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LE SCOPERTE E GLI ERRORI DEL BUDDHA GOTAMA SIDDHARTHA
Sommario
1. Introduzione Pagina 2
2. La prima scoperta del futuro Buddha: vide un vecchio, un malato e un corteo
funebre. E dopo un asceta errante (samana) “ 3
3. Siddhartha scoprì errori di maestri Indù del Brahamanesimo “ 4
4. L’efficacia e l’importanza dell’io e l’enigma del Sé e del sé di cui parla la Bhavagad
Gita “ 7
5. Una definizione di peccato “ 10
6. La seconda scoperta del Buddha: scoprì un errore di Alàra Kàlàma “ 10
7. La terza scoperta del Buddha: scoprì un errore di Uddaka Ràmaputta “ 11
8. La quarta scoperta del Buddha:scoprì che le auto mortificazioni e le privazioni
erano dannose e inutili “ 12
9. Esagerazioni e errori Buddhisti “ 14
10. Il risveglio di Gotama Siddhattha, il futuro Buddha “ 16
11. La quinta scoperta del Buddha: La Prima Nobile Verità ” 17
12. La sesta scoperta del Buddha: La Seconda Nobile Verità “ 21
13. La settima scoperta del Buddha: La Terza Nobile Verità “ 22
14. L’ottava scoperta del Buddha: La Quarta Nobile Verità “ 25
15. Le Quattro Nobili Verità “ 26
16. Significati di alcuni termini della Vita “ 33
17. La Redenzione di Gesù Cristo e il Signore Dio “ 35
18. La nona scoperta del Buddha: la Via di Mezzo, cioè lo stile di vita alternativo
il quale fà parte della dottrina del Buddha “ 38
19. La meditazione “ 41
20. Le risposte di Dio alle domande degli uomini “ 47
21. Gli otto errori fondamentali del Buddha “ 48
22. I Buddhisti che si convertiranno al Padre-Madre-Dio di tutto il genere umano
onoreranno il Signore unico Dio nei loro templi con Gesù Cristo e la Madonna;
i Buddhisti onoreranno Buddha in un altare secondario come un santo.
Quando si convertiranno la stessa cosa faranno nei loro templi gli altri popoli
e/o religioni che ancora non adorano l’unico vero Dio, il Padre con lo Spirito Santo
di cui ci parla Gesù ” 60
23. Il Sangha ; cosa fare per diventare buoni Cristiani ? “ 62
24. Il Signore Dio e Gesù, il Cristo “ 65
25. Amore e compassione “ 67
26. Il Nirvana “ 68
26 bis. Dove si trova ora il Buddha Gotama Siddhattha pagina 69
1
27. I Maestri del Cerchio Firenze 77 insegnano riguardo ai Paradisi delle Religioni “ 69
27 bis. L’uomo avrà la Coscienza Assoluta “ 71
28. San Francesco D’Assisi scrisse di Dio Altissimo “ 71
29. Il Signore Dio ha detto nel XX secolo della vita spirituale “ 71
30. Il Signore Dio non si impone mai a nessuno, ma ad ogni uomo dice (.) “ 72
31. Il Buddha autolimitò le sue possibilità di conoscere le verità della vita ( e in tal
modo limitò anche quelle dei Buddhisti ) “ 72
32. La Coscienza o Corpo Akasico “ 73
32 bis. Esortazione ai fratelli Buddhisti “ 73
33. Suggerimento ai Buddhisti ancora dubbiosi sul Cristo Signore “ 74
1. Introduzione
Sappiamo che il Buddha Gotama Siddharta era un Indù della casta guerriera dei Sakya,
che a circa trent’anni aveva lasciato genitori, moglie e un figlio, per diventare un asceta errante e
mendicante. Scelse la vita ascetica e errabonda per scoprire le verità della vita in quanto
fortemente preoccupato delle sofferenze derivanti dalla nascita, dalla malattia, dalla vecchiaia
e dalla morte. Secondo la leggenda il giovane Siddhartha aveva scoperto improvvisamente gli
aspetti negativi della vita dato che il Padre, molto ricco, gli aveva nascosto tali aspetti negativi della
vita. Il Padre voleva che il figlio godesse degli agi che procurava la ricchezza con le feste, le donne
e il lusso senza pensare al dolore, alla malattia, alla vecchiaia e alla morte. Il figlio Siddhattha finì
per vedere della vita solo la gioventù e gli altri aspetti belli come il padre aveva voluto poiché nel
palazzo che aveva assegnato al figlio c’era soltanto gente giovane spensierata e sana. Ma poi il
futuro Buddha uscì dal suo palazzo in strada e vide in tre differenti volteun ammalato, un vecchio
e un funerale e così scoprì la malattia, la vecchiaia e la morte: poi vide un monaco, vecchio
emaciato, ma sorridente 1
.
Su queste scoperte Siddhartha fece le prime riflessioni sulla sofferenza; ne rimase molto
impressionato e per combatterla decise di diventare un samana, cioè un asceta errante
abbandonando la moglie e il figlio.
Non si sa esattamente quando il futuro Buddha nacque, ma si ritiene che vide la luce del
sole nel quarto o quinto secolo avanti Cristo in una città prossima a Benares a sud dell’Himalaya.
Siddharta da asceta errante face vita errabonda durante la quale incontrò alcuni maestri da
ognuno dei quali imparò qualcosa, ma di ogni dottrina scoprì i punti deboli, poiché lui cercava la
liberazione dai quattro flagelli che affliggevano la vita di tutti gli uomini e che per lui erano diventati
una vera e propria ossessione: la nascita, la malattia, la vecchiaia e la morte .
Ciascun maestro Indù fondava la sua dottrina sulla meditazione, così come era prescritto
dalla religione dei Veda; la meditazione dunque non fu una scoperta del Buddha, che però, mise a
1
I. M. Italia Missionaria, Le grandi religioni, Buddhismo, a cura Carlo Ghislandi e Angelo Campagnoli, pagina 10,
Bologna
2
punto un suo metodo, quello dei Quattro Assorbimenti e su un unico fatto: la meditazione
sull’origine e l’estinzione delle sofferenze dell’uomo 2
.
Siddhartha si rese conto rapidamente che l’ascesi - fino alla flagellazione ed al quasi totale
digiuno - era priva di valore ai fini della agognata liberazione dalle sofferenze.
Si ritiene che Siddharta scoprì che con la meditazione, l’uomo entrava in un altro stato
d’essere o mondo che non sa giudicare e del quale sostanzialmente non può dire nulla se non
quello che ha transitoriamente provato o visto ( talvolta si può trattare di visioni del Piano astrale,
mentale o Akasico del Cosmo 3
).
Non si ha l’intenzione di scrivere una biografia del Buddha Gotama Siddhartha, tanto più
perché non si conosce né la lingua Pali né il Sanscrito, le antiche lingue indù. Lo scopo del nostro
dire è un altro: illustrare le scoperte del Buddha, i Suoi errori, i limiti e i pregi della sua dottrina. Si
vogliono illustrare errori, limiti e pregi della Sua dottrina anche alla luce di alcune delle Rivelazioni
su cui si fonda il magistero dell’ Ordine Gesù Redentore e precisamente: l’Antico Testamento, i
Vangeli antichi e moderni del Signore Gesù Cristo, le due Rivelazioni di Findhorn – in particolare
quella del “Dio interiore” a Eileen Caddy – e la Rivelazione dei Maestri filosofi disincarnati fatta a
Firenze nel XX secolo per mezzo del medium Roberto Setti.
Si aggiunge anche che il Canone buddhista, il canone Theravada della Pali Text Society,
non risulta tradotto in italiano. Quindi si farà riferimento ad alcune biografie e ad altri testi sul
Buddha e sui Buddismi che citeremo diligentemente man mano che ce ne avvarremo.
2. La prima scoperta di Gotama Siddhartha, il futuro Buddha
Siddharta vide un vecchio, un malato e un corteo funebre; e dopo un asceta errante
(samana) sorridente.
Tale scoperta avvenne fuori dalla casa paterna, dopo che ebbe modo di constatare che la
vita materiale che vi conduceva non lo soddisfaceva. Forse Siddhartha cominciò a intuire
vagamente che i piaceri che gli offriva la vita in famiglia erano la causa delle rinascite e quindi del
dolore che deriva dalla nascita, dalla malattia, dalla vecchiaia e dalla morte. Allora, per quanto
avversato da Suo padre lasciò la casa dopo aver visto in sequenza fuori della proprietà paterna:
<< (.) un uomo dalla schiena incurvata, che incede a fatica. A quel punto, gli viene rivelato
che si tratta d’un vecchio; secondo la leggenda, per non rattristare il figlio Suddhodana aveva
ammesso a corte soltanto persone giovani e sane. Siddhattha chiede all’auriga se potrà sfuggire
ad un simile destino, e riceve una risposta negativa.
Qualche tempo dopo, varcando un’altra porta della città, il giovane si imbatte in uno strano
individuo che respira a fatica. Il solito auriga lo informa che si tratta di un malato: è una sorte che
potrebbe, prima o poi colpire lo stesso Siddhattha.
2
Michael Carrithers, Buddha, pagine 35-44, Einaudi Tascabili
3
Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 64-65 (Cosmo), Mediterranee
3
Ma il terzo incontro è, se possibile, ancora più sconcertante: il figlio del ràja si imbatte in un
corteo funebre. L’auriga gli spiega che sta accompagnando un morto: qualcuno che per sempre si
è separato dalla vita. Anche in questo caso Siddhattha apprende che un giorno spetterà a lui
stesso un simile destino.
Infine, nell’ultimo incontro della serie il giovane si imbatte in un uomo dalla testa rasata: è
un rinunciatario, un religioso errante che ha abbandonato il mondo. A quel punto Siddhattha
intuisce che forse le sorti dei precedenti incontri, cioè la vecchiaia, la malattia e la morte, si
possono evitare: probabilmente una vita di rinuncia consente di attingere la liberazione ( nibbàna;
sanscrito; nirvàna ) (.) una fonte narrativa più attendibile, espone un altro punto di vista. Qui
Siddharta, che nel frattempo è divenuto un Buddha, riferisce ai discepoli un evento della propria
giovinezza: un giorno, fu assalito dall’idea della vecchiaia e della malattia; all’improvviso qualsiasi
pensiero felice svanì dalla sua mente, e si trovò in preda ad una indicibile tristezza: da qui la
volontà di abbracciare la vita del religioso errante.
In un’altra narrazione invece, tramandata in varie versioni, mentre era andato a fare
un’escursione in compagnia della moglie e dello scudiero Channa, Siddhattha avrebbe trovato un
uomo steso al suolo. Sarebbe stata la prima volta che vedeva un morto. Anche in questo caso
un’esperienza sconcertante gli avrebbe indicato la necessità di abbandonare una vita di piaceri per
votarsi alla rinuncia e al vagabondaggio.
Nelle diverse narrazioni è sottolineato lo stesso assunto: si deve optare per l’ascesi, a
causa degli aspetti dolorosi e sgradevoli dell’esistenza. E non è forse strano che nella mente di un
giovane dedito ai lussi e agli agi potesse attecchire un pensiero del genere, determinando una
conversione ?
Siddhattha capì anche che la vita familiare ostacolava qualsiasi realizzazione autentica
della ricerca spirituale. Doveva andarsene, dunque, al più presto (.).
In base alle varie narrazioni, gli eventi si possono riassumere così: per motivazioni poco
chiare e in preda ad una vaga crisi esistenziale, il figlio del ràja di un piccolo Stato abbandonò, ad
un certo punto della vita e di propria, contrastata iniziativa, la casa paterna per impegnarsi in una
ricerca spirituale. Sono i pochi dati “certi” di una narrazione ricca di spunti immaginari e simbolici:
si pensi alla fuga di Siddhattha nella notte, una semplice metafora del viaggio dalle tenebre alla
luce .
Allora il giovane avrebbe avuto ventinove anni. Suddhodana gli fece notare che, di solito, si
partiva molto più anziani per viaggi di quel genere 4
>>.
3. Siddharta scopre errori di maestri Indù del Brahmanesimo
Alla scuola bràhamanica del Suo primo maestro Alàra Kàlàma Siddharta imparò concetti
erronei del Brahamanesimo che poi si portò dietro tutta vita a cominciare dalla negatività dell’Io.
. << (.)Alàra predicava la negatività dell’Io. A suo avviso era la convinzione di costituire una
4
Leonardo Vittorio Arena, Buddha, pagine 13- 15, Tascabili Economici Newton
4
un’individualità separata nei confronti delle creature a determinare le sofferenze dell’uomo. L’Io era
un concetto erroneo cui non corrispondeva nulla di reale (mia nota: questo è un errore; infatti, non
soltanto la Scintilla Divina o Sé è una Realtà come vedremo e si già detto in altro documento di
questo nostro Catechismo trattando del Buddha, ma anche il piccolo sé o io umano è una realtà
relativa del mondo mentale del Cosmo in cui viviamo ) : è un altro spunto cui il Buddha può
essersi ispirato. Si doveva bandire ogni egoismo, annullando la distinzione tra l’Io e gli altri: questa
concezione , per grandi linee si richiamava alle Upanishad, i testi basilari del pensiero indiano (.) 5
>>. Secondo Alàra, infine, il saggio aveva accesso alla sfera della “ non esistenza”, dove la
materia non esiste più . Siddhattha intuì subito i punti deboli della dottrina. In primo luogo, essa
non mirava alla liberazione, né all’assenza delle passioni , né al distacco dal mondo. Inoltre Alàra,
in conformità all’insegnamento upanishadico, riconosceva l’esistenza dell’attà ( sanscrito: àtman ),
il sé interiore separato dal corpo, come supporto delle varie reincarnazioni ; quindi credeva
ancora, erroneamente (mia nota: secondo il Buddha), in un centro individuale della personalità 6
>> .
Nel resoconto autobiografico Siddhattha aggiunse comunque di aver attinto la sfera della
non esistenza , a cui le pratiche meditative di Alàra permettevano l’accesso (.) (mi nota: la sfera:
della non esistenza non esiste ) (.) Tale risultato, secondo alcune fonti, sarebbe stato ottenuto
soltanto in tre giorni! 7
>>
Si ritiene opportuno fare presente che in questa epoca, secondo l’insegnamento dei filosofi
disincarnati del Cerchio Firenze 77 si deve distinguere bene tra il Sé ( Goccia-Scintilla Divina o
Spirito ) e l’io umano o piccolo sé o sé inferiore. Perciò quando si parla del Sé con la esse
maiuscola si deve intendere lo Spirito dell’uomo, cioè la Sua Scintilla o Goccia divina, cioè una
frazione virtuale dello Spirito di Dio 8
che gli Occidentali chiamano Anima. Invece, quando si parla
dell’io con la i minuscola si intende l’io umano nato nella nostra mente 9
, soggetto egoistico e
egocentrico in continuo contrasto con l’Ego formato da Scintilla Divina e dalla Coscienza 10
.
I due sé sono stati così definiti dagli stessi Maestri di filosofia:
a. La :<< Goccia o Scintilla divina – Spirito – Sé – Fulcro dell’esistenza individuale non
soggetto ad evoluzione. Emanazione Divina che determina l’individualità e la vita
dell’individuo o del microcosmo 11
>>;
b. L’io, ovvero l’io umano o piccolo sé è stato definito: << (.) Egoistico concetto di sé
stessi creato dalla mente individuale la quale, travisando l’intimo senso di individualità
5
Leonardo Vittorio Arena, Buddha, pagina 17 ,Tascabili Economici Newton
6
Leonardo Vittorio Arena, Buddha, pagina 17, Tascabili Economici Newton
7
Leonardo Vittorio Arena, Buddha, pagine 17-18, Tascabili Economici Newton
8
Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagina 122 (La frantumazione dell’Uno nei molti), Mediterranee
9
Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagine 208-209 (io), Mediterranee
10
Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagina 206 (Ego), Mediterranee
11
Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagina 207 (Goccia o Scintilla Divina – Spirito – Sé), Mediterranee
5
proveniente dalla più alta natura dell’individuo, fa sentire questi separato e distinto dal
Cosmo 12
>>;
c. Sia in Occidente che in Oriente si deve convenire che in se stesso l’uomo ha anche
un’altro “soggetto” o essenza, la coscienza (vinnana). Quindi nell’uomo ci sono il Sé, il
sé e la coscienza, così definita dai Maestri disincarnati del Cerchio Firenze 77: <<
CORPO AKASICO – ( Uguale coscienza) Ciò che riceve e trascrive, facendolo
diventare natura medesima dell’individuo, le Realtà che lo stesso individuo, esistendo,
scopre ed acquisisce. Non viene mai abbandonato dall’individuo nel corso delle
molteplici incarnazioni, ma si costituisce man mano che l’individuo evolve 13
>>;
d. I Maestri del Cerchio Firenze 77 hanno così definito l’Ego: << “ (.) parte più elevata
dell’individuo soggetta ad evoluzione. È chiamato Ego l’insieme della Scintilla Divina e
della <<coscienza individuale>>. L’Ego è quindi ciò che permane dell’individuo quando
questi ha terminato l’evoluzione come uomo 14
>>;
Tali entità ( Scintilla Divina o Sé, l’Ego e l’io umano ) non sono le sole cose che ha l’uomo;
infatti l’uomo ha anche una personalità, un carattere, una coscienza e una psiche, come sappiamo
e sanno anche in Oriente; tuttavia il nostro vero essere è il Sé o Scintilla Divina, cioè il soggetto
che nell’uomo ama, che non deve essere mai confuso con il sé o io umano 15
. Se a ciò si
aggiunge la complessità e le funzioni del corpo umano ce n’è più che abbastanza per affermare
che l’uomo è un insieme meraviglioso che ha un ancor infinitamente più meraviglioso Dio che è
stato capace di ideare e realizzare una vita sulla Terra per salvare Satana e gli altri Demoni per
mezzo dell’uomo piuttosto che annientarli, come avrebbe potuto 16
.
Ciò posto l’uomo è un insieme costituito da Spirito o Sé o Goccia-Scintilla Divina, dalla
Coscienza o Corpo akasico ( due corpi eterni), dal corpo mentale con il sé o io umano, dal corpo
astrale e dal corpo fisico ( questi ultimi tre corpi sono destinati a disfarsi nei piani omonimi 17
).
Invece tutti i corpi sopradescritti, il carattere e la personalità che ne derivano fanno di ogni uomo
un soggetto diverso da qualsiasi altro; per completezza si aggiunge che l’uomo ha un altro corpo, il
corpo eterico ( << (.) che serve quale intermediario tra il corpo fisico denso e il corpo astrale (.) 18
);
Ciò premesso posso ora dire che l’Io di cui trattava Alàra era il Sé o l’Io divino e non il sé o
io umano che nasce nella mente dell’uomo, che è egoista ed egocentrico come tutti sappiamo.
Stando così le cose, dopo circa duemilacinquecento anni l’uomo di questa epoca può riferire che il
Sé o Scintilla Divina o Spirito è un soggetto increato e perciò ha natura divina e quindi è perfetto e
eterno.
12
Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagine 208-209 (io), Mediterranee
13
Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagina 205 (Corpo akasico uguale coscienza) , Mediterranee
14
Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagina 206 (Ego), Mediterranee
15
Sri aurobindo, Lo Yoga della Bhavagad Gita, Canto VI° 4-10, Mediterranee
16
Jakob Lorber, Il Signore parla, pagine 157-163 (La natura di Satana e le conseguenze della sua caduta), Armenia
17
Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 58-60 (Corpi) e pagine 140-141 (Individuo), Mediterranee
18
Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagina 59 (Corpo eterico), Mediterranee
6
Il Sé è costituito di Spirito, Spirito che è solo virtualmente diviso da Dio 19
. Essendo tale il
Sé non può ritenersi separato da nessuno in quanto è ben consapevole di far parte del Tutto – Uno
– Assoluto 20
che è Dio.
Vien detto talvolta che l’io umano o il sé è negativo, ma con gli insegnamenti che gli uomini
di questa epoca hanno ricevuto nel frattempo si può affermare che tale io non è del tutto negativo,
tutt’altro; infatti è un propulsore dell’Evoluzione dell’uomo poiché nella vita nulla è casuale o
inutile 21
.
Nei tempi antichi ( inclusi quelli del Buddha Gotama Siddhattha ) gli uomini erano
molto svantaggiati rispetto agli uomini del XX secolo come me; a quel tempo all’uomo non
era stato insegnato ( in quanto le Rivelazioni sono graduali secondo lo sviluppo delle conoscenze
e possibilità umane ) a cercare il meglio in ogni cosa, anche in quelle apparentemente negative
come il sé inferiore o io umano. Oppure i Veggenti - o coloro che raccolsero le conoscenze che i
Veggenti stessi avevano acquisito in meditazione - non apprezzarono l’importanza dell’io
umano o piccolo sé nelle esistenze in cui l’uomo è schiavo dei suoi vizi o passioni,
nonostante che tale piccolo sé sia un motore per condurre le esperienze necessarie a superare
uno stato d’essere contrassegnato da una scarsa coscienza.
Tale stato d’essere umano è però destinato ad essere superato in quanto egoistico e
egocentrico 22
in forza della misericordiosa legge dell’Evoluzione 23
, in base alla quale, solo che
lo voglia, l’uomo si riunisce consapevolmente con il Padre-Madre-Dio quando avrà portato a
termine la sua evoluzione come uomo.
In questa epoca abbiamo saputo dai Maestri disincarnati del Cerchio Firenze 77 ( una
delle straordinarie Rivelazioni del XX secolo, quella cui ci ispiriamo sotto l’aspetto filosofico ), che
l’io umano è molto efficace per fare irrobustire spiritualmente l’uomo, ma fino al punto in cui la sua
coscienza, che è altruismo, non si è abbastanza formata nel corso di diverse esistenze vissute
nel pianeta Terra 24
.
4. L’efficacia e l’importanza dell’io umano e l’enigma del Sé o del sé della Bhagavad Gita
L’efficacia e l’importanza dell’io umano, egoista e egocentrico, è tale da spingere l’uomo ad
agire, a scoprire e a realizzare molte iniziative per il tornaconto suo e poi della sua famiglia, fino al
punto in cui l’uomo stesso è pronto per la metamorfosi, ovvero per trasformarsi ed essere
trasformato allo stesso tempo ( gradualmente ) da Dio in un essere spirituale, per mezzo del Cristo
25
. Con tale rinnovamento l’uomo da un essere materiale e egoista si trasforma ed è trasformato
19
Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagina 122 (La frantumazione dell’Uno nei molti), Mediterranee
20
Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 71-72 (Dio) e pagine 296-297 (Tutto ; Tutto è perfetto; Tutto-
Uno-Assoluto), Mediterranee
21
Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 27 Agosto e del 29 Agosto, Amrita
22
Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 150-151 (io), Mediterranee
23
Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagine 206 (Evoluzione) e 210 (Legge di evoluzione, Mediterranee
24
Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagine 214 (Reincarnazione), Mediterranee
25
Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 24 e 25 Dicembre, Amrita ; Cerchio Firenze 77, Le grandi verità
ricercate dall’uomo, pagine 160-161 (“Il ritorno” del Cristo), Mediterranee
7
in un essere altruista ( che pensa, progetta, agisce e realizza per il bene comune senza sperare in
alcuna ricompensa, né nella vita terrena né nell’Aldilà ).
La redenzione dell’uomo avviene ad opera dell’uomo stesso e della Coscienza assoluta di
Dio, tramite la persona del Cristo, la Presenza Divina nell’uomo 26
. Questo processo si chiama
evoluzione che è stata così definita dai Maestri disincarnati del Cerchio Firenze 77:
a. Evoluzione: << Processo per il quale la vita, attraverso a forme sempre più
organizzate esprime gradi sempre maggiori di Mente e di Spirito 27
>>;
b. <<La legge di evoluzione: “ Legge per la quale ogni elemento del Cosmo
sviluppa; ciò che è «in» si manifesta; ciò che è «in potenza» si traduce «in atto»;
ciò che è in «germe» nasce, passando da innumerevoli stadi intermedi. Il Cosmo
evolve nel senso che vive, ma non nel senso che divenga perfetto, in quanto è –
come emanazione di Dio – già perfetto. L’evoluzione cosmica si può
convenzionalmente suddividere, secondo la natura degli elementi evolventesi, in:
evoluzione della materia, evoluzione della forma, evoluzione dell’autocoscienza
28
;
c. “L’evoluzione ha un ritmo naturale: così - volente o nolente – l’individuo deve
evolvere. Se oppone resistenza questo ritmo naturale (che non ha la stessa
cadenza perché all’inizio è di una certa lentezza e successivamente diventa di
una certa rapidità) incontra sofferenze. La sofferenza l’individuo se la causa da
se stesso opponendosi a questo naturale svolgersi e procedere dell’evoluzione
(.) 29
. [ mia nota: Ciò significa che il sublime destino dell’uomo è assicurato,
purché osservi le leggi morali ( quelle fondate sul Decalogo 30
e sui
Comandamenti dell’amore 31
) ; altrimenti la sua evoluzione sarà ritardata
dall’avvento indispensabile delle tribolazioni karmiche 32
, vita dopo vita,
conseguenti ai suoi peccati, i quali derivano dal non voler osservare i
Comandamenti di Dio (Decalogo e Comandamenti dell’amore ] .
