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liIilUHiHiJJflfflrtliMfEl Boom di medie-imprese per le obbligazioni di ultima generazione
Daimini-bond100miliardi
controla strette del credito
Nuovo mercato potenziale per banche, fondi e Cdp
Un canale alternativo al credito per
rilanciare l'industria italiana. Sono le
emissioni dei bond daparte delle impre-
se più piccole, che offriranno la possibi-
lità di finanziarsi di più sul mercato e
meno in banca. Si tratta di un mercato
potenziale da 100 miliardi di euro. Da
fondi, banche e Cdp partono le prime
iniziative di finanziamento, ma per crea-
re un vero e proprio mercato delle mini-
obbligazioni occorre completare le ne-
cessarie riforme normative, e devono
nascere o arrivare in Italia investitori
specializzati.
Mini-bond, unmercato da100 miliardi
Con le nuove obbligazioni recuperabili le potenziali perdite dovute a Basilea 3
di Paolo Bricco
jk settembre anche noi lanceremo
JJ L un mini-bond. H credito bancario
  l A_"nudo e crudo" non basta più». E
se lo dice Alberto Dal Poz, piccolo imprendi-
tore meccanico, vuoldire che è proprio vero.
Dal Poz è dal 2008 consigliere e da un mese e
mezzo anchemembro delcomitatodigestio-
ne della Compagnia di San Paolo,primo azio-
nista della principale banca italiana (Intesa
San Paolo).
Ad Alpignano, vicino a Torino, la sua
Cornee (60addetti, 8,3milionidifatturato nel
2012)fastampaggiolamiera. «Dobbiamo cre-
arenuovelinee di lavorazione e compiere un
salto tecnologico - continua Dal Poz - realiz-
zando presse più grosse con contenuti inno-
vativi più raffinati. Per riuscirvi pensiamo di
ricorrere a un mini-bond dalvalore compre-
so fra i 2 e i 3 milioni di euro. In questi giorni
stiamopreparando ildocumento disostenibi-
litàfinanziaria. A settembre ci muoveremo».
In questo caso, il nuovo strumento finanzia-
rio servirà agarantirela crescita industriale e
unamigliore integrazione conle catene della
fornitura globale, che stanno sperimentando
il fenomeno della re-industrializzazione eu-
ropea. «Quei soldi - spiega Dal Poz - ciservi-
ranno a realizzare una nuova generazione di
stampi con cui tre nostri clienti (un tedesco,
un ungherese e una multinazionale america-
na) apriranno nuove fabbriche e nuove cate-
ne dimontaggio in Europa,facendo rientrare
quilavorazioni che oggisono inCina».
H progetto di Dal Poz, e la sua esigenza di
una alternativa al credito bancario "nudo e
crudo", è coerente con la necessità di intro-
durre novità in uno scenario radicalmente
bancocentrico. limare indistinto del sistema
industriale italiano (da Telecom al laborato-
rio artigianodiMerate,dallaPirelliallapicco-
laaziendalucana) sifinanzianelsuocomples-
so al 92% con il credito bancario e aH'8% con
il mercato obbligazionario. «Ma se escludia-
mo quelche restadellegrandiimprese- ricor-
daAntonioForte,ricercatoredelCer- è chia-
ro che, mano a mano che la dimensione
dell'azienda diminuisce, la quota garantita
dal credito ordinario si avvicina alla quasi to-
talità». Tanto che, secondo un occasionaipa-
per pubblicato ad aprile dalla Banca d'Italia,
leobbligazionicopronolo0,3%deldebitodel-
le micro imprese (meno di dieci addetti) e lo
0,9% delle piccole (meno di cinquanta), con-
tro il10,8% di quello delle grandi (oltre i due-
centocinquanta dipendenti).
Ilproblema è che,fra creditcrunch enuovi
requisitidisoliditàperlebanche, questeulti-
me avranno sempre meno soldi da prestare
alle imprese. Da qui l'esigenza del governo
Letta, in continuità con quanto fatto dal go-
verno Monti, di costruire un quadro regola-
torio in cui possano formarsi iveicoli ingra-
do di sottoscrivere mini-bond. Secondo una
stima formulata durante l'ultimo incontro
fra gli operatori del mercato e il ministero
del Tesoro, il mercato dei mini-bond per le
Pmipotrebbevalerefra i50 e i100miliardidi
euro all'anno: esattamente le cifre che si po-
trebberoperdere inItaliaper effetto della re-
Pag. 1
strizione delcredito e di Basilea3.
