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SABATO6APRILE
DOMENICA7APRILE2013
4conquistedellavorodibattito
Negli ultimi mesi si sta svolgendo
dinanzi alla Corte Federale della
Pennsylvania una vicenda che pro-
spetta sviluppi interessanti per le
sorti dei rapporti tra lavoro, diritto e
nuovi mezzi di comunicazione.
MentreinItaliaèilGarantedellapri-
vacy ad investire maggiormente nel
controllo dell’uso dei social media,
negli Stati Uniti la questione è af-
frontata da diversi e più vari punti di
vista.
Nel caso in questione, la fondatrice
diunasocietàdiconsulenzaeforma-
zione in ambito finanziario, Linda
Eagle,sièrivolta allaCorteperotte-
nereilriconoscimentodellaproprie-
tà del suo account LinkedIn, da lei
creato nel 2008 al fine di mantenere
i suoi contatti di lavoro. Pur avendo
venduto la società nel 2010, la Ea-
glehacontinuatoalavorarecomedi-
pendente dell’azienda, conservan-
do il suo profilo LinkedIn, come ri-
chiesto espressamente dalla nuova
politica aziendale.
Poco più di un anno dopo, tuttavia, i
nuovi proprietari hanno licenziato
la Eagle e si sono impossessati del
suoaccount: nehanno modificato la
password, che la lavoratrice aveva
precedentemente comunicato ad un
collaboratore, e hanno sostituito so-
lo il nome e la foto con quelli della
nuova CEO, senza però aggiornare
il curriculum, i riconoscimenti e i
contatti della fondatrice. Nonostan-
te l’accesso le sia stato impedito so-
lo temporaneamente e il profilo le
sia stato restituito poco dopo, Linda
Eagle ha intentato una causa contro
inuoviproprietaridellaEdcommac-
cusandoli, oltre che di aver tratto
profittodallesueconoscenze,impe-
dendo a lei di fare altrettanto, anche
diaccessononautorizzatoalcompu-
ter, furto di identità e cospirazione
civile. La società, d’altra parte, ha
risposto alle accuse rivolgendone a
sua volta contro la Eagle: secondo
la difesa, questa sarebbe colpevole
di appropriazione indebita di idee e
concorrenza sleale. Per di più,
l’idea a cui si riferisce la Edcomm è
individuata in termini di “trade se-
cret”, ovvero un segreto aziendale,
che negli Stati Uniti è protetto con
misure particolarmente severe.
La Corte adita ha già accertato che
la proprietà di un account su un so-
cialmediaètutelabilegiuridicamen-
te in quanto “novel idea”, una idea
nuova, •ma deve ancora stabilire se,
e in che misura, la lavoratrice abbia
subìto danni effettivi a causa della
temporanea sottrazione del suo pro-
filo. Una pronuncia che dipende da
quanto la Eagle stessa sarà in grado
diprovare duranteil processo,e non
solo dall’orientamento della giuri-
sprudenza del caso.
Per quanto riguarda la fondatezza
delle accuse a carico della Eagle, la
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priazione indebita di segreto azien-
dale, non riconoscendo gli estremi
dellasegretezzainunarisorsalarga-
mente accessibile quale è il sito in-
ternet LinkedIn, ma non si è ancora
pronunciatasulprofilodellaconcor-
renza sleale.
Lacausa,comunque,poneall’atten-
zione questioni che vanno ben oltre
ilcasoconcreto:si trattaquidistabi-
lire chi possa essere ritenuto “pro-
prietario”dell’account,chisia auto-
rizzato ad accedervi e modificarne
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Inoltre, e ancora più in generale, il
caso evidenzia come sia necessario
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bito spetti la regolamentazione del-
la materia: se, come avviene in Ita-
liaein Europa,sia laprotezionedel-
laprivacyilprofilocheassumemag-
giore spicco, e quindi un controllo
sia demandato al Garanteper la pro-
tezione dei dati personali; o se siano
la legge e l’apparato giudiziario a
doversene occupare a monte; o, an-
cora, come molte voci d’oltreocea-
no suggeriscono, la soluzione vada
ricercata nelle politiche aziendali e
nel rapporto tra i privati.
