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Il petrolio
 L’energia del “passato”


                           
Esaurimento dei giacimenti
             petroliferi
Esperti di tutto il mondo
concordano nel prevedere che si
arriverà all’esaurimento delle
risorse petrolifere da qui a
30/50 anni, secondo previsioni
che a ben vedere divergono solo
sul peso percentuale che avrà nei
prossimi decenni la crescente
fame energetica delle economie
dei paesi emergenti, Cina e India
in testa.
OCSE (Organizzazione per la
   Cooperazione e lo Sviluppo Economico)
 Le previsioni OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo
  Sviluppo Economico) in materia di energia ci mostrano del
  resto, in modo assai chiaro, come la struttura
  produzione/consumo dell’offerta energetica mondiale stia
  spostando in modo significativo il proprio baricentro,
  evidenziando la fortissima pressione esercitata sul mercato
  dall’economia asiatica. Una pressione che già si è manifestata
  particolarmente proprio sul mercato del greggio, sull’aumento
  del prezzo al barile e quindi della benzina/gasolio.
Le principali fonti di energia
            Si prevede che il fabbisogno energetico
            totale avrà un andamento annuale
            crescente, ma se lo sfruttamento delle
            fonti conservasse la struttura odierna,
            l’utilizzo delle tre principali fonti
            di energia, petrolio, carbon
            fossile e gas naturali crescerebbe in
            modo         proporzionale       l’attuale
            composizione percentuale della offerta
            energetica, all’ombra del Protocollo di
            Kyoto, non è però destinata a variare di
            molto verso un virtuoso utilizzo di fonti
            rinnovabili (oggi nella UE è solo pari al
            6% circa del totale).
                           Oil to cash
Il programma Oil-to-cash
Molto interessante è la tesi esposta da Todd Moss e riportata da Laurence MacDonald
nel seguente articolo del 6 Febbraio 2012 a proposito della gestione della ricchezza
derivante dalle risorse petrolifere.

“When a poor country finds oil, bad things often get worse. Countries rich in extractable
natural resources, especially oil, frequently suffer from crummy governance, high poverty,
endemic corruption and conflict. Is it possible to beat this oil curse? Todd Moss, CGD
vice president for programs and senior fellow, says yes. He argues that a government that
transfers some or all of its oil revenue to citizens in a universal, transparent, and regular
taxable payment, could strengthen the social contract, fight corruption, and lay the
foundation for future prosperity.
Oil revenue management
This iconoclastic idea – which Todd calls oil-to-cash—is gaining increased
attention from policymakers, due in part to a spate of CGD working papers
investigating promising experiments in oil revenue management in a diverse set of
countries.

“We’ve seen that a lot of countries have a problem when they
receive a large influx of income that the government hasn’t done
anything to earn,” Todd explains. “The money isn’t spent well and
can lead to corruption and conflict… When you get money that
just drops out of the sky there’s no incentive for you to spend it
well, or for the citizens to hold the government accountable.”
How to change
The best time to try oil-to-cash is probably when a country has discovered oil but
not yet received the revenue—a situation that applies to a growing number of
countries, especially in Africa. Once payments begin, citizens experience the
benefits first hand and will demand information to ensure that oil revenues are not
lost to corruption. If the payments are taxed, citizens have an additional incentive
to ensure that their taxes are spent well.
“It’s exciting because we’re starting to see a lot more experiments
that are moving in this direction,” says Todd. Mongolia and Bolivia have
tried variations on this approach, he says, by linking a cash transfer programs to
their natural resource revenues (gold in Mongolia, natural gas in Bolivia). Iran and
India, meanwhile, have utilized cash transfer programs in successful efforts to
phase out inefficient fuel subsidies.
