Gli abbinamenti degli irreperibili con gli archivi centralizzati di fonte non anagrafica al 2011 (deceduti risultanti nell’Anagrafe Tributaria; iscritti all’Anagrafe Consolare; coloro che partecipano al mercato del lavoro in Italia con versamenti contributivi all’INPS; iscritti al Casellario dei Pensionati; iscritti nell’Anagrafe degli Studenti, trasferimenti di residenza e Permessi di soggiorno) consentono di effettuare valutazioni sulla “probabilità di presenza/assenza dal comune di iscrizione anagrafica” degli individui non censiti. Pertanto, attraverso l’analisi dei “segnali” di presenza/assenza” desunta dalle fonti non anagrafiche è possibile fare delle ipotesi sugli irreperibili dei sei grandi comuni italiani.
MILeS2015 | Milano - Impresa, Lavoro e Società 2015
le aree metropolitane italiane si sono formate nel corso di un processo pluridecennale che ha visto cambiare in modo sostanziale la distribuzione territoriale degli insediamenti abitativi, produttivi e di servizio del nostro Paese. La dispersione degli insediamenti nei territori sub e periurbani, unitamente all’aumento delle interazioni funzionali tra le città, ha portato alla formazione di aree metropolitane contraddistinte dal più forte incremento di popolazione. Poiché l’aumento di popolazione risponde alla presenza di dinamiche positive dei saldi migratori e naturali, la struttura socio-demografica delle aree metropolitane è, normalmente, ritenuta essere più giovane, multietnica, istruita e occupata di quella del resto del Paese. La dimensione metropolitana viene anche normalmente associata alla maggiore concentrazione di attività e, conseguentemente, di lavoro nei settori economici che più necessitano dei benefici offerti dalla presenza di servizi e di infrastrutture di elevata qualità e specializzazione. A loro volta, questi ultimi, troverebbero la loro localizzazione ideale nelle aree in cui il mercato è più attivo e meglio inserito nel sistema della produzione, del commercio e dei servizi a livello globale. La relazione proposta presenta i risultati di uno studio finalizzato a verificare la tenuta empirica di queste ipotesi attraverso l’analisi della dinamica della localizzazione territoriale e dalla struttura socio-demografica e del lavoro delle aree metropolitane in Italia e realizzato sui dati dei Censimenti della popolazione e delle abitazioni e dei Censimenti dell’industria, dei servizi e delle istituzioni del 1991 e 2011. Integrando criteri definitori di omogeneità, interdipendenza e morfologia, lo studio si caratterizza per la scelta di considerare metropolitane le aree che rispondono a specifici requisiti di densità di funzioni metropolitane, tra le quali particolare attenzione è dedicata al lavoro e alla mobilità per motivi di lavoro e studio. Oltre che una funzione accessoria di supporto alle altre attività insediate, quest’ultima rappresenta una dimensione costitutiva delle aree metropolitane delle quali contribuisce a definire la forma e a disegnare i confini sul territorio.
2015 - Analisi disoccupazione nella Città di FABRIANORoberto Sorci
Un analisi sulla situazione occupazionale di Fabriano ex capitale degli elettrodomestici che da città della massima occupazione è diventata la città della disoccupazione . Nel documento le motivazioni perché la "politica" chieda per questo territorio il riconoscimento di Area di Crisi Industriale Complessa. Sono illustrate inoltre le motivazioni per cui il territorio fabrianese può essere reindustrializzato con successo .
Gli abbinamenti degli irreperibili con gli archivi centralizzati di fonte non anagrafica al 2011 (deceduti risultanti nell’Anagrafe Tributaria; iscritti all’Anagrafe Consolare; coloro che partecipano al mercato del lavoro in Italia con versamenti contributivi all’INPS; iscritti al Casellario dei Pensionati; iscritti nell’Anagrafe degli Studenti, trasferimenti di residenza e Permessi di soggiorno) consentono di effettuare valutazioni sulla “probabilità di presenza/assenza dal comune di iscrizione anagrafica” degli individui non censiti. Pertanto, attraverso l’analisi dei “segnali” di presenza/assenza” desunta dalle fonti non anagrafiche è possibile fare delle ipotesi sugli irreperibili dei sei grandi comuni italiani.