Certoèche,perquantoancoraisola-
ta possa apparire una simile vicen-
da,nonmancherannodiripresentar-
si in futuro questioni simili, vista
l’impressionante rapidità con cui le
nuovetecnologie e i mezzi di comu-
nicazione si evolvono e penetrano
in ogni aspetto della vita sociale.
(Micol Mieli)
Per approfondimenti si rimanda a
M. Mieli, “Le 'proprietà' di un ac-
count. Il caso Eagle contro
Edcomm” pubblicato sul Bollettino
Ordinario ADAPT n. 12 del 2 aprile
2013•([ http://www.bollettinoa-
dapt.it ]www.bollettinoadapt.it)
Laquestionegenerazionalenell’occupazione.Giovanielavoratorianzianiespulsipaganoilprezzopiùaltodellacrisi
Gliuniversitarivedononellanuovaformacontrattualeunabuonaviad’ingressonelmercatodellavoro
Sospesinellimbodell’incertezza
Filo diretto con il Centro
Marco Biagi / 245
Roma (nostro servizio) - ”Magari trovassi
un’azienda che, a fine laurea, mi facesse
un contratto di apprendistato. Sarei feli-
cissima.Trovochesiagiustoche,infaseiniziale
e dovendo imparare molto del lavoro, venga
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moltissimo se l’azienda ha deciso di investire
su di me. E’ uno strumento cucito sui giovani”.
Non ha dubbi Jessica Nespoli, 23enne studen-
tessa di economia dell’università di Roma Tre,
che ha discusso la tesi di laurea triennale pro-
prio sui temi del mercato del lavoro, temi che
la appassionano e sui quali sta costruendo il
propriofuturo. Noi la incontriamo in occasione
del seminario di Astril e Roma Tre, alla Facoltà
di Economia intitolata a Federico Caffè.
Perché i giovani stanno pagando un prezzo
così alto alla crisi?
Nella mia tesi sostengo che ilmotivo principale
è che sono pochi gli investimenti che vengono
fattiinformazione,inunareteefficacediincon-
tro domanda-offerta, e da un gap del sistema
formativo italiano che privilegia l’istruzione te-
orica invece del sapere che serve alle aziende.
Qualileveaiuterebberogliinserimentilavo-
rativi dei giovani?
Il primo fattore importantissimo, e che invece
manca completamente, è l’orientamento.
Quando mi sono trovata a dover scegliere qua-
le liceo iniziare non ho ricevuto alcun orienta-
mento e mi sono documentata da sola e con i
miei genitori. Avendo poi una vocazione per la
matematica ho scelto il liceo scientifico di con-
seguenza.Unamancanzaancorpiùgravequan-
do si tratta di scegliere l’università e non do-
vrebbe essere così. Servirebbe che qualcuno ci
dicesseprima quali sonoi settori in recessione,
equaliinveceoffronomaggioripossibilitàdila-
voro: anche se i miei studi economici offrono
molte possibilità, comunque, avrei potuto fare
una scelta più consapevole.
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Poichè mi sto laureando in economia e merca-
to del lavoro, mi piacerebbe lavorare in azien-
da e occuparmi di risorse umane.
Come pensi di cercare un lavoro dopo gli
studi?
Disicurononmanderòilmiocurriculumapiog-
giaalleaziendeperchénonritengosiaefficace.
Mi rivolgerò invece alle agenzie per il lavoro e
farò ricerche on line sui siti che offrono lavoro.
Certo, anche per sapere come muoversi nella
ricerca manca l’orientamento e l’informazio-
ne, e siamo costretti a improvvisare e a fare da
soli.
Come vivi questa crisi economica?
