2. Centro Studi Democrazie Digitali
• Siamo il Centro Studi Democrazie Digitali, siam legge dov'è anarchia,
metodo dov’è caos, struttura dov'è facciata. Ci trovi nel Far-West.
3. La fine della Golden Era (’46 – ’79)
• La nascita dellaTrickle Down Economics
4. La crisi del 2008, la nascita di Facebook
• La narrazione populista innesca l’invidia sociale dei ceti popolari contro
quello medio piuttosto che contro l’1% della popolazione
5. L’immigrazione ai tempi di Facebook
• Si innesca addirittura l’invidia sociale dei ceti popolari e dell’ex ceto medio
nei confronti di un dispercepito stato di benessere da parte del migrante
6. La nostra Rete Digitale
• Si ripropone di salvaguardare questi cittadini attraverso una architettura
compatta e solida di GRUPPI FB e PAGINE FB
7. Vivere Facebook come mai s’è potuto
• La Rete Digitale CESDED sarà un angolo di vita reale nel quale vivere senza
patemi il flusso di informazioni, le interazioni sociali, la vita politica del
proprio partito di riferimento.
8. Nati dal trauma, lo viviamo pienamente oggi
• Abbiamo amigdale meno ispessite ed ippocampi meno voluminosi: la realtà
vissuta attraverso i media rende grandi le emozioni che offuscano il campo
della logica e della matematica
9. La paura dello straniero
• E’ paura che possa possedere più di quanto possediamo noi
10. Conoscenza e consapevolezza
• Il nostro Client deve rispondere a tale mostruosità, tornando a parlare di
beni primari (insoddisfatti)
11. I socialdemocratici, oggi
• Devono tornare a parlare alla pancia, quella che è un secondo cervello per
quantità di cellule neuronali. Perché non ci può essere, ad oggi, alcuna
campagna elettorale socialista senza il soddisfacimento dei bisogni primari
12. Le parole chiave
• Non devono più essere Lavoro,Welfare, Salute, Istruzione—pur rimanendo
apicali obiettivi delle politiche economiche e sociali del socialismo—ma
Nutrire, Bere, Medicarsi, Assistere, ecc.
13. La sinistra e la comunicazione emotiva
• Il socialismo deve farsi fantino di un cavallo capace di imbizzarrirsi
facilmente e trasmettere le proprie libere emozioni all’animale, a differenza
del trattamento riservato dalle forze populiste al proprio elettorato:
saldatura coatta dei coperchi di pentole a pressione pronte ad esplodere
14. L’uso della paura
• Instillare la paura significa aprire gli occhi della gente su ciò che sta
realmente accadendo nel Mondo, al nostro Pianeta. Una presa di
consapevolezza. Spaventare, nel senso più psicoanalitico del termine
15. La rivincita del GOP
• Come rendere remunerativa una campagna elettorale epocale
16. Attivismo 2.0
•Le campagne elettorali si decidono sulla rete.
•Sulla rete ci sono persone in carne ed ossa.
17. Informare per formare
•I partiti/movimenti che intendono vincere le prossime
Tornate Elettorali dovranno informare i propri follower:
un follower informato è un follower motivato
26. Gruppi per interesse ed appartenenza
• ‘Gruppi per amanti di X,Y, Z’; ‘Gruppi per sesso’; ‘Gruppi per fasce d’età’;
‘Gruppi per etnia’; ‘Gruppi per orientamento sessuale’; ‘Gruppi per fede
calcistica’; ‘Gruppi per orientamento alimentare’; ‘Gruppi per Sindacato’;
Gruppi per orientamento religioso’.
