INTERVISTA Immobiliare. Parla Massimo Caputi, vice presidente di Prelios
«Per rilanciare il mattone regole chiare e svalutazioni»
IL RUOLO DELLE BANCHE Gli istituti di credito italiani devono iniziare a riflettere sulla nascita di una bad bank, altrimenti il settore non riparte
Rassegna Prelios Massimo Caputi- Convegno con Tremonti, Sadun, Luttwak, Fitou...
Intervista Massimo Caputi Prelios GIUGNO 2014 - Sole 24 Ore
1. Il Sole 24 Ore - Paola Dezza - 18/06/2014 pg. 35
INTERVISTA Immobiliare. Parla Massimo Caputi,
vice presidente di Prelios
«Per rilanciare il mattone regole chiare e
svalutazioni»
IL RUOLO DELLE BANCHE Gli istituti di credito italiani
devono iniziare a riflettere sulla nascita di una bad bank,
altrimenti il settore non riparte
MILANO
È un momento di fermento per il settore immobiliare. Si moltiplicano
le operazioni, i grandi investitori esteri tornano a guardare con
attenzione al nostro Paese, le società tentano di cambiare passo dopo
anni di pulizia e ristrutturazione dei debiti.
Ma è anche un momento delicato: l'Italia non può perdere questa che
2. potrebbe essere l'ultima occasione di rilancio per il real estate, in
concomitanza del semestre di presidenza dell'Unione europea (dal
primo luglio prossimo) e di quel trionfo che il presidente del
consiglio Matteo Renzi ha riportato proprio nelle ultime elezioni
europee.
«Se non saremo all'altezza delle attese dei grandi investitori
internazionali non ci sarà un'altra chance» dice Massimo Caputi, vice
presidente con delega allo sviluppo di Prelios e da poco anche vice
presidente di Assoimmobiliare.
Alla quarta avventura nel real estate, prima in Sviluppo Italia, poi
in Zero Sgr e in Fimit, manager chiacchierato in passato, Caputi
sente l'urgenza del momento. Corso al capezzale di Prelios
nell'autunno 2012, è rimasto finora nell'ombra ma insieme a Sergio
Iasi, a.d. di Prelios appunto, ha curato la regia della
trasformazione della società immobiliare della Bicocca in pura
management company.
La settimana scorsa è stato pubblicato un ambizioso piano triennale
2014-2016 che completa la riconversione di Prelios in società di soli
servizi - una volta dismessi gli ultimi 361 milioni di euro di
partecipazioni tra Italia, Germania e Non performing loan - e punta a
ridurre la posizione finanziaria netta a -200 milioni di euro dai
-388 milioni di fine 2013.
Caputi vuole soprattutto fare passare un messaggio al Governo, in
particolare a Matteo Renzi, chiamato ad ascoltare la comunità del
real estate che da anni pone l'accento su alcune anomalie tutte
italiane.
«La certezza delle regole diventa oggi un'esigenza primaria, se
vogliamo attirare e fare restare in Italia i capitali esteri - dice
Caputi -. Oggi sui mercati c'è molta liquidità in cerca di occasioni
di investimento, ma non possiamo pensare di fare come in passato,
cambiare le regole in corso d'opera e inasprire il regime fiscale con
validità retroattiva (come accadde nel 2010 per i fondi immobiliari,
ndr)».
Basti pensare che una ricerca pubblicata ieri dalla società di
consulenza Cbre sottolinea come nei prossimi dieci anni potrebbero
cercare impiego nel mattone europeo oltre 100 miliardi di euro solo
da parte dei fondi sovrani mediorientali. E l'Italia sarebbe tra le
mete prescelte, insieme a Francia, Germania e Spagna.
Quali allora le basi per una ripresa duratura del real estate?
«Prima di tutto le banche devono svalutare gli asset immobiliari. Sul
risultato 2013 di Prelios le svalutazioni immobiliari e gli
impairment hanno pesato per circa 110 milioni, oltre a dismissioni
straordinarie di operazioni non strategiche per oltre 140 milioni.
Un'operazione non indolore ma necessaria. Inoltre per una ripresa
duratura, non si può continuare a svendere crediti o repossessed a
investitori avvoltoio, ma si deve pensare a partnership industriali».
E secondo Caputi se sarà necessario bisognerà pensare anche a una bad
bank, come in Spagna e Irlanda. «La logica vuole che i grandi
3. capitali esteri che nel 2008-2009 hanno acquistato a sconto a Londra,
poi in Germania e sono passati negli ultimi due anni a Irlanda e
Spagna, punteranno sull'Italia da fine 2014 al 2016 - sottolinea -.
Ma il momento positivo per l'Italia non ci deve cogliere
impreparati». E dopo le svalutazioni sarà il momento delle
aggregazioni. Alle quali punta la stessa Prelios. A metà luglio
potrebbe esserci la firma per la fusione tra Torre e Prelios Sgr, a
seguire le nozze tra Italfondiario e Prelios credit servicing.
Ma per rilanciare il settore servono anche nuovi strumenti. «Sul
modello di Germania e Stati Uniti, dove quasi tutti vivono in affitto
e il residenziale è la prima asset class di investimento nel mattone»
conclude.
Mentre alla Grecia si dovrebbe ispirare il Demanio per la vendita
degli immobili pubblici, che finora nelle casse dello Stato non hanno
portato i capitali sperati. Il Governo greco ha istituito un sistema
di dismissioni online che ha raccolto l'interesse internazionale.
Perchè non replicarlo?