Prezzo al barile del petrolio dal 1971 al 2009
     Year         $ money of the day           $ 2009
       1971- 72                         2,36        12,28602
        1973-74                         7,43        33,14769
        1975-76                        12,16        47,11648
        1977-78                        13,97        47,68852
        1979-80                        34,22        94,65002
        1981-82                        34,45        79,04911
        1983-84                        29,16        61,53821
        1985-86                        20,99        41,59812
        1987-88                        16,67        30,93975
        1989-90                        20,97        35,23916
        1991-92                        19,66        30,52632
        1993-94                        16,39        24,04748
        1995-96                        18,84         26,1079
        1997-98                        15,90        21,12837
      1999-2000                        23,23        29,32103
        2001-02                        24,73        29,72608
        2003-04                        33,54        38,53686
        2005-06                        59,83        64,60793
        2007-08                        84,82        85,90551
           2009                        61,67            61,67
I giacimenti petroliferi nel mondo
La competizione per la
conquista dell'oro nero
ha portato ad innumerevoli
violenze, a una serie di scontri
e     contrasti    etno-politici
originatisi nei primi anni
novanta e protrattisi fino ai
giorni nostri. La causa delle
tensioni risiede negli interessi
economici contesi tra le
multinazionali produttrici di
petrolio e i governi.
p
Produzione mondiale del petrolio e
         dipendenza energetica
Chi produce petrolio nel mondo? La
ricchezza petrolifera è distribuita più
equamente, possiamo dire, rispetto al
resto della ricchezza del pianeta. La
maggior parte dei paesi produttori di
petrolio si ritrovano in aree – come il
Medio           Oriente,     l'America
Latina, la Russia, in Africa la
Nigeria, in Asia l'Indonesia – che
sono a basso reddito; così come la
maggior parte dei paesi grandi
consumatori di petrolio si ritrovano fra
i paesi ricchi.
Produzione petrolifera
Anche fra questi ultimi però,
come vedremo, ci sono dei
grossi produttori di «oro
nero»: la Norvegia, il
Canada, la Gran Bretagna e
gli stessi Stati Uniti, che
producono molto petrolio
(ma ne consumano ancora di
più!). La produzione di
petrolio        è       andata
aumentando negli ultimi
trent'anni anche se a un
ritmo meno elevato rispetto
al resto dell'economia.
Produzione di petrolio greggio – Evoluzione dal 1971 al
 2004 della produzione di petrolio per grandi regioni –
                (
                (milioni di tonnellate)
                Fonte: Iea, Key Statistics 2005
Paesi produttori
Se vogliamo vedere più partitamente i singoli grandi paesi produttori,
guardiamo la tabella prcedente: il più grande produttore è l'Arabia Saudita,
seguita dalla Russia e dagli Usa. L'Arabia è anche il paese con le più grandi
riserve petrolifere. Ma la quantità di riserve è anche in funzione del prezzo. Ci
sono riserve, come quelle del petrolio contenuto nelle sabbie bituminose del
Canada, che sono sfruttabili solo se il prezzo è alto. Insomma, se il prezzo
rimane agli alti livelli del 2005, il Canada potrebbe in futuro essere ai primi
posti fra i produttori di petrolio.
Shock petroliferi
I cosiddetti 'shock petroliferi' – i forti aumenti del prezzo del petrolio che si sono dati
nel 1973-74, nel 1979-80 e nel 2004-05 – hanno spinto molti paesi sulla via del
risparmio energetico. Tuttavia, col nuovo secolo questa tendenza, a livello mondiale, non
è più forte come prima. Questo è dovuto al fatto che sulla scena mondiale si sono
a
affacciati nuovi paesi, grandi divoratori di energia.

La Cina, l'India, la Russia si trovano a un livello più basso di sviluppo economico
rispetto ai paesi più ricchi e tuttavia vanno crescendo a tassi di sviluppo di molto
superiori a quelli dei paesi di antica industrializzazione. Quindi, tale cambiamento nella
composizione geografica della crescita ha fatto aumentare la domanda – e l'offerta – di
energia e in particolare di petrolio.
Quote di produzione
   Quali sono, allora, i maggiori paesi
   produttori di petrolio? Guardiamo
   dapprima alle grandi regioni. Nel g rafico
   sono raffigurate le quote prodotte dalle
   diverse regioni mondiali nel 1973 e nel
   2004. A un aumento del 36% circa (da
   2.867 a 3.888 milioni di tonnellate) in
   quella trentina d'anni ha fatto riscontro
   una riduzione della quota del Medio
   Oriente (dal 37 al 30% del totale) e un
   aumento diffusamente ripartito nel resto
   delle grandi aree (eccetto l'area dell'ex
   impero sovietico).