27. Gruppo Memetica
•Dovrà creare una frizione tra la nostra
memetica tesa al sogno e quella dei
competitors tesa alla paura
28. I blogger
• Deve partire da posizioni il più imparziali possibile
• Deve creare website seri, competenti, lungimiranti, pensati
• Può non far parte della Rete Digitale
• Gli spettano parte delle entrate
29. Internazionalizzare la campagna
• Dar vita e partecipare a gruppi di mutuo-aiuto sul web darebbe al cliente la
possibilità di incrementare il numero degli influencer che sono dalla propria
parte e, di conseguenza, aiuterebbe la famiglia politica internazionale di
riferimento a condurre le proprie battaglie
30. Internazionalizzare la campagna pt.2
• I vertici della famiglia europea di riferimento del cliente dovrebbero agire
allo stesso modo, in modo tale da porre al vertice della piramide del
proprio hub le battaglie del nostro cliente
31. SIAMO ALTERNATIVI
• Useremo un linguaggio diverso, una narrazione diversa, una diversa
cultura, un diverso modo di intendere le relazioni sociali.Veniamo da un
storia lunga 150 anni, 150 anni in cui abbiamo avuto l’onore di sostenere
le cause più nobili e gli esponenti politici più alti. E’ di questo che
parleremo nei nostri Gruppi
32. LA DIFFERENZA LA FANNO I CONTENUTI
• Ed i nostri contenuti sono importanti, chiedetelo a Frank Delano
Roosevelt, John Fitzgerald Kennedy, Salvador Allende,Willy Brandt,
Francois Mitterrand, Felipe Gonzalez, Olof Palme, ed ai nostri Gramsci,
Alcide De Gasperi, Aldo Moro, Enrico Berlinguer e Sandro Pertini.
34. Facebook è un’arancia
• La forma di una arancia: la buccia è Facebook in tutta la sua finta anarchia,
gli spicchi sono i differenti ingroup. Gli ingroup differenti possono - come
qualsiasi arancia - tendere alla fusione, creando un doppio-spicchio, e via
discorrendo. E, come se non bastasse, possono assumere forma alquanto
ridimensionata ed esser stretti tra più ingroup, pur mantenendo qualità
impensabili.
35. Un’arancia rattrappita
• Facebook è, al momento, una arancia rattrappita con gli spicchi duri e senza
più liquidi. La metafora di un veicolo saturo di informazioni, che per questo
motivo, rischia di perdere appeal e, quindi, mercato: troppo difficile da
fruire.
36. Gli ingroup dell’emotività
• Le aspettative, la speranza di un cambiamento, nonostante l’assenza di un
sogno che traini la motivazione ad essere attivi ed ad esprimere il proprio
pensiero, mantiene i soggetti partecipi fino al raggiungimento dello scopo o,
quantomeno, fino al momento in cui si dovrebbe realizzare il presunto
cambiamento. Più sarà vicino il momento, più questi user saranno emotivi. E
tale emotività sarà talmente grande che incuterà sempre più paura negli
user degli ingroup della razionalità che, al tempo stesso, s’augurano che tale
cambiamento non avvenga.Tale forza persuade potentemente chiunque e
può indurre panico e disfattismo nell’ingroup dei nostri Client.
37. La nascita dei Gruppi Facebook
• Come tutelarsi al cospetto di cotanta paura, aggressività, violenza,
manipolazione? Creando una rete di gruppi che funga da scudo nei confronti
delle armi affilate del nemico ed, al tempo stesso, da spada nel momento
della controffensiva
38. La nascita dei Gruppi Facebook pt.2
• Ed, anzitutto, va detto che, a tal proposito, tutto dovrebbe germogliare
dalla nascita di Gruppi Facebook creati da gruppi di utenti autogestiti,
gruppi o comunità che permettono di vivere la rete in modo più salutare,
sano, collettivista, empatico, teso alla emancipazione e non alla distruzione
39. La nascita dei Gruppi Facebook pt.3
• Questi Gruppi rappresentano l’unica speranza per salvaguardare gli utenti
dalla poderosa portata emotiva delle info che circolano. E’ da ciò che,
ribaltando gli schemi, possiamo fare della rete un gran bel posto nel quale
vivere
40. La nostra offerta
• Poniamo sul piatto un’offerta sensibile alle aspettative, ai desideri, ai sogni,
alla volontà dell’utente, vivere la rete attingendo dal pieno delle sue
potenzialità: l’interscambio culturale, la condivisione di materiale culturale,
scientifico, politico, economico, religioso, etc. Il materiale non solo non
dovrà essere sottoposto a censura ma, come già detto, dovrà essere di
nostra fattura, di fattura universalmente riconosciuta e, nel caso della
scienza, appartenere alla Letteratura proveniente da siti governativi
41. Un utente, un gruppo
• L’utente che fa parte del Gruppo Utenti ha la possibilità, a seconda di ciò che
tiene assieme il gruppo di persone, di dar vita, in comunanza, gruppi d’ogni
sorta. E più sarà eterogenea e omnicomprensiva la Rete Digitale, più la Rete
avrà ragion d’essere
42. Sbucciare l'arancia
• Il nostro compito deve essere quello di sbucciare l'arancia e dividere gli
spicchi. Perché così facendo, i differenti ingroup presenti su Facebook
saranno ben visibili agli occhi degli user. Nessuno spicchio è mai uguale
all’altro, ed anzi, cosa che capita molto spesso, alcuni spicchi risultano
essere marci ed in tal modo marciscono l'intera arancia, cosa visibile
soprattutto dal di fuori dell’agrume. Noi abbiamo il dovere, in regime di
marcescenza, di separarci da questi ingroup col fine di tutelare i nostri
follower
43. Facebook come mai lo hai vissuto
• Perché, purtroppo, le cose su Facebook sono andate come sono andate sin
dall'inizio. Non siamo abituati a vivere il Social in maniera pacifica e prolifica.
