaeallegoriedellaesistenza.Dominano
quella scena l’italiano Ennio Morlotti
con la sua pittura di natura – fiumi, rac-
colti,intrichidiboschi–,losvizzeroEd-
mondo Dobrzanski la cui pittura di ori-
gine nordica-espressionista consegna
unaesperienzadeltuttooriginalediim-
pegno storico-politico, l’italiano Fran-
co Francese così votato alla figurazione
urbanaeundelicatopoetadipaesaggio
comeilticineseFilippoBoldini,loscul-
torelombardoVittorioTavernarichetra-
sferiscesutavoledilegnounmovimen-
to di terra, di solchi.
Tuttavia qui – come spesso succede con
lasciti e collezioni pregresse – non sem-
brarappresentarsiunamodad’antan,un
gusto scaduto. Piuttosto impressionano
perlaloroenergiaeattualitàunbuonnu-
mero di opere: i capifila indicati Morlot-
ti e Dobrzanski tengono con molta forza
il centro della scena, poi le opere di alta
qualitàdiLorenzoVianisoloinparteper-
tinentila“poetica”dellacomplessivacol-
lezione, Renato Guttuso pittore altro ri-
spettoallaculturadiriferimentodeiBol-
zanietuttaviapresenteconunafortena-
tura morta del 1963. Questi Bolzani ac-
quistavano anche in modo eterogeneo,
anche giovani – sono presenti i ticinesi
Ferrari, Gabai, Lucchini – testando il
mondo fuori da quel fervido centro vita-
ledellaloroimpresacherimanel’ultimo
naturalismo e la pittura di Storia.
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È
Edmondo Dobrzanski, “Ritratto di Nene Bolzani”
Città riscoperta
Fabrizio Benente dell’Università
di Genova: «Oggi un milione
di turisti all’anno anche grazie
al contributo degli scavi italiani:
era esempio di cosmopolitismo»
CONVEGNO
FRANCESCO IN TERRA SANTA
«San Francesco è sbarcato ad Acri? Sì, Francesco
nel 2017 era “embedded” alla quinta Crociata, ma si è
spostato a Damietta lasciando Acri come base logistica
dove agiva frate Elia. Ma non sono rimaste tracce di un
convento francescano dell’epoca». Lo dirà oggi il professor
Giuseppe Ligato, fra i relatori delle due giornate di Archeologia e
storia del Vicino e Medio Oriente 2018, ieri e oggi presso la
Biblioteca ambrosiana di Milano sul tema “Culture e religioni in
dialogo”. A padre Michele Piccirillo è stata dedicata ieri, a dieci
anni dalla scomparsa, l’apertura, ed è stato presentato il progetto
del Museo sulla cristianità in Terra Santa. Oggi invece si parla
degli ottocento anni di presenza francescana: presenti, fra gli
altri, monsignor Marco Ballarini, prefetto dell’Ambrosiana,
monsignor Paolo Martinelli vescovo ausiliare di Milano,
l’archeologo Fabrizo Benente. In serata lo
spettacolo teatrale Talking Abraham. (A.Cal.)