«Siamo ancora altempo zero - nota l'eco-
nomista di Tor Vergata ed ex Fondo Mone-
tario Internazionale, NicolaRossi- soltanto
unapiccolaimpresanon quotata, latorinese
Caar, ha emesso un mini-bond. L'importan-
te è che, qualora nascesse veramente, nel
mercato siano presenti deiveicoli non squi-
sitamente bancari. Se gli istituti vogliono
partecipare, è bene che restino in posizioni
diminoranza e con unagovernance che evi-
ti i conflitti di interesse con la loro attività
ordinaria. Il mercato dei mini-bond, se dav-
vero siformerà, avrà senso in quanto canale
di finanziamento non bancario con cui co-
prire ilfabbisogno delle imprese italiane, fa-
cendo affluire nel nostro sistema industria-
le capitali che non potranno che essere so-
prattutto stranieri».
Una posizione non del tutto condivisa da
Giovanni Ferri, economista della Lumsa, ex
WorldBankestudiosodellebanche diterrito-
rio: «In un momento tanto complesso si po-
trebbeanche accettare chelebancheparteci-
passeroa questiveicoli, addiritturacostruen-
done di propri. L'importante è che questo
mercato,per oraabbozzato,divengaunareal-
tàconcuicontrastarerasfissiafinanziaria del-
le imprese, soprattutto piccole e medie. Con-
vogliando, proprio attraverso i mini-bond, il
denaro abassissimo costomessoadisposizio-
nedallaBce che,oggi,gli istitutidicreditopre-
feriscono inveceusare per fare trading».
Al di là dei diversi punti di vista degli os-
servatori, per chi tutti i giorni sta in fabbrica
e nei laboratori artigiani appare sempre più
vitale trovare un'alternativa al credito ban-
cario. Questo vale per le Pmi non quotate,
ma anche per le Pmi che hanno già compiu-
tounascelta poco ortodossa (perlamentali-
tàitaliana) quale l'accesso aun qualche listi-
no azionario. Per esempio la società di Mo-
dena, specializzata in web marketing, Primi
sui Motori, che si trova sul listino dell'Aim
Italia e che, giovedì, ha quotato sull'Extra-
mot Pro (il segmento di BorsaItaliana riser-
vato ai mini-bond) un mini-bond da1,68 mi-
lioni di euro, prima tronche di una operazio-
ne da 3 milioni di euro che, con la consulen-
za di KT&Partner e Integrae Sim, si ultime-
rà dopo la metà di settembre. L'anno scorso
PrimisuiMotorihafatturato 10milionidieu-
ro. Negli ultimi mesi ha compiuto tre acqui-
sizioni. Conl'aumento dell'attività e l'aggre-
gazione dei fatturati, quest'anno il giro d'af-
fari dovrebbe salire oltre Ì15milioni.Unvalo-
re conseguito con un preciso core business:
fare in modo che il sito dei suoi clienti com-
paia sulla prima pagina, o almeno "molto in
alto", dei motori di ricerca internazionali.
«Finoralacrescita-spiegaAlessandro Reg-
giani, presidente e amministratore delegato
- è avvenuta comprando aziende carta con-
tro carta. I tre milioni ottenuti con il mini-
bond dovrebbero servire afare compiere un
salto di qualità al profilo commerciale e in-
dustriale dellanostra società».