Perché appena entrati su Facebook siamo stati inondati di informazioni
troppo spesso false dalle mani di coloro i quali ne conoscevano le
potenzialità. È per questo motivo che i nostri ingroup concentrici debbono
vivere senza entrare in contatto con quelli altrui, se non per guerre
memetiche da campagna elettorale
45. Discreditare i simboli avversi
• La prima grande arma a disposizione del cliente consiste nella revoca del
Like alla Pagina Fan del simbolo di turno. Il miglior metodo, per di più dalla
portata mediatica, è quello di dar vita ad un Evento ad hoc, alla quale
scadenza, gli iscritti, hanno la possibilità di far venir meno la propria
simpatia. La eco derivante da una tale decurtazione del numero di follower
causerebbe nello user - ed ancor più nel telespettatore - un cambiamento di
percezione in senso negativo
46. Parlare il linguaggio dell’avversario, ti rende
l’avversario
• Parlare il linguaggio dell’avversario, ti rende l’avversario;
• Parlare il linguaggio dell’avversario, gli permette di dettare l’agenda;
• Parlare il linguaggio dell’avversario, confonde i propri follower;
• Parlare il linguaggio dell’avversario, non rende maghi;
• Parlare il linguaggio dell’avversario, rende meno credibile il proprio
linguaggio
47. L’equipaggiamento per la guerra
• Per gli attivisti che vanno al fronte il cliente metterà a disposizione materiale
atto alla guerriglia sul web: meme, infografiche, gif, link a video quanto mai
opportuni. Il materiale sarà in divenire e saranno gli stessi attivisti ad
incrementarne la portata
48. I campi di battaglia
• È del tutto inutile mandare truppe in GRUPPI FB dal peso ed interesse
elettorale minimo, sia per aspetti quantitativi che qualitativi. È quasi del
tutto inutile lavorare in quei GRUPPI FB avversi che altro non sono che
adunate di partito nei quali è impossibile riuscire a cambiare le posizioni
degli iscritti: si finisce per essere ridicolizzati e ridicolizzare colui il quale
rappresentiamo
49. I campi di battaglia pt.2
• I GRUPPI FB nei quali si gioca il consenso sono quelli che appartengono agli
ingroup più grandi. Il più grande in assoluto risponde alla religione.