Tornando ai primi maestri del Buddha: è possibile che a quel tempo né Alàra Kàlàma, né
Siddhartha abbiano conosciuto la Bhavagad Gita la quale - nel canto VI° quarta, quinta, sesta,
settima, ottava, nona e decima norma che così recitano:
4. << (.) Di colui che non ha più attaccamento né per gli oggetti sensibili, né per le opere, e
che ha rinunciato alla volontà desiderio, si dice che ha raggiunto la sommità dello yoga>>;
26
Eileen Caddy, La voce di Dio a Findhorn, pagina 144, Mediterranee
27
Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagina 206 (Evoluzione), Mediterranee
28
Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagina 210 (Legge di evoluzione), e Dai mondi invisibili, pagine 155-
182 (Evoluzione), Mediterranee
29
Cerchio Firenze 77, Dai mondi invisibili, pagine 153 (Radici della sofferenza), Mediterranee
30
Esodo 20, 1-21
31
Levitico 19, 17-18 ; Deuteronomio 6, 4-9 ; Vangelo di Matteo 22, 34-40
32
Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 75-78 (Dolore) e Le grandi verità ricercate dall’uomo, pagina 43-
49 (La dinamica del karma), Mediterranee
8
5. << Mediante il Sé libera il sé e non degrada sé stesso, poiché in verità solo il sé è amico
del sé e solo il sé è nemico del sé >>;
6. << Il sé è l’amico del sé per colui il cui sé è stato vinto dal Sé, ma per colui il cui sé non è
stato conquistato, in verità il sé gli è ostile e può anche agire da nemico >>;
7. << Il supremo Sé è concentrato in colui il cui sé è stato conquistato e pacificato, e che
rimane indifferente davanti al freddo o al caldo, al piacere o al dolore, all’onore o al
disonore >>.
8. << Dello yogi che trova la propria soddisfazione nella conoscenza perfetta [ del
Brahman], e che, imperturbabile e padrone dei sensi, non vede differenza fra la zolla di
terra, la pietra e l’oro, si dice che è unito [ al Sé, al Brahman ]>>.
9. << Eccelle colui la cui intelligenza rimane imperturbabile davanti all’amico benevolente, al
nemico, all’indifferente, a colui che odia, allo straniero, o a quelli che gli sono vicini, al
peccatore e al santo >> .
10. << Che lo yogi si tenga in un luogo isolato e, solo, dominando pienamente sé stesso e i
suoi pensieri, libero dal desiderio e dall’idea di possedere qualcosa, si dedichi
costantemente all’unione [ col Sé ] 33
>>.
A parer mio per comprendere bene queste sette norme della Bhagavad Gita, nel testo di Sri
Aurobindo, bisogna correggere la norma quinta e sesta del sesto Canto; infatti, essendo Dio amore
34
, la Scintilla Divina o Sé o Spirito dell’uomo è anch’essa amore, mentre il sé o io umano alle
prime incarnazioni 35
, se non arriva ad odiare è certo che ama solo se stesso e al massimo i suoi
familiari. Le cronache di questi tempi ci insegnano che molti uomini, anche in Europa, nella stessa
Italia, amano soltanto se stessi se arrivano ad uccidere in vari modi i propri figli, anche mediante
l’aborto. Si riscrivono le norme quinta e sesta del canto VI della Gita e così l’enigma della Gita di
cui parla Sri Aurobindo si scioglie se si riscrivono le norme 5 e 6, così:
riscrittura della norma 5 del predetto Canto VI : << Mediante il Sé libera il sé e non
degrada sé stesso, poiché in verità solo il Sé è amico del sé e solo il sé è nemico del Sé >>;
riscrittura della norma 6 del predetto Canto VI: << Il Sé è l’amico del sé per colui il cui sé
è stato vinto dal Sé, ma per colui il cui sé non è stato conquistato, in verità il sé gli è ostile e può
anche agire da suo nemico >>.
I versetti della Bhagavad Gita così riscritti confermano una Verità chiarissima:
l’esistenza della Scintilla Divina o Spirito o Sé dell’uomo che è una frazione virtuale dello Spirito di
Dio, il Brahman, che anima l’uomo 36
. Il Signore Dio ama anche l’uomo che ha un egoismo
violento che si manifesta in forme violente (il furto, l’omicidio e altre violenze) per venire in
33
Sri Aurobindo, Lo Yoga della Bhagavad Gita, pagine 160-162, Mediterranee
34
Eileen Caddy, La voce di Dio a Findhorn, pagina 42, Mediterranee ; Si veda anche Eileen Caddy, Findhorn, il
sentiero interiore, pagine 129-131, Mediterranee
35
Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagina 228 (Prime incarnazioni umane), Mediterranee
36
Cerchio Firenze 77, La Fonte Preziosa, pagina 267, Mediterranee
9
possesso di quanto è oggetto del suo desiderio 37
poiché Dio è amore 38
. La creazione con
l’uomo è stata ideata e realizzata da Dio per salvare i Demoni che si erano ribellati a Dio stesso;
perciò, almeno alla prima incarnazione, tutti gli uomini hanno la coscienza di un Demonio.
5. Una definizione di peccato
Il peccato è stato così definito dai Maestri del Cerchio Firenze 77: “Il peccato è ignoranza,
in quanto, chi pecca, non ha ancora assimilato l’insegnamento che lo porterà a non commettere
più quel determinato errore. Possiamo anche dire che il peccato è debolezza quando non si è
saputo far valere la volontà: che è una causa alla quale deve seguire un effetto. Questo effetto è di
triplice natura: effetto immediato, in quanto colui che pecca per legge non progredisce, poiché
significa che non ha acquisito quella esperienza; effetto che si ha dopo il trapasso, dato dal
rimorso per non essersi adoperati, con ogni forza, allo scopo di migliorarci; effetto che ha una sua
azione nelle prossime esistenze in quanto chi pecca, per giustizia, rimane vincolato alla legge
karmica. La legge karmica non è la manifestazione della malvagità del Divino; ma è, come dice la
stessa parola, legge. Per cui, come chi tocca una fiamma si scotta, così chi pecca subisce questo
triplice effetto. Ma come diminuire la possibilità di sbagliare? Conoscendo cosa è errore, ed ecco
anche un altro aspetto della concezione di peccato; infine peccato è tutto ciò che danneggia noi e
altre creature (.) 39
.
L’Evoluzione degli esseri umani avviene anche e per effetto delle attività delle religioni, che
portano gli individui fino ad un certo punto di tale procedimento evolutivo; poi l’opera redentiva
viene ampliata e perfezionata per tutti gli uomini, a qualunque popolo o religione appartengano 40
dal Signore Gesù, la Presenza Divina nell’uomo 41
. A quel punto l’uomo comprende che il suo io,
così egoista e così egocentrico, che ha prevaricato il suo Ego 42
; perciò l’io umano o piccolo sé
può e deve essere dominato perché ogni uomo, ad un certo punto della sua evoluzione umana,
ascolta la voce della sua coscienza sempre più spesso. Questa voce proviene da Dio all’uomo
attraverso il suo Angelo Custode 43
.
6. La seconda scoperta del Buddha
Questa scoperta riguarda un errore di Alàra Kàlàma. Le esperienze che Siddhattha fece
presso la scuola di Alàra gli fecero scoprire che l’insegnamento della meditazione che lo portava
alla sfera della “Non esistenza” o del “Nulla” non lo soddisfaceva. Si osserva che la sfera della
“Non esistenza” o del “Nulla” in realtà non può esistere perché tutto è Vita nel Cosmo e nel Piano
37
Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagina 228 (Prime incarnazioni umane), Mediterranee
38
Eileen Caddy, La Voce di Dio a Findhorn, pagina 42, Mediterranee
39
Cerchio Firenze 77, Dai mondi invisibili, pagina 164, Mediterranee
40
Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 24 e 25 Dicembre, Amrita ; Cerchio Firenze 77, Le grandi verità
ricercate dall’uomo, pagina 160, Mediterranee
41
Eileen Caddy, La voce di Dio a Findhorn, pagina 144, Armenia
42
Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagina 206 (Ego), Mediterranee
43
Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagina 28 (Angelo custode), Mediterranee
10
Divino. La meditazione insegnata da Alara - oltre che transitoria come tutte le trance - non portava
Siddhattha a risolvere la questione della liberazione dell’uomo dalle sofferenze causate dalla
nascita, dalla vecchiaia, dalla malattia e dalla morte, ma neppure lui ci riuscì perché il dolore è
uno dei tre motori del’evoluzione; gli altri due sono le lotte e le tentazioni della vita 44
, ma con
l’Ottuplice sentiero Siddhattha insegnava ai suoi discepoli a vivere una vita etica e saggia.
In ogni caso, la sfera della Non esistenza di Alàra Kàlàma “dove la materia non esiste più” è
una fandonia perché nel Cosmo tutto è materia e energia 45
; la “Non esistenza” o “Il Nulla” di
Alàra e del Buddha era il silenzio della meditazione.
E ancora: tutto nel Cosmo [ Terra, piano fisico e altri mondi ( astrale, mentale e Akasico 46
) ]
è vita e perciò non può esistervi una “Non vita”. Chi sostiene la sfera di una Non esistenza o del
Nulla sbaglia perché anche nella meditazione, in ogni meditazione c’è vita, quantomeno di ascolto,
in quanto l’uomo svolge un’attività mentale o comunque interiore indirizzata a conoscere ciò che
esiste anche nel piano ultrafisico.
7. La terza scoperta del Buddha
Questa scoperta riguarda un errore di Uddaka Ràmaputta.
Esaurita l’esperienza con Alàra Kàlàma il Buddha Siddharta si scelse un altro maestro <<
(.) molto rinomato, un certo Uddaka Ràmaputta. Decise pertanto di frequentarne il centro
principale della scuola (.).tuttavia si ripeté la situazione precedente: neanche questo personaggio,
al pari di Alàra, avrebbe soddisfatto il giovane ricercatore. Anche in questo caso le notizie dottrinali
sono piuttosto lacunose. Sappiamo soltanto che Uddaka aveva appreso la propria “visione” dal
padre, enfatizzando la necessità di accedere a una dimensione intermedia, posta tra la coscienza
e la non coscienza (.) 47
>> . [ mia nota: I Maestri disincarnati del Cerchio Firenze 77 insegnano
che il Cosmo è composto solo di due zone. Nella prima, che esiste in funzione della seconda, ci
sono tre piani: fisico, astrale e mentale, nella seconda zona c’è il piano Akasico o della Coscienza
48
che, a parere mio, è eterno. Perciò, Anche la dimensione intermedia posta tra la coscienza e la
non coscienza di Uddaka è una fantasia. Al massimo questa dimensione potrebbe essere in una
zona del mondo mentale che fa parte di quella chiamata i Paradisi delle religioni creati dal pensiero
dell’uomo 49
; tale dimensione non può fare parte del piano della Coscienza perché tutto è
Coscienza nel piano akasico o della Coscienza 50
. A maggior ragione, detta dimensione non può
far parte del Piano Divino. Inoltre se esistesse la dimensione di cui parlava Uddaka Ràmaputta, se
44
Jakob Lorber, Il Signore parla, pagina 162, Armenia
45
Paul G. Hewitt, Fisica per concetti, pagine 101-116 (Energia), Zanichelli
46
Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 64-65 ( Cosmo), MEDITERRANEE
47
Leonardo Vittorio Arena, Buddha, pagina 19, Tascabili Economici Newton
48
Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 64-65 (Cosmo), Mediterranee
49
Cerchio Firenze 77, Le grandi verità ricercate dall’uomo, pagine 175 -180 (L’evoluzione dopo il trapasso),
Mediterranee ; Eileen Caddy, La voce di Dio a Findhorn, pagine 140-141 (Come l’uomo pensa così sarà), Mediterranee
50
Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 217-218 (Piano akasico o della Coscienza), Mediterranee
11
esistesse e fosse nel piano mentale del Cosmo sarebbe destinata a sparire a seguito del
riassorbimento della Manifestazione cosmica 51
].
<< (.) Probabilmente questi ( mia nota: cioè Uddaka ) si prefiggeva di attingere un
particolare stato di coscienza in parte estraneo all’esercizio delle abituali modalità percettive, ma
anche in parte dipendente: di più non ci è dato di sapere. Anche in questo caso, comunque, il
discepolo si impadronì in breve tempo della dottrina del maestro, raggiungendone gli stessi
traguardi. Si dice che Siddhattha ebbe accesso alla cosiddetta dimensione “né coscienza, né non
coscienza”, reputandola però insoddisfacente. A suo avviso una simili prospettiva non avrebbe
consentito di superare definitivamente la sofferenza mondana, per attingere, cioè, la liberazione (.)
52
>> ”, ma la dottrina del Buddha non conduce alla liberazione perché è cercata con scopi egoistici
(liberazione personale dalla sofferenza e spegnimento dei karma negativi sospesi 53
[Si veda il
paragrafo 11 (La dottrina del Buddha nel nostro documento “ Fratelli Buddhisti la vita con tutti gli
esseri viventi è il capolavoro di Dio .
La liberazione fu una fissazione di Siddhartha, il futuro Buddha, ma Siddharta non la
realizzò mai perché è opera Divina realizzata da Dio nella persona di Gesù Cristo 54
.
Alla scuola di Uddaka Siddhartha scoprì che anche la cosiddetta sfera “Né coscienza, né
non coscienza “ era simile, a parere mio, alla sfera del Nulla della quale ho parlato in precedenza e
nel documento “La Meditazione”, messo tra gli Approfondimenti, nella parte riservata a Mente e
Pensiero.
Sinteticamente posso dire che al termine di una trance il meditante Siddhattha, della scuola
di Uddaka, potrebbe avere continuato a meditare, ma da un certo punto in poi non gli è accadde
più nulla per la fine della meditazione. Oppure il meditante, avendo il suo pensiero fisso
sull’occhio spirituale, stava in silenzio in attesa che succedesse qualcosa. Questo “stato d’essere”
è stato a parere mio chiamato da Uddaka, o da altri prima di lui, “Né coscienza, né non coscienza”,
in quanto il meditante si trovava in uno stato d’attesa nel quale non succedeva nulla di cui il
meditante fosse consapevole, mentre rimaneva in silenzio.
8. La Quarta scoperta del Buddha riguarda l’automortificazione e le privazioni eccessive
che erano dannose e inutili
<< Ascesi e flagellazione. A quel punto Siddhattha si sentì insoddisfatto delle tecniche
meditative e delle dottrine altrui: Era tempo di cercare una propria via di accesso al sentiero della
liberazione. Poiché un certo tipo di conoscenza non gli aveva dischiuso alcuna prospettiva, il
giovane avvertì che doveva rivolgersi all’ascesi. Iniziò così un lungo periodo di mortificazioni
fisiche, che sarebbe durato addirittura sei anni. Siddhattha si prefiggeva di padroneggiare
completamente i desideri del corpo, il che comportava persino la totale inibizione delle funzione
51
Cerchio Firenze 77, Dai mondi invisibili, pagine 230 -231 (Riassorbimento e fine della forma), Mediterranee
52
Leonardo Vittorio Arena, Buddha, pagina 19, Tascabili Economici Newton
53
Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 160-161 (Liberazione), Mediterranee
54
Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 24 e 25 Dicembre, Amrita
12
fisiologiche . All’inizio il giovane rimaneva seduto a lungo, i denti stretti e la lingua premuta sul
palato. E tratteneva il respiro fino allo spasimo, al punto di percepire assordanti rumori nelle
orecchie (.) .Per qualche tempo un boschetto costituì la sua dimora. Tuttavia certi metodi non gli
diedero risultati positivi. Siddhattha allora decise di abbandonarli, rivolgendosi ad altro. Cominciò a
mendicare accettando esclusivamente offerte di cibi vegetali. E se ne andò in giro nudo, proprio
come i Giaina, infliggendosi le più atroci macerazioni e torture. Infine accantonò la benché minima
misura di igiene personale, giungendo persino a nutrirsi delle sue proprie feci . Il suo corpo, di
una magrezza impressionante dimagrì sempre di più (.) . Nel frattempo il giovane samana era
immerso in profonde riflessioni, e stava per imprimere una svolta determinante alla sua vita. Si
accorse che non stava ottenendo nulla: non aveva compiuto alcun progresso con quel rigorismo
estremo. Capì allora che la liberazione non poteva derivare dalla fortificazione del corpo. Così
accettò una scodella di riso bollito per ritemprarsi un pò. L’offerta gli sarebbe stata recata da
Sujatà una ragazza tredicenne. Costei, capitata casualmente in riva al fiume, lo aveva visto in
gravi condizioni e, preoccupata, gli avrebbe dato una ciotola di riso, o di latte secondo altre
versioni. A quel punto Siddhattha si sentì subito rinfrancato, e le forze gli tornarono: la sua ricerca
poteva continuare (.) 55
>>.
Ne deriva che gli Orientali non dovrebbero insegnare che si può ottenere la Liberazione con
lo yoga classico o con la dottrina di Gotama Siddhattha; non con lo yoga classico poiché il Buddha,
uno di loro, ne ha dimostrato l’impossibilità, ma nemmeno con la dottrina buddhica, poiché senza
l’aiuto di Dio – con la redenzione del Cristo, la Presenza Divina nell’uomo 56
- non ci può essere né
Salvezza, né Liberazione 57
; nel caso dei Buddhisti essi la ricercano con scopi egoistici
(liberazione dalla sofferenza ed eliminazione dei karma negativi sospesi e perciò non la
raggiungeranno mai 58
; il Buddha – per quanto grande tra gli uomini - non ha nemmeno la forza di
benedire la Terra, senza l’aiuto del Signore Gesù, così com’è dimostrato da molti secoli nella valle
dell’Himalaya durante la cerimonia del Wesak 59
.
La liberazione è trattata in modo semplice, ma esauriente dai Maestri disincarnati del
Cerchio Firenze 77:
a. << Voi dovete studiare voi stessi, conoscere voi stessi, come ben chiaramente dice e ha
sempre detto Claudio, e constatare “fino a che punto l’ “io” vi spinge ad agire. Questo continuo
riflettere, questo continuo riconoscere l’ ”io”, i vostri limiti, porterà ad una liberazione, ma
unicamente per essere consapevoli di voi stessi, 32c, (Vedi Fatalismo), 68c. “La liberazione può
avvenire anche in questo momento” purché lo vogliate, purché abbiate sincerità con voi stessi, per
poter realizzare quella costante consapevolezza che è liberazione, 69c. Chi credesse di poter
trovare nel mondo la felicità (vedi) e si sentisse dire, venendo qua da noi, “questa felicità non sarà
55
Leonardo Vittorio Arena, Buddha, pagine 19-20. Tascabili Economici Newton
56
Eileen Caddy, La voce di Dio a Findhorn, page 144, Mediterranee
57
Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 24 e del 25 Dicembre, Amrita ; Cerchio Firenze 77, Le grandi verità
ricercate dall’uomo, pagine 160-161 (“Il ritorno” del Cristo), Mediterranee
58
Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 160-161 (Liberazione), Mediterranee
59
Giuditta Dembech, Conoscere il Wesak, pagine 14-18, L’Ariete
13
mai raggiunta nel mondo”, o “questa felicità è irraggiungibile perché la causa dell’infelicità è in te” ;
e da queste nostre parole restasse deluso costui non dovrebbe dare la colpa della sua delusione
al nostro insegnamento; perché è molto più vicino alla liberazione colui che sa, piuttosto di colui
che non sa, 149d (.) .
b. La liberazione insegnata da varie scuole a cominciare dallo yoga (vedi), è prospettata in
senso egoistico, cioè si dice che raggiungendo tale liberazione ci si libera della sofferenza, si
spengono i segni dei karma negativi, e così via. E questa non è che una variante del paradiso
(vedi) indicato dalla religione cattolica. Ciò è profondamente errato. Colui che cerca di raggiungere
la liberazione con questo fine, non la raggiungerà mai. Lo scopo per il quale l’uomo deve
migliorarsi è quello di instaurare nel suo mondo, e da questo al mondo degli altri, l’ordine, la
giustizia e la rettitudine: questo e basta. Non deve aspettarsi nessuna forma di ricompensa, né
spirituale, né materiale. E colui che con volontà ricerca la liberazione a questo fine, è senz’altro
aiutato, 243g.
Il volersi cambiare deve avere il solo e unico scopo – lo ripeto ancora una volta - di
migliorare il mondo attraverso il miglioramento di se stessi, senza attendersi alcuna ricompensa.
Quando l’uomo meditando su se stesso, scopre in sé una serie di difetti, non deve cercare di
violentarsi per non avere più difetti, ma deve prendere atto delle sue limitazioni, e, attraverso il
meccanismo del porre attenzione e del capire, giungere al comprendere e al superare, 244g 60
>>.
9. Esagerazioni e errori Buddhisti
I Buddhisti esagerano moltissimo i frutti e i benefici che si possono ottenere con la dottrina
delle Quattro Nobili Verità ( Si veda il paragrafo 11 del nostro documento “Fratelli Buddhisti, La vita
con tutti gli esseri viventi è il capolavoro di Dio” e fanno credere vero ciò che non lo è,
assolutamente, perché l’uomo, anche se bravo come Siddhattha, non può cambiare le leggi divine
della vita. Si riferisce e si commenta insieme:
<< La notte del risveglio :
<< (.) Nel resoconto autobiografico Siddhattha ammette di aver conosciuto, per l’occasione,
le proprie vite precedenti. Egli mostra così di aderire alla teoria della reincarnazione, in base alla
quale esiste un ciclo di nascite e di morti ( Samsàra ), che la liberazione ( nibbàna) ha il potere di
sospendere . Siddhattha dichiara di essersi ricordato dei suoi nomi precedenti, nonché delle
famiglie, delle caste e dei modi di esistenza in cui aveva vissuto. E la reminiscenza si sarebbe
spostata molto indietro nel tempo, al punto da coprire l’arco di ben centomila nascite (!). Egli
avrebbe recuperato certi ricordi nella prima parte della notte. In seguito, come è riferito in varie
narrazioni, avrebbe attinto la conoscenza delle leggi kammiche che determinano la vita e la morte
degli esseri senzienti. Questi rinascono in base alla condotta: a seconda delle azioni compiute,
riceveranno una sorte peggiore o migliore e la rinascita nei mondi più infimi o elevati . Con questa
60
Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 160-161 (Liberazione), Mediterranee
14
concezione viene tracciata una netta linea di demarcazione tra il bene e il male. La conoscenza
della legge del kamma ( sanscrito: karma; letteralmente: “azione” ) consente di orientare il proprio
comportamento, in modo da sottrarsi, per quant’è possibile, ai condizionamenti negativi delle
esistenze precedenti. Siddhattha sostiene che tali cognizioni gli sono state rivelate nella seconda
parte della notte del risveglio. In realtà la legge del kamma era abbondantemente nota nella
cultura indiana, e Siddhattha stesso deve averne sentito dire, non foss’altro che dai suoi maestri:
quasi certamente da Alàra, e probabilmente da Uddaka (.) .
(.) L’ultima parte della notte rappresenta il contributo originale di Siddhattha alla
speculazione indiana, come frutto di una riflessione abbastanza personale. Vi si accenna alla
teoria delle “quattro nobili verità” uno dei capisaldi del Buddismo. Siddhattha dichiara di aver
“conosciuto” queste quattro realtà: il dolore ( dukkha ) ( mia nota : non fu una scoperta di
Siddhartha perché il dolore era noto a tutti gli uomini del mondo ), l’origine del dolore
( ducckasamudaya ) ( mia nota: il dolore ebbe origine dalla ribellione di Lucifero e nella decisione
di Dio di salvare lui e gli altri Angeli ribelli con la vita che conosciamo, la cessazione del dolore
( dukkhanirodha ) ( mia nota: il dolore non cessa nella vita, è soltanto ridotto o sospeso dalla
Divina legge del Karma a chi si comporta bene come il Buddha o altri maestri) e la via che
conduce alla cessazione del dolore ( dukkhagàminipatipadà ) (mia nota: c’è una sola via che
faccia cessare il dolore, perché Tutto è perfetto 61
; l’unica via è quella di vivere evangelicamente
amando Dio e i fratelli uomini, così come insegna il Signore Gesù; le sofferenze con le lotte e le
tentazioni sono le fondamenta della vita ideata e realizzata da Dio per fare crescere gli uomini in
sapienza e Coscienza (.) 62
) .
(.) È soltanto un abbozzo di ciò che egli stesso avrebbe esposto più compiutamente ai suoi
primi discepoli poco tempo dopo. Nonostante l’originalità della formulazione, va osservato che le
“quattro verità” ( o realtà) si conformano agli schemi della medicina indiana dell’epoca. Qualsiasi
sintomo andava, in primo luogo, individuato; in secondo luogo, se ne constatava la causa; in terzo
luogo, la possibilità di debellarlo; e, infine, il modo specifico per farlo. Diagnosi, eziologia,prognosi
e terapia erano le quattro fasi dell’intervento clinico, corrispondenti alle quattro verità buddhiste(.)
(mia nota: le quattro nobili verità del Buddha sono incomplete o sbagliate).(.) Infine, durante la sua
decisiva esperienza dell’Illuminazione, il giovane samana avrebbe soppresso i quattro àsava
( sanscrito: asrava ). Questo termine, approssimativamente traducibile con “influsso”, caratterizza i
seguenti elementi: kàma ovvero il desiderio sensuale, bhava ovvero la voglia di esistere, avijja
ovvero l’ignoranza ( mia nota: il Buddha non si sbarazzò dell’ignoranza, tantovero che continuò ad
ignorare l’esistenza di Dio e della Scintilla Divina o Sé o Spirito nell’uomo ), ditthi ovvero l’opinione
( mia nota:Il Buddha non si sbarazzò dell’opinione tantovero che ideò la teoria del Non Sé o Anatta
e quella dei Cinque fattori ambedue sbagliate, così come abbiano indicato nei punti 15 e 16 del
documento “Il Buddha e i Buddhisti”. Ma la stessa teoria delle Quattro Nobili Verità è
61
Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagina 296 (Tutto è perfetto), Mediterranee
62
Jakob Lorber, Il Signore parla, pagina 162, Armenia
15
sostanzialmente sbagliata, soprattutto per quanto riguarda la cessazione del dolore e le rinascite
sulla Terra ) . La caratteristica del santo buddista, cioè dell’arahat ( sanscrito: arhat ) consiste per
l’appunto nell’essersi completamente sbarazzato di questi quattro condizionamenti 63
>> .