Padova
“I colori del sacro”:
l’illustrazione
racconta il corpo
22 Sabato
5 Maggio 2018A G O R À c u l t u r a
AKKO
Una veduta aerea
di Akko, l’antica Acri,
ultimo caposaldo
del regno crociato
caduto nel 1291
La città, sulla costa
nord di Israele, oggi
è tornata a nuova
vita grazie
a un piano di restauri
e al rilancio turistico
Sotto, la chiesa
ortodossa
di San Giorgio
e le case ottomane
che sono
sovrapposte
e inglobano i resti
del quartiere
genovese
ora in fase di scavo

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Acri 2018

  • 1. ANGELA CALVINI uando il 28 maggio 1291 Acri assediata cadde definitivamente nelle mani dei Mamelucchi, ponendo fine in modo drammatico alla pre- senzamilitarecrociatainPalestina,nessunoa- vrebbe immaginato che oggi la città sarebbe statapresad’assaltoda“orde”dituristiinma- glietta,braghecorteecappellino.Lacittàvec- chiadiAkko,patrimoniodell’umanitàperl’U- nescodal2001,oggièvisitatadaunmilionedi turisti all’anno, e in pochissimo tempo si è piazzata fra i siti più visitati di Israele. Questo dopo che il ministero israelia- nodelTurismoelaCompagniaperloSviluppodellaCittàvec- chia di Acri hanno deciso dal 1994 un ampio progetto di ri- valutazione della città, con importanti lavori di scavo, re- stauroevalorizzazionedeisitidiepocacrociataeottomana. Unapartediquell’atmosferaancoraèpresenteinunacitta- dina dove convivono pacificamente arabi, ebrei e cristiani, edoveilprofumodellespeziedelsuksiconfondeconquel- lo della salsedine e del pesce che arriva ogni giorno nel pic- colo porto, sorto sulle rovine di quello che fu uno degli scali principali del Mediterraneo orientale. «Lasfida,oggi,èperòquelladiequilibrareleesigenzedeltu- rismo con quelle dello studio e della storia, per non snatu- rarelacittà.Perquestoèimportanteillavorodimediazione chestiamofacendodaanninoiarcheologi»,spiegaFabrizio Benente dell’Università di Genova, direttore del Museo ar- cheologico di Sestri Levante, che da dodici anni lavora agli scavinelquartieregenovesediAkko.Oggipresenteràirisul- tati alle giornate di Archeologia e storia del Vicino e Medio Oriente 2018, presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano. «L’archeologia continua a svelare tutto il passato di Akko. Scavi estensivi, mostre di sicuro fascino, itinerari archeolo- gici di grande presa sui visitatori, pubblicazioni e ricerche, l’aperturadelCentroInternazionaledirestauro“CittàdiRo- ma” (nato con un forte contributo italiano) – prosegue –: A- cri oggi è tutto questo e grazie all’attività dell’Autorità Israe- liana per le Antichità sta diventando un luogo centrale per lo sviluppo della cosiddetta “archeologia crociata”, e più in generale,perglistudidiarcheologia medievale in area mediterranea». Una città stratificata, con 4000 anni di storia, la San Giovanni D’Acri dei pellegrini,sindall’epocaegiziaedel- lenistica è stato uno dei principali portidelMediterraneoorientale,ma raggiunse il suo splendore in epoca crociatadopochevenneconquista- tanel1104dareBaldovinoI,aiutato dalla flotta genovese: i mercanti di Genova si insediarono insieme a quellidiPisa,VeneziaeMarsiglia,o- gnuno in un proprio quartiere. Di- venutacapitaledelRegnodopolaca- duta di Gerusalemme e posta nel 1229sottoilcontrollodeicavalieriO- spitalieri, cadde dopo un sanguino- soassediochedecretòfinediOutre- mer,vivendosottoiMamelucchitre- centoannididecadenzaespoliazio- niacausadelfiorentecommerciodei marmiantichi.Finoallarinascitanel XVIIIgrazieagliOttomani,chenefe- cero di nuovo il maggior polo com- Q mercialedellaregione,costruendonumerosemoschee,ham- mam, caravanserragli e bazar tuttora visibili. «Una parte di questo meraviglioso patrimonio è in condizioni ancora di- sastrateeandrebbesostenuto,mentrealtrestrutturesonosta- terestaurateinmodoeccellenteefannopartedipercorsitu- ristici estremamente