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La Carta di Credito Lavorativo
Una strategia per contrastare l’evasione fiscale e il lavoro nero nei cantieri edili
                                    di Pietro Ercolessi
       Volendo riassumere in sintesi estrema quanto esposto successivamente, come se
  fosse un teorema matematico: "Se nel terzo millennio esiste una gestione puntuale
  telematica per il monitoraggio dei debiti contratti dal singolo consumatore (Credito
  Bancario), allora è possibile ed auspicabile la realizzazione di una gestione puntuale
  telematica per la verifica della retribuzione e della regolarità contributiva del singolo
  lavoratore (Credito Lavorativo), utilizzando analoghi strumenti tecnologici e informatici: la
  Smart Card del Lavoratore, il POS (Point of Sale) sul Luogo di Lavoro, ecc… Tutto ciò allo
  scopo di contrastare efficacemente l'evasione fiscale, l'economia sommersa, il lavoro nero
  e lo sfruttamento della persona nei comparti produttivi vulnerabili, pur lasciando inalterate
  le dinamiche dell'economia di mercato".
       Ma facciamo un passo indietro per dimostrare la tesi.
       Come contrastare efficacemente il lavoro nero nei cantieri edili
  in Italia? Una domanda che necessita un’analisi attenta del “modus
  operandi” di questo fenomeno e del sistema produttivo ove s’innesta,
  di com’è cambiato il mondo del lavoro dalla fine degli anni ’90 e dello
  sviluppo della tecnologia all’inizio del terzo millennio, con particolare
  attenzione all’informatica e alla telematica. Partiamo dalla definizione
  di “cantiere”. “Complesso di impianti, strumenti e similari, atti a
  eseguire lavori di costruzione e riparazione” e nello specifico
  “cantiere edile” è allestito “nel luogo stesso in cui la costruzione di
  un’opera sarà eseguita, in cui si preparano e lavorano i materiali per
  la   costruzione    di   un’opera    (edifici,   strade,   ponti,   ecc…)”.
  Aggiungiamo che alla realizzazione dell’opera concorrono più
  imprese (appaltatrici, subappaltatrici, ecc...), tuttavia il cantiere non è
  sede legale di nessuna di esse. Nella sede legale di un’azienda i
  lavoratori timbrano il cartellino orario, vi è la presenza di un datore di
  lavoro e di tutti i registri ufficiali contabili. Ma per le sue peculiarità il cantiere non presenta
  queste caratteristiche. La complessità dell’opera genera un incremento delle diverse
  lavorazioni da realizzare, spesso con modalità discontinue, e quindi un aumento delle
  imprese che concorrono alla realizzazione. Ciò a causa della specializzazione tecnica che
  il mercato, le moderne tecnologie e la formazione professionale impongono.

                                                   1
Possiamo quindi affermare che la presenza del singolo lavoratore è una pura
casualità, in relazione alla variabile complessa della presenza in cantiere delle imprese
che concorrono alla realizzazione dell’opera.
     Tradotto, in parole semplici, affermiamo che, nell’attuale contesto, il cantiere è un
“porto di mare” ove non è possibile identificare quotidianamente tutti gli operai, in relazione
alla gestione dei contratti di subappalto e di sub-affidamento.
     Infatti, questo problema tramuta la semplice verifica in una maxi indagine per
l’identificazione delle maestranze presenti in cantiere, che deve essere eseguita dai
preposti al controllo (tecnici e capocantieri) richiedendo i documenti d’identità a tutti gli
operai, per verificare se la posizione di ogni singolo è regolare, operando nel rispetto del
diritto della privacy, pur non essendo pubblici ufficiali. Indagine che deve essere ripetuta
quotidianamente e che presenta uno scenario in continuo movimento. L’impossibilità di
svolgere una seria verifica delle presenze in cantiere è aggravata anche da altri parametri.
Probabilmente non sarebbe sufficiente un corso di laurea per far assimilare ai preposti ai
controlli tutto l’assetto normativo che governa e regola un cantiere, con riferimento a:
Diritto del lavoro, Norme sull’immigrazione, Norme in materia di sicurezza, ecc… Un
assetto normativo in constante evoluzione. I preposti ai controlli sono dotati di un livello di
scolarizzazione giuridicamente insufficiente (si pensi alla formazione scolastica e
professionale dei capocantieri, geometri, periti industriali, ecc…), per verificare l’ampia
documentazione ufficiale richiesta a norma di legge (emessa dai Pubblici Uffici spesso su
supporto cartaceo e quindi di facile contraffazione) e per operare i molteplici controlli
incrociati per accertare l’identità e le credenziali di ogni singolo lavoratore presente in
cantiere.
