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  ENERGIA
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        NATURAL GAS:
 ITALIAN AND GLOBAL SURVEY

17 febbraio 2012      a cura di Renato Brunetta
Indice
2


       Decreto liberalizzazioni, art. 15: Disposizioni in materia di separazione proprietaria
       Legge 27 dicembre 2006, n. 296, art. 1, comma 905
       Struttura societaria dell’Eni
       Il precedente governo Berlusconi aveva già agito: D.Lgs. 13 agosto 2010, n. 130
       La crisi di rifornimento che ha investito l’Italia non è poi così nera
       Maggiori fornitori italiani (miliardi di metri cubi ).
       L’Italia in numeri
       Commercio mondiale
       Produzione mondiale.
       Consumi mondiali.
       Pipeline’s strategy
       Pipeline: progetti e realtà
       South Stream
       Nabucco
       Il South Stream diventa più «Europeo»
       Una partita tra Mosca e Bruxelles
       Cala il sipario sul Nabucco?
Decreto liberalizzazioni, art. 15 :
    Disposizioni in materia di separazione proprietaria
3



       Il 24 gennaio 2012 è entrato in vigore il Decreto-legge n. 1 sulle
        liberalizzazioni che introduce novità in materia di separazione
        proprietaria.
       All’ articolo 15 si legge:

           Il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri di cui all'articolo
           1, comma 905, della legge 27 dicembre 2006, n. 296,
           relativamente alla partecipazione azionaria attualmente detenuta in
           Snam S.p.A., è emanato entro sei mesi dalla data di entrata in
           vigore del presente decreto-legge.
Legge 27 dicembre 2006, n. 296, art. 1, comma 905
4



       Il comma 905 stabilisce che saranno emanate le disposizioni relative
        all’attuazione di quanto previsto dall’articolo 1-ter, comma 4, del
        decreto-legge 29 agosto 2003, n. 239 “Disposizioni urgenti per la
        sicurezza e lo sviluppo del sistema elettrico nazionale e per il recupero di
        potenza di energia elettrica”.
       Tale articolo dispone che le società operanti nel settore della produzione,
        importazione, distribuzione e vendita dell’energia elettrica e del gas
        naturale (anche attraverso le società controllate, controllanti, o controllate
        dalla medesima controllante), e ciascuna società a controllo pubblico,
        anche indiretto (solo qualora operi direttamente nei medesimi settori),
        non può detenere, direttamente o indirettamente, quote superiori al
        20% del capitale delle società che sono proprietarie e che gestiscono
        reti nazionali di trasporto di energia elettrica e di gas naturale.
Struttura societaria dell’Eni
5


       In che modo questa normativa si inserisce nella struttura societaria
        dell’Eni? Facciamo un passo indietro.
       L’Eni, con il 52,54%, è il principale azionista di Snam Rete Gas S.p.A,
        ovvero la principale società italiana di trasporto del gas naturale.
       Società questa controllata dalla Holding Snam (Società Nazionale
        Metanodotti) attiva anche nello stoccaggio del gas naturale, con Stogit
        S.p.a e nella vendita del gas, attraverso il controllo di Italgas S.p.a.
       Quindi cosa comporterà una separazione societaria, entro 6 mesi, di
        Snam Rete Gas S.p.A dall’Eni?
         Consentirà di creare occupazione attraverso una maggiore
          appetibilità per gli investitori.
         Consentirà agli attori sul mercato di operare in un effettivo regime
          di concorrenza.
         Consentirà di garantire uno sviluppo ottimizzato della rete
Il precedente governo Berlusconi aveva già agito:
            D.Lgs. 13 agosto 2010, n. 130 (1/3)
6


       Il 13 agosto 2010 era stato infatti approvato dal Consiglio dei Ministri il
        Decreto Legislativo (D.Lgs. 13 agosto 2010, n. 130 recante misure per la
        maggior concorrenzialità nel mercato del gas naturale ed il
        trasferimento dei benefici risultanti ai clienti) che introduce limiti alle
        quote di mercato all'ingrosso per i soggetti che immettono gas nella rete
        nazionale di trasporto, in sostituzione dei vigenti "tetti antitrust"
        originariamente introdotti dal Decreto Legislativo n. 164 del 2000 e in
        scadenza a fine 2010, e individua nuove misure volte a promuovere una
        maggiore concorrenzialità nel mercato del gas naturale.
       Il decreto prevede che la quota di mercato detenuta da ciascun
        operatore sia calcolata incrementando la quota delle immissioni per
        tenere conto degli acquisti al PSV (Punto di Scambio Virtuale) e delle
        vendite di gas destinato al mercato italiano operate a monte dei punti di
        ingresso in Italia. Tale quota di mercato potrà dunque assumere valori
        non inferiori alla quota di immissione in rete.
Il precedente governo Berlusconi aveva già agito:
            D.Lgs. 13 agosto 2010, n. 130 (2/3)
7


       Gli operatori del mercato del gas saranno tenuti a limitare la propria quota di
        mercato ad una soglia massima del 40% dei consumi nazionali. Meccanismi di
        gas release a prezzi regolamentati sono previsti in caso di superamento di tale
        limite.
       È prevista inoltre la possibilità di elevare la soglia al 55% a fronte
        dell'assunzione di impegni di potenziamento e sviluppo della capacità di
        stoccaggio per 4 miliardi di metri cubi in cinque anni.
       Eni ha assunto tale impegno e dovrà obbligatoriamente:
         consentire a clienti industriali, aggregazioni di imprese, consorzi di clienti
            finali e produttori di energia elettrica la partecipazione alla realizzazione
            dell'infrastruttura di stoccaggio, tramite finanziamenti diretti o, in alternativa,
            la stipula di contratti di durata pluriennale relativi all'erogazione dei servizi
            di stoccaggio;
         impegnarsi a contribuire per il 50% al meccanismo di anticipazione dei
            benefici a condizioni economiche definite da Ministero e Autorità per
            l'energia elettrica e il gas.
Il precedente governo Berlusconi aveva già agito:
            D.Lgs. 13 agosto 2010, n. 130 (3/3)
8