Mi fa paura perché si sta protraendo troppo a
lungo e sembra aggravarsi sempre di più. Una
prospettiva particolarmente negativa per me
che desidero lavorare proprio dove ci sono le
maggiori difficoltà, e nel settore delle risorse
umane dove le aziende propendono a tagliare
prima e di più.
Come affronti l’eventualità di fare un lavo-
ro sottoinquadrato rispetto ai tuoi studi?
Penso che se l’alternativa è nessun lavoro, è
meglio lavorare. Anche perché ritengo che un
giovaneappenalaureatonondebbaaveretrop-
pe pretese e bisogna fare la gavetta anche se
questo significa, all’inizio, maggiore flessibilità
e retribuzioni più basse. Quello che non va be-
neèlaprecarietàavita,chevaadinfluirenega-
tivamente su altre scelte di vita future come,
ad esempio, avere una famiglia mia. Ora è pre-
maturo ma arriverà anche per me il momento
di pensarci seriamente.
Flo. I.
Apprendistato,strumento
utilepersuperarelaprecarietà
S
chiacciati ai margi-
ni del mercato del
lavoro,messiall’an-
golo da una crisi
che ha cancellato con un
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sente,sonoigiovanieila-
voratori anziani espulsi
troppo presto dal merca-
to del lavoro a pagare il
prezzopiùalto adun’eco-
nomia in caduta libera.
Perchéseiltraguardodel-
la pensione si allunga co-
me un elastico sempre
più avanti, i giovani sono
costretti, e sempre di più
losaranno,afareun’atte-
sa lunghissima prima di
riuscire ad occupare un
posto stabile “sull’auto-
bus del lavoro”. E il ri-
schio, di quello che oggi
hagiàtuttelecaratteristi-
chediunconflittogenera-
zionale, è di degenerare
in un dramma,una “bom-
ba” sociale senza prece-
denti. Basti solo pensare
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mai avere questi “eterni
giovani”, flessibili a tutti i
costi, fino e oltre la fatidi-
ca soglia dei 40 anni, per
intuire anche solo la por-
tata e i costi sociali di una
flessibilità senza limiti e
senza paracadute. Un al-
larmesocialeche dovreb-
be tenere sveglia ben più
di una generazione politi-
ca,altrochelitigare,eren-
dere urgente una gestio-
ne più lungimirante delle
politiche per il lavoro, fa-
vorendounpattogenera-
zionale che, come un fa-
ro,illuminilaviadellacor-
rezione dei problemi
strutturalidelnostromer-
cato del lavoro. E proprio
l’analisi della “questione
generazionale nella dina-
mica dell’occupazione” è
stato il tema del semina-
rio organizzato dall’uni-
versità Roma Tre e Astril,
l’Associazionedistudieri-
cerche sul lavoro, affron-
tato secondo il consueto
approcciomultidisciplina-
re da economisti, giuristi,
sociologi e parti sociali,
non senza il prezioso ap-
porto del punto di vista
degli studenti. Nel neces-
sario confronto tra disoc-
cupazionegiovanileitalia-
na ed europea, il docente
di economia presso l’uni-
versità di Salerno Niall
O’Higgins evidenzia due
elementi di forte allarme:
da una parte l’aumento
dell’occupazione tempo-
ranea per cui oltre la me-
tà dei giovani italiani ha
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di disoccupazione tra un
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meadesempiol’Inghilter-
ra, dove il mercato del la-
voro si contraddistingue
perfortielementidiflessi-
bilità e minori protezioni.
E l’ultima riforma Forne-
rononhasaputoapporta-
re le necessarie correzio-
ni.ComerilevaArturoMa-
resca, docente di diritto
del lavoro alla Sapienza,
se la riforma intendeva
spalmare la flessibilità su
tuttiisegmentidelmerca-
to bilanciando una mag-
giore flessibilità in uscita
con cordoni più stretti in
entrata, quest’operazio-
ne è fallita. Tanto più per-
ché, quello straordinario
strumento contrattuale
che è l’apprendistato,
che dovrebbe essere pro-
prio il contratto di ingres-
so privilegiato per i giova-
ni che si affacciano nel
mondo del lavoro, stenta
adecollare.Imotivi?Prin-
cipalmente, spiega il pro-
fessore, per complessità
normative non sciolte e
imperfezioni del testo le-
gislativononchiarite.Cer-
to è che la crisi economi-
ca rende tutto più diffici-
le, il ricambio generazio-
nale è bloccato anche a
causa dei rigidi paletti im-
posti dalla riforma delle
pensioni, e i giovani pre-
mono, in coda, per entra-
re nel mercato del lavoro.