     Possiamo sostenere che nell’attuale contesto l’identificazione delle maestranze
presenti in un cantiere edile è un problema non ancora risolto. Con l’evidente risultato che
l’impotenza dei tecnici, privati della dovuta autorevolezza, semplifica l’azione razionale e
dissimulante dell’illegalità nonché il dilagare incontrastato dello sfruttamento della persona;
e tutto ciò si svolge alla luce del sole.
     Occorre quindi una serie di semplici procedure a sintesi dell’assetto normativo che
possano essere applicate da un personale dotato di livello di scolarizzazione
giuridicamente insufficiente non solo per la verifica quotidiana dell’identità di ogni singolo
lavoratore presente in cantiere, ma anche per il controllo della remunerazione e dei
versamenti relativi presso gli enti previdenziali.
     Infatti, il dettato legislativo impone che l’impresa appaltatrice controlli e verifichi la
regolarità contributiva delle ditte subappaltatrici presenti in cantiere affinché, in caso

                                                2
d’insolvenza del titolare dell’impresa subappaltatrice nei confronti dei suoi operai per le
opere realizzate, l’appaltatore risponda in solido (economicamente e non solo), liquidando
il dovuto ai lavoratori stessi.
     Tradotto: il geometra Bianchi deve essere in grado di risolvere due problemi con una
procedura di verifica semplice e istantanea: primo, l’accertamento quotidiano dell’identità e
delle credenziali di Farouk Allam muratore; secondo, accertare se Farouk Allam è stato
remunerato per il lavoro svolto presso il cantiere e se gli sono stati versati i relativi
contributi previdenziali.
     In sintesi è questo il duplice problema da risolvere per contrastare efficacemente
l’evasione fiscale e il fenomeno del lavoro nero.
     Un problema impossibile per un uomo solo... ma banale per un sistema informatico
integrato a una rete telematica… una tecnologia disponibile già da molti anni.
     Perché se è vero che l’informatica è il sistema nervoso di un’azienda nel terzo
millennio, il sistema informatico integrato a una rete telematica di supporto dovrebbe
essere il sistema nervoso di un comparto produttivo (come il settore edile, per esempio).
Si pensi all’uso della carta di credito bancario. Uno strumento per acquistare o consumare
un bene presso un venditore senza scambio di valuta. A fine mese il consumatore riceverà
un addebito bancario e un estratto conto delle spese sostenute in Italia o all’estero. La tesi
della Carta di Credito Lavorativo (in inglese Work Credit Card) ipotizza di utilizzare la
stessa tecnologia, con una differenza sostanziale. Perché se il circuito
bancario telematico offre un monitoraggio e una gestione puntuale delle
spese di ogni singolo consumatore, allora il circuito lavorativo telematico
può offrire un monitoraggio e una gestione puntuale della remunerazione
e della regolarità contributiva di ogni singolo lavoratore. L’attribuzione di
una Carta di Credito Lavorativo a ogni lavoratore dei cantieri edili apre
nuovi scenari per arginare l’evasione fiscale e il lavoro nero. Una Carta
di Credito Lavorativo intesa come Smart Card, con un microchip che contenga tutti i dati
del lavoratore esplicitati nel documento d’identità, nel libretto di lavoro che è stato
abrogato, nell’ex-libro matricola dell’impresa di appartenenza (recentemente modificato),
nel contratto di lavoro, nel permesso di soggiorno (per verificarne la validità).
     Ipotizziamo la presenza di un personal computer collegato a internet per ogni
cantiere. Il capocantiere esige che l’operaio passi la sua Carta di Credito Lavorativo sul
POS (Point of Sale, vedi immagine) all’entrata e all’uscita del cantiere, determinando così
la durata lavorativa e la relativa valorizzazione del lavoro svolto in relazione al contratto di
assunzione. L’accertamento dell’identità del lavoratore avviene istantaneamente grazie

                                               3
alla connessione e al consenso delle Autorità competenti. In questo modo anche un
capocantiere a bassa scolarizzazione può assolvere una procedura così semplificata. Ma
la funzione Badge non è assolutamente condizione sufficiente per risolvere il duplice
problema che ci siamo posti inizialmente. Per questo occorre un circuito lavorativo
telematico in grado di fornire tutti i referti necessari alle verifiche previste per legge
(agevolando così le indagini delle Autorità Competenti), incluso il referto più importante: un
estratto contabile parziale (ma sostanziale) della busta paga mensile del lavoratore, per le
attività svolte in luoghi di lavoro diversi dalla sede legale dell’impresa di relativa
dipendenza.