10. Il Risveglio di Gotama Siddhattha, il futuro Buddha
Nella notte del risveglio o dell’illuminazione Siddhattha - dopo sei anni di intenso lavoro su
se stesso e di insuccessi per debellare le sofferenze della nascita, della vecchiaia, della malattia e
della morte – credette di potere fare cessare il dolore e le rinascite sulla Terra, ma sbagliò così
come ho già detto. Invece aveva ragione nel sostenere che la rinascita sulla Terra era legata
anche alla sete o bramosia (tanha) per il godimento dei piaceri del mondo e della carne, i quali
originano le passioni per i piaceri e quindi concorrono a determinare le rinascite sulla Terra.
La dottrina delle Quattro Nobili Verità è fondamentalmente errata perché il dolore, con le
lotte e le tentazioni, sono le condizioni di vita 64
per fare crescere i demoni umani 65
in sapienza e
coscienza, mentre le rinascite sulla Terra sono indispensabili finché l’uomo non diventa un santo,
cioè un essere capace di amare. Tuttavia lo scoprire che l’origine della sofferenza era anche
l’attaccamento o la bramosia per i piaceri del mondo e della carne fu una scoperta molto
importante del Buddha.
Si ritiene che Siddhartha intuisse anche che l’amoralità, la cattiveria, la bramosia,
l’egoismo, la sete di godere dei piaceri della Vita e le passioni erano le cause principali delle
sofferenze e delle rinascite nel pianeta Terra e perciò mise la rinuncia ad esse a fondamento della
propria dottrina (Seconda nobile verità fondata sulla Divina legge del karma).
Siddhattha intuì anche i benefici della legge del karma secondo la quale il bene è
compensato con pace e tranquillità ( e riduzione o sospensione del dolore ), mentre il Male è
corretto con pene e angosce 66
“.
Con il tempo Siddharta si rese conto che la rinuncia ai piaceri del mondo e della carne unita
alla meditazione, al rispetto degli altri, ai comportamenti saggi e morali e ad un ascetismo
moderato, avrebbero formato una dottrina - che è stata chiamata Dharma ( che è un metodo ) -
che avrebbe potuto lenire le sofferenze dell’uomo osservando l’Ottuplice sentiero (Quarta nobile
verità anch’essa fondata sulla divina legge del karma come la Seconda e la Terza nobile verità).
Non può essere ritenuto verosimile quindi che le sue scoperte siano avvenute in una sola
notte; è molto più probabile invece che siano il frutto di sei anni di riflessioni, meditazioni, prove,
sacrifici e insuccessi e di vita in comune con altri maestri e monaci.
11. La quinta scoperta del Buddha è la Prima Nobile Verità della sofferenza, la quale è
sbagliata e giusta contemporaneamente; è sbagliata perché nella vita dell’uomo ci sono anche gli
63
Leonardo Vittorio Arena, Buddha, pagine 22-23, Tascabili Economici Newton
64
Jakob Lorber, Il Signore parla, pagina 162, Armenia
65
Jakob Lorber, Il Signore parla, pagina 178, Armenia
66
Cerchio Firenze 77, Le grandi verità ricercate dall’uomo, pagina 49 (Mantra del karma), Mediterranee
16
amori, le amicizie, le gioie, i piaceri, le soddisfazioni, i giochi e simili. È giusta perché è vero che
nella vita ci sono le sofferenze causate dalla malattia, dalla vecchiaia e dalla morte, ma chi muore
vivrà una vita migliore nell’aldilà 67
.Siddhattha non si rese conto che il Signore Dio aveva affidato
al dolore, alle lotte e alle tentazioni uno scopo nobile: salvare i Demoni per mezzo della vita e
degli uomini 68
.
Si riferisce che Siddhartha disse: << Che cosa è, monaci, la nobile verità della sofferenza ?
La nascita è sofferenza, la malattia è sofferenza, la vecchiaia è sofferenza, la morte è sofferenza.
Il dolore, l’afflizione, il rammarico, il dispiacere, la disperazione sono sofferenza. L’unione con ciò
che non si ama è sofferenza, la separazione da ciò che è piacevole è sofferenza. Non ottenere ciò
che si vuole è sofferenza. In breve i cinque fattori dell’individualità sono sofferenza 69
>> . ( mia
nota: Si veda il paragrafo 11 del nostro documento “Fratelli Buddhisti, la vita con tutti gli esseri
viventi è il capolavoro di Dio ) .
Come già si è detto la Prima nobile verità non è una verità perché il Buddha ignorò che nella
vita ci sono amori, amicizie, gioie, piaceri, soddisfazioni, giochi e simili per giovani e adulti e la
fece apparire come se fosse soltanto sofferenza.
<< (.) I cinque fattori dell’individualità sono secondo Buddha: il corpo fisico (rupa), le sensazioni
(vedana), le cognizioni (sanna), i tratti e le inclinazioni del carattere (sankhara) e la Coscienza
(vinnana). Non è necessario analizzare nei particolari ognuno di questi cinque fattori, perché di
questo elenco ci interessa non tanto ciò che è incluso quanto ciò che è escluso. In particolare la
dottrina non fa alcun riferimento a un’anima o un “sé”, quale eterna e immutabile essenza
spirituale. Assumendo questa posizione, Buddha si pose al di fuori della tradizione ortodossa
indiana, il Brahmanesimo, secondo cui ogni individuo possiede un’anima eterna (Atman) che fa
parte o si identifica con un assoluto metafisico chiamato Brahman (una sorta di entità divina
impersonale (.) 70
) >>.
<< (.) Buddha affermava di non aver trovato nessuna prova dell’esistenza di un’anima
impersonale (Atman) o del suo equivalente cosmico ( il Brahman ) (.) 71
.
Il Buddha non seppe intuire lo scopo nobile del dolore, né cercò il Brahman dove poteva
trovarlo, cioè nel suo stesso cuore 72
. Lo scopo nobile della vita e quindi anche del dolore era
la Salvezza o Liberazione dei Demoni capitanati da Lucifero - che poi divenne Satana - per
mezzo degli uomini.
Il Signore Gesù ha detto a proposito di Lucifero e degli altri Angeli ribelli nonché della
decisione di Dio di salvarli:<< (.) Gli spiriti caduti, che si erano volontariamente allontanati da Me e
67
Cerchio Firenze 77, Le grandi verità ricercate dall’uomo, pagine 175-180 (L’evoluzione dopo il trapasso),
Mediterranee ; Agnese Moneta, Noi figli di luce, pagine 136-138, Edizioni FAGUA srl, Genova ; Paola Giovetti, I
Messaggi della speranza, pagine 90-91 e 154-157, Mediterranee
68
Jakob Lorber, Il Signore parla, page 162, Armenia
69
Damien Keown, Buddhismo, pagina 48, Einaudi Tascabili
70
Damien Keown, Buddhismo, pagine 49-50, Einaudi Tascabili
71
Damien Keown; Buddhismo, pagina 50, Einaudi Tascabili
72
Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 23 e 28 Gennaio, del 28 Marzo, dell’8 Aprile, del 29 Maggio, del 17 e
21 Luglio, del 30 Agosto, del 4 Settembre e del 24 Novembre, Amrita
17
avevano intrapreso la via sbagliata, non potevano e non volevano saper niente di progresso, di
perfezionamento; tuttavia, per non sbarrare loro completamente la strada, furono posti in
condizioni in cui, ferma restando la loro libertà personale, possono tornare indietro quando
vogliono.
Per questo fu ora creato il mondo materiale, l’intero universo, l’uomo. In lui, a seconda del
grado della loro malvagità gli spiriti furono rivestiti di materia, esposti a lotte, tentazioni e dolori;
in primo luogo per portarli gradualmente, attraverso queste condizioni di vita,alla comprensione dei
loro errori, e in secondo luogo per dare inizio in questo modo anche al loro volontario ritorno:
perché ovunque per prima cosa c’è il principio di libertà e il principio di perfezionamento viene
come secondo… ….Tutta la Terra e gli innumerevoli altri corpi celesti sono formati dalla grande
anima di Satana: tutta la creazione visibile consiste solo di particole del grande spirito di Lucifero e
del suo seguito bandito e caduto nella materia. Dio, che è eterno amore e compassione, non
avrebbe mai potuto annientare Lucifero, perché ciò che Dio ha chiamato una volta alla vita può sì
cambiare forma e passare da una meno nobile ad una più nobile o viceversa, ma non può mai
essere annientato 73
>>.
Ciò posto, credere di poter vivere senza l’aiuto del Padre-Madre-Dio 74
in quei
labirinti che sono le nostre molteplici vite sulla Terra e negli altri piani del Cosmo (astrale, mentale
e akasico o della coscienza) 75
, più che un’illusione è una esagerata valutazione delle capacità
dell’uomo e dei suoi valori.
Credere di poter vivere nel Cosmo senza la guida di uno Spirito individuale eterno 76
,
un’Anima o un Sé che coordina le esistenze dei diversi individui durante le loro molteplici
incarnazioni sulla Terra e nell’Aldilà è un’altra illusione o un’altra esagerata valutazione delle
capacità dell’uomo e dei suoi scarsi valori.
Sulla Terra l’uomo segue ogni volta un programma di studi adatto alla crescita della sua
Coscienza, programma che Dio fà predisporre per ognuno di noi dai Signori o Maestri del Karma
77
affinché si possa ampliare la nostra coscienza per mezzo degli l’insegnamenti del dolore (effetti)
causati dai nostri pregressi comportamenti malevoli (cause) 78
; le scuole dell’Aldilà servono per
ampliare la nostra coscienza dopo il trapasso 79
sulla base delle esperienze da noi fatte durante
l’incarnazione sulla Terra.
La dottrina Buddhica delle Quattro Nobili Verità è semplicistica e prevalentemente
sbagliata; è meglio esaminarla verità per verità come faccio io. Tale dottrina è anche complicata
dai mille sofismi delle Sette buddhiste.
73
Jakob Lorber, Il Signore parla, pagine 162-163, Armenia
74
Eileen Caddy, La voce di Dio a Findhorn, pagine 103-104, Mediterranee
75
Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 64-65 (Cosmo), Mediterranee
76
Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagina 207 (Goccia o Scintilla Divina – Spirito – Sé), Mediterranee
77
Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagina 215 (Signori del karma), Mediterranee
78
Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 157-150 (Legge di causa e di effetto o legge karmica),
Mediterranee
79
Cerchio Firenze 77, Le grandi verità ricercate dall’uomo, pagine 175-180 (L’evoluzione oltre il trapasso),
Mediterranee
18
Il Buddhismo è come un uomo che nascesse con una gamba sola: avrebbe bisogno
sempre di una gruccia per camminare; qual’è la gruccia che il Buddha dette all’uomo? Una dottrina
sostanzialmente sbagliata, anche l’insegnamento del Conoscere per se stessi ( A I 189 ) 80
. Per
colpa del Buddha ai Buddhisti mancano le Illuminazioni e le risposte di Dio 81
. L’uomo è o
sarebbe, una misera cosa senza Dio e la Scintilla Divina o il Sé o Spirito, di fronte alle complessità
della vita e della nostra stessa natura; perciò il Buddha ha una grandissima colpa insieme ai
Buddhismi: l’aver fondato una religione o uno stile di vita senza Dio.
È una grandissima fortuna per tutti gli uomini, inclusi Buddhisti e Atei ad esempio, che
abbiamo un Dio amore-vita come Padre e Madre che fa programmare per noi anche le sofferenze
necessarie a darci la coscienza che ci mancava esistenza per esistenza perché la vita sulla Terra
è una ottima scuola 82
come quelle nell’Aldilà 83
.
L’uomo ha anche un’altra grandissima fortuna: non viene giudicato da Dio nella persona
di Gesù Cristo per i suoi peccati, ma soltanto per le sue buone azioni 84
; perciò dopo ogni
esistenza terrestre si amplia sempre la nostra coscienza; il Giudizio di Dio è questo perché Dio
è amore 85
. Per quanto riguarda il Buddha penso che sia nel Nirvana (piano o mondo mentale)
come essere di Luce e non all’Inferno per aver fondato o contribuito a fondare una religione o uno
stile di vita senza Dio.
I Buddhisti possono ignorare Dio, ma il Dio dell’amore e della vita conosce le debolezze dei
Suoi figli e perciò non li lascia mai soli, anche se non impone mai la Sua volontà a loro per la
libertà che ci ha dato 86
.
Dio è il Maestro interiore 87
instancabile che propone ai Suoi figli sempre nuove lezioni per
mezzo delle riflessioni che le lotte, le tentazioni e il dolore inducono l’uomo a fare. È riflettendo sul
perché delle sofferenze che l’uomo cresce sempre in conoscenza e coscienza; è vero che si
cresce lentamente, ma si cresce sempre qui e nell’Aldilà 88
anche per merito delle Guide che Dio ci
dà 89
. Ma non soltanto: l’uomo cresce sempre in conoscenza e coscienza perché nella vita del Dio
80
Michael Carrithers, Buddha, pagina 43, Einaudi Tascabili
81
Eileen Caddy, La voce di Dio a Findhorn, pagina 61 (Le risposte interiori), Mediterranee ; Le porte interiori,
Messaggi del 23 e 28 Gennaio, del 21 Luglio, del 30 Agosto, del 4 Settembre e del 24 Novembre, Amrita
82
Jakob Lorber, Il Signore parla, pagina 185, Armenia
83
Jakob Lorber, Il Signore parla, pagine 170-178 (L’anima nell’aldilà), Armenia ; Cerchio Firenze 77, Le grandi verità
ricercate dall’uomo, pagine 175-180 (L’evoluzione dopo il trapasso), Mediterranee
84
Jakob Lorber, Il Signore parla, pagine 181-184 (Il giorno del giudizio e la resurrezione della carne), Armenia
85
Salmo di Davide 103 (102) ; Eileen Caddy, La voce di Dio a Findhorn, pagina 42, Mediterranee Eileen Caddy, Le
porte interiori, Messaggio del 17 Luglio, Amrita
86
Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggio del 21 Luglio, Amrita ; Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio,
pagina 161 (Libero arbitrio) e pagina 161-162 (Libertà), Mediterranee
87
Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggio del 23 e 28 Gennaio, dell’8 Aprile, del 29 Maggio, del 17 e 21 Luglio e
del 21 Ottobre, Amrita ; La voce di Dio a Findhorn, pagina 61(Le risposte interiori), Mediterranee
88
Cerchio Firenze 77, Le grandi verità ricercate dall’uomo, pagine 175-180 (L’evoluzione dopo il trapasso),
Mediterranee
89
Jakob Lorber, Il Signore parla, pagine 178, Armenia
19
dell’Amore nulla è casuale e dietro ogni vita esistono un disegno e un piano 90
; inoltre si trae
beneficio dai nostri sbagli e nulla accade invano 91
.
Siddhattha ha il merito di avere intuito una correlazione tra i comportamenti umani (buoni o
cattivi) e la legge karmica o legge di causa e di effetto 92
. Ma il Buddha continuò – e forse
continua - ad ignorare Dio e la sua personale Scintilla Divina – Spirito – Sé che Dio gli ha
assegnato.
Il Buddha intuì anche che la vita offriva ad ogni momento la possibilità di scegliere tra il
Bene e il Male ( Seconda, Terza e Quarta nobili verità ) e che anche da questa serie di scelte
attimo per attimo dipendeva la rinascita dell’uomo sulla Terra .
Siddhattha pensò e insegnò che la scelta morale o virtuosa era il comportamento corretto,
mentre la scelta amorale o cattiva dell’uomo dava origine alle sue future rinascite sul pianeta Terra,
ancora una volta assoggettato alle sofferenze della nascita, della malattia, della vecchiaia e della
morte sulla Terra.
Io non so se il Buddha sapeva che l’io con la esse minuscola - ovvero il piccolo sé o sé
inferiore - nasce e ha sede nella mente dell’uomo 93
e che perciò tutte le scelte umane sono
condizionate dall’io finché l’Ego 94
non l’ha dominato.
È possibile che il Buddha abbia intuito che nel mondo interiore dell’uomo si svolgeva una
lotta momento per momento, cioè scelta per scelta tra la possibilità buona, morale o virtuosa che
offre la vita - sostenuta dall’Ego ( formato da Scintilla Divina, o Sé con la esse maiuscola e la
Coscienza dell’uomo ) - e la possibilità cattiva, materiale, bramosa, viziosa o amorale che il
Buddha definisce “bramosia ” o sete di vita 95
sostenuta dall’io o sé con la esse minuscola
creato dalla mente dell’uomo 96
.
Non tutte le persone sono al corrente di questa lotta ultraterrena che si svolge momento per
momento nel nostro mondo interiore, perciò non tutti ne siamo consapevoli finché non lo si scopre
o lo si viene a sapere, ma le possibilità offerte continuamente dalle vicende quotidiane sono
sempre due, perché la vita è duale ( si sceglie tra i contrari 97
).
È stato detto che la Dualità << È uno dei tre aspetti del Logos, quello legislativo; è la legge
cosmica che regola il Cosmo stesso. È L’orditura del Cosmo, o matrice di tutte le forme, sulla base
della quale il Cosmo, sviluppandosi, si intesse, 206c. 98
>>. Ne deriva che la Dualità è insita nella
90
Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggio del 27 Agosto, Amrita
91
Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggio del 29 Agosto, Amrita
92
Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagine 209 (Legge di causa e di effetto) e pagina 210 ( Legge karmica),
Mediterranee
93
Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagine 208-209 (io), Mediterranee
94
Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagina 206 (Ego), Mediterranee
95
Damien Keown, Buddhismo, pagine 51-54 (Seconda nobile verità), Einaudi Tascabili
96
Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagine 208-209 (io), Mediterranee
97
Eileen Caddy, La Fonte Preziosa, pagine 266-267, Mediterranee ; Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagine
136-137 (Dualità), Mediterranee
98
Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagina 81 (Dualità), Mediterranee
20
vita. Considerati gli scopi della vita dell’uomo non resta che concludere che la Dualità è una cosa
buona, molto buona, se i nostri comportamenti sono buoni!
Il Cosmo è stato così definito dai Maestri spirituali del Cerchio Firenze 77 : << Totale
risultanza di un processo di manifestazione ( o emanazione ) di Dio, in continuo movimento. È
limitata nella esistenza da un inizio ed una fine nel tempo e nello spazio 99
>>.
12. La sesta scoperta del Buddha è la Seconda Nobile Verità dell’origine (samudaya) della
sofferenza
Il Buddha disse: << Questa, monaci, è la verità dell’origine della sofferenza. È questa sete,
o bramosia (tanha), che dà origine alla rinascita, che è legata al godimento delle passioni, che
cerca sempre nuovi piaceri ovunque, sotto forma di 1) sete di piacere dei sensi, 2) sete di
esistenza e 3) sete di non esistenza 100
>>.
Questa verità è corretta e sbagliata allo stesso tempo:
- è sbagliata perché l’origine della sofferenza risiede nella ribellione di Satana e degli altri
Demoni e nell’amore di Dio il Quale, per salvarli, ideò la vita con le cose e tutti gli esseri viventi,
incluso l’uomo.
- è corretta perché la sete di vita o bramosia coopera con i karma negativi sospesi a
determinare le rinascite sulla Terra. Ma sarebbe sbagliato credere che i karma negativi sospesi ad
una determinata incarnazione di un individuo siano azzerati per la rinuncia alla sete e alla
bramosia per il godimento delle passioni in una determinata esistenza, perché ciò sarebbe
contrario alla giustizia e alle necessità dell’uomo di ricevere le lezioni karmiche sospese le quali gli
doneranno la coscienza che gli mancava.
Siddhattha intuì che le seti o bramosie predette erano la causa della sofferenze e quindi
anche di rinascite per la creazione di nuovi karma negativi. Questa fu una grande scoperta, ma
in realtà le seti e le bramosie per i godimento delle passioni e dei piaceri sono una concausa delle
rinascite insieme ai karma negativi sospesi ad una determinata incarnazione, ad esempio da
Buddhista.
Siddhartha intuì anche che la bramosia o sete per il godimento dei piaceri del mondo e
della carne era alimentata dall’ignoranza (A V 116) 101
.
Il Buddha scoprì che la sofferenza viene ridotta o sospesa dalla legge del Karma quando
l’uomo comincia a vivere virtuosamente, ma credette erroneamente che si trattasse della
cessazione della sofferenza, mentre lui stesso soffrì almeno nella vecchiaia 102
.
99
Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagina 205 (Cosmo), Mediterranee
100
Damien Keown, Buddhismo, pagina 51, Einaudi Tascabili
101
Michael Carrithers, Buddha, pagina 72, Einaudi Tascabili
102
Michael Carrithers, Buddha, pagina 106, Einaudi Tascabili ; Leonardo Vittorio Arena, Buddha, pagine 74-76
(Malattia del Buddha), Tascabili economici Newton ; Damien Keown, Buddhismo, pagine 28-30 (La morte), Einaudi
Tascabili
21
Secondo Siddhattha odio, ignoranza e bramosia formano il triplice fuoco che conduce alla
rinascita 103
. A causa della bramosia di avere, prevalere e godere l’uomo mantiene in essere la
spirale delle sofferenze e delle rinascite sulla Terra, ma il Signore Dio scoprì il rimedio per le
passioni dell’uomo: una vita intessuta di “lotte, tentazioni e dolori” che donano comprensione dei
propri errori, vita vissuta liberalmente dall’uomo stesso 104
;purtroppo il Buddha non lo scoprì
perché non meditò mai nel suo cuore; se l’avesse fatto avrebbe trovato Dio e conseguentemente
la Sua Sapienza che avrebbe illuminato Siddharta; perciò il Buddha, con la Luce Divina, in lui non
avrebbe commesso errori dei quali tratteremo anche nel paragrafo 21 di questo documento.
In particolare il dolore è uno dei sommi beni dell’uomo, un balsamo per l’Anima perché fà
scoprire all’uomo i suoi errori e le verità della vita 105
.
E prima o poi, cioè dopo molteplici rinascite sulla Terra, l’uomo lo scopre e allora
comprende lo splendore dell’esistenza che consiste nel donare se stessi per amore 106
senza
richiedere nulla in cambio, ma il premio arriva ugualmente: la gioia perché si è donato tutto 107
.
13. La settima scoperta del Buddha: La Terza nobile verità della cessazione della
sofferenza, ma questa fu un errore
Nella Terza nobile verità c’è un errore gravissimo: assicura la cessazione (nirodha) della
sofferenza, mentre la legge Divina del Karma prevede e dà soltanto l’attenuazione, riduzione o
sospensione del dolore, ma finché l’uomo si comporterà bene. Io penso che Siddhartha si
comportasse bene con i suoi fratelli uomini, ma non si comportò bene con il Signore Dio,
ignorandoLo e non parlando di Lui ai suoi discepoli fino a tarda età; perciò – ad un certo punto
della sua vita - i Signori o Maestri del Karma 108
disposero la ripresa del dolore a carico del
Buddha per correggerlo. Infatti Siddharta soffrì atrocemente nella sua vecchiaia 109
.
Il Buddha disse:<< Questa, monaci, è la verità della cessazione della sofferenza. È la
totale cessazione della bramosia (tanha), uscirne, rinunciarvi, rifiutarla, liberarsene, porre fine
all’attaccamento 110
>>.
La verità della cessazione delle sofferenze (Nirodha) non è una verità, ma un errore
giovanile del Buddha, il quale scambiò la sospensione karmica delle sue sofferenze per la
cessazione delle sofferenze. Tanto vero che il Buddha stesso soffrì in vecchiaia di atroci
sofferenze così come si è detto sopra. Non mi risulta niente delle sofferenze di Siddhattha da
103
Damien Keown, Buddhismo, pagina 55, Einaudi Tascabili
104
Jakob Lorber, Il Signore parla, pagine 133-137 ( IL significato della miseria, della malattia e del dolore) e pagina
162, Armenia
105
Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 75-77 (Dolore), Mediterranee
106
Eileen Caddy, La Voce di Dio a Findhorn, pagine 77 e 147, Mediterranee
107
Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 17 Febbraio, del 27 Agosto e del 22 Dicembre, Amrita
108
Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagina 266 (I Signori del karma), Mediterranee
109
Leonardo Vittorio Arena, Buddha, pagine 74-76 (Malattia del Buddha), Tascabili Economici Newton ; Michael
Carrithers, Buddha, pagina 106, Einaudi Tascabili ; Damien Keown, Buddhismo, pagine 28-30 (La morte), Einaudi
Tascabili
110
Damien Keown, Buddhismo, pagina 54, Einaudi Tascabili
22
trent’anni a sessanta/ottanta anni, ma penso che ne ebbe almeno un poco ogni tanto, perché
perseverava nell’ignorare il Signore Dio.
È vero però che per non creare nuovi motivi di sofferenza (effetti) per le future incarnazioni
è necessario superare la bramosia e l’attaccamento per i piaceri del mondo e della carne (cause
che generano sofferenze future); perciò per ottenere la riduzione o la sospensione delle
sofferenze, la pace e la serenità si deve rinunciare alla bramosia e all’attaccamento per i piaceri
del mondo e della carne la quale cosa non è affatto facile; però, la cessazione della bramosia o
sete per i piaceri del mondo e della carne è possibile perché quando l’uomo si impegna per
migliorarsi Dio lo aiuta 111
, anche se l’uomo non crede in Lui, ma evidentemente Buddha non si
impegnò abbastanza e commise grossi errori come abbiamo già detto. La cessazione della
sofferenza non è una verità, ma un errore gravissimo del Buddha; oppure fu una illusione o una
pietosa bugia per indurre i suoi discepoli a comportarsi bene. Non è possibile fare cessare le
sofferenze perché il dolore è insito nella vita dell’uomo, poiché il dolore è uno dei tre motori
dell’evoluzione del genere umano insieme alle lotte e alle tentazioni 112
. Le riflessioni, che
l’uomo stesso fà a seguito delle sofferenze che patisce, lo inducono a scoprire le ragioni degli
errori che fece comportandosi male nel tempo passato verso l’ambiente e le altre creature, inclusi
– naturalmente - i fratelli uomini mentre è vero che la bramosia e l’attaccamento per il godimento
dei piaceri del mondo e della carne cooperano – con i karma negativi sospesi - a dare origine alle
rinascite sulla Terra.