1973 e 2004 - Le quote della produzione di petrolio per
          grandi regioni ( Mt = milioni di tonnellate)
                       Q
                 Fonte: Iea, Key Statistics 2005
I maggiori produttori, esportatori, importatori di petrolio greggio
               dati 2004 – 2003 (Mt = milioni di tonnellate)
                                  % sul
                                                 Esportatori        Mt         Importatori          Mt
    Produttori          Mt       totale
                                mondiale    Arabia Saudita           333 Giappone                    545
Arabia Saudita           492         12,7 Russia                     228 Corea                       209
Russia                   456         11,7 Emirati Arabi              135 Stati Uniti                 108
Stati Uniti              337          8,7 Iran                       116 Germania                    106
Iran                     203          5,2 Messico                    112 Italia                          92
Messico                  192          4,9 Nigeria                    105 Cina                            91
Cina                     174          4,5 Venezuela                      90 India                        90
Venezuela                153          3,9 Norvegia                       88 Francia                      85
Norvegia                 151          3,9 Canada                         83 Spagna                       58
Canada                   146          3,8 Regno Unito                 75 Paesi Bassi                     57
Nigeria                  129          3,3 Resto del mondo            648 Resto del mondo             674
Resto del mondo          1455        37,4 Mondo                      2013 Mondo                     2115
Mondo                    3888         100   Dati relativi al 2003
                                                                            Dati relativi al 2003
Dati relativi al 2004
La dipendenza dal petrolio e l'indipendenza energetica
Nel mondo ci sono paesi che                                                               Energia
                                           Consumo Importo           Dipendenza
                                                                                       consumata pro
producono petrolio e altri                  totale   netto           energetica
                                                                                           capite
che non lo producono.                       (mtep)     (mtep)          (mtep)           tep/popolazione
E ci sono paesi che sono
petrolio-dipendenti (cioè che   Italia        181,03     154,37                 85,3                 3,12

hanno bisogno di importare      Giappone       517,1     436,83                 84,5                 4,05
petrolio) e altri che non lo    Spagna         136,1     109,71                 80,6                 3,34
sono. Non basta, però,          Germania      347,12     213,81                 61,6                 4,21
produrre petrolio per essere
                                Svizzera       27,07      14,94                 55,2                 3,66
'indipendenti'.
Per esempio, gli Stati Uniti    Francia       271,29     137,47                 50,7                 4,41
producono molto petrolio,       Svezia         51,53      22,72                 44,1                 5,75
ma ne consumano ancora di       Usa          2280,79     663,36                 29,1                 7,84
più, tanto che sono il primo
                                India         553,39      99,51                  18                  0,52
importatore mondiale di
greggio.                        Brasile       193,24      25,63                 13,3                 1,09

                                Cina            1426            62               4,3                  1,1

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Petrolio definitivo

  • 1. Il petrolio L’energia del “passato” 
  • 2. Esaurimento dei giacimenti petroliferi Esperti di tutto il mondo concordano nel prevedere che si arriverà all’esaurimento delle risorse petrolifere da qui a 30/50 anni, secondo previsioni che a ben vedere divergono solo sul peso percentuale che avrà nei prossimi decenni la crescente fame energetica delle economie dei paesi emergenti, Cina e India in testa.
  • 3. OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico)  Le previsioni OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) in materia di energia ci mostrano del resto, in modo assai chiaro, come la struttura produzione/consumo dell’offerta energetica mondiale stia spostando in modo significativo il proprio baricentro, evidenziando la fortissima pressione esercitata sul mercato dall’economia asiatica. Una pressione che già si è manifestata particolarmente proprio sul mercato del greggio, sull’aumento del prezzo al barile e quindi della benzina/gasolio.
  • 4. Le principali fonti di energia Si prevede che il fabbisogno energetico totale avrà un andamento annuale crescente, ma se lo sfruttamento delle fonti conservasse la struttura odierna, l’utilizzo delle tre principali fonti di energia, petrolio, carbon fossile e gas naturali crescerebbe in modo proporzionale l’attuale composizione percentuale della offerta energetica, all’ombra del Protocollo di Kyoto, non è però destinata a variare di molto verso un virtuoso utilizzo di fonti rinnovabili (oggi nella UE è solo pari al 6% circa del totale). Oil to cash
  • 5. Il programma Oil-to-cash Molto interessante è la tesi esposta da Todd Moss e riportata da Laurence MacDonald nel seguente articolo del 6 Febbraio 2012 a proposito della gestione della ricchezza derivante dalle risorse petrolifere. “When a poor country finds oil, bad things often get worse. Countries rich in extractable natural resources, especially oil, frequently suffer from crummy governance, high poverty, endemic corruption and conflict. Is it possible to beat this oil curse? Todd Moss, CGD vice president for programs and senior fellow, says yes. He argues that a government that transfers some or all of its oil revenue to citizens in a universal, transparent, and regular taxable payment, could strengthen the social contract, fight corruption, and lay the foundation for future prosperity.