        Una strategia economica che può essere applicata anche in altri comparti produttivi…
e non solo nel settore edile.
        Una strategia per contrastare il fenomeno del lavoro nero inteso come un ceppo di
virus     metodici,   che   aggrediscono     un       comparto   produttivo   affetto   da   gravi
immunodeficienze normative e procedurali.
        Un fenomeno che ha un’enorme rilevanza economica, pari a una percentuale non
trascurabile del PIL. Tuttavia esso può essere paragonato a una diffusa emorragia
capillare sul corpo economico del comparto produttivo. Innumerevoli rivoli (tanti quanti
sono gli operai sfruttati) che generano il mare dell’economia sommersa. Un fenomeno
basato sullo sfruttamento della singola persona per opera di un singolo caporale.
        Per questi motivi occorre una singola procedura con una linea d’intervento chiara,
concisa, efficace, trasparente, senza dubbi e senza alibi.
        La Carta di Credito Lavorativo esprime un sistema che restituisce la dignità al
lavoratore… che restituisce l’autorevolezza e la giusta responsabilità ai preposti ai controlli
(tecnici e capocantieri) nelle operazioni di verifica sulle maestranze presenti nel cantiere
edile. Lo Stato riceve un sistema di monitoraggio, studiato principalmente per garantire la
legalità sul posto di lavoro e per aumentare in modo rilevante le entrate fiscali. Inoltre, il
circuito lavorativo telematico sviluppa ulteriori metodi innovativi di verifica su altri campi
connessi al settore edile, con particolare attenzione alla sicurezza del lavoro. Si stima che
per l’istituzione della Carta di Credito Lavorativo sia necessario un budget veramente
basso in rapporto ai capitali che possono essere recuperati fiscalmente.
        Il sistema Carta di Credito Lavorativo apre nuovi orizzonti nella gestione dei cantieri
edili, e quindi degli appalti, intervenendo a livello “singolare” (o “molecolare”, se vogliamo)
alla base della piramide del comparto produttivo e aspira a disaggregare il collante fra
caporali e operai sfruttati. Tuttavia il settore edile necessita di importanti “politiche di
supporto” alla procedura proposta, mirate a:

                                                  4
   Sintetizzare le norme legislative in semplici procedure, agevolando il mandato sia dei
    preposti ai controlli sia delle Autorità competenti.
   Combattere      efficacemente     l’illegalità   e   l’azione   della   criminalità   organizzata,
    emancipando il comparto produttivo dal fenomeno del lavoro nero.
   Rilanciare l’iniziativa imprenditoriale e l’economia di mercato del settore affinché possa
    partecipare alla crescita economica del paese.
   Superare i limiti e le controindicazioni dei precedenti dispositivi di legge.

     Concludiamo con un breve cenno alla connessione fra il fenomeno del lavoro nero e i
problemi di sicurezza sul lavoro. Nel convegno “Dalla Mecnavi alla Thyssen. Sicurezza sul
lavoro: politiche legislative e aspetti processuali” svoltosi a Ravenna il 13/14 marzo 2009
(promosso dalle organizzazioni sindacali e dall’Associazione Giuristi Democratici di
Ravenna), fu espresso un concetto importante:
“Non c'è sicurezza senza legalità… in relazione anche all’evasione fiscale e al lavoro nero”

Arginare l’evasione fiscale e il lavoro nero nei cantieri è condizione necessaria nonché
primaria per concepire procedure efficaci in materia di sicurezza del lavoro.
La deduzione è di natura puramente tecnica.
     Perché se i tecnici non hanno la certezza dell’identificazione del personale in cantiere
(problema di legalità), come possono conoscere le capacità professionali del personale
stesso (problema di sicurezza sul lavoro)?
