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6. Giobbe
Presenta molti problemi anche perché il 30% del libro è costituito da hapax legòmena
(parole riportate una sola volta); sono inoltre discussi la datazione, l’autore e la provenienza.
Sono state affermate varie interpretazioni: paradigma della santa pazienza; il silenzio di Dio
di fronte al dramma della sofferenza, …
Giobbe è un nostro contemporaneo perché si fa le nostre stesse domande, domande attuali.
Genere letterario
Dramma: da Teodoro di Mopsuestia a Schökel: poca azione e molto pathos.
Procedimento giudiziario: Giobbe è l’imputato del libro, al centro di una vicenda complessa.
Lamentazione salmica: con tre personaggi: il supplicante, Dio e i nemici.
Struttura letteraria
Gli studiosi concordano oggi su 4 strati di formazione del libro:
1. spunto da un racconto popolare con la dottrina della retribuzione messa in discussione;
2. dibattito fra Giobbe e i tre amici che sfocia nella teofania;
3. la comparsa di Eliu che critica duramente Giobbe;
4. inno alla sapienza che fa da intermezzo e anticipa la soluzione del dramma.
Confronto fra parte in prosa e parte poetica
Parte in prosa: tema della sofferenza;
Parte poetica: giusta punizione per il peccato.
Giobbe denuncia la sproporzione fra la sofferenza che subisce e il male che ha commesso,
comunque dovuto alla fragilità della condizione umana. Dio risponde a Giobbe facendogli esplorare
il cosmo nei più segreti dettagli che l’uomo non conosce ma può ammirane l’armonia.
Nei discorsi di Eliu (32-37) il dolore è presentato in modo più pedagogico: attraverso questo
mezzo Dio educa giusti ed empi affinché ravvedano il loro limite.
Concludendo, riprendiamo la suddivisione di Schökel (non è però l’unica): prologo,
preludio, 3 atti, interludio, atto 4°, discorsi di Giobbe, comparsa di Eliu, Dio; epilogo.
In sintesi, Dio fa conoscere la sofferenza a Giobbe tramite la sua sofferenza:
1. la prima parte, in prosa, è sempre valida (1-2);
2. la seconda parte, poetica, contesta la prima (3-27. 29-31);
3. teofania di Dio: cc. 38-42;
4. Eliu, l’intruso sfacciato: cc. 32-37;
5. Contestazione dell’antica sapienza: c. 28.
Teologia
1.

Il mistero dell’uomo: Giobbe è una creatura che sperimenta il suo limite, ma anche la
storia di un credente perché sa cercare Dio nonostante la disperazione; è la storia di un
sofferente: il dolore è il banco di prova più duro della fede in Dio. Il concetto degli amici non è
accettato: la sapienza da loro proclamata (e che riflette una certa concezione di essa) non è la
realtà. La sofferenza ha un approccio meno schematico e più aderente alla storia.
2.
L’enigma del male: Giobbe non lo risolve razionalmente; vuole protestare contro la
sofferenza in se e contro le risposte degli amici che lo fanno un ribelle dinanzi a Dio con tre
tematiche: il castigo degli empi è un tema ripreso nei salmi (4 e 18); la felicità garantita al
giusto è attribuita a Giobbe secondo un impeccabile schema teologico; l’indegnità dell’uomo
davanti a Dio è un tema sviluppato in 3 testi che pongono in parallelo la giustizia e la purezza
morale: per i 3 amici è il capo di accusa contro Giobbe, mentre per quest’ultimo mette in
discussione il vero volto di Dio che per gli accusatori è uno schema ben delineato.
3.
Il volto di Dio: il male resta senza risposta, ma Giobbe vede il volto di Dio: il libro è
allora una grande catechesi sulla necessità della fede pura e sul vero volto di Dio da cercare
contro ogni compromesso e contraffazione anche religiosa. Il problema non è allora il male
ma la possibilità della fede.
Esegesi di Gb 1-2
-

-

I primi due capitoli costituiscono il prologo del libro di Giobbe. L’autore ha conservato a questo
racconto il carattere di racconto popolare.
Satana (1,6): preceduto nel testo dall’articolo, come in Zc 3,1-2. Il termine non è ancora un
nome proprio, come in 1Cr 21,1. Secondo l’etimologia ebraica, indica l’avversario, oppure
l’accusatore; qui, però, si indica più la parte della spia.
Pelle per pelle (2,4): espressione equivoca, ancor oggi misteriosa.
Piaga maligna (2,7): forse si tratta della bubbonica.

Esegesi di Gb 42, 1-7
Sono le ultime parole di Giobbe:
- vv. 2-3: risposta alla parte in prosa;
- vv. 5-6: risposta alla parte poetica.
Questa pericope che precede l’epilogo ha una tematica propria, non come l’epilogo che invece
segue la tesi tradizionale d’Israele: Dio castiga e premia.
I sette versetti considerati rappresentano la conclusione del dramma di Giobbe, a cui segue una
conclusione artificiosa e postuma.