interessanti», prosegue Benente rife- rendosi, ad esempio, all’affascinante Tunnel dei Templari, che univa il Palazzo dell’Ordine al porto, oggi percorribile, e al magnifico complesso degli Ospedalieri, in cui si trovano tre edifici principali: la chiesa di San Giovanni e l’ospeda- le, dove non sono ancora stati eseguiti scavi, e il quartiere generale con le imponenti sale dei cavalieri attorno a un cortileaperto,chesiestendesuunasuperficiedi1200me- tri quadrati. Ad accompagnare i visitatori è un intelligen- te percorso multimediale che ripercorre in modo equili- bratolastoriadellecrociateelavitaquotidianadiAcrinel Medioevo.Lasciaaboccaapertailrefettorio,salacompo- stadaunsistemadiottovolteacrocieraapunta:èaltadie- ci metri, sostenuta da tre colonne rotonde di pietra di tre metri di diametro. «Duedecennidiarcheologiaurbana, emoltosideveallavorodell’archeo- logo israeliano Eliezer Stern e di sua moglie Edna, hanno contribuito a svelareampiepaginedellastoriadi Akko.Comegliscaviestensivinel quartier generale dei Cavalieri diSanGiovanni,alcuniitine- rari archeologici urbani di grande suggestione, e il progettodiindagineestu- dio del quartiere medie- valegenovese».L’insieme deireperticostituiscean- che una testimonianza drammaticadelleultime econcitatefasiprimadel- la caduta della città. La collaborazionetraUniver- sitàdiGenovael’AutoritàI- sraelianaperleAntichitàèi- niziatanel2006,inunedificio ottomano noto come House Becky, nella zona centrale della città. Il lavoro del professor Benente, che dal 2010 si occupa per l’Università degli studi sulla presenza genovese nell’O- riente latino, insieme ai colleghi israeliani, è appena torna- to dalla missione finanziata da italiani e israeliani. «Lo sca- vo ha permesso di individuare il muro perimetrale di sedici metri e il varco d’accesso al quartiere genovese, chiuso in frettaefuriaforsedurantel’assediodel1291–aggiunge–.Sia- monellazonadellascomparsachiesadeigenovesi,SanLo- renzo, che sta sotto ai resti di quella di San Giorgio ingloba- taneimuriottomani.Inoltreconglistudentidell’Università di Genova abbiamo avviato lo studio delle ceramiche me- dievali provenienti dagli scavi del porto, in collaborazione conl’UniversitàdiHaifa».IlrisultatoconfermacheAkkofos- seunoscalodavverointernazionaleapertoallacircolazione dimerciepersone.«Oggièunacittàaprevalenzaarabaecri- stiana – spiega Benente – e ha mantenuto le caratteristiche d’un tempo. A parte i momenti di guerra, stimolati sempre da fonti esterne, i Crociati avevano creato un sistema mul- tietnico, di grandi mediazioni culturali e religiose, grazie ai rapportifracommerciantinellavitadituttiigiorni.Edèque- stastoriachevogliamova- lorizzare». © RIPRODUZIONE RISERVATA SARA MELCHIORI PADOVA a rassegna internazionale di illustrazione “I colori del sacro”, giunta alla nona edizione (Museo diocesano di Padova fino al 24 giugno), dopo aver attraversato gli elementi naturali (acqua, terra, aria, fuoco), essersi concentrata sulla creazione e sullo spirito e aver approfondito il viaggio e la tavola, in questa edizione affronta un tema solo apparentemente scontato: il corpo. Il corpo che è centro della vita vita nella sua evoluzione, nelle sue forme, nelle sue ricchezze e fragilità. A Padova sono esposte oltre 80 opere di 45 illustratori provenienti da ogni parte del mondo. Tra loro anche i gradi nomi dell’illustrazione: gli italiani Lorenzo Mattotti, Simone Rea, Arianna Papini, Anna Castagnoli; gli spagnoli Javier Zabala e Emilio Urberuaga, ma non mancano noti artisti da Francia (come Martin Jarrie, il cui Uomo colore è stato scelto come immagine della mostra), Germania, Iran, Polonia, Brasile, Uruguay… Le opere, suddivise in quattro sezioni – "Io sono il mio corpo"; "Il mio corpo cambia e si trasforma"; "Il mio corpo e l’altro"; "Il corpo e lo