Una “coda” che si fa sem-
pre più lunga e affollata,
sottolinea Sebastiano
Fadda, professore di eco-
nomia politica a Roma
Tre, mentre l’auspicabile
ricambio generazionale è
frenatooltrechedalfeno-
meno recessivo anche da
una bassa competitività
del sistema economico
italiano.Perquesto,preci-
sa il docente, per supera-
re il corto circuito che si è
creato, occorrerebbe una
maggiore flessibilità nelle
uscite per pensionamen-
to, favorendo meccani-
smi e tempi più elastici,
ancheconunusovolonta-
rio e sapiente del part ti-
me che agevoli l’ingresso
dei più giovani. E non so-
lo. Per favorire l’incontro
tradomandaeofferta,sa-
rebbe anche necessaria
una maggiore integrazio-
ne tra università e impre-
sa, insieme ad una decisa
messa a punto dei servizi
pubblici per l’impiego. E
poi, conclude Fadda, non
si può prescindere dalla
creazione di nuovi posti
di lavoro con politiche di
crescita, abbandonando
quelle politiche recessive
che hanno marchiato a
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ni. Diversamente “i posti
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Floriana Isi
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Poco più di un anno dopo, tuttavia, i nuovi proprietari hanno licenziato la Eagle e si sono impossessati del suoaccount: nehanno modificato la password, che la lavoratrice aveva precedentemente comunicato ad un collaboratore, e hanno sostituito so- lo il nome e la foto con quelli della nuova CEO, senza però aggiornare il curriculum, i riconoscimenti e i contatti della fondatrice. Nonostan- te l’accesso le sia stato impedito so- lo temporaneamente e il profilo le sia stato restituito poco dopo, Linda Eagle ha intentato una causa contro inuoviproprietaridellaEdcommac- cusandoli, oltre che di aver tratto profittodallesueconoscenze,impe- dendo a lei di fare altrettanto, anche diaccessononautorizzatoalcompu- ter, furto di identità e cospirazione civile. La società, d’altra parte, ha risposto alle accuse rivolgendone a sua volta contro la Eagle: secondo la difesa, questa sarebbe colpevole di appropriazione indebita di idee e concorrenza sleale. Per di più, l’idea a cui si riferisce la Edcomm è individuata in termini di “trade se- cret”, ovvero un segreto aziendale, che negli Stati Uniti è protetto con misure particolarmente severe. La Corte adita ha già accertato che la proprietà di un account su un so- cialmediaètutelabilegiuridicamen- te in quanto “novel idea”, una idea nuova, •ma deve ancora stabilire se, e in che misura, la lavoratrice abbia subìto danni effettivi a causa della temporanea sottrazione del suo pro- filo. Una pronuncia che dipende da quanto la Eagle stessa sarà in grado diprovare duranteil processo,e non solo dall’orientamento della giuri- sprudenza del caso. Per quanto riguarda la fondatezza delle accuse a carico della Eagle, la Corte ha escluso quella dell’appro- priazione indebita di segreto azien- dale, non riconoscendo gli estremi dellasegretezzainunarisorsalarga- mente accessibile quale è il sito in- ternet LinkedIn, ma non si è ancora pronunciatasulprofilodellaconcor- renza sleale. 