^iUF'NOuLmvilE :|:.Li:vAI-
IL QUADRO
I capitali degli investitori
alternativi al credito bancario
coprono lo 0,3% del debito
per le micro imprese
e lo 0,9% per le piccole
Lo scenario delle risorse
DEBITO? NO GRAZIE
Domanda di credito delle imprese. Italia (percentuali nette)
• Piccole e medie imprese • Totale imprese
35
MarGiuSetDic M G S D M G S D M G S D M G S M G S D M G S D M
2006 2007
Fonte: BCE, Bank LendingSurvey
2008 2009 2010 2011 2012 '13
Pag. 2
IMPRESE A CORTO DI LIQUIDITÀ
Italia, imprese manifatturiere, saldo delle risposte e quota % delle aziende, dati mensili
• Credito non ottenuto (DX) • Liquidità rispetto alle esigenze operative (SX)
Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT
LE ASPETTATIVE
Condizioni attese di accesso al credito nel prossimo semestre (valori percentuali)
Migliorerà Rimarrà la stessa • Si deteriorerà Non applicabile / non sa
O 20 40 60 80 100
Fonte: BCE, Survey of access to finance of SMEs in the Euro area, aprii 2013
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  • 1. liIilUHiHiJJflfflrtliMfEl Boom di medie-imprese per le obbligazioni di ultima generazione Daimini-bond100miliardi controla strette del credito Nuovo mercato potenziale per banche, fondi e Cdp Un canale alternativo al credito per rilanciare l'industria italiana. Sono le emissioni dei bond daparte delle impre- se più piccole, che offriranno la possibi- lità di finanziarsi di più sul mercato e meno in banca. Si tratta di un mercato potenziale da 100 miliardi di euro. Da fondi, banche e Cdp partono le prime iniziative di finanziamento, ma per crea- re un vero e proprio mercato delle mini- obbligazioni occorre completare le ne- cessarie riforme normative, e devono nascere o arrivare in Italia investitori specializzati. Mini-bond, unmercato da100 miliardi Con le nuove obbligazioni recuperabili le potenziali perdite dovute a Basilea 3 di Paolo Bricco jk settembre anche noi lanceremo JJ L un mini-bond. H credito bancario l A_"nudo e crudo" non basta più». E se lo dice Alberto Dal Poz, piccolo imprendi- tore meccanico, vuoldire che è proprio vero. Dal Poz è dal 2008 consigliere e da un mese e mezzo anchemembro delcomitatodigestio- ne della Compagnia di San Paolo,primo azio- nista della principale banca italiana (Intesa San Paolo). Ad Alpignano, vicino a Torino, la sua Cornee (60addetti, 8,3milionidifatturato nel 2012)fastampaggiolamiera. «Dobbiamo cre- arenuovelinee di lavorazione e compiere un salto tecnologico - continua Dal Poz - realiz- zando presse più grosse con contenuti inno- vativi più raffinati. Per riuscirvi pensiamo di ricorrere a un mini-bond dalvalore compre- so fra i 2 e i 3 milioni di euro. In questi giorni stiamopreparando ildocumento disostenibi- litàfinanziaria. A settembre ci muoveremo». In questo caso, il nuovo strumento finanzia- rio servirà agarantirela crescita industriale e unamigliore integrazione conle catene della fornitura globale, che stanno sperimentando il fenomeno della re-industrializzazione eu- ropea. «Quei soldi - spiega Dal Poz - ciservi- ranno a realizzare una nuova generazione di stampi con cui tre nostri clienti (un tedesco, un ungherese e una multinazionale america- na) apriranno nuove fabbriche e nuove cate- ne dimontaggio in Europa,facendo rientrare quilavorazioni che oggisono inCina». H progetto di Dal Poz, e la sua esigenza di una alternativa al credito bancario "nudo e crudo", è coerente con la necessità di intro- durre novità in uno scenario radicalmente bancocentrico. limare indistinto del sistema industriale italiano (da Telecom al laborato- rio artigianodiMerate,dallaPirelliallapicco- laaziendalucana) sifinanzianelsuocomples- so al 92% con il credito bancario e aH'8% con il mercato obbligazionario. «Ma se escludia- mo quelche restadellegrandiimprese- ricor- daAntonioForte,ricercatoredelCer- è chia- ro che, mano a mano che la dimensione dell'azienda diminuisce, la quota garantita dal credito ordinario si avvicina alla quasi to- talità». Tanto che, secondo un occasionaipa- per pubblicato ad aprile dalla Banca d'Italia, leobbligazionicopronolo0,3%deldebitodel- le micro imprese (meno di dieci addetti) e lo 0,9% delle piccole (meno di cinquanta), con- tro il10,8% di quello delle grandi (oltre i due- centocinquanta dipendenti). Ilproblema è che,fra creditcrunch enuovi requisitidisoliditàperlebanche, questeulti- me avranno sempre meno soldi da prestare alle imprese. Da qui l'esigenza del governo Letta, in continuità con quanto fatto dal go- verno Monti, di costruire un quadro regola- torio in cui possano formarsi iveicoli ingra- do di sottoscrivere mini-bond. Secondo una stima formulata durante l'ultimo incontro fra gli operatori del mercato e il ministero del Tesoro, il mercato dei mini-bond per le Pmipotrebbevalerefra i50 e i100miliardidi euro all'anno: esattamente le cifre che si po- trebberoperdere inItaliaper effetto della re- Pag. 1
