3. La maggior parte delle economie avanzate non ricadrà in recessione
nonostante il limitato campo d’azione disponibile per eventuali
politiche di sostegno
Tasso di variazione del Pil. Anni 2010-2012
12
10
PREVISIONI 2012
2010 2011 2012
8,2
8
6,9
6
4,0
4 3,5
3,0
2,1 2,0
2
0,6
0
-0,3
-2
-1,9 -1,8
-4
-4,7
-6
-8
Mondo Stati Uniti Giappone Area euro Germania Italia Spagna Grecia Russia Cina India Brasile
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati FMI (WEO, aprile 2012)
Unioncamere del Veneto
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4. L’economia mondiale crescerà ad un tasso del 3,5% inferiore al tasso
medio del 2011 (+3,9%) e del 2010 (+5,3%).
La crescita mondiale continuerà a dipendere dalle economie emergenti
Andamento del Pil globale (var. % su anno prec.). Anni 2008-2013
15
Mondo Paesi avanzati Paesi emergenti
PREVISIONI 2012
10
5
0
-5
-10
I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV
2008 2009 2010 2011 2012 2013
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Fondo Monetario Internazionale
nel 2012
Nei Paesi GERMANIA FRANCIA USA GIAPPONE
avanzati +0,6% +0,5% +2,1% +2,0%
Nei Paesi BRASILE RUSSIA INDIA CINA
emergenti +3,0% +4,0% +6,9% +8,2%
Unioncamere del Veneto
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5. Le previsioni 2012 indicano una marcata flessione dell’economia italiana
rispetto alla media dell’Eurozona (-0,3%).
2010 2011 2012 2013
Italia
ISTAT marzo 2012 (a) 1,8 0,4 - -
Italia e Veneto.
Governo aprile 2012 (b) - 0,4 -1,2 0,5
Tasso di variazione
del Pil reale:
PREVISIONI 2012
Commissione UE febbraio 2012 (c) - 0,2 -1,3 -
previsioni a
Banca d'Italia gennaio 2012 (d) - 0,4 -1,5 0,0
confronto.
Ref. aprile 2012 - 0,4 -1,6 -0,3
Anni 2010-2013
Prometeia aprile 2012 - 0,4 -1,5 0,4
Confindustria dicembre 2011 - 0,5 -1,6 0,6
OECD novembre 2011 (e) - 0,7 -0,5 0,5
FMI aprile 2012 (f) - 0,4 -1,9 -0,3
Veneto
Istat ottobre 2011 (g) 2,1 - - -
Prometeia aprile 2012 3,2 0,6 -1,5 0,8
(a) Pil e indebitamento AP. Anni 2009-2011 (marzo 2012)
(b) Documento di economia e finanza 2012 (aprile 2012)
(c) Interim Forecast (febbraio 2012)
(d) Bollettino economico n.67, primo scenario (gennaio 2012)
(e) Economic Outlook n.90 (novembre 2011)
(f) World Economic Outlook (aprile 2012)
(g) Conti economici territoriali, stima riferita al Nord-Est (giugno 2011)
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su fonti citate
Unioncamere del Veneto
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6. Nel 2012 l’economia regionale è prevista in frenata (Pil -1,5%). La crescita
dell’export non riuscirà a bilanciare il calo di consumi e investimenti
Veneto. Pil e conto economico (var. % su anno prec.). Anni 2010-2012
20
17,3
2010 2011 2012
PREVISIONI 2012
15
13,3
10
5,9
5 4,4
3,2 3,3
1,4
0,6 0,6
0
-1,5 -1,3 -1,7 -1,1
-2,4
-5 -3,8
PIL Import Export Consumi privati Investimenti fissi
lordi
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Prometeia, aprile 2012
Unioncamere del Veneto
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7. Qualche quesito aperto
Nel 2011 una ripresa “a metà”, il 2012 anno di recessione
PREVISIONI 2012
Si riduce l’occupazione, aumenta la disoccupazione giovanile
Le imprese soffrono, i prestiti bancari e gli investimenti sono al palo
Il reddito disponibile e i consumi delle famiglie si riducono
Export e turismo rappresentano gli unici punti di forza
Può (e come) il Veneto recuperare competitività?
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9. La competitività dei Paesi nel mondo
monitora il grado di competitività
del “Sistema Paese” di 142 Stati
del mondo, l’Italia si colloca
nel 2011 al 43° posto, dietro
°
a Paesi come Barbados, Polonia e
Tunisia.