Perché la vita è così? Perché all’onniscienza di Dio il dolore, insieme alle lotte e alle
tentazioni, si rivelò l’unico modo per far crescere l’uomo in sapienza e Coscienza; l’uomo è stato
creato insieme alla vita come la conosciamo per redimere e salvare i Demoni 113
. Ecco perché
esistono le Leggi dell’Evoluzione, con la reincarnazione e il karma ed ecco perché non è vero che
un uomo possa avere o scoprire la possibilità di fare cessare la sua sofferenza; però per la legge
del karma - e non per merito del Buddha - chi sceglie di fare il Bene è compensato con pace,
tranquillità e con la riduzione, attenuazione o sospensione delle sofferenze. Invece, chi si
comporta Male riceve pene e angosce come correzione/insegnamento 114
. Le sofferenze fanno
parte quindi della perfezione finalistica del tutto 115
.
Nel Buddhismo si dice che quando l’uomo ha posto fine all’attaccamento per le passioni del
mondo e della carne realizza il Nirvana, che “ è la fine di bramosia, odio e ignoranza ( S.I. 38 )
116
“
Il Nirvana è uno stato d’essere che consegue alla rinuncia alla bramosia e all’attaccamento
ai piaceri del mondo e della carne ed è premiato dalla legge del karma con pace e tranquillità e chi
111
Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggio del 18 Maggio e del 29 Agosto, Amrita
112
Jakob Lorber, Il Signore parla, pagina 162, Armenia
113
Jakob Lorber, Il Signore parla, pagina 162, Armenia
114
Cerchio Firenze 77, Le grandi verità ricercate dall’uomo, pagina 49 (Mantra del Karma), Mediterranee
115
Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagina 296 (Tutto è perfetto)
116
Damien Keown, Buddhismo, pagina 55, Einaudi Tascabili
23
si comporta bene è compensato anche con attenuazione, riduzione o sospensione delle
sofferenze, ma soltanto finché l’uomo si comporterà bene 117
.
Il Nirvana non è un annientamento o un annullamento di se stessi; consiste, invece,
nell’estinzione del triplice fuoco della bramosia, dell’odio e dell’ignoranza che conduce alla
rinascita (.) (S.I. 38) 118
, ma i karma negativi sospesi - effetti di cause mosse precedentemente
dall’uomo - sono ineluttabili 119
.
Non può esistere il Nirvana come un annientamento o un annullamento dell’uomo, poiché
il suo Spirito o Sé è eterno, essendo un virtuale frazionamento dello Spirito di Dio,
l’Assoluto 120
.
Il Nirvana dunque non è frutto soltanto della rinuncia ai piaceri del mondo e della carne, ma
anche del premio che dà la legge del karma a chi fa tale rinuncia; è dunque un misto, da una parte
se lo merita l’uomo, dall’altra interviene la legge di Dio, quella del karma, per compensare l’uomo
virtuoso .
Il Buddha scoprì gli effetti dei buoni comportamenti dell’uomo sulla sua vita così come sono
previsti dalla Legge del Karma 121
.
A causa della bramosia di avere, prevalere e godere l’uomo mantiene in essere la spirale
delle sofferenze e delle rinascite sulla Terra, ma siccome niente è casuale nella vita dell’uomo122
anche il dolore ha uno scopo: è uno dei tre strumenti di Dio per l’evoluzione dell’uomo sulla Terra,
insieme alle lotte e alle tentazioni 123
.
<< Il Rimedio alla sofferenza . La Terza Nobile Verità, o Verità della Cessazione della
Sofferenza, stabilisce che il malanno della sofferenza è curabile (.) (mia nota: Le sofferenze per i
karma negativi sospesi non possono cessare perché sono indispensabili all’ampliamento della
coscienza degli uomini, ma la Legge del Karma prevede la riduzione o sospensione del dolore
quando l’uomo si comporta virtuosamente aiutando i suoi fratelli uomini come fece il Buddha
Gotama Siddhattha. Quindi, il dolore non è un Male, ma un Bene che fa parte della perfezione del
tutto: “(.) è una perfezione finalistica che ha uno scopo ed è proprio tenendo presente lo scopo,
l’ordine, che la disposizione di ciò che è diventa perfetta (.) 124
! ). (.) Sebbene non esista un
individuo virtuoso in permanenza, il processo impersonale si può correggere. È possibile ottenere
la liberazione (.) (mia nota:la liberazione promessa dai Buddhisti non si verifica; perché la
liberazione buddhista è fondata sull’egoismo 125
[ il liberarsi dalla sofferenza con l’annullamento
dei karma negativi sospesi (effetti) per il male commesso in precedenza (cause) ] la liberazione è
117
Cerchio Firenze 77, Le grandi verità ricercate dall’uomo, pagine 43-49 (La dinamica del karma), Mediterranee
118
Damien Keown, Buddhismo, pagina 55, Einaudi Tascabili
119
Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagina 209 (Karma), Mediterranee
120
Cerchio Firenze 77, La Fonte Preziosa, pagine 266-267, Mediterranee ; Dizionario del Cerchio, pagina 122
(Frantumazione dell’Uno nei molti), Mediterranee
121
Cerchio Firenze 77, Le grandi verità ricercate dall’uomo, pagine 43-49 (La dinamica del karma), Mediterranee
122
Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggio del 27 Agosto, Amrita
123
Jakob Lorber, Il Signore parla, pagina 162, Armenia
124
Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagina 296 (Perfezione del tutto), Mediterranee
125
Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 160-161 (Liberazione), Mediterranee
24
opera di Dio nella persona di Gesù Cristo 126
) . (.) Nell’ambito delle Quattro Nobili Verità
questa è una dottrina abbastanza neutra, che segue la struttura della diagnosi medica. Tuttavia
essa si attiene ad un importante corpus di opinioni accreditate all’epoca del Buddha ed espresse
principalmente dagli Ajivika. Essi sostengono che il criterio della rinascita è automatico e
meccanico :ciascun essere, non importa cosa faccia, ha l’obbligo di rinascere in ogni possibile
condizione e alla fine è destinato a conquistare la salvezza (mia nota: ma soltanto per la
redenzione del Signore Gesù 127
) , per cui non ha senso compiere particolari sacrifici . Un
Ajivika avrebbe potuto chiedere tranquillamente al Buddha se la sua dottrina dell’origine
interdipendente non giungesse proprio a tale conclusione. Non è forse vero che queste cause e
condizioni, per quanto complesse, finiscono per avere un esito meccanicamente predestinato, un
pò come un complicato dispositivo che si carica e si mette in moto ? La risposta del Buddha a
questa domanda è che, per quanto le nostre qualità e le nostre doti siano forgiate dalle circostanze
nel corso delle vite precedenti, ci resta tuttavia la facoltà di modificare volontariamente il nostro
comportamento – seppure nei limiti della vita attuale. Possiamo sconfiggere l’ignoranza
contemplando il mondo per quello che è, ossia per com’è rappresentato nelle Quattro Nobili Verità
( mia nota: Le Quattro nobili Verità non rappresentano il mondo, cioè la vita sulla Terra come già si
è detto perché ignorano gli amori, le amicizie, le gioie, i piaceri, i giochi e le soddisfazioni della vita.
Il Signore Gesù ha spiegato l’origine del mondo e le finalità della vita 128
) . E possiamo dominare
la bramosia ricorrendo all’equilibrata disciplina concepita, e promulgata, dal Buddha per chi ha
compiuto la rinuncia 129
(mia nota: questo è vero! ).
Tuttavia, c’è un comportamento umano - peraltro sottoposto a condizione - che ci
suggerisce il Fratello Orientale, uno dei Maestri del Cerchio Firenze 77 – che ci libera dal dolore,
ma purché si diventi e si continui ad essere giorno per giorno “ giusti, misericordiosi e puri “ 130
.
Solo a queste condizioni il dolore non ci seguirà più, salvo quello dei karma negativi sospesi
(effetti) di comportamenti malevoli del passato (cause) per deficienza di coscienza; il diventare
“giusti, misericordiosi e puri” suggerito dal Fratello Orientale è un comportamento tutt’altro che
facile da tenere, non solo, ma anche per mantenersi tali nel tempo ; ciò è valido per tutti gli uomini.
Non è pertanto necessario aderire al Buddhismo per beneficiare di questi premi karmici anche
perché la via spirituale principale per la Salvezza o Liberazione è quella di Gesù Cristo e della
Sua Dottrina 131
.
14. L’ottava scoperta del Buddha: La Quarta nobile verità della cessazione della sofferenza
(magga); anche questa non è una verità perché non tiene conto dei karma negativi sospesi
prima dell’incarnazione da Buddhisti
126
Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 24 e 25 Dicembre,m Amrita
127
Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 24 e 25 Dicembre, Amrita
128
Jakob Lorber, Il Signore parla pagina 157-163 (La natura di Satana e le conseguenze della sua caduta), Armenia
129
Michael Carrithers, Buddha, pagina 77, Einaudi Tascabili
130
Cerchio Firenze 77, Le grandi verità ricercate dall’uomo pagina 49 (Mantra del Karma), Mediterranee
131
Vangeli antichi e moderni
25
In questa Quarta nobile verità c’è la ripetizione di un errore gravissimo contenuto nella
Terza verità: quello della cessazione delle sofferenze perché non è vero che avvenga la
liberazione con i comportamenti dell’ottuplice sentiero perché tali comportamenti sono tenuti per
scopi egoistici e per questi scopi non raggiungeranno mai la liberazione 132
anche perché non
tengono conto dei karma negativi sospesi prima dell’incarnazione da Buddhisti.
Questa non è una verità, ma un errore del Buddha o una sua pietosa bugia per stimolare i
suoi discepoli a vivere secondo virtù, etica e saggezza; la verità della via (magga) che conduce
alla cessazione della sofferenza non esiste, perché la vita dell’uomo sulla Terra continuerà, anche
per i Buddhisti, finché non avranno capito gli errori che fecero cioè il Male) in precedenti esistenze
sulla Terra per mezzo degli insegnamenti/correzioni karmiche per i karma negativi sospesi.
La vita dell’uomo sulla Terra deve essere esposta a lotte, tentazioni e dolori 133
perché in
tal modo l’uomo amplia la sua coscienza finché decide di tornare volontariamente da Dio che però
non è lontano da noi perché è presente nelle profondità del nostro cuore 134
. Ma per quanto
riguarda i dolori essi sono mitigati dalla Divina Legge del Karma a chi si comporta virtuosamente
come il Buddha suggerì ai suoi discepoli.
Come si è già detto nella Terza Nobile Verità c’è, però, un comportamento umano
condizionato - ce lo suggerisce il Fratello Orientale, uno dei Maestri del Cerchio Firenze 77 – che
ci libera dal dolore, ma a condizione che si diventi e si continui ad essere giorno per giorno “
giusti, misericordiosi e puri “. Solo a queste condizioni il dolore non ci seguirà più, ma è un
comportamento tutt’altro che facile da tenere non solo per diventare giusti, misericordiosi e puri,
ma per mantenersi tali nel tempo . Non è pertanto necessario aderire al Buddhismo per
beneficiare di questi premi karmici, perché la principale via spirituale è quella di seguire
Gesù Cristo e la Sua Dottrina 135
.
Il Buddha suggerì il comportamento etico e saggio dell’ottuplice sentiero con tre elementi:
virtù morale o etica, meditazione e saggezza (sila, samadhi, panna) 136
.
Come ho già detto diverse volte non c’è però cessazione delle sofferenze per chi si
comporta bene, ma riduzione, attenuazione o sospensione delle sofferenze in una determinata
esistenza (da Buddhista, ad esempio) in forza della legge del karma le cui regole il Buddha
scoprì. Il dolore è necessario perché quando soffre l’uomo capisce che la sofferenza è un
insegnamento/ correzione necessaria che gli fà intuire i suoi errori di comportamento del passato e
in forza di tale comprensione l’uomo amplia la sua coscienza. Nemmeno con l’osservanza
dell’Ottuplice sentiero cessano le sofferenze; infatti anche il Buddha soffrì nella sua vecchiaia, così
come si è già detto 137
.
132
Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 160-161 (Liberazione), Mediterranee
133
Jakob Lorber, Il Signore parla, pagina 162, Armenia
134
Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 29 Maggio e del 4 Settembre, Amrita
135
I Vangeli antichi e moderni (Vangeli antichi: Matteo, Marco, Luca, Giovanni e Tommaso ; Vangeli moderni: Jakob
Lorber e Maria Valtorta)
136
Michael Carrithers, Buddha, pagina 78, Einaudi Tascabili
26
La cessazione delle sofferenze con il sentiero morale, o etico, la meditazione e la
saggezza è una millanteria perché il dolore fà parte della vita ideata e realizzata da Dio in quanto
aiuta l’uomo a comprendere i suoi errori e quindi a crescere in sapienza e Coscienza.
Con i comportamenti della Quarta Nobile Verità non sono azzerati neppure i karma negativi
sospesi e le rinascite sulla Terra e negli altri tre piani del Cosmo; ne deriva che i Buddhisti si
devono reincarnare per imparare le lezioni karmiche negative sospese prima dell’ultima
incarnazione, anche se nell’Aldilà andranno nel Nirvana, il Paradiso dei Buddhisti del mondo
mentale 138
.
15. Le Quattro Nobili Verità
La dottrina del Buddha delle Quattro nobili verità va esaminata verità per verità, ma
esaminando ogni singola verità non dobbiamo mai dimenticare l’insieme perché solo così si
comprendono bene gli errori e i meriti del Buddha.
Non aver pensato che le sofferenze dell’uomo avessero uno scopo sublime è stata una
mancanza gravissima in un maestro come era il Buddha venuto sulla Terra per correggere gli errori
del Brahmanesimo 139
. Probabilmente alcuni errori del Buddha furono fatti dai suoi discepoli, i quali
attribuirono a lui tali errori; in questo caso la verità si perde nella notte dei tempi e all’uomo di
questa epoca non resta che attenersi ai testi che sono disponibili in libreria: tutti attribuiscono al
Buddha la teoria delle Quattro nobili verità, quella dei Cinque fattori, quella del Non Sé o Anatta,
nonché la teoria più pericolosa, quella di conoscere per se stessi (A I 189) 140
perché non insegnò
ai suoi discepoli a meditare dentro il loro cuore dove avrebbero trovato Dio, le Sue illuminazioni e
risposte 141
.
Trovare il rimedio alle sofferenze e alle rinascite sulla Terra fu l‘aspirazione più forte di
Siddhattha, ma il Buddha riuscì ad avere soltanto un sollievo alla sofferenza perché Il dolore fà
parte della vita che devono vivere gli spiriti caduti, cioè i Demoni sulla Terra, incarnandosi in
uomini. Contro la sofferenza o la rinascita nessun Buddha o altri uomini possono fare nulla perché
Dio è onnipotente e tiene tutto nelle Sue mani 142
; perciò anche l’educazione e la vita degli
uomini nei quali si incarnano i Demoni sono nelle Sue mani; gli uomini sono esposti a lotte,
137
Leonardo Vittorio Arena, Buddha, pagine 74-76 (Malattia del Buddha), Tascabili Economici Newton ; Michael
Carrithers, Buddha, pagina 106, Einaudi Tascabili ; Damien Keown, Buddhismo, pagine 28-30 (La morte), Einaudi
Tascabili
138
Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagina 193 (Nirvana); Le grandi verità ricercate dall’uomo, pagine 175-
180 (L’evoluzione dopo il trapasso), Mediterranee ; Jakob Lorber, Il Signore parla, pagina 170-181 (L’anima
nell’Aldilà), Armenia
139
Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagine 90-91(Religione buddhista), Mediterranee
140
Michael Carrithers, Buddha, pagina 43, Einaudi Tascabili
141
Eileen Caddy, La voce di Dio a Findhorn, pagina 61 (Le risposte interiori), Mediterranee ; Le porte interiori,
Messaggi del 23 e 28 Gennaio, del 28 Marzo, dell’ 8 Aprile, del 29 Maggio, del 21Luglio, del 30 Agosto, del 4
Settembre e del 24 Novembre, Amrita
142
Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggio del 20 Marzo, del 14 Novembre e del 14 Dicembre, Amrita
27
tentazioni e dolori 143
, ma con le mitigazioni previste dalla legge del karma o legge di causa
e di effetto 144
.
Le Quattro nobili verità non sono poi tanto nobili perché sono il fondamento di una dottrina
o stile di vita che ignora Dio, il Brahman degli Orientali, e nega l’esistenza della Scintilla Divina o
Sé, l’Anima degli Occidentali e l’Atman degli Orientali.
Le quattro nobili verità del Buddha si fondano su una rappresentazione parziale
della vita umana (Prima nobile verità) alla base della quale c’è il suo pessimismo e la sua paura /
ossessione per le sofferenze e le rinascite sulla Terra nonché una presunzione eccessiva delle sue
capacità di scoprire le realtà e i misteri della vita, che è disciplinata da Leggi divine eterne quali le
leggi sull’evoluzione sulla reincarnazione e di causa ad effetto o legge karmica non modificabili
dagli uomini. Queste leggi hanno lo scopo di trasformare gli uomini da esseri materiali in esseri
spirituali per mezzo delle citate leggi dell’evoluzione.
Il merito principale del Buddha è stato quello di avere scoperto le regole di funzionamento
della divina legge del karma, una delle leggi fondamentali della vita che ha per scopo la Salvezza
degli Angeli ribelli, i demoni, per mezzo della vita ideata e realizzata da Dio e per merito dell’uomo,
strumento di tale salvezza.
Qui di seguito alcune note sulle singole Quattro nobili verità già commentate in precedenza
le quali sono utili per ampliare l’analisi degli errori e delle insufficienze del Buddha che attribuì alle
Quattro nobili verità i meriti della divina legge del karma. Il Buddha erroneamente credette che le
rinascite potessero essere eliminate semplicemente con una buona condotta degli uomini senza
tenere conto dei karma negativi sospesi di ogni Buddhista:
Le Quattro nobili verità sono collegate tra di loro e si fondano:
a. La prima nobile verità si fonda sulle sofferenze della vita, ma la vita non è fatta soltanto di
sofferenze, ma anche di amori, amicizie, gioie, piaceri, soddisfazioni, giochi e simili per tutti,
giovani e adulti;
b. La seconda nobile verità si fonda sulla scoperta che la sete e la bramosia per i piaceri del
mondo e della carne coopera a dare origine alle rinascite sulla Terra, ma la ribellione di Satana r
degli altri demoni è lìorigine delle rinascite sulla Terra. Il Buddha scoprì le regole del
funzionamento della Divina legge del karma che compensa con pace e tranquillità i comportamenti
virtuosi dell’uomo che mette fine al godimento dei piaceri della vita, mentre il male che viene fatto
è corretto con pene e angosce 145
;
c. La terza nobile verità si fonda sulla scoperta che la bramosia e l’attaccamento ai piaceri del
mondo e dei sensi producono sofferenze per le esistenze future, ma il Buddha credette che le
sofferenze cessassero; le sofferenze non cessano anche a causa d i karma negativi sospesi
prima dell’incarnazione da Buddhisti perché tali karma sono necessari per fare acquisire ai
143
Jakob Lorber, Il Signore parla, pagina 162, Armenia
144
Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 157-159 (Leggi), Mediterranee
145
Cerchio Firenze 77, Le grandi verità ricercate dall’uomo, pagina 49 (Mantra del karma), Mediterranee
28
Buddhisti la coscienza che mancava loro nelle incarnazioni precedenti quando ebbero
comportamenti malevoli verso l’ambiente e le sue creature, uomini inclusi. Anche questa terza
nobile verità si fonda sulla scoperta da parte del Buddha delle norme della Divina legge del karma;
d. La quarta nobile verità indica la via per fare cessare le sofferenze per merito dell’Ottuplice
sentiero; ma questa non è una verità come già si è detto, tanto vero che anche il Buddha nella
vecchiaia soffrì di atroci dolori 146
. Ciò che c’è di vero nella Quarta nobile verità è ciò che dona
l’osservanza del sentiero etico e saggio, osservando il quale non si produrranno più karma negativi
per chi lo osserva in quanto Buddha scoprì le regole del funzionamento della divina legge del
karma come si è già detto più volte; l’Ottuplice sentiero dona riduzione o sospensione delle
sofferenze a chi lo osserva , ma questo è un dono previsto dalla legge karmica e allo stesso
tempo è una conseguenza dell’osservanza delle regole della Divina legge del karma 147
.
Alla base delle Quattro nobili verità ci sono le osservazioni di Siddhattha sulla vita sua e dei
suoi simili prima di aver lasciato il suo palazzo; dopo, da samana, Siddhatta fece altre riflessioni ed
esperienze che gli fecero maturare il convincimento che il comportamento virtuoso era da
diffondere tra gli uomini per diminuirne le sofferenze; perciò insegnò ai suoi amici e poi ai suoi
discepoli a comportarsi bene perché aveva esperimentato su se stesso che il Bene era
compensato con pace, tranquillità e riduzione o sospensione del dolore dalla Divina legge del
karma 148
, una delle leggi dell’Evoluzione 149
con la reincarnazione 150
.
Alla base delle esperienze di Siddharta c’è sempre anche l’acuta osservazione di quando
uscito dal suo palazzo 151
vide: un vecchio, un malato, un funerale e infine un mendicante religioso
(samana), calmo e sorridente, anche se magro.
Siddhattha rifletté su quelle persone che vide fuori dal suo palazzo, sui suoi cortigiani e
anche su se stesso e allora si rese conto che gli uomini erano tutti soggetti a pene e angosce e
quindi a sofferenze; solo l’asceta errante ne sembrò immune e perciò il Buddha decise di seguirne
l’esempio.
La dottrina buddhica sull’annientamento o annullamento dell’uomo che conseguirebbe al
Nirvana è infondata soprattutto perché Dio esiste ed è presente in tutte le cose e in ognuno di noi
per mezzo di una cellula virtuale del Suo Spirito immortale 152
che noi Occidentali chiamiamo
Anima.
146
Michael Carrithers, Buddha, pagina 106, Einaudi Tascabili ; Leonardo Vittorio Arena, Buddha, pagine 74-76
(Malattia del Buddha), Tascabili economici Newton ; Damien Keown, Buddhismo, pagine 28-30 (La morte), Einaudi
Tascabili
147
Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 153-156 (Karma), Mediterranee
148
Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 153-156 (Karma), Mediterranee
149
Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagine 206 (Evoluzione) e 210 (Legge di evoluzione), Mediterranee
150
Cerchio Furenze77, Per un mondo migliore, pagina 214 (Reincarnazione), Mediterranee
151
Damien Keown, Buddhismo, pagina 22, Einaudi Tascabili
152
Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggio del 17 Luglio, Amrita ; Cerchio Firenze 77, La Fonte Preziosa, pagina
267 ; Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagina 122 (La frantumazione dell’Uno nei molti), Mediterranee
29
La Scintilla Divina, il Sé, è nell’uomo quale virtuale frazionamento dello Spirito del Dio
assoluto che ci è Padre e Madre 153
. La Scintilla Divina o Individualità è anche il Fulcro delle
esistenze individuali 154
in tutte le incarnazioni nei quattro piani o mondi del Cosmo: mondo fisico -
con la Terra – e mondi astrale, mentale e akasico o della coscienza. La Scintilla Divina che anima
gli uomini consente loro di ampliare la loro Coscienza nelle diverse incarnazioni cosmiche.
Ciò posto al Buddha va dato merito per avere scoperto le regole del funzionamento
della Divina Legge di causa e di effetto o legge karmica per realizzare l’Evoluzione degli uomini nel
pianeta Terra e negli altri tre piano o mondi del Cosmo e che la sete o bramosia per i piaceri del
mondo e della carne cooperano nel determinare le rinascite dell’uomo sulla Terra (insieme ai
Karma negativi sospesi).
Al Buddha si deve dare merito anche per aver fondato uno stile di vita non violento,
pacifico, etico, saggio e compassionevole, ma Siddhartha non ha alcun merito per la riduzione o
la sospensione delle sofferenze tranne quello di aver scoperto i premi Divini previsti dalla legge
karmica o di causa e di effetto per i comportamenti virtuosi che il Buddha stesso insegnò ai suoi
discepoli.
Ai Buddhisti che si credono senza Scintilla Divina e senza Dio deve essere attribuito anche
il demerito di fare del Buddha un idolo e di loro stessi degli idolatri155
; tali comportamenti saranno
corretti in future incarnazioni terrestri con nuove sofferenze in base alle disposizioni che daranno i
Signori o Maestri del karma 156
.
Ciononostante, siccome il Dio degli uomini, degli altri esseri viventi e di tutte le cose è il Dio
dell’amore 157
, i Buddhisti non sprecheranno le loro esistenze sulla Terra perché il Creatore ha
previsto che tutti i Suoi figli traggano beneficio anche dai loro errori e che nulla nella loro vita
accada invano 158
, a qualunque religione o popolo appartengano . Ma i Buddhisti non potranno
evitare una o più reincarnazioni sulla Terra, perché la dottrina Buddhista non libera l’uomo dalle
incarnazioni necessarie per conseguire l’Evoluzione ancora mancante per i karma negativi sospesi
ad una determinata incarnazione.
Ne deriva che la liberazione promessa dai Buddhismi non è possibile sia perché ha scopi
egoistici 159
, sia perché la liberazione è opera di Dio che redime gli uomini nella persona di Gesù
Cristo 160
.