  • 6. Oil revenue management This iconoclastic idea – which Todd calls oil-to-cash—is gaining increased attention from policymakers, due in part to a spate of CGD working papers investigating promising experiments in oil revenue management in a diverse set of countries. “We’ve seen that a lot of countries have a problem when they receive a large influx of income that the government hasn’t done anything to earn,” Todd explains. “The money isn’t spent well and can lead to corruption and conflict… When you get money that just drops out of the sky there’s no incentive for you to spend it well, or for the citizens to hold the government accountable.”
  • 7. How to change The best time to try oil-to-cash is probably when a country has discovered oil but not yet received the revenue—a situation that applies to a growing number of countries, especially in Africa. Once payments begin, citizens experience the benefits first hand and will demand information to ensure that oil revenues are not lost to corruption. If the payments are taxed, citizens have an additional incentive to ensure that their taxes are spent well. “It’s exciting because we’re starting to see a lot more experiments that are moving in this direction,” says Todd. Mongolia and Bolivia have tried variations on this approach, he says, by linking a cash transfer programs to their natural resource revenues (gold in Mongolia, natural gas in Bolivia). Iran and India, meanwhile, have utilized cash transfer programs in successful efforts to phase out inefficient fuel subsidies.
  • 8. Prezzo al barile del petrolio dal 1971 al 2009 Year $ money of the day $ 2009 1971- 72 2,36 12,28602 1973-74 7,43 33,14769 1975-76 12,16 47,11648 1977-78 13,97 47,68852 1979-80 34,22 94,65002 1981-82 34,45 79,04911 1983-84 29,16 61,53821 1985-86 20,99 41,59812 1987-88 16,67 30,93975 1989-90 20,97 35,23916 1991-92 19,66 30,52632 1993-94 16,39 24,04748 1995-96 18,84 26,1079 1997-98 15,90 21,12837 1999-2000 23,23 29,32103 2001-02 24,73 29,72608 2003-04 33,54 38,53686 2005-06 59,83 64,60793 2007-08 84,82 85,90551 2009 61,67 61,67
  • 9. I giacimenti petroliferi nel mondo La competizione per la conquista dell'oro nero ha portato ad innumerevoli violenze, a una serie di scontri e contrasti etno-politici originatisi nei primi anni novanta e protrattisi fino ai giorni nostri. La causa delle tensioni risiede negli interessi economici contesi tra le multinazionali produttrici di petrolio e i governi. p
  • 10. Produzione mondiale del petrolio e dipendenza energetica Chi produce petrolio nel mondo? La ricchezza petrolifera è distribuita più equamente, possiamo dire, rispetto al resto della ricchezza del pianeta. La maggior parte dei paesi produttori di petrolio si ritrovano in aree – come il Medio Oriente, l'America Latina, la Russia, in Africa la Nigeria, in Asia l'Indonesia – che sono a basso reddito; così come la maggior parte dei paesi grandi consumatori di petrolio si ritrovano fra i paesi ricchi.
  • 11. Produzione petrolifera Anche fra questi ultimi però, come vedremo, ci sono dei grossi produttori di «oro nero»: la Norvegia, il Canada, la Gran Bretagna e gli stessi Stati Uniti, che producono molto petrolio (ma ne consumano ancora di più!). La produzione di petrolio è andata aumentando negli ultimi trent'anni anche se a un ritmo meno elevato rispetto al resto dell'economia.
  • 12. Produzione di petrolio greggio – Evoluzione dal 1971 al 2004 della produzione di petrolio per grandi regioni – ( (milioni di tonnellate) Fonte: Iea, Key Statistics 2005
  • 13. Paesi produttori Se vogliamo vedere più partitamente i singoli grandi paesi produttori, guardiamo la tabella prcedente: il più grande produttore è l'Arabia Saudita, seguita dalla Russia e dagli Usa. L'Arabia è anche il paese con le più grandi riserve petrolifere. Ma la quantità di riserve è anche in funzione del prezzo. Ci sono riserve, come quelle del petrolio contenuto nelle sabbie bituminose del Canada, che sono sfruttabili solo se il prezzo è alto. Insomma, se il prezzo rimane agli alti livelli del 2005, il Canada potrebbe in futuro essere ai primi posti fra i produttori di petrolio.