       Il Decreto ha la finalità di
          trasferire ai clienti finali dei benefici derivanti dalla maggiore
            apertura del mercato;
          incentivare l'incremento della capacità di stoccaggio, a sostegno della
            sicurezza degli approvvigionamenti e di una maggiore flessibilità del
            sistema gas, prevedendo anche un contributo compensativo a favore
            dei comuni sul cui territorio vengono realizzati i nuovi campi di
            stoccaggio.
       Esso, inoltre, prevede che nel 2011 venga resa operativa da parte
        dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas la disciplina del
        bilanciamento di merito economico nel mercato del gas naturale.
       Gli impatti dell'introduzione delle misure ivi previste sui risultati
        economico-finanziari del Gruppo dipendono fortemente dalle norme
        attuative dello stesso ancora in via di definizione.
La crisi di rifornimento che ha investito l’Italia
                        non è poi così nera
9


       La crisi di rifornimento di gas naturale che ha investito l’Italia nelle scorse settimane è
        stata accompagnata da allarmismi forse esagerati. La situazione in realtà non è così
        nera.
       Attraverso i numeri riportati nelle slide successive si evince come sia vero che l’Italia sia
        molto dipendente dal gas. Infatti il 40% dei consumi d'energia primaria sono di metano,
        contro il 26% della media europea.
       Sui circa 83 miliardi di mc di consumo di gas annuo 75 miliardi li importiamo (il resto lo
        produciamo nei nostri giacimenti).
       E' vero la Russia è uno dei principali fornitori esteri; ma non il primo.
       Il paese di provenienza più importante è l’Algeria, che da sola con 28 miliardi di mc
        copre il 37% del fabbisogno italiano.
       Se si fa un piccolo passo indietro nella storia ci si accorge che ogni anno (eccetto il 2010
        nel quale la Russia aveva aumentato i rifornimenti per sopperire al deficit di gas libico),
        anzi ogni inverno, Gazprom riduce le forniture di gas all’Europa, vuoi perché gli inverni
        sono estremamente rigidi in Russia, vuoi perché quest’anno ci sono le elezioni e forse
        Putin ha bisogno di gas per i suoi elettori.
Maggiori fornitori italiani (miliardi di metri cubi )
           BP Statistical Review of World Energy (6/2011)
10

                               Norvegia: 5,75
                Olanda: 8,11
                                                              Russia: 14,20


                                                              Altri: 9,3

                                                              Croazia: 0,4



                                                               Qatar, Algeria,
                                                               altri: 8,6




                                                                                 Conduttura


            Algeria: 27,56                                                       GNL (gas naturale
                                                                                 liquefatto)
                                                Libia: 9,41
L’Italia in numeri
      BP Statistical Review of World Energy (6/2011)
11



               1995 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010


 Production    19,91 16,25 14,89 14,29 13,56 12,66 11,79 10,73 9,48             9,04   7,83    8,11


     Imports   33,52 56,12 53,51 57,92 61,34 66,34 71,76 75,61 72,24 75,09 67,65 73,6


     Exports   0,04   0,05   0,06    0,05   0,37   0,39   0,39   0,36   0,07    0,21   0,12    0,14

      Stock
               0,27   3,21   -0,96   3,33   -1,35 -0,13   -1,1   3,44   -1,28   1,01   -0,87   0,51
     Changes

Total Primary
   Energy     53,13 69,11 69,3 68,83 75,89 78,75 84,27 82,53 82,94 82,92 76,22 81,07
   Supply
L’Italia in numeri
 12

90


80


70


60


50
                                                                                          Production

                                                                                          Imports
40
                                                                                          Exports

                                                                                          Stock Changes
30
                                                                                          Total Primary Energy
                                                                                          Supply
20


10


 0


-10
      1995   2000   2001   2002   2003   2004   2005   2006   2007   2008   2009   2010
Commercio mondiale
13
Produzione mondiale
       BP Statistical Review of World Energy (6/2011)
14


                                                                                            Change 2010
                2000    2001   2002   2003   2004   2005   2006   2007   2008   2009   2010 2010 over share of
                                                                                            2009      total

Nord America 763,7 780,1 763,3 766,6 752,8 743,3 763,9 781,6 801,5 801,6 826,1                3,00%   26,00%


America Latina 100,2 104,5 106,7 118,7 131,7 138,6 151,1 152,5 157,6 151,9 161,2              6,20%    5,00%

     Europa e
                938,9 946,6 967,6 1001,9 1032,3 1038 1051,7 1053,2 1086,5 969,8 1043,1 7,60%          32,60%
      Eurasia

Medio Oriente 208,1 233,3 247,2 262,9 285,1 319,9 339,1 357,8 384,3 407,1 460,7 13,20% 14,40%


      Africa    130,3 131,5 134,4 144,9 154,7 174,3 191,2 203,1 211,5 199,2            209    4,90%    6,50%


Asia e Pacifico 272,1   282    300,2 321,6 337,4 363,9 383,7 402,2 420,7 446,4 493,2 10,50% 15,40%


     Mondo      2413,4 2478 2519,4 2616,5 2694      2778 2880,7 2950,5 3062,1 2975,9 3193,3 7,30% 100,0%
Produzione mondiale (1/3)
15

1200




1000




 800

                                                                                    Nord America
                                                                                    America Latina
                                                                                    Europa e EurAsia
 600
                                                                                    Medio Oriente
                                                                                    Africa
                                                                                    Asia e Pacifico
 400




 200




   0
       2000   2001   2002   2003   2004   2005   2006   2007   2008   2009   2010
Produzione mondiale (2/3)
16