     Questa la sintesi della tesi sulla “La Carta di Credito Lavorativo - Una strategia per
contrastare l'evasione fiscale e il lavoro nero nei cantieri edili” pubblicata il 19 marzo 2009
sul sito web ufficiale del Partito Democratico della Provincia di Ravenna, relazionata al
Consiglio Comunale di Ravenna ad aprile dello stesso anno e registrata agli atti.

       Pietro Ercolessi




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  • 1. La Carta di Credito Lavorativo Una strategia per contrastare l’evasione fiscale e il lavoro nero nei cantieri edili di Pietro Ercolessi Volendo riassumere in sintesi estrema quanto esposto successivamente, come se fosse un teorema matematico: "Se nel terzo millennio esiste una gestione puntuale telematica per il monitoraggio dei debiti contratti dal singolo consumatore (Credito Bancario), allora è possibile ed auspicabile la realizzazione di una gestione puntuale telematica per la verifica della retribuzione e della regolarità contributiva del singolo lavoratore (Credito Lavorativo), utilizzando analoghi strumenti tecnologici e informatici: la Smart Card del Lavoratore, il POS (Point of Sale) sul Luogo di Lavoro, ecc… Tutto ciò allo scopo di contrastare efficacemente l'evasione fiscale, l'economia sommersa, il lavoro nero e lo sfruttamento della persona nei comparti produttivi vulnerabili, pur lasciando inalterate le dinamiche dell'economia di mercato". Ma facciamo un passo indietro per dimostrare la tesi. Come contrastare efficacemente il lavoro nero nei cantieri edili in Italia? Una domanda che necessita un’analisi attenta del “modus operandi” di questo fenomeno e del sistema produttivo ove s’innesta, di com’è cambiato il mondo del lavoro dalla fine degli anni ’90 e dello sviluppo della tecnologia all’inizio del terzo millennio, con particolare attenzione all’informatica e alla telematica. Partiamo dalla definizione di “cantiere”. “Complesso di impianti, strumenti e similari, atti a eseguire lavori di costruzione e riparazione” e nello specifico “cantiere edile” è allestito “nel luogo stesso in cui la costruzione di un’opera sarà eseguita, in cui si preparano e lavorano i materiali per la costruzione di un’opera (edifici, strade, ponti, ecc…)”. Aggiungiamo che alla realizzazione dell’opera concorrono più imprese (appaltatrici, subappaltatrici, ecc...), tuttavia il cantiere non è sede legale di nessuna di esse. Nella sede legale di un’azienda i lavoratori timbrano il cartellino orario, vi è la presenza di un datore di lavoro e di tutti i registri ufficiali contabili. Ma per le sue peculiarità il cantiere non presenta queste caratteristiche. La complessità dell’opera genera un incremento delle diverse lavorazioni da realizzare, spesso con modalità discontinue, e quindi un aumento delle imprese che concorrono alla realizzazione. Ciò a causa della specializzazione tecnica che il mercato, le moderne tecnologie e la formazione professionale impongono. 1
  • 2. Possiamo quindi affermare che la presenza del singolo lavoratore è una pura casualità, in relazione alla variabile complessa della presenza in cantiere delle imprese che concorrono alla realizzazione dell’opera. Tradotto, in parole semplici, affermiamo che, nell’attuale contesto, il cantiere è un “porto di mare” ove non è possibile identificare quotidianamente tutti gli operai, in relazione alla gestione dei contratti di subappalto e di sub-affidamento. Infatti, questo problema tramuta la semplice verifica in una maxi indagine per l’identificazione delle maestranze presenti in cantiere, che deve essere eseguita dai preposti al controllo (tecnici e capocantieri) richiedendo i documenti d’identità a tutti gli operai, per verificare se la posizione di ogni singolo è regolare, operando nel rispetto del diritto della privacy, pur non essendo pubblici ufficiali. Indagine che deve essere ripetuta quotidianamente e che presenta uno scenario in continuo movimento. L’impossibilità di svolgere una seria verifica delle presenze in cantiere è aggravata anche da altri parametri. Probabilmente non sarebbe sufficiente un corso di laurea per far assimilare ai preposti ai controlli tutto l’assetto normativo che governa e regola un cantiere, con riferimento a: Diritto del lavoro, Norme sull’immigrazione, Norme in materia di sicurezza, ecc… Un assetto normativo in constante evoluzione. I preposti ai controlli sono dotati di un livello di scolarizzazione giuridicamente