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11. Facilità di fare impresa nell’Unione europea:
classifica degli Stati membri
5. Danimarca 36. Slovacchia
6. Regno Unito 41. Ungheria
7. Irlanda 45. Bulgaria
14. Finlandia 47. Romania
17. Svezia 48. Portogallo
19. Belgio 49. Spagnia
22. Estonia 50. Lussemburgo
25. Germania 54. Slovenia
26. Paesi Bassi 67. Padova (Veneto)
27. Austria 68. Roma
28. Lituania 75. Repub. Ceca
29. Lettonia 76. Polonia
31. Francia 96. Grecia
Paesi Membri UE
Fonte: Doing Business
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12. I fattori che frenano le regioni europee
più competitive
Lo sfavorevole contesto italiano, caratterizzato da
elevato debito pubblico
servizi pubblici insoddisfacenti
inefficienza nell’allocazione delle risorse,
finisce per costituire un ostacolo alla competitività di
regioni come Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto,
allargando il gap con le aree più avanzate d’Europa.
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13. L’alta pressione fiscale
• In Italia l’eccessiva pressione fiscale (43,8% nel
2012, che diventa 54% al netto dell’economia
sommersa) frena la produttività e lo sviluppo.
• Il Regno Unito sta avviando un programma di
riduzione della “corporate tax” (la tassa sulle
imprese). Dal 1 aprile la tassa sarà portata dal 26
al 24%. L'obiettivo è arrivare al 22% nel 2014 e al
20% come traguardo finale.
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14. La geografia dei residui fiscali in Italia
Italia. Residuo fiscale delle Amministrazioni pubbliche per regione. Euro procapite.
Media anni 2007-2009
Lombardia 7.198
Emilia Romagna 4.203
Veneto 3.405
Piemonte 3.047
Lazio 2.346
Toscana 2.098
Marche 1.342
Friuli V.G. 640
Trentino A.A. 359
Liguria 205
Umbria 178
Abruzzo 108
Campania -1.042
Puglia -1.368
Sicilia -1.859
Molise -1.869
Sardegna -2.270
Basilicata -2.415
Valle d'Aosta -2.532
Calabria -2.797
-4.000 -2.000 0 2.000 4.000 6.000 8.000
Fonte: Elaborazioni Unioncamere del Veneto su dati Ministero dello Sviluppo Economico - DPS - Conti Pubblici Territoriali
Unioncamere del Veneto
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15. Il costo della P.A. a livello regionale
Spesa pubblica / Pil (%). Media anni 2007-2009
Calabria 62,1
Sicilia 59,3
Sardegna 56,5
Valle d'Aosta 56,4
Basilicata 55,0
Molise 54,3
Campania 53,9
Puglia 53,8
Umbria 49,6
Liguria 49,1
P.A. di Trento 48,4
Abruzzo 48,1
Friuli Venezia Giulia 46,6
P. A. di Bolzano 42,6
Lazio 41,0
Piemonte 40,5
Toscana 40,2
Marche 39,8
Emilia Romagna 36,0
Veneto 33,0 Italia = 41,8
Lombardia 31,5
20 25 30 35 40 45 50 55 60 65
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Istat e Ministero dello Sviluppo Economico DPS Conti Pubblici Territoriali
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16. I dipendenti pubblici in Italia
• Gli enti periferici si trovano a gestire oltre il
33% della spesa pubblica complessiva con
circa il 43% del personale pubblico.
• Diversamente, lo stato centrale assorbe una
quota minore di spesa pubblica rispetto alle
amministrazioni locali (il 24,7%) ma con il
56% del personale disponibile.
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17. Distribuzione dei dipendenti pubblici a tempo
indeterminato per tipo di ente/istituzione. Anno 2010
Composizione
Comparto / dettaglio di comparto Numerosità
%
SCUOLA E ALTA FORMAZIONE 1.052.495 32,35
UNITA' SANITARIE LOCALI 644.261 19,80
COMUNI 411.616 12,65
CORPI DI POLIZIA 320.031 9,84
ALTRO PERSONALE DEI MINISTERI 174.135 5,35
FORZE ARMATE 146.882 4,52
UNIVERSITA'
PROVINCE
111.011
56.902
3,41
1,75 In Italia i dipendenti delle
ALTRI ENTI DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE 44.296 1,36
REGIONI SPECIALI E PROVINCE AUTONOME 42.946 1,32 Province pesano solamente
REGIONI ORDINARIE 37.572 1,15
AGENZIA DELLE ENTRATE 33.488 1,03 l’1,75% sul totale dei
VIGILI DEL FUOCO 31.586 0,97
INPS
ENTI DI RICERCA
27.640
18.148
0,85
0,56
dipendenti pubblici;
INAIL 10.603 0,33
MAGISTRATURA
AGENZIA DELLE DOGANE
10.195
9.556
0,31
0,29
quelli delle comunità
AGENZIA DEL TERRITORIO
ALTRI ENTI AUTONOMIE LOCALI
9.386
7.818
0,29
0,24 montane lo 0,21%.