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  • 1. 6. Giobbe Presenta molti problemi anche perché il 30% del libro è costituito da hapax legòmena (parole riportate una sola volta); sono inoltre discussi la datazione, l’autore e la provenienza. Sono state affermate varie interpretazioni: paradigma della santa pazienza; il silenzio di Dio di fronte al dramma della sofferenza, … Giobbe è un nostro contemporaneo perché si fa le nostre stesse domande, domande attuali. Genere letterario Dramma: da Teodoro di Mopsuestia a Schökel: poca azione e molto pathos. Procedimento giudiziario: Giobbe è l’imputato del libro, al centro di una vicenda complessa. Lamentazione salmica: con tre personaggi: il supplicante, Dio e i nemici. Struttura letteraria Gli studiosi concordano oggi su 4 strati di formazione del libro: 1. spunto da un racconto popolare con la dottrina della retribuzione messa in discussione; 2. dibattito fra Giobbe e i tre amici che sfocia nella teofania; 3. la comparsa di Eliu che critica duramente Giobbe; 4. inno alla sapienza che fa da intermezzo e anticipa la soluzione del dramma. Confronto fra parte in prosa e parte poetica Parte in prosa: tema della sofferenza; Parte poetica: giusta punizione per il peccato. Giobbe denuncia la sproporzione fra la sofferenza che subisce e il male che ha commesso, comunque dovuto alla fragilità della condizione umana. Dio risponde a Giobbe facendogli esplorare il cosmo nei più segreti dettagli che l’uomo non conosce ma può ammirane l’armonia. Nei discorsi di Eliu (32-37) il dolore è presentato in modo più pedagogico: attraverso questo mezzo Dio educa giusti ed empi affinché ravvedano il loro limite. Concludendo, riprendiamo la suddivisione di Schökel (non è però l’unica): prologo, preludio, 3 atti, interludio, atto 4°, discorsi di Giobbe, comparsa di Eliu, Dio; epilogo. In sintesi, Dio fa conoscere la sofferenza a Giobbe tramite la sua sofferenza: 1. la prima parte, in prosa, è sempre valida (1-2); 2. la seconda parte, poetica, contesta la prima (3-27. 29-31); 3. teofania di Dio: cc. 38-42; 4. Eliu, l’intruso sfacciato: cc. 32-37; 5. Contestazione dell’antica sapienza: c. 28.
  • 2. Teologia 1. Il mistero dell’uomo: Giobbe è una creatura che sperimenta il suo limite, ma anche la storia di un credente perché sa cercare Dio nonostante la disperazione; è la storia di un sofferente: il dolore è il banco di prova più duro della fede in Dio. Il concetto degli amici non è accettato: la sapienza da loro proclamata (e che riflette una certa concezione di essa) non è la realtà. La sofferenza ha un approccio meno schematico e più aderente alla storia. 2. L’enigma del male: Giobbe non lo risolve razionalmente; vuole protestare contro la sofferenza in se e contro le risposte degli amici che lo fanno un ribelle dinanzi a Dio con tre tematiche: il castigo degli empi è un tema ripreso nei salmi (4 e 18); la felicità garantita al giusto è attribuita a Giobbe secondo un impeccabile schema teologico; l’indegnità dell’uomo davanti a Dio è un tema sviluppato in 3 testi che pongono in parallelo la giustizia e la purezza morale: per i 3 amici è il capo di accusa contro Giobbe, mentre per quest’ultimo mette in discussione il vero volto di Dio che per gli accusatori è uno schema ben delineato. 3. Il volto di Dio: il male resta senza risposta, ma Giobbe vede il volto di Dio: il libro è allora una grande catechesi sulla necessità della fede pura e sul vero volto di Dio da cercare contro ogni compromesso e contraffazione anche religiosa. Il problema non è allora il male ma la possibilità della fede. Esegesi di Gb 1-2 - - I primi due capitoli costituiscono il prologo del libro di Giobbe. L’autore ha conservato a questo racconto il carattere di racconto popolare. Satana (1,6): preceduto nel testo dall’articolo, come in Zc 3,1-2. Il termine non è ancora un nome proprio, come in 1Cr 21,1. Secondo l’etimologia ebraica, indica l’avversario, oppure l’accusatore; qui, però, si indica più la parte della spia. Pelle per pelle (2,4): espressione equivoca, ancor oggi misteriosa. Piaga maligna (2,7): forse si tratta della bubbonica. Esegesi di Gb 42, 1-7 Sono le ultime parole di Giobbe: - vv. 2-3: risposta alla parte in prosa; - vv. 5-6: risposta alla parte poetica. Questa pericope che precede l’epilogo ha una tematica propria, non come l’epilogo che invece segue la tesi tradizionale d’Israele: Dio castiga e premia. I sette versetti considerati rappresentano la conclusione del dramma di Giobbe, a cui segue una conclusione artificiosa e postuma.