MILeS2015 | Milano - Impresa, Lavoro e Società 2015
le aree metropolitane italiane si sono formate nel corso di un processo pluridecennale che ha visto cambiare in modo sostanziale la distribuzione territoriale degli insediamenti abitativi, produttivi e di servizio del nostro Paese. La dispersione degli insediamenti nei territori sub e periurbani, unitamente all’aumento delle interazioni funzionali tra le città, ha portato alla formazione di aree metropolitane contraddistinte dal più forte incremento di popolazione. Poiché l’aumento di popolazione risponde alla presenza di dinamiche positive dei saldi migratori e naturali, la struttura socio-demografica delle aree metropolitane è, normalmente, ritenuta essere più giovane, multietnica, istruita e occupata di quella del resto del Paese. La dimensione metropolitana viene anche normalmente associata alla maggiore concentrazione di attività e, conseguentemente, di lavoro nei settori economici che più necessitano dei benefici offerti dalla presenza di servizi e di infrastrutture di elevata qualità e specializzazione. A loro volta, questi ultimi, troverebbero la loro localizzazione ideale nelle aree in cui il mercato è più attivo e meglio inserito nel sistema della produzione, del commercio e dei servizi a livello globale. La relazione proposta presenta i risultati di uno studio finalizzato a verificare la tenuta empirica di queste ipotesi attraverso l’analisi della dinamica della localizzazione territoriale e dalla struttura socio-demografica e del lavoro delle aree metropolitane in Italia e realizzato sui dati dei Censimenti della popolazione e delle abitazioni e dei Censimenti dell’industria, dei servizi e delle istituzioni del 1991 e 2011. Integrando criteri definitori di omogeneità, interdipendenza e morfologia, lo studio si caratterizza per la scelta di considerare metropolitane le aree che rispondono a specifici requisiti di densità di funzioni metropolitane, tra le quali particolare attenzione è dedicata al lavoro e alla mobilità per motivi di lavoro e studio. Oltre che una funzione accessoria di supporto alle altre attività insediate, quest’ultima rappresenta una dimensione costitutiva delle aree metropolitane delle quali contribuisce a definire la forma e a disegnare i confini sul territorio.
2015 - Analisi disoccupazione nella Città di FABRIANORoberto Sorci
Un analisi sulla situazione occupazionale di Fabriano ex capitale degli elettrodomestici che da città della massima occupazione è diventata la città della disoccupazione . Nel documento le motivazioni perché la "politica" chieda per questo territorio il riconoscimento di Area di Crisi Industriale Complessa. Sono illustrate inoltre le motivazioni per cui il territorio fabrianese può essere reindustrializzato con successo .
1. AMITIE
PERCORSI DI CITTADINANZA
Immigrazione straniera e
mondo del lavoro
Ufficio di Piano
Dipartimento Benessere di Comunità
Comune di Bologna
2. 1 - Popolazione al 31/12/2011:
Gli stranieri
2011 Bologna Provincia Regione
POP TOT 382.784 998.931 4.459.246
Stranieri 52.473 109.698 530.015
% di stranieri 13,7% 11,0% 11,9%
3. 2 - Residenti a Bologna al 31/12/2011
per luogo di nascita
Nati nel
Nati a Nati
2011 Bologna
resto
all'estero
TOT
d'Italia
POP TOT 166.406 160.330 56.048 382.784
Italiani 160.320 159.537 10.454 330.311
Stranieri 6.086 793 45.594 52.473
4. 3 - Seconde generazioni
A Bologna 6.879 stranieri sono nati in Italia
= 13,1% degli stranieri a Bologna
= 1,8% della popolazione totale bolognese
Il 3,7% dei nati a Bologna è senza cittadinanza
italiana (6 mila soggetti)
5. 4 - I nuovi italiani
A Bologna i nuovi italiani sono 4.379 pari a:
Il 7,7% degli stranieri a Bologna (compresi
quelli che lo erano e non lo sono più)
l'1,1% della popolazione totale bolognese
6. 5 - Confronto G2 – Nuovi Italiani
Seconde generazioni -
Stranieri nati in Italia 3
Nuovi italiani 2
Ogni 2 nuovi italiani ci sono
3 stranieri nati in Italia
7. 6 – Popolazione per fasce di età
a Bologna al 31/12/2011
2011 0-14 15-64 > 65
POP TOT 42.853 240.464 99.467
Stranieri 8.748 42.632 1.093
% di stranieri 20,4% 17,7% 1,1%
8. 7 – Occupati in provincia
di Bologna nel 2010
(Fonte ISTAT)
% su
2010 Occupati
TOT
TOT 441.782 100%
Stranieri 50.546 11,4%
Extra-UE 38.576 8,7%
9. 8 – Disoccupati in provincia
di Bologna nel 2011
(Fonte SILER)
% su Variazione
2011 Disoccupati
TOT 2010-2011
TOT 75.246 100% + 15%
Stranieri 22.950 30,5% + 18%
Extra-UE 17.152 22,8%
10. 9 – Avviamenti in provincia
di Bologna nel 2011
(Fonte SILER)
Tasso di
2011 Avviamenti Avviati
mobilità
TOT 205.751 121.384 1,70
Stranieri 51.766 34.990 1,48
% di
25,2% 28,8%
stranieri
11. 10 – Imprenditori nati all'estero
in provincia di Bologna
(Fonte: Camera di Commercio)
7.000 6.417
6.102
6.000
5.750
5.392
4.930
5.000 4.511
4.090
4.000 3.553
3.008
3.000 2.614
2.209
1.938
2.000
1.000
0
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
12. GRAZIE PER L'ATTENZIONE
A cura di
Eugenio Gentile
Ufficio di Piano
Dipartimento Benessere di Comunità
Comune di Bologna