spirito" – tracciano un viaggio all’interno di questo "corpo" che ci appartiene ma ci sfugge via con il passare del tempo, si trasforma, si modifica o è modificato dalle malattie e dalla sofferenza, si relaziona con la natura e con l’altro, è parte integrante del rapporto dell’uomo con l’universo spirituale. Una mostra dedicata al "corpo" non poteva non tener conto di quella parte del pubblico che è portatore di disabilità sensoriali. Ecco che è stato studiato un percorso adatto a non vedenti e non udenti. Sette illustrazioni, rappresentative delle varie sezioni che compongono la rassegna, sono infatti accompagnate da una versione in rilievo "toccabile" che segnala anche i diversi colori, accompagnata da una didascalia in braille, un’audiodescrizione dell’opera con un video nella lingua dei segni (LIS). Inoltre i contenuti multimediali sono presenti in una web app a cui si può accedere con lo smartphone scansionado un QR code. Il percorso inclusivo ha visto la collaborazione con l’Università di Padova, Deafety Project - Associazione di Promozione Sociale, e la consulenza di Antonio Azzalin, ideatore di AzzaBraille, sistema che tratta il braille anche a misura di vedente, adattandolo a essere stampato su una varietà illimitata di materiali. Un’opportunità quasi "necessaria" per una mostra che ha come tema il corpo e permette anche una reciprocità: «Da un lato – sottolinea Andrea Nante, il direttore del Museo diocesano e della rassegna – c’è il desiderio di rendere sempre più fruibili i contenuti da non vedenti e non udenti, tanto più in una mostra che vede nel corpo l’elemento tematico, dall’altro, c’è per noi, la possibilità di acquisire modalità percettive che ci priverebbero di una reale disponibilità a incontrare l’altro attraverso il linguaggio dell’arte». Come di consueto la rassegna "I colori del sacro" è accompagnata da laboratori per le scuole e da una serie di eventi per tutte le età. Da venerdì a oggi, inoltre, cinque degli illustratori (Emilio Urberuaga, Javier Zabala, Anna Castagnoli, Beatrice Alemagna, Roger Mello) sono a Padova per vivere una residenza d’artista in un luogo speciale, la Casa canonicale del Petrarca, proprio alle spalle della cattedrale. Un brain storming creativo sul corpo: le opere che scaturiranno dalla condivisione di vita, pensiero, spazi artistici e incontri con la città e i suoi luoghi saranno poi donate alla Pediatria di Padova. © RIPRODUZIONE RISERVATA L I grandi illustratori internazionali nel Museo diocesano a confronto con il centro dell’esperienza ACRIIl regno dell’archeologia crociata Mendrisio. LacollezioneBalzani,testimonianzadiun’epoca PIERO DEL GIUDICE MENDRISIO aperta sino al 25 luglio al Museo d’arte di Mendrisio, nel Canton Ticino,coniltitolo“NaturaeUo- mo” la mostra della collezione Bolzani – opere su tela e carta, sculture –donatadallafamiglia(LucianoeNene Bolzani, di recente scomparsi, e figli) – al museo stesso. LucianoBolzanièstatounopsichiatrati- cinese molto noto, figlio d’arte, direttore della clinicaViarnetto fondata nei primi decenni del secolo scorso, e collezioni- sta. Un uomo molto dolce, parlava dei metodi di cura della Viarnetto definen- doli «basagliani» e, con acume, sceglieva e acquistava opere d’arte. Tutto è molto chiaro nella mostra di Mendrisio. I primi acquisti non indicano un orientamento preciso: Bernard Buffet, Lorenzo Viani, Hans Hartung,Vedova, Tobey... C’è, nel- leprimeacquisizionideiBolzani,figura- tivismo,vogliad’astrazioneedeclettismo. La svolta, in questa collezione e in gene- rale negli orientamenti artistici del Can- tone, fa perno sull’anno 1966. In quel- l’anno,lagiuriaitalo-svizzeradelpremio letterario“LiberaStampa”,nelventesimo annodallafondazione,premialostorico ecriticod’arteFrancescoArcangeli.Scel- ta singolare per un premio di letteratura