                 2000                                           2010



     5%    11%                                          15%
                    32%                                             26%
                               Nord America                                    Nord America
     9%                                            7%
                               America Latina                                  America Latina
                               Europa e EurAsia   14%                          Europa e EurAsia
                               Medio Oriente                                   Medio Oriente
                                                                          5%
          39%                  Africa                         33%              Africa
                          4%
                               Asia e Pacifico                                 Asia e Pacifico
Produzione mondiale (3/3)
17




 1200


 1000


     800                                                                                                                      America Latina
                                                                                                                              Africa
     600                                                                                                                      Medio Oriente
                                                                                                                              Asia e Pacifico
     400                                                                                                                      Nord America
                                                                                                                              Europa e EurAsia
     200


       0
        2000                                                                                               Europa e EurAsia
               2001                                                                                    Nord America
                      2002
                             2003                                                                 Asia e Pacifico
                                    2004                                                      Medio Oriente
                                           2005
                                                  2006                                  Africa
                                                         2007
                                                                2008                 America Latina
                                                                       2009
                                                                              2010
Consumi mondiali
       BP Statistical Review of World Energy (6/2011)
18

                                                                                               Change 2010
                 2000    2001   2002   2003   2004   2005   2006   2007    2008   2009   2010 2012 over share of
                                                                                                2009      total

Nord America 794,4 759,6        787    778,6 782,5 774,9 771,9 812,1 820,8 807,7 846,1          4,70%   26,90%


America Latina    96     100,7 102,1 107,9 117,5 122,9 135,5 134,6 141,3 135,1 147,7            9,30%    4,70%

     Europa e
                 985,3 1016,1 1023,2 1067,1 1100,1 1122,8 1129,5 1143,5 1148,2 1060,5 1137,2 7,20%      35,80%
      EurAsia

Medio Oriente 186,7 206,8 217,6        229    247,1 279,2 291,5 303,1 331,9 344,1 365,5         6,20%   11,50%


      Africa      58,4   63,8   65,8   72,6   79,7   83     88,1   94,4    100,1 98,9    105    6,10%    3,30%


Asia e Pacifico 290,8    308    324,6 350,8 367,7 398,9     426    459,6   484    503,9 567,6 12,60% 17,90%

                                                                                                         100,00
     Mondo       2411,7 2455 2520,3 2606,1 2694,5 2781,8 2842,4 2947,4 3026,4 2950,2 3169       7,40%
                                                                                                           %
Consumi mondiali
                            miliardi di metri cubi (1/2)
19

1200




1000




 800

                                                                                     Nord America
                                                                                     America Latina
                                                                                     Europa e EurAsia
 600
                                                                                     Medio Oriente
                                                                                     Africa
                                                                                     Asia e Pacifico
 400




 200




   0
       2000   2001   2002    2003   2004   2005   2006   2007   2008   2009   2010
Consumi mondiali
                     miliardi di metri cubi (2/2)
20

                  2000                                                2010




     2%     12%
                                                          18%
                     33%        Nord America                            27%
     8%                                            3%                              Nord America
                                America Latina
                                                                                   America Latina
                                Europa e EurAsia    11%
                                                                                   Europa e EurAsia
                                Medio Oriente
                                                                                   Medio Oriente
          41%                                                                 5%
                                Africa
                                                                36%                Africa
                           4%   Asia e Pacifico
                                                                                   Asia e Pacifico
Pipeline’s strategy
21


    Dove ci conducono i dati statistici appena analizzati?
        La Russia è il maggior produttore ed esportatore al mondo di gas
         naturale
        L’Europa è il maggior consumatore ed importatore di gas naturale
    Questo porta ad una analisi geopolitica-geoeconomica degli interessi
     strategici presenti in tale settore, dove le condutture e i mezzi di
     trasporto del gas svolgono un ruolo fondamentale dal momento in cui
     attraversano confini, impongono e sviluppano relazioni strategico
     commerciali tra paesi non sempre «amici».
    Le cosiddette «pipeline» che portano il gas in Europa sono diverse:
        Il North Stream già completato e in funzione
        Il South Strem e il Nabucco ancora in fase progettuale
Pipeline: progetti e realtà
22


                          Il North Stream collega
                           direttamente la Russia alla
                           Germania,       con    una
                           capacità di 55 miliardi di
                           metri cubi l’anno, e 1.224
                           km di lunghezza.
                          Il South Stream e il
                           Nabucco sono ancora in
                           fase di progettazione in
                           concorrenza tra loro. Il
                           primo       prevede        il
                           rifornimento dalla Russia, il
                           secondo       no.       Tale
                           discriminante è cruciale.
South Stream (1/3)
23




        Il progetto South Stream è nato dalla firma di un memorandum di intesa tra Eni
         e Gazprom il 23 giugno 2007. L'accordo si inseriva in una più ampia intesa
         strategica che le due compagnie avevano siglato nel novembre del 2006 e che
         avrebbe permesso a Gazprom di entrare nel mercato della distribuzione e
         vendita del gas naturale in Italia e a Eni di sviluppare progetti di ricerca ed
         estrazione di idrocarburi in Siberia.
South Stream (2/3)
24


        Passaggio successivo fu la firma, nel novembre 2007, di un accordo per la
         costituzione della società South Stream AG, controllata pariteticamente dai due
         soci, con lo scopo di commissionare lo studio di fattibilità e commerciabilità del
         progetto. La società è stata poi effettivamente costituita nel gennaio 2008.
        Il 15 maggio del 2009, alla presenza dei premier Silvio Berlusconi e Vladimir
         Putin, gli amministratori delegati delle due società, Paolo Scaroni e Alexei Miller,
         hanno firmato un secondo documento integrativo del memorandum d'intesa
         esistente, ribadendo l'importanza del progetto e stabilendone la sua espansione
         in termini di capacità.
        La Russia, nel frattempo, ha siglato con Bulgaria, Ungheria, Grecia e Serbia
         accordi intergovernativi che sancivano l'entrata di questi Paesi nel progetto.
        Accordi di natura commerciale sono stati contemporaneamente firmati da
         Gazprom con la compagnia serba Srbjiagas, quella greca DEFSA e quella
         bulgara Bulgaria Energy Holding, più la Banca di sviluppo Ungherese.
South Stream (3/3)
25