Difendere Papa Francesco è difendere il progressismo
50. I campi di battaglia pt.3
• Altro immenso ingroup, che tutti include, è quello della sessualità. La posta
in gioco è anzitutto la virilità: i nostri attivisti dovranno dimostrare che il
nostro campo è più virile di quello avverso, scevro da moralismi, più
competente e, soprattutto, più al passo coi tempi, sfoggiando competenze
ed un linguaggio fresco e legato alle mode del momento. Così, così come
creato da Berlusconi con le sue televisioni, i nostri attivisti dovranno
sembrare agli occhi degli interlocutori più emancipati e più consapevoli,
provando a relegare questi su posizioni bigotte e poco accattivanti ai più. Il
nemico dovrà rappresentare il passato e posizioni retrograde
51. Una rete compatta
• La RETE DIGITALE dei GRUPPI FB del nostro cliente non dovrà essere
dispersiva. Una rete troppo estesa è facilmente attaccabile ed i Gruppi con
meno iscritti sarebbero difficilmente gestibili. I GRUPPI FB non dovranno
essere una miriade, ma molti e di (medio-) grandi dimensioni
52. • 1. I GRUPPI FB che mantengono per troppo tempo piccole dimensioni sono
sintomatici di debolezza, espressa attraverso un rapporto di forza tra
follower del Cliente e follower dell’avversario troppo debole, portando gli
user a percepire in modo negativo il Client;
• 2. Portano ad uno spreco di risorse, tempo ed energie, in quanto il numero
delle discussioni aperte sono relative, hanno in Sé inutili flame e dispute,
rivolte ad un pubblico esiguo;
• 3. Non creano consenso per lo stesso motivo appena succitato;
• 4. Richiedono una censura maggiore perché maggiori sono le discussioni tra
follower appartenenti all’ingroup del Client e follower da outgroup;
• 6.Vanno utilizzati per permettere il passaggio dei follower verso i GRUPPI
FB ufficiali della RETE DIGITALE di più grandi dimensioni
53. Fonti di guadagno
• CESDED dovrà avere a disposizione un'intera galassia di click-bait sites che
dovranno servire per ottimizzare i costi. E dovrà puntare sulle tipologie di siti
che più attirano views. Potrà, altresì, consegnare il compenso, o parte del
compenso, nelle stesse mani degli attivisti
54. Fonti di guadagno pt.2
• Sarà possibile fare economia con click-bait sites (calciomercato, sondaggi,
cospirazionismo) che gli attivisti si impegneranno a spammare sul web
assieme alle pagine che fanno riferimento alla nostra Rete Digitale
55. Fonti di guadagno pt.3
• Da non disdegnare sono gli esteri, laddove sarà possibile effettuare Poll o
analisi internazionaliste politico-economico-elettorali. Attraverso la
conoscenza delle lingue sarà possibile veicolare informazioni in modo
transnazionale. Effettuando grandi guadagni (esperienza personale)
56. Fonti di guadagno pt.4
• Mentre, per esempio, sarà possibile fare entrate dai gruppi di CERCO-
OFFRO consegnando vetrine a persone di nostra conoscenza che, magari,
ricondizionano smartphone e che dovranno come da accordo consegnarci
parte dei profitti
57. Fonti di guadagno pt.5
• Facendo pubblicità di prodotti per la cucina, di articoli sportivi, di libri, etc. In
parole povere CESDED dovrebbe impegnarsi in queste attività per rientrare
dalle eventuali perdite. Dovrebbe contattare i marchi in questione (attorno
al quale si è creato il gruppo) e proporre di fare advertising su FB
58. Facebook e l’infinito
• La Rete Digitale permetterebbe la creazione di Istituti Sondaggistici, Centro
Studi Umanistici, Psicologici, Antropologici, etc. Lo studio della rete
permetterebbe la creazione di workshop a pagamento e la formazione di
una nuova generazione di esperti
59. Mangiarne la buccia, farne canditi
• Non ci si pensa ma - in quanto strumento illiberale - Facebook va
stigmatizzato e ne andrebbe sconsigliato l'utilizzo.
60. Mangiarne la buccia, farne canditi pt.2
• Facebook è un Social nelle mani anzitutto della famiglia Rothschild e
dopodiché dell'establishment economico statunitense. Facebook indirizza le
opinioni, il consenso, i pensieri. Esso, attraverso gli algoritmi, dà priorità ad
apparire sulla timeline ad i contenuti cari a coloro i quali investono sul Social.
Andrebbe fermato con le armi in mano alle Carte Costituzionali delle nostre
democrazie e, solo la paura dell'accusa di censura, allontana questa
eventualità.
