1. UNO SGUARDO IN AVANTI
L’esperienza politica che sto vivendo in questi giorni, quella di candidato
alla segreteria del PATT, attraverso una interessante fase di
avvicinamento al Congresso del 13 marzo prossimo, e le riunioni sul
territorio a spiegare una tesi congressuale condivisa da centinaia di
persone e guidata dal cons. Walter Kaswalder, è un fatto di grande fatica
ma di altrettanta gratifica. Il ringraziamento che riservo agli altri miei
competitori, Corona, Ottobre e Panizza, è totale perché senza di loro il
confronto politico negli ambiti non avrebbe avuto modo di maturare
impedendo così a masse davvero importanti di gente di partecipare ad un
dibattito coinvolgente. Il PATT è ancora capace di attrarre interesse forse
perché, in questa fase, si è capito che al di là delle differenze non vi è
alcun nemico da abbattere ma solo avversari da contendere, sulla base di
idee e prospettive di futuro del Trentino e del partito.
La mia ambizione è quella di riuscire a trovare una sintesi, la più condivisa
possibile, tra le varie tesi politiche rappresentate dagli altri tre candidati,
su due direttrici principali: una interna al partito, l’altra programmatica.
Per quanto riguarda il partito il richiamo è ad una struttura più funzionale
e snella che passi, per quanto attiene agli organi, da un Parlamentino
attuale di più di cento membri ad uno di 45, che salvaguardi
rappresentanza territoriale e capacità di penetrare i problemi in forma
approfondita ma anche efficace. Alla Giunta del Partito andrà assicurata
invece maggiore terzietà nei confronti degli Amministratori del Partito,
garantendovi una maggioritaria componente di iscritti rispetto a quella
attuale di rappresentanti istituzionali quali Consiglieri e Parlamentari.
Ma non sono gli aspetti di architettura interna al Partito quelli che
riverberano direttamente sull’esterno, anche se costituiscono strumenti
imprescindibili di snellimento ed efficienza.
2. Alcuni temi chiave non trasudano colore politico ma solo urgenza di
essere tradotti in azioni politiche concrete; e su questi solo un pregiudizio
autonomista può dichiararli irricevibili. Pregiudizio che mi auguro non
prevalga. Si tratta di appoggio a contenuti per i quali chiedo un
supplemento inclusivo, uno sforzo ai miei concorrenti alla Segreteria del
Partito a superare diffidenze preventive. Anteporre i contenuti alla loro
paternità offre la grande, unica occasione, di uscire dal fastidioso limite
oggi rappresentato dalla personalizzazione della politica. Ed in questo
senso il concreto passo indietro del Presidente Kaswalder in favore di una
primavera autonomista è lì a dimostrare, coi fatti, che si può spezzare la
logica del finto cambiamento.
E’ anche attraverso il recupero di una nuova centralità del Partito
rispetto alla guida unica al comando, che ogni successivo sbocco sulla
scelta del Segretario, capace di meglio sintetizzare le urgenze
programmatiche può diventare, a questo punto, il più qualificato,
qualunque esso sia.
Sugli indici ICEF è indispensabile tutelare coloro i quali si vedono esclusi
da contributi casa, sanitari, o da interventi come il Progettone, oggi
paradossalmente esclusi da questi sussidi a causa di coefficienti ingiusti
ed obsoleti. Bastano infatti minimi presidi economici raggiunti con fatica
e risparmio, per escludere indigenti e decorose famiglie trentine da aiuti
pubblici fondamentali.
E’ necessario ripartire in due gli aiuti destinati al welfare che oggi cubano
svariate decine di milioni: l’uno destinato all’aiuto indifferenziato, l’altro
finalizzato esplicitamente a chi ha perso il lavoro, trentino o non trentino.
Non possiamo dimenticarci delle storiche derive ambientaliste, che resero
epiche le battaglie autonomiste. Declinate all’ oggi impongono
investimenti nella green economy, puntando sul riacquisto di tutte le
centrali elettriche, anche a debito, e sulla elettrificazione della mobilità
interna con ferrovia infra valle.
Urgono azioni pesanti di contrasto, anche attraverso un mirato intervento
legislativo, contro il gioco d’azzardo che vale un miliardo di euro l’anno in
3. Trentino e provoca danni incalcolabili, sotto il profilo del dissesto
finanziario delle famiglie, ricadute sanitarie individuali da ludopatie e
conseguenti costi al sistema pubblico.
Occorre una certificazione del sistema lavoro per garantire, primi in Italia,
pari dignità ed equiparazione salariale tra uomo e donna, e controllo a
monte della qualità aziendale, nel rispetto dei diritti oggi sempre più
virtuali che riguardano turni massacranti, straordinario obbligatorio non
retribuito, e che rappresentano il progressivo restringimento e graduale
costante contrazione dei diritti dei lavoratori.
Bisogna recuperare un preciso progetto regionecentrico di cui farsi carico,
attraverso l’adozione di nuove competenze alla Regione, oggi sempre più
a rischio di diventare un contenitore vuoto.
Il differenziale, la forbice tra l’Autonomia che abbiamo e quella cui
possiamo tendere ritengo passi anche attraverso un contributo
congressuale di un Partito che deve gestire un giro di boa importante: è la
scommessa tra la conservazione di un plastico modello coalizionale quale
fine politico, o l’assunzione di una ben più impegnativa, ma ritengo
doverosa, voglia di recepimento di problematiche che comportano rischi
al consenso, ma riportano gli interessi della gente al centro dell’agenda
politica. Una leadership pienamente esercitata deve, a mio parere,
passare attraverso quest’ultimo principio attivo di responsabilità.