1. NOAM CHOMSKY DENUNCIA LE BRUTALITA' DEL NEOLIBERISMO
“Il neoliberismo è il paradigma economico-politico che definisce il nostro tempo: indica
l’insieme delle politiche e dei processi che consentono a un gruppo relativamente ristretto di
controllare il più possibile la vita sociale allo scopo di massimizzare i propri profitti”. Questo è
un passo tratto dal libro “Sulla pelle viva. Mercato globale o movimento globale?” di Noam
Chomsky linguista statunitense di origine russa e polemista politico.
Nel volume Noam Chomsky analizza il neoliberismo, pone in luce le distorsioni
dell’interpretazione della stessa dottrina liberale classica che caratterizzano teoria e prassi
degli alfieri postmoderni della deregulation, denuncia lo storico dominio americano (spesso
reso possibile da generosi contributi pubblici alle industrie nazionali) e il disegno della
Organizzazione Mondiale del commercio come longa manus di questo grande imperialismo
globale che crea nuove povertà in termini di vita umana e di ambiente naturale tanto al Sud
quanto al Nord del mondo.
Ormai, dice Noam Chomsky, tutto diventa globale ed il “pensiero unico” occidentale si
materializza come intreccio di poteri e forme di dominio, di nuove forme di povertà,
sfruttamento ed omologazione. Nell'arena globale, secondo Chomsky, le multinazionali
ricoprono il vuoto lasciato dallo Stato-nazione e questo è il più grave danno per ogni sforzo di
democrazia.
Il problema, secondo Noam Chomsky, è che anche le cosiddette forze della sinistra di governo
sembrano rassegnarsi all’ineluttibilità della ricetta liberista; inizialmente associato a Reagan e
alla Tatcher, negli ultimi due decenni il neoliberismo è stato il credo economico-politico
dominante a livello globale, adottato non solo dai partiti politici di centro e di destra, ma anche
da buona parte della sinistra tradizionale.
Questi partiti e le politiche adottate rappresentano gli interessi diretti di investitori
estremamente ricchi e di meno di un migliaio di grandi imprese. Al centro dell’analisi di Noam
Chomsky ci sono il ruolo storico degli Stati Uniti nell’informare secondo un modello funzionale
ai propri interessi politici ed economici l’intero equilibrio dei rapporti mondiali. Chomsky sugli
attentati alle torri gemelle ritiene che sono stati massime atrocità ma non riescono comunque
a raggiungere il livello di tanti altri commessi dagli Stati Uniti.
Uno dei messaggi centrali del pensiero di Noam Chomsky è che la manipolazione delle
coscienze, il gioco della distorsione dell’informazione, determina le condizioni ideali per il
dominio sulla società da sfruttare. Noam Chomsky sostiene che stati e governi - tanto
vituperati dai fautori del libero mercato - sono sostegni fondamentali per il sistema capitalistico
al quale servono per la difesa degli interessi delle grandi imprese (sotto forma di sovvenzioni,
fisco, ecc.) e sempre meno per tutelare i singoli cittadini, soprattutto i più deboli.
“I principi fondamentali del liberalismo classico trovano la loro naturale espressione moderna
non nel dogma neoliberista, ma nei movimenti indipendenti dei lavoratori, nonché nelle idee e
nell’azione di quel socialismo libertario espresso talvolta anche da grandi esponenti del
pensiero del Novecento, come Bertrand Russel e John Dewey”, scrive Noam Chomsky
invitandoci a guardare oltre il confine che qualcuno vuole imporre al nostro immaginario.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
CHOMSKY N. "Sulla pelle viva. Mercato globale o movimento globale?" - Marco Tropea Editore 1999
CHOMSKY N. e DIETRICH H., "Società globale. Educazione, mercato, democrazia" - Piccola Editrice 1997
CHOMSKY N., "Il club dei ricchi" - Gamberetti 1996