        Accordi sono in fase di considerazione anche con Slovenia ed Austria.
        Il 6 agosto 2009, il premier turco, Erdoğan, e il premier russo, Putin, hanno
         firmato, alla presenza di Berlusconi e Scaroni, un accordo intergovernativo che
         permetterà al gasdotto South Stream di attraversare le acque territoriali turche
         del mar Nero.
        Il 19 giugno 2010 Gazprom, Eni e la francese EDF hanno firmato un
         memorandum d’intesa trilaterale che prevede specifici passaggi per l’entrata
         francese nel progetto.
        Il 16 settembre 2010 è stato firmato un accordo, il primo giuridicamente
         vincolante, nel quadro del X forum internazionale degli investimenti di Soci.
        Gazprom mantiene il 50%, Eni scende al 20% consentendo l'ingresso della
         francese Edf e della tedesca Wintershall (gruppo Basf), ciascuna con il 15%.
        L'intesa è stata siglata dagli a. d. delle quattro società energetiche: Paolo
         Scaroni (Eni), Henry Proglio (Edf), Rainer Seele (Wintershall) e Alexiei Miller
         (Gazprom).
Nabucco (1/3)
26




        Il progetto Nabucco è nato nel febbraio del 2002 a seguito dell'interesse di
         due compagnie, l'austriaca OMV e la turca Botas.
Nabucco (2/3)
27


        Nel giugno 2002 altre tre compagnie - la bulgara Bulgargaz, la romena
         Transgaz e l'ungherese MOL - si aggiunsero al progetto e furono firmati prima
         un protocollo di intesa per la costruzione del gasdotto e poi, nell'ottobre, un
         nuovo accordo di cooperazione il cui scopo era l'affidamento e l'espletamento
         dello studio di fattibilità.
        Nel dicembre del 2003, con la firma di un protocollo di intesa con le cinque
         compagnie del consorzio, l'Unione Europea ha manifestato il suo interesse verso
         il progetto garantendo il finanziamento del 50% dei costi dello studio di
         fattibilità.
        A metà del 2005 si entrò nella fase vera e propria di sviluppo progettuale con
         la firma dell'accordo di joint venture fra i 5 soci che costituirono la società
         Nabucco Gas Pipeline International GmbH. Ognuno dei partner detiene il
         16,67% delle azioni della compagnia.
        Nel febbraio del 2008 è entrata nel consorzio anche la tedesca RWE.
Nabucco (3/3)
28



        Il 27 gennaio del 2009, durante il Nabucco Summit, la Banca Europea degli
         Investimenti e la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo hanno
         garantito un adeguato supporto finanziario alla realizzazione del gasdotto.
        Infine, il 13 luglio 2009, è stato firmato ad Ankara l'accordo intergovernativo
         fra i Paesi partner, alla presenza del Presidente della Commissione Jose Manuel
         Barroso, del Commissario all'Energia Andris Piebalgs e dell'Inviato Speciale per
         l'Energia statunitense Richard Morningstar.
        Il Nabucco fa parte dei progetti infrastrutturali in campo energetico ritenuti
         prioritari dall'Unione Europea, essendo inserito nel cosiddetto Corridoio Sud di
         approvvigionamento del gas naturale.
        Riceverà un finanziamento di 200 milioni di euro nel quadro del "Programma di
         sostegno alla ripresa economica tramite la concessione di un sostegno
         finanziario comunitario a favore di progetti nel settore dell'energia", conosciuto
         con l'acronimo inglese di EEPR (European Energy Programme for Recovery).
Il South Stream diventa più «Europeo»
29


    Quello che si evince è che il gasdotto South Stream diventa sempre più
     «europeo», con un obiettivo: renderlo più facilmente finanziabile ma soprattutto
     politicamente digeribile dalla Ue, che con gli Usa continua a sponsorizzare il
     Nabucco per ridurre la sua dipendenza energetica dalla Russia.
    Scaroni ha spiegato perché l'Eni è scesa dal 50% al 20% e ha fatto capire
     chiaramente che ora la palla passa alla Ue. ''Più il progetto è europeo più alte
     sono le possibilità che si faccia'', ha sottolineato, ricordando che ora sono
     coinvolti i tre principali Paesi europei importatori di gas. ''A noi – ha proseguito
     – non interessa tanto investire i nostri soldi in un tubo di acciaio in mezzo al Mar
     Nero con una redditività relativamente modesta, ma siglare un maxi accordo
     con Gazprom che ci assicuri gli attuali volumi di gas, anzi, che li aumenti, a
     prescindere dalla nostra percentuale nel progetto.'' ''Piuttosto – ha aggiunto –
     siamo interessati a realizzare l'infrastruttura: Saipem, che ha già realizzato il
     Blue Stream sotto il Mar nero e il Nord Stream, mi sembra il candidato ideale''.
Una partita tra Mosca e Bruxelles
30


    Scaroni si è anche soffermato sul presunto duello tra South Strean e Nabucco
     affermando: ''non sono in concorrenza, sono due infrastrutture completamente
     diverse, la prima destinata ad importare il gas russo in Europa, la seconda dalla
     regione del Caspio''.
    Ma la Ue sta cercando di smarcarsi in parte dal gas russo negoziando già con
     Azerbaigian e Turkmenistan per garantirsi il metano con cui riempire il Nabucco.
     Una mossa che la diplomazia russa non ha gradito, bollandola come un
     ''tentativo di ingerenza esterna'' negli affari del Caspio, il cui statuto giudirico è
     ancora in fase di negoziato tra i cinque paese rivieraschi (Russia, Iran,
     Kazakhstan, Azerbaigian e Turkmenistan).
Cala il sipario sul Nabucco?
31