CAMERE DI COMMERCIO 7.646 0,24
ALTRI ENTI PUBBLICI NON ECONOMICI 7.619 0,23
INPDAP 7.088 0,22
COMUNITA' MONTANE 6.967 0,21
EX IPAB 5.735 0,18
CONSORZI, ASSOCIAZIONI, COMPRENSORI 3.152 0,10
UNIONE DI COMUNI 3.019 0,09
PRESIDENZA CONSIGLIO MINISTRI 2.521 0,08
IACP/ATER/ALER/ARTE 2.329 0,07
ENTI PER IL DIRITTO ALLO STUDIO 2.165 0,07
CARRIERA PREFETTIZIA 1.403 0,04
MONOPOLI DI STATO 1.244 0,04
CARRIERA DIPLOMATICA 909 0,03
CARRIERA PENITENZIARIA 432 0,01
TOTALE 3.253.097 100,00
Elaborazione su dati Ragioneria Generale dello Stato
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18. Italia. Livello di evasione fiscale per regione
Euro evasi ogni 100 euro di imposta versata
Calabria 65,37
Basilicata 64,47 Tasso di evasione fiscale
Puglia 53,39
Campania 51,38
Sicilia 50,96
Evasione ogni 100 €
Sardegna 43,57 di imposta versata
Molise 36,31 Alta (3)
Friuli-Venezia Giulia 35,51 Medio alta (5)
Media (4)
ABRUZZI 35,02 Medio bassa (3)
Marche 34,15 Bassa (5)
Umbria 34,15
Valle d'Aosta 34,15
Toscana 30,10
Emilia-Romagna 25,46
Liguria 24,48
Veneto 21,56
Trentino-Alto Adige 20,31
Piemonte 20,10
Lazio 18,25
Lombardia 18,13
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Agenzia delle Entrate
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19. Il “federalismo incompiuto” e
deresponsabilizzazione dei centri di spesa
• In Italia Regioni ed Enti locali detengono una quota importante di
competenze pubbliche (che si traducono in spesa) ma al
contempo non dispongono di risorse proprie e certe per
amministrarle.
• Questo disallineamento è una delle cause dei frequenti fenomeni
di deresponsabilizzazione e di spreco di risorse, in quanto il
soggetto che amministra ed eroga i servizi non è lo stesso che
ne impone il pagamento agli amministrati.
• L’intento della legge sul federalismo fiscale è proprio questo:
riequilibrare il rapporto tra spese decentrate e risorse
proprie delle Amministrazioni locali, stimolando una maggiore
responsabilizzazione della cosa pubblica in Periferia.
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21. I buoni propositi … (1)
1. Anticipare il federalismo fiscale: il principio di
responsabilità è un beneficio per la collettività se
applicato in tempo
2. Ridurre il residuo fiscale: affermando il
principio di correlazione tra “cosa tassata” e
“cosa amministrata”
3. Ridurre le spese fisse: diminuendo i dipendenti
pubblici nelle regioni “sprecone” e a livello
ministeriale e la spesa “rigida”
4. Aumentare le spese di investimento:
accrescendo le spese per i servizi destinati alla
collettività rispetto a quelle per il funzionamento
della P.A.
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22. I buoni propositi … (2)
5. Diminuire le tasse: riducendo l’imposizione
fiscale che grava sulle imprese.
6. Contrastare l’evasione fiscale: accrescendo il
ruolo di Regioni ed enti locali nel far emergere il
sommerso, soprattutto nelle Regioni a più alta
intensità di evasione.
7. Differenziare le manovre per aree
macroregionali: il legislatore è chiamato alla
responsabilità di emanare provvedimenti
differenziati, al fine di ottenere maggiori risparmi
di spesa pubblica e quindi maggiore efficienza
della P.A.
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