  • 2. strizione delcredito e di Basilea3. «Siamo ancora altempo zero - nota l'eco- nomista di Tor Vergata ed ex Fondo Mone- tario Internazionale, NicolaRossi- soltanto unapiccolaimpresanon quotata, latorinese Caar, ha emesso un mini-bond. L'importan- te è che, qualora nascesse veramente, nel mercato siano presenti deiveicoli non squi- sitamente bancari. Se gli istituti vogliono partecipare, è bene che restino in posizioni diminoranza e con unagovernance che evi- ti i conflitti di interesse con la loro attività ordinaria. Il mercato dei mini-bond, se dav- vero siformerà, avrà senso in quanto canale di finanziamento non bancario con cui co- prire ilfabbisogno delle imprese italiane, fa- cendo affluire nel nostro sistema industria- le capitali che non potranno che essere so- prattutto stranieri». Una posizione non del tutto condivisa da Giovanni Ferri, economista della Lumsa, ex WorldBankestudiosodellebanche diterrito- rio: «In un momento tanto complesso si po- trebbeanche accettare chelebancheparteci- passeroa questiveicoli, addiritturacostruen- done di propri. L'importante è che questo mercato,per oraabbozzato,divengaunareal- tàconcuicontrastarerasfissiafinanziaria del- le imprese, soprattutto piccole e medie. Con- vogliando, proprio attraverso i mini-bond, il denaro abassissimo costomessoadisposizio- nedallaBce che,oggi,gli istitutidicreditopre- feriscono inveceusare per fare trading». Al di là dei diversi punti di vista degli os- servatori, per chi tutti i giorni sta in fabbrica e nei laboratori artigiani appare sempre più vitale trovare un'alternativa al credito ban- cario. Questo vale per le Pmi non quotate, ma anche per le Pmi che hanno già compiu- tounascelta poco ortodossa (perlamentali- tàitaliana) quale l'accesso aun qualche listi- no azionario. Per esempio la società di Mo- dena, specializzata in web marketing, Primi sui Motori, che si trova sul listino dell'Aim Italia e che, giovedì, ha quotato sull'Extra- mot Pro (il segmento di BorsaItaliana riser- vato ai mini-bond) un mini-bond da1,68 mi- lioni di euro, prima tronche di una operazio- ne da 3 milioni di euro che, con la consulen- za di KT&Partner e Integrae Sim, si ultime- rà dopo la metà di settembre. L'anno scorso PrimisuiMotorihafatturato 10milionidieu- ro. Negli ultimi mesi ha compiuto tre acqui- sizioni. Conl'aumento dell'attività e l'aggre- gazione dei fatturati, quest'anno il giro d'af- fari dovrebbe salire oltre Ì15milioni.Unvalo- re conseguito con un preciso core business: fare in modo che il sito dei suoi clienti com- paia sulla prima pagina, o almeno "molto in alto", dei motori di ricerca internazionali. «Finoralacrescita-spiegaAlessandro Reg- giani, presidente e amministratore delegato - è avvenuta comprando aziende carta con- tro carta. I tre milioni ottenuti con il mini- bond dovrebbero servire afare compiere un salto di qualità al profilo commerciale e in- dustriale dellanostra società». ^iUF'NOuLmvilE :|:.Li:vAI- IL QUADRO I capitali degli investitori alternativi al credito bancario coprono lo 0,3% del debito per le micro imprese e lo 0,9% per le piccole Lo scenario delle risorse DEBITO? NO GRAZIE Domanda di credito delle imprese. Italia (percentuali nette) • Piccole e medie imprese • Totale imprese 35 MarGiuSetDic M G S D M G S D M G S D M G S M G S D M G S D M 2006 2007 Fonte: BCE, Bank LendingSurvey 2008 2009 2010 2011 2012 '13 Pag. 2
  • 3. IMPRESE A CORTO DI LIQUIDITÀ Italia, imprese manifatturiere, saldo delle risposte e quota % delle aziende, dati mensili • Credito non ottenuto (DX) • Liquidità rispetto alle esigenze operative (SX) Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT LE ASPETTATIVE Condizioni attese di accesso al credito nel prossimo semestre (valori percentuali) Migliorerà Rimarrà la stessa • Si deteriorerà Non applicabile / non sa O 20 40 60 80 100 Fonte: BCE, Survey of access to finance of SMEs in the Euro area, aprii 2013 Pag. 3