In proposito i Maestri disincarnati del Cerchio Firenze 77 hanno detto:
<< Voi dovete studiare voi stessi, conoscere voi stessi, come ben chiaramente dice ed ha
sempre detto Claudio, e constatare “fino a che punto” l’ ” io “ vi spinge ad agire. Questo continuo
153
Eileen Caddy, La voce di Dio a Findhorn, pagine 103-104, Mediterranee
154
Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagina 208 (Individualità e Individuo), Mediterranee
155
Esodo 20, 2-6
156
Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagina 266 (Signori del Karma), Mediterranee
157
Eileen Caddy, La voce di Dio a Findhorn, pagina 42, Mediterranee
158
Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 27 e del 29 Agosto Amrita
159
Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 160-161 (Liberazione), Mediterranee
160
Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 24 e 25 Dicembre, Amrita
30
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059 - Le scoperte e gli errori del Buddha Gotana Siddhartha

  • 1. LE SCOPERTE E GLI ERRORI DEL BUDDHA GOTAMA SIDDHARTHA Sommario 1. Introduzione Pagina 2 2. La prima scoperta del futuro Buddha: vide un vecchio, un malato e un corteo funebre. E dopo un asceta errante (samana) “ 3 3. Siddhartha scoprì errori di maestri Indù del Brahamanesimo “ 4 4. L’efficacia e l’importanza dell’io e l’enigma del Sé e del sé di cui parla la Bhavagad Gita “ 7 5. Una definizione di peccato “ 10 6. La seconda scoperta del Buddha: scoprì un errore di Alàra Kàlàma “ 10 7. La terza scoperta del Buddha: scoprì un errore di Uddaka Ràmaputta “ 11 8. La quarta scoperta del Buddha:scoprì che le auto mortificazioni e le privazioni erano dannose e inutili “ 12 9. Esagerazioni e errori Buddhisti “ 14 10. Il risveglio di Gotama Siddhattha, il futuro Buddha “ 16 11. La quinta scoperta del Buddha: La Prima Nobile Verità ” 17 12. La sesta scoperta del Buddha: La Seconda Nobile Verità “ 21 13. La settima scoperta del Buddha: La Terza Nobile Verità “ 22 14. L’ottava scoperta del Buddha: La Quarta Nobile Verità “ 25 15. Le Quattro Nobili Verità “ 26 16. Significati di alcuni termini della Vita “ 33 17. La Redenzione di Gesù Cristo e il Signore Dio “ 35 18. La nona scoperta del Buddha: la Via di Mezzo, cioè lo stile di vita alternativo il quale fà parte della dottrina del Buddha “ 38 19. La meditazione “ 41 20. Le risposte di Dio alle domande degli uomini “ 47 21. Gli otto errori fondamentali del Buddha “ 48 22. I Buddhisti che si convertiranno al Padre-Madre-Dio di tutto il genere umano onoreranno il Signore unico Dio nei loro templi con Gesù Cristo e la Madonna; i Buddhisti onoreranno Buddha in un altare secondario come un santo. Quando si convertiranno la stessa cosa faranno nei loro templi gli altri popoli e/o religioni che ancora non adorano l’unico vero Dio, il Padre con lo Spirito Santo di cui ci parla Gesù ” 60 23. Il Sangha ; cosa fare per diventare buoni Cristiani ? “ 62 24. Il Signore Dio e Gesù, il Cristo “ 65 25. Amore e compassione “ 67 26. Il Nirvana “ 68 26 bis. Dove si trova ora il Buddha Gotama Siddhattha pagina 69 1
  • 2. 27. I Maestri del Cerchio Firenze 77 insegnano riguardo ai Paradisi delle Religioni “ 69 27 bis. L’uomo avrà la Coscienza Assoluta “ 71 28. San Francesco D’Assisi scrisse di Dio Altissimo “ 71 29. Il Signore Dio ha detto nel XX secolo della vita spirituale “ 71 30. Il Signore Dio non si impone mai a nessuno, ma ad ogni uomo dice (.) “ 72 31. Il Buddha autolimitò le sue possibilità di conoscere le verità della vita ( e in tal modo limitò anche quelle dei Buddhisti ) “ 72 32. La Coscienza o Corpo Akasico “ 73 32 bis. Esortazione ai fratelli Buddhisti “ 73 33. Suggerimento ai Buddhisti ancora dubbiosi sul Cristo Signore “ 74 1. Introduzione Sappiamo che il Buddha Gotama Siddharta era un Indù della casta guerriera dei Sakya, che a circa trent’anni aveva lasciato genitori, moglie e un figlio, per diventare un asceta errante e mendicante. Scelse la vita ascetica e errabonda per scoprire le verità della vita in quanto fortemente preoccupato delle sofferenze derivanti dalla nascita, dalla malattia, dalla vecchiaia e dalla morte. Secondo la leggenda il giovane Siddhartha aveva scoperto improvvisamente gli aspetti negativi della vita dato che il Padre, molto ricco, gli aveva nascosto tali aspetti negativi della vita. Il Padre voleva che il figlio godesse degli agi che procurava la ricchezza con le feste, le donne e il lusso senza pensare al dolore, alla malattia, alla vecchiaia e alla morte. Il figlio Siddhattha finì per vedere della vita solo la gioventù e gli altri aspetti belli come il padre aveva voluto poiché nel palazzo che aveva assegnato al figlio c’era soltanto gente giovane spensierata e sana. Ma poi il futuro Buddha uscì dal suo palazzo in strada e vide in tre differenti volteun ammalato, un vecchio e un funerale e così scoprì la malattia, la vecchiaia e la morte: poi vide un monaco, vecchio emaciato, ma sorridente 1 . Su queste scoperte Siddhartha fece le prime riflessioni sulla sofferenza; ne rimase molto impressionato e per combatterla decise di diventare un samana, cioè un asceta errante abbandonando la moglie e il figlio. Non si sa esattamente quando il futuro Buddha nacque, ma si ritiene che vide la luce del sole nel quarto o quinto secolo avanti Cristo in una città prossima a Benares a sud dell’Himalaya. Siddharta da asceta errante face vita errabonda durante la quale incontrò alcuni maestri da ognuno dei quali imparò qualcosa, ma di ogni dottrina scoprì i punti deboli, poiché lui cercava la liberazione dai quattro flagelli che affliggevano la vita di tutti gli uomini e che per lui erano diventati una vera e propria ossessione: la nascita, la malattia, la vecchiaia e la morte . Ciascun maestro Indù fondava la sua dottrina sulla meditazione, così come era prescritto dalla religione dei Veda; la meditazione dunque non fu una scoperta del Buddha, che però, mise a 1 I. M. Italia Missionaria, Le grandi religioni, Buddhismo, a cura Carlo Ghislandi e Angelo Campagnoli, pagina 10, Bologna 2
  • 3. punto un suo metodo, quello dei Quattro Assorbimenti e su un unico fatto: la meditazione sull’origine e l’estinzione delle sofferenze dell’uomo 2 . Siddhartha si rese conto rapidamente che l’ascesi - fino alla flagellazione ed al quasi totale digiuno - era priva di valore ai fini della agognata liberazione dalle sofferenze. Si ritiene che Siddharta scoprì che con la meditazione, l’uomo entrava in un altro stato d’essere o mondo che non sa giudicare e del quale sostanzialmente non può dire nulla se non quello che ha transitoriamente provato o visto ( talvolta si può trattare di visioni del Piano astrale, mentale o Akasico del Cosmo 3 ). Non si ha l’intenzione di scrivere una biografia del Buddha Gotama Siddhartha, tanto più perché non si conosce né la lingua Pali né il Sanscrito, le antiche lingue indù. Lo scopo del nostro dire è un altro: illustrare le scoperte del Buddha, i Suoi errori, i limiti e i pregi della sua dottrina. Si vogliono illustrare errori, limiti e pregi della Sua dottrina anche alla luce di alcune delle Rivelazioni su cui si fonda il magistero dell’ Ordine Gesù Redentore e precisamente: l’Antico Testamento, i Vangeli antichi e moderni del Signore Gesù Cristo, le due Rivelazioni di Findhorn – in particolare quella del “Dio interiore” a Eileen Caddy – e la Rivelazione dei Maestri filosofi disincarnati fatta a Firenze nel XX secolo per mezzo del medium Roberto Setti. Si aggiunge anche che il Canone buddhista, il canone Theravada della Pali Text Society, non risulta tradotto in italiano. Quindi si farà riferimento ad alcune biografie e ad altri testi sul Buddha e sui Buddismi che citeremo diligentemente man mano che ce ne avvarremo. 2. La prima scoperta di Gotama Siddhartha, il futuro Buddha Siddharta vide un vecchio, un malato e un corteo funebre; e dopo un asceta errante (samana) sorridente. Tale scoperta avvenne fuori dalla casa paterna, dopo che ebbe modo di constatare che la vita materiale che vi conduceva non lo soddisfaceva. Forse Siddhartha cominciò a intuire vagamente che i piaceri che gli offriva la vita in famiglia erano la causa delle rinascite e quindi del dolore che deriva dalla nascita, dalla malattia, dalla vecchiaia e dalla morte. Allora, per quanto avversato da Suo padre lasciò la casa dopo aver visto in sequenza fuori della proprietà paterna: << (.) un uomo dalla schiena incurvata, che incede a fatica. A quel punto, gli viene rivelato che si tratta d’un vecchio; secondo la leggenda, per non rattristare il figlio Suddhodana aveva ammesso a corte soltanto persone giovani e sane. Siddhattha chiede all’auriga se potrà sfuggire ad un simile destino, e riceve una risposta negativa. Qualche tempo dopo, varcando un’altra porta della città, il giovane si imbatte in uno strano individuo che respira a fatica. Il solito auriga lo informa che si tratta di un malato: è una sorte che potrebbe, prima o poi colpire lo stesso Siddhattha. 2 Michael Carrithers, Buddha, pagine 35-44, Einaudi Tascabili 3 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 64-65 (Cosmo), Mediterranee 3
  • 4. Ma il terzo incontro è, se possibile, ancora più sconcertante: il figlio del ràja si imbatte in un corteo funebre. L’auriga gli spiega che sta accompagnando un morto: qualcuno che per sempre si è separato dalla vita. Anche in questo caso Siddhattha apprende che un giorno spetterà a lui stesso un simile destino. Infine, nell’ultimo incontro della serie il giovane si imbatte in un uomo dalla testa rasata: è un rinunciatario, un religioso errante che ha abbandonato il mondo. A quel punto Siddhattha intuisce che forse le sorti dei precedenti incontri, cioè la vecchiaia, la malattia e la morte, si possono evitare: probabilmente una vita di rinuncia consente di attingere la liberazione ( nibbàna; sanscrito; nirvàna ) (.) una fonte narrativa più attendibile, espone un altro punto di vista. Qui Siddharta, che nel frattempo è divenuto un Buddha, riferisce ai discepoli un evento della propria giovinezza: un giorno, fu assalito dall’idea della vecchiaia e della malattia; all’improvviso qualsiasi pensiero felice svanì dalla sua mente, e si trovò in preda ad una indicibile tristezza: da qui la volontà di abbracciare la vita del religioso errante. In un’altra narrazione invece, tramandata in varie versioni, mentre era andato a fare un’escursione in compagnia della moglie e dello scudiero Channa, Siddhattha avrebbe trovato un uomo steso al suolo. Sarebbe stata la prima volta che vedeva un morto. Anche in questo caso un’esperienza sconcertante gli avrebbe indicato la necessità di abbandonare una vita di piaceri per votarsi alla rinuncia e al vagabondaggio. Nelle diverse narrazioni è sottolineato lo stesso assunto: si deve optare per l’ascesi, a causa degli aspetti dolorosi e sgradevoli dell’esistenza. E non è forse strano che nella mente di un giovane dedito ai lussi e agli agi potesse attecchire un pensiero del genere, determinando una conversione ? Siddhattha capì anche che la vita familiare ostacolava qualsiasi realizzazione autentica della ricerca spirituale. Doveva andarsene, dunque, al più presto (.). In base alle varie narrazioni, gli eventi si possono riassumere così: per motivazioni poco chiare e in preda ad una vaga crisi esistenziale, il figlio del ràja di un piccolo Stato abbandonò, ad un certo punto della vita e di propria, contrastata iniziativa, la casa paterna per impegnarsi in una ricerca spirituale. Sono i pochi dati “certi” di una narrazione ricca di spunti immaginari e simbolici: si pensi alla fuga di Siddhattha nella notte, una semplice metafora del viaggio dalle tenebre alla luce . Allora il giovane avrebbe avuto ventinove anni. Suddhodana gli fece notare che, di solito, si partiva molto più anziani per viaggi di quel genere 4 >>. 3. Siddharta scopre errori di maestri Indù del Brahmanesimo Alla scuola bràhamanica del Suo primo maestro Alàra Kàlàma Siddharta imparò concetti erronei del Brahamanesimo che poi si portò dietro tutta vita a cominciare dalla negatività dell’Io. . << (.)Alàra predicava la negatività dell’Io. A suo avviso era la convinzione di costituire una 4 Leonardo Vittorio Arena, Buddha, pagine 13- 15, Tascabili Economici Newton 4
  • 5. un’individualità separata nei confronti delle creature a determinare le sofferenze dell’uomo. L’Io era un concetto erroneo cui non corrispondeva nulla di reale (mia nota: questo è un errore; infatti, non soltanto la Scintilla Divina o Sé è una Realtà come vedremo e si già detto in altro documento di questo nostro Catechismo trattando del Buddha, ma anche il piccolo sé o io umano è una realtà relativa del mondo mentale del Cosmo in cui viviamo ) : è un altro spunto cui il Buddha può essersi ispirato. Si doveva bandire ogni egoismo, annullando la distinzione tra l’Io e gli altri: questa concezione , per grandi linee si richiamava alle Upanishad, i testi basilari del pensiero indiano (.) 5 >>. Secondo Alàra, infine, il saggio aveva accesso alla sfera della “ non esistenza”, dove la materia non esiste più . Siddhattha intuì subito i punti deboli della dottrina. In primo luogo, essa non mirava alla liberazione, né all’assenza delle passioni , né al distacco dal mondo. Inoltre Alàra, in conformità all’insegnamento upanishadico, riconosceva l’esistenza dell’attà ( sanscrito: àtman ), il sé interiore separato dal corpo, come supporto delle varie reincarnazioni ; quindi credeva ancora, erroneamente (mia nota: secondo il Buddha), in un centro individuale della personalità 6 >> . Nel resoconto autobiografico Siddhattha aggiunse comunque di aver attinto la sfera della non esistenza , a cui le pratiche meditative di Alàra permettevano l’accesso (.) (mi nota: la sfera: della non esistenza non esiste ) (.) Tale risultato, secondo alcune fonti, sarebbe stato ottenuto soltanto in tre giorni! 7 >> Si ritiene opportuno fare presente che in questa epoca, secondo l’insegnamento dei filosofi disincarnati del Cerchio Firenze 77 si deve distinguere bene tra il Sé ( Goccia-Scintilla Divina o Spirito ) e l’io umano o piccolo sé o sé inferiore. Perciò quando si parla del Sé con la esse maiuscola si deve intendere lo Spirito dell’uomo, cioè la Sua Scintilla o Goccia divina, cioè una frazione virtuale dello Spirito di Dio 8 che gli Occidentali chiamano Anima. Invece, quando si parla dell’io con la i minuscola si intende l’io umano nato nella nostra mente 9 , soggetto egoistico e egocentrico in continuo contrasto con l’Ego formato da Scintilla Divina e dalla Coscienza 10 . I due sé sono stati così definiti dagli stessi Maestri di filosofia: a. La :<< Goccia o Scintilla divina – Spirito – Sé – Fulcro dell’esistenza individuale non soggetto ad evoluzione. Emanazione Divina che determina l’individualità e la vita dell’individuo o del microcosmo 11 >>; b. L’io, ovvero l’io umano o piccolo sé è stato definito: << (.) Egoistico concetto di sé stessi creato dalla mente individuale la quale, travisando l’intimo senso di individualità 5 Leonardo Vittorio Arena, Buddha, pagina 17 ,Tascabili Economici Newton 6 Leonardo Vittorio Arena, Buddha, pagina 17, Tascabili Economici Newton 7 Leonardo Vittorio Arena, Buddha, pagine 17-18, Tascabili Economici Newton 8 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagina 122 (La frantumazione dell’Uno nei molti), Mediterranee 9 Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagine 208-209 (io), Mediterranee 10 Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagina 206 (Ego), Mediterranee 11 Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagina 207 (Goccia o Scintilla Divina – Spirito – Sé), Mediterranee 5
  • 6. proveniente dalla più alta natura dell’individuo, fa sentire questi separato e distinto dal Cosmo 12 >>; c. Sia in Occidente che in Oriente si deve convenire che in se stesso l’uomo ha anche un’altro “soggetto” o essenza, la coscienza (vinnana). Quindi nell’uomo ci sono il Sé, il sé e la coscienza, così definita dai Maestri disincarnati del Cerchio Firenze 77: << CORPO AKASICO – ( Uguale coscienza) Ciò che riceve e trascrive, facendolo diventare natura medesima dell’individuo, le Realtà che lo stesso individuo, esistendo, scopre ed acquisisce. Non viene mai abbandonato dall’individuo nel corso delle molteplici incarnazioni, ma si costituisce man mano che l’individuo evolve 13 >>; d. I Maestri del Cerchio Firenze 77 hanno così definito l’Ego: << “ (.) parte più elevata dell’individuo soggetta ad evoluzione. È chiamato Ego l’insieme della Scintilla Divina e della <<coscienza individuale>>. L’Ego è quindi ciò che permane dell’individuo quando questi ha terminato l’evoluzione come uomo 14 >>; Tali entità ( Scintilla Divina o Sé, l’Ego e l’io umano ) non sono le sole cose che ha l’uomo; infatti l’uomo ha anche una personalità, un carattere, una coscienza e una psiche, come sappiamo e sanno anche in Oriente; tuttavia il nostro vero essere è il Sé o Scintilla Divina, cioè il soggetto che nell’uomo ama, che non deve essere mai confuso con il sé o io umano 15 . Se a ciò si aggiunge la complessità e le funzioni del corpo umano ce n’è più che abbastanza per affermare che l’uomo è un insieme meraviglioso che ha un ancor infinitamente più meraviglioso Dio che è stato capace di ideare e realizzare una vita sulla Terra per salvare Satana e gli altri Demoni per mezzo dell’uomo piuttosto che annientarli, come avrebbe potuto 16 . Ciò posto l’uomo è un insieme costituito da Spirito o Sé o Goccia-Scintilla Divina, dalla Coscienza o Corpo akasico ( due corpi eterni), dal corpo mentale con il sé o io umano, dal corpo astrale e dal corpo fisico ( questi ultimi tre corpi sono destinati a disfarsi nei piani omonimi 17 ). Invece tutti i corpi sopradescritti, il carattere e la personalità che ne derivano fanno di ogni uomo un soggetto diverso da qualsiasi altro; per completezza si aggiunge che l’uomo ha un altro corpo, il corpo eterico ( << (.) che serve quale intermediario tra il corpo fisico denso e il corpo astrale (.) 18 ); Ciò premesso posso ora dire che l’Io di cui trattava Alàra era il Sé o l’Io divino e non il sé o io umano che nasce nella mente dell’uomo, che è egoista ed egocentrico come tutti sappiamo. Stando così le cose, dopo circa duemilacinquecento anni l’uomo di questa epoca può riferire che il Sé o Scintilla Divina o Spirito è un soggetto increato e perciò ha natura divina e quindi è perfetto e eterno. 12 Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagine 208-209 (io), Mediterranee 13 Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagina 205 (Corpo akasico uguale coscienza) , Mediterranee 14 Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagina 206 (Ego), Mediterranee 15 Sri aurobindo, Lo Yoga della Bhavagad Gita, Canto VI° 4-10, Mediterranee 16 Jakob Lorber, Il Signore parla, pagine 157-163 (La natura di Satana e le conseguenze della sua caduta), Armenia 17 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 58-60 (Corpi) e pagine 140-141 (Individuo), Mediterranee 18 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagina 59 (Corpo eterico), Mediterranee 6
  • 7. Il Sé è costituito di Spirito, Spirito che è solo virtualmente diviso da Dio 19 . Essendo tale il Sé non può ritenersi separato da nessuno in quanto è ben consapevole di far parte del Tutto – Uno – Assoluto 20 che è Dio. Vien detto talvolta che l’io umano o il sé è negativo, ma con gli insegnamenti che gli uomini di questa epoca hanno ricevuto nel frattempo si può affermare che tale io non è del tutto negativo, tutt’altro; infatti è un propulsore dell’Evoluzione dell’uomo poiché nella vita nulla è casuale o inutile 21 . Nei tempi antichi ( inclusi quelli del Buddha Gotama Siddhattha ) gli uomini erano molto svantaggiati rispetto agli uomini del XX secolo come me; a quel tempo all’uomo non era stato insegnato ( in quanto le Rivelazioni sono graduali secondo lo sviluppo delle conoscenze e possibilità umane ) a cercare il meglio in ogni cosa, anche in quelle apparentemente negative come il sé inferiore o io umano. Oppure i Veggenti - o coloro che raccolsero le conoscenze che i Veggenti stessi avevano acquisito in meditazione - non apprezzarono l’importanza dell’io umano o piccolo sé nelle esistenze in cui l’uomo è schiavo dei suoi vizi o passioni, nonostante che tale piccolo sé sia un motore per condurre le esperienze necessarie a superare uno stato d’essere contrassegnato da una scarsa coscienza. Tale stato d’essere umano è però destinato ad essere superato in quanto egoistico e egocentrico 22 in forza della misericordiosa legge dell’Evoluzione 23 , in base alla quale, solo che lo voglia, l’uomo si riunisce consapevolmente con il Padre-Madre-Dio quando avrà portato a termine la sua evoluzione come uomo. In questa epoca abbiamo saputo dai Maestri disincarnati del Cerchio Firenze 77 ( una delle straordinarie Rivelazioni del XX secolo, quella cui ci ispiriamo sotto l’aspetto filosofico ), che l’io umano è molto efficace per fare irrobustire spiritualmente l’uomo, ma fino al punto in cui la sua coscienza, che è altruismo, non si è abbastanza formata nel corso di diverse esistenze vissute nel pianeta Terra 24 . 4. L’efficacia e l’importanza dell’io umano e l’enigma del Sé o del sé della Bhagavad Gita L’efficacia e l’importanza dell’io umano, egoista e egocentrico, è tale da spingere l’uomo ad agire, a scoprire e a realizzare molte iniziative per il tornaconto suo e poi della sua famiglia, fino al punto in cui l’uomo stesso è pronto per la metamorfosi, ovvero per trasformarsi ed essere trasformato allo stesso tempo ( gradualmente ) da Dio in un essere spirituale, per mezzo del Cristo 25 . Con tale rinnovamento l’uomo da un essere materiale e egoista si trasforma ed è trasformato 19 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagina 122 (La frantumazione dell’Uno nei molti), Mediterranee 20 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 71-72 (Dio) e pagine 296-297 (Tutto ; Tutto è perfetto; Tutto- Uno-Assoluto), Mediterranee 21 Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 27 Agosto e del 29 Agosto, Amrita 22 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 150-151 (io), Mediterranee 23 Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagine 206 (Evoluzione) e 210 (Legge di evoluzione, Mediterranee 24 Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagine 214 (Reincarnazione), Mediterranee 25 Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 24 e 25 Dicembre, Amrita ; Cerchio Firenze 77, Le grandi verità ricercate dall’uomo, pagine 160-161 (“Il ritorno” del Cristo), Mediterranee 7
  • 8. in un essere altruista ( che pensa, progetta, agisce e realizza per il bene comune senza sperare in alcuna ricompensa, né nella vita terrena né nell’Aldilà ). La redenzione dell’uomo avviene ad opera dell’uomo stesso e della Coscienza assoluta di Dio, tramite la persona del Cristo, la Presenza Divina nell’uomo 26 . Questo processo si chiama evoluzione che è stata così definita dai Maestri disincarnati del Cerchio Firenze 77: a. Evoluzione: << Processo per il quale la vita, attraverso a forme sempre più organizzate esprime gradi sempre maggiori di Mente e di Spirito 27 >>; b. <<La legge di evoluzione: “ Legge per la quale ogni elemento del Cosmo sviluppa; ciò che è «in» si manifesta; ciò che è «in potenza» si traduce «in atto»; ciò che è in «germe» nasce, passando da innumerevoli stadi intermedi. Il Cosmo evolve nel senso che vive, ma non nel senso che divenga perfetto, in quanto è – come emanazione di Dio – già perfetto. L’evoluzione cosmica si può convenzionalmente suddividere, secondo la natura degli elementi evolventesi, in: evoluzione della materia, evoluzione della forma, evoluzione dell’autocoscienza 28 ; c. “L’evoluzione ha un ritmo naturale: così - volente o nolente – l’individuo deve evolvere. Se oppone resistenza questo ritmo naturale (che non ha la stessa cadenza perché all’inizio è di una certa lentezza e successivamente diventa di una certa rapidità) incontra sofferenze. La sofferenza l’individuo se la causa da se stesso opponendosi a questo naturale svolgersi e procedere dell’evoluzione (.) 29 . [ mia nota: Ciò significa che il sublime destino dell’uomo è assicurato, purché osservi le leggi morali ( quelle fondate sul Decalogo 30 e sui Comandamenti dell’amore 31 ) ; altrimenti la sua evoluzione sarà ritardata dall’avvento indispensabile delle tribolazioni karmiche 32 , vita dopo vita, conseguenti ai suoi peccati, i quali derivano dal non voler osservare i Comandamenti di Dio (Decalogo e Comandamenti dell’amore ] . Tornando ai primi maestri del Buddha: è possibile che a quel tempo né Alàra Kàlàma, né Siddhartha abbiano conosciuto la Bhavagad Gita la quale - nel canto VI° quarta, quinta, sesta, settima, ottava, nona e decima norma che così recitano: 4. << (.) Di colui che non ha più attaccamento né per gli oggetti sensibili, né per le opere, e che ha rinunciato alla volontà desiderio, si dice che ha raggiunto la sommità dello yoga>>; 26 Eileen Caddy, La voce di Dio a Findhorn, pagina 144, Mediterranee 27 Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagina 206 (Evoluzione), Mediterranee 28 Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagina 210 (Legge di evoluzione), e Dai mondi invisibili, pagine 155- 182 (Evoluzione), Mediterranee 29 Cerchio Firenze 77, Dai mondi invisibili, pagine 153 (Radici della sofferenza), Mediterranee 30 Esodo 20, 1-21 31 Levitico 19, 17-18 ; Deuteronomio 6, 4-9 ; Vangelo di Matteo 22, 34-40 32 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 75-78 (Dolore) e Le grandi verità ricercate dall’uomo, pagina 43- 49 (La dinamica del karma), Mediterranee 8