    Nelle ultime settimane si sono rincorse le voci di un imminente ritiro tedesco dal
     progetto «Nabucco».
    Turchi e azeri hanno dato vita al Tanap, Trans anatolian gas pipeline, un
     progetto di tubo nuovo di zecca (nelle intenzioni) che dovrebbe trasportare il
     gas naturale del giacimento caspico di Shah Deniz 2 verso l’Europa.
    Ora, a corteggiare i soci del Tanap e a contendersi lo sbocco verso il mar
     Adriatico del famigerato Corridoio sono la joint venture italo-greca Itgi
     (composta da Edison e Depa), e il consorzio Tap, che ha invece per soci la
     norvegese Statoil, la svizzera Egl e la tedesca E.On-Ruhrgas. La Statoil è anche
     azionista (con Bp) del giacimento di Shah Deniz.
    To be coninued…

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Natural gas

  • 1. 1.1 ENERGIA i think tanks www.freefoundation.com NATURAL GAS: ITALIAN AND GLOBAL SURVEY 17 febbraio 2012 a cura di Renato Brunetta
  • 2. Indice 2  Decreto liberalizzazioni, art. 15: Disposizioni in materia di separazione proprietaria  Legge 27 dicembre 2006, n. 296, art. 1, comma 905  Struttura societaria dell’Eni  Il precedente governo Berlusconi aveva già agito: D.Lgs. 13 agosto 2010, n. 130  La crisi di rifornimento che ha investito l’Italia non è poi così nera  Maggiori fornitori italiani (miliardi di metri cubi ).  L’Italia in numeri  Commercio mondiale  Produzione mondiale.  Consumi mondiali.  Pipeline’s strategy  Pipeline: progetti e realtà  South Stream  Nabucco  Il South Stream diventa più «Europeo»  Una partita tra Mosca e Bruxelles  Cala il sipario sul Nabucco?
  • 3. Decreto liberalizzazioni, art. 15 : Disposizioni in materia di separazione proprietaria 3  Il 24 gennaio 2012 è entrato in vigore il Decreto-legge n. 1 sulle liberalizzazioni che introduce novità in materia di separazione proprietaria.  All’ articolo 15 si legge: Il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri di cui all'articolo 1, comma 905, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, relativamente alla partecipazione azionaria attualmente detenuta in Snam S.p.A., è emanato entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto-legge.
  • 4. Legge 27 dicembre 2006, n. 296, art. 1, comma 905 4  Il comma 905 stabilisce che saranno emanate le disposizioni relative all’attuazione di quanto previsto dall’articolo 1-ter, comma 4, del decreto-legge 29 agosto 2003, n. 239 “Disposizioni urgenti per la sicurezza e lo sviluppo del sistema elettrico nazionale e per il recupero di potenza di energia elettrica”.  Tale articolo dispone che le società operanti nel settore della produzione, importazione, distribuzione e vendita dell’energia elettrica e del gas naturale (anche attraverso le società controllate, controllanti, o controllate dalla medesima controllante), e ciascuna società a controllo pubblico, anche indiretto (solo qualora operi direttamente nei medesimi settori), non può detenere, direttamente o indirettamente, quote superiori al 20% del capitale delle società che sono proprietarie e che gestiscono reti nazionali di trasporto di energia elettrica e di gas naturale.
  • 5. Struttura societaria dell’Eni 5  In che modo questa normativa si inserisce nella struttura societaria dell’Eni? Facciamo un passo indietro.  L’Eni, con il 52,54%, è il principale azionista di Snam Rete Gas S.p.A, ovvero la principale società italiana di trasporto del gas naturale.  Società questa controllata dalla Holding Snam (Società Nazionale Metanodotti) attiva anche nello stoccaggio del gas naturale, con Stogit S.p.a e nella vendita del gas, attraverso il controllo di Italgas S.p.a.  Quindi cosa comporterà una separazione societaria, entro 6 mesi, di Snam Rete Gas S.p.A dall’Eni?  Consentirà di creare occupazione attraverso una maggiore appetibilità per gli investitori.  Consentirà agli attori sul mercato di operare in un effettivo regime di concorrenza.  Consentirà di garantire uno sviluppo ottimizzato della rete
  • 6. Il precedente governo Berlusconi aveva già agito: D.Lgs. 13 agosto 2010, n. 130 (1/3) 6  Il 13 agosto 2010 era stato infatti approvato dal Consiglio dei Ministri il Decreto Legislativo (D.Lgs. 13 agosto 2010, n. 130 recante misure per la maggior concorrenzialità nel mercato del gas naturale ed il trasferimento dei benefici risultanti ai clienti) che introduce limiti alle quote di mercato all'ingrosso per i soggetti che immettono gas nella rete nazionale di trasporto, in sostituzione dei vigenti "tetti antitrust" originariamente introdotti dal Decreto Legislativo n. 164 del 2000 e in scadenza a fine 2010, e individua nuove misure volte a promuovere una maggiore concorrenzialità nel mercato del gas naturale.  Il decreto prevede che la quota di mercato detenuta da ciascun operatore sia calcolata incrementando la quota delle immissioni per tenere conto degli acquisti al PSV (Punto di Scambio Virtuale) e delle vendite di gas destinato al mercato italiano operate a monte dei punti di ingresso in Italia. Tale quota di mercato potrà dunque assumere valori non inferiori alla quota di immissione in rete.