61. Mangiarne la buccia, farne canditi pt.3
• Bisogna affermare chiaramente che Facebook si è dimostrato il luogo della
restaurazione, che le cose nel mondo con Facebook vanno peggio, che
l'utilizzo dei Social nelle Primavere Arabe è stato controproducente, che per
un privato è possibile investire in Facebook cifre esorbitanti che favoriscano
movimenti reazionari con il solo intento di destabilizzare le economie dei
Paesi
62. Mangiarne la buccia, farne canditi pt.4
• In parole povere, Facebook è stato lo strumento che nel 2008 ha assicurato
alle élite di non soccombere ma, anzi, di rimanere in sella, determinando
l'austerity, facendocela accettare. Facebook ha represso il cambio di regime
che si poneva l'obiettivo di tornare a politiche keynesiane e di abiurare per
sempre il neoliberismo. Ed, anzi, ha causato un ritorno di fiamma di tale
politiche nefaste portando a termine la reazione e restaurando
63. Mangiarne la buccia, farne canditi pt.5
• Facebook va minato alle fondamenta, va minata la sua bontà, la sua utilità,
la sua legittimità. Dopo la frattura interna degli spicchi va rimossa la buccia
che li tiene assieme. Perché il susseguirsi sulla timeline di notizie emotive è
razionali non fa altro che ammazzare gli intenti di coloro i quali intendono
parlare alla gente un linguaggio più sano e meno scorretto. Nel susseguirsi
di date news, la razionalità non possibilità alcuna di prevalere
64. FAKE NEWS E SOCIALDEMOCRAZIA
• Le fake news che trattano di informazioni devastanti, sconvolgenti e/o
aassurdi possono causare dei micro-traumi come qualsiasi altra news (es.
11/9)
65. FAKE NEWS E SOCIALDEMOCRAZIA
Fake news a carattere religioso, spirituale, apocalittico, cospirazionistico,
possono indurre crisi mistiche come, per esempio, nel caso dell’invasione di
news concernenti gli Esseri di Luce in risposta all’allucinatorio arrivo del
Pianeta X in occasione della crescita dello Spread ITA-DE (nell’anno 2011 la
rete pullulava di fake news inneggianti la somiglianza di Julian Assange e
MarcoTravaglio –Voci della verità - agli Esseri di Luce. Da qui, per quanto
possa essere importante, è possibile comprendere la provenienza di tale
materiale)
66. FAKE NEWS E SOCIALDEMOCRAZIA
•Quando non induocono traumi, esse
inducono condotte più aggressive e violente
67. FAKE NEWS E SOCIALDEMOCRAZIA
•Le pulsioni ed i rigurgiti nazi-fascisti sono
diretta conseguenza delle fake news
68. FAKE NEWS E SOCIALDEMOCRAZIA
•Le fake news mettono in pericolo l’ordine ed
il progresso
69. La strategia del nemico
• L’interesse principe del nemico è quello di eliminare la mediazione attuata dal giornalismo sui suoi messaggi e di interagire
direttamente con l’utenza. Non si tratta semplicemente di utilizzare i Social in maniera eccessiva, quanto di evitare che i
media filtrino e decodifichino i propri messaggi a quanti normalmente non pongono barriere alle informazioni provenienti.
In questo modo il nemico ha la possibilità di veicolare messaggi dalla portata manipolatrice potente, quasi sempre non
corroborata dai fatti: fake news.
• Il secondo interesse del nemico è quello di delegittimare i giornalisti, i broadcasters, con il fine di rendere inutile la
mediazione attuata dai media.
• Il terzo interesse fa capo, così facendo, al tentativo di porre l’intera infosfera in uno stato di delegittimazione tale che
l’informazione è sicura solo quando è fruita direttamente, mentre il resto dell’informazioni vengono percepite nel loro
tentativo di fuorviare l’utente.
• Il nemico desidera che non vi sia differenza tra vero e falso, che tutto venga inserito in un calderone di informazioni, che
potremmo definire fuffa, fuori dal quale v’è una sola voce della verità: colui il quale decide cosa è falso e cosa e vero
70. Classificare le fake news
• Un metodo per classificare le Fake News è quello di richiedere all’iscrizione
in un Gruppo Facebook appartenente alla Rete Digitale del nostro Cliente di
fornire il proprio numero di telefono cellulare/mail, alla ricezione del quale
verrà consegnato un codice, e concessa la possibilità di iscriversi e
pubblicare.