insufficiente (si pensi alla formazione scolastica e professionale dei capocantieri, geometri, periti industriali, ecc…), per verificare l’ampia documentazione ufficiale richiesta a norma di legge (emessa dai Pubblici Uffici spesso su supporto cartaceo e quindi di facile contraffazione) e per operare i molteplici controlli incrociati per accertare l’identità e le credenziali di ogni singolo lavoratore presente in cantiere. Possiamo sostenere che nell’attuale contesto l’identificazione delle maestranze presenti in un cantiere edile è un problema non ancora risolto. Con l’evidente risultato che l’impotenza dei tecnici, privati della dovuta autorevolezza, semplifica l’azione razionale e dissimulante dell’illegalità nonché il dilagare incontrastato dello sfruttamento della persona; e tutto ciò si svolge alla luce del sole. Occorre quindi una serie di semplici procedure a sintesi dell’assetto normativo che possano essere applicate da un personale dotato di livello di scolarizzazione giuridicamente insufficiente non solo per la verifica quotidiana dell’identità di ogni singolo lavoratore presente in cantiere, ma anche per il controllo della remunerazione e dei versamenti relativi presso gli enti previdenziali. Infatti, il dettato legislativo impone che l’impresa appaltatrice controlli e verifichi la regolarità contributiva delle ditte subappaltatrici presenti in cantiere affinché, in caso 2
  • 3. d’insolvenza del titolare dell’impresa subappaltatrice nei confronti dei suoi operai per le opere realizzate, l’appaltatore risponda in solido (economicamente e non solo), liquidando il dovuto ai lavoratori stessi. Tradotto: il geometra Bianchi deve essere in grado di risolvere due problemi con una procedura di verifica semplice e istantanea: primo, l’accertamento quotidiano dell’identità e delle credenziali di Farouk Allam muratore; secondo, accertare se Farouk Allam è stato remunerato per il lavoro svolto presso il cantiere e se gli sono stati versati i relativi contributi previdenziali. In sintesi è questo il duplice problema da risolvere per contrastare efficacemente l’evasione fiscale e il fenomeno del lavoro nero. Un problema impossibile per un uomo solo... ma banale per un sistema informatico integrato a una rete telematica… una tecnologia disponibile già da molti anni. Perché se è vero che l’informatica è il sistema nervoso di un’azienda nel terzo millennio, il sistema informatico integrato a una rete telematica di supporto dovrebbe essere il sistema nervoso di un comparto produttivo (come il settore edile, per esempio). Si pensi all’uso della carta di credito bancario. Uno strumento per acquistare o consumare un bene presso un venditore senza scambio di valuta. A fine mese il consumatore riceverà un addebito bancario e un estratto conto delle spese sostenute in Italia o all’estero. La tesi della Carta di Credito Lavorativo (in inglese Work Credit Card) ipotizza di utilizzare la stessa tecnologia, con una differenza sostanziale. Perché se il circuito bancario telematico offre un monitoraggio e una gestione puntuale delle spese di ogni singolo consumatore, allora il circuito lavorativo telematico può offrire un monitoraggio e una gestione puntuale della remunerazione e della regolarità contributiva di ogni singolo lavoratore. L’attribuzione di una Carta di Credito Lavorativo a ogni lavoratore dei cantieri edili apre nuovi scenari per arginare l’evasione fiscale e il lavoro nero. Una Carta di Credito Lavorativo intesa come Smart Card, con un microchip che contenga tutti i dati del lavoratore esplicitati nel documento d’identità, nel libretto di lavoro che è stato abrogato, nell’ex-libro matricola dell’impresa di appartenenza (recentemente modificato), nel contratto di lavoro, nel permesso di soggiorno (per verificarne la validità). Ipotizziamo la presenza di un personal computer collegato a internet per ogni cantiere. Il capocantiere esige che l’operaio passi la sua Carta di Credito Lavorativo sul POS (Point of Sale, vedi immagine) all’entrata e all’uscita del cantiere, determinando così la durata lavorativa e la relativa valorizzazione del lavoro svolto in relazione al contratto di assunzione. L’accertamento dell’identità del lavoratore avviene istantaneamente grazie 3