  • 9. 5. << Mediante il Sé libera il sé e non degrada sé stesso, poiché in verità solo il sé è amico del sé e solo il sé è nemico del sé >>; 6. << Il sé è l’amico del sé per colui il cui sé è stato vinto dal Sé, ma per colui il cui sé non è stato conquistato, in verità il sé gli è ostile e può anche agire da nemico >>; 7. << Il supremo Sé è concentrato in colui il cui sé è stato conquistato e pacificato, e che rimane indifferente davanti al freddo o al caldo, al piacere o al dolore, all’onore o al disonore >>. 8. << Dello yogi che trova la propria soddisfazione nella conoscenza perfetta [ del Brahman], e che, imperturbabile e padrone dei sensi, non vede differenza fra la zolla di terra, la pietra e l’oro, si dice che è unito [ al Sé, al Brahman ]>>. 9. << Eccelle colui la cui intelligenza rimane imperturbabile davanti all’amico benevolente, al nemico, all’indifferente, a colui che odia, allo straniero, o a quelli che gli sono vicini, al peccatore e al santo >> . 10. << Che lo yogi si tenga in un luogo isolato e, solo, dominando pienamente sé stesso e i suoi pensieri, libero dal desiderio e dall’idea di possedere qualcosa, si dedichi costantemente all’unione [ col Sé ] 33 >>. A parer mio per comprendere bene queste sette norme della Bhagavad Gita, nel testo di Sri Aurobindo, bisogna correggere la norma quinta e sesta del sesto Canto; infatti, essendo Dio amore 34 , la Scintilla Divina o Sé o Spirito dell’uomo è anch’essa amore, mentre il sé o io umano alle prime incarnazioni 35 , se non arriva ad odiare è certo che ama solo se stesso e al massimo i suoi familiari. Le cronache di questi tempi ci insegnano che molti uomini, anche in Europa, nella stessa Italia, amano soltanto se stessi se arrivano ad uccidere in vari modi i propri figli, anche mediante l’aborto. Si riscrivono le norme quinta e sesta del canto VI della Gita e così l’enigma della Gita di cui parla Sri Aurobindo si scioglie se si riscrivono le norme 5 e 6, così: riscrittura della norma 5 del predetto Canto VI : << Mediante il Sé libera il sé e non degrada sé stesso, poiché in verità solo il Sé è amico del sé e solo il sé è nemico del Sé >>; riscrittura della norma 6 del predetto Canto VI: << Il Sé è l’amico del sé per colui il cui sé è stato vinto dal Sé, ma per colui il cui sé non è stato conquistato, in verità il sé gli è ostile e può anche agire da suo nemico >>. I versetti della Bhagavad Gita così riscritti confermano una Verità chiarissima: l’esistenza della Scintilla Divina o Spirito o Sé dell’uomo che è una frazione virtuale dello Spirito di Dio, il Brahman, che anima l’uomo 36 . Il Signore Dio ama anche l’uomo che ha un egoismo violento che si manifesta in forme violente (il furto, l’omicidio e altre violenze) per venire in 33 Sri Aurobindo, Lo Yoga della Bhagavad Gita, pagine 160-162, Mediterranee 34 Eileen Caddy, La voce di Dio a Findhorn, pagina 42, Mediterranee ; Si veda anche Eileen Caddy, Findhorn, il sentiero interiore, pagine 129-131, Mediterranee 35 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagina 228 (Prime incarnazioni umane), Mediterranee 36 Cerchio Firenze 77, La Fonte Preziosa, pagina 267, Mediterranee 9
  • 10. possesso di quanto è oggetto del suo desiderio 37 poiché Dio è amore 38 . La creazione con l’uomo è stata ideata e realizzata da Dio per salvare i Demoni che si erano ribellati a Dio stesso; perciò, almeno alla prima incarnazione, tutti gli uomini hanno la coscienza di un Demonio. 5. Una definizione di peccato Il peccato è stato così definito dai Maestri del Cerchio Firenze 77: “Il peccato è ignoranza, in quanto, chi pecca, non ha ancora assimilato l’insegnamento che lo porterà a non commettere più quel determinato errore. Possiamo anche dire che il peccato è debolezza quando non si è saputo far valere la volontà: che è una causa alla quale deve seguire un effetto. Questo effetto è di triplice natura: effetto immediato, in quanto colui che pecca per legge non progredisce, poiché significa che non ha acquisito quella esperienza; effetto che si ha dopo il trapasso, dato dal rimorso per non essersi adoperati, con ogni forza, allo scopo di migliorarci; effetto che ha una sua azione nelle prossime esistenze in quanto chi pecca, per giustizia, rimane vincolato alla legge karmica. La legge karmica non è la manifestazione della malvagità del Divino; ma è, come dice la stessa parola, legge. Per cui, come chi tocca una fiamma si scotta, così chi pecca subisce questo triplice effetto. Ma come diminuire la possibilità di sbagliare? Conoscendo cosa è errore, ed ecco anche un altro aspetto della concezione di peccato; infine peccato è tutto ciò che danneggia noi e altre creature (.) 39 . L’Evoluzione degli esseri umani avviene anche e per effetto delle attività delle religioni, che portano gli individui fino ad un certo punto di tale procedimento evolutivo; poi l’opera redentiva viene ampliata e perfezionata per tutti gli uomini, a qualunque popolo o religione appartengano 40 dal Signore Gesù, la Presenza Divina nell’uomo 41 . A quel punto l’uomo comprende che il suo io, così egoista e così egocentrico, che ha prevaricato il suo Ego 42 ; perciò l’io umano o piccolo sé può e deve essere dominato perché ogni uomo, ad un certo punto della sua evoluzione umana, ascolta la voce della sua coscienza sempre più spesso. Questa voce proviene da Dio all’uomo attraverso il suo Angelo Custode 43 . 6. La seconda scoperta del Buddha Questa scoperta riguarda un errore di Alàra Kàlàma. Le esperienze che Siddhattha fece presso la scuola di Alàra gli fecero scoprire che l’insegnamento della meditazione che lo portava alla sfera della “Non esistenza” o del “Nulla” non lo soddisfaceva. Si osserva che la sfera della “Non esistenza” o del “Nulla” in realtà non può esistere perché tutto è Vita nel Cosmo e nel Piano 37 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagina 228 (Prime incarnazioni umane), Mediterranee 38 Eileen Caddy, La Voce di Dio a Findhorn, pagina 42, Mediterranee 39 Cerchio Firenze 77, Dai mondi invisibili, pagina 164, Mediterranee 40 Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 24 e 25 Dicembre, Amrita ; Cerchio Firenze 77, Le grandi verità ricercate dall’uomo, pagina 160, Mediterranee 41 Eileen Caddy, La voce di Dio a Findhorn, pagina 144, Armenia 42 Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagina 206 (Ego), Mediterranee 43 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagina 28 (Angelo custode), Mediterranee 10
  • 11. Divino. La meditazione insegnata da Alara - oltre che transitoria come tutte le trance - non portava Siddhattha a risolvere la questione della liberazione dell’uomo dalle sofferenze causate dalla nascita, dalla vecchiaia, dalla malattia e dalla morte, ma neppure lui ci riuscì perché il dolore è uno dei tre motori del’evoluzione; gli altri due sono le lotte e le tentazioni della vita 44 , ma con l’Ottuplice sentiero Siddhattha insegnava ai suoi discepoli a vivere una vita etica e saggia. In ogni caso, la sfera della Non esistenza di Alàra Kàlàma “dove la materia non esiste più” è una fandonia perché nel Cosmo tutto è materia e energia 45 ; la “Non esistenza” o “Il Nulla” di Alàra e del Buddha era il silenzio della meditazione. E ancora: tutto nel Cosmo [ Terra, piano fisico e altri mondi ( astrale, mentale e Akasico 46 ) ] è vita e perciò non può esistervi una “Non vita”. Chi sostiene la sfera di una Non esistenza o del Nulla sbaglia perché anche nella meditazione, in ogni meditazione c’è vita, quantomeno di ascolto, in quanto l’uomo svolge un’attività mentale o comunque interiore indirizzata a conoscere ciò che esiste anche nel piano ultrafisico. 7. La terza scoperta del Buddha Questa scoperta riguarda un errore di Uddaka Ràmaputta. Esaurita l’esperienza con Alàra Kàlàma il Buddha Siddharta si scelse un altro maestro << (.) molto rinomato, un certo Uddaka Ràmaputta. Decise pertanto di frequentarne il centro principale della scuola (.).tuttavia si ripeté la situazione precedente: neanche questo personaggio, al pari di Alàra, avrebbe soddisfatto il giovane ricercatore. Anche in questo caso le notizie dottrinali sono piuttosto lacunose. Sappiamo soltanto che Uddaka aveva appreso la propria “visione” dal padre, enfatizzando la necessità di accedere a una dimensione intermedia, posta tra la coscienza e la non coscienza (.) 47 >> . [ mia nota: I Maestri disincarnati del Cerchio Firenze 77 insegnano che il Cosmo è composto solo di due zone. Nella prima, che esiste in funzione della seconda, ci sono tre piani: fisico, astrale e mentale, nella seconda zona c’è il piano Akasico o della Coscienza 48 che, a parere mio, è eterno. Perciò, Anche la dimensione intermedia posta tra la coscienza e la non coscienza di Uddaka è una fantasia. Al massimo questa dimensione potrebbe essere in una zona del mondo mentale che fa parte di quella chiamata i Paradisi delle religioni creati dal pensiero dell’uomo 49 ; tale dimensione non può fare parte del piano della Coscienza perché tutto è Coscienza nel piano akasico o della Coscienza 50 . A maggior ragione, detta dimensione non può far parte del Piano Divino. Inoltre se esistesse la dimensione di cui parlava Uddaka Ràmaputta, se 44 Jakob Lorber, Il Signore parla, pagina 162, Armenia 45 Paul G. Hewitt, Fisica per concetti, pagine 101-116 (Energia), Zanichelli 46 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 64-65 ( Cosmo), MEDITERRANEE 47 Leonardo Vittorio Arena, Buddha, pagina 19, Tascabili Economici Newton 48 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 64-65 (Cosmo), Mediterranee 49 Cerchio Firenze 77, Le grandi verità ricercate dall’uomo, pagine 175 -180 (L’evoluzione dopo il trapasso), Mediterranee ; Eileen Caddy, La voce di Dio a Findhorn, pagine 140-141 (Come l’uomo pensa così sarà), Mediterranee 50 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 217-218 (Piano akasico o della Coscienza), Mediterranee 11
  • 12. esistesse e fosse nel piano mentale del Cosmo sarebbe destinata a sparire a seguito del riassorbimento della Manifestazione cosmica 51 ]. << (.) Probabilmente questi ( mia nota: cioè Uddaka ) si prefiggeva di attingere un particolare stato di coscienza in parte estraneo all’esercizio delle abituali modalità percettive, ma anche in parte dipendente: di più non ci è dato di sapere. Anche in questo caso, comunque, il discepolo si impadronì in breve tempo della dottrina del maestro, raggiungendone gli stessi traguardi. Si dice che Siddhattha ebbe accesso alla cosiddetta dimensione “né coscienza, né non coscienza”, reputandola però insoddisfacente. A suo avviso una simili prospettiva non avrebbe consentito di superare definitivamente la sofferenza mondana, per attingere, cioè, la liberazione (.) 52 >> ”, ma la dottrina del Buddha non conduce alla liberazione perché è cercata con scopi egoistici (liberazione personale dalla sofferenza e spegnimento dei karma negativi sospesi 53 [Si veda il paragrafo 11 (La dottrina del Buddha nel nostro documento “ Fratelli Buddhisti la vita con tutti gli esseri viventi è il capolavoro di Dio . La liberazione fu una fissazione di Siddhartha, il futuro Buddha, ma Siddharta non la realizzò mai perché è opera Divina realizzata da Dio nella persona di Gesù Cristo 54 . Alla scuola di Uddaka Siddhartha scoprì che anche la cosiddetta sfera “Né coscienza, né non coscienza “ era simile, a parere mio, alla sfera del Nulla della quale ho parlato in precedenza e nel documento “La Meditazione”, messo tra gli Approfondimenti, nella parte riservata a Mente e Pensiero. Sinteticamente posso dire che al termine di una trance il meditante Siddhattha, della scuola di Uddaka, potrebbe avere continuato a meditare, ma da un certo punto in poi non gli è accadde più nulla per la fine della meditazione. Oppure il meditante, avendo il suo pensiero fisso sull’occhio spirituale, stava in silenzio in attesa che succedesse qualcosa. Questo “stato d’essere” è stato a parere mio chiamato da Uddaka, o da altri prima di lui, “Né coscienza, né non coscienza”, in quanto il meditante si trovava in uno stato d’attesa nel quale non succedeva nulla di cui il meditante fosse consapevole, mentre rimaneva in silenzio. 8. La Quarta scoperta del Buddha riguarda l’automortificazione e le privazioni eccessive che erano dannose e inutili << Ascesi e flagellazione. A quel punto Siddhattha si sentì insoddisfatto delle tecniche meditative e delle dottrine altrui: Era tempo di cercare una propria via di accesso al sentiero della liberazione. Poiché un certo tipo di conoscenza non gli aveva dischiuso alcuna prospettiva, il giovane avvertì che doveva rivolgersi all’ascesi. Iniziò così un lungo periodo di mortificazioni fisiche, che sarebbe durato addirittura sei anni. Siddhattha si prefiggeva di padroneggiare completamente i desideri del corpo, il che comportava persino la totale inibizione delle funzione 51 Cerchio Firenze 77, Dai mondi invisibili, pagine 230 -231 (Riassorbimento e fine della forma), Mediterranee 52 Leonardo Vittorio Arena, Buddha, pagina 19, Tascabili Economici Newton 53 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 160-161 (Liberazione), Mediterranee 54 Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 24 e 25 Dicembre, Amrita 12
  • 13. fisiologiche . All’inizio il giovane rimaneva seduto a lungo, i denti stretti e la lingua premuta sul palato. E tratteneva il respiro fino allo spasimo, al punto di percepire assordanti rumori nelle orecchie (.) .Per qualche tempo un boschetto costituì la sua dimora. Tuttavia certi metodi non gli diedero risultati positivi. Siddhattha allora decise di abbandonarli, rivolgendosi ad altro. Cominciò a mendicare accettando esclusivamente offerte di cibi vegetali. E se ne andò in giro nudo, proprio come i Giaina, infliggendosi le più atroci macerazioni e torture. Infine accantonò la benché minima misura di igiene personale, giungendo persino a nutrirsi delle sue proprie feci . Il suo corpo, di una magrezza impressionante dimagrì sempre di più (.) . Nel frattempo il giovane samana era immerso in profonde riflessioni, e stava per imprimere una svolta determinante alla sua vita. Si accorse che non stava ottenendo nulla: non aveva compiuto alcun progresso con quel rigorismo estremo. Capì allora che la liberazione non poteva derivare dalla fortificazione del corpo. Così accettò una scodella di riso bollito per ritemprarsi un pò. L’offerta gli sarebbe stata recata da Sujatà una ragazza tredicenne. Costei, capitata casualmente in riva al fiume, lo aveva visto in gravi condizioni e, preoccupata, gli avrebbe dato una ciotola di riso, o di latte secondo altre versioni. A quel punto Siddhattha si sentì subito rinfrancato, e le forze gli tornarono: la sua ricerca poteva continuare (.) 55 >>. Ne deriva che gli Orientali non dovrebbero insegnare che si può ottenere la Liberazione con lo yoga classico o con la dottrina di Gotama Siddhattha; non con lo yoga classico poiché il Buddha, uno di loro, ne ha dimostrato l’impossibilità, ma nemmeno con la dottrina buddhica, poiché senza l’aiuto di Dio – con la redenzione del Cristo, la Presenza Divina nell’uomo 56 - non ci può essere né Salvezza, né Liberazione 57 ; nel caso dei Buddhisti essi la ricercano con scopi egoistici (liberazione dalla sofferenza ed eliminazione dei karma negativi sospesi e perciò non la raggiungeranno mai 58 ; il Buddha – per quanto grande tra gli uomini - non ha nemmeno la forza di benedire la Terra, senza l’aiuto del Signore Gesù, così com’è dimostrato da molti secoli nella valle dell’Himalaya durante la cerimonia del Wesak 59 . La liberazione è trattata in modo semplice, ma esauriente dai Maestri disincarnati del Cerchio Firenze 77: a. << Voi dovete studiare voi stessi, conoscere voi stessi, come ben chiaramente dice e ha sempre detto Claudio, e constatare “fino a che punto l’ “io” vi spinge ad agire. Questo continuo riflettere, questo continuo riconoscere l’ ”io”, i vostri limiti, porterà ad una liberazione, ma unicamente per essere consapevoli di voi stessi, 32c, (Vedi Fatalismo), 68c. “La liberazione può avvenire anche in questo momento” purché lo vogliate, purché abbiate sincerità con voi stessi, per poter realizzare quella costante consapevolezza che è liberazione, 69c. Chi credesse di poter trovare nel mondo la felicità (vedi) e si sentisse dire, venendo qua da noi, “questa felicità non sarà 55 Leonardo Vittorio Arena, Buddha, pagine 19-20. Tascabili Economici Newton 56 Eileen Caddy, La voce di Dio a Findhorn, page 144, Mediterranee 57 Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 24 e del 25 Dicembre, Amrita ; Cerchio Firenze 77, Le grandi verità ricercate dall’uomo, pagine 160-161 (“Il ritorno” del Cristo), Mediterranee 58 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 160-161 (Liberazione), Mediterranee 59 Giuditta Dembech, Conoscere il Wesak, pagine 14-18, L’Ariete 13
  • 14. mai raggiunta nel mondo”, o “questa felicità è irraggiungibile perché la causa dell’infelicità è in te” ; e da queste nostre parole restasse deluso costui non dovrebbe dare la colpa della sua delusione al nostro insegnamento; perché è molto più vicino alla liberazione colui che sa, piuttosto di colui che non sa, 149d (.) . b. La liberazione insegnata da varie scuole a cominciare dallo yoga (vedi), è prospettata in senso egoistico, cioè si dice che raggiungendo tale liberazione ci si libera della sofferenza, si spengono i segni dei karma negativi, e così via. E questa non è che una variante del paradiso (vedi) indicato dalla religione cattolica. Ciò è profondamente errato. Colui che cerca di raggiungere la liberazione con questo fine, non la raggiungerà mai. Lo scopo per il quale l’uomo deve migliorarsi è quello di instaurare nel suo mondo, e da questo al mondo degli altri, l’ordine, la giustizia e la rettitudine: questo e basta. Non deve aspettarsi nessuna forma di ricompensa, né spirituale, né materiale. E colui che con volontà ricerca la liberazione a questo fine, è senz’altro aiutato, 243g. Il volersi cambiare deve avere il solo e unico scopo – lo ripeto ancora una volta - di migliorare il mondo attraverso il miglioramento di se stessi, senza attendersi alcuna ricompensa. Quando l’uomo meditando su se stesso, scopre in sé una serie di difetti, non deve cercare di violentarsi per non avere più difetti, ma deve prendere atto delle sue limitazioni, e, attraverso il meccanismo del porre attenzione e del capire, giungere al comprendere e al superare, 244g 60 >>. 9. Esagerazioni e errori Buddhisti I Buddhisti esagerano moltissimo i frutti e i benefici che si possono ottenere con la dottrina delle Quattro Nobili Verità ( Si veda il paragrafo 11 del nostro documento “Fratelli Buddhisti, La vita con tutti gli esseri viventi è il capolavoro di Dio” e fanno credere vero ciò che non lo è, assolutamente, perché l’uomo, anche se bravo come Siddhattha, non può cambiare le leggi divine della vita. Si riferisce e si commenta insieme: << La notte del risveglio : << (.) Nel resoconto autobiografico Siddhattha ammette di aver conosciuto, per l’occasione, le proprie vite precedenti. Egli mostra così di aderire alla teoria della reincarnazione, in base alla quale esiste un ciclo di nascite e di morti ( Samsàra ), che la liberazione ( nibbàna) ha il potere di sospendere . Siddhattha dichiara di essersi ricordato dei suoi nomi precedenti, nonché delle famiglie, delle caste e dei modi di esistenza in cui aveva vissuto. E la reminiscenza si sarebbe spostata molto indietro nel tempo, al punto da coprire l’arco di ben centomila nascite (!). Egli avrebbe recuperato certi ricordi nella prima parte della notte. In seguito, come è riferito in varie narrazioni, avrebbe attinto la conoscenza delle leggi kammiche che determinano la vita e la morte degli esseri senzienti. Questi rinascono in base alla condotta: a seconda delle azioni compiute, riceveranno una sorte peggiore o migliore e la rinascita nei mondi più infimi o elevati . Con questa 60 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 160-161 (Liberazione), Mediterranee 14
  • 15. concezione viene tracciata una netta linea di demarcazione tra il bene e il male. La conoscenza della legge del kamma ( sanscrito: karma; letteralmente: “azione” ) consente di orientare il proprio comportamento, in modo da sottrarsi, per quant’è possibile, ai condizionamenti negativi delle esistenze precedenti. Siddhattha sostiene che tali cognizioni gli sono state rivelate nella seconda parte della notte del risveglio. In realtà la legge del kamma era abbondantemente nota nella cultura indiana, e Siddhattha stesso deve averne sentito dire, non foss’altro che dai suoi maestri: quasi certamente da Alàra, e probabilmente da Uddaka (.) . (.) L’ultima parte della notte rappresenta il contributo originale di Siddhattha alla speculazione indiana, come frutto di una riflessione abbastanza personale. Vi si accenna alla teoria delle “quattro nobili verità” uno dei capisaldi del Buddismo. Siddhattha dichiara di aver “conosciuto” queste quattro realtà: il dolore ( dukkha ) ( mia nota : non fu una scoperta di Siddhartha perché il dolore era noto a tutti gli uomini del mondo ), l’origine del dolore ( ducckasamudaya ) ( mia nota: il dolore ebbe origine dalla ribellione di Lucifero e nella decisione di Dio di salvare lui e gli altri Angeli ribelli con la vita che conosciamo, la cessazione del dolore ( dukkhanirodha ) ( mia nota: il dolore non cessa nella vita, è soltanto ridotto o sospeso dalla Divina legge del Karma a chi si comporta bene come il Buddha o altri maestri) e la via che conduce alla cessazione del dolore ( dukkhagàminipatipadà ) (mia nota: c’è una sola via che faccia cessare il dolore, perché Tutto è perfetto 61 ; l’unica via è quella di vivere evangelicamente amando Dio e i fratelli uomini, così come insegna il Signore Gesù; le sofferenze con le lotte e le tentazioni sono le fondamenta della vita ideata e realizzata da Dio per fare crescere gli uomini in sapienza e Coscienza (.) 62 ) . (.) È soltanto un abbozzo di ciò che egli stesso avrebbe esposto più compiutamente ai suoi primi discepoli poco tempo dopo. Nonostante l’originalità della formulazione, va osservato che le “quattro verità” ( o realtà) si conformano agli schemi della medicina indiana dell’epoca. Qualsiasi sintomo andava, in primo luogo, individuato; in secondo luogo, se ne constatava la causa; in terzo luogo, la possibilità di debellarlo; e, infine, il modo specifico per farlo. Diagnosi, eziologia,prognosi e terapia erano le quattro fasi dell’intervento clinico, corrispondenti alle quattro verità buddhiste(.) (mia nota: le quattro nobili verità del Buddha sono incomplete o sbagliate).(.) Infine, durante la sua decisiva esperienza dell’Illuminazione, il giovane samana avrebbe soppresso i quattro àsava ( sanscrito: asrava ). Questo termine, approssimativamente traducibile con “influsso”, caratterizza i seguenti elementi: kàma ovvero il desiderio sensuale, bhava ovvero la voglia di esistere, avijja ovvero l’ignoranza ( mia nota: il Buddha non si sbarazzò dell’ignoranza, tantovero che continuò ad ignorare l’esistenza di Dio e della Scintilla Divina o Sé o Spirito nell’uomo ), ditthi ovvero l’opinione ( mia nota:Il Buddha non si sbarazzò dell’opinione tantovero che ideò la teoria del Non Sé o Anatta e quella dei Cinque fattori ambedue sbagliate, così come abbiano indicato nei punti 15 e 16 del documento “Il Buddha e i Buddhisti”. Ma la stessa teoria delle Quattro Nobili Verità è 61 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagina 296 (Tutto è perfetto), Mediterranee 62 Jakob Lorber, Il Signore parla, pagina 162, Armenia 15