  • 7. Il precedente governo Berlusconi aveva già agito: D.Lgs. 13 agosto 2010, n. 130 (2/3) 7  Gli operatori del mercato del gas saranno tenuti a limitare la propria quota di mercato ad una soglia massima del 40% dei consumi nazionali. Meccanismi di gas release a prezzi regolamentati sono previsti in caso di superamento di tale limite.  È prevista inoltre la possibilità di elevare la soglia al 55% a fronte dell'assunzione di impegni di potenziamento e sviluppo della capacità di stoccaggio per 4 miliardi di metri cubi in cinque anni.  Eni ha assunto tale impegno e dovrà obbligatoriamente:  consentire a clienti industriali, aggregazioni di imprese, consorzi di clienti finali e produttori di energia elettrica la partecipazione alla realizzazione dell'infrastruttura di stoccaggio, tramite finanziamenti diretti o, in alternativa, la stipula di contratti di durata pluriennale relativi all'erogazione dei servizi di stoccaggio;  impegnarsi a contribuire per il 50% al meccanismo di anticipazione dei benefici a condizioni economiche definite da Ministero e Autorità per l'energia elettrica e il gas.
  • 8. Il precedente governo Berlusconi aveva già agito: D.Lgs. 13 agosto 2010, n. 130 (3/3) 8  Il Decreto ha la finalità di  trasferire ai clienti finali dei benefici derivanti dalla maggiore apertura del mercato;  incentivare l'incremento della capacità di stoccaggio, a sostegno della sicurezza degli approvvigionamenti e di una maggiore flessibilità del sistema gas, prevedendo anche un contributo compensativo a favore dei comuni sul cui territorio vengono realizzati i nuovi campi di stoccaggio.  Esso, inoltre, prevede che nel 2011 venga resa operativa da parte dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas la disciplina del bilanciamento di merito economico nel mercato del gas naturale.  Gli impatti dell'introduzione delle misure ivi previste sui risultati economico-finanziari del Gruppo dipendono fortemente dalle norme attuative dello stesso ancora in via di definizione.
  • 9. La crisi di rifornimento che ha investito l’Italia non è poi così nera 9  La crisi di rifornimento di gas naturale che ha investito l’Italia nelle scorse settimane è stata accompagnata da allarmismi forse esagerati. La situazione in realtà non è così nera.  Attraverso i numeri riportati nelle slide successive si evince come sia vero che l’Italia sia molto dipendente dal gas. Infatti il 40% dei consumi d'energia primaria sono di metano, contro il 26% della media europea.  Sui circa 83 miliardi di mc di consumo di gas annuo 75 miliardi li importiamo (il resto lo produciamo nei nostri giacimenti).  E' vero la Russia è uno dei principali fornitori esteri; ma non il primo.  Il paese di provenienza più importante è l’Algeria, che da sola con 28 miliardi di mc copre il 37% del fabbisogno italiano.  Se si fa un piccolo passo indietro nella storia ci si accorge che ogni anno (eccetto il 2010 nel quale la Russia aveva aumentato i rifornimenti per sopperire al deficit di gas libico), anzi ogni inverno, Gazprom riduce le forniture di gas all’Europa, vuoi perché gli inverni sono estremamente rigidi in Russia, vuoi perché quest’anno ci sono le elezioni e forse Putin ha bisogno di gas per i suoi elettori.
  • 10. Maggiori fornitori italiani (miliardi di metri cubi ) BP Statistical Review of World Energy (6/2011) 10 Norvegia: 5,75 Olanda: 8,11 Russia: 14,20 Altri: 9,3 Croazia: 0,4 Qatar, Algeria, altri: 8,6 Conduttura Algeria: 27,56 GNL (gas naturale liquefatto) Libia: 9,41
  • 11. L’Italia in numeri BP Statistical Review of World Energy (6/2011) 11 1995 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Production 19,91 16,25 14,89 14,29 13,56 12,66 11,79 10,73 9,48 9,04 7,83 8,11 Imports 33,52 56,12 53,51 57,92 61,34 66,34 71,76 75,61 72,24 75,09 67,65 73,6 Exports 0,04 0,05 0,06 0,05 0,37 0,39 0,39 0,36 0,07 0,21 0,12 0,14 Stock 0,27 3,21 -0,96 3,33 -1,35 -0,13 -1,1 3,44 -1,28 1,01 -0,87 0,51 Changes Total Primary Energy 53,13 69,11 69,3 68,83 75,89 78,75 84,27 82,53 82,94 82,92 76,22 81,07 Supply
  • 12. L’Italia in numeri 12 90 80 70 60 50 Production Imports 40 Exports Stock Changes 30 Total Primary Energy Supply 20 10 0 -10 1995 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010
  • 14. Produzione mondiale BP Statistical Review of World Energy (6/2011) 14 Change 2010 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2010 over share of 2009 total Nord America 763,7 780,1 763,3 766,6 752,8 743,3 763,9 781,6 801,5 801,6 826,1 3,00% 26,00% America Latina 100,2 104,5 106,7 118,7 131,7 138,6 151,1 152,5 157,6 151,9 161,2 6,20% 5,00% Europa e 938,9 946,6 967,6 1001,9 1032,3 1038 1051,7 1053,2 1086,5 969,8 1043,1 7,60% 32,60% Eurasia Medio Oriente 208,1 233,3 247,2 262,9 285,1 319,9 339,1 357,8 384,3 407,1 460,7 13,20% 14,40% Africa 130,3 131,5 134,4 144,9 154,7 174,3 191,2 203,1 211,5 199,2 209 4,90% 6,50% Asia e Pacifico 272,1 282 300,2 321,6 337,4 363,9 383,7 402,2 420,7 446,4 493,2 10,50% 15,40% Mondo 2413,4 2478 2519,4 2616,5 2694 2778 2880,7 2950,5 3062,1 2975,9 3193,3 7,30% 100,0%
  • 15. Produzione mondiale (1/3) 15 1200 1000 800 Nord America America Latina Europa e EurAsia 600 Medio Oriente Africa Asia e Pacifico 400 200 0 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010