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Sarei feli- cissima.Trovochesiagiustoche,infaseiniziale e dovendo imparare molto del lavoro, venga anche retribuita meno ma, di contro, imparo moltissimo se l’azienda ha deciso di investire su di me. E’ uno strumento cucito sui giovani”. Non ha dubbi Jessica Nespoli, 23enne studen- tessa di economia dell’università di Roma Tre, che ha discusso la tesi di laurea triennale pro- prio sui temi del mercato del lavoro, temi che la appassionano e sui quali sta costruendo il propriofuturo. Noi la incontriamo in occasione del seminario di Astril e Roma Tre, alla Facoltà di Economia intitolata a Federico Caffè. Perché i giovani stanno pagando un prezzo così alto alla crisi? Nella mia tesi sostengo che ilmotivo principale è che sono pochi gli investimenti che vengono fattiinformazione,inunareteefficacediincon- tro domanda-offerta, e da un gap del sistema formativo italiano che privilegia l’istruzione te- orica invece del sapere che serve alle aziende. Qualileveaiuterebberogliinserimentilavo- rativi dei giovani? Il primo fattore importantissimo, e che invece manca completamente, è l’orientamento. Quando mi sono trovata a dover scegliere qua- le liceo iniziare non ho ricevuto alcun orienta- mento e mi sono documentata da sola e con i miei genitori. Avendo poi una vocazione per la matematica ho scelto il liceo scientifico di con- seguenza.Unamancanzaancorpiùgravequan- do si tratta di scegliere l’università e non do- vrebbe essere così. Servirebbe che qualcuno ci dicesseprima quali sonoi settori in recessione, equaliinveceoffronomaggioripossibilitàdila- voro: anche se i miei studi economici offrono molte possibilità, comunque, avrei potuto fare una scelta più consapevole. Il tuo futuro professionale dove lo immagi- ni? Poichè mi sto laureando in economia e merca- to del lavoro, mi piacerebbe lavorare in azien- da e occuparmi di risorse umane. Come pensi di cercare un lavoro dopo gli studi? Disicurononmanderòilmiocurriculumapiog- giaalleaziendeperchénonritengosiaefficace. Mi rivolgerò invece alle agenzie per il lavoro e farò ricerche on line sui siti che offrono lavoro. Certo, anche per sapere come muoversi nella ricerca manca l’orientamento e l’informazio- ne, e siamo costretti a improvvisare e a fare da soli. Come vivi questa crisi economica? Mi fa paura perché si sta protraendo troppo a lungo e sembra aggravarsi sempre di più. Una prospettiva particolarmente negativa per me che desidero lavorare proprio dove ci sono le maggiori difficoltà, e nel settore delle risorse umane dove le aziende propendono a tagliare prima e di più. Come affronti l’eventualità di fare un lavo- ro sottoinquadrato rispetto ai tuoi studi? Penso che se l’alternativa è nessun lavoro, è meglio lavorare. Anche perché ritengo che un giovaneappenalaureatonondebbaaveretrop- pe pretese e bisogna fare la gavetta anche se questo significa, all’inizio, maggiore flessibilità e retribuzioni più basse. Quello che non va be- neèlaprecarietàavita,chevaadinfluirenega- tivamente su altre scelte di vita future come, ad esempio, avere una famiglia mia. Ora è pre- maturo ma arriverà anche per me il momento di pensarci seriamente. Flo. I. Apprendistato,strumento utilepersuperarelaprecarietà S chiacciati ai margi- ni del mercato del lavoro,messiall’an- golo da una crisi che ha cancellato con un colpo di spugna non solo il futuro ma anche il pre- sente,sonoigiovanieila- voratori anziani espulsi troppo presto dal merca- to del lavoro a pagare il prezzopiùalto adun’eco- nomia in caduta libera. Perchéseiltraguardodel- la pensione si allunga co- me un elastico sempre più avanti, i giovani sono costretti, e sempre di più losaranno,afareun’atte- sa lunghissima prima di riuscire ad occupare un posto stabile “sull’auto- bus del lavoro”. E il ri- schio, di quello che oggi hagiàtuttelecaratteristi- chediunconflittogenera- zionale, è di degenerare in un dramma,una “bom- ba” sociale senza prece- denti. Basti solo pensare a quali pensioni potranno mai avere questi “eterni giovani”, flessibili a tutti i