  • 4. alla connessione e al consenso delle Autorità competenti. In questo modo anche un capocantiere a bassa scolarizzazione può assolvere una procedura così semplificata. Ma la funzione Badge non è assolutamente condizione sufficiente per risolvere il duplice problema che ci siamo posti inizialmente. Per questo occorre un circuito lavorativo telematico in grado di fornire tutti i referti necessari alle verifiche previste per legge (agevolando così le indagini delle Autorità Competenti), incluso il referto più importante: un estratto contabile parziale (ma sostanziale) della busta paga mensile del lavoratore, per le attività svolte in luoghi di lavoro diversi dalla sede legale dell’impresa di relativa dipendenza. Una strategia economica che può essere applicata anche in altri comparti produttivi… e non solo nel settore edile. Una strategia per contrastare il fenomeno del lavoro nero inteso come un ceppo di virus metodici, che aggrediscono un comparto produttivo affetto da gravi immunodeficienze normative e procedurali. Un fenomeno che ha un’enorme rilevanza economica, pari a una percentuale non trascurabile del PIL. Tuttavia esso può essere paragonato a una diffusa emorragia capillare sul corpo economico del comparto produttivo. Innumerevoli rivoli (tanti quanti sono gli operai sfruttati) che generano il mare dell’economia sommersa. Un fenomeno basato sullo sfruttamento della singola persona per opera di un singolo caporale. Per questi motivi occorre una singola procedura con una linea d’intervento chiara, concisa, efficace, trasparente, senza dubbi e senza alibi. La Carta di Credito Lavorativo esprime un sistema che restituisce la dignità al lavoratore… che restituisce l’autorevolezza e la giusta responsabilità ai preposti ai controlli (tecnici e capocantieri) nelle operazioni di verifica sulle maestranze presenti nel cantiere edile. Lo Stato riceve un sistema di monitoraggio, studiato principalmente per garantire la legalità sul posto di lavoro e per aumentare in modo rilevante le entrate fiscali. Inoltre, il circuito lavorativo telematico sviluppa ulteriori metodi innovativi di verifica su altri campi connessi al settore edile, con particolare attenzione alla sicurezza del lavoro. Si stima che per l’istituzione della Carta di Credito Lavorativo sia necessario un budget veramente basso in rapporto ai capitali che possono essere recuperati fiscalmente. Il sistema Carta di Credito Lavorativo apre nuovi orizzonti nella gestione dei cantieri edili, e quindi degli appalti, intervenendo a livello “singolare” (o “molecolare”, se vogliamo) alla base della piramide del comparto produttivo e aspira a disaggregare il collante fra caporali e operai sfruttati. Tuttavia il settore edile necessita di importanti “politiche di supporto” alla procedura proposta, mirate a: 4
  • 5. Sintetizzare le norme legislative in semplici procedure, agevolando il mandato sia dei preposti ai controlli sia delle Autorità competenti.  Combattere efficacemente l’illegalità e l’azione della criminalità organizzata, emancipando il comparto produttivo dal fenomeno del lavoro nero.  Rilanciare l’iniziativa imprenditoriale e l’economia di mercato del settore affinché possa partecipare alla crescita economica del paese.  Superare i limiti e le controindicazioni dei precedenti dispositivi di legge. Concludiamo con un breve cenno alla connessione fra il fenomeno del lavoro nero e i problemi di sicurezza sul lavoro. Nel convegno “Dalla Mecnavi alla Thyssen. Sicurezza sul lavoro: politiche legislative e aspetti processuali” svoltosi a Ravenna il 13/14 marzo 2009 (promosso dalle organizzazioni sindacali e dall’Associazione Giuristi Democratici di Ravenna), fu espresso un concetto importante: “Non c'è sicurezza senza legalità… in relazione anche all’evasione fiscale e al lavoro nero” Arginare l’evasione fiscale e il lavoro nero nei cantieri è condizione necessaria nonché primaria per concepire procedure efficaci in materia di sicurezza del lavoro. La deduzione è di natura puramente tecnica. Perché se i tecnici non hanno la certezza dell’identificazione del personale in cantiere (problema di legalità), come possono conoscere le capacità professionali del personale stesso (problema di sicurezza sul lavoro)? Questa la sintesi della tesi sulla “La Carta di Credito Lavorativo - Una strategia per contrastare l'evasione fiscale e il lavoro nero nei cantieri edili” pubblicata il 19 marzo 2009 sul sito web ufficiale del Partito Democratico della Provincia di Ravenna, relazionata al Consiglio Comunale di Ravenna ad aprile dello stesso anno e registrata agli atti. Pietro Ercolessi 5