  • 16. Produzione mondiale (2/3) 16 2000 2010 5% 11% 15% 32% 26% Nord America Nord America 9% 7% America Latina America Latina Europa e EurAsia 14% Europa e EurAsia Medio Oriente Medio Oriente 5% 39% Africa 33% Africa 4% Asia e Pacifico Asia e Pacifico
  • 17. Produzione mondiale (3/3) 17 1200 1000 800 America Latina Africa 600 Medio Oriente Asia e Pacifico 400 Nord America Europa e EurAsia 200 0 2000 Europa e EurAsia 2001 Nord America 2002 2003 Asia e Pacifico 2004 Medio Oriente 2005 2006 Africa 2007 2008 America Latina 2009 2010
  • 18. Consumi mondiali BP Statistical Review of World Energy (6/2011) 18 Change 2010 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2012 over share of 2009 total Nord America 794,4 759,6 787 778,6 782,5 774,9 771,9 812,1 820,8 807,7 846,1 4,70% 26,90% America Latina 96 100,7 102,1 107,9 117,5 122,9 135,5 134,6 141,3 135,1 147,7 9,30% 4,70% Europa e 985,3 1016,1 1023,2 1067,1 1100,1 1122,8 1129,5 1143,5 1148,2 1060,5 1137,2 7,20% 35,80% EurAsia Medio Oriente 186,7 206,8 217,6 229 247,1 279,2 291,5 303,1 331,9 344,1 365,5 6,20% 11,50% Africa 58,4 63,8 65,8 72,6 79,7 83 88,1 94,4 100,1 98,9 105 6,10% 3,30% Asia e Pacifico 290,8 308 324,6 350,8 367,7 398,9 426 459,6 484 503,9 567,6 12,60% 17,90% 100,00 Mondo 2411,7 2455 2520,3 2606,1 2694,5 2781,8 2842,4 2947,4 3026,4 2950,2 3169 7,40% %
  • 19. Consumi mondiali miliardi di metri cubi (1/2) 19 1200 1000 800 Nord America America Latina Europa e EurAsia 600 Medio Oriente Africa Asia e Pacifico 400 200 0 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010
  • 20. Consumi mondiali miliardi di metri cubi (2/2) 20 2000 2010 2% 12% 18% 33% Nord America 27% 8% 3% Nord America America Latina America Latina Europa e EurAsia 11% Europa e EurAsia Medio Oriente Medio Oriente 41% 5% Africa 36% Africa 4% Asia e Pacifico Asia e Pacifico
  • 21. Pipeline’s strategy 21  Dove ci conducono i dati statistici appena analizzati?  La Russia è il maggior produttore ed esportatore al mondo di gas naturale  L’Europa è il maggior consumatore ed importatore di gas naturale  Questo porta ad una analisi geopolitica-geoeconomica degli interessi strategici presenti in tale settore, dove le condutture e i mezzi di trasporto del gas svolgono un ruolo fondamentale dal momento in cui attraversano confini, impongono e sviluppano relazioni strategico commerciali tra paesi non sempre «amici».  Le cosiddette «pipeline» che portano il gas in Europa sono diverse:  Il North Stream già completato e in funzione  Il South Strem e il Nabucco ancora in fase progettuale
  • 22. Pipeline: progetti e realtà 22  Il North Stream collega direttamente la Russia alla Germania, con una capacità di 55 miliardi di metri cubi l’anno, e 1.224 km di lunghezza.  Il South Stream e il Nabucco sono ancora in fase di progettazione in concorrenza tra loro. Il primo prevede il rifornimento dalla Russia, il secondo no. Tale discriminante è cruciale.
  • 23. South Stream (1/3) 23  Il progetto South Stream è nato dalla firma di un memorandum di intesa tra Eni e Gazprom il 23 giugno 2007. L'accordo si inseriva in una più ampia intesa strategica che le due compagnie avevano siglato nel novembre del 2006 e che avrebbe permesso a Gazprom di entrare nel mercato della distribuzione e vendita del gas naturale in Italia e a Eni di sviluppare progetti di ricerca ed estrazione di idrocarburi in Siberia.
  • 24. South Stream (2/3) 24  Passaggio successivo fu la firma, nel novembre 2007, di un accordo per la costituzione della società South Stream AG, controllata pariteticamente dai due soci, con lo scopo di commissionare lo studio di fattibilità e commerciabilità del progetto. La società è stata poi effettivamente costituita nel gennaio 2008.  Il 15 maggio del 2009, alla presenza dei premier Silvio Berlusconi e Vladimir Putin, gli amministratori delegati delle due società, Paolo Scaroni e Alexei Miller, hanno firmato un secondo documento integrativo del memorandum d'intesa esistente, ribadendo l'importanza del progetto e stabilendone la sua espansione in termini di capacità.  La Russia, nel frattempo, ha siglato con Bulgaria, Ungheria, Grecia e Serbia accordi intergovernativi che sancivano l'entrata di questi Paesi nel progetto.  Accordi di natura commerciale sono stati contemporaneamente firmati da Gazprom con la compagnia serba Srbjiagas, quella greca DEFSA e quella bulgara Bulgaria Energy Holding, più la Banca di sviluppo Ungherese.
  • 25. South Stream (3/3) 25  Accordi sono in fase di considerazione anche con Slovenia ed Austria.  Il 6 agosto 2009, il premier turco, Erdoğan, e il premier russo, Putin, hanno firmato, alla presenza di Berlusconi e Scaroni, un accordo intergovernativo che permetterà al gasdotto South Stream di attraversare le acque territoriali turche del mar Nero.  Il 19 giugno 2010 Gazprom, Eni e la francese EDF hanno firmato un memorandum d’intesa trilaterale che prevede specifici passaggi per l’entrata francese nel progetto.  Il 16 settembre 2010 è stato firmato un accordo, il primo giuridicamente vincolante, nel quadro del X forum internazionale degli investimenti di Soci.  Gazprom mantiene il 50%, Eni scende al 20% consentendo l'ingresso della francese Edf e della tedesca Wintershall (gruppo Basf), ciascuna con il 15%.  L'intesa è stata siglata dagli a. d. delle quattro società energetiche: Paolo Scaroni (Eni), Henry Proglio (Edf), Rainer Seele (Wintershall) e Alexiei Miller (Gazprom).