costi, fino e oltre la fatidi- ca soglia dei 40 anni, per intuire anche solo la por- tata e i costi sociali di una flessibilità senza limiti e senza paracadute. Un al- larmesocialeche dovreb- be tenere sveglia ben più di una generazione politi- ca,altrochelitigare,eren- dere urgente una gestio- ne più lungimirante delle politiche per il lavoro, fa- vorendounpattogenera- zionale che, come un fa- ro,illuminilaviadellacor- rezione dei problemi strutturalidelnostromer- cato del lavoro. E proprio l’analisi della “questione generazionale nella dina- mica dell’occupazione” è stato il tema del semina- rio organizzato dall’uni- versità Roma Tre e Astril, l’Associazionedistudieri- cerche sul lavoro, affron- tato secondo il consueto approcciomultidisciplina- re da economisti, giuristi, sociologi e parti sociali, non senza il prezioso ap- porto del punto di vista degli studenti. Nel neces- sario confronto tra disoc- cupazionegiovanileitalia- na ed europea, il docente di economia presso l’uni- versità di Salerno Niall O’Higgins evidenzia due elementi di forte allarme: da una parte l’aumento dell’occupazione tempo- ranea per cui oltre la me- tà dei giovani italiani ha solocontrattiatempode- terminato e, dall’altra, un allungamento dei periodi di disoccupazione tra un lavoro e l’altro. Tendenze che si rilevano, oltre che in Italia, in quei paesi co- meadesempiol’Inghilter- ra, dove il mercato del la- voro si contraddistingue perfortielementidiflessi- bilità e minori protezioni. E l’ultima riforma Forne- rononhasaputoapporta- re le necessarie correzio- ni.ComerilevaArturoMa- resca, docente di diritto del lavoro alla Sapienza, se la riforma intendeva spalmare la flessibilità su tuttiisegmentidelmerca- to bilanciando una mag- giore flessibilità in uscita con cordoni più stretti in entrata, quest’operazio- ne è fallita. Tanto più per- ché, quello straordinario strumento contrattuale che è l’apprendistato, che dovrebbe essere pro- prio il contratto di ingres- so privilegiato per i giova- ni che si affacciano nel mondo del lavoro, stenta adecollare.Imotivi?Prin- cipalmente, spiega il pro- fessore, per complessità normative non sciolte e imperfezioni del testo le- gislativononchiarite.Cer- to è che la crisi economi- ca rende tutto più diffici- le, il ricambio generazio- nale è bloccato anche a causa dei rigidi paletti im- posti dalla riforma delle pensioni, e i giovani pre- mono, in coda, per entra- re nel mercato del lavoro. Una “coda” che si fa sem- pre più lunga e affollata, sottolinea Sebastiano Fadda, professore di eco- nomia politica a Roma Tre, mentre l’auspicabile ricambio generazionale è frenatooltrechedalfeno- meno recessivo anche da una bassa competitività del sistema economico italiano.Perquesto,preci- sa il docente, per supera- re il corto circuito che si è creato, occorrerebbe una maggiore flessibilità nelle uscite per pensionamen- to, favorendo meccani- smi e tempi più elastici, ancheconunusovolonta- rio e sapiente del part ti- me che agevoli l’ingresso dei più giovani. E non so- lo. Per favorire l’incontro tradomandaeofferta,sa- rebbe anche necessaria una maggiore integrazio- ne tra università e impre- sa, insieme ad una decisa messa a punto dei servizi pubblici per l’impiego. E poi, conclude Fadda, non si può prescindere dalla creazione di nuovi posti di lavoro con politiche di crescita, abbandonando quelle politiche recessive che hanno marchiato a fuoco la pelle degli italia- ni. Diversamente “i posti in piedi” su quel famoso autobus saranno sempre di più. Floriana Isi Lavoroesocialmedia:laproprietàdiunaccount