esignificativaperlaparticolareedizione. Nell’immediatodopoguerra,nel1946,let- terati italiani e svizzeri decidono di fon- dare un premio per la narrativa come strumento culturale comune e il quoti- dianosocialistaticinese“LiberaStampa”, ora scomparso, adotta il progetto. Coin- cide con il premio a Francesco Arcange- lil’aperturadellamostra“NaturaeUomo” – omaggio al lavoro del critico militante – titolo replicato oggi a Mendrisio. Quella mostra d’origine fu allestita aVil- laCianidiLuganodaunallievodellosto- rico dell’arte bolognese, lì, per la prima volta,mettendoaconfrontoartistiitalia- ni e svizzeri di analoghe aree della pittu- ra di materia, artisti che si collocano nel campo vasto tra informale e figurazione. Pittoritra“ultimonaturalismo”arcange- liano e messa in pittura di tavole di sto- riaeallegoriedellaesistenza.Dominano quella scena l’italiano Ennio Morlotti con la sua pittura di natura – fiumi, rac- colti,intrichidiboschi–,losvizzeroEd- mondo Dobrzanski la cui pittura di ori- gine nordica-espressionista consegna unaesperienzadeltuttooriginalediim- pegno storico-politico, l’italiano Fran- co Francese così votato alla figurazione urbanaeundelicatopoetadipaesaggio comeilticineseFilippoBoldini,loscul- torelombardoVittorioTavernarichetra- sferiscesutavoledilegnounmovimen- to di terra, di solchi. Tuttavia qui – come spesso succede con lasciti e collezioni pregresse – non sem- brarappresentarsiunamodad’antan,un gusto scaduto. Piuttosto impressionano perlaloroenergiaeattualitàunbuonnu- mero di opere: i capifila indicati Morlot- ti e Dobrzanski tengono con molta forza il centro della scena, poi le opere di alta qualitàdiLorenzoVianisoloinparteper- tinentila“poetica”dellacomplessivacol- lezione, Renato Guttuso pittore altro ri- spettoallaculturadiriferimentodeiBol- zanietuttaviapresenteconunafortena- tura morta del 1963. Questi Bolzani ac- quistavano anche in modo eterogeneo, anche giovani – sono presenti i ticinesi Ferrari, Gabai, Lucchini – testando il mondo fuori da quel fervido centro vita- ledellaloroimpresacherimanel’ultimo naturalismo e la pittura di Storia. © RIPRODUZIONE RISERVATA È Edmondo Dobrzanski, “Ritratto di Nene Bolzani” Città riscoperta Fabrizio Benente dell’Università di Genova: «Oggi un milione di turisti all’anno anche grazie al contributo degli scavi italiani: era esempio di cosmopolitismo» CONVEGNO FRANCESCO IN TERRA SANTA «San Francesco è sbarcato ad Acri? Sì, Francesco nel 2017 era “embedded” alla quinta Crociata, ma si è spostato a Damietta lasciando Acri come base logistica dove agiva frate Elia. Ma non sono rimaste tracce di un convento francescano dell’epoca». Lo dirà oggi il professor Giuseppe Ligato, fra i relatori delle due giornate di Archeologia e storia del Vicino e Medio Oriente 2018, ieri e oggi presso la Biblioteca ambrosiana di Milano sul tema “Culture e religioni in dialogo”. A padre Michele Piccirillo è stata dedicata ieri, a dieci anni dalla scomparsa, l’apertura, ed è stato presentato il progetto del Museo sulla cristianità in Terra Santa. Oggi invece si parla degli ottocento anni di presenza francescana: presenti, fra gli altri, monsignor Marco Ballarini, prefetto dell’Ambrosiana, monsignor Paolo Martinelli vescovo ausiliare di Milano, l’archeologo Fabrizo Benente. In serata lo spettacolo teatrale Talking Abraham. (A.Cal.) Padova “I colori del sacro”: l’illustrazione racconta il corpo 22 Sabato 5 Maggio 2018A G O R À c u l t u r a AKKO Una veduta aerea di Akko, l’antica Acri, ultimo caposaldo del regno crociato caduto nel 1291 La città, sulla costa nord di Israele, oggi è tornata a nuova vita grazie a un piano di restauri e al rilancio turistico Sotto, la chiesa ortodossa di San Giorgio e le case ottomane che sono sovrapposte e inglobano i resti del quartiere genovese ora in fase di scavo