71. BANCA DATI
• In questo modo il nostro Cliente potrà far affidamento su fortini
inespugnabili e su di una banca dati non indifferente
72. Obiettivo del Client
Entrata nell’ALDE ed egemonizzazione del Gruppo Parlamentare
Spostamento dell’ALDE su posizioni più progressiste
Alleanza all’Europarlamento dall’ALDE ai GREEN passando per il PES
73. Obiettivo del Client pt.2
Entrata nell’ALDE ed egemonizzazione del Gruppo Parlamentare
Spostamento dell’ALDE su posizioni più progressiste
Alleanza all’Europarlamento dall’ALDE ai GREEN passando per il PES
74. Obiettivo del Client pt.3
• Soppiantare Casaleggio Associati con la Rete Digitale di CESDED,
anticipando l’entrata del 5 Stelle in ALDE, condannandolo alla schizofrenia
politica che da ‘né destra né sinitra’ diverebbe ‘sia destra, sia sinistra’.
75. La strada da seguire in 10 punti
• 1. La sinistra socialdemocratica deve ottemperare ai buchi del liberismo
colmandoli con gli strumenti dello Stato. Considerata l’impossibilità di
redistribuire equamente i frutti della produzione in regime di Maastricht ed
in assenza di Glass-Steagall, deve accettare l’impossibilità insita a tale corso
di dar lavoro a tutti e ben pagato. In che modo? Assumere il dato di fatto che
non è assolutamente vero che debbano lavorare tutti se tanti lavorano poco;
76. La strada da seguire in 10 punti
• 2. Credo che la socialdemocrazia debba dotarsi di deterrenti tali da ovviare
all’ingordigia dell’1% della popolazione planetaria. Essa deve anzitutto
adottare sistematicamente nei Paesi della Unione Europea un Reddito
Sociale. Perché il Reddito Sociale portato ad asticelle assennate previene il
precariato: sotto quella soglia non si lavora;
77. La strada da seguire in 10 punti
• 3. La sinistra deve, altresì, introdurre un MinimumWage sotto il quale non
poter scendere;
78. La strada da seguire in 10 punti
• 4. Deve, nella nostra Italia, rendere l’elusione fiscale un reato penale;
79. La strada da seguire in 10 punti
• 5. E, cionondimeno, ricorrere alla Corte Penale Internazionale dell’Aia per
quel che riguarda il denaro che lascia il nostro Paese per i paradisi fiscali (200
miliardi di Euro);
80. La strada da seguire in 10 punti
• 6. Deve aver la forza di proporre una tassazione dell’1% sulle transazioni
finanziarie e sui fondi speculativi;
81. La strada da seguire in 10 punti
• 7. Una EstateTax sui patrimoni superiori al milione di Euro (1132
contribuenti) a partire da 500 mila Euro (entrate minime=566 milioni di
Euro);
82. La strada da seguire in 10 punti
• 8. La riduzione delle ore lavorative a 6 per 40 settimane lavorate (1440 ore
l’anno, che per 23,1 milioni di occupati equivalgono a 3 milioni 856 mila 333
posti lavoro) per permettere a più gente possibile l’entrata nel mondo del
lavoro;
83. La strada da seguire in 10 punti
• 9.Tassazione progressiva dalla No-Tax Area con molti più scaglioni
progressivi, al fine di incentivare la fedeltà fiscale;
84. La strada da seguire in 10 punti
• 10. Messa in sicurezza del territorio e delle grandi infrastrutture.
85. La campagna elettorale in 5 punti
• Immigrazione: ‘Mandiamoli a casa loro’ vs. ‘Noi salviamo vite’
86. La campagna elettorale in 5 punti
• Tasse: ‘Meno tasse per tutti’ vs. ‘Meno tasse per tutte’.
87. La campagna elettorale in 5 punti
• Pensioni: ‘1000 euro’ vs. ‘1 milione’ = ‘500 mila lire in meno in 24 anni’
88. La campagna elettorale in 5 punti
• Reddito minimo: ‘Reddito di cittadinanza’ vs. ‘Reddito sociale’
89. La campagna elettorale in 5 punti
• Lavoro: ‘Lavoro stabile’ vs. ‘Lavoro flessibile’
'La flessibilità nel lavoro è nella flessibilità della formazione'