  • 14. Shock petroliferi I cosiddetti 'shock petroliferi' – i forti aumenti del prezzo del petrolio che si sono dati nel 1973-74, nel 1979-80 e nel 2004-05 – hanno spinto molti paesi sulla via del risparmio energetico. Tuttavia, col nuovo secolo questa tendenza, a livello mondiale, non è più forte come prima. Questo è dovuto al fatto che sulla scena mondiale si sono a affacciati nuovi paesi, grandi divoratori di energia. La Cina, l'India, la Russia si trovano a un livello più basso di sviluppo economico rispetto ai paesi più ricchi e tuttavia vanno crescendo a tassi di sviluppo di molto superiori a quelli dei paesi di antica industrializzazione. Quindi, tale cambiamento nella composizione geografica della crescita ha fatto aumentare la domanda – e l'offerta – di energia e in particolare di petrolio.
  • 15. Quote di produzione Quali sono, allora, i maggiori paesi produttori di petrolio? Guardiamo dapprima alle grandi regioni. Nel g rafico sono raffigurate le quote prodotte dalle diverse regioni mondiali nel 1973 e nel 2004. A un aumento del 36% circa (da 2.867 a 3.888 milioni di tonnellate) in quella trentina d'anni ha fatto riscontro una riduzione della quota del Medio Oriente (dal 37 al 30% del totale) e un aumento diffusamente ripartito nel resto delle grandi aree (eccetto l'area dell'ex impero sovietico).
  • 16. 1973 e 2004 - Le quote della produzione di petrolio per grandi regioni ( Mt = milioni di tonnellate) Q Fonte: Iea, Key Statistics 2005
  • 17. I maggiori produttori, esportatori, importatori di petrolio greggio dati 2004 – 2003 (Mt = milioni di tonnellate) % sul Esportatori Mt Importatori Mt Produttori Mt totale mondiale Arabia Saudita 333 Giappone 545 Arabia Saudita 492 12,7 Russia 228 Corea 209 Russia 456 11,7 Emirati Arabi 135 Stati Uniti 108 Stati Uniti 337 8,7 Iran 116 Germania 106 Iran 203 5,2 Messico 112 Italia 92 Messico 192 4,9 Nigeria 105 Cina 91 Cina 174 4,5 Venezuela 90 India 90 Venezuela 153 3,9 Norvegia 88 Francia 85 Norvegia 151 3,9 Canada 83 Spagna 58 Canada 146 3,8 Regno Unito 75 Paesi Bassi 57 Nigeria 129 3,3 Resto del mondo 648 Resto del mondo 674 Resto del mondo 1455 37,4 Mondo 2013 Mondo 2115 Mondo 3888 100 Dati relativi al 2003 Dati relativi al 2003 Dati relativi al 2004
  • 18. La dipendenza dal petrolio e l'indipendenza energetica
  • 19. Nel mondo ci sono paesi che Energia Consumo Importo Dipendenza consumata pro producono petrolio e altri totale netto energetica capite che non lo producono. (mtep) (mtep) (mtep) tep/popolazione E ci sono paesi che sono petrolio-dipendenti (cioè che Italia 181,03 154,37 85,3 3,12 hanno bisogno di importare Giappone 517,1 436,83 84,5 4,05 petrolio) e altri che non lo Spagna 136,1 109,71 80,6 3,34 sono. Non basta, però, Germania 347,12 213,81 61,6 4,21 produrre petrolio per essere Svizzera 27,07 14,94 55,2 3,66 'indipendenti'. Per esempio, gli Stati Uniti Francia 271,29 137,47 50,7 4,41 producono molto petrolio, Svezia 51,53 22,72 44,1 5,75 ma ne consumano ancora di Usa 2280,79 663,36 29,1 7,84 più, tanto che sono il primo India 553,39 99,51 18 0,52 importatore mondiale di greggio. Brasile 193,24 25,63 13,3 1,09 Cina 1426 62 4,3 1,1