  • 16. sostanzialmente sbagliata, soprattutto per quanto riguarda la cessazione del dolore e le rinascite sulla Terra ) . La caratteristica del santo buddista, cioè dell’arahat ( sanscrito: arhat ) consiste per l’appunto nell’essersi completamente sbarazzato di questi quattro condizionamenti 63 >> . 10. Il Risveglio di Gotama Siddhattha, il futuro Buddha Nella notte del risveglio o dell’illuminazione Siddhattha - dopo sei anni di intenso lavoro su se stesso e di insuccessi per debellare le sofferenze della nascita, della vecchiaia, della malattia e della morte – credette di potere fare cessare il dolore e le rinascite sulla Terra, ma sbagliò così come ho già detto. Invece aveva ragione nel sostenere che la rinascita sulla Terra era legata anche alla sete o bramosia (tanha) per il godimento dei piaceri del mondo e della carne, i quali originano le passioni per i piaceri e quindi concorrono a determinare le rinascite sulla Terra. La dottrina delle Quattro Nobili Verità è fondamentalmente errata perché il dolore, con le lotte e le tentazioni, sono le condizioni di vita 64 per fare crescere i demoni umani 65 in sapienza e coscienza, mentre le rinascite sulla Terra sono indispensabili finché l’uomo non diventa un santo, cioè un essere capace di amare. Tuttavia lo scoprire che l’origine della sofferenza era anche l’attaccamento o la bramosia per i piaceri del mondo e della carne fu una scoperta molto importante del Buddha. Si ritiene che Siddhartha intuisse anche che l’amoralità, la cattiveria, la bramosia, l’egoismo, la sete di godere dei piaceri della Vita e le passioni erano le cause principali delle sofferenze e delle rinascite nel pianeta Terra e perciò mise la rinuncia ad esse a fondamento della propria dottrina (Seconda nobile verità fondata sulla Divina legge del karma). Siddhattha intuì anche i benefici della legge del karma secondo la quale il bene è compensato con pace e tranquillità ( e riduzione o sospensione del dolore ), mentre il Male è corretto con pene e angosce 66 “. Con il tempo Siddharta si rese conto che la rinuncia ai piaceri del mondo e della carne unita alla meditazione, al rispetto degli altri, ai comportamenti saggi e morali e ad un ascetismo moderato, avrebbero formato una dottrina - che è stata chiamata Dharma ( che è un metodo ) - che avrebbe potuto lenire le sofferenze dell’uomo osservando l’Ottuplice sentiero (Quarta nobile verità anch’essa fondata sulla divina legge del karma come la Seconda e la Terza nobile verità). Non può essere ritenuto verosimile quindi che le sue scoperte siano avvenute in una sola notte; è molto più probabile invece che siano il frutto di sei anni di riflessioni, meditazioni, prove, sacrifici e insuccessi e di vita in comune con altri maestri e monaci. 11. La quinta scoperta del Buddha è la Prima Nobile Verità della sofferenza, la quale è sbagliata e giusta contemporaneamente; è sbagliata perché nella vita dell’uomo ci sono anche gli 63 Leonardo Vittorio Arena, Buddha, pagine 22-23, Tascabili Economici Newton 64 Jakob Lorber, Il Signore parla, pagina 162, Armenia 65 Jakob Lorber, Il Signore parla, pagina 178, Armenia 66 Cerchio Firenze 77, Le grandi verità ricercate dall’uomo, pagina 49 (Mantra del karma), Mediterranee 16
  • 17. amori, le amicizie, le gioie, i piaceri, le soddisfazioni, i giochi e simili. È giusta perché è vero che nella vita ci sono le sofferenze causate dalla malattia, dalla vecchiaia e dalla morte, ma chi muore vivrà una vita migliore nell’aldilà 67 .Siddhattha non si rese conto che il Signore Dio aveva affidato al dolore, alle lotte e alle tentazioni uno scopo nobile: salvare i Demoni per mezzo della vita e degli uomini 68 . Si riferisce che Siddhartha disse: << Che cosa è, monaci, la nobile verità della sofferenza ? La nascita è sofferenza, la malattia è sofferenza, la vecchiaia è sofferenza, la morte è sofferenza. Il dolore, l’afflizione, il rammarico, il dispiacere, la disperazione sono sofferenza. L’unione con ciò che non si ama è sofferenza, la separazione da ciò che è piacevole è sofferenza. Non ottenere ciò che si vuole è sofferenza. In breve i cinque fattori dell’individualità sono sofferenza 69 >> . ( mia nota: Si veda il paragrafo 11 del nostro documento “Fratelli Buddhisti, la vita con tutti gli esseri viventi è il capolavoro di Dio ) . Come già si è detto la Prima nobile verità non è una verità perché il Buddha ignorò che nella vita ci sono amori, amicizie, gioie, piaceri, soddisfazioni, giochi e simili per giovani e adulti e la fece apparire come se fosse soltanto sofferenza. << (.) I cinque fattori dell’individualità sono secondo Buddha: il corpo fisico (rupa), le sensazioni (vedana), le cognizioni (sanna), i tratti e le inclinazioni del carattere (sankhara) e la Coscienza (vinnana). Non è necessario analizzare nei particolari ognuno di questi cinque fattori, perché di questo elenco ci interessa non tanto ciò che è incluso quanto ciò che è escluso. In particolare la dottrina non fa alcun riferimento a un’anima o un “sé”, quale eterna e immutabile essenza spirituale. Assumendo questa posizione, Buddha si pose al di fuori della tradizione ortodossa indiana, il Brahmanesimo, secondo cui ogni individuo possiede un’anima eterna (Atman) che fa parte o si identifica con un assoluto metafisico chiamato Brahman (una sorta di entità divina impersonale (.) 70 ) >>. << (.) Buddha affermava di non aver trovato nessuna prova dell’esistenza di un’anima impersonale (Atman) o del suo equivalente cosmico ( il Brahman ) (.) 71 . Il Buddha non seppe intuire lo scopo nobile del dolore, né cercò il Brahman dove poteva trovarlo, cioè nel suo stesso cuore 72 . Lo scopo nobile della vita e quindi anche del dolore era la Salvezza o Liberazione dei Demoni capitanati da Lucifero - che poi divenne Satana - per mezzo degli uomini. Il Signore Gesù ha detto a proposito di Lucifero e degli altri Angeli ribelli nonché della decisione di Dio di salvarli:<< (.) Gli spiriti caduti, che si erano volontariamente allontanati da Me e 67 Cerchio Firenze 77, Le grandi verità ricercate dall’uomo, pagine 175-180 (L’evoluzione dopo il trapasso), Mediterranee ; Agnese Moneta, Noi figli di luce, pagine 136-138, Edizioni FAGUA srl, Genova ; Paola Giovetti, I Messaggi della speranza, pagine 90-91 e 154-157, Mediterranee 68 Jakob Lorber, Il Signore parla, page 162, Armenia 69 Damien Keown, Buddhismo, pagina 48, Einaudi Tascabili 70 Damien Keown, Buddhismo, pagine 49-50, Einaudi Tascabili 71 Damien Keown; Buddhismo, pagina 50, Einaudi Tascabili 72 Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 23 e 28 Gennaio, del 28 Marzo, dell’8 Aprile, del 29 Maggio, del 17 e 21 Luglio, del 30 Agosto, del 4 Settembre e del 24 Novembre, Amrita 17
  • 18. avevano intrapreso la via sbagliata, non potevano e non volevano saper niente di progresso, di perfezionamento; tuttavia, per non sbarrare loro completamente la strada, furono posti in condizioni in cui, ferma restando la loro libertà personale, possono tornare indietro quando vogliono. Per questo fu ora creato il mondo materiale, l’intero universo, l’uomo. In lui, a seconda del grado della loro malvagità gli spiriti furono rivestiti di materia, esposti a lotte, tentazioni e dolori; in primo luogo per portarli gradualmente, attraverso queste condizioni di vita,alla comprensione dei loro errori, e in secondo luogo per dare inizio in questo modo anche al loro volontario ritorno: perché ovunque per prima cosa c’è il principio di libertà e il principio di perfezionamento viene come secondo… ….Tutta la Terra e gli innumerevoli altri corpi celesti sono formati dalla grande anima di Satana: tutta la creazione visibile consiste solo di particole del grande spirito di Lucifero e del suo seguito bandito e caduto nella materia. Dio, che è eterno amore e compassione, non avrebbe mai potuto annientare Lucifero, perché ciò che Dio ha chiamato una volta alla vita può sì cambiare forma e passare da una meno nobile ad una più nobile o viceversa, ma non può mai essere annientato 73 >>. Ciò posto, credere di poter vivere senza l’aiuto del Padre-Madre-Dio 74 in quei labirinti che sono le nostre molteplici vite sulla Terra e negli altri piani del Cosmo (astrale, mentale e akasico o della coscienza) 75 , più che un’illusione è una esagerata valutazione delle capacità dell’uomo e dei suoi valori. Credere di poter vivere nel Cosmo senza la guida di uno Spirito individuale eterno 76 , un’Anima o un Sé che coordina le esistenze dei diversi individui durante le loro molteplici incarnazioni sulla Terra e nell’Aldilà è un’altra illusione o un’altra esagerata valutazione delle capacità dell’uomo e dei suoi scarsi valori. Sulla Terra l’uomo segue ogni volta un programma di studi adatto alla crescita della sua Coscienza, programma che Dio fà predisporre per ognuno di noi dai Signori o Maestri del Karma 77 affinché si possa ampliare la nostra coscienza per mezzo degli l’insegnamenti del dolore (effetti) causati dai nostri pregressi comportamenti malevoli (cause) 78 ; le scuole dell’Aldilà servono per ampliare la nostra coscienza dopo il trapasso 79 sulla base delle esperienze da noi fatte durante l’incarnazione sulla Terra. La dottrina Buddhica delle Quattro Nobili Verità è semplicistica e prevalentemente sbagliata; è meglio esaminarla verità per verità come faccio io. Tale dottrina è anche complicata dai mille sofismi delle Sette buddhiste. 73 Jakob Lorber, Il Signore parla, pagine 162-163, Armenia 74 Eileen Caddy, La voce di Dio a Findhorn, pagine 103-104, Mediterranee 75 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 64-65 (Cosmo), Mediterranee 76 Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagina 207 (Goccia o Scintilla Divina – Spirito – Sé), Mediterranee 77 Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagina 215 (Signori del karma), Mediterranee 78 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 157-150 (Legge di causa e di effetto o legge karmica), Mediterranee 79 Cerchio Firenze 77, Le grandi verità ricercate dall’uomo, pagine 175-180 (L’evoluzione oltre il trapasso), Mediterranee 18
  • 19. Il Buddhismo è come un uomo che nascesse con una gamba sola: avrebbe bisogno sempre di una gruccia per camminare; qual’è la gruccia che il Buddha dette all’uomo? Una dottrina sostanzialmente sbagliata, anche l’insegnamento del Conoscere per se stessi ( A I 189 ) 80 . Per colpa del Buddha ai Buddhisti mancano le Illuminazioni e le risposte di Dio 81 . L’uomo è o sarebbe, una misera cosa senza Dio e la Scintilla Divina o il Sé o Spirito, di fronte alle complessità della vita e della nostra stessa natura; perciò il Buddha ha una grandissima colpa insieme ai Buddhismi: l’aver fondato una religione o uno stile di vita senza Dio. È una grandissima fortuna per tutti gli uomini, inclusi Buddhisti e Atei ad esempio, che abbiamo un Dio amore-vita come Padre e Madre che fa programmare per noi anche le sofferenze necessarie a darci la coscienza che ci mancava esistenza per esistenza perché la vita sulla Terra è una ottima scuola 82 come quelle nell’Aldilà 83 . L’uomo ha anche un’altra grandissima fortuna: non viene giudicato da Dio nella persona di Gesù Cristo per i suoi peccati, ma soltanto per le sue buone azioni 84 ; perciò dopo ogni esistenza terrestre si amplia sempre la nostra coscienza; il Giudizio di Dio è questo perché Dio è amore 85 . Per quanto riguarda il Buddha penso che sia nel Nirvana (piano o mondo mentale) come essere di Luce e non all’Inferno per aver fondato o contribuito a fondare una religione o uno stile di vita senza Dio. I Buddhisti possono ignorare Dio, ma il Dio dell’amore e della vita conosce le debolezze dei Suoi figli e perciò non li lascia mai soli, anche se non impone mai la Sua volontà a loro per la libertà che ci ha dato 86 . Dio è il Maestro interiore 87 instancabile che propone ai Suoi figli sempre nuove lezioni per mezzo delle riflessioni che le lotte, le tentazioni e il dolore inducono l’uomo a fare. È riflettendo sul perché delle sofferenze che l’uomo cresce sempre in conoscenza e coscienza; è vero che si cresce lentamente, ma si cresce sempre qui e nell’Aldilà 88 anche per merito delle Guide che Dio ci dà 89 . Ma non soltanto: l’uomo cresce sempre in conoscenza e coscienza perché nella vita del Dio 80 Michael Carrithers, Buddha, pagina 43, Einaudi Tascabili 81 Eileen Caddy, La voce di Dio a Findhorn, pagina 61 (Le risposte interiori), Mediterranee ; Le porte interiori, Messaggi del 23 e 28 Gennaio, del 21 Luglio, del 30 Agosto, del 4 Settembre e del 24 Novembre, Amrita 82 Jakob Lorber, Il Signore parla, pagina 185, Armenia 83 Jakob Lorber, Il Signore parla, pagine 170-178 (L’anima nell’aldilà), Armenia ; Cerchio Firenze 77, Le grandi verità ricercate dall’uomo, pagine 175-180 (L’evoluzione dopo il trapasso), Mediterranee 84 Jakob Lorber, Il Signore parla, pagine 181-184 (Il giorno del giudizio e la resurrezione della carne), Armenia 85 Salmo di Davide 103 (102) ; Eileen Caddy, La voce di Dio a Findhorn, pagina 42, Mediterranee Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggio del 17 Luglio, Amrita 86 Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggio del 21 Luglio, Amrita ; Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagina 161 (Libero arbitrio) e pagina 161-162 (Libertà), Mediterranee 87 Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggio del 23 e 28 Gennaio, dell’8 Aprile, del 29 Maggio, del 17 e 21 Luglio e del 21 Ottobre, Amrita ; La voce di Dio a Findhorn, pagina 61(Le risposte interiori), Mediterranee 88 Cerchio Firenze 77, Le grandi verità ricercate dall’uomo, pagine 175-180 (L’evoluzione dopo il trapasso), Mediterranee 89 Jakob Lorber, Il Signore parla, pagine 178, Armenia 19
  • 20. dell’Amore nulla è casuale e dietro ogni vita esistono un disegno e un piano 90 ; inoltre si trae beneficio dai nostri sbagli e nulla accade invano 91 . Siddhattha ha il merito di avere intuito una correlazione tra i comportamenti umani (buoni o cattivi) e la legge karmica o legge di causa e di effetto 92 . Ma il Buddha continuò – e forse continua - ad ignorare Dio e la sua personale Scintilla Divina – Spirito – Sé che Dio gli ha assegnato. Il Buddha intuì anche che la vita offriva ad ogni momento la possibilità di scegliere tra il Bene e il Male ( Seconda, Terza e Quarta nobili verità ) e che anche da questa serie di scelte attimo per attimo dipendeva la rinascita dell’uomo sulla Terra . Siddhattha pensò e insegnò che la scelta morale o virtuosa era il comportamento corretto, mentre la scelta amorale o cattiva dell’uomo dava origine alle sue future rinascite sul pianeta Terra, ancora una volta assoggettato alle sofferenze della nascita, della malattia, della vecchiaia e della morte sulla Terra. Io non so se il Buddha sapeva che l’io con la esse minuscola - ovvero il piccolo sé o sé inferiore - nasce e ha sede nella mente dell’uomo 93 e che perciò tutte le scelte umane sono condizionate dall’io finché l’Ego 94 non l’ha dominato. È possibile che il Buddha abbia intuito che nel mondo interiore dell’uomo si svolgeva una lotta momento per momento, cioè scelta per scelta tra la possibilità buona, morale o virtuosa che offre la vita - sostenuta dall’Ego ( formato da Scintilla Divina, o Sé con la esse maiuscola e la Coscienza dell’uomo ) - e la possibilità cattiva, materiale, bramosa, viziosa o amorale che il Buddha definisce “bramosia ” o sete di vita 95 sostenuta dall’io o sé con la esse minuscola creato dalla mente dell’uomo 96 . Non tutte le persone sono al corrente di questa lotta ultraterrena che si svolge momento per momento nel nostro mondo interiore, perciò non tutti ne siamo consapevoli finché non lo si scopre o lo si viene a sapere, ma le possibilità offerte continuamente dalle vicende quotidiane sono sempre due, perché la vita è duale ( si sceglie tra i contrari 97 ). È stato detto che la Dualità << È uno dei tre aspetti del Logos, quello legislativo; è la legge cosmica che regola il Cosmo stesso. È L’orditura del Cosmo, o matrice di tutte le forme, sulla base della quale il Cosmo, sviluppandosi, si intesse, 206c. 98 >>. Ne deriva che la Dualità è insita nella 90 Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggio del 27 Agosto, Amrita 91 Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggio del 29 Agosto, Amrita 92 Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagine 209 (Legge di causa e di effetto) e pagina 210 ( Legge karmica), Mediterranee 93 Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagine 208-209 (io), Mediterranee 94 Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagina 206 (Ego), Mediterranee 95 Damien Keown, Buddhismo, pagine 51-54 (Seconda nobile verità), Einaudi Tascabili 96 Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagine 208-209 (io), Mediterranee 97 Eileen Caddy, La Fonte Preziosa, pagine 266-267, Mediterranee ; Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagine 136-137 (Dualità), Mediterranee 98 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagina 81 (Dualità), Mediterranee 20
  • 21. vita. Considerati gli scopi della vita dell’uomo non resta che concludere che la Dualità è una cosa buona, molto buona, se i nostri comportamenti sono buoni! Il Cosmo è stato così definito dai Maestri spirituali del Cerchio Firenze 77 : << Totale risultanza di un processo di manifestazione ( o emanazione ) di Dio, in continuo movimento. È limitata nella esistenza da un inizio ed una fine nel tempo e nello spazio 99 >>. 12. La sesta scoperta del Buddha è la Seconda Nobile Verità dell’origine (samudaya) della sofferenza Il Buddha disse: << Questa, monaci, è la verità dell’origine della sofferenza. È questa sete, o bramosia (tanha), che dà origine alla rinascita, che è legata al godimento delle passioni, che cerca sempre nuovi piaceri ovunque, sotto forma di 1) sete di piacere dei sensi, 2) sete di esistenza e 3) sete di non esistenza 100 >>. Questa verità è corretta e sbagliata allo stesso tempo: - è sbagliata perché l’origine della sofferenza risiede nella ribellione di Satana e degli altri Demoni e nell’amore di Dio il Quale, per salvarli, ideò la vita con le cose e tutti gli esseri viventi, incluso l’uomo. - è corretta perché la sete di vita o bramosia coopera con i karma negativi sospesi a determinare le rinascite sulla Terra. Ma sarebbe sbagliato credere che i karma negativi sospesi ad una determinata incarnazione di un individuo siano azzerati per la rinuncia alla sete e alla bramosia per il godimento delle passioni in una determinata esistenza, perché ciò sarebbe contrario alla giustizia e alle necessità dell’uomo di ricevere le lezioni karmiche sospese le quali gli doneranno la coscienza che gli mancava. Siddhattha intuì che le seti o bramosie predette erano la causa della sofferenze e quindi anche di rinascite per la creazione di nuovi karma negativi. Questa fu una grande scoperta, ma in realtà le seti e le bramosie per i godimento delle passioni e dei piaceri sono una concausa delle rinascite insieme ai karma negativi sospesi ad una determinata incarnazione, ad esempio da Buddhista. Siddhartha intuì anche che la bramosia o sete per il godimento dei piaceri del mondo e della carne era alimentata dall’ignoranza (A V 116) 101 . Il Buddha scoprì che la sofferenza viene ridotta o sospesa dalla legge del Karma quando l’uomo comincia a vivere virtuosamente, ma credette erroneamente che si trattasse della cessazione della sofferenza, mentre lui stesso soffrì almeno nella vecchiaia 102 . 99 Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagina 205 (Cosmo), Mediterranee 100 Damien Keown, Buddhismo, pagina 51, Einaudi Tascabili 101 Michael Carrithers, Buddha, pagina 72, Einaudi Tascabili 102 Michael Carrithers, Buddha, pagina 106, Einaudi Tascabili ; Leonardo Vittorio Arena, Buddha, pagine 74-76 (Malattia del Buddha), Tascabili economici Newton ; Damien Keown, Buddhismo, pagine 28-30 (La morte), Einaudi Tascabili 21
  • 22. Secondo Siddhattha odio, ignoranza e bramosia formano il triplice fuoco che conduce alla rinascita 103 . A causa della bramosia di avere, prevalere e godere l’uomo mantiene in essere la spirale delle sofferenze e delle rinascite sulla Terra, ma il Signore Dio scoprì il rimedio per le passioni dell’uomo: una vita intessuta di “lotte, tentazioni e dolori” che donano comprensione dei propri errori, vita vissuta liberalmente dall’uomo stesso 104 ;purtroppo il Buddha non lo scoprì perché non meditò mai nel suo cuore; se l’avesse fatto avrebbe trovato Dio e conseguentemente la Sua Sapienza che avrebbe illuminato Siddharta; perciò il Buddha, con la Luce Divina, in lui non avrebbe commesso errori dei quali tratteremo anche nel paragrafo 21 di questo documento. In particolare il dolore è uno dei sommi beni dell’uomo, un balsamo per l’Anima perché fà scoprire all’uomo i suoi errori e le verità della vita 105 . E prima o poi, cioè dopo molteplici rinascite sulla Terra, l’uomo lo scopre e allora comprende lo splendore dell’esistenza che consiste nel donare se stessi per amore 106 senza richiedere nulla in cambio, ma il premio arriva ugualmente: la gioia perché si è donato tutto 107 . 13. La settima scoperta del Buddha: La Terza nobile verità della cessazione della sofferenza, ma questa fu un errore Nella Terza nobile verità c’è un errore gravissimo: assicura la cessazione (nirodha) della sofferenza, mentre la legge Divina del Karma prevede e dà soltanto l’attenuazione, riduzione o sospensione del dolore, ma finché l’uomo si comporterà bene. Io penso che Siddhartha si comportasse bene con i suoi fratelli uomini, ma non si comportò bene con il Signore Dio, ignorandoLo e non parlando di Lui ai suoi discepoli fino a tarda età; perciò – ad un certo punto della sua vita - i Signori o Maestri del Karma 108 disposero la ripresa del dolore a carico del Buddha per correggerlo. Infatti Siddharta soffrì atrocemente nella sua vecchiaia 109 . Il Buddha disse:<< Questa, monaci, è la verità della cessazione della sofferenza. È la totale cessazione della bramosia (tanha), uscirne, rinunciarvi, rifiutarla, liberarsene, porre fine all’attaccamento 110 >>. La verità della cessazione delle sofferenze (Nirodha) non è una verità, ma un errore giovanile del Buddha, il quale scambiò la sospensione karmica delle sue sofferenze per la cessazione delle sofferenze. Tanto vero che il Buddha stesso soffrì in vecchiaia di atroci sofferenze così come si è detto sopra. Non mi risulta niente delle sofferenze di Siddhattha da 103 Damien Keown, Buddhismo, pagina 55, Einaudi Tascabili 104 Jakob Lorber, Il Signore parla, pagine 133-137 ( IL significato della miseria, della malattia e del dolore) e pagina 162, Armenia 105 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 75-77 (Dolore), Mediterranee 106 Eileen Caddy, La Voce di Dio a Findhorn, pagine 77 e 147, Mediterranee 107 Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 17 Febbraio, del 27 Agosto e del 22 Dicembre, Amrita 108 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagina 266 (I Signori del karma), Mediterranee 109 Leonardo Vittorio Arena, Buddha, pagine 74-76 (Malattia del Buddha), Tascabili Economici Newton ; Michael Carrithers, Buddha, pagina 106, Einaudi Tascabili ; Damien Keown, Buddhismo, pagine 28-30 (La morte), Einaudi Tascabili 110 Damien Keown, Buddhismo, pagina 54, Einaudi Tascabili 22
  • 23. trent’anni a sessanta/ottanta anni, ma penso che ne ebbe almeno un poco ogni tanto, perché perseverava nell’ignorare il Signore Dio. È vero però che per non creare nuovi motivi di sofferenza (effetti) per le future incarnazioni è necessario superare la bramosia e l’attaccamento per i piaceri del mondo e della carne (cause che generano sofferenze future); perciò per ottenere la riduzione o la sospensione delle sofferenze, la pace e la serenità si deve rinunciare alla bramosia e all’attaccamento per i piaceri del mondo e della carne la quale cosa non è affatto facile; però, la cessazione della bramosia o sete per i piaceri del mondo e della carne è possibile perché quando l’uomo si impegna per migliorarsi Dio lo aiuta 111 , anche se l’uomo non crede in Lui, ma evidentemente Buddha non si impegnò abbastanza e commise grossi errori come abbiamo già detto. La cessazione della sofferenza non è una verità, ma un errore gravissimo del Buddha; oppure fu una illusione o una pietosa bugia per indurre i suoi discepoli a comportarsi bene. Non è possibile fare cessare le sofferenze perché il dolore è insito nella vita dell’uomo, poiché il dolore è uno dei tre motori dell’evoluzione del genere umano insieme alle lotte e alle tentazioni 112 . Le riflessioni, che l’uomo stesso fà a seguito delle sofferenze che patisce, lo inducono a scoprire le ragioni degli errori che fece comportandosi male nel tempo passato verso l’ambiente e le altre creature, inclusi – naturalmente - i fratelli uomini mentre è vero che la bramosia e l’attaccamento per il godimento dei piaceri del mondo e della carne cooperano – con i karma negativi sospesi - a dare origine alle rinascite sulla Terra. Perché la vita è così? Perché all’onniscienza di Dio il dolore, insieme alle lotte e alle tentazioni, si rivelò l’unico modo per far crescere l’uomo in sapienza e Coscienza; l’uomo è stato creato insieme alla vita come la conosciamo per redimere e salvare i Demoni 113 . Ecco perché esistono le Leggi dell’Evoluzione, con la reincarnazione e il karma ed ecco perché non è vero che un uomo possa avere o scoprire la possibilità di fare cessare la sua sofferenza; però per la legge del karma - e non per merito del Buddha - chi sceglie di fare il Bene è compensato con pace, tranquillità e con la riduzione, attenuazione o sospensione delle sofferenze. Invece, chi si comporta Male riceve pene e angosce come correzione/insegnamento 114 . Le sofferenze fanno parte quindi della perfezione finalistica del tutto 115 . Nel Buddhismo si dice che quando l’uomo ha posto fine all’attaccamento per le passioni del mondo e della carne realizza il Nirvana, che “ è la fine di bramosia, odio e ignoranza ( S.I. 38 ) 116 “ Il Nirvana è uno stato d’essere che consegue alla rinuncia alla bramosia e all’attaccamento ai piaceri del mondo e della carne ed è premiato dalla legge del karma con pace e tranquillità e chi 111 Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggio del 18 Maggio e del 29 Agosto, Amrita 112 Jakob Lorber, Il Signore parla, pagina 162, Armenia 113 Jakob Lorber, Il Signore parla, pagina 162, Armenia 114 Cerchio Firenze 77, Le grandi verità ricercate dall’uomo, pagina 49 (Mantra del Karma), Mediterranee 115 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagina 296 (Tutto è perfetto) 116 Damien Keown, Buddhismo, pagina 55, Einaudi Tascabili 23