  • 26. Nabucco (1/3) 26  Il progetto Nabucco è nato nel febbraio del 2002 a seguito dell'interesse di due compagnie, l'austriaca OMV e la turca Botas.
  • 27. Nabucco (2/3) 27  Nel giugno 2002 altre tre compagnie - la bulgara Bulgargaz, la romena Transgaz e l'ungherese MOL - si aggiunsero al progetto e furono firmati prima un protocollo di intesa per la costruzione del gasdotto e poi, nell'ottobre, un nuovo accordo di cooperazione il cui scopo era l'affidamento e l'espletamento dello studio di fattibilità.  Nel dicembre del 2003, con la firma di un protocollo di intesa con le cinque compagnie del consorzio, l'Unione Europea ha manifestato il suo interesse verso il progetto garantendo il finanziamento del 50% dei costi dello studio di fattibilità.  A metà del 2005 si entrò nella fase vera e propria di sviluppo progettuale con la firma dell'accordo di joint venture fra i 5 soci che costituirono la società Nabucco Gas Pipeline International GmbH. Ognuno dei partner detiene il 16,67% delle azioni della compagnia.  Nel febbraio del 2008 è entrata nel consorzio anche la tedesca RWE.
  • 28. Nabucco (3/3) 28  Il 27 gennaio del 2009, durante il Nabucco Summit, la Banca Europea degli Investimenti e la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo hanno garantito un adeguato supporto finanziario alla realizzazione del gasdotto.  Infine, il 13 luglio 2009, è stato firmato ad Ankara l'accordo intergovernativo fra i Paesi partner, alla presenza del Presidente della Commissione Jose Manuel Barroso, del Commissario all'Energia Andris Piebalgs e dell'Inviato Speciale per l'Energia statunitense Richard Morningstar.  Il Nabucco fa parte dei progetti infrastrutturali in campo energetico ritenuti prioritari dall'Unione Europea, essendo inserito nel cosiddetto Corridoio Sud di approvvigionamento del gas naturale.  Riceverà un finanziamento di 200 milioni di euro nel quadro del "Programma di sostegno alla ripresa economica tramite la concessione di un sostegno finanziario comunitario a favore di progetti nel settore dell'energia", conosciuto con l'acronimo inglese di EEPR (European Energy Programme for Recovery).
  • 29. Il South Stream diventa più «Europeo» 29  Quello che si evince è che il gasdotto South Stream diventa sempre più «europeo», con un obiettivo: renderlo più facilmente finanziabile ma soprattutto politicamente digeribile dalla Ue, che con gli Usa continua a sponsorizzare il Nabucco per ridurre la sua dipendenza energetica dalla Russia.  Scaroni ha spiegato perché l'Eni è scesa dal 50% al 20% e ha fatto capire chiaramente che ora la palla passa alla Ue. ''Più il progetto è europeo più alte sono le possibilità che si faccia'', ha sottolineato, ricordando che ora sono coinvolti i tre principali Paesi europei importatori di gas. ''A noi – ha proseguito – non interessa tanto investire i nostri soldi in un tubo di acciaio in mezzo al Mar Nero con una redditività relativamente modesta, ma siglare un maxi accordo con Gazprom che ci assicuri gli attuali volumi di gas, anzi, che li aumenti, a prescindere dalla nostra percentuale nel progetto.'' ''Piuttosto – ha aggiunto – siamo interessati a realizzare l'infrastruttura: Saipem, che ha già realizzato il Blue Stream sotto il Mar nero e il Nord Stream, mi sembra il candidato ideale''.
  • 30. Una partita tra Mosca e Bruxelles 30  Scaroni si è anche soffermato sul presunto duello tra South Strean e Nabucco affermando: ''non sono in concorrenza, sono due infrastrutture completamente diverse, la prima destinata ad importare il gas russo in Europa, la seconda dalla regione del Caspio''.  Ma la Ue sta cercando di smarcarsi in parte dal gas russo negoziando già con Azerbaigian e Turkmenistan per garantirsi il metano con cui riempire il Nabucco. Una mossa che la diplomazia russa non ha gradito, bollandola come un ''tentativo di ingerenza esterna'' negli affari del Caspio, il cui statuto giudirico è ancora in fase di negoziato tra i cinque paese rivieraschi (Russia, Iran, Kazakhstan, Azerbaigian e Turkmenistan).
  • 31. Cala il sipario sul Nabucco? 31  Nelle ultime settimane si sono rincorse le voci di un imminente ritiro tedesco dal progetto «Nabucco».  Turchi e azeri hanno dato vita al Tanap, Trans anatolian gas pipeline, un progetto di tubo nuovo di zecca (nelle intenzioni) che dovrebbe trasportare il gas naturale del giacimento caspico di Shah Deniz 2 verso l’Europa.  Ora, a corteggiare i soci del Tanap e a contendersi lo sbocco verso il mar Adriatico del famigerato Corridoio sono la joint venture italo-greca Itgi (composta da Edison e Depa), e il consorzio Tap, che ha invece per soci la norvegese Statoil, la svizzera Egl e la tedesca E.On-Ruhrgas. La Statoil è anche azionista (con Bp) del giacimento di Shah Deniz.  To be coninued…