  • 24. si comporta bene è compensato anche con attenuazione, riduzione o sospensione delle sofferenze, ma soltanto finché l’uomo si comporterà bene 117 . Il Nirvana non è un annientamento o un annullamento di se stessi; consiste, invece, nell’estinzione del triplice fuoco della bramosia, dell’odio e dell’ignoranza che conduce alla rinascita (.) (S.I. 38) 118 , ma i karma negativi sospesi - effetti di cause mosse precedentemente dall’uomo - sono ineluttabili 119 . Non può esistere il Nirvana come un annientamento o un annullamento dell’uomo, poiché il suo Spirito o Sé è eterno, essendo un virtuale frazionamento dello Spirito di Dio, l’Assoluto 120 . Il Nirvana dunque non è frutto soltanto della rinuncia ai piaceri del mondo e della carne, ma anche del premio che dà la legge del karma a chi fa tale rinuncia; è dunque un misto, da una parte se lo merita l’uomo, dall’altra interviene la legge di Dio, quella del karma, per compensare l’uomo virtuoso . Il Buddha scoprì gli effetti dei buoni comportamenti dell’uomo sulla sua vita così come sono previsti dalla Legge del Karma 121 . A causa della bramosia di avere, prevalere e godere l’uomo mantiene in essere la spirale delle sofferenze e delle rinascite sulla Terra, ma siccome niente è casuale nella vita dell’uomo122 anche il dolore ha uno scopo: è uno dei tre strumenti di Dio per l’evoluzione dell’uomo sulla Terra, insieme alle lotte e alle tentazioni 123 . << Il Rimedio alla sofferenza . La Terza Nobile Verità, o Verità della Cessazione della Sofferenza, stabilisce che il malanno della sofferenza è curabile (.) (mia nota: Le sofferenze per i karma negativi sospesi non possono cessare perché sono indispensabili all’ampliamento della coscienza degli uomini, ma la Legge del Karma prevede la riduzione o sospensione del dolore quando l’uomo si comporta virtuosamente aiutando i suoi fratelli uomini come fece il Buddha Gotama Siddhattha. Quindi, il dolore non è un Male, ma un Bene che fa parte della perfezione del tutto: “(.) è una perfezione finalistica che ha uno scopo ed è proprio tenendo presente lo scopo, l’ordine, che la disposizione di ciò che è diventa perfetta (.) 124 ! ). (.) Sebbene non esista un individuo virtuoso in permanenza, il processo impersonale si può correggere. È possibile ottenere la liberazione (.) (mia nota:la liberazione promessa dai Buddhisti non si verifica; perché la liberazione buddhista è fondata sull’egoismo 125 [ il liberarsi dalla sofferenza con l’annullamento dei karma negativi sospesi (effetti) per il male commesso in precedenza (cause) ] la liberazione è 117 Cerchio Firenze 77, Le grandi verità ricercate dall’uomo, pagine 43-49 (La dinamica del karma), Mediterranee 118 Damien Keown, Buddhismo, pagina 55, Einaudi Tascabili 119 Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagina 209 (Karma), Mediterranee 120 Cerchio Firenze 77, La Fonte Preziosa, pagine 266-267, Mediterranee ; Dizionario del Cerchio, pagina 122 (Frantumazione dell’Uno nei molti), Mediterranee 121 Cerchio Firenze 77, Le grandi verità ricercate dall’uomo, pagine 43-49 (La dinamica del karma), Mediterranee 122 Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggio del 27 Agosto, Amrita 123 Jakob Lorber, Il Signore parla, pagina 162, Armenia 124 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagina 296 (Perfezione del tutto), Mediterranee 125 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 160-161 (Liberazione), Mediterranee 24
  • 25. opera di Dio nella persona di Gesù Cristo 126 ) . (.) Nell’ambito delle Quattro Nobili Verità questa è una dottrina abbastanza neutra, che segue la struttura della diagnosi medica. Tuttavia essa si attiene ad un importante corpus di opinioni accreditate all’epoca del Buddha ed espresse principalmente dagli Ajivika. Essi sostengono che il criterio della rinascita è automatico e meccanico :ciascun essere, non importa cosa faccia, ha l’obbligo di rinascere in ogni possibile condizione e alla fine è destinato a conquistare la salvezza (mia nota: ma soltanto per la redenzione del Signore Gesù 127 ) , per cui non ha senso compiere particolari sacrifici . Un Ajivika avrebbe potuto chiedere tranquillamente al Buddha se la sua dottrina dell’origine interdipendente non giungesse proprio a tale conclusione. Non è forse vero che queste cause e condizioni, per quanto complesse, finiscono per avere un esito meccanicamente predestinato, un pò come un complicato dispositivo che si carica e si mette in moto ? La risposta del Buddha a questa domanda è che, per quanto le nostre qualità e le nostre doti siano forgiate dalle circostanze nel corso delle vite precedenti, ci resta tuttavia la facoltà di modificare volontariamente il nostro comportamento – seppure nei limiti della vita attuale. Possiamo sconfiggere l’ignoranza contemplando il mondo per quello che è, ossia per com’è rappresentato nelle Quattro Nobili Verità ( mia nota: Le Quattro nobili Verità non rappresentano il mondo, cioè la vita sulla Terra come già si è detto perché ignorano gli amori, le amicizie, le gioie, i piaceri, i giochi e le soddisfazioni della vita. Il Signore Gesù ha spiegato l’origine del mondo e le finalità della vita 128 ) . E possiamo dominare la bramosia ricorrendo all’equilibrata disciplina concepita, e promulgata, dal Buddha per chi ha compiuto la rinuncia 129 (mia nota: questo è vero! ). Tuttavia, c’è un comportamento umano - peraltro sottoposto a condizione - che ci suggerisce il Fratello Orientale, uno dei Maestri del Cerchio Firenze 77 – che ci libera dal dolore, ma purché si diventi e si continui ad essere giorno per giorno “ giusti, misericordiosi e puri “ 130 . Solo a queste condizioni il dolore non ci seguirà più, salvo quello dei karma negativi sospesi (effetti) di comportamenti malevoli del passato (cause) per deficienza di coscienza; il diventare “giusti, misericordiosi e puri” suggerito dal Fratello Orientale è un comportamento tutt’altro che facile da tenere, non solo, ma anche per mantenersi tali nel tempo ; ciò è valido per tutti gli uomini. Non è pertanto necessario aderire al Buddhismo per beneficiare di questi premi karmici anche perché la via spirituale principale per la Salvezza o Liberazione è quella di Gesù Cristo e della Sua Dottrina 131 . 14. L’ottava scoperta del Buddha: La Quarta nobile verità della cessazione della sofferenza (magga); anche questa non è una verità perché non tiene conto dei karma negativi sospesi prima dell’incarnazione da Buddhisti 126 Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 24 e 25 Dicembre,m Amrita 127 Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 24 e 25 Dicembre, Amrita 128 Jakob Lorber, Il Signore parla pagina 157-163 (La natura di Satana e le conseguenze della sua caduta), Armenia 129 Michael Carrithers, Buddha, pagina 77, Einaudi Tascabili 130 Cerchio Firenze 77, Le grandi verità ricercate dall’uomo pagina 49 (Mantra del Karma), Mediterranee 131 Vangeli antichi e moderni 25
  • 26. In questa Quarta nobile verità c’è la ripetizione di un errore gravissimo contenuto nella Terza verità: quello della cessazione delle sofferenze perché non è vero che avvenga la liberazione con i comportamenti dell’ottuplice sentiero perché tali comportamenti sono tenuti per scopi egoistici e per questi scopi non raggiungeranno mai la liberazione 132 anche perché non tengono conto dei karma negativi sospesi prima dell’incarnazione da Buddhisti. Questa non è una verità, ma un errore del Buddha o una sua pietosa bugia per stimolare i suoi discepoli a vivere secondo virtù, etica e saggezza; la verità della via (magga) che conduce alla cessazione della sofferenza non esiste, perché la vita dell’uomo sulla Terra continuerà, anche per i Buddhisti, finché non avranno capito gli errori che fecero cioè il Male) in precedenti esistenze sulla Terra per mezzo degli insegnamenti/correzioni karmiche per i karma negativi sospesi. La vita dell’uomo sulla Terra deve essere esposta a lotte, tentazioni e dolori 133 perché in tal modo l’uomo amplia la sua coscienza finché decide di tornare volontariamente da Dio che però non è lontano da noi perché è presente nelle profondità del nostro cuore 134 . Ma per quanto riguarda i dolori essi sono mitigati dalla Divina Legge del Karma a chi si comporta virtuosamente come il Buddha suggerì ai suoi discepoli. Come si è già detto nella Terza Nobile Verità c’è, però, un comportamento umano condizionato - ce lo suggerisce il Fratello Orientale, uno dei Maestri del Cerchio Firenze 77 – che ci libera dal dolore, ma a condizione che si diventi e si continui ad essere giorno per giorno “ giusti, misericordiosi e puri “. Solo a queste condizioni il dolore non ci seguirà più, ma è un comportamento tutt’altro che facile da tenere non solo per diventare giusti, misericordiosi e puri, ma per mantenersi tali nel tempo . Non è pertanto necessario aderire al Buddhismo per beneficiare di questi premi karmici, perché la principale via spirituale è quella di seguire Gesù Cristo e la Sua Dottrina 135 . Il Buddha suggerì il comportamento etico e saggio dell’ottuplice sentiero con tre elementi: virtù morale o etica, meditazione e saggezza (sila, samadhi, panna) 136 . Come ho già detto diverse volte non c’è però cessazione delle sofferenze per chi si comporta bene, ma riduzione, attenuazione o sospensione delle sofferenze in una determinata esistenza (da Buddhista, ad esempio) in forza della legge del karma le cui regole il Buddha scoprì. Il dolore è necessario perché quando soffre l’uomo capisce che la sofferenza è un insegnamento/ correzione necessaria che gli fà intuire i suoi errori di comportamento del passato e in forza di tale comprensione l’uomo amplia la sua coscienza. Nemmeno con l’osservanza dell’Ottuplice sentiero cessano le sofferenze; infatti anche il Buddha soffrì nella sua vecchiaia, così come si è già detto 137 . 132 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 160-161 (Liberazione), Mediterranee 133 Jakob Lorber, Il Signore parla, pagina 162, Armenia 134 Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 29 Maggio e del 4 Settembre, Amrita 135 I Vangeli antichi e moderni (Vangeli antichi: Matteo, Marco, Luca, Giovanni e Tommaso ; Vangeli moderni: Jakob Lorber e Maria Valtorta) 136 Michael Carrithers, Buddha, pagina 78, Einaudi Tascabili 26
  • 27. La cessazione delle sofferenze con il sentiero morale, o etico, la meditazione e la saggezza è una millanteria perché il dolore fà parte della vita ideata e realizzata da Dio in quanto aiuta l’uomo a comprendere i suoi errori e quindi a crescere in sapienza e Coscienza. Con i comportamenti della Quarta Nobile Verità non sono azzerati neppure i karma negativi sospesi e le rinascite sulla Terra e negli altri tre piani del Cosmo; ne deriva che i Buddhisti si devono reincarnare per imparare le lezioni karmiche negative sospese prima dell’ultima incarnazione, anche se nell’Aldilà andranno nel Nirvana, il Paradiso dei Buddhisti del mondo mentale 138 . 15. Le Quattro Nobili Verità La dottrina del Buddha delle Quattro nobili verità va esaminata verità per verità, ma esaminando ogni singola verità non dobbiamo mai dimenticare l’insieme perché solo così si comprendono bene gli errori e i meriti del Buddha. Non aver pensato che le sofferenze dell’uomo avessero uno scopo sublime è stata una mancanza gravissima in un maestro come era il Buddha venuto sulla Terra per correggere gli errori del Brahmanesimo 139 . Probabilmente alcuni errori del Buddha furono fatti dai suoi discepoli, i quali attribuirono a lui tali errori; in questo caso la verità si perde nella notte dei tempi e all’uomo di questa epoca non resta che attenersi ai testi che sono disponibili in libreria: tutti attribuiscono al Buddha la teoria delle Quattro nobili verità, quella dei Cinque fattori, quella del Non Sé o Anatta, nonché la teoria più pericolosa, quella di conoscere per se stessi (A I 189) 140 perché non insegnò ai suoi discepoli a meditare dentro il loro cuore dove avrebbero trovato Dio, le Sue illuminazioni e risposte 141 . Trovare il rimedio alle sofferenze e alle rinascite sulla Terra fu l‘aspirazione più forte di Siddhattha, ma il Buddha riuscì ad avere soltanto un sollievo alla sofferenza perché Il dolore fà parte della vita che devono vivere gli spiriti caduti, cioè i Demoni sulla Terra, incarnandosi in uomini. Contro la sofferenza o la rinascita nessun Buddha o altri uomini possono fare nulla perché Dio è onnipotente e tiene tutto nelle Sue mani 142 ; perciò anche l’educazione e la vita degli uomini nei quali si incarnano i Demoni sono nelle Sue mani; gli uomini sono esposti a lotte, 137 Leonardo Vittorio Arena, Buddha, pagine 74-76 (Malattia del Buddha), Tascabili Economici Newton ; Michael Carrithers, Buddha, pagina 106, Einaudi Tascabili ; Damien Keown, Buddhismo, pagine 28-30 (La morte), Einaudi Tascabili 138 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagina 193 (Nirvana); Le grandi verità ricercate dall’uomo, pagine 175- 180 (L’evoluzione dopo il trapasso), Mediterranee ; Jakob Lorber, Il Signore parla, pagina 170-181 (L’anima nell’Aldilà), Armenia 139 Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagine 90-91(Religione buddhista), Mediterranee 140 Michael Carrithers, Buddha, pagina 43, Einaudi Tascabili 141 Eileen Caddy, La voce di Dio a Findhorn, pagina 61 (Le risposte interiori), Mediterranee ; Le porte interiori, Messaggi del 23 e 28 Gennaio, del 28 Marzo, dell’ 8 Aprile, del 29 Maggio, del 21Luglio, del 30 Agosto, del 4 Settembre e del 24 Novembre, Amrita 142 Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggio del 20 Marzo, del 14 Novembre e del 14 Dicembre, Amrita 27
  • 28. tentazioni e dolori 143 , ma con le mitigazioni previste dalla legge del karma o legge di causa e di effetto 144 . Le Quattro nobili verità non sono poi tanto nobili perché sono il fondamento di una dottrina o stile di vita che ignora Dio, il Brahman degli Orientali, e nega l’esistenza della Scintilla Divina o Sé, l’Anima degli Occidentali e l’Atman degli Orientali. Le quattro nobili verità del Buddha si fondano su una rappresentazione parziale della vita umana (Prima nobile verità) alla base della quale c’è il suo pessimismo e la sua paura / ossessione per le sofferenze e le rinascite sulla Terra nonché una presunzione eccessiva delle sue capacità di scoprire le realtà e i misteri della vita, che è disciplinata da Leggi divine eterne quali le leggi sull’evoluzione sulla reincarnazione e di causa ad effetto o legge karmica non modificabili dagli uomini. Queste leggi hanno lo scopo di trasformare gli uomini da esseri materiali in esseri spirituali per mezzo delle citate leggi dell’evoluzione. Il merito principale del Buddha è stato quello di avere scoperto le regole di funzionamento della divina legge del karma, una delle leggi fondamentali della vita che ha per scopo la Salvezza degli Angeli ribelli, i demoni, per mezzo della vita ideata e realizzata da Dio e per merito dell’uomo, strumento di tale salvezza. Qui di seguito alcune note sulle singole Quattro nobili verità già commentate in precedenza le quali sono utili per ampliare l’analisi degli errori e delle insufficienze del Buddha che attribuì alle Quattro nobili verità i meriti della divina legge del karma. Il Buddha erroneamente credette che le rinascite potessero essere eliminate semplicemente con una buona condotta degli uomini senza tenere conto dei karma negativi sospesi di ogni Buddhista: Le Quattro nobili verità sono collegate tra di loro e si fondano: a. La prima nobile verità si fonda sulle sofferenze della vita, ma la vita non è fatta soltanto di sofferenze, ma anche di amori, amicizie, gioie, piaceri, soddisfazioni, giochi e simili per tutti, giovani e adulti; b. La seconda nobile verità si fonda sulla scoperta che la sete e la bramosia per i piaceri del mondo e della carne coopera a dare origine alle rinascite sulla Terra, ma la ribellione di Satana r degli altri demoni è lìorigine delle rinascite sulla Terra. Il Buddha scoprì le regole del funzionamento della Divina legge del karma che compensa con pace e tranquillità i comportamenti virtuosi dell’uomo che mette fine al godimento dei piaceri della vita, mentre il male che viene fatto è corretto con pene e angosce 145 ; c. La terza nobile verità si fonda sulla scoperta che la bramosia e l’attaccamento ai piaceri del mondo e dei sensi producono sofferenze per le esistenze future, ma il Buddha credette che le sofferenze cessassero; le sofferenze non cessano anche a causa d i karma negativi sospesi prima dell’incarnazione da Buddhisti perché tali karma sono necessari per fare acquisire ai 143 Jakob Lorber, Il Signore parla, pagina 162, Armenia 144 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 157-159 (Leggi), Mediterranee 145 Cerchio Firenze 77, Le grandi verità ricercate dall’uomo, pagina 49 (Mantra del karma), Mediterranee 28
  • 29. Buddhisti la coscienza che mancava loro nelle incarnazioni precedenti quando ebbero comportamenti malevoli verso l’ambiente e le sue creature, uomini inclusi. Anche questa terza nobile verità si fonda sulla scoperta da parte del Buddha delle norme della Divina legge del karma; d. La quarta nobile verità indica la via per fare cessare le sofferenze per merito dell’Ottuplice sentiero; ma questa non è una verità come già si è detto, tanto vero che anche il Buddha nella vecchiaia soffrì di atroci dolori 146 . Ciò che c’è di vero nella Quarta nobile verità è ciò che dona l’osservanza del sentiero etico e saggio, osservando il quale non si produrranno più karma negativi per chi lo osserva in quanto Buddha scoprì le regole del funzionamento della divina legge del karma come si è già detto più volte; l’Ottuplice sentiero dona riduzione o sospensione delle sofferenze a chi lo osserva , ma questo è un dono previsto dalla legge karmica e allo stesso tempo è una conseguenza dell’osservanza delle regole della Divina legge del karma 147 . Alla base delle Quattro nobili verità ci sono le osservazioni di Siddhattha sulla vita sua e dei suoi simili prima di aver lasciato il suo palazzo; dopo, da samana, Siddhatta fece altre riflessioni ed esperienze che gli fecero maturare il convincimento che il comportamento virtuoso era da diffondere tra gli uomini per diminuirne le sofferenze; perciò insegnò ai suoi amici e poi ai suoi discepoli a comportarsi bene perché aveva esperimentato su se stesso che il Bene era compensato con pace, tranquillità e riduzione o sospensione del dolore dalla Divina legge del karma 148 , una delle leggi dell’Evoluzione 149 con la reincarnazione 150 . Alla base delle esperienze di Siddharta c’è sempre anche l’acuta osservazione di quando uscito dal suo palazzo 151 vide: un vecchio, un malato, un funerale e infine un mendicante religioso (samana), calmo e sorridente, anche se magro. Siddhattha rifletté su quelle persone che vide fuori dal suo palazzo, sui suoi cortigiani e anche su se stesso e allora si rese conto che gli uomini erano tutti soggetti a pene e angosce e quindi a sofferenze; solo l’asceta errante ne sembrò immune e perciò il Buddha decise di seguirne l’esempio. La dottrina buddhica sull’annientamento o annullamento dell’uomo che conseguirebbe al Nirvana è infondata soprattutto perché Dio esiste ed è presente in tutte le cose e in ognuno di noi per mezzo di una cellula virtuale del Suo Spirito immortale 152 che noi Occidentali chiamiamo Anima. 146 Michael Carrithers, Buddha, pagina 106, Einaudi Tascabili ; Leonardo Vittorio Arena, Buddha, pagine 74-76 (Malattia del Buddha), Tascabili economici Newton ; Damien Keown, Buddhismo, pagine 28-30 (La morte), Einaudi Tascabili 147 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 153-156 (Karma), Mediterranee 148 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 153-156 (Karma), Mediterranee 149 Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagine 206 (Evoluzione) e 210 (Legge di evoluzione), Mediterranee 150 Cerchio Furenze77, Per un mondo migliore, pagina 214 (Reincarnazione), Mediterranee 151 Damien Keown, Buddhismo, pagina 22, Einaudi Tascabili 152 Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggio del 17 Luglio, Amrita ; Cerchio Firenze 77, La Fonte Preziosa, pagina 267 ; Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagina 122 (La frantumazione dell’Uno nei molti), Mediterranee 29
  • 30. La Scintilla Divina, il Sé, è nell’uomo quale virtuale frazionamento dello Spirito del Dio assoluto che ci è Padre e Madre 153 . La Scintilla Divina o Individualità è anche il Fulcro delle esistenze individuali 154 in tutte le incarnazioni nei quattro piani o mondi del Cosmo: mondo fisico - con la Terra – e mondi astrale, mentale e akasico o della coscienza. La Scintilla Divina che anima gli uomini consente loro di ampliare la loro Coscienza nelle diverse incarnazioni cosmiche. Ciò posto al Buddha va dato merito per avere scoperto le regole del funzionamento della Divina Legge di causa e di effetto o legge karmica per realizzare l’Evoluzione degli uomini nel pianeta Terra e negli altri tre piano o mondi del Cosmo e che la sete o bramosia per i piaceri del mondo e della carne cooperano nel determinare le rinascite dell’uomo sulla Terra (insieme ai Karma negativi sospesi). Al Buddha si deve dare merito anche per aver fondato uno stile di vita non violento, pacifico, etico, saggio e compassionevole, ma Siddhartha non ha alcun merito per la riduzione o la sospensione delle sofferenze tranne quello di aver scoperto i premi Divini previsti dalla legge karmica o di causa e di effetto per i comportamenti virtuosi che il Buddha stesso insegnò ai suoi discepoli. Ai Buddhisti che si credono senza Scintilla Divina e senza Dio deve essere attribuito anche il demerito di fare del Buddha un idolo e di loro stessi degli idolatri155 ; tali comportamenti saranno corretti in future incarnazioni terrestri con nuove sofferenze in base alle disposizioni che daranno i Signori o Maestri del karma 156 . Ciononostante, siccome il Dio degli uomini, degli altri esseri viventi e di tutte le cose è il Dio dell’amore 157 , i Buddhisti non sprecheranno le loro esistenze sulla Terra perché il Creatore ha previsto che tutti i Suoi figli traggano beneficio anche dai loro errori e che nulla nella loro vita accada invano 158 , a qualunque religione o popolo appartengano . Ma i Buddhisti non potranno evitare una o più reincarnazioni sulla Terra, perché la dottrina Buddhista non libera l’uomo dalle incarnazioni necessarie per conseguire l’Evoluzione ancora mancante per i karma negativi sospesi ad una determinata incarnazione. Ne deriva che la liberazione promessa dai Buddhismi non è possibile sia perché ha scopi egoistici 159 , sia perché la liberazione è opera di Dio che redime gli uomini nella persona di Gesù Cristo 160 . In proposito i Maestri disincarnati del Cerchio Firenze 77 hanno detto: << Voi dovete studiare voi stessi, conoscere voi stessi, come ben chiaramente dice ed ha sempre detto Claudio, e constatare “fino a che punto” l’ ” io “ vi spinge ad agire. Questo continuo 153 Eileen Caddy, La voce di Dio a Findhorn, pagine 103-104, Mediterranee 154 Cerchio Firenze 77, Per un mondo migliore, pagina 208 (Individualità e Individuo), Mediterranee 155 Esodo 20, 2-6 156 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagina 266 (Signori del Karma), Mediterranee 157 Eileen Caddy, La voce di Dio a Findhorn, pagina 42, Mediterranee 158 Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 27 e del 29 Agosto Amrita 159 Cerchio Firenze 77, Dizionario del Cerchio, pagine 160-161 (Liberazione), Mediterranee 160 Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 24